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Maria di Nazareth

Ultimo Aggiornamento: 27/05/2008 19:55
15/07/2006 21:40
 
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16 luglio - Madonna del Carmelo


Flos Carmeli, vitis frugifera,
Splendor coeli, Virgo puerpera,
Singularis;

Mater mitis, o viri nescia!
Carmelitis da privilegia,
Stella maris.

Fior del Carmelo, vite fiorente,
Splendore del cielo, tu solamente sei Vergine, Maria.

Madre mite e intemerata,
Ai figli tuoi sii propizia,
Stella del mare.






La Madonna apparendo a a San Simone Stock, padre generalizio dell'Ordine dei Carmelitani come risposta alle sue sincere preghiere di assistenza. Mostrandogli lo Scapolare Nostra Signora disse:

Prendi, amatissimo figlio, questo Scapolare; questo sarà il segno dell’Ordine tuo e della mia Congregazione e del privilegio che io ho ottenuto per te e per tutti i Carmelitani, col quale chiunque piamente morrà, non soffrirà l’eterno incendio. E’ questo un segno di salute, salvezza nei pericoli, pegno di pace e di alleanza eterna.


Un secolo dopo l’apparizione a S.Simone Stock, la Vergine SS. del Carmine appariva al Pontefice Giovanni XXII e, dopo avergli raccomandato l’Ordine del Carmelo

gli prometteva di liberare i suoi confratelli dalle fiamme del Purgatorio il sabato successivo alla loro morte.

Questa seconda promessa della Vergine porta il nome di Privilegio Sabatino che ha origine dalla Bolla Sabatina dello stesso Pontefice Giovanni XXII e datata in Avignone il 3 marzo 1322.
Pio X con decreto della S. Congregazione del S. Ufficio del 16 dicembre 1910 concesse che lo Scapolare si potesse sostituire con una medaglia che portasse da una parte la effige del S.Cuore e dall’altra quella della Madonna (preferibilmente del Carmine).
Per usufruire della Grande Promessa (fatta a S.Simone Stock), bisogna ricevere lo Scapolare da un sacerdote autorizzato, portarlo sempre addosso devotamente e iscriversi nei registri della Confraternita.
Per usufruire del Privilegio Sabatino bisogna inoltre osservare la castità del proprio stato e recitare alcune preghiere che il sacerdote determina nell’atto di consegnare lo Scapolare.



26/07/2006 14:31
 
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ULTIMO MESSAGGIO DEL 25 LUGLIO, IERI.


"Cari figli,

in questo tempo non pensate solo al riposo del vostro corpo ma, figlioli, cercate tempo anche per l’anima. Che nel silenzio lo Spirito Santo vi parli e permetteteGli di convertirvi e cambiarvi. Io sono con voi e davanti a Dio intercedo per ognuno di voi.

Grazie per aver risposto alla mia chiamata."
26/07/2006 14:51
 
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Grazie Voce! [SM=g27811]

Solo una cosa: vorrei chiederti di postare i messaggi di Medjugorie nel topic "Maria di Nazareth" nella cartella Papa Ratzinger Forum dove abbiamo già parlato della Regina della Pace in occasione del 25° anniversario della prima apparizione.

[SM=g27821] [SM=g27822]

26/07/2006 17:19
 
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Re:

Scritto da: Discipula 26/07/2006 14.51
Grazie Voce! [SM=g27811]

Solo una cosa: vorrei chiederti di postare i messaggi di Medjugorie nel topic "Maria di Nazareth" nella cartella Papa Ratzinger Forum dove abbiamo già parlato della Regina della Pace in occasione del 25° anniversario della prima apparizione.

[SM=g27821] [SM=g27822]




Ok scusa. Ho aperto la discussione solo perchè inserendo la parola "medjugorie" nel form di ricerca l'esito è stato negativo, pensavo quindi che mancasse questo tassello nel sito, tassello che a mio modo di vedere è molto importante. Se posso dare un umile consiglio comunque, io metterei una sezione specifica dal titolo omonimo nelle prime pagine del forum. E' chiaro che la chiesa ancora non si pronuncia a riguardo e che voi da fedeli discepole non laiche ricalcate il più fedelmente possibile i suoi indirizzamenti, ma lasciar da parte le formalità secondo me è opportuno in un caso come questo dove abbiamo una creatura del cielo che viene sulla terra da più di 20'anni e lascia messaggi periodicamente ogni mese. Tutti quanti forse, non ci rendiamo bene conto dell'importanza dell'evento, della formazione di quello che se tutto va bene, sarà la catechesi e il testo sacro più importante mai scritto nella storia dopo il Vangelo, e mi riferisco alla raccolta di tutti i messaggi lasciati agli uomini
non da santi, non da profeti, ma dalla Madonna in persona, e direttamente dal fiore della sua bocca. Perdere un'occasione così sarebbe davvero un peccato.
Non si sa mai poi che qualche pecorella smarrita in crisi di coscienza come più volte è successo, capiti su questo forum imbattendosi nei Santi Messaggi e chissà che non sortiscano il lieto e sperato effetto.
Tanta cioia a tutte. [SM=g27822]
26/07/2006 17:44
 
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Re: Re:

Scritto da: |Voce nel deserto| 26/07/2006 17.19


Ok scusa. Ho aperto la discussione solo perchè inserendo la parola "medjugorie" nel form di ricerca l'esito è stato negativo, pensavo quindi che mancasse questo tassello nel sito, tassello che a mio modo di vedere è molto importante. Se posso dare un umile consiglio comunque, io metterei una sezione specifica dal titolo omonimo nelle prime pagine del forum. E' chiaro che la chiesa ancora non si pronuncia a riguardo e che voi da fedeli discepole non laiche ricalcate il più fedelmente possibile i suoi indirizzamenti, ma lasciar da parte le formalità secondo me è opportuno in un caso come questo dove abbiamo una creatura del cielo che viene sulla terra da più di 20'anni e lascia messaggi periodicamente ogni mese. Tutti quanti forse, non ci rendiamo bene conto dell'importanza dell'evento, della formazione di quello che se tutto va bene, sarà la catechesi e il testo sacro più importante mai scritto nella storia dopo il Vangelo, e mi riferisco alla raccolta di tutti i messaggi lasciati agli uomini
non da santi, non da profeti, ma dalla Madonna in persona, e direttamente dal fiore della sua bocca. Perdere un'occasione così sarebbe davvero un peccato.
Non si sa mai poi che qualche pecorella smarrita in crisi di coscienza come più volte è successo, capiti su questo forum imbattendosi nei Santi Messaggi e chissà che non sortiscano il lieto e sperato effetto.
Tanta cioia a tutte. [SM=g27822]



