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L'occhio critico e obiettivo di Sandro Magister in chiesa.com

Ultimo Aggiornamento: 23/12/2008 16:30
23/02/2006 20:29
 
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I dieci mesi di Pontificato di Benedetto XVI!!

Programma: restituire alla verità il suo splendore



Dall’elezione di Joseph Ratzinger a papa sono passati dieci mesi. È possibile individuarvi un percorso coerente e unitario? La mia risposta è sì.



Guardiamo al primo grande atto pubblico di Benedetto XVI: la sua prima messa in piazza San Pietro, domenica 24 aprile.

In essa, al Vangelo, sono risuonate queste parole di Gesù: “Io sono la via, la verità e la vita. Nessuno viene al Padre se non per mezzo di me”.

Sono le parole che l’arte cristiana ha quasi sempre posto al centro delle sue raffigurazioni di Cristo, il Cristo Risorto, il “Pantokrator” reggitore dell’universo: nel libro del Vangelo da lui tenuto aperto su quelle parole, perché tutti noi le leggessimo.

La “Dominus Jesus” – la controversa dichiarazione del 6 agosto 2000 “sull’unicità e l’universalità salvifica di Gesù Cristo e della Chiesa” – non è quindi stata un’invenzione di Ratzinger teologo. Essa semplicemente dice l’essenza della Rivelazione del Nuovo ed Eterno Testamento.


* * *

Guardiamo ora al secondo grande atto pubblico del pontificato di Benedetto XVI: la sua prima messa a San Giovanni in Laterano, la cattedrale del vescovo di Roma, sabato 7 maggio.

In essa, Benedetto XVI ha affermato che “il papa non deve proclamare la proprie idee, bensì vincolare costantemente se stesso e la Chiesa all'obbedienza verso la Parola di Dio, di fronte a tutti i tentativi di adattamento e di annacquamento, come di fronte a ogni opportunismo”.

Questo dunque è il programma enunciato fin dall’inizio da papa Benedetto: restituire alla verità – che in definitiva è Cristo – il suo primato e il suo splendore.

In dieci mesi, egli ha mostrato di volerlo attuare in tutti i campi: nella sua prima enciclica, nella liturgia, nella catechesi, nel diritto, nella pastorale, nel magistero dei vescovi, nell’applicazione del Concilio Vaticano II, nell’azione per la pace...

NELL’ENCICLICA

La prima enciclica di Benedetto XVI, pubblicata lo scorso 25 gennaio, si identifica in pieno col suo programma: dire la verità dell’amore, “parola oggi così sciupata, consumata, abusata”. Mostrare che “Deus est caritas”.

L’enciclica è una lettera al popolo cristiano ma si rivolge anche ai lontani, ai “laici”, ai senza fede. A tutti Benedetto XVI dice: Questo è il vero cuore della fede cristiana. Sappiàtelo. Con un Dio come questo, abbiate la forza di vivere “come se Dio ci fosse” anche se non avete la forza di credere. Vivete come se nel creato e nella “voce sommessa ma chiara” della coscienza di ogni uomo ci sia la sua impronta: una legge “naturale” che difende la vita di ogni uomo “dal concepimento fino alla morte naturale”.

Sull’osservanza di questa legge comune il papa ha chiesto unità d’azione ai non cattolici, agli ebrei, ai musulmani, ai non religiosi.

NELLA LITURGIA

Alla celebrazione della messa Benedetto XVI ha voluto restituire la verità espressa dalla grande tradizione liturgica.

La presenza reale del Cristo nell’eucaristia è vera, verissima, non simbolica, ha detto il papa in molti modi. L’ha detto anche nel suo adorare l’ostia consacrata in silenzio e in ginocchio, con il milione di giovani a Colonia – in terra protestante! – e con i centomila bambini della prima comunione a Roma in piazza San Pietro.

All’osservanza fedele della vera tradizione liturgica il papa ha richiamato, in particolare, il Cammino Neocatecumenale: uno dei movimenti cattolici più rigogliosi dell’ultimo mezzo secolo, che però spesso modifica e utilizza la messa come “strumento” di espansione missionaria, invece che accettarla e celebrarla come opera di Dio, “culmine e fonte” della vita cristiana.

