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Maria di Nazareth

Ultimo Aggiornamento: 27/05/2008 19:55
18/03/2007 23:46
 
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Messaggio del 2 marzo 2007 (Mirjana)


Oggi vi parlerò di quello che avete dimenticato. Cari figli, il mio nome è amore, per questo sono con voi così tanto del vostro tempo, e questo è amore, perchè un grande amore mi manda. Cerco da voi lo stesso. Chiedo l'amore nelle vostre famiglie. Chiedo che nel vostro fratello riconosciate l'amore. Solo così, tramite l'amore, vedrete il volto del più grande amore. Che il digiuno e la preghiera siano la vostra guida. Aprite i vostri cuori all'amore, anzi alla salvezza. Grazie.


18/03/2007 23:48
 
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Messaggio del 18 marzo 2007 (Mirjana)

Cari figli, vengo a voi come Madre con doni. Vengo con amore e misericordia. Cari figli, in me c'è un cuore grande. Desidero che in esso siano tutti i vostri cuori, purificati col digiuno e la preghiera. Desidero che insieme, per mezzo dell'amore, i nostri cuori trionfino. Desidero che attraverso questo trionfo vediate la vera verità, la vera via, la vera vita. Desidero che possiate vedere mio Figlio. Vi ringrazio.


24/03/2007 11:42
 
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Preghiera alla Beata Vergine Addolorata


Lasciami vivere accanto a te, Madre mia,
per tenere compagnia alla tua solitudine
e al tuo profondo dolore!

Lasciami risentire nella mia anima
il pianto doloroso dei tuoi occhi
e l'abbandono del tuo cuore!

Non voglio sul cammino della mia vita
gustare la letizia di Betlemme, adorando il Bambino Gesù,
nelle tue braccia verginali.

Non voglio godere nella tua umile casa di Nazareth
della cara presenza di Gesù Cristo.

Né voglio unirmi al coro degli angeli
nella tua gloriosa Assunzione!

Voglio nella mia vita
gli scherni e le beffe del Calvario;
voglio la lenta agonia del Figlio tuo,
il disprezzo, l'ignominia, l'infamia della Croce.

Voglio, o Vergine Addolorata, stare vicino a te, in piedi,
per fortificare il mio spirito con le tue lacrime,
consumare il mio sacrificio col tuo martirio,
sostenere il mio cuore con la tua solitudine,
amare il mio e tuo Dio
con l'immolazione di tutto il mio essere.

Beato Miguel A. Pro S.J
------------------------

Madre il periglio estremo
mira dei figli tuoi
Madre che tutto puoi
abbi di noi pietà.

Se in te non trova aiuto
il peccator dolente
senza di te perduto
il peccator sarà.
Madre che tutto puoi
abbi di noi pietà.

[Modificato da rosa22253 24/03/2007 12.03]

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BENEDETTO COLUI CHE VIENE NEL NOME DEL SIGNORE!

"Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa"

Mt 16,18





La strada è lunga, ma non esiste che un mezzo per sapere dove può condurre, proseguire il cammino.
(don Tonino Bello)


ANDIAMO AVANTI!

05/10/2007 20:41
 
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Dal portale di mariologia di antonino grasso:

La Theotokos Articoli

Titolo : Le 20 domande più comuni su Maria
Data : 12 giugno 2003
Autore : ninograsso

Pagina: 1 - Chi è Maria?
1. Che significa il termine "Madonna"?
Nel mondo bizantino i termini usati per rivolgersi a Maria erano: Madre di Dio, Tuttasanta e Sempre Vergine. Nell'Alto Medioevo è prevalso il termine "Santa Maria". Con l'affermarsi della mentalità feudale, entrò in uso quello di "Nostra Donna": dal latino "domina", signora. Presto si andò oltre: fu tanta la confidenza nei suoi confronti che divenne "mia Signora", cioè Madonna. In Italia è l'epiteto più diffuso per indicare Maria di Nazaret.

2. Che rapporto c'è tra Maria e le dee pagane?
Già Origene nel III secolo rilevava la sostanziale differenza tra il culto di Maria e delle dee pagane. Il culto delle dee madri (Iside, Cibele, Astarte) prevalse in epoca del matriarcato ed ebbe per fondamento una favola che proponeva simboli vaghi come la sovranità assoluta della natura feconda. Il culto di Maria, invece, ha un fondamento nella storia e propone una personalità ben precisa.

3. Il culto di Maria è idolatria?
No, perché riconosce la creaturalità della Vergine e insieme la sua eccellenza. Non è sostitutivo, né indipendente, né alternativo al culto dovuto alla Trinità. È voluto da Dio e finalizzato a lui.

4. Perché c'è tanta avversione nei confronti dei dogmi mariani?
Non sono spesso ben compresi. Nella formulazione dei dogmi viene messo in luce il posto di Maria nel mondo e il compito fondamentale nella Chiesa. Non bisogna quindi pensare che la fede sia "inventata" dal dogma. Essa è semplicemente definita cioè espressa in formule brevi, che non hanno il compito di esaurire il tesoro delle Scritture, ma di impedire che queste possano essere riduttivamente interpretate. Per la Chiesa i dogmi sono la presa di coscienza di una realtà spirituale già posseduta. Secondo K. Rahner nel dogma mariano non si dice altro che questo: Maria è la persona redenta in modo radicale.

5. Come si può affermare che certe verità mariane sono contenute nella Scrittura?
Quando la Chiesa definisce un dogma, indica che quella verità è certa ed è contenuta nella Scrittura e quindi fa parte della rivelazione. Ma la Bibbia non contiene tutte le verità con uguale chiarezza. Molte di esse sono implicite nel Sacro Testo e richiedono un lavoro di indagine per essere evidenziate. Tale lavoro coinvolge tutto il popolo di Dio, sotto la guida dello Spirito Santo.

6. Quanti sono i dogmi mariani?
Il Magistero della Chiesa ha stabilito con definizione dogmatica alcuni titoli da attribuire a Maria: Madre di Dio (Concilio di Efeso, 431); Sempre Vergine (Concilio Lateranense, 649); Immacolata (Pio IX, 1854); Assunta in cielo in anima e corpo (Pio XII, 1950). La cooperazione di Maria all'opera redentrice e la sua mediazione materna nella trasmissione della grazia non sono oggetto di una definizione solenne, ma sono ammesse dalla dottrina cattolica e il Vaticano II ne ha evidenziato il valore.

7. Maria Madre di Dio: non sembra eccessivo?
Sarebbe assurdo intenderlo come se Maria avesse generato la divinità o la natura divina di Cristo. Ella è vera madre naturale di Gesù, poiché ha portato in grembo il Signore come suo figlio. La maternità fisica di Maria dimostra la vera umanità del Cristo. Ma la maternità non è soltanto un fatto biologico. Essa costituisce una relazione permanente da persona a persona, nel fondamento della generazione. Una madre è madre della persona del figlio. Maria è Madre di Dio, perché il soggetto generato è, fin dal primo istante della sua concezione, un'unica persona: il Verbo fatto uomo. La maternità metafisica di Maria dimostra l'unità della persona di Cristo.

