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San Francesco d'Assisi

Ultimo Aggiornamento: 27/03/2009 01:11
02/10/2006 09:17
 
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"Ma perch'io non proceda troppo chiuso,
Francesco e Povertà per questi amanti
prendi oramai nel mio parlar diffuso.
La lor concordia e i lor lieti sembianti,
amore e maraviglia e dolce sguardo
facieno esser cagion di pensier santi;
tanto che 'l venerabile Bernardo
si scalzò prima, e dietro a tanta pace
corse e, correndo, li parve esser tardo.
Oh ignota ricchezza! oh ben ferace!
Scalzasi Egidio, scalzasi Silvestro
dietro a lo sposo, sì la sposa piace.
Indi sen va quel padre e quel maestro
con la sua donna e con quella famiglia
che già legava l'umile capestro.
Né gli gravò viltà di cuor le ciglia
per esser fi' di Pietro Bernardone,
né per parer dispetto a maraviglia;
ma regalmente sua dura intenzione
ad Innocenzio aperse, e da lui ebbe
primo sigillo a sua religione.
Poi che la gente poverella crebbe
dietro a costui, la cui mirabil vita
meglio in gloria del ciel si canterebbe,
di seconda corona redimita
fu per Onorio da l'Etterno Spiro
la santa voglia d'esto archimandrita.
E poi che, per la sete del martiro,
ne la presenza del Soldan superba
predicò Cristo e li altri che 'l seguiro,
e per trovare a conversione acerba
troppo la gente e per non stare indarno,
redissi al frutto de l'italica erba,
nel crudo sasso intra Tevero e Arno
da Cristo prese l'ultimo sigillo,
che le sue membra due anni portarno.
Quando a colui ch'a tanto ben sortillo
piacque di trarlo suso a la mercede
ch'el meritò nel suo farsi pusillo,
a' frati suoi, sì com'a giuste rede,
raccomandò la donna sua più cara,
e comandò che l'amassero a fede;
e del suo grembo l'anima preclara
mover si volle, tornando al suo regno,
e al suo corpo non volle altra bara
"
.

(Paradiso, canto XI)



Salve a tutti e buona settimana! Ehehehe [SM=g27827]: [SM=g27827]: , cito un po’ di Dante finché è ancora possibile, ossia prima che il Sommo venga censurato da qualche inziativa islamically correct… [SM=g27825]
Comunque, tornando a noi, come mi suggeriva un’amica in pvt ( [SM=g27828] ), il 4 ottobre non è lontano ed è il momento giusto per dedicare uno spazio a questo “ex-playboy convertito” (Papa Ratzi dixit [SM=g27821] [SM=g27824] ) , tanto caro a tutti noi.

Anche se ormai abbiamo un topic dedicato ai Santi protettori mi sembra che San Francesco d’Assisi meriti una discussione a sé stante, non solo perché, insieme a Santa Caterina da Siena, è il patrono di tutta l’Italia, ma anche perché, come giustamente ho letto in una riflessione sul sito www.sanfrancescoassisi.org , “nessuno è mai riuscito a catalogarlo semplicemente tra i «personaggi» del passato, dai quali, presto o tardi, si finisce col prendere le distanze.
Francesco lo si percepisce come un vivente; lo si accosta come un amico, compagno fidato di viaggio, suggeritore di una vita, diversa da quella che così spesso ci intristisce, una vita sognata di fratellanza, di pace e finalmente di gioia”.

In effetti vediamo spesso che tutti si vogliono, per così dire, “accaparrare” San Francesco: pacifisti, ecologisti, animalisti, girotondini e chi più ne ha più ne metta. Che un grande Santo della cristianità sia ancora oggi rivendicato come modello di vita per tante persone, certo, non può che far piacere, ma forse bisogna anche stare attenti a non fraintendere la sua personalità, il suo pensiero, il messaggio che ha voluto portare nel mondo attraverso il suo esempio di vita. Di San Francesco dobbiamo, credo, stare attenti a non dare un’immagine parziale, che metta l’accento solo su alcuni aspetti della sua vita lasciandone in ombra altri, perché così facendo rischiamo di fraintenderlo pericolosamente. Come ha fatto, a mio parere, Frei Betto, teologo della liberazione, che in un articolo di qualche tempo fa che ho postato anche nel topic dedicato alla discussione sulle eresie di oggi, accostava con grande nonchalance la figura di San Francesco a quella di Che Guevara. Così, per non sbagliare approccio nel leggere la vita e le opere di San Francesco penso sia giusto tenere bene a mente le parole che ha detto il nostro Papa durante l’incontro diocesano con il clero a Castel Gandolfo, criticando certe letture approssimative che vengono fatte del Santo di Assisi: "Francesco non era solo un ambientalista o un pacifista: era soprattutto un convertito alla fede”.

In questo topic vorrei postare, di volta in volta, brani della biografia di San Francesco di Tommaso da Celano e alcuni fra i suoi scritti più famosi. Spero che il thread non risulti noioso e naturalmente (non è nemmeno il caso di ricordarlo...) è aperto a tutti, per cui se qualcuno ha altre idee su come arricchire questo argomento, deve solo postare qui! Ciao a tutti! [SM=x40792] [SM=g27822]

[Modificato da Discipula 02/10/2006 9.23]

02/10/2006 09:28
 
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Tommaso da Celano
Vita Prima di San Francesco d’Assisi


PARTE PRIMA

A lode e gloria di Dio onnipotente,
Padre, Figlio e Spirito Santo. Amen.

Incomincia la vita
del beatissimo padre nostro Francesco


CAPITOLO I

COSTUMI MONDANI DELLA SUA GIOVINEZZA



317 1. Viveva ad Assisi, nella valle spoletana, un uomo di nome Francesco. Dai genitori ricevette fin dalla infanzia una cattiva educazione, ispirata alle vanità del mondo. Imi­tando i loro esempi, egli stesso divenne ancor più leggero e vanitoso.


