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Togliersi la vita è prerogativa di Dio o una libertà dell'uomo?

Ultimo Aggiornamento: 30/11/2007 11:59
27/08/2005 11:21
 
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Scritto da: MaBo The Lone Wolf 27/08/2005 1.42
e se invece togliersi la vita sia un estremo atto di coraggio.... pensandoci bene.....nessuno e dico NESSUNO sa esattamente cosa trovera una volta morto....



Chi muore di morte naturale o per un incidente non ha già pronto il tuor dell'aldilà..[SM=x40802]
28/08/2005 23:24
 
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Re:

Scritto da: MaBo The Lone Wolf 27/08/2005 1.42
bene scusate se mi intrometto ma da quello che posso vedere i post sembrano essere a senso unico....discorrere se sia giusto o no farlo non e da noi... a mio parere.... ognuno nel suo sa quanto soffre e quanto sia legittimato questo gesto... c'e chi poi lo vede come peccato e chi no....ma mi sembra che tutti confermino l'ipotesi che togliersi la vita e un atto di vigliaccheria una mancanza di voglia di lottare ancora....

ebbene esprimo il mio parere..... e se invece togliersi la vita sia un estremo atto di coraggio.... pensandoci bene.....nessuno e dico NESSUNO sa esattamente cosa trovera una volta morto.... chi crede puo credere di trovare il paradiso.... oppure un altra vita(buddisti etc).....chi non crede semplicemente un oblio che lo trasformera lentamente in polvere..... ad ogni modo si tratta di spezzare le radici fin ora costruite su questo mondo....sdraticare tutti i rapporti cosi difficoltosamente intessuti giorno per giorno con altri individui e cancellare la propia possibilita di far sentire al propia voce sul mondo.... in ogni caso si puo vedere il suicidio non come una fuga....ma piu come un salto nel vuoto.... un azione di coraggio.... tanto piu se quest'azione e motivata da una difficilissima e estenuante situazione nell'ambiente che si e soliti frequentare.... che so..... condizioni finanziarie e familiari disastrate....perdita di cari....prospettive future molto grigie.... si tratta a quel punto come sempre fa l'uomo di scegliere il propio male minore... morte o vita......lascio tutto o affronto tutto.... bianco o nero...insomma indietro non si torna e queso il succo del discorso... ma se si affronta il suicidio secondo questa prospettiva non solo e un atto di coraggio...ma siccome e motivata dalla difficile situazione che si vive....risulta anche essere un profondo atto d'amore verso se stessi.... qualcuno potrebbe obiettare che cosi come puo risultare un atto d'amore verso se stessi e anche un atto di egoismo.... il fatto e che pero vivendo in una societa decisamente egoistica cosi come si puo dire di quell'atto che ppuo presentare radici egoistiche...a giusta risposta si potrebbe obiettare.... ma gli altri che cosa hanno fatto per impedire cio???...

quindi il punto focale e questo..... a mio avviso il suicidio e un profondo atto di coraggio e di amore verso se stessi...e non e pazzia...cosi come il riposo dopo il lavoro e necessario al fine di poter continuare a lavorare la volta dopo... la morte ha nel suo risvolto la possibilita di ricamarsi il propio angolo di mondo...la propia scelta che ci e stata ingiustamente tolta dagli altri.... se il mondo ci rifiuta non vedo perche noi non possiamo rifiutare il mondo....

se poi mettiamo il caso che la perdita di una persona amata ci abbia sconvolto a tal punto da non riuscire piu a vedere la propia vita senza quella persona e ci ha spinti al desiderio di suicidarsi per raggiungerla dovunque essa sia andata....beh....alllora scusatemi ma questo per me non e solo coraggio e amore per se stessi....ma anche e sopratutto amore verso la persona amata....il suicidio a mio parere in questo caso diventa quasi una sorta di sacrificio di amore....

vivere la vita come un dono e importante ma viverla come scelta lo e molto di piu..... un dono prezioso ci viene donato e non puoi farci nulla..... io vivo perche mi hanno messo qui.. e quasi banale a dirlo... invece vivere la vita come scelta significa.....VOLER VIVERE e non perche mi hanno messo al mondo....ma perche ho deciso di farlo io.... con la mia mente il mio ragionamento e le mie esperienze


un saluto dal lupo spero inviti a riflettere




> e se invece togliersi la vita sia un estremo atto di coraggio....
in ogni caso si puo vedere il suicidio non come una fuga....ma piu come un salto nel vuoto.... un azione di coraggio.... tanto piu se quest'azione e motivata da una difficilissima e estenuante situazione nell'ambiente che si e soliti frequentare.... che so..... condizioni finanziarie e familiari disastrate....perdita di cari....prospettive future molto grigie.... si tratta a quel punto come sempre fa l'uomo di scegliere il propio male minore...


- per chi si uccide per sottrarsi a dei problemi o situazioni difficili ovviamente ci vuole più coraggio per continuare a vivere, e il salto nel vuoto diventa una speranza di finire i problemi. Se però, come dici tu, nessuno sa cosa gli aspetta dopo la morte, come fai a dire che con il suicidio sceglie il male minore?