E' vero, inserendo le parole nel motore di ricerca del forum compaiono solo i titoli dei topic, e in questo caso non c'è una discussione specifica su Medjugorie, gli unici post li trovi appunto nella discussione Maria di Nazareth. [SM=g27822]
Personalmente sono d'accordo con quello che hai detto riguardo all'importanza di tenere alta l'attenzione sulle apparizioni di Medjugorie, poi non so se la nostra admin riterrà opportuno lasciare aperto questo topic creato da te (aggiungendo i post su Medj che si trovano attualmente in Maria di Nazareth) o se preferirà accodare questo tuo a quello più generale su Maria.

[SM=g27833] [SM=g27821]

Vediamo... [SM=g27817]
27/08/2006 00:49
 
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Medjugorje - Messaggio del 25 agosto 2006



"Cari figli, anche oggi vi invito: pregate, pregate, pregate. Solo nella preghiera sarete vicino a me e a mio Figlio e vedrete come è breve questa vita. Nel vostro cuore nascerà il desiderio del cielo. La gioia comincerà a regnare nel vostro cuore e la preghiera scorrerà come un fiume. Nelle vostre parole ci sarà solo gratitudine verso Dio perchè vi ha creati, e il desiderio di santità diventerà per voi realtà. Grazie per aver risposto alla mia chiamata."


27/08/2006 01:03
 
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Re: L’apparizione e il messaggio di Maria a La Salette

Scritto da: Regin 21/06/2006 21.22







Sono stato a La Salette in luglio ; amo molto questo luogo.
_________________________
« Non abbiate paura di Cristo ! Egli non toglie nulla, e dona tutto ! »
Benedetto XVI

www.ratzinger2005.skyblog.com
29/08/2006 15:09
 
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Madonna della Guardia



Oggi 29 agosto la diocesi di Genova ricorda con particolare devozione l'apparizione della Vergine Maria avvenuta nel 1490 sul monte Figogna, dove ora sorgono il santuario dedicato alla Madonna della Guardia e, poco distante, la cappella.
Questa la storia dell'apparizione mariana al beato Benedetto Pareto
:

nella parrocchia di Livellato sita nel Comune di Ceranesi e precisamente nella località detta Pareti s'era formato un nucleo di famiglie che dalla località, presero il nome di Pareto ed a una di esse apparteneva l'umile contadino chiamato Benedetto, egli era un uomo semplice, ma laborioso e pio, e quindi non solo godeva la stima dei suoi compaesani ma soprattutto era caro a Dio e alla sua SS. Madre. Aveva moglie e due figli, Pasquale e Bartolomeo, che dopo Dio formavano l'oggetto del suo amore; ed insieme ad essi attendeva al lavoro dei campi che egli possedeva presso la sua abitazione. Spesso ancora egli saliva in preghiera sul Monte Figogna che sovrasta Livellato per il pascolo necessario al suo gregge, e qualche po' di legna da portarsi a casa, fu proprio durante una di queste ascese al Monte Figogna che gli apparve la Madonna. La narrazione più antica dell'apparizione l'abbiamo nella celebre Memoria dell'anno 1530, questo documento cita:

"Ritrovandosi circa l'anno 1490 "Benedetto Pareto sopra il Monte Figogna a segare il fieno, mentre aspettava che da casa sua gli fosse portato da mangiare (probabilmente verso le ore 10 del mattino, essendo questa ancora oggidì per molti contadini della Val Polcevera l'ora di desinare, si voltava di quando in quando a guardare se venisse alcuno; ed ecco che si vede innanzi d'improvviso una maestosa Signora, che alla bellezza del viso, alla dolcezza dei modi, allo splendore sovra-umano che la circondava, faceva ben conoscere non essere personaggio terreno, ma Regina del cielo. "E' facile immaginare lo stupore di Benedetto a quella comparsa, e come dovesse restar senza voce e tremante di riverenziale timore.

Ma la Beata Vergine lo confortò dicendogli dolcemente: "Non temere, o Benedetto; io sono Maria, la madre di Gesù Cristo"; e indicandogli colla mano il punto soggiunse:
"Io voglio che là tu mi fabbrichi una cappella".


"Signora, replicò il Pareto, io sono pronto a fare tutto quello che mi comandate, ma sono tanto povero, e per fabbricare su questo monte si alto e deserto occorrerà tanta fatica e tanta spesa che io dispero di riuscire". "Benedetto, ripigliò Maria, non temere; col mio aiuto ti sarà facile ogni cosa".

"Ebbene concluse il Pareto, in Voi fidato, o mia Signora, metterò mano all'opera comandata. E la vergine alzandosi verso il cielo, dagli sguardi di Benedetto si dileguò, lasciandolo pieno nell'anima di celeste consolazione; sicché, dimentico ormai del cibo, e solo desideroso di far conoscere a tutti la celeste apparizione, corse frettoloso giù dal monte verso la propria casa."

"Ma la moglie all'udire dell'apparizione narrata dal marito, da incredula lo derise. E Benedetto da queste derisioni restò tanto avvilito, che smise forse interamente il pensiero di eseguire l'ordine di Maria SS. ricevuto. Ma ebbero presto a pentirsene, egli e la compagna.

"Il dì appresso Benedetto, nell'andare al lavoro, sale sopra un albero di fico per isdigiunarsi. Il ramo sul quale ha il piede si rompe, ed egli a terra precipita, rimanendo così malconcio da tale caduta, che portato a braccia d'uomini alla propria casa, dai medici fu dato per ispedito. E il poveretto pensava a prepararsi con gli atti di religione, all'ultimo passaggio; dolendosi di non aver ubbidito alla Regina del cielo, e in quella caduta riconoscesse il castigo alla sua disubbidienza".