8. Che matrimonio fu quello di Maria e Giuseppe di fronte al proposito di verginità?
È vero che la mentalità corrente degli Ebrei vedeva nei figli la benedizione divina. Ma il libro della Sapienza proclama che "è meglio non avere figli e possedere la virtù" e, secondo Esodo 19,15 e Samuele 21,5, la continenza è molto stimata nelle funzioni sacre, come esigenza della presenza di Dio. L'ideale religioso della continenza esisteva presso gli Ebrei come presso i pagani; ad esempio presso gli Esseni, come sono descritti da Giuseppe Flavio. Il matrimonio di Maria si colloca nel quadro delle consuetudini, mentre la verginità va posta in un'altra luce: Maria anticipa la spiritualità cristiana di cui S. Paolo parla nella I Lettera ai Corinti, scritta verso la Pasqua del 57. Maria è vista come figura esemplare del credente, in quanto con la sua verginità perpetua esprime la sua incondizionata dedizione a Dio, più che un aspetto fisico - carnale.

9. Come pensare a Maria fisicamente intatta durante il parto?La Lumen Gentium afferma che il Figlio di Dio nascendo non ha distrutto la verginale integrità della madre, ma l'ha consacrata. Maria ha dato alla luce il Verbo incarnato con un parto eccezionale. La convinzione è documentata dalla Tradizione della Chiesa in maniera massiccia e impressionante già nel II secolo, sia in Oriente che in Occidente: è considerato un segno esterno che contiene un messaggio relativo alla persona di Cristo. Questo parto attesta che la verginità è spiritualizzazione dell'ordine della carne e che Maria è, sotto certi aspetti, donna esemplare, donna guida, donna eccezionale al servizio della vera umanità e della vera divinità di suo Figlio.

10. Che significa: Maria è Immacolata?
"Immacolata Concezione" non indica un suo verginale concepimento, perché lei fu concepita come tutte le altre creature, attraverso un rapporto d'amore dei suoi genitori. "Immacolata" afferma invece la condizione spirituale di Maria in relazione a Dio e viene a dirci che ella, fin dal primo istante della sua esistenza, fu libera da qualsiasi macchia che avesse rapporto col peccato originale e, di conseguenza, ha posseduto Dio fin dall'inizio, per cui è stata sempre piena di grazia. Ma, anche se in modo diverso, è stata tuttavia redenta da Cristo.

11. Maria assunta in cielo, verità troppo recente?
Recente solo rispetto al tempo della definizione dogmatica. Grazie anche alle scoperte archeologiche e agli studi sugli apografi dei "Transitus", le origini delle tradizioni sul termine della vita terrena di Maria hanno ricevuto una inattesa illuminazione. Risulta così che la convinzione dell'assunzione è molto antica. A Gerusalemme è stata scoperta la tomba vuota di Maria che corrisponde alla descrizione fatta dagli apografi. E questi sono ormai fatti risalire al II secolo e non al V come si riteneva.

12. I capitoli mariani di Matteo e Luca non sono di origine tardiva e quindi non apostolica?
È un fatto che si trovano conservati nei migliori e più antichi manoscritti che si conservano. E se Epifanio parla di un Vangelo di S. Matteo, dove mancano i primi capitoli, egli fa però notare che si tratta di un Vangelo eretico.

13. Nei Vangeli non ci sono passi antimariani?
Sono i versetti restrittivi che si trovano anche nella Lumen Gentium (57,58), quelli che i Protestanti mettono in primo piano quando parlano della Vergine. Le espressioni vanno poste in un cambiamento di situazione, avvenuto col passaggio dalla vita nascosta alla vita pubblica. Il primo periodo è caratterizzato dall'ubbidienza ai genitori (Luca 2,51), l'altro dall'ubbidienza al Padre, preannunciata dal ritrovamento nel Tempio.

14. "Il discepolo prese Maria con sé": è proprio una maternità universale?
Il papa Giovanni Paolo II risponde con profondità: "Questa maternità non poteva essere manifestata che in riferimento ad uno solo, perché ogni maternità è essenzialmente personale. Per una madre, ogni figlio è unico" (Redentoris Mater, 45).

15. Su Maria sembra poco presente la riflessione ufficiale della Chiesa
Riguardo ai Concili, è consolante rilevare come quasi tutti i Concili Ecumenici, da quello di Efeso al Vaticano I, parlano di Maria, specie in riferimento alla sua prerogativa fondamentale della divina maternità verginale. Inoltre ci presentano la sua presenza nell'associazione con Cristo all'Incarnazione e al culto delle immagini. Il Concilio di Trento ha un accenno alla questione della Concezione dell'Immacolata (senza per altro prenderne posizione) e l'affermazione della piena immunità di Maria di fronte al peccato personale. Il Vaticano II si distingue fra tutti per il suo carattere mariologico. Andando avanti nel tempo, il papato sembra assumere un complesso di atteggiamenti sempre più mariani, sia nel magistero, sia negli interventi cultuali. In rilievo vanno messi due documenti: la "Marialis Cultus" di Paolo VI (1974) e l'Enciclica "Redentoris Mater" di Giovanni Paolo II (1987).

16. Che cosa sono tutte queste esagerazioni nel culto mariano?
È interessante ricordare a questo proposito la testimonianza di un grande apostolo di Maria, S. Luigi Maria Grignon de Montfort († 1716). Egli si scaglia contro gli abusi del culto mariano, predicando l'inseparabilità della devozione a Maria da quella al Cristo, unico Salvatore, e attacca i devoti superficiali e presuntuosi che, anziché convertirsi, ricorrono quasi magicamente al mantello della devozione alla Vergine. Ogni forma di culto che non porta a Cristo va evitata, quella che conduce a Lui va rispettata. Evitare gli abusi, lo sterile sentimentalismo e la vana credulità, non deve portare alla grettezza di mente. (Cf LG).

17. Che pensare delle reliquie mariane?
Non è superfluo ricordare che, per le reliquie, come per le immagini, il culto è rivolto a ciò che l'oggetto rappresenta. Ma per ciò che riguarda una reliquia mariana, il termine va inteso in senso molto più largo. Per lo più si tratta di semplici ricordi: panni che hanno toccato un luogo santificato dalla sua presenza, in un pellegrinaggio a Nazaret o a Gerusalemme. È ben vero che la città di Costantinopoli conservava la "cintura" e il "velo" di Maria, oggetti di culto fin dal VI secolo, ma sul loro valore storico non mancavano perplessità anche in autori bizantini del tempo. Durante le Crociate la brama di collezionare reliquie ha condotto i fedeli ad eccessi non illuminati. Papa Gregorio Magno attesta, per sua diretta conoscenza, l'uso della reliquia attraverso un rapporto "di contatto"cioè di accostamento fra due corpi.

18. La devozione a Maria non è sintomo di una religiosità infantile, fiacca, sdolcinata?
Eppure ha avuto un ruolo non secondario nella vita dei Santi. Non è stato proprio ai piedi della Madonna di Monserrato che il giovane cavaliere Ignazio di Lojola aveva fatto la sua prima consacrazione a Cristo? È nota la spiritualità mariana di Massimiliano Kolbe che a Auschwitz ha sacrificato la sua vita per salvare quella di un altro. Si potrebbe concepire l'immensa opera di Don Bosco senza la sua tenera devozione all'Ausiliatrice? È provato che una devozione a Maria - seria, forte, delicata e saggiamente realistica - sostiene la volontà nella scelta di ciò che è migliore e nello stesso tempo offre una freschezza di sentimenti che trasforma i cuori fiacchi e tristi in forti e gioiosi come lo stesso S. Ignazio scrive in una sua lettera. Secondo il Card. Ratzinger "Maria incarna l'essere cristiano come giovinezza del cuore".