318 Questa pessima mentalità, infatti, si è diffusa tra coloro che si dicono cristiani: si è fatto strada il sistema funesto, quasi fosse una legge, di educare i propri figli fin dalla culla con eccessiva tolleranza e dissolutezza. Ancora fan­ciulli, appena cominciano a balbettare qualche sillaba, si insegnano loro con gesti e parole cose vergognose e depre­cabili. Sopraggiunto il tempo dello svezzamento, sono spin­ti non solo a dire, ma anche a fare ciò che è indecente. Nessuno di loro, a quella età, osa comportarsi onestamente, per timore di essere severamente castigato. Ben a ragione, pertanto, afferma un poeta pagano: «Essendo cresciuti tra i cattivi esempi dei nostri genitori, tutti i mali ci accompagnano dalla fanciullezza». E si tratta di una testi­monianza vera: quanto più i desideri dei parenti sono dan­nosi ai figli, tanto più essi li seguono volentieri!


319 Raggiunta un'età un po' più matura, istintivamente pas­sano a misfatti peggiori, perché da una radice guasta cresce un albero difettoso, e ciò che una volta è degenerato, a sten­to si può ricondurre al suo giusto stato. E quando varcano la soglia dell'adolescenza, che cosa pensi che diventino? Allora rompono i freni di ogni norma: poiché è permesso fare tutto quello che piace, si abbandonano senza riguardo ad una vita depravata. Facendosi così volutamente schiavi del peccato, trasformano le loro membra in strumenti di iniquità; cancellano in se stessi, nella condotta e nei co­stumi, ogni segno di fede cristiana. Di cristiano si vantano solo del nome. Spesso gli sventurati millantano colpe peg­giori di quelle realmente commesse: hanno paura di essere tanto più derisi quanto più si conservano puri.


320 2. Ecco i tristi insegnamenti a cui fu iniziato quest'uomo, che noi oggi veneriamo come santo, e che veramente è santo!
Sciupò miseramente il tempo, dall'infanzia fin quasi al suo venticinquesimo anno. Anzi, precedendo in queste va­nità tutti i suoi coetanei, si era fatto promotore di mali e di stoltezze. Oggetto di meraviglia per tutti, cercava di ec­cellere sugli altri ovunque e con smisurata ambizione: nei giuochi, nelle raffinatezze, nei bei motti, nei canti, nelle vesti sfarzose e morbide. E veramente era molto ricco ma non avaro, anzi prodigo; non avido di denaro, ma dissipa­tore; mercante avveduto, ma munificentissimo per vanagloria; di più, era molto cortese, accondiscendente e affabile, sebbene a suo svantaggio. Appunto per questi motivi, molti, votati all'iniquità e cattivi istigatori, si schieravano con lui. Così, circondato da facinorosi, avanzava altero e generoso per le piazze di Babilonia, fino a quando Dio, nella sua bontà, posando il suo sguardo su di lui, non allontanò da lui la sua ira e non mise in bocca al misero il freno della sua lode, perché non perisse del tutto.


321 La mano del Signore si posò su di lui e la destra del­l'Altissimo lo trasformò, perché, per suo mezzo, i peccatori ritrovassero la speranza di rivivere alla grazia, e restasse per tutti un esempio di conversione a Dio.

(fonte www.sanfrancescoassisi.org)










02/10/2006 09:32
 
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Pensiero francescano del giorno


«Il nostro cuore e' assetato della tua parola, Signore. Tu hai dato agli apostoli il compito esaltante di proclamare la tua parola e quello di condurci al tuo regno. Concedici la grazia che le nostre orecchie siano attente e i nostri cuori sensibili, affinche' nessuna delle tue parole si perda. Fa' che l'insegnamento da esse proclamato cada nel terreno delle nostre anime e vi produca frutti spirituali, garanzie di eternita'».
03/10/2006 08:38
 
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Ecco il secondo capitolo della vita di San Francesco secondo la biografia di Tommaso da Celano.

CAPITOLO II

DIO VISITA IL SUO SPIRITO
CON UNA MALATTIA E UN SOGNO



322 3. Ecco dunque quest'uomo vivere nel peccato con passione giovanile! Trascinato dalla sua stessa età, dalle ten­denze della gioventù e incapace di controllarsi, poteva soc­combere al veleno dell'antico serpente (cf. Ap 20,2). Ma la vendetta, o meglio la misericordia divina, all'improvviso richiama la sua coscienza traviata mediante angustia spirituale e infermità corporale, conforme al detto profetico: Assedierò la tua via di spine, la circonderò con un muro (Os 2,6 ).


323 Colpito da una lunga malattia, come è necessario per la caparbietà umana, che non si corregge se non col castigo (ehm ehm... un'espressione un po' duretta, d'altra parte c'era da apettarselo dall'autore del Dies Irae.... n.d.r. [SM=x40791] [SM=x40791] ), egli cominciò effettivamente a cambiare il suo mondo inte­riore. Riavutosi un po', per ricuperare le forze, si mise a passeggiare qua e là per la casa, appoggiato ad un bastone. Un giorno uscì, ammirando con più attenzione la campagna circostante; ma tutto ciò che è gradevole a vedersi: la bel­lezza dei campi, l'amenità dei vigneti, non gli dava più alcun diletto. Era attonito di questo repentino mutamento e riteneva stolti tutti quelli che hanno il cuore attaccato a beni di tal sorta.


324 4. Da quel giorno cominciò a far nessun conto di sé e a disprezzare ciò che prima aveva ammirato ed amato. Non tuttavia in modo perfetto e reale, perché non era an­cora libero dai lacci della vanità, né aveva scosso a fondo il giogo della perversa schiavitù.
Abbandonare le consuetudini è infatti molto arduo: una volta impiantatesi nell'animo, non si lasciano sradicare fa­cilmente; lo spirito, anche dopo lunga lontananza, ritorna ai primitivi atteggiamenti, e il vizio finisce per diventare una seconda natura. Pertanto Francesco cerca ancora di sot­trarsi alla mano divina; quasi immemore della correzione paterna, arridendogli la fortuna, accarezza pensieri terreni: ignaro del volere di Dio, sogna ancora grandi imprese per la gloria vana del mondo.