>...la propia scelta che ci e stata ingiustamente tolta dagli altri.... se il mondo ci rifiuta non vedo perche noi non possiamo rifiutare il mondo....
se poi mettiamo il caso che la perdita di una persona amata ci abbia sconvolto a tal punto da non riuscire piu a vedere la propia vita senza quella persona e ci ha spinti al desiderio di suicidarsi per raggiungerla dovunque essa sia andata....beh....alllora scusatemi ma questo per me non e solo coraggio e amore per se stessi....ma anche e sopratutto amore verso la persona amata....il suicidio a mio parere in questo caso diventa quasi una sorta di sacrificio di amore…


- durante il Nazismo, molta gente è stata rifiutata dal mondo in cui era vissuta prima e si è trovata a vegetare nei lager in condizioni disumane, costretta a vedere soffrire e morire i propri cari. Tutta questa gente avrebbe fatto un gran piacere al regime di allora se si fosse data la morte da sola ma, se c'erano, penso che erano poche le persone che hanno rinunciato alla vita, fosse anche solo per non darla vinta ai boia e a quel sistema barbaro, ma anche per non rendere vano la speranza e per rispetto di chi non è potuto sopravvivere. Non si fa nessun piacere a un morto seguendolo nella morte, non è in questo modo che uno sacrifichi la propria vita per un altro. Sacrificare la propria vita è un atto estremo d'amore per salvare un altro dalla morte e anche questo, volendo, può essere considerato un suicidio che però non ha proprio niente dell'egoismo. Può tuttavia arrivare a delle forme aberranti d'eroismo, come lo è il folle fenomeno dei terroristi suicida che credono di fare del bene con il loro atto disperato che semina morte.

> vivere la vita come un dono e importante ma viverla come scelta lo e molto di piu..... un dono prezioso ci viene donato e non puoi farci nulla..... io vivo perche mi hanno messo qui.. e quasi banale a dirlo... invece vivere la vita come scelta significa.....VOLER VIVERE e non perche mi hanno messo al mondo....ma perche ho deciso di farlo io.... con la mia mente il mio ragionamento e le mie esperienze

- la vita è prima un dono e poi una scelta. La scelta risulta facile finché tutto va bene. Ma la vita va anche guadagnata, talvolta con il dolore, per viverla in tutta la sua profondità. Anche il dolore ha il suo valore che rende la vita di una persona più ricca. In genere la rende meno superficiale e costringe a guardare alle cose essenziali. C'è anche lo strano fenomeno di civettare (per noia?) con la morte da parte di chi ha la vita facile, come certi figli di gente benestante, che non hanno altre preoccupazioni che pensare a se stessi e al divertimento, per poi rischiare la vita, per esempio, con corse pazzesche in auto (rischiando la vita anche di altri), consumando droghe o compromettendo la salute in altro modo, cercando insomma problemi che la vita non gli ha dato.

Questo vale come riflessione?

[Modificato da rosa22253 28/08/2005 23.43]

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BENEDETTO COLUI CHE VIENE NEL NOME DEL SIGNORE!

"Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa"

Mt 16,18





La strada è lunga, ma non esiste che un mezzo per sapere dove può condurre, proseguire il cammino.
(don Tonino Bello)


ANDIAMO AVANTI!

02/09/2005 11:09
 
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Alcune riflessioni di Rosa mi hanno fatto riflettere...in effetti è vero che si trova più suicidi tra la gente diciamo di un ceto piuttosto alto(rispetto a coloro che magari vivono in condizioni disagiate)....allora mi chiedo: l'attaccamento alla vita è prerogativa di coloro che soffrono di più? e inoltre: non è che per la maggior parte dei casi, si decide di togliersi la vita perchè siamo annoiati di vivere una vita vuota?
Non so se può dar vita ad una discussione questa mia proposta, ma non è che in fondo mancano a queste persone una serie di valori, o anche più semplicemente un po' di motivi per vivere....non fosse altro la gioia di poter essere d'aiuto a qualcuno più sfortunato di lui?
Mi rendo conto che ci sono casi davvero disperati, e che la forza di continuare a vivere la si deve pur trovare...ma se si trova il coraggio di uccidersi (che è grande, perchè il suicidio è l'ultima incognita che l'uomo trova nella sua vita terrena) si può trovare anche il suo contrario, che è il coraggio di vivere...[SM=g27819] [SM=g27819]
02/09/2005 11:16
 
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Quotissssssssssssssssssssssimo!!!!!!!!![SM=x40800]
Il coraggio di vivere, ecco cosa si fa fatica a trovare! E cosa bisogna trovare!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!
02/09/2005 22:34
 
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questo e quello buono..... scusate ho fatto un bordello

Scritto da: rosa22253 28/08/2005 23.24


> e se invece togliersi la vita sia un estremo atto di coraggio....
in ogni caso si puo vedere il suicidio non come una fuga....ma piu come un salto nel vuoto.... un azione di coraggio.... tanto piu se quest'azione e motivata da una difficilissima e estenuante situazione nell'ambiente che si e soliti frequentare.... che so..... condizioni finanziarie e familiari disastrate....perdita di cari....prospettive future molto grigie.... si tratta a quel punto come sempre fa l'uomo di scegliere il propio male minore...


- per chi si uccide per sottrarsi a dei problemi o situazioni difficili ovviamente ci vuole più coraggio per continuare a vivere, e il salto nel vuoto diventa una speranza di finire i problemi. Se però, come dici tu, nessuno sa cosa gli aspetta dopo la morte, come fai a dire che con il suicidio sceglie il male minore?