"Ma la pietosa Madre celeste a lui una seconda volta comparve presso il letto, e dolcemente rimproverandogli la sua disubbidienza, gli rinnovò l'ordine di fabbricare la cappella, e partendo lo lasciò completamente guarito".


fonte: www.mariadinazareth.it

Per chi volesse saperne di più sul Santuario: www.santuarioguardia.it


L'Edicola della Madonna della Guardia dei Giardini Vaticani
29/08/2006 15:14
 
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Re: Medjugorje - Messaggio del 25 agosto 2006

Scritto da: Regin 27/08/2006 0.49



"Cari figli, anche oggi vi invito: pregate, pregate, pregate. Solo nella preghiera sarete vicino a me e a mio Figlio e vedrete come è breve questa vita. Nel vostro cuore nascerà il desiderio del cielo. La gioia comincerà a regnare nel vostro cuore e la preghiera scorrerà come un fiume. Nelle vostre parole ci sarà solo gratitudine verso Dio perchè vi ha creati, e il desiderio di santità diventerà per voi realtà. Grazie per aver risposto alla mia chiamata."




Grazie, carissima, per averci ricordato il messaggio di questo mese! [SM=g27822] [SM=g27821] [SM=x40790]
30/08/2006 21:40
 
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Un libro su Lourdes



“Una grotta per il mondo. Bernadette, Lourdes e…un pellegrino”
è il libro scritto da don Erio Bertolotti, assistente spirituale della sottosezione Unitalsi di Sassuolo, per le edizioni Unitalsi della Sezione Emilia Romana.

Il volume, che contiene la presentazione dell’Arcivescovo Angelo Comastri, Vicario Generale di Sua Santità per la Città del Vaticano, è suddiviso in tre parti: la prima racconta la storia di Bernadette, dalle apparizioni fino alla morte; la seconda riguarda l’attualità di Lourdes e dei vari momenti di preghiera di un pellegrinaggio; la terza parte narra le esperienze dirette dell’autore durante i suoi numerosi pellegrinaggi alla Grotta.

A Lourdes tra l’11 febbraio e il 16 luglio 1858, la Vergine Maria è apparsa diciotto volte ad una ragazza di quattordici anni, Bernardetta Soubirous, nella Grotta di Massabielle.

Come sottolinea monsignor Comastri nella sua presentazione: “Il libro si distingue subito per una logica molto saggia che, andando dalla narrazione-storia al dialogo e alla riflessione, lascia al lettore di farsi gradualmente protagonista”.

“Don Erio, infatti, inizia la storia di Bernadette (…) riscritta in poche pagine, andando all’essenza degli eventi e del messaggio di Lourdes (…) e continua con alcune pagine di richieste e risposte sulla vocazione odierna di Lourdes che più che descrivere cercano di spiegare la Lourdes del terzo Millennio alla luce delle richieste dell’Immacolata Concezione”, prosegue il presule.

“E infine la narrazione passa alla prima persona perché Don Erio conclude la sua guida non più con i suo occhi, ma con gli occhi, il cuore e la ragione dei pellegrini, a lui intimamente noti per la sua esperienza di confessore nella Cappella della Riconciliazione”, scrive poi.

“Ma alla fine il difficile pellegrino del ventunesimo secolo, nella pienezza di umanità del cattolicesimo e nei riti tradizionali di Lourdes, vede spalancarsi davanti a sé l’abbraccio di Gesù, che offre perdono e Salvezza”, continua monsignor Comastri.

Ed ecco, infatti, che l’autore don Erio riflettendo sulla frase “Par Marie à Jésus” riportata nel grande mosaico del catino della Basilica del Rosario, arriva ad esprimere una preghiera: “Madre mia portami a Gesù, educami ai suoi sentimenti perché il mio capire, volere, amare, siano in sintonia con il suo; comunicami quella carica di amore che Gesù ha preparato per me”.

E’ qui che va rintracciata la vera essenza del libro: l’andare a Lourdes è come affidarsi totalmente a Maria, perché sia Lei il nostro tramite con Gesù.

Pur nei momenti di guarigione spirituale o di profonda commozione davanti alla grotta, l’autore riesce ad andare oltre le emozioni perché come dice lui stesso, sente di aver ricevuto un invito da parte di Maria a non cercare le emozioni perché la fede va oltre, e non si può restare eternamente bambini.



fonte: www.zenit.org

08/09/2006 12:58
 
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Compleanno della nostra Mamma Celeste


Per ricordare la Natività della Vergine Maria, che si celebra oggi, posto qui l’omelia che l'allora cardinale Joseph Ratzinger, ora il nostro amatissimo Papino, ha tenuto a Loreto l’8 settembre 1991.

"Il giorno della Natività della Vergine Maria non è un compleanno come tanti altri. Celebrando il compleanno di una grande personalità della storia pensiamo ad una vita passata, pensiamo a cose passate, a fatti compiuti da tale personalità e all’eredità da essa lasciata. Pensiamo, in una parola, a cose di questo mondo. Con la Madre di Dio non è così. Maria non parla di se stessa. Dal primo momento della vita lei è totalmente trasparente per Dio, è come un’icona raggiante della bontà divina. Maria, con la totalità della sua persona, è un messaggio vivo di Dio per noi. Perciò Maria non appartiene al passato, Maria è contemporanea a noi tutti, a tutte le generazioni. Con la sua disponibilità alla volontà di Dio ha quasi trasferito, consegnato il tempo umano della sua propria vita nelle mani di Dio e, così, ha unito il tempo umano con il tempo divino. Con il suo presente permanente, perciò, Maria trascende la storia ed è presente sempre nella storia, presente con noi.
Maria impersona il messaggio vivo di Dio. Ma cosa ci dice di più precisamente la vita di Maria oggi, nel giorno della sua nascita? Mi sembra che proprio il santuario di Loreto, costruito attorno alla Casa terrena di Maria, costruito attorno alla Casa di Nazareth, possa aiutarci a capire meglio il messaggio della vita della Madonna. Queste pareti conservano per noi il ricordo del momento nel quale l’angelo venne da Maria con il grande annuncio dell’Incarnazione, il ricordo della sua risposta: “Eccomi, sono la serva del Signore”. Questa Casa umile è una testimonianza concreta, palpabile dell’avvenimento più grande della nostra storia che è l’incarnazione del Figlio di Dio.
Il Verbo si è fatto carne. Maria, la serva di Dio, è divenuta la “porta” per la quale Dio è potuto entrare in questo mondo. Anzi, non solo la “porta”, è divenuta “dimora”del Signore, “casa vivente”, dove ha abitato realmente il Creatore del mondo. Maria ha offerto la sua carne perché il Figlio di Dio diventasse come noi. E qui ci viene in mente la parola con la quale secondo la Lettera agli Ebrei, Cristo ha iniziato la sua vita umana dicendo al Padre: “Non hai voluto né sacrifici né offerta, un corpo invece mi hai preparato [...]. Allora io ho detto: ecco, io vengo, o Dio, per fare la tua volontà” (Ebr 10, 5-7).