325 Un cavaliere di Assisi stava allora organizzando grandi preparativi militari: pieno di ambizioni, per accaparrarsi maggior ricchezza e onore, aveva deciso di condurre le sue truppe fin nelle Puglie. Saputo questo, Francesco, leggero d'animo e molto audace, trattò subito per arruolarsi con lui: gli era inferiore per nobiltà di natali, ma superiore per grandezza d'animo; meno ricco, ma più generoso.


326 5. La sua mente era tutta consacrata al compimento di simile progetto, e aspettava ansioso l'ora di partire. Ma la notte precedente, Colui che l'aveva colpito con la verga della giustizia lo visitò in sogno con la dolcezza della gra­zia; e poiché era avido di gloria, lo conquise con lo stesso miraggio di una gloria più alta. Gli sembrò di vedere la casa tappezzata di armi: selle, scudi, lance e altri ordigni bellici, e se ne rallegrava grandemente, domandandosi stupito che cosa fosse. Il suo sguardo infatti non era abituato alla visione di quegli strumenti in casa, ma piuttosto a cataste di panno da vendere.
E mentre era non poco sorpreso davanti all'avvenimen­to inaspettato, si sente dire: «Tutte queste armi sono per te e i tuoi soldati». La mattina dopo, destandosi, si alzò con il cuore inondato di gioia e, interpretando la visione come ottimo auspicio, non dubitava un istante del successo della sua spedizione nelle Puglie. Tuttavia non sapeva quello che diceva (cf. Lc 9,33), ignorando ancora il compito che il Signore intendeva affidargli. Non gli mancava comunque la possi­bilità di intuire che aveva interpretato erroneamente la vi­sione, perché, pur avendo essa un rapporto con le imprese guerresche, di fatto non lo entusiasmava né allietava come al solito; a fatica anzi gli riusciva di mettere in atto quei suoi piani e realizzare il viaggio tanto desiderato.


327 In verità, molto a proposito si parla di armi subito all'inizio della missione di Francesco, ed è assai conveniente armare il soldato che si accinge a combattere contro il forte armato (cf. Lc 11,21), perché, come nuovo Davide, liberi Israele, nel nome del Dio degli eserciti (1Sam 17,45), dall'antico oltraggio dei nemici.




[Modificato da Discipula 03/10/2006 8.38]

04/10/2006 11:50
 
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Terza puntata...
Tommaso da Celano
Vita Prima di San Francesco d’Assisi


PARTE PRIMA

CAPITOLO III

NASCONDE SOTTO IL VELO DI ALLEGORIE
IL SEGRETO DELLA SUA TRASFORMAZIONE




328 6. Già cambiato spiritualmente, ma senza lasciar nulla trapelare all'esterno, Francesco rinuncia a recarsi nelle Puglie e si impegna a conformare la sua volontà a quella divina. Si apparta un poco dal tumulto del mondo e dalla mercatura, e cerca di custodire Gesù Cristo nell'intimità del cuore. Come un mercante avveduto sottrae allo sguardo degli scettici la perla trovata, e segretamente si adopra a comprarla con la vendita di tutto il resto (Mt 13,45-46).


329 Vi era ad Assisi un giovane, che egli amava più degli altri. Poiché era suo coetaneo e l'amicizia pienamente condivisa lo invitava a confidargli i suoi segreti, Francesco lo portava con sé in posti adatti al raccoglimento dello spirito, rivelandogli di aver scoperto un tesoro grande e prezioso. L'amico, esultante e incuriosito, accettava sempre volentieri l'invito di accompagnarlo.
Alla periferia della città c'era una grotta, in cui essi andavano sovente, parlando del «tesoro». L'uomo di Dio, già santo per desiderio di esserlo, vi entrava, lasciando fuori il compagno ad attendere, e, pieno di nuovo insolito fervore, pregava il Padre suo in segreto (Mt 6,6). Desiderava che nessuno sapesse quanto accadeva in lui là dentro e, celando saggiamente a fin di bene il meglio, solo a Dio affidava i suoi santi propositi. Supplicava devotamente Dio eterno e vero di manifestargli la sua via e di insegnargli a realizzare il suo volere. Si svolgeva in lui una lotta tremenda, né poteva darsi pace finché non avesse compiuto ciò che aveva deliberato. Mille pensieri l'assalivano senza tregua e la loro insistenza lo gettava nel turbamento e nella sofferenza.
Bruciava interiormente di fuoco divino, e non riusciva a dissimulare il fervore della sua anima. Deplorava i suoi gravi peccati, le offese fatte agli occhi della maestà divina. Le vanità del passato o del presente non avevano per lui più nessuna attrattiva, ma non si sentiva sicuro di saper resistere a quelle future. Si comprende perciò come, facendo ritorno al suo compagno, fosse tanto spossato da apparire irriconoscibile.


330 7. Un giorno finalmente, dopo aver implorato con tutto il cuore la misericordia divina, gli fu rivelato dal Signore come doveva comportarsi. E fu ripieno di tanto gaudio da non poterlo contenere e da lasciare, pur non volendo, trasparire qualcosa agli uomini.