19. L'influsso di Maria sulla donna è positivo o negativo?
Da un punto di vista storico l'incontro tra femminismo e mariologia risulta accertato, anche se tardivo. Quali ne sono i risultati? C'è ovviamente una contrapposizione polemica: Maria nei connotati di "ancella" del Signore si presta a sacralizzare la condizione subalterna della donna. Ma c'è un altro confronto, più serio e costruttivo, quando si colgono gli aspetti di "liberazione" insiti nella figura evangelica di Maria, nella sua persona storica "autonoma" che risponde liberamente a Dio. Sulla scia di Maria, la Chiesa delle origini si distacca dalla cultura del tempo e chiama la donna a compiti connessi con l'evangelizzazione.

20. Quali sono i libri mariani più diffusi?
I libri più largamente diffusi appartengono al periodo barocco e sono ben conosciuti e citati: "Le Glorie di Maria" di S. Alfonso de' Liguori e il "Trattato della vera devozione alla V. Maria" di S. Luigi Grignon de Montfort. Altro libro molto diffuso è quello di Emilio Nubert: "Il mio ideale: Gesù figlio di Maria". Stampato a Marsiglia nel 1933, divenne subito un best - seller nella lingua originale. Negli anni successivi fu tradotto in 25 lingue ed oggi si parla di una diffusione che supera ampiamente il mezzo milione di copie. Il libro presenta la devozione a Maria secondo gli insegnamenti del Ven. Chaminade.

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19/10/2007 20:32
 
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Le stesse pietre a Nazareth e a Loreto
di Vincenzo Sansonetti

Succede che la ricerca scientifica avvalori tradizioni prodigiose, dando fondamento credibile a narrazioni che altrimenti apparirebbero pure leggende. Capita così alla Santa Casa di Loreto.

La stanza nella quale Maria nacque.

Per un’antica devozione confermata in sette secoli da santi, in rivelazioni mistiche, e da Pontefici, la Santa Casa di Loreto è la stessa «camera» in muratura della Madonna esistente a Nazareth, in Galilea, dove – sono parole di Pio IX – «la Vergine Santissima predestinata da tutta l’eternità e perfettamente esente dalla colpa originale è stata concepita, è nata, è cresciuta, dove il celeste messaggero l’ha salutata piena di grazia e benedetta fra le donne; dove, ripiena di Dio e sotto l’opera feconda dello Spirito Santo, senza nulla perdere della sua inviolabile verginità, è diventata Madre del Figlio Unigenito di Dio».
La «camera» sarebbe poi stata trasportata miracolosamente da Nazareth a Tersatto, in Dalmazia, nel 1291, e infine a Loreto, la cittadina marchigiana famosa proprio per la Santa Casa, definita da papa Wojtyla «il primo santuario di portata internazionale dedicato alla Vergine e, per diversi secoli, vero cuore mariano della cristianità». Benedetto XVI, per la celebrazione liturgica della miracolosa traslazione, il 10 dicembre 2005 ha fatto pervenire al vescovo di Loreto una stupenda preghiera da recitarsi nel santuario, in cui tra l’altro si afferma: «Santa Maria, Madre di Dio, ti salutiamo nella tua casa: qui hai vissuto, qui hai pregato con Lui, qui avete letto insieme le Sacre Scritture».

La stessa tecnica diffusa in Galilea ai tempi di Gesù.
Le pietre dell’altare dei Santi Apostoli della Santa Casa di Loreto hanno le stesse caratteristiche delle pietre della grotta dell’Annunciazione di Nazareth. Sono queste le conclusioni dell’indagine dell’archeologo-ingegnere Nanni Monelli e di padre Giuseppe Santarelli, direttore della Congregazione universale della Santa Casa di Loreto.
A Loreto ci sono le tre pareti che costituivano «la Camera» di Maria, comunemente denominata «Santa Casa», ove avvenne l’Annunciazione, e che sorgeva a Nazareth dinanzi a una grotta facendo un sol corpo con essa. A Nazareth sono rimaste la grotta e le fondamenta della Casa in muratura, mentre a Loreto è venerata l’autentica Casa in muratura, senza fondamenta. Più semplicemente: a Nazareth ci sono le fondamenta senza la Casa, a Loreto c’è la Casa senza le fondamenta. Delle tre pareti originarie le sezioni inferiori, per tre metri di altezza, sono costituite prevalentemente da filari di pietre, per lo più arenarie, come quelle rintracciabili a Nazareth. Le sezioni superiori, aggiunte in seguito, sono in mattoni locali. Alcune pietre risultano rifinite esternamente con una tecnica che richiama quella dei nabatei, diffusa in Palestina e Galilea ai tempi di Gesù. Vi sono incisi una sessantina di graffiti, molti identici a quelli giudeo-cristiani di epoca remota della Terrasanta. Le sezioni superiori delle pareti furono coperte nel secolo XIV da dipinti a fresco, mentre le sottostanti in pietra sono state lasciate a vista, esposte alla venerazione.

Il mistero dei due altari.
Gli studi di Monelli e Santarelli tengono conto di testimonianze che documentano, in origine, la presenza a Nazareth di due altari: uno dove la Madonna pregava quando le fu inviato l’Arcangelo Gabriele; un altro dove stava lo stesso Gabriele durante l’Annunciazione. Uno a oriente, l’altro a occidente. Dopo la traslazione (1291) «scompare» uno dei due altari. Fondamentale, secondo Santarelli, la testimonianza di Ricoldo da Montecroce, che visita Nazareth tra il 1288 e il 1289, cioè poco prima della data fissata dalla tradizione per il trasporto della «Camera di Maria» prima in Dalmazia e poi a Loreto. È proprio Ricoldo a citare i due altari. Dopo la traslazione, la prima testimonianza è quella del veneziano Marin Sanudo, in visita nel 1321: è lui a segnalare la presenza di un solo altare. «Per secoli» osserva Santarelli «gli studi loretani hanno degnato di scarsa attenzione l’altare della Santa Casa». Le ricerche condotte con Monelli, invece, mostrano straordinarie analogie con le pietre dell’altare «gemello» di Nazareth.

Il trasporto miracoloso grazie al «ministero angelico».
Intervistato dall’agenzia Zenit, Giorgio Nicolini, autore del libro La veridicità storica della miracolosa Traslazione della Santa Casa di Nazareth a Loreto, ha dichiarato che le ricerche dei due studiosi sono decisive perché, oltre a fornire ulteriori prove dell’autenticità della Casa di Loreto come la Casa nazaretana di Maria, forniscono anche una «prova» ancor più evidente a riguardo della «miracolosità» della traslazione della Santa Casa. Infatti, la tradizione ha sempre attestato che le tre pareti della Casa di Nazareth sono state trasportate prodigiosamente, per «il ministero angelico», e assieme alle tre pareti è trasportato anche l’altare degli Apostoli, uno dei due presenti nella casa di Nazareth. Così, in un certo senso, il «miracolo» è duplice, perché sono state «trasportate» non solo le tre pareti «integre» ma, insieme ad esse, e distinto da esse, anche l’altare degli Apostoli. Sono accertate almeno cinque traslazioni miracolose tra il 1291 e il 1296: a Tersatto, ad Ancona (località Posatora), nella selva della signora Loreta nella pianura sottostante l’attuale Loreto (il cui nome deriva proprio da quella signora); poi sul campo di due fratelli sul colle lauretano (o Monte Prodo), e infine sulla pubblica strada, dove ancor oggi si trova, sotto la cupola dell’attuale basilica.