La serva del Signore dice proprio la stessa cosa: mi hai preparato un corpo, ecco io vengo. In questa coincidenza della parola del Figlio con la parola della Madre si toccano, anzi si uniscono cielo e terra, Dio creatore e la sua creatura. Dio diventa uomo, Maria si fa “casa vivente” del Signore, “tempio” dove abita l’Altissimo. E qui sopraggiunge un’altra considerazione: dove abita Dio, tutti noi siamo “a casa”; dove abita Cristo, i suoi fratelli e le sue sorelle non sono stranieri. Così è anche con la Casa di Maria e con la vita stessa di lei: è aperta per tutti noi. La madre di Cristo è anche la nostra Madre, di tutti quanti sono divenuti corpo di Cristo e costituiscono la famiglia di Cristo Gesù. Essi sono con Cristo e con la Madre, costituiscono la “sacra famiglia” di Dio.

Maria ci ha aperto la sua vita e la sua Casa perché, aprendosi a Dio, si è aperta a tutti noi e ci offre la sua Casa come Casa comune dell’unica famiglia di Dio. Possiamo dire: dove c’è Maria c’è la Casa; dove c’è Dio, siamo tutti “a casa”. La fede ci dà una casa in questo mondo, ci riunisce in una unica famiglia. Qui però nasce una domanda seria: la fede ci dice che siamo tutti fratelli e sorelle di Cristo, quindi un’unica famiglia; noi dobbiamo chiederci se questo è vero, se siamo realmente un’unica famiglia e, se non è vero, perché non è vero, perché le opposizioni, le lotte, l’egoismo lacerante?

La Casa di Nazareth non è una reliquia del passato, essa ci parla nel presente e ci provoca a un esame di coscienza. Dobbiamo domandarci se siamo realmente aperti anche noi al Signore, se vogliamo offrirgli la nostra vita perché sia una dimora per lui; oppure se abbiamo un po’ di paura della presenza del Signore, se abbiamo paura che essa possa limitare la nostra dignità, se vogliamo forse riservarci una parte della nostra vita che vorremmo appartenesse solo a noi e non fosse conosciuta da Dio, che non dovrebbe avvicinarsi ad essa.
Mi sembra che questa Casa di Nazareth conservi, anche sotto questo punto di vista, un simbolismo molto prezioso. Come sapete, questa Casa ha solo tre pareti: è una Casa aperta, dunque, è come un invito, è come un abbraccio aperto. Essa, cosi, ci dice: aprite anche voi le vostre case, le vostre famiglie, la vostra vita alla presenza del Signore.

Questa Casa sia aperta alla famiglia di Dio, a tutti i figli di Dio, ai fratelli e alle sorelle di Cristo! Lasciamoci sfidare, accettiamo la parola della Madre che ci dice: venite, venite nella mia Casa e diventate anche voi, ogni giorno della vostra vita, realmente dimora del Signore.
Questa Casa diventa così come una famiglia aperta, nella quale tutti i figli di Dio, tutte le creature di Dio sono anche fratelli e sorelle nostri. Maria, dunque, è “casa vivente” del Signore; la Casa di Nazareth è casa comune di tutti noi, perché, dove abita Dio tutti siamo “a casa”.
Questa Casa nazaretana nasconde un altro messaggio. Finora abbiamo detto che Dio non è un Dio astratto, puramente spirituale, lontano da noi: Dio si è legato alla terra, Dio ha una storia comune con noi, una storia palpabile, visibile, qui, in questi segni della sua storia e soprattutto nella Santa Chiesa e nei sacramenti.
La fede ci fa “abitare” ma ci fa anche “camminare”. Anche su questo punto la Casa nazaretana conserva un insegnamento importante. Quando i crociati hanno trasferito le pietre della Casa nazaretana dalla Terra Santa qui sulla terra italiana, hanno fissato il nuovo posto della Casa sacra su una strada. È una casa - mi sembra - molto strana, perché casa e strada sembrano escludersi: o casa o strada, vogliamo dire. Ma proprio così si esprime il messaggio vero di questa Casa, che non è una casa privata di una persona, di una famiglia, di una stirpe, ma sta sulla via di noi tutti: è una Casa aperta di noi tutti. La stessa Casa ci fa “abitare” e ci fa “camminare”.

La vita stessa è la casa della famiglia di Dio che è in pellegrinaggio con Dio, verso Dio, verso la casa definitiva e verso la “città nuova”. E qui possiamo essere ancora più concreti.
Tutti i santuari, i grandi santuari del mondo, hanno offerto sempre a persone di nazioni diverse, di razze, di professioni diverse questa esperienza preziosa della casa nuova della famiglia comune di tutti i figli di Dio. Questa esperienza della casa però presuppone l’esperienza di un cammino, l’esperienza del pellegrinaggio. Il pellegrinaggio è una dimensione fondamentale dell’esistenza cristiana.
Solo camminando, pellegrinando possiamo superare le frontiere delle nazioni, delle professioni, delle razze. Possiamo diventare uniti solo andando insieme verso Dio. Il significato di questo gemellaggio tra Loreto e Altötting si inserisce in questa realtà: ci dice lo stesso che dobbiamo andare insieme, dobbiamo divenire pellegrini dell’eterno, dobbiamo alzarci sempre di nuovo verso Dio, verso la pace divina, verso l’unità con Dio e la sua unica famiglia
".