331 Il grande amore che gli invadeva l'anima non gli permetteva ormai di tacere; tuttavia parlava in linguaggio enigmatico: cercava di esprimersi con gli altri nello stesso modo figurato con cui l'abbiamo visto discorrere con l'amico preferito di un tesoro nascosto. Diceva di rinunciare a partire per le Puglie, ma allo scopo di compiere magnanime imprese nella sua patria. Gli amici pensavano che avesse deciso di maritarsi e gli domandavano: «Vuoi forse prendere moglie, Francesco?». Egli rispondeva: «Prenderò la sposa più nobile e bella che abbiate mai vista, superiore a tutte le altre in bellezza e sapienza».
E veramente sposa è la vera religione che egli abbracciò (cf. Gc 1,27); e il Regno dei Cieli è il tesoro nascosto (Mt 13,44) che egli cercò così ardentemente. Bisognava davvero che si compisse pienamente la vocazione evangelica in colui che doveva essere ministro fedele e autentico del Vangelo (cf. Ef 3,7)!







04/10/2006 15:05
 
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Come suggeritomi da Discipula...
...ecco San Francesco d'Assisi nelle parole dell'Udienza Generale di oggi [SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27811]

SAN FRANCESCO: PAPA, LUMINOSO ESEMPIO PER I GIOVANI

"Il luminoso esempio di san Francesco d'Assisi, di cui celebriamo oggi la festa, solleciti voi, cari giovani, a progettare il vostro futuro in piena fedelta' al Vangelo". Lo ha detto Benedetto XVI al termine dell'Udienza generale di oggi. San Francesco, ha aggiunto, "aiuti voi cari malati, ad affrontare la sofferenza con coraggio, trovando in Cristo crocifisso luce e conforto. E conduca voi, cari sposi novelli, a un amore sempre piu' generoso".


[SM=x40800] [SM=x40800] [SM=x40800] [SM=x40800] [SM=x40800] [SM=x40800] [SM=x40800] [SM=x40800]

Ho un articolo di DIPIU' che forse vi interesserà: tratta delle parole che il Papa che ha detto, riguardo a San Francesco, al ricevimento dei religiosi di Albano...Ve lo posso postare qui? [SM=g27833] [SM=g27833] [SM=g27833] [SM=g27817] [SM=g27817] [SM=g27817]


[Modificato da josie '86 04/10/2006 15.06]

[Modificato da josie '86 04/10/2006 15.15]

05/10/2006 10:38
 
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Re: Come suggeritomi da Discipula...

Scritto da: josie '86 04/10/2006 15.05
Ho un articolo di DIPIU' che forse vi interesserà: tratta delle parole che il Papa che ha detto, riguardo a San Francesco, al ricevimento dei religiosi di Albano...Ve lo posso postare qui? [SM=g27833] [SM=g27833] [SM=g27833] [SM=g27817] [SM=g27817] [SM=g27817]


[Modificato da josie '86 04/10/2006 15.06]

[Modificato da josie '86 04/10/2006 15.15]




Ehehehe [SM=g27827]: , a me sembra più che logico che lo puoi postare qui; perché mai avrei aperto uno specifico topic su San Francesco se non per parlare tutti insieme della sua figura, non solo attraverso i testi antichi (vedi appunto la biografia di Tommaso da Celano), ma anche riportando commenti e articoli attuali ?! [SM=g27822] [SM=g27823]

Credo che in questo modo il thread risulterà più variegato e quindi più interessante! [SM=x40801]

[Modificato da Discipula 05/10/2006 10.42]

05/10/2006 10:44
 
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Tommaso da Celano
Vita Prima di San Francesco d’Assisi

PARTE PRIMA

CAPITOLO IV

VENDUTA OGNI COSA,
SI LIBERA ANCHE DEL DENARO RICAVATO




332 8. Così il beato servo dell'Altissimo, sospinto e preparato dallo Spirito Santo, essendo scoccata l'ora stabilita si abbandona all'impulso della sua anima: calpesta i beni di questo mondo per la conquista di beni migliori. D'altronde non gli era più permesso differire: una epidemia mortifera si era diffusa ovunque, paralizzando a molti le membra in modo tale che avrebbe tolto loro anche la vita, se il Medico avesse tardato anche solo per poco.


333 Francesco pertanto balza in piedi, fa il segno della croce, appronta un cavallo, monta in sella e, portando con sé panni di scarlatto, parte veloce per Foligno. Ivi, secondo la sua abitudine, vende tutta la merce, e, con un colpo di fortuna, perfino il cavallo!


334 Sul cammino del ritorno, libero da ogni peso, pensa all'opera cui destinare quel denaro. Convertito a Dio in maniera rapida e meravigliosa, sente tale somma troppo ingombrante, la portasse pure per un'ora sola. Così, tenendone conto quanto l'arena, si affretta a disfarsene. Avvicinandosi ad Assisi, si imbatte in una chiesa molto antica, fabbricata sul bordo della strada e dedicata a San Damiano, allora in stato di rovina per vecchiaia.


335 9. Il nuovo cavaliere di Cristo si avvicina alla chiesa, e vedendola in quella miseranda condizione, si sente stringere il cuore. Vi entra con timore riverenziale e, incontrandovi un povero sacerdote, con grande fede gli bacia le mani consacrate, gli offre il denaro che reca con sé e gli manifesta i suoi proponimenti. Stupito per l'improvvisa conversione, il sacerdote quasi non crede a quanto odono le sue orecchie e ricusa di prendere quei soldi, temendo una burla. Infatti lo avevano visto, per così dire, il giorno innanzi a far baldoria tra parenti e amici, superando tutti nella stoltezza. Ma Francesco insiste e lo supplica ripetutamente di credere alle sue parole, e lo prega di accoglierlo con lui a servire il Signore. E finalmente il sacerdote gli permette di rimanere con lui, pur persistendo nel rifiuto del denaro, per paura dei parenti. Allora Francesco, vero dispregiatore della ricchezza, lo getta sopra una finestrella, incurante di esso, quanto della polvere.
Bramava, infatti, possedere la sapienza che è migliore dell'oro e ottenere la prudenza che è più preziosa dell'argento (Pr 16,16).