>...la propia scelta che ci e stata ingiustamente tolta dagli altri.... se il mondo ci rifiuta non vedo perche noi non possiamo rifiutare il mondo....
se poi mettiamo il caso che la perdita di una persona amata ci abbia sconvolto a tal punto da non riuscire piu a vedere la propia vita senza quella persona e ci ha spinti al desiderio di suicidarsi per raggiungerla dovunque essa sia andata....beh....alllora scusatemi ma questo per me non e solo coraggio e amore per se stessi....ma anche e sopratutto amore verso la persona amata....il suicidio a mio parere in questo caso diventa quasi una sorta di sacrificio di amore…


- durante il Nazismo, molta gente è stata rifiutata dal mondo in cui era vissuta prima e si è trovata a vegetare nei lager in condizioni disumane, costretta a vedere soffrire e morire i propri cari. Tutta questa gente avrebbe fatto un gran piacere al regime di allora se si fosse data la morte da sola ma, se c'erano, penso che erano poche le persone che hanno rinunciato alla vita, fosse anche solo per non darla vinta ai boia e a quel sistema barbaro, ma anche per non rendere vano la speranza e per rispetto di chi non è potuto sopravvivere. Non si fa nessun piacere a un morto seguendolo nella morte, non è in questo modo che uno sacrifichi la propria vita per un altro. Sacrificare la propria vita è un atto estremo d'amore per salvare un altro dalla morte e anche questo, volendo, può essere considerato un suicidio che però non ha proprio niente dell'egoismo. Può tuttavia arrivare a delle forme aberranti d'eroismo, come lo è il folle fenomeno dei terroristi suicida che credono di fare del bene con il loro atto disperato che semina morte.

> vivere la vita come un dono e importante ma viverla come scelta lo e molto di piu..... un dono prezioso ci viene donato e non puoi farci nulla..... io vivo perche mi hanno messo qui.. e quasi banale a dirlo... invece vivere la vita come scelta significa.....VOLER VIVERE e non perche mi hanno messo al mondo....ma perche ho deciso di farlo io.... con la mia mente il mio ragionamento e le mie esperienze

- la vita è prima un dono e poi una scelta. La scelta risulta facile finché tutto va bene. Ma la vita va anche guadagnata, talvolta con il dolore, per viverla in tutta la sua profondità. Anche il dolore ha il suo valore che rende la vita di una persona più ricca. In genere la rende meno superficiale e costringe a guardare alle cose essenziali. C'è anche lo strano fenomeno di civettare (per noia?) con la morte da parte di chi ha la vita facile, come certi figli di gente benestante, che non hanno altre preoccupazioni che pensare a se stessi e al divertimento, per poi rischiare la vita, per esempio, con corse pazzesche in auto (rischiando la vita anche di altri), consumando droghe o compromettendo la salute in altro modo, cercando insomma problemi che la vita non gli ha dato.

Questo vale come riflessione?

[Modificato da rosa22253 28/08/2005 23.43]




- per chi si uccide per sottrarsi a dei problemi o situazioni difficili ovviamente ci vuole più coraggio per continuare a vivere, e il salto nel vuoto diventa una speranza di finire i problemi. Se però, come dici tu, nessuno sa cosa gli aspetta dopo la morte, come fai a dire che con il suicidio sceglie il male minore?
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dunque entrambi convergiamo ad un pensiero centrale rispetto al tema del suicidio... NESSUNO SA COSA C'E DOPO LA MORTE... ma giust'appunto un fedele dovrebbe quanto mai immaginarlo.... con la morte ci si ricongiunge al propio aldila... quindi al propio Dio... c'e una suppposta garanzia... insomma si sa che dall'altra parte c'e qualcosa ma non si sa bene definirlo... per un credente il salto quindi dovrebbe risultare piu facile.... ecco perche sempre logico il dettame biblico per cui chi si suicida va direttamente all'inferno.... piu che altro sembra un qualcosa di scritto ad DOC per la situzione cosi da evitare stupidi suicidi di massa o eventuali sacrifici....
ma per un non credente.... e si ritorna al punto di partenza....
spesso ci si suicida anche per sfuggire alla banalita della vita.... quindi non c'e sempre una causale grave.... ma capita anche che la causale sia la gretta e ripetitiva monotonia di una vita sempre piu affogata dal grigiore quotidiano...
quindi non e una questione di e giusto lottare contro le insidie della vita... perche in questi casi di insidie non ve ne sono.... anzi sembra propio che sia la mancanza di esse che con i loro stimoli causi una lenta deressione fino al baratro.... quindi come spieghi questo?...a mio parere in tal caso non c'e un male minore da scegliere ma solo una plausibile alternativa....
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- durante il Nazismo, molta gente è stata rifiutata dal mondo in cui era vissuta prima e si è trovata a vegetare nei lager in condizioni disumane, costretta a vedere soffrire e morire i propri cari. Tutta questa gente avrebbe fatto un gran piacere al regime di allora se si fosse data la morte da sola ma, se c'erano, penso che erano poche le persone che hanno rinunciato alla vita, fosse anche solo per non darla vinta ai boia e a quel sistema barbaro, ma anche per non rendere vano la speranza e per rispetto di chi non è potuto sopravvivere. Non si fa nessun piacere a un morto seguendolo nella morte, non è in questo modo che uno sacrifichi la propria vita per un altro. Sacrificare la propria vita è un atto estremo d'amore per salvare un altro dalla morte e anche questo, volendo, può essere considerato un suicidio che però non ha proprio niente dell'egoismo. Può tuttavia arrivare a delle forme aberranti d'eroismo, come lo è il folle fenomeno dei terroristi suicida che credono di fare del bene con il loro atto disperato che semina morte
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citi il nazismo e giusto appunto la piu terribile conseguenza del nazismo i lager..... ebbene di gente che dentro i lager si suicidava c'e ne stata eccome... e comuque i lager stesso era pensato per uccidere lentamente con un lavoro massacrante i propi deportati... quindi credo che il suicidio di quest'ultimi nei lager non sia stata poi una cosi grande gioia da parte di quei nazisiti che li avevano imprigionati....come dici tu le banche e le grandi imprese dell'epoca avevano un grande guadagno dal lavoro forzato nei lager quindi il suicidio di un buon lavoratore minava gli introiti di quegli aguzzini.... e poi da come ne scrivi sembra che anche tu giustifichi quei suicidi n quella determinata situazione.... e poi anche tu come me sei del parere che morire per chi si ama sia un sacrificio giusto e non un atto di egoismo....quindi anche qui sembra che le nostre idee convergano... ma come e giusto sacrificarsi per salvarela vita di chi si ama e giusto anche sacrificarsi per salvare cio che piu si ama....come il rapporto pre-esistente che ci poteva essere tra un uomo e una donna.... in fondo continuare a vivere il resto della propia vita come vegetali pensando a cio che sarebbe potuto essere non e una sorta di suicidio??...
e infine mi citi i folli fondamentalisti che si suicidano per la loro causa.... ma su questo livello possiamo mettere anche tutti coloro che credono in una causa fino alla morte.... un soldato ad esempio che parte per la guerra per difendere la propia patria sapendo benissimo che potra essere amazzato durante il conflitto non e in fondo un suicida?..... cosi come un martire....e il nostro calendario e pieno di martiri santificati....che pur di non dare il contentito a un pretore romano si sono fatti azzannare dai leoni....ben sapendo la fine che avrebbero fatto.... non e forse ancvhe questo una sorta di suicidio?.... potevano scegliere di vivere continuando a pregare di nascosto( come avevano sempre fatto) il loro Dio oppure andare incontro a morte certa contro dei feroci leoni dentro un colosseo.... spesso la storia ci presenta uomini che sacrificarono la loro vita per un ideale in cui credevano.... quando avrebbero potuto benissimo abbassare oggi il capo per rialzarlo domani MA per questione di puro PRINCIPIO non l'hanno fatto.... si sono fatti ammazzare per PRINCIPIO.... non piu per la loro idea.... ma per il principio che quella loro idea valesse il loro sacrificio.... beh.... non sono anche questi in fondo suicidi?...