[SM=x40799] [SM=x40799] [SM=x40799]


08/09/2006 14:09
 
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Re: Compleanno della nostra Mamma Celeste

Scritto da: Discipula 08/09/2006 12.58


Per ricordare la Natività della Vergine Maria, che si celebra oggi, posto qui l’omelia che l'allora cardinale Joseph Ratzinger, ora il nostro amatissimo Papino, ha tenuto a Loreto l’8 settembre 1991.

"Il giorno della Natività della Vergine Maria non è un compleanno come tanti altri. Celebrando il compleanno di una grande personalità della storia pensiamo ad una vita passata, pensiamo a cose passate, a fatti compiuti da tale personalità e all’eredità da essa lasciata. Pensiamo, in una parola, a cose di questo mondo. Con la Madre di Dio non è così. Maria non parla di se stessa. Dal primo momento della vita lei è totalmente trasparente per Dio, è come un’icona raggiante della bontà divina. Maria, con la totalità della sua persona, è un messaggio vivo di Dio per noi. Perciò Maria non appartiene al passato, Maria è contemporanea a noi tutti, a tutte le generazioni. Con la sua disponibilità alla volontà di Dio ha quasi trasferito, consegnato il tempo umano della sua propria vita nelle mani di Dio e, così, ha unito il tempo umano con il tempo divino. Con il suo presente permanente, perciò, Maria trascende la storia ed è presente sempre nella storia, presente con noi.
Maria impersona il messaggio vivo di Dio. Ma cosa ci dice di più precisamente la vita di Maria oggi, nel giorno della sua nascita? Mi sembra che proprio il santuario di Loreto, costruito attorno alla Casa terrena di Maria, costruito attorno alla Casa di Nazareth, possa aiutarci a capire meglio il messaggio della vita della Madonna. Queste pareti conservano per noi il ricordo del momento nel quale l’angelo venne da Maria con il grande annuncio dell’Incarnazione, il ricordo della sua risposta: “Eccomi, sono la serva del Signore”. Questa Casa umile è una testimonianza concreta, palpabile dell’avvenimento più grande della nostra storia che è l’incarnazione del Figlio di Dio.
Il Verbo si è fatto carne. Maria, la serva di Dio, è divenuta la “porta” per la quale Dio è potuto entrare in questo mondo. Anzi, non solo la “porta”, è divenuta “dimora”del Signore, “casa vivente”, dove ha abitato realmente il Creatore del mondo. Maria ha offerto la sua carne perché il Figlio di Dio diventasse come noi. E qui ci viene in mente la parola con la quale secondo la Lettera agli Ebrei, Cristo ha iniziato la sua vita umana dicendo al Padre: “Non hai voluto né sacrifici né offerta, un corpo invece mi hai preparato [...]. Allora io ho detto: ecco, io vengo, o Dio, per fare la tua volontà” (Ebr 10, 5-7).

La serva del Signore dice proprio la stessa cosa: mi hai preparato un corpo, ecco io vengo. In questa coincidenza della parola del Figlio con la parola della Madre si toccano, anzi si uniscono cielo e terra, Dio creatore e la sua creatura. Dio diventa uomo, Maria si fa “casa vivente” del Signore, “tempio” dove abita l’Altissimo. E qui sopraggiunge un’altra considerazione: dove abita Dio, tutti noi siamo “a casa”; dove abita Cristo, i suoi fratelli e le sue sorelle non sono stranieri. Così è anche con la Casa di Maria e con la vita stessa di lei: è aperta per tutti noi. La madre di Cristo è anche la nostra Madre, di tutti quanti sono divenuti corpo di Cristo e costituiscono la famiglia di Cristo Gesù. Essi sono con Cristo e con la Madre, costituiscono la “sacra famiglia” di Dio.

Maria ci ha aperto la sua vita e la sua Casa perché, aprendosi a Dio, si è aperta a tutti noi e ci offre la sua Casa come Casa comune dell’unica famiglia di Dio. Possiamo dire: dove c’è Maria c’è la Casa; dove c’è Dio, siamo tutti “a casa”. La fede ci dà una casa in questo mondo, ci riunisce in una unica famiglia. Qui però nasce una domanda seria: la fede ci dice che siamo tutti fratelli e sorelle di Cristo, quindi un’unica famiglia; noi dobbiamo chiederci se questo è vero, se siamo realmente un’unica famiglia e, se non è vero, perché non è vero, perché le opposizioni, le lotte, l’egoismo lacerante?

La Casa di Nazareth non è una reliquia del passato, essa ci parla nel presente e ci provoca a un esame di coscienza. Dobbiamo domandarci se siamo realmente aperti anche noi al Signore, se vogliamo offrirgli la nostra vita perché sia una dimora per lui; oppure se abbiamo un po’ di paura della presenza del Signore, se abbiamo paura che essa possa limitare la nostra dignità, se vogliamo forse riservarci una parte della nostra vita che vorremmo appartenesse solo a noi e non fosse conosciuta da Dio, che non dovrebbe avvicinarsi ad essa.
Mi sembra che questa Casa di Nazareth conservi, anche sotto questo punto di vista, un simbolismo molto prezioso. Come sapete, questa Casa ha solo tre pareti: è una Casa aperta, dunque, è come un invito, è come un abbraccio aperto. Essa, cosi, ci dice: aprite anche voi le vostre case, le vostre famiglie, la vostra vita alla presenza del Signore.