07/10/2006 10:14
 
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Ecco l'articolo del DIPIU' del 25 settembre 2006
Benedetto XVI ha suscitato stupore definendo così il Poverello d'Assisi

SAN FRANCESCO ERA UN "PLAYBOY"

Per il Papa, prima di convertirsi Francesco amava fare la bella vita


di Andrea Tornielli

Castel Gandolfo (Roma), settembre


San Francesco d'Assisi, patrono d'Italia e grande riformatore, "era quasi una specie di playboy", che si è pentito, ha avvertito la chiamata di Dio e ha cambiato vita. "Non era solo un ambientalista o un pacifista. Era soprattutto un uomo convertito". Parola di Papa Ratzinger, che a Castel Gandolfo ha incontrato i parroci della diocesi di Albano e ha risposto a braccio alle loro domande. Benedetto XVI non è nuovo a queste iniziative: già a Roma e poi in Val d'Aosta si è sottoposto al fuoco di fila dei quesiti dei sacerdoti. Ma in quest'ultimo incontro, Ratzinger ha proposto di riscoprire nella sua interezza la figura del Poverello d'Assisi, ricordando il suo passato da giovane gaudente e donnaiolo e definendolo un "playboy", parola certamente inedita sulla bocca di un Papa.

Ha sentito la voce del Signore

Ecco con esattezza la trascrizione dell'intervento di Benedetto XVI su questo argomento. "Qui, ad Albano", ha detto il Papa "è stata fatta una rappresentazione della vita di San Francesco. Impegnarsi in questo senso vuole dire entrare nella personalità di San Francesco, del suo tempo, e così allargare la propria personalità. E' soltanto un esempio, una cosa apparentemente abbastanza singolare. Può essere un'educazione ad allargare la personalità, a entrare in un contesto di tradizione cristiana, a risvegliare la sete di conoscere meglio da dove ha attinto questo santo". "Non era solo un ambientalista o un pacifista", ha aggiunto il Pontefice, criticando di fatto la strumentalizzazione che è stata fatta della figura del santo. "Era soprattutto", ha puntualizzato Papa Ratzinger "un uomo convertito". "Ho letto con grande piacere che il vescovo di Assisi, monsignor Sorrentino, proprio per ovviare a questo 'abuso' della figura di San Francesco, in occasione dell'ottavo centenario della sua conversione vuole indire un 'Anno di conversione', per vedere qual è la vera 'sfida'". Forse noi tutti possiamo animare un po' animare la gioventù per fare capire che cos'è la conversione, collegandoci anche alla figura di San Francesco, per cercare una strada che allarghi la vita. Francesco prima era quasi una specie di "playboy". Poi, ha sentito che questo non era sufficiente. Ha sentito la voce del Signore: "Ricostruisci la mia Casa". A mano a mano ha capito che cosa voleva dire "costruire la Casa del Signore".
Un invito preciso, dunque, rivolto alle giovani generazioni. Qualche giorno prima, all'Angelus, Benedetto XVI aveva presentato le figure di Sant'Agostino e di sua madre Monica. Quest'ultima era una cristiana devota, che soffriva nel vedere il figlio vivere un'esistenza dissoluta. Agostino, che cercava la bellezza, si sarebbe convertito incontrando la vera bellezza della fede cristiana e avrebbe cambiato vita.
Il Papa aveva usato questo esempio per invitare le madri dei figli ribelli e dissoluti a non disperarsi, perchè per ognuno c'è la possibilità del cambiamento e della conversione del cuore. E' lo stesso esempio di San Francesco, che ha smesso di essere un playboy, il figlio viziato di una delle famiglie più ricche e benviste della sua città, per diventare un uomo di Dio e vivere nella più assoluta povertà. Com'è noto, Francesco, nato ad Assisi nel 1181, era figlio di un facoltoso mercante di tessuti. La sua giovinezza era stata dorata e il ragazzo era il capo della bella gioventù della città: sognava di diventare un cavaliere, non certo un monaco mendicante, e in questa fase della sua esistenza si concedeva a molte distrazioni e divertimenti.


La sua vita cambiò radicalmente

Nel 1202, durante la guerra con la vicina Perugia, è catturato e tenuto in prigione per oltre un anno. Nel 1205, ansioso di grandi imprese, si arruola nella milizia pontificia. Ma si ammala gravemente e, nei pressi di Spoleto, ha una visione. La sua vita cambia radicalmente: appena ristabilitosi torna ad Assisi e sceglie di seguire Gesù servendo i poveri e vivendo lui stesso come povero. Fa una rinuncia pubblica di tutti i beni di famiglia nella pubblica piazza d'Assisi, rimanendo nudo e coprendosi, da allora, soltanto con un semplice saio di ruvida stoffa.
Suo è lo stupendo Cantico delle Creature ed è molto noto il suo atteggiamento di mansuetudine nei confronti degli animali. Proprio per questo, San Francesco è considerato quasi un'icona dagli ambientalisti e dai pacifisti, in quanto aveva rinunciato alle armi di cavaliere per servire gli ultimi e i più deboli. Con il suo intervento, Papa Benedetto XVI ha tenuto a precisare che, se questi sono aspetti veri della personalità del santo di Assisi, non possono però diventare gli unici e mettere in secondo piano la grandezza della sua figura di santo, di cristiano, di convertito, di autentico discepolo di Gesù.


07/10/2006 14:48
 
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Grazie Josie per l'articolo! [SM=g27822] [SM=g27823]

Aggiungo il pensiero francescano del giorno:


«O mio Signore, Tu sei buono e paziente, lento all'ira e misericordioso: oggi Ti prego di infondermi il Tuo Spirito, perche' io possa avere un cuore simile al Tuo e impari ad agire e a pregare secondo l'esempio che ci hai dato nel Tuo figlio Gesu'.
Tu lo sai che anch'io spesso cado nell'errore, ma Tu non mi condanni, non lasci che io sia preda della tentazione.
Tu mi doni ogni volta il perdono. Perdoni i miei peccati, perche' io possa fare altrettanto con i miei fratelli, anche quando cio' significa umiliarmi davanti a loro, demolire il muro del mio orgoglio, rischiare di sentirmi da loro rifiutato
».