Fatti documentati.
Questi fatti soprannaturali sono tramandati da testimoni oculari, nei vari luoghi ove avvengono, e sono rigorosamente controllati dai vescovi locali. C’è tuttavia chi sostiene che furono i Crociati, in nave, a trasportare a Loreto le pietre della Casa di Maria, che vennero poi riassemblate sotto forma di «casa». A Zenit Nicolini ha dichiarato che «l’ipo-tesi di un trasporto umano, oltre a essere priva di documentazione, è insostenibile per ragioni architettoniche e scientifiche. Ad esempio, l’ipotesi di un trasporto umano mediante la scomposizione dei muri della Casa in singoli blocchi di pietra effettuata a Nazareth e ricomposta prima in Dalmazia e poi per altre quattro volte sulla costa adriatica, dopo duemila chilometri di peregrinazione per terra e per mare, è poco credibile anche dal punto di vista temporale. Lo attesta la simultaneità delle date di partenza da Nazareth (sicuramente nel maggio 1291) e di arrivo a Tersatto (9-10 maggio 1291), come riportato da una lapide dell’epoca» Inoltre, «l’analisi della malta, poi, nei punti dove attualmente tiene unite le pietre, presenta caratteristiche chimiche particolari, proprie della zona di Nazareth, con un’omogeneità della tessitura muraria che esclude ogni ipotetico smontaggio e rimontaggio. Infatti, la malta che tiene unite le pietre è uniforme in tutti i punti e risulta costituita da solfato di calcio idrato (gesso) impastato con polvere di carbone di legna secondo una tecnica dell’epoca, nota nella Palestina di 2000 anni fa, ma mai impiegata in Italia. (…) La collocazione finale poi su una pubblica strada, a Loreto, ove ancor oggi si trova, è ugualmente umanamente impossibile, come ha attestato chi ha esaminato nei secoli il sottosuolo della Santa Casa e la strada pubblica su cui si è posata. L’architetto Giuseppe Sacconi (1854-1905), ad esempio, dichiarò di aver constatato che «la Santa Casa sta, parte appoggiata sopra l’estremità di un’antica strada e parte sospesa sopra il fosso attiguo». Disse inoltre che bisognava ammettere che non poteva essere stata fabbricata, come è, nel posto in cui si trova. Un dato da rilevare, in proposito, a dimostrazione che le tre sante pareti “si posarono” sulla strada, e non che vi furono ricostruite, è la singolarità di un cespuglio spinoso che si trovava sul bordo della strada al momento dell’impatto, e che vi è rimasto imprigionato».

IL TIMONE - Febbraio 2007

08/12/2007 18:04
 
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«Davanti a quella grotta si può rinascere alla vita»

Padre Mario Biffi responsabile dei cappellani di lingua italiana nel santuario ci racconta che ogni anno sono decine le guarigioni non spiegabili ma il “miracolo” più grande è dato dalle migliaia di confessioni in una cultura occidentale che nega il peccato personale.

di CRISTINA VONZUN

Lourdes sta per compiere 150 anni, infatti la prima apparizione mariana alla veggente francese Bernadette Soubirous fu l’11 febbraio 1858. Un giubileo importante che inizia domani nel santuario francese (in occasione della festa dell’Immacolata) dando il via ad un anno di incontri e pellegrinaggi. Ne abbiamo parlato con Padre Mario Biffi, responsabile dei cappellani di lingua italiana al santuario mariano francese, ospite nei giorni scorsi della parrocchia di Bellinzona.Padre Biffi, bergamasco di 64 anni, ha alle spalle trent’anni passati da missionario in Laos, Uruguay e Paraguay.Quando la salute gli ha imposto di rientrare, ha chiesto di venire a Lourdes per intraprendere con passione questo nuovo servizio. Lo abbiamo raggiunto.

Padre Biffi, la gente quando sente il nome di Lourdes pensa subito ai miracoli. Quelli ufficialmente riconosciuti sono 67. Lei, così vicino ai pellegrini, ha mai ricevuto confidenze di eventi inspiegabili e straordinari?
Lascio la parola al vescovo di Tarbes e Lourdes e al Bureau Medical che affermano che ogni anno sono decine le «guarigioni non spiegabili » ma non se ne parla come se i miracoli fossero la nostra forza, ma li si ritiene «grazie e segni personali» dati ai singoli pellegrini anche se il beneficio tocca tutti.

Una linea dunque che punta sull’ordinaria- straordinarietà della vita cristiana ...
Lourdes è prima di tutto purificazione del cuore, preghiera per i peccatori, quello «scavate e dissetatevi» del messaggio delle apparizioni del 1858: scavare nella coscienza e dissetarsi nella grazia. Non è che non siano importanti i miracoli, ma non sono l’essenziale del Santuario.

A Lourdes infatti si è colpiti dalla fila ininterrotta di pellegrini che attendono di accedere al Sacramento della confessione. Come valuta questa ricerca massiccia del sacramento?
Ho l’impressione che le persone vadano scoprendo il significato di quella frase di Gesù: «vi dò la mia pace ». Sono molti coloro che hanno capito che la pace non significa una semplice convivenza di comodo e tranquillità, ma che è soprattutto rimettere ordine nel cuore, nella mente, nella vita, e anche nella gestione dell’ordine delle cose. Se il cuore umano perde di vista ideali, mete, criteri, motivazioni... non sa più neppure orientarsi, e quindi nemmeno cosa può e cosa vuole! Confessarsi perciò diventa un vero ricomporre questo mondo “interiore” a ognuno che si manifesterà poi anche all’esterno. Confessarsi, è ricuperare, rinnovare il “gusto- amore” alla vita, alla grazia, alla ri-creazione dello spirito, opera di Dio. Si è così spesso “reclusi” ed op-pressi da tanti problemi; si è così spesso “respinti” in un angolo, o presi o considerati di così scarso valore che diventa indispensabile “reagire” dirsi «voglio vivere», non voglio morire.

Mi piace ricordare un passaggio di un piccolo libretto del cardinale Carlo Maria Martini che nello spiegare come vivere questo Sacramento consiglia di superare l’elenco dei peccati e di raccontare se stessi al Signore. Una proposta di grande positività. Cosa significa in concreto?
Certo, ha detto bene il Cardinale Martini: confessarsi è raccontare se stessi al Signore, questo è possibile, anche se non è così facile! Ma almeno Lui è misericordioso. Ma dire a se stessi che si è sbagliato qualcosa, in certi momenti, è già molto più complicato! E dirlo a un sacerdote che “sappiamo” non essere un santo è diventato un problema! Sono ancora tanti coloro che si confessano, è vero, ma cosa succede nella coscienza in quel momento? Dov’è la “fiducia” che Cristo ci ha donato come “perla preziosa”?

Lourdes luogo di messaggi mariani. Che parole troviamo allora riguardo a due realtà indispensabili alla vita cristiana come sono la Confessione e la direzione spirituale?
Penso immediatamente al senso di due gesti che Bernadette, la veggente di Lourdes, compie alla nona apparizione. Su richiesta della “Signora” scava la buca sotto la grotta e al quarto tentativo finalmente riesce a sortire un po’ di acqua, anche se si sporca la faccia di fango! Poi le persone le chiedono cosa vogliono dire questi gesti maldestri, squilibrati: primo passo è “bere”, secondo passo “la scoperta” del motivo. Confessarsi è appunto attingere alla sorgente la grazia necessaria mentre l’altro elemento importante della vita cristiana che è la direzione spirituale (distinta dalla confessione) è la spiegazione e la comprensione del valore e del perché della grazia.