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- la vita è prima un dono e poi una scelta. La scelta risulta facile finché tutto va bene. Ma la vita va anche guadagnata, talvolta con il dolore, per viverla in tutta la sua profondità. Anche il dolore ha il suo valore che rende la vita di una persona più ricca. In genere la rende meno superficiale e costringe a guardare alle cose essenziali. C'è anche lo strano fenomeno di civettare (per noia?) con la morte da parte di chi ha la vita facile, come certi figli di gente benestante, che non hanno altre preoccupazioni che pensare a se stessi e al divertimento, per poi rischiare la vita, per esempio, con corse pazzesche in auto (rischiando la vita anche di altri), consumando droghe o compromettendo la salute in altro modo, cercando insomma problemi che la vita non gli ha dato.
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qui invece mi soffermo prima sulla seconda parte che sulla prima..... sono anche io dell'idea che l'opulenza consumistica di questa societa abbia portato tanti poveri decelebrati figli di papa a "civettare" di morte.... e che la cultura stessa della morte stia aumentando a dismisura portando la vita umana e il valore che essa possiede di diritto a meno di zero.... ma ritorno al primo pensiero di questo post.....e sse stessero semplicemente sfuggendo dalla banalita di una vita mondana ed edonistica?... insomma pur restando un vero e propio crimine il voler bruciare la propia vita con simili "cazzate" (scusate il francesismo) e pur sempre una loro scelta.... e in fondo il rigetto di una societa impostata nel modo sbagliato....quando si ha troppo si tendo a desiderare il nulla.... ma cio accade ancvhe in natura.... i lemming dei piccoli roditori della steppa quando sono in numero spropositato compiono dei veri e propi suicidi di massa.... e non perche la steppa non possa fornire loro tutto il cibo che gli serve...al contrario e dimostrato che potrebbero sopravvivere comunque....anzi...propio perche in numero maggiore sono piu forti difronte ai predatori....o almeno hanno piu possibilita di sopravvivere sperando che il rapace di turno prenda il vicino piuttosto che se stessi... quindi uscendo dalla logica entrano in una specie di isteria di massa e si suicidano..... un po come capita alle locuste... che alla fine muoiono per l'aver troppo consumato il cibo che le circondava.... quindi penso che sia strattamente fisiologico il tentare di fuoriuscuire dallla banalita o da un certo ordine stabilito entrando cosi in uno stato di frenesia totale....
riguardo alla prima parte invece che e quella che mi ha colpito di piu posso rispondere a:

- la vita è prima un dono e poi una scelta. La scelta risulta facile finché tutto va bene. Ma la vita va anche guadagnata, talvolta con il dolore, per viverla in tutta la sua profondità. Anche il dolore ha il suo valore che rende la vita di una persona più ricca.