Questa Casa sia aperta alla famiglia di Dio, a tutti i figli di Dio, ai fratelli e alle sorelle di Cristo! Lasciamoci sfidare, accettiamo la parola della Madre che ci dice: venite, venite nella mia Casa e diventate anche voi, ogni giorno della vostra vita, realmente dimora del Signore.
Questa Casa diventa così come una famiglia aperta, nella quale tutti i figli di Dio, tutte le creature di Dio sono anche fratelli e sorelle nostri. Maria, dunque, è “casa vivente” del Signore; la Casa di Nazareth è casa comune di tutti noi, perché, dove abita Dio tutti siamo “a casa”.
Questa Casa nazaretana nasconde un altro messaggio. Finora abbiamo detto che Dio non è un Dio astratto, puramente spirituale, lontano da noi: Dio si è legato alla terra, Dio ha una storia comune con noi, una storia palpabile, visibile, qui, in questi segni della sua storia e soprattutto nella Santa Chiesa e nei sacramenti.
La fede ci fa “abitare” ma ci fa anche “camminare”. Anche su questo punto la Casa nazaretana conserva un insegnamento importante. Quando i crociati hanno trasferito le pietre della Casa nazaretana dalla Terra Santa qui sulla terra italiana, hanno fissato il nuovo posto della Casa sacra su una strada. È una casa - mi sembra - molto strana, perché casa e strada sembrano escludersi: o casa o strada, vogliamo dire. Ma proprio così si esprime il messaggio vero di questa Casa, che non è una casa privata di una persona, di una famiglia, di una stirpe, ma sta sulla via di noi tutti: è una Casa aperta di noi tutti. La stessa Casa ci fa “abitare” e ci fa “camminare”.

La vita stessa è la casa della famiglia di Dio che è in pellegrinaggio con Dio, verso Dio, verso la casa definitiva e verso la “città nuova”. E qui possiamo essere ancora più concreti.
Tutti i santuari, i grandi santuari del mondo, hanno offerto sempre a persone di nazioni diverse, di razze, di professioni diverse questa esperienza preziosa della casa nuova della famiglia comune di tutti i figli di Dio. Questa esperienza della casa però presuppone l’esperienza di un cammino, l’esperienza del pellegrinaggio. Il pellegrinaggio è una dimensione fondamentale dell’esistenza cristiana.
Solo camminando, pellegrinando possiamo superare le frontiere delle nazioni, delle professioni, delle razze. Possiamo diventare uniti solo andando insieme verso Dio. Il significato di questo gemellaggio tra Loreto e Altötting si inserisce in questa realtà: ci dice lo stesso che dobbiamo andare insieme, dobbiamo divenire pellegrini dell’eterno, dobbiamo alzarci sempre di nuovo verso Dio, verso la pace divina, verso l’unità con Dio e la sua unica famiglia
".


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geazie Discipula per questo bel pensiero [SM=g27822] [SM=g27822] [SM=g27823]
24/09/2006 15:35
 
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24 Settembre - Madonna Della Mercede
Nella notte del 1° agosto 1218 la Vergine apparve a san Pietro Nolasco, per aiutarlo a fondare un'organizzazione capace di riscattare i cristiani prigionieri dei mussulmani. Per questo il santo, assieme a Raimondo de Penafort, e con l'appoggio del vescovo di Barcellona e del re d'Aragona Giacomo I°, fondò l'Ordine dei Mercedari.

L'impero della Mezzaluna non cresceva più. In declino in Spagna, fermato in Oriente dal regno latino di Gerusalemme, nel secolo XII, lo si vide cercare nella pirateria gli schiavi che le conquiste non fornivano più. Ormai poco molestata dalla Crociata, l'Africa saracena corse i mari, per rifornire il mercato mussulmano
Erano innumerevoli gli sventurati di ogni condizione, sesso, età, strappati alle regioni costiere dei paesi cristiani, o catturati sui flutti, e distribuiti negli Harem o nelle galere.

L'Ordine della Mercede, a differenza di quello della SS. Trinità, che l'aveva preceduto di 20 anni, fondato in pieno campo di battaglia contro i Mori, ebbe alla sua origine più cavalieri che sacerdoti. Fu chiamato Ordine reale, militare e religioso della Madonna della Mercede per la redenzione degli schiavi e i suoi sacerdoti attendevano all'Ufficio corale nelle Commende dell'Ordine, mentre i cavalieri sorvegliavano le coste e adempivano la missione rischiosa del riscatto dei prigionieri cristiani. San Pietro Nolasco fu il primo Commendatore o Maestro Generale dell'Ordine e quando furono trovati i suoi resti lo si trovò ancora armato di corazza e di spada.

A partire dalla fine del secolo XII° il procedimento più comune per dare la libertà agli schiavi cristiani fu la redenzione, che consisteva nel pagamento di un riscatto fatto da una terza persona al padrone dello schiavo, mediante moneta o altri generi. La somma cambiava con l'età, l'importanza sociale, le condizioni economiche e fisiche dei riscattandi.

I mezzi erano procurati, per la massima parte, con le elemosine che raccoglievano i religiosi e gli "operai della redenzione". Ogni frate mercedario, in forza della professione, era costituito in un autentico elemosiniere della redenzione.
Con le offerte raccolte veniva effettuata dai religiosi mercedari, scelti dal Capitolo Generale, la redenzione degli schiavi; qualora la somma non fosse bastata per redimere qualche cristiano che era in pericolo di rinnegare la fede, pur di ottenerne la libertà e di liberarlo dalle sofferenze della schiavitù, uno dei redentori restava in pegno al posto dello schiavo, dando la libertà al fratello bisognoso ed oppresso.

Nei primi 130 anni della storia dell'Ordine le redenzioni per lo più furono annuali, poi meno frequenti. Numerose furono le spedizioni in terra dei Mori effettuate dai Mercedari per redimere gli schiavi e a circa 52.000 si fa ascendere il numero degli schiavi riscattati mediante l'esborso di somme enormi di denaro ai padroni musulmani.





25/09/2006 20:55
 
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Medjugorje - Messaggio 25 settembre 2006


Cari figli, anche oggi sono con voi e vi invito tutti alla conversione totale. Decidetevi per Dio, figlioli, e troverete in Dio la pace che cerca il vostro cuore. Imitate la vita dei santi; che vi siano d’esempio, ed io vi stimolerò fino a quando l’Altissimo mi permette di essere con voi. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.