[SM=g27821] [SM=x40790]
08/10/2006 16:34
 
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Tommaso da Celano
Vita Prima di San Francesco d’Assisi

PARTE PRIMA

CAPITOLO V

IL PADRE LO PERSEGUITA
E LO TIENE PRIGIONIERO




336 10. Mentre il servo dell'Altissimo. viveva in quel luogo, suo padre andava cercando ovunque, come un di­ligente esploratore, notizie del figlio. Appena venne a co­noscenza che Francesco dimorava in quel luogo e viveva in quella maniera, profondamente addolorato e colpito dal fatto inatteso, radunò vicini e amici e corse senza indugio dal servo di Dio. Ma questi, che era ancora novi­zio nelle battaglie di Cristo, presentendo la loro venuta e sentendo le grida dei persecutori, si sottrasse alla loro ira, nascondendosi in un rifugio sotterraneo che si era preparato proprio in previsione di un simile pericolo.
In quella fossa, che era sotto la casa. ed era nota for­se ad uno solo, rimase nascosto per un mese intero non osando uscire che per stretta necessità. Mangiava nel buio del suo antro il cibo che di tanto in tanto gli veniva offerto, e ogni aiuto gli era dato nascostamente. Con calde lacrime implorava Dio che lo liberasse dalle mani di chi perseguitava la sua anima (Sal 108,31; 141,7-8) e gli concedesse la grazia di compiere i suoi voti. Nel digiuno e nel pianto invocava la clemenza del Salvatore e, diffidando di se stesso, poneva tutta la sua fiducia in Dio.
Benché chiuso in quel rifugio tenebroso, si sentiva inon­dato da indicibile gioia, mai provata fino allora. Animato da questa fiamma interiore, decise di uscire dal suo nascon­diglio ed esporsi indifeso alle ingiurie dei persecutori.


337 11. Si leva prontamente e di scatto, pieno di zelo e di letizia, si munisce dell'armatura necessaria per le battaglie del Signore: lo scudo della fede e un grande coraggio, e s'incammina verso la città, accusandosi, nel suo divino en­tusiasmo, di essersi attardato troppo per viltà.


338 Tutti quelli che lo conoscevano, vedendolo riapparire e mettendo a confronto il suo stato attuale col passato, co­minciarono a insultarlo, a chiamarlo mentecatto, a lanciargli contro pietre e fango. Quell'aspetto, macerato dalla penitenza, e quell'atteggiamento tanto diverso dal solito, li indu­cevano a pensare che tutti i suoi atti fossero frutto di fame patita e di follia. Ma poiché la pazienza val più dell'arro­ganza (Qo 7,9), Francesco non si lasciava disanimare né sconfiggere da insulto alcuno e ringraziava Dio per quelle prove.
Invano l'iniquo perseguita l'uomo retto, perché quanto più questi è combattuto tanto maggiore è il trionfo della sua fortezza. L'umiliazione, disse qualcuno, rende più intrepido il cuore generoso.


339 12. Quel vociare rumoroso e canzonatorio attorno a lui si diffondeva sempre di più per le vie e le piazze della città e il clamore degli scherzi rimbalzava di qua e di là toccando le orecchie di molti, finché giunse anche a quelle di suo padre. Questi, udito gridare il nome del figlio e saputo che proprio contro di lui era diretto il dileggio dei cittadini, subito andò da Francesco, non per liberarlo, ma per rovinarlo. Come il lupo assale la pecora, senza più alcun ritegno, con sguardo truce e minaccioso, afferrandolo con le mani, lo trascinò a casa. E, inaccessibile ad ogni senso di pietà, lo tenne prigioniero per più giorni in un ambiente oscuro, cer­cando di piegarlo alla sua volontà, prima con parole, poi con percosse e catene.
Ma il giovane dalle stesse sofferenze traeva forza e risolutezza per realizzare il suo santo ideale. Né la debili­tante reclusione né i martellanti rimbrotti gli fecero mai perdere la pazienza.


340 Il cristiano infatti ha il mandato di rallegrarsi nelle tribolazioni: neppure sotto i flagelli e le catene può abbandonare la sua linea di condotta e di spirito e lasciarsi sviare dal gregge di Cristo. Non lo intimorisce il diluviare di molte acque (Sal 31,6), lui, che in ogni angustia ha per rifugio il Figlio di Dio, il quale perché non riteniamo troppo pesante il giogo delle nostre sofferenze, ci mostra quanto sono assai più grandi quelle che egli ha sopportato per noi.








10/10/2006 11:43
 
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Musical sulla vita di San Francesco


Ecco il link dei testi delle canzoni del musical di Paulicelli

Ecco la storia del musical

Da digilander.libero.it/csiteatro99/forzavenite/homefvg.htm

Ecco la trama atto per atto, canzone per canzone.

Forza Venite Gente" è la storia di un ragazzo, di uomo diverso dagli altri, dei suoi amici e del suo mondo. E' la storia di un personaggio unico e straordinario, della sua grande gioia di vivere e del suo amore per tutto e per tutti. E' il resoconto, scanzonato ed a volte provocatorio, della vita e delle opere di San Francesco d'Assisi.
Ma è anche un'allegorìa dell'eterno contrasto tra generazioni, è la storia di un padre come tanti altri -Pietro di Bernardone- e di un figlio diverso da come lui l'avrebbe voluto. Un figlio che va per la sua strada.