al contrario a mio parere pensandola come un dono si ha la netta impressione che ci sia dovuto qualcosa...e che quindi siamo messi al mondo non perche lo vogliamo o perche desideriamo combattere giorno dopo giorno...ma perche e capitato a noi... non e assolutamente vero che la scelta dura solo finche tutto va bene... chi ha una giusta considerazione di se stesso sa che che ogni scelta implichera qualcosa di positivo e qualcosa di negativo... per la legge della causa e dell'effetto.... ma che siccome HA DECISO di continuare a vivere prendera cio che e di buono e cio che e di cattivo..... a mio parere vivendola come dono si viene portati a crede che cio che c'e di buono e parte del dono e cio che ci sia di cattivo vada accettato come parte del dono se non addirittura come suo arricchimento.... a mio parere e errato... cio che non ci va bene dobbiamo lottare per cambiarlo...dobbiamo fare di tutto per cambiare il nostro dolore in qualcosa di positivo... accettare il dolore come dici tu e una pazzia... ma accettarlo come parte di un inizio di cambiamento in positivo e a mio avviso l'unica cosa accettabile....altrimenti che ci stiamo a fare su questo mondo se non ci diamo da fare per migliorarlo... al seguito di un motto proverbiale meglio fare del bene che non fare nulla di male


un saluto e devo dire che e un piacere parlare con te
prima...avrai paura.
dopo...ci sara il panico.
poi...il terrore.
e infine...be...non ci sara una fine.

piu ti avvicina alla luce piu la tua ombra si allarga.
e io sono la tua ombra.

aaaaaaaauuuuuuuuuuuuuuuuuurrggghh
02/09/2005 22:37
 
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scusate ho fatto un po di casini nel mandare il messagggio..... avendo scritto troppo mi si e sloggato il nick....e quindi son riuscito a riportare solo una parte del mio post nella prima risposta.....ma e la seconda quella buona....

sarebbbe meglio cancellare il primo post..... poi non so.... dipende dai voi moderatori il mio e solo un consiglio....



ciao a tutti


prima...avrai paura.
dopo...ci sara il panico.
poi...il terrore.
e infine...be...non ci sara una fine.

piu ti avvicina alla luce piu la tua ombra si allarga.
e io sono la tua ombra.

aaaaaaaauuuuuuuuuuuuuuuuuurrggghh
05/09/2005 16:03
 
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un saluto a tutti.... volevo segnalare alla direzione del forum del mio errore di postare due messaggi consecuitivi identici se non nell'ultima parte....il primo messagggio e quello incompleto se volete potete cancellarlo....anzi sarebbe meglio giusto per evitare la seccatura di chi segue il forum di leggersi due volte la stessa fanfrina


prima...avrai paura.
dopo...ci sara il panico.
poi...il terrore.
e infine...be...non ci sara una fine.

piu ti avvicina alla luce piu la tua ombra si allarga.
e io sono la tua ombra.

aaaaaaaauuuuuuuuuuuuuuuuuurrggghh
05/09/2005 16:29
 
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Re: questo e quello buono..... scusate ho fatto un bordello

Scritto da: MaBo The Lone Wolf 02/09/2005 22.34


.... un saluto e devo dire che e un piacere parlare con te



Grazie, anche per me! Vorrei anggiungere e approfondire ancora un paio di cose, ma devo rimandare. Purtroppo nelle prossime due settimane non posso fare altro che dare una veloce occhiata al forum. Comunque ... ci risentiamo [SM=g27811]
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La strada è lunga, ma non esiste che un mezzo per sapere dove può condurre, proseguire il cammino.
(don Tonino Bello)


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29/09/2005 01:05
 
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Eccomi a riprendere il filo del nostro discorso [SM=g27823] J.

E' passato più tempo del previsto. Sono stata via per un po', molto occupata poi … e dopo non funzionava bene il mio computer! Adesso però sono pronta a commentare le tue riflessioni:

- dunque entrambi convergiamo ad un pensiero centrale rispetto al tema del suicidio... NESSUNO SA COSA C'E DOPO LA MORTE...


> sì, se lo intendi in senso "scientifico". Comunque tu prosegui così …

- …ma giust'appunto un fedele dovrebbe quanto mai immaginarlo.... con la morte ci si ricongiunge al propio aldila... quindi al propio Dio... c'e una suppposta garanzia... insomma si sa che dall'altra parte c'e qualcosa ma non si sa bene definirlo... per un credente il salto quindi dovrebbe risultare piu facile.... ecco perche sempre logico il dettame biblico per cui chi si suicida va direttamente all'inferno.... piu che altro sembra un qualcosa di scritto ad DOC per la situzione cosi da evitare stupidi suicidi di massa o eventuali sacrifici....
ma per un non credente.... e si ritorna al punto di partenza....
spesso ci si suicida anche per sfuggire alla banalita della vita.... quindi non c'e sempre una causale grave.... ma capita anche che la causale sia la gretta e ripetitiva monotonia di una vita sempre piu affogata dal grigiore quotidiano...
quindi non e una questione di e giusto lottare contro le insidie della vita... perche in questi casi di insidie non ve ne sono.... anzi sembra propio che sia la mancanza di esse che con i loro stimoli causi una lenta deressione fino al baratro
.... quindi come spieghi questo?...a mio parere in tal caso non c'e un male minore da scegliere ma solo una plausibile alternativa....


> Penso che sia il motivo più stupido per suicidarsi. Per sfuggire al grigiore e alla banalità della vita basta cambiarla. Bisogna però anche essere disposto a metterci dell'impegno e coraggio ed essere deciso a non farsi soprafare dalla situazione. Se guardiamo alla gente che è piena di vita, scopriamo sempre persone pronte a dedicarsi a qualcosa in cui credono e per cui sono pronte ad assumersi dei rischi … invece di rischiare la vita in cose insensate. Tuttavia penso che siano poche le persone che si uccidano a causa del "grigiore" della propria vita, ma spesso - e con ogni probabilità senza essere consapevole di questo - uccidono lentamente il loro corpo e la loro anima cercando di compensare quel vuoto della vita quotidiana con degli eccessi vari come troppo cibo, alcol e altre droghe, sfogandosi con il sesso, cercando litigi eccetera, o rischiando - come già detto - la vita in imprese pazzesche e pericolose.

