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Togliersi la vita è prerogativa di Dio o una libertà dell'uomo?

Ultimo Aggiornamento: 30/11/2007 11:59
25/07/2005 16:39
 
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Utente Junior
Il suicidio, se riesce, è l'ultimo atto irrevocabile di una persona. Tornare indietro non si può. Tra coloro che hanno tentato il suicidio e sono stati salvati sono molti ad affermare di aver sbagliato. Ci sono però anche quelli che ci ritentano ancora e ancora finché non ci riescono definitivamente.
Mi chiedo quanto desiderio di morire c'è effettivamente nell'atto del suicidio, cioè quanto volontà di annientarsi, di non esistere più e quante volte invece si tratta solamente di voler smettere di soffrire. Poi c'è anche chi vuole punire altri con questo gesto. C'è poi il caso patologico della depressione, ma mi chiedo quanto possa essere considerata puramente malattia a livello organico (cioè del cervello) curabile o almeno controllabile con medicamenti, o se non è sempre e comunque la psiche ad essere malata.

Credo che ci siano tante le persone che pensano più o meno seriamente alla possibilità di togliersi la vita: chi solo per un attimo rendendosi subito conto che si tratta di un atto sconsiderato, chi invece riesce a stento a sopportare la vita ed e sempre ad un passo da quel gesto, forse anche senza rendersene conto fino in fondo, rischiando la vita in vicende pericolose.
Nessuno ha chiesto di nascere. La vita ci è stata data, almeno per quanto ne so io, senza un nostro intervento, mettendoci in costellazioni non scelte da noi. Questo però ci dà il diritto di togliercela? La vita è "nostra" e ne possiamo disporre a piacere?
Ammetto di far parte delle persone per le quali la vita non è fatta per la pazza allegria, per buttarsi nei godimenti fini a se stessi. Ho avuto problemi non facili, di cui non sono ancora riuscita a liberarmi completamente e che mi hanno costretto di guardare alla vita in modo diverso che con gaia esuberanza. Guardandomi intorno ho visto che il mondo è pieno di sofferenza e molte volte, vedendo le sopportazioni altrui, mi sono chiesto cosa fa desiderare certa gente a vivere ancora! Non sempre però i dolori altrui sono evidenti. C'è chi tiene per se la propria disperazione. A volte qualcuno si toglie la vita e non si capisce perché. Altre volte qualcuno muore in un incidente "stupido". Ero arrivata anch'io diverse volte a chiedermi: ma chi te lo fa fare a vivere in questo mondo schifoso?

Se sono ancora qui le ragioni sono queste: non volevo fare soffrire chi mi voleva bene. Questo è il motivo principale. Non ho il diritto di far soffrire qualcuno a causa mia. Non capirò mai una madre che lascia nella disperazione i propri figli togliendosi la vita. Considero inoltre estremamente vile suicidarsi (o minacciare di farlo) per punire e far soffrire qualcuno.
La seconda era: non ero affatto sicura di risolvere il mio problema suicidandomi! Non che avevo paura di morire, ma non ero sicura di cosa mi potesse aspettare dopo! Poteva esserci anche qualcos'altro del niente. E poi?

Ho cercato ragioni per cui valesse la pena vivere. E ne ho trovate tante da tenere a bada il pensiero della morte. La decisione di continuare a vivere l'ho dovuto prendere io, ma so di essere stata aiutata, anche se mi ero allontanata dalla fede. In seguito quest'aiuto l'ho potuto sentire in modo molto concreto. Ora so che la vita è un dono. Dio ha voluto che io esistessi! Mi ha fatto sentire il suo amore in tante occasioni. Riesco di nuovo a vedere la bellezza della vita e, anche se non comprendo tutto il suo disegno per me, so che posso avere fiducia.

Sono convinta che chi si suicida ha anche tanta autocommiserazione. Invito a chi ha pensieri suicidi di smettere di focalizzare i propri problemi, ma di volgere lo sguardo ad altri che soffrono e di cercare di rendersi utile per qualcuno o qualcosa. C'è sempre per chi la vita è ancora più dura e chi ha bisogno di una mano e un cuore disponibile. Dare se stessi colma anche il vuoto nell'anima che è spesso all'origine di un aspro disprezzo della vita. Se non hai nessuno che ti ama, dai il tuo amore a chi ha bisogno e vedrai che ti torna.

Questo giudizio però non voglio allargare ai ragazzi che, purtroppo, figurano spesso tra i suicida. La loro fragilità nel confrontare situazioni dolorose chiede spesso un intervento da parte di chi li possa avvicinare. Pochi anni fa un'amica di mia figlia si è tolta la vita. Veniva da una famiglia disastrata, ma non avevo capito quanto la ragazza fosse infelice, anche perché l'avevo perso di vista quando, cambiando scuola, mia figlia e lei si vedevano solo raramente. La sua morte fu un duro colpo. Non avevamo pensato che sarebbe potuto arrivare a suicidarsi e sono ancora convinta che la ragazza non voleva morire ma semplicemente smettere di soffrire. Avrei dovuto essere più disponibile e prestare più attenzione ma ero convinta che c'era chi se ne prendeva cura. Ovviamente non era sufficiente e mi resta il rammarico di non aver fatto di più per lei.
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BENEDETTO COLUI CHE VIENE NEL NOME DEL SIGNORE!

"Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa"

Mt 16,18





La strada è lunga, ma non esiste che un mezzo per sapere dove può condurre, proseguire il cammino.
(don Tonino Bello)


ANDIAMO AVANTI!

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