La versione dello spettacolo rielaborata e realizzata grazie all'Oratorio Parrocchiale di Trino, si compone in due atti, per un totale di 20 canzoni ed una durata di oltre 2 ore.
A narrare gli eventi sono due personaggi all'opposto: da un lato Pietro di Bernardone, il padre di Francesco, uno tra i più ricchi mercanti di Assisi; dall'altro una simpatica poverella, un po' suonata -ma solo all'apparenza- che tutti chiamano semplicemente "Cenciosa". Sono loro a tenere le fila della vicenda, e legare tra loro i vari episodi della vita del Poverello di Assisi. Ognuno di questi episodi è narrato, per l'appunto, da una canzone:


Primo Atto.

- Forza venite gente -
Siamo nel 1207. Francesco decide di abbandonare l'agiata vita a cui era abituato, per vivere nella più assoluta povertà. Questo, nonostante l'unanime parere del padre, dei suoi amici, e di tutta Assisi, che lo considerano impazzito. La notizia fa scalpore, e tutti accorrono in piazza ad assistere al confronto tra Francesco ed il padre, il quale si vede restituire dal figlio tutti gli averi e gli abiti.
L'unica che non condanna apertamente Francesco è Chiara di Offreduzzo, forse la sua amica più cara, e forse, un tempo, qualcosa in più...


- Sorella Provvidenza -
Ben presto altri si uniscono a Francesco, allontanandosi dalle preoccupazioni e dalla vita frenetica di tutti i giorni per abbracciare l'assoluta povertà. Nessuno si preoccupa del proprio futuro, di cosa mangerà domani. La Provvidenza è in grado di offrire loro tutto ciò di cui hanno bisogno per vivere.

- Stanotte ragazzi -
Ad Assisi prosegue la vita di tutti i giorni (e di tutte le notti). Gli amici di Francesco, gli amici di un tempo, cercano di dissimulare il disagio e la malinconia che li opprime: senza l'allegria, l'entusiasmo e la gioia di Francesco la vita ed il divertimento non sono più la stessa cosa di una volta.

- I miei capelli -
Infine, anche Chiara decide di seguire la difficile strada dell'amato di un tempo. Anche lei rinuncia perciò a tutti i suoi averi, alla sua vita agiata, ai suoi abiti lussuosi, e perfino ai suoi lunghi capelli. Non è una scelta facile, ma ha di fronte a sé l'esempio vivente della gioia e della libertà che si può provare anche senza possedere nulla.


- Ventiquattro piedi siamo -
Corre l'anno 1209. I compagni di Francesco sono ora una dozzina. Francesco mette per iscritto le semplici regole che scandiscono la vita sua e dei suoi. Tutti insieme partono così alla volta di Roma, per farsi ricevere dal Papa e poter fondare un ordine vero e proprio. Profondamente colpito dall'energia e dalla voglia di vivere di quei "ventiquattro piedi scalzi", il Papa Innocenzo III approva senza esitazione la regola di Fratello Francesco.


- E volare volare -
Francesco prosegue nella sua vocazione d'amore, arrivando là dove nessuno si era mai spinto prima: non solo tutti gli uomini sono suoi fratelli, ma anche gli animali e le stesse cose inanimate, lui li ama con la stessa forza e lo stesso fervore. Questa volta parla con gli uccelli, e questi comprendono, incredibilmente, che quell'uomo ha qualcosa di diverso, e lo stanno ad ascoltare, e lo capiscono...


- Posso dire amore a tutti -
Ma se l'amore di Francesco è per tutti e di tutti, non può esserlo per una persona sola. Sia Francesco che Chiara, in fondo, sono esseri umani, e come tali non sono esenti da dubbi. Ma con la stessa forza del sentimento che non li ha mai realmente uniti, entrambi capiscono che questo significa realmente amare, capiscono che "l'amore, è un'altra cosa".


- Il Lupo -
In quel periodo, le campagne intorno a Gubbio erano infestate da un lupo dalla ferocia e dalla forza straordinarie, che non disdegnava neppure di attaccare ed uccidere l'uomo. L'unico in grado di far "ragionare" l'animale è proprio Francesco: il lupo, non solo non lo attacca, ma alla sua presenza lo ascolta ed infine diventa mansueto come un agnellino.



- L'angelo biondo -
Con chi parla, durante le notti, Francesco? Con chi discuteva, sin da quando ancora dormiva nel suo letto, tra le mura della casa paterna? Da solo forse. O forse con qualcuno mandato direttamente da Dio, qualcuno a cui fare le domande ed ottenere le risposte da cui trarre la propria conoscenza e la propria fede?


- Venite cavalieri -
Tutto il mondo cattolico è in subbuglio: è il tempo delle sante crociate, e tutti, ricchi e poveri, belli e brutti, sani e zoppi, si armano come possono alla volta della Terra Santa, dove sperano di guadagnare fama, ricchezze, e magari anche la salvezza. Anche Francesco è in partenza, ma a modo suo, senza armi, senza scudo, solo con il suo bastone, pochi seguaci e tante buone intenzioni.


- La Luna -
E Francesco, almeno in parte, riesce nel suo intento. Riesce ad incontrare gli infedeli, a parlare loro del Vangelo di Gesù, a fare amicizia con la figlia del Sultano, ed a restare vivo. E' il segno dell'unità tra i popoli: in fondo viviamo tutti sulla stessa terra, sotto lo stesso cielo, e sospiriamo tutti alla luce della stessa Luna, che così ci unisce anche se apparteniamo a mondi tanto diversi.



Secondo Atto

- E' Natale -
E' il Natale del 1223, e Francesco mette in pratica un'altra delle sue idee: far rivivere a tutti quella notte di 1200 anni prima, ricreare la stessa atmosfera di amore e magia. Ecco allora nascere il primo presepe della storia.


- La sposa di Gesù -
Sono lunghe le sere in convento. Ed anche a chi ha scelto la strada dell'amore, della povertà, della libertà, può venire da chiedersi come sarebbe andata altrimenti. Ma i dubbi spariscono rapidamente, è l'amore stesso a sedarli, è la fede, l'unica cosa che mai potrà crollare.