Per i 150 anni delle apparizioni qual è “il miracolo più grande” che si aspetta?
Mi auguro che tutti torniamo a vivere la gioia della fede cattolica!
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BENEDETTO COLUI CHE VIENE NEL NOME DEL SIGNORE!

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Il culto mariano: venti secoli di storia






La più vicina a Dio la più vicina agli uomini



Per noi è la Madre di Dio. I secoli la salutano come la Regina dei cieli. I Vangeli la chiamano Maria. Nel medioevo era Nostra Signora, nei tempi moderni Madonna, Immacolata nelle epoche contemporanee. La Regina del Cielo attraversa il tempo mediante gli sguardi che le conferiscono un volto d'eternità per contemplarla. Un percorso che racconta come la donna della storia è divenuta la Vergine Maria della fede cristiana.


Donna dei Vangeli



Il personaggio storico abita la Galilea del primo secolo. Miriam è una giovane ragazza ebrea come tante altre. Le prime fonti a menzionarla sono i racconti scritti degli evangelisti Marco, Matteo, Luca e Giovanni. Si dice poco di lei. Una mattina di visione, secondo Luca, l'angelo è entrato nella sua vita per annunciarle che, vergine, avrebbe partorito un figlio di nome Gesù. La vergine partorisce: è un paradosso che lascia trasparire il mistero di Dio che si fa uomo, altro paradosso. Con l'incarnazione inizia la storia del cristianesimo alla cui origine si situa Maria. Gli evangelisti in lei vedono in effetti colei che ha dato alla luce il Gesù della storia riconosciuto come "Cristo" - parola greca che traduce il termine ebraico "messia" - dai primi cristiani.
La figura del messia è al centro della religione ebraica. Profeti e oracoli non cessano di annunciare la venuta di un figlio discendente dalla stirpe di re Davide, portatore di salvezza e di pace. Questa speranza si è riaccesa in seno ai movimenti messianici protestatari che pervadono la società ebraica da quando la Palestina è passata sotto l'occupazione romana nel 63 avanti Cristo.
Per dimostrare la messianicità del figlio che Maria ha appena dato alla luce, verso il 6 prima dell'era cristiana gli evangelisti narrano il concepimento miracoloso. Nella Bibbia il parto di donne sterili testimonia il rinnovamento della promessa divina fatta ad Abramo di una discendenza numerosa, segno dell'alleanza fra Dio e l'uomo. Il parto della donna Vergine diviene allora il segno di una nuova alleanza che cercano di manifestare coloro che ne sono testimoni.


La Theotòkos dei concili


La storia della Vergine, iniziata con la narrazione dell'annunciazione, è una storia della lettura infinita del mistero centrale del cristianesimo che la rende Vergine Maria. "Sposa non sposata", "toccata senza essere toccata", continuano a tradurre e ritradurre con afflato poetico nel corso dei secoli inni e omelie. Lo scarto che il tempo crea fra questa Rivelazione e la sua interpretazione costruisce a poco a poco una teologia della figura mariana, ossia un modo di dare una comprensione umana al suo volto reso divino poiché abitato da Dio.
I vangeli che fanno seguito ai Vangeli senza essere una Rivelazione, ma già la loro rilettura, danno avvio alla storia del culto mariano propriamente detto. A partire dal II secolo, questi scritti chiamati apocrifi donano alla Vergine la nascita, la vita e poi la morte di cui gli Evangelisti non hanno parlato. Anna la sterile, sua madre, incontra Gioacchino, suo padre. Gli angeli la nutrono nella sua culla. Bambina di tre anni, danza sugli scalini del tempio. Poi dà alla luce il bambino Gesù in una grotta. Gli apostoli circondano il suo letto di morte mentre dodici nubi portano in cielo l'anima e il corpo di colei che, nei testi, non è più l'anonima Maria di Nazaret ma la Madre di Dio.
A Efeso il 22 giugno 431 i vescovi riuniti in concilio professano la loro adesione alla definizione di Maria come Madre di Dio, Theotòkos, alla lettera "genitrice di Dio".
"Dio ha una madre?" si chiedono i Padri della Chiesa nelle controversie. Il secolo precedente ha visto nascere il conflitto dei credi fra cristiani e pagani circa il concepimento verginale di Gesù. È stato necessario distinguere il Figlio di Dio dagli uomini divinizzati o dai semidei nati dall'amore fra un dio e una mortale. Pullulano le eresie che cercano ancora di negare la duplice natura di Cristo, al contempo umana e divina, per farne sia un Dio senza corpo, sia un corpo senza Dio, in breve, un fantasma o un superuomo.
Il dogma della maternità divina risalta, donando a Dio una madre, la cui affermazione ha forza di Rivelazione, nel senso stesso del termine dogmatico. La sua formulazione contribuisce a favorire l'avvio di un culto universale alla Vergine verso la seconda metà del V secolo. Questo si fonda sui modi tradizionali di diffusione del culto imperiale. Così feste, inni, epiteti, monete, immagini contribuiscono a universalizzare progressivamente la figura di Maria. Nel VI e VII secolo, la venerazione del suo volto si diffonde in tutto l'Impero d'Oriente e poi in modo molto progressivo in quello d'Occidente, non senza provocare a volte una certa confusione con il culto reso alle divinità madri.
I suoi santuari accolgono folle sempre più numerose venute a implorare soccorso e rimedio. La fiducia nei suoi miracoli e nelle sue apparizioni testimonia che è proclamata santa, lei, la benedetta fra le donne che bacia con le labbra "colui il cui braciere fa indietreggiare gli angeli di fuoco". Sulle icone, immagini visibili dell'invisibile, il bambino la tocca con la sua divinità, lei lo tocca con la sua umanità.


Imperatrice della terra



Imperatrice, Maria regna a Bisanzio. Sovrana, è progressivamente subordinata all'esercizio del potere a Roma. Fra il Seicento e il Settecento, le feste della Vergine conquistano l'insieme ancora poco cristianizzato del mondo latino. Quando la dinastia dei carolingi arriva al potere nel 751, le sue immagini sono messe al servizio dell'ideologia della sovranità che è definita come una regalità sacra.
Mentre diviene Regina della terra, Maria è proclamata Regina dei cieli. Gli angeli gioiscono nel cielo, come dicono gli inni che proclamano il suo concepimento immacolato, avvenuto prima della creazione dell'aurora. È un altro paradosso per indicare l'inaudito mistero cristiano che si enuncia solo sotto forma di paradosso.
La rilettura ininterrotta dei Vangeli conduce ancora all'approfondimento del paragone fra la Vergine e la Chiesa. Questo parallelismo ha la sua origine nel paragone delle maternità di entrambe: Maria è la madre di Cristo, la Chiesa è la madre dei cristiani. È l'origine del progresso dottrinale che porta ad affermare la maternità spirituale della Vergine: Maria è la madre dei cristiani.
Definita giustamente come mediatrice fra il cielo e la terra verso la metà del nono secolo, la Vergine può ormai inclinare il proprio volto verso gli uomini dell'alto medioevo che l'invocano come Madre. Fra Dio e gli uomini, ella tesse il legame che permette il loro incontro. È il ponte fra l'universo umano e l'universo divino. Così, alla soglia dell'anno mille, la cristianità nel suo insieme si volge a poco a poco verso la Sovrana. Mentre le strutture politiche crollano in Occidente e si consolidano in Oriente, la Madre di Dio è sul punto di imporsi come un'importante figura di potere da una parte e dall'altra del Mediterraneo.