Se però tu parli della depressione come malattia, questa va curata e si può pure venirne fuori.

- citi il nazismo e giusto appunto la piu terribile conseguenza del nazismo i lager..... ebbene di gente che dentro i lager si suicidava c'e ne stata eccome... e comuque i lager stesso era pensato per uccidere lentamente con un lavoro massacrante i propi deportati... quindi credo che il suicidio di quest'ultimi nei lager non sia stata poi una cosi grande gioia da parte di quei nazisiti che li avevano imprigionati....come dici tu le banche e le grandi imprese dell'epoca avevano un grande guadagno dal lavoro forzato nei lager quindi il suicidio di un buon lavoratore minava gli introiti di quegli aguzzini …

> Stiamo parlando dei lager di sterminio! I nazisti hanno studiato vari modi per uccidere tutta questa gente. Hanno persino inventato docce dai quali, invece d'acqua usciva del gas letale. Per cui …
Penso che certamente ci siano stati dei suicidi nei lager, ma stranamente non ne ho mai letto da nessuna parte. Tuttavia, la stragrande maggioranza degli internati ha scelto di resistere all'orrore, anche se purtroppo erano in tanti a morire.

- e poi da come ne scrivi sembra che anche tu giustifichi quei suicidi n quella determinata situazione....
> Non li giustifico, li comprendo.

- e poi anche tu come me sei del parere che morire per chi si ama sia un sacrificio giusto e non un atto di egoismo....
> Morire per salvare qualcuno è un sacrificio d'amore. Suicidarsi perché è morta una persona amata è comprensivo, tuttavia è sbagliato.

- quindi anche qui sembra che le nostre idee convergano...
> mah? [SM=g27835]

- ma come e giusto sacrificarsi per salvarela vita di chi si ama e giusto anche sacrificarsi per salvare cio che piu si ama....come il rapporto pre-esistente che ci poteva essere tra un uomo e una donna.... in fondo continuare a vivere il resto della propia vita come vegetali pensando a cio che sarebbe potuto essere non e una sorta di suicidio??...

> E se la vita avesse riservato per te ancora altri piani? Anche riguardo all'amore? La morte rende tutto diverso. Quale sicurezza c'è di ritrovare la persona amata suicidandosi? E se la trovi - che il rapporto sia quello di prima? In che modo si salva quest'amore … finendo sui giornali strappalacrime come storia tristemente romantica e commovente?

- e infine mi citi i folli fondamentalisti che si suicidano per la loro causa.... ma su questo livello possiamo mettere anche tutti coloro che credono in una causa fino alla morte
> sì, fino a un certo punto, poi bisogna distinguere

- .... un soldato ad esempio che parte per la guerra per difendere la propia patria sapendo benissimo che potra essere amazzato durante il conflitto non e in fondo un suicida?..... cosi come un martire....e il nostro calendario e pieno di martiri santificati....che pur di non dare il contentito a un pretore romano si sono fatti azzannare dai leoni....ben sapendo la fine che avrebbero fatto.... non e forse ancvhe questo una sorta di suicidio?.... potevano scegliere di vivere continuando a pregare di nascosto( come avevano sempre fatto) il loro Dio oppure andare incontro a morte certa contro dei feroci leoni dentro un colosseo.... spesso la storia ci presenta uomini che sacrificarono la loro vita per un ideale in cui credevano.... quando avrebbero potuto benissimo abbassare oggi il capo per rialzarlo domani MA per questione di puro PRINCIPIO non l'hanno fatto.... si sono fatti ammazzare per PRINCIPIO.... non piu per la loro idea.... ma per il principio che quella loro idea valesse il loro sacrificio.... beh.... non sono anche questi in fondo suicidi?

> Riguardo al soldato: in caso d'invasione protegge la sua patria a costo della propria vita. Difende tuttavia una sua causa. Invece i soldati che invadono le patrie altrui? Spesso non hanno scelta e sono costretti. Eppure, molti soldati vanno oltre al dovuto e a quanto basta per difendere la propria patria o causa e diventano macellai, stupratori e così via... Considerare un soldato suicida non mi sembra l'espressione giusta. Tuttavia in guerra ci sono certamente anche dei casi di eroismo da parte di soldati che rischiano la vita per salvare altri.
I poveri suicidi integralisti deviati che si fanno saltare in aria uccidendo gente innocente credono anche loro nella loro causa, di fare il bene del proprio popolo e magari anche la volontà di Allah. Li comprendo fino ad un certo punto, ma certamente non li giustifico.
I santi invece non si tolgono la vita, ma scelgono di farsi ammazzare piuttosto di rinnegare Dio. Se farsi ammazzare per una causa fosse considerato un suicidio … anche Gesù Cristo sarebbe un suicida.

