Quelli che sanno davvero la sofferenza che cos'è, quelli che lottano ogni giorno per sopravvivere, non si uccidono mai.
Perché?
Forse in molti casi il suicidio è un capriccio di una civiltà troppo opulenta, così avvezza al benessere e ad un'apparente felicità da ritenere la morte di una persona cara o il tradimento del proprio coniuge una ragione sufficiente per togliersi la vita.
In realtà, anche le sofferenze più grandi, i dolori che appaiono insormontabili, in rapporto alla totalità, cioè all'insieme di cose buone e cattive che compongono la vita propria ed altrui, non sono altro che piccolezze.
[Modificato da umanista89 22/07/2005 23.01]