01/10/2006 20:20
 
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OTTOBRE - Mese dedicato al Santo Rosario
Promesse della Madonna al Beato Alano de La Roche, per i devoti del S. Rosario:

1) A tutti coloro che devotamente reciteranno il mio Rosario, prometto la mia speciale protezione e grandissime grazie.

2) Chi preserverà nella recita del mio Rosario, riceverà grazie preziosissime.

3) Il Rosario è un'arma potente contro l'inferno: esso distruggerà i vizi, libererà dal peccato, dissiperà le eresie.

4) Il Rosario farà rifiorire le virtù, le buone opere ed otterrà alle anime le più abbondanti misericordie di Dio. Esso sostituirà nei cuori degli uomini l'amor vano del mondo con l'amore di Dio, elevandoli al desiderio dei beni celesti ed eterni.

5) Chi confiderà in me recitando il Rosario, non sarà soverchiato dalle avversità.

6) Chi reciterà il Rosario meditandone i misteri, non sarà punito dalla giustizia di Dio, se peccatore si convertirà, il giusto crescerà nella grazia e diverrà degno della vita eterna.

7) I veri devoti del mio Rosario, nell'ora della morte, non morranno senza Sacramenti.

8) Coloro che recitano il mio Rosario troveranno durante la loro vita e nell'ora della morte, la luce di Dio e la pienezza delle sue grazie e parteciperanno ai meriti dei Beati in Paradiso.

9) Ogni giorno libererò dal Purgatorio le anime devote del mio Rosario.

10) I veri figli del mio Rosario gioiranno di una grande gloria in Cielo.

11) Tutto quello che chiederete con il Rosario, lo otterrete.

12) Coloro che propagheranno il mio Rosario, saranno da me soccorsi in tutte le loro necessità.

13) Io ho ottenuto da mio Figlio che tutti i devoti del Rosario abbiano per fratelli nella vita e nell'ora della loro morte i Santi del Cielo.

14) Coloro che reciteranno il mio Rosario fedelmente sono tutti figli miei amatissimi, fratelli e sorelle di Gesù Cristo.

15) La devozione al mio Rosario è un grande segno di predestinazione.







02/10/2006 18:55
 
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Da Zenit.org

Maria, pedagoga della fede, spiega un messaggio pontificio

Inviato dal Cardinal Bertone all’Incontro Latinoamericano di Pastorale Mariana


CITTA’ DEL VATICANO, lunedì, 2 ottobre 2006 (ZENIT.org).- Un messaggio inviato dal Cardinale Tarcisio Bertone, segretario di Stato, a nome di Benedetto XVI all’Incontro dell’America Latina e del Caribe di Pastorale Mariana presenta la Madonna come pedagoga della fede.

Il Congresso, svoltosi vicino a Città del Messico, è servito per preparare la V Conferenza Generale dell’Episcopato Latinoamericano, che si celebrerà ad Aparecida (Brasile) nel maggio 2007 con la partecipazione del Papa sul tema “Discepoli e missionari di Gesù Cristo perché i nostri popoli in Lui abbiano la vita”.

Tra le attività, si è svolto un Incontro Mariano aperto a tutto il pubblico nella Basilica di Guadalupe il 29 settembre.

Trasmettendo il saluto del Vescovo di Roma a tutti i partecipanti, il Cardinal Bertone ha affermato di sperare che da questo incontro “derivi una presa di coscienza più profonda di ciò che significa essere veri discepoli di Cristo e testimoni del suo Vangelo”.

Il Cardinale ha ricordato la straordinaria devozione mariana che caratterizza la fede dei cattolici latinoamericani, manifestatasi nei secoli attraverso l’arte.

In questo modo, constata il porporato, “Maria ha guidato e continua a guidare tutti i suoi figli verso Gesù, come quando alle Nozze di Cana disse ai servitori abbattuti che avevano fatto ricorso a lei ‘Fate quello che vi dirà’” (Gv 2,5).

“E’ come una pedagogia della fede in Cristo imbevuta di dolcezza, dell’intima conoscenza di Gesù e della natura umana, così come della particolarissima missione che ella ha nel piano divino di salvezza”, afferma il messaggio pontificio.

Maria, ha aggiunto, “è stata chiamata ‘Stella della Nuova Evangelizzazione’ per la sua capacità di attirare, orientare ed animare quanti desiderano conoscere Gesù ed essere suoi fedeli discepoli nel compito di far crescere il Regno di Dio”.




06/10/2006 23:58
 
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Medjugorje - messaggio del 02.10.2006 a Mirjana


“Cari figli, Vengo a voi in questo vostro tempo per rivolgervi la chiamata per l’eternità.
Questa è la chiamata dell’amore, Vi invito ad amare, perché solo attraverso l’amore conoscerete l’amore di Dio.
Molti di voi pensano che hanno fede in Dio e che conoscono le sue leggi.
Si sforzano di vivere secondo esse, ma non fanno ciò che è più importante non Lo amano.
Figli miei pregate, digiunate.
Questa è la strada che vi aiuterà ad aprirvi e ad amare.
Solo attraverso l’amore di Dio si ottiene l’eternità.
Io sono con voi, io vi guiderò con amore materno.
Grazie perché avete risposto”.

Poi ha aggiunto:

“Figli miei, i Sacerdoti hanno le mani benedette da mio Figlio. Rispettateli!”


07/10/2006 14:59
 
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Beata Vergine del Rosario - 7 ottobre 2006

Istituita da san Pio V, in ricordo della vittoria riportata a Lepanto sui Turchi.
Dopo che il 31 maggio 1453 Maometto II aveva conquistato la città di Costantinopoli e con essa il millenario Impero cristiano d'Oriente, i turchi ottomani ritenevano imminente il giorno del loro dominio universale.

La flotta Cristiana era scarsa e costituita essenzialmente da cristiani volontari, complessivamente circa 30.000 uomini, a differenza di quella turca assai più numerosa e preparata.
Nel mondo intero le confraternite del Rosario pregavano intanto con fiducia.
I soldati cristiani implorarono il soccorso del cielo in ginocchio e poi, sebbene di gran lunga inferiori per numero, cominciarono la lotta, con le navi disposte a forma di croce, contro quelle turche schierate a mezza luna. Dopo 4 ore di battaglia spaventosa, l'sercito cristiano ebbe la meglio. L'Europa era salva.