-..... sono anche io dell'idea che l'opulenza consumistica di questa societa abbia portato tanti poveri decelebrati figli di papa a "civettare" di morte.... e che la cultura stessa della morte stia aumentando a dismisura portando la vita umana e il valore che essa possiede di diritto a meno di zero.... ma ritorno al primo pensiero di questo post.....e sse stessero semplicemente sfuggendo dalla banalita di una vita mondana ed edonistica?... insomma pur restando un vero e propio crimine il voler bruciare la propia vita con simili "cazzate" (scusate il francesismo) e pur sempre una loro scelta.... e in fondo il rigetto di una societa impostata nel modo sbagliato....quando si ha troppo si tendo a desiderare il nulla.... ma cio accade ancvhe in natura.... i lemming dei piccoli roditori della steppa quando sono in numero spropositato compiono dei veri e propi suicidi di massa.... e non perche la steppa non possa fornire loro tutto il cibo che gli serve...al contrario e dimostrato che potrebbero sopravvivere comunque....anzi...propio perche in numero maggiore sono piu forti difronte ai predatori....o almeno hanno piu possibilita di sopravvivere sperando che il rapace di turno prenda il vicino piuttosto che se stessi... quindi uscendo dalla logica entrano in una specie di isteria di massa e si suicidano..... un po come capita alle locuste... che alla fine muoiono per l'aver troppo consumato il cibo che le circondava.... quindi penso che sia strattamente fisiologico il tentare di fuoriuscuire dallla banalita o da un certo ordine stabilito entrando cosi in uno stato di frenesia totale....

> Allora, secondo te, non siamo altro che piccoli animali?

- riguardo alla prima parte invece che e quella che mi ha colpito di piu posso rispondere a:

la vita è prima un dono e poi una scelta. La scelta risulta facile finché tutto va bene. Ma la vita va anche guadagnata, talvolta con il dolore, per viverla in tutta la sua profondità. Anche il dolore ha il suo valore che rende la vita di una persona più ricca.

al contrario a mio parere pensandola come un dono si ha la netta impressione che ci sia dovuto qualcosa...e che quindi siamo messi al mondo non perche lo vogliamo o perche desideriamo combattere giorno dopo giorno...ma perche e capitato a noi... non e assolutamente vero che la scelta dura solo finche tutto va bene... chi ha una giusta considerazione di se stesso sa che che ogni scelta implichera qualcosa di positivo e qualcosa di negativo... per la legge della causa e dell'effetto.... ma che siccome HA DECISO di continuare a vivere prendera cio che e di buono e cio che e di cattivo..... a mio parere vivendola come dono si viene portati a crede che cio che c'e di buono e parte del dono e cio che ci sia di cattivo vada accettato come parte del dono se non addirittura come suo arricchimento.... a mio parere e errato... cio che non ci va bene dobbiamo lottare per cambiarlo...dobbiamo fare di tutto per cambiare il nostro dolore in qualcosa di positivo... accettare il dolore come dici tu e una pazzia... ma accettarlo come parte un inizio di cambiamento in positivo e a mio avviso l'unica cosa accettabile....altrimenti che ci stiamo a fare su questo mondo se non ci diamo da fare per migliorarlo... al seguito di un motto proverbiale meglio fare del bene che non fare nulla di male

- E' questo che ha fatto Gesù Cristo: ha cambiato il dolore, il male, in qualcosa di positivo: l'ha trasformato nella nostra salvezza! Vedi che abbiamo tante idee in comune: Il dolore va accettato per cambiarlo in qualcosa di positivo. Vuol dire reagire, cambiare soprattutto se stessi in positivo, andare oltre la leggerezza, il superficiale, l'apatia! Questo ci fa crescere e rende la nostra vita più profonda, più ricca e più ... viva. Essere costretti a confrontare situazioni difficili e superarli ci rende più forti e allo stesso tempo più sensibili, più attenti, più comprensivi, dà nuove dimensioni all'anima e fa comprendere il vero valore della vita, rendenoci più grati e più gioiosi i momenti felici!
Chi si uccide ci rinuncia.

[Modificato da rosa22253 29/09/2005 1.27]

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29/09/2005 04:20
 
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Giusto un piccolo "flash"
A proposito di "lager-suicidio".

Primo Levi dal lager c'è uscito. Ed tornato a casa.
Ha scritto dei fantastici libri, grazie ai quali abbiamo presente un po' meglio cosa furono i campi di sterminio.

Eppure tutte le mattine si svegliava matido di sudore, nelle orecchie aveva ancora "Aufstehen".

Nel 1987, a 68 anni, 42 anni dopo essere uscito dal lager, si toglie la vita.

Francamente, non mi sento di giudicare se il suo gesto è stato lecito o meno, stupido o intelligente o quant'altro.
29/09/2005 10:09
 
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Re: Giusto un piccolo "flash"

Scritto da: astrodanzante 29/09/2005 4.20
A proposito di "lager-suicidio".

Primo Levi dal lager c'è uscito. Ed tornato a casa.
Ha scritto dei fantastici libri, grazie ai quali abbiamo presente un po' meglio cosa furono i campi di sterminio.

Eppure tutte le mattine si svegliava matido di sudore, nelle orecchie aveva ancora "Aufstehen".

Nel 1987, a 68 anni, 42 anni dopo essere uscito dal lager, si toglie la vita.

Francamente, non mi sento di giudicare se il suo gesto è stato lecito o meno, stupido o intelligente o quant'altro.