[IMG]Vergine in maestà[/IMG]



Gli sguardi latini dell'inizio dell'XI secolo contemplano ora Maria sul suo trono di legno scolpito. Vergine in maestà, è discesa dal cielo per colmare il vuoto della regalità il cui esercizio si diluisce in quello della feudalità. Le nuove strutture di potere, fra le quali l'ordine monastico di Cluny, ricorrono a questa nuova immagine per consolidare la propria sovranità.
Appare allora la Dama delle dame incaricata di eliminare qualsiasi disordine provocato dai laici desiderosi di appropriarsi, ad esempio, delle terre cluniacensi. Forte della sua inviolabilità, ella regna interamente sui monasteri presentati come terre "vergini", liberate dal peccato e popolate da uomini spirituali, i monaci, che s'immaginano simili agli angeli per guidare gli altri, gli uomini carnali, verso la salvezza.
La Purissima è ormai in grado di imporre la sua autorità di Chiesa ai paganesimi che la Riforma gregoriana si è incaricata in parte di sradicare. Con il bambino Gesù sulle ginocchia, presenta un Dio incarnato agli uomini che continuano a interrogarsi sul senso del mistero cristiano al punto da metterlo in discussione. "Perché Dio si è fatto uomo?", riassume sant'Anselmo, che risponde tramite Maria. Per andare a venerare il bambino Gesù, il popolo cristiano si mette in cammino verso i santuari mariani come i re Magi, peregrinando verso la Gerusalemme celeste, meta e fine del suo esilio sulla terra.
I pellegrinaggi alla Vergine vivono nel 1100 l'inizio del loro sviluppo. Hanno luogo principalmente nel centro e nel nord dell'Europa. A Laon, a Soissons, a Chartres, sono in migliaia a voler andare a toccare le reliquie di Maria: chi la sua bianca camicia, chi il suo calzare, il suo latte o i suoi capelli, ultime tracce della sua presenza corporea.
La fede nell'Assunzione che si fissa nelle menti del XII secolo situa, in effetti, in cielo il corpo incorruttibile di Maria, elevata con la sua anima nella luce di Dio. A Puy i pellegrini s'inginocchiano dinanzi alla Vergine nera, il cui colore testimonia il mistero dell'Annunciazione descritto dai teologi come il passaggio di Maria dalla tinta bianca alla tinta nera. Le narrazioni dei miracoli della Vergine, scritte spesso da monaci o da canonici, cercano di far nascere in ognuno la speranza di una guarigione, assicurando al contempo il sostegno ai pellegrinaggi.
Riunite presto in collezioni, queste narrazioni raccontano degli innumerevoli favori della Madre di Dio. Qui ha reso la vista a un pellegrino. Lì ha permesso a un paralitico di camminare. Altrove ha cacciato i demoni da un posseduto. I miracolati del medioevo sembrano usciti direttamente dai Vangeli. Vivono la stessa parte di sofferenze e di malattie attinte da una storia comune, che è quella dell'umanità sottratta, dopo la caduta, all'ordine stabilito dal Dio nella Genesi.
Le raccolte di miracoli raccontano il suo vagabondare sempre ricominciato. È, ad esempio, la storia di Teofilo che ha venduto la sua anima al diavolo o ancora quella del chierico dalla gamba tagliata, quella della donna incinta caduta negli abissi della perdizione o ancora quella della giovane madre disperata dinanzi al figlio che sta morendo. Nostra Signora interviene, opera il miracolo donando una soluzione divina a una situazione umana senza uscita. Mostra così a ognuno il volto della sua grazia, lei che è "piena di grazia". È per questo che trabocca di grazia.
San Bernardo utilizza l'immagine dell'acquedotto per indicare quel flusso d'amore divino che scorre verso ogni uomo che leva la sua preghiera a Maria. Tutte queste narrazioni di miracoli traducono la credenza nell'intercessione della Vergine: ella ascolta le implorazioni degli uomini, poi le presenta a suo Figlio affinché tutti siano salvati. Il catechismo essenziale del XII secolo è allora quello dell'Ave Maria, preghiera che unisce il saluto dell'angelo a Maria e il saluto di Maria a Elisabetta.


Nostra Signora delle cattedrali



Mentre ristabilisce la società medievale in una beata felicità simile a quella che regnava prima della caduta nel giardino dell'Eden, la Vergine in maestà troneggia sulle porte delle cattedrali. Diviene un'immagine monumentale.
A partire dalla fine del XII secolo, si assiste al suo coronamento accanto a Cristo, al contempo giudice e re. È l'Avvocatessa dei peccatori e la Regina delle regine. Trionfante, Maria è vestita con un mantello che le sue mani di bellezza dischiudono per accogliere la cristianità sulle soglie delle chiese che rappresentano la porta del paradiso. I cronisti identificano ora la Gloriosa con la Donna dell'Apocalisse vestita di sole e coronata di stelle. Sottolineano il suo ruolo nella storia della fine dei tempi. Il suo grembo di madre si arrotonda conformemente alle nuove maternità definite come spirituali.
Verso il 1200 l'ordine cistercense la proclama fondatrice e madre dei monaci. Sull'esempio di san Bernardo, "neonato di Nostra Signora" a detta del suo agiografo Pierre de Celle, i novizi sono presentati come fratelli di latte del Bambino Gesù. Essi bevono il latte spirituale che scorre dal seno che nutre della madre di Dio. Sull'esempio dell'ordine cistercense, i nuovi ordini religiosi di san Francesco e di san Domenico rivendicano il suo patronato. L'iconografia li mostrerà rannicchiati sotto le pieghe del grande mantello della Madre della misericordia.
La figura mariana da quel momento dispiega tutta la sua magnificenza. Il corpo di Maria si ritrova in effetti posto al centro di una teologia centrale. Ha dato vita al corpo di Cristo che è al contempo corpo di carne, corpo dell'Eucaristia e corpo della Chiesa, ossia di tutti i battezzati. Per questo l'immagine mariana è anche metafora usata per designare la cristianità stessa che è la Chiesa. Ognuno dei membri o delle corporazioni che la costituiscono - dal popolo al Papa - vede dunque in Maria la sua più eminente figurazione.
All'indomani del Concilio Lateranense (1251), la Vergine, modello di obbedienza al Padre, si vede dunque proposta come modello di normalizzazione della Chiesa. Spetta a lei dare l'esempio agli ordini religiosi, guidare le anime alla scoperta del mistero di Dio, invitare i fedeli a divenire cristiani esemplari, in breve, far rispettare il programma conciliare di sradicamento dell'eresia catara, di inquadramento del credo dei laici e di costruzione dell'unità della cristianità.
La Regina si presenta allora anche come la serva di questo piano. La figura della "serva" dei Vangeli è messa in evidenza nelle riletture del testo sacro. È così che compaiono, verso la metà del XIII secolo, i primi servi e serve di Maria, siano essi clerici o laici, ad esempio l'ordine dei serviti di Maria. Maria è per loro una Madre di tenerezza che s'inginocchia e che sorride. I suoi "figli" e le sue "figlie" trovano in lei una santità imitabile. L'imitazione della Vergine schiude nuovi cammini spirituali alle donne mistiche dell'inizio del XIV secolo che si scoprono incinte dello Spirito Santo, partoriscono il bambino Gesù nella loro anima e cuciono per lui, come madri premurose, una piccola tunica d'Ave Maria.
Nel suo Dialogo, Caterina da Siena invita ogni viaggiatore in cammino lungo il sentiero di Maria a divenire madre del Signore. La devozione mariana fa parte di questo processo d'incorporazione destinato a integrare ogni corpo individuale o collettivo nel corpo della Chiesa, grande corpo mariano dall'abito splendente con sfumature blu. Dalle Fiandre all'Italia, uno stesso movimento annovera confraternite, terzi ordini, città, università. Così quando la tunica si lacera, è la cristianità a perdere la sua unità.
All'indomani del grande scisma (1378), il Figlio martirizzato disceso dalla Croce succede al Bambino Gesù sulle ginocchia della Madre. Le Pietà mostrano la Vergine addolorata dinanzi a tutti i mali del tempo mentre lo Stabat Mater e lamenti si levano dai cuori trafitti. Le sofferenze sostituiscono le gioie nelle litanie e i teologi commentano la comunicazione della Passione fra la Vergine e suo Figlio.
In Maria, chiave di volta della Cristianità, la fine del medioevo cerca di trovare il suo ultimo sussulto di comunione. Si ricorre ai suoi miracoli e alle sue apparizioni, in particolare nelle controversie circa la sua Concezione Immacolata che minacciano più che mai l'unità della Chiesa. Il suo volto senza macchia irradia la sua bellezza pura sui quadri che presentano un giardino mariano, promessa di paradiso offerta a tutti gli inferni vissuti.