Nell'istante stesso in cui accadevano gli avvenimenti, San Pio V aveva la visione della vittoria, si inginocchiava per ringraziare il cielo e ordinava per il 7 ottobre di ogni anno una festa in onore della Vergine delle Vittorie, titolo cambiato poi da Gregorio XIII in quello di Madonna del Rosario. Anche il Senato Veneziano volle attribuire alla Santissima Vergine il merito principale della vittoria e sul quadro fatto dipingere nella sala delle sue adunanze fece scrivere queste parole: Non virtus, non arma, non duces, sed Maria Rosarii, victores nos fecit (non il valore, non le armi, non i condottieri, ma la Madonna del Rosario ci ha fatto vincitori).


18/10/2006 17:20
 
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“Maria, donaci la spontaneità del tuo Cuore”
a cura di don Luciano Alimandi


Città del Vaticano (Agenzia Fides) - La spontaneità fa parte dei grandi valori della vita che vivificano il cuore della persona perché lo mantengono aperto e docile alla verità. Lo si vede chiaramente nei bambini: chi più di loro può insegnarci ad essere spontanei ? Un dono, questo, che fiorisce sul terreno della sincerità!
Maestri di spirito convengono sul fatto che la spontaneità è la vera essenza della preghiera, perché è ciò che rende l’orazione autentica: libera da ipocrisie e da mezze verità - o da mezze bugie -, ci presenta a Dio per “adorarLo in spirito e verità” (Gv 4, 23). I dialoghi tra le persone seguono lo stesso itinerario; se mancasse la spontaneità nel dialogo, non ci sarebbe una vera condivisione di ciò che è realmente dentro di noi. Senza la spontaneità nella preghiera, non si potrebbe avere il "dialogo del cuore", la "preghiera del cuore" con Dio; sarebbe come una giornata senza sole: grigia!
La Vergine Maria ci mostra, con il suo illuminante esempio, che la spontaneità è una costante del suo Cuore Immacolato, si pensi a quando “raggiunse in fretta Elisabetta”, subito dopo l’Annunciazione (cfr. Lc 1, 39). Sulle ali della Carità e della Verità, che Cristo suo Figlio personifica, la Madonna giunge da Elisabetta e, in quell'incontro, all’insegna della spontaneità, avviene la condivisione del più grande dono: lo Spirito Santo. Elisabetta e Giovanni Battista esultano di gioia e la Vergine proclama il suo magnificat nato dalla spontaneità del suo cuore pieno di Amore di Dio.
Solo alle anime umili il Signore fa giungere i più alti e consolanti doni del Suo Spirito: l’amore, la gioia, la pace... Solo ai cuori che diventano come bambini, il Padre affida il Regno dei Cieli. Grande nemico della spontaneità è il calcolo umano dei “vantaggi-svantaggi”, accompagnato dal giudizio meschino e non già dalla sapienza del cuore.
Per gustare i doni dello Spirito, occorre anche mettere da parte ogni calcolo interessato; per diventare amici della spontaneità, il Signore con sua Madre vengono a liberarci dai pregiudizi che imprigionano il cuore e lo soffocano. Solo così saremo più umani, perché veramente liberi. Il Vangelo è un invito continuo a questa conversione del cuore ed incoraggia tutti al cantico della spontaneità, tipico delle persone semplici e umili!
Quante professioni di fede, esaltate dal Signore, sono nate da un cuore simile: aperto alla verità! Il Vangelo, sia nel suo contenuto sia nel suo stile, ci rivela e ci dona la gioia della buona Novella che, spontaneamente, dilata il cuore sulle ali della carità e della verità.
L’evangelista Luca, che oggi festeggiamo, ci testimonia, anch’egli, tutte queste realtà; si pensi all’infanzia di Gesù che spalanca nei nostri cuori panorami di straordinaria semplicità, come appunto il racconto della Visitazione. I Padri hanno testimoniato, fin dagli inizi, che è lo Spirito Santo l’Autore principale di questi sacri testi evangelici. Egli si è servito di umili servitori, che erano ben lontani da calcoli umani.
Perciò non si addice né alla natura né al contenuto del Vangelo, una sua lettura fatta con certi pregiudizi, con certi calcoli, con certi schemi pre-confezionati, come se coloro che lo hanno scritto, non fossero stati mossi dallo Spirito, ma da ipotetici calcoli per rendere tutto più interessante! Gesù ha detto che l’azione dello Spirito Santo è come il vento: ne senti la voce ma non sai da dove venga e dove vada (cfr. Gv 3, 8); così è di ognuno che si fa discepolo di questo Spirito alla scuola di Gesù e di Maria: lascia tutto - anche se come spesso avviene non subito ma un po' per volta - per seguire il Signore, diventando sempre più spontaneo, sempre più aperto, con il cuore libero da essere trasportato da Dio dove Egli voglia.
Chiediamo con insistenza la grazia della spontaneità, oggi non poco minacciata da una cultura del vantaggio, che il mondo propugna a spada tratta, disprezzando coloro che invece si fanno poveri di spirito, veramente ultimi, come Gesù e Maria: “rovescia i potenti dai troni ed innalza gli umili” (Lc 1, 52).

(Agenzia Fides 18/10/2006; righe 44, parole 676)

26/10/2006 00:11
 
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Medjugorje - Messaggio del 25 ottobre 2006



Cari figli, oggi il Signore mi ha permesso di dirvi nuovamente che vivete in un tempo di grazia. Non siete coscienti, figlioli, che Dio vi dona una grande opportunità per convertirvi e vivere nella pace e nell’amore. Voi siete così ciechi e legati alle cose della terra e pensate alla vita terrena. Dio mi ha mandato per guidarvi verso la vita eterna. Io, figlioli, non sono stanca, anche se vedo i vostri cuori appesantiti e stanchi di tutto ciò che è grazia e dono. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.


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