So ti Primo Levi. Ci saranno anche altri che si sono tolti la vita dopo aver vissuto gli orrori dei lager o riescono a stento continuare a vivere. E io non giudico nessuno. Ma tra uscire distrutto da un'esperienza d'orrore e togliersi la vita per "grigiore quotidiano", vale a dire per una vita mediocre che tu potresti cambiare se ci mettessi dell'impegno e un po' di fegato, c'è un abisso. Se la società ti dà la nausea, ricordati che anche tu sei parte della società e perciò hai anche la possibilità - se non il dovere - di cambiarla, almeno per quanto riguarda te stesso.
Permettimi di trovare stupido e anche vile togliersi la vita per noia!
Un suicidio non è mai giustificabile, perché vorrebbe dire trovarlo "giusto" in certe circostanze, sarebbe come dire ad un candidato suicida: hai ragione, fai pure, ammazzati! La tua vita è un tale disastro, per te non c'è speranza!
Sì, ci sono delle circostanze estreme e disperate dove il suicidio possa essere preso in considerazione. Un malato terminale può avere questo desiderio se soffre. Chi però ha fede e sa di essere nella mano di Dio, non lo metterà in atto. Chi invece sacrifica la propria vita per salvare un'altra compie il più grande atto d'amore.

[Modificato da rosa22253 29/09/2005 21.02]

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29/09/2005 19:27
 
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scrittori-suicidi
Cio dei scrittori-suicidi non posso comprendere mai. Esempi egregi per me- Primo Levi e Stefan Zweig, due scrittori che ammiro tantissimo! Come possono togliersi la vita uomi cosi dotati,intelligenti e colti? Ovviamente, hanno mancato una
fede positiva...
30/09/2005 00:11
 
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Un suicidio non è mai giustificabile, perché vorrebbe dire trovarlo "giusto" in certe circostanze, sarebbe come dire ad un candidato suicida: hai ragione, fai pure, ammazzati! La tua vita è un tale disastro, per te non c'è speranza!



Non vedo dove sia il problema: "fai pure, ammazzati!" è sempre e per forza sbagliato?
30/09/2005 12:26
 
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Re:

Scritto da: Pigkappa 30/09/2005 0.11

Non vedo dove sia il problema: "fai pure, ammazzati!" è sempre e per forza sbagliato?



Esiste forse un caso dove "fai pure ammazzati " sia giusto?[SM=g27833]
30/09/2005 14:22
 
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"Io mi stanco di vivere, non ne ho effettivamente più voglia e non ho intendo cambiare la mia vita; inoltre, non mi fa paura la morte, anzi la sento come via di salvezza"

Ad un pensiero così, non si può rispondere "Fai pure, ammazzati", fuori dall'ottica religiosa?
30/09/2005 16:02
 
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Re:

Scritto da: Pigkappa 30/09/2005 14.22
"Io mi stanco di vivere, non ne ho effettivamente più voglia e non ho intendo cambiare la mia vita; inoltre, non mi fa paura la morte, anzi la sento come via di salvezza"

Ad un pensiero così, non si può rispondere "Fai pure, ammazzati", fuori dall'ottica religiosa?


Secondo me chi fa un discorso del genere ha bisogno urgente di ricovero in una clinica psichiatrica (non sto scherzando: probabilmente soffre di una fortissima depressione o di squilibri della psiche, e in quanto tale va aiutato e curato).
"Nonostante la loro tendenza a costruire Morti Nere, mi sono sempre considerato un tipo da Impero" - Sheldon Cooper, da The Big Bang Theory
30/09/2005 22:27
 
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"La pensa in quel modo, quindi dobbiamo curarlo"? No, non mi piace. Perchè la morte non può essere scelta e basta, senza che la gente provi ad impedirlo?
02/10/2005 12:08
 
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ma...
vorrei capire, aldilà dei valori religiosi, quante persone lascerebbero morire un proprio parente(dai più stretti a quelli più lontani) senza far nulla, dicendo anzi "Fai pure, ammazzati"...non pensi che sia molto facile parlare così solo perchè non ne siamo colpiti in maniera personale?
La morte e il suicidio nella mia coscienza cristiana di credente non è argomento da prendere in discussione.E' logico che in un discorso religioso, per un ateo o comunque per una persona di un'altra religione il suicidio può non avere la stessa valenza che ha per me.Tuttavia vi sono delle considerazioni a livello di afetti familiari che dovrebbero essere presi in considerazione senza soffermarsi solo sui propri egoismi.
10/01/2006 20:58
 
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Dopo la morte siamo sicuri che la vita prosegua?

[Modificato da |Burzum| 10/01/2006 21.00]

11/01/2006 23:07
 
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Re: Re:

Scritto da: rosa22253 25/08/2005 1.19
Per chi non crede: che significato ha la vita? Vivere o non vivere, che differenza fa? Cosa vuol dire: credere in niente? Che cos'è questo niente? Salvo non fare mai delle riflessioni: uno non può non farsi un'idea della vita.



per chi crede: la vita ha un significato al di fuori dell'ottica religiosa? cosa vuol dire credere ciecamente in qualcosa senza porsi domande ma prendendo tutto per oro colato? queste sono le riflessioni? credere e seguire le riflessioni fatte da altri? e se la vita è di dio, non è nostra... wow che libertà!
e se uno non crede in dio, o non nel dio cristiano... non ha una vita? di chi è la sua vita? non vive?
come posso fare per essere libera? mi devo ammazzare per affermare che la vita me la sono scelta?
poi egoismo e altruismo.... uno che pensa al suicidio è in un momento talmente delicato della sua vita che penso sia del tutto giustificato che pensi solo a se stesso: vuoi mandare a pXXXXXe la tua vita, te ne devi fregare di altri valori?
morire è poi un atto senza ritorno, è necessariamente più coraggioso del continuare a vivere nella speranza di un domani migliore...
discorso un po' cinico forse, e probabilmente confusionale ma vabbè...
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