- Perfetta letizia -
Vivere sempre nella gioia, essere sempre allegri e spensierati. Questo sostiene Francesco. Beh, finché le cose vanno bene, non è certamente un problema. Ma è quando si va incontro alle difficoltà che bisogna dare fondo a tutte le proprie energie, amare gli imprevisti, sorridere ai problemi; in fondo è questa la vera Vita, l'unica degna di chiamarsi tale e di essere vissuta appieno! Ed alla fine anche l'ingenuo Frate Leone lo capisce.

- La Povertà -
Gli uomini, gli animali, gli oggetti, ma non solo. Anche la stessa Povertà è sorella di Francesco, ed egli la ama, nel bene e nel male, ed a suo modo viene ricambiato.

- Semplicità, sorella mia -
Lo stesso vale per la Semplicità, per il gioire di ogni cosa senza mai desiderare di più. In fondo, quando si ha tutto, quando si ha la vita, l'amore, la salute, perché si dovrebbe volere altro. Le tentazioni non mancano, certo, ma snobbarle non risulta, in questo caso, poi così difficile.


- Povero vecchio diavolo -
Ma cerchiamo di vedere le cose da un altro punto di vista. Incontriamo così la disperazione di un povero demonio che non sa più che pesci pigliare: il non riuscir a tentare Francesco in alcun modo lo tormenta.


- Sorella Morte -
Per Francesco è tempo di andare. E' tempo di abbandonare anche le ultime preoccupazioni terrene, per andare incontro all'ultima delle sue sorelle: la Morte. Perfino di fronte ad essa, Francesco affronta la propria sorte con coraggio, pensando prima di tutto a consolare gli altri...

- E piansero i lupi nel bosco -
Francesco non c'è più. Il vuoto immenso che lascia nel mondo viene sentito non solo da tutti i suoi compagni, ma anche dagli animali e da tutta la natura che tanto ha amato. La stessa morte non riesce a rimanere indifferente nello svolgere il suo compito, e perfino Belzebù, a modo suo, si dispera.


- Laudato Sii -
Ma Francesco non è morto. Il suo ricordo, le sue opere, la sua gioia di vivere, lo fanno risorgere tra noi ogni giorno. Ecco allora il suo ultimo, grande regalo: la sua opera ultima e più bella, il meraviglioso Cantico delle Creature.



Ecco la storia dei personaggi di "Forza, venite gente"

[SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27811]

[Modificato da josie '86 10/10/2006 11.51]

10/10/2006 14:31
 
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Avete mai ascoltato questo album di Branduardi?



A me sinceramente piacciono solo le prime due canzoni "Il Cantico Delle Creature" e "Il Sultano Di Babilonia E La Prostituta" che sono davvero molto belle,le altre mi sembrano un pò noiose..(beh,ognuno ha i suoi gusti!)Ma ve lo consiglio! [SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27811]
"Shemà Israel,Adonai elohenu,Adonai ehad"

10/10/2006 14:34
 
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Oh..
..aspettate..

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10/10/2006 14:34
 
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Non importa [SM=g27821] [SM=g27821] [SM=g27821]
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10/10/2006 14:39
 
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Scusate ho fatto un pò di confusione..prima non mi postava l'immagine,poi si,poi no e ora si! [SM=g27826] [SM=g27826] [SM=g27813]
"Shemà Israel,Adonai elohenu,Adonai ehad"

10/10/2006 14:41
 
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Per LadyRatzinger

Se vuoi modificare il messaggio, clicca su edit e così puoi cambiare ciò che non va nel post, anche postare bene una foto che non si vede sul forum.

[SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27811]
10/10/2006 16:26
 
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Re: Per LadyRatzinger

Scritto da: josie '86 10/10/2006 14.41

Se vuoi modificare il messaggio, clicca su edit e così puoi cambiare ciò che non va nel post, anche postare bene una foto che non si vede sul forum.

[SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27811]



Lo so,ho già cliccato su edit,ma mi dice che solo l'amministratore del forum e i moderatori possono modificare i messaggi!
"Shemà Israel,Adonai elohenu,Adonai ehad"

10/10/2006 18:09
 
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Re: Re: Per LadyRatzinger

Scritto da: LadyRatzinger 10/10/2006 16.26


Lo so,ho già cliccato su edit,ma mi dice che solo l'amministratore del forum e i moderatori possono modificare i messaggi!



Anche l'autore del messaggio lo può modificare entro 24 ore, ma devi controllare che mentre scrivi si mantenga il login; se per caso il login ti cade, freeforum non ti riconosce come autore del messaggio e non ti permette di fare modifiche.

[SM=g27817] [SM=g27822]
12/10/2006 15:10
 
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PREGHIERA A SAN FRANCESCO PRESSO LA VERNA
(Giovanni Paolo II, 17 settembre 1993)



O San Francesco,
stigmatizzato de La Verna,
il mondo ha nostalgia di te
quale icona di Gesu' crocifisso.
Ha bisogno del tuo cuore
aperto verso Dio e verso l'uomo,
dei tuoi piedi scalzi e feriti,
delle tue mani trafitte e imploranti.
Ha nostalgia della tua debole voce,
ma forte della potenza del Vangelo.
Aiuta, Francesco, gli uomini d'oggi
a riconoscere il male del peccato
e a cercarne la purificazione nella penitenza.
Aiutali a liberarsi
dalle stesse strutture di peccato,
che opprimono l'odierna societa'.
Ravviva nella coscienza dei governanti
l'urgenza della pace
nelle Nazioni e tra i Popoli.
Trasfondi nei giovani la tua freschezza di vita,
capace di contrastare le insidie
delle molteplici culture di morte.
Agli offesi da ogni genere di cat! tiveria
comunica, Francesco,
la tua gioia di saper perdonare.
A tutti i crocifissi dalla sofferenza,
dalla fame e dalla guerra,
riapri le porte della speranza.
Amen.

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