Madonna dei tempi moderni



La Vergine dei tempi moderni è anche la Madonna della riconquista cattolica. Poiché la Riforma sospetta la devozione a Maria d'idolatria, le conferisce un posto strettamente evangelico. La predicazione protestante magnifica la figura della Serva per farne un modello di fede e non di rimedio. La Vergine non salva. L'iconoclasma che accompagna le guerre di religione porta dunque via con sé le statue e i miracoli. La Riforma cattolica le conferisce una visibilità tanto più grande in quanto reazione.
Dopo il Concilio di Trento (1545-1563), la Vergine assume il volto della donna forte dell'Antico Testamento. Come la Nike antica, si adorna di alloro per mostrare i colori del cattolicesimo trionfante. Le chiese della Vergine delle Vittorie e la Vergine del Lauro/Loreto si diffondono in tutta l'Europa cattolica. Così le monarchie cattoliche del XVII secolo ricorrono a loro volta alla sua figura vittoriosa per costruire o consolidare il proprio potere.
L'Immacolata legittima i tentativi di restaurazione monarchica degli Stati iberici. La Vergine addolorata accoglie il voto di Luigi XIII che pone la Francia sotto la sua protezione. Il suo volto di "vergine" serve in quel momento i disegni missionari volti a evangelizzare il nuovo mondo, vasto terreno vergine di cristianesimo. L'immagine della Vergine di Guadalupe, ad esempio, trova posto persino nei più umili oratori messicani attorno ai quali si cementano l'unità e la comune identità di questa nuova cristianità. È nelle immagini mariane che i sacerdoti di Maria trovano gli strumenti dell'evangelizzazione profonda delle campagne europee nel XVIII secolo. Si chiamano Pierre de Bérulle, Jean Eudes, Louis-Marie Grignion de Montfort. Il voto a Maria, l'imitazione delle sue virtù, la santa schiavitù mariana costituiscono allora le forme di devozione più diffuse. La sua statua ha il rosario in mano - tutta la sua vita riassunta nei suoi misteri gioiosi, dolorosi, gloriosi meditata dai devoti - e mostra il suo cuore unito al cuore di Cristo.
Tuttavia il secolo dei Lumi, la cui ragione non è più contemplativa, mette nuovamente in discussione il significato dell'incarnazione. La Rivoluzione del 1789 manda la Madre di Dio in esilio. La dea Ragione troneggia sull'altare a Nôtre-Dame di Parigi.


"Una dama vestita di bianco"



È sotto forma di una statua dai colori bianco e blu che la Vergine rifà la sua apparizione in un XIX secolo pervaso dai sincretismi religiosi. Le immagini dei testi di catechismo di via Saint-Sulpice a Parigi conferiscono a Maria il volto della donna-fiore dei romantici. Le immagini pie profumano di rosa e di violetta. I "figli di Maria" e le giovani donne vanno in processione vestiti di bianco e blu. Le loro madri coraggio si riconoscono nei tratti della Madre di questa Santa Famiglia esemplare che il nuovo cattolicesimo sociale cerca di diffondere.
Nostra Signora di Grazia, di Carità, di Pietà, o del Buon Soccorso sostiene la maggioranza silenziosa delle masse operose e lavoratrici al tempo dello sviluppo dei socialismi. Gli anni 1830-1840 vedono la ripresa dei pellegrinaggi mariani, il ripristino delle feste patronali, la riscoperta di statue miracolose portate solennemente sugli altari. Nel 1858 le apparizioni di Maria - più visibile che mai - fanno accorrere a Lourdes folle oranti. Quattro anni prima, nel 1854, Papa Pio IX proclama l'Immacolata Concezione di Maria, concepita senza il peccato originale che macchia l'intera umanità. Dopo il 1870, di fronte alle dottrine liberali e anticlericali, è di nuovo la Donna forte, questa volta vestita con l'abito dell'Apocalisse, ad essere invocata. Ella domina dai suoi 5, 10 o 20 metri di altezza le rocche e i campanili di Francia. A Puy, ad esempio, la sua statua imponente schiaccia un serpente che ha il nome di tutti gli universalismi laici e repubblicani.
All'indomani della prima guerra mondiale, la Dama del cielo entra nel discorso di un cattolicesimo radicale e intransigente dove primeggiano autorità e antimodernismo. Le riletture apocalittiche delle apparizioni di Fátima alimentano, ad esempio, tutta una propaganda anticomunista. È la Vergine di questo cattolicesimo reazionario a dominare la prima metà del XX secolo. Questa sfuma dopo il 1945 per far posto a nuovi tentativi di costruzione della figura mariana fra tradizione e modernità.
La definizione dogmatica dell'Assunzione (1950) segna l'apogeo di una teologia che è giunta al termine delle sue esplorazioni razionali. Il Concilio Vaticano II invita allora a volgere uno sguardo rinnovato alla Vergine affinché si schiuda una nuova forma di contemplazione umana del suo volto la cui bellezza manifesta la bellezza di Dio. Lettura non terminata di una lettura infinita delle Scritture, altro paradosso.
Miriam l'ebrea, Madre di Gesù divenuta Madre di Dio, Regina dei cieli, Nostra Signora, Serva del Signore, Madonna nella gloria, Vergine dei poveri, Immacolata Concezione porta quindi i nomi che hanno delineato i suoi duemila anni di storia. Nomi di colei, scrive Péguy, "che è la più vicina a Dio, poiché è la più vicina agli uomini".


..................


Come si è giunti all'«Ineffabilis Deus»



La storia della festa dell'Immacolata Concezione è legata alla storia della festa della natività di Maria. In Occidente, occorre attendere il IX secolo per trovare traccia di una simile manifestazione di devozione nei calendari irlandesi, senza dubbio presa in prestito dai monasteri greci dell'Italia meridionale. Progressi dottrinali e progressi cultuali sono paralleli. Il credo si diffonde. È attestato in Irlanda nel primo quarto del X secolo e in Inghilterra nel corso dell'XI secolo. La prima omelia De conceptione Sanctae Mariae è redatta dal segretario e amico di Anselmo da Canterbury, il monaco Eadmer.
L'introduzione della nuova credenza solleva numerose reazioni. Bernardo de Clairvaux, nella sua lettera rivolta ai canonici di Lione, si pronuncia vivamente contro il suo sviluppo. La teologia scolastica non è affatto favorevole alla dottrina. Alla fine del Medioevo, nella Chiesa latina, la festa della Concezione continua a suscitare numerose controversie, alimentate dalle schermaglie dottrinali tra gli ordini mendicanti (in particolare i carmelitani, i francescani e i domenicani).
Negli anni che seguono il grande scisma di Avignone, la festa è nuovamente oggetto di controversie fra i sostenitori del campo avignonese e quelli del campo romano. Tuttavia, alla fine del medioevo, sembra che la festa della Concezione di Maria sia quasi uniformemente diffusa. Sullo sfondo di aspri dibattiti dottrinali, in particolare fra domenicani e francescani, Sisto IV (1471-1484) pubblica la costituzione Cum praeexcelsa (29 aprile 1476) dove concede indulgenze a quanti celebrano la festa e l'ottava della Concezione e approva il suo nuovo ufficio.
Indulgenze, approvazioni, riconoscimenti di associazioni e di privilegi mostrano che il Papato ormai sostiene la festa della Concezione della Vergine. La pratica progredisce nell'epoca moderna, con i contributi dottrinali dei teologi e con il sostegno istituzionale di Roma.
È nel XIX secolo che la dottrina si trasforma in dogma. L'apparizione della Vergine Maria a Catherine Labouré e la diffusione della medaglia miracolosa in onore di "Maria concepita senza peccato" (1830), spingono numerosi vescovi a chiedere al Papa che l'Immacolata Concezione venga definita come dogma di fede.
La campagna s'intensifica con l'elezione di Pio IX (1846-1878) che istituisce a tal fine una commissione di venti teologi (1° giugno 1848) e una congregazione preparatoria composta da otto cardinali (con un segretario e cinque consultori), e presieduta dal cardinale Luigi Lambruschini (6 dicembre 1848). Si chiede il parere scritto a tutti i vescovi (enciclica Ubi primum, 2 febbraio 1849). Forte dei pareri favorevoli della stragrande maggioranza dell'episcopato (546 su 603), unitamente all'approvazione congiunta della commissione consultiva (17 su 20) e della congregazione, Pio IX chiede prima di tutto a due gruppi di teologi (uno sotto padre Giovanni Perrone e l'altro sotto padre Carlo Passaglia) di preparare un progetto di bolla (1851) e poi, il 10 maggio 1852, riunisce, sotto la presidenza del cardinale Raffaele Fornari, una commissione speciale per elaborare il testo definitivo che, dopo l'approvazione di un concistoro segreto (1° dicembre 1854), viene promulgato con il titolo di Ineffabilis Deus l'8 dicembre 1854. (s. barn.)

di Sylvie Barnay

- L'Osservatore Romano -


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13/02/2008 19:52
 
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Ave, o piena di grazia!!!




Cinque Cardinali avviano una petizione
per chiedere al Santo Padre di proclamare il dogma di

Maria corredentrice




CITTA’ DEL VATICANO - Cinque Cardinali hanno inviato una lettera invitando i porporati di tutto il mondo a unirsi a loro per chiedere a Benedetto XVI di dichiarare un quinto dogma mariano che "proclamerebbe la piena verità cristiana su Maria". Il testo include la richiesta al Papa di proclamare Maria "Madre Spirituale di Tutta l'Umanità, corredentrice con Gesù Redentore, mediatrice di tutte le grazie con Gesù unico mediatore, avvocata con Gesù Cristo a favore del genere umano".

I firmatari della lettera sono Telesphore Toppo, Arcivescovo di Ranchi (India), Luis Aponte Martinez, Arcivescovo emerito di San Juan (Puerto Rico), Varkey Vithayathil, Arcivescovo maggiore di Ernakulam-Angamaly (India), Riccardo Vidal, Arcivescovo di Cebu (Filippine), Ernesto Corripio y Ahumada, Arcivescovo emerito di Città del Messico. "Crediamo - afferma la dichiarazione resa nota dal sito www.catholic.org - che sia il momento opportuno per una solenne definizione o chiarificazione riguardo alla Madre del Redentore e alla sua cooperazione unica nell'opera della Redenzione, così come al suo ruolo nella distribuzione della grazia e nell'intercessione per la famiglia umana". Il quinto dogma sarebbe, secondo i porporati, un "servizio di chiarificazione alle altre tradizioni religiose e un proclamare la piena verità cristiana su Maria".



- Petrus -


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24/04/2008 18:55
 
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Ogni secolo ha avuto il suo dogma mariano...
...ora atttendiamo questo:

MARIA CORREDENTRICE


Attualmente è proclama dal Concilio Vaticano II "cooperatrice nella redenzione".
09/05/2008 21:06
 
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Ho bisogno di aiuto.

Sto cercando informazioni su Maria - Rosa Mistica apparsa a Fontanelle Montichiari (Brescia). Ho provato a cercare qualche sito, avete qualche suggerimento, anche qualche libro, dove posso trovare informazioni?

Grazie! [SM=x40803]
10/05/2008 12:56
 
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Maria Vergine Santissima: il capolavoro di Dio!!!!
kika82, 09/05/2008 21.06:

Ho bisogno di aiuto.

Sto cercando informazioni su Maria - Rosa Mistica apparsa a Fontanelle Montichiari (Brescia). Ho provato a cercare qualche sito, avete qualche suggerimento, anche qualche libro, dove posso trovare informazioni?

Grazie! [SM=x40803]




Ciao Kika, per te ho trovato alcuni siti interessanti:
(premi sopra l'immagine)



Apparizioni di Montichiari (BS)
e biografia della veggente
Pierina Gilli (1911 - 1991)















Libri





Forum






Le apparizioni mariane nei secoli:





[SM=g27811] [SM=g27823]

[Modificato da Bestion. 10/05/2008 13:25]
10/05/2008 13:34
 
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Grazie mille Bestion, sono stati utilissimi!
12/05/2008 11:01
 
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kika82, 10/05/2008 13.34:

Grazie mille Bestion, sono stati utilissimi!



Son contento!

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27/05/2008 12:22
 
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Non corro dietro a tutte le presunte apparizioni mariane (e confesso che alcune "sante" imaginette mi danno un po' il voltastomaco), ma sono devota alla Madonna di Lourdes e non posso non credere alla piccola Bernadette.
E' molto interessante questo video
!!!
[Modificato da rosa22253 27/05/2008 12:25]
************************************************************************************


BENEDETTO COLUI CHE VIENE NEL NOME DEL SIGNORE!

"Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa"

Mt 16,18





La strada è lunga, ma non esiste che un mezzo per sapere dove può condurre, proseguire il cammino.
(don Tonino Bello)


ANDIAMO AVANTI!

27/05/2008 16:02
 
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Beh, dice lo stesso San Luigi Maria Grignion de Montfort che se qualche devozione verso la Vergine Maria dovesse spingere verso l'idolatria, sarebbe da rigettare come illusione del demonio...quindi...(se lo dice lui).
_______________________________
"Deo Gratias" St.Cuthbert Mayne
_______________________________
27/05/2008 19:55
 
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Re:
rosa22253, 27/05/2008 12.22:

Non corro dietro a tutte le presunte apparizioni mariane (e confesso che alcune "sante" imaginette mi danno un po' il voltastomaco), ma sono devota alla Madonna di Lourdes e non posso non credere alla piccola Bernadette.
E' molto interessante questo video
!!!




Concordo perfettamente ... Rosina!


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