NELLA CATECHESI

Pubblicando il compendio a domande e risposte del catechismo della Chiesa cattolica, Benedetto XVI ha voluto offrire ai “semplici” – prima che ai dotti – una guida alle verità della fede.

Il papa ha curato di persona l’edizione e il lancio di questo compendio. Ha voluto anche dotarlo – non come corredo ma come parte integrante – di quattordici immagini d’arte sacra da lui personalmente scelte. E alla prima di queste immagini, un’icona di Cristo conservata al Monte Athos, ha dedicato parte dell’omelia del 29 giugno, festa dei santi Pietro e Paolo.

Il papa ha impegnato se stesso a restituire verità all’arte cristiana, così come alla grande tradizione della musica liturgica.

NEL MAGISTERO DEI VESCOVI

Ai vescovi che ritiene timidi, dubbiosi, reticenti nell’insegnare la vera dottrina Benedetto XVI ha rivolto richiami severi.

Ha detto ad esempio ai vescovi austriaci: “Esistono temi, relativi alla verità di fede e soprattutto alla dottrina morale, che nelle vostre diocesi non sono presenti in maniera sufficiente nella catechesi e nell'annuncio e che, a volte, non vengono affrontati affatto o non nel senso chiaro inteso dalla Chiesa. Forse i responsabili dell'annuncio temono che le persone possano allontanarsi se si parla troppo chiaramente. Tuttavia, l'esperienza dimostra che accade proprio il contrario. Non fatevi illusioni! Un insegnamento cattolico che viene offerto in maniera incompleta, è una contraddizione in sé e non può essere fecondo nel lungo periodo”.

NEL DIRITTO E NELLA PASTORALE

Inaugurando l’anno giudiziario, in Vaticano, lo scorso 28 gennaio, Benedetto XVI ha messo in guardia dal ridurre la “carità pastorale” ad “atteggiamenti compiacenti” contrari alla verità delle cose.

Ha ribadito che “il fondamentale punto di incontro tra diritto e pastorale è l'amore per la verità”.

E ha ammonito a non “oscurare” quella verità che è “l'indissolubilità del matrimonio” in quanto “appartenente all'integrità del mistero cristiano”. Perché ogni volta che si fa dimenticare ai coniugi in difficoltà l’indissolubilità della loro unione non li si aiuta, ma “li si inganna”.

NELL’ATTUAZIONE DEL CONCILIO

Anche al Concilio Vaticano II, quarant’anni giusti dopo la sua conclusione, il papa ha voluto restituire la sua verità. Ha criticato la falsa interpretazione del Concilio come “discontinuità e rottura”, come “spirito” contrapposto alla “lettera”. E ha invece spiegato la sua “giusta ermeneutica”, la sua “giusta chiave di lettura e di applicazione”: cioè il Concilio come “riforma”, come “rinnovamento nella continuità dell'unico soggetto-Chiesa, che il Signore ci ha donato”.

NELL’AZIONE PER LA PACE

Il suo primo messaggio per la Giornata della Pace Benedetto XVI l’ha intitolato, significativamente, “Nella verità, la pace”. Già dal titolo il papa ha voluto esprimere “la convinzione che, dove e quando l'uomo si lascia illuminare dallo splendore della verità, intraprende quasi naturalmente il cammino della pace”.

In questo messaggio e poi nel discorso al corpo diplomatico ha sottoposto al giudizio della verità l’intera politica internazionale:

“Chi è impegnato per la verità non può non rifiutare la legge del più forte, che vive di menzogna e che – a livello nazionale ed internazionale – ha tante volte segnato di tragedie la storia dell’uomo. La menzogna si ammanta spesso di un’apparenza di verità, ma in realtà è sempre selettiva e tendenziosa, egoisticamente rivolta a strumentalizzare l’uomo e, in definitiva a sopraffarlo. Sistemi politici del passato, ma non solo del passato, ne sono un’amara esemplificazione. Sul versante opposto si collocano la verità e la veracità, che portano all’incontro dell’altro, al suo riconoscimento e all’intesa”.

Anche il terrorismo l’ha sottoposto allo stesso giudizio:

“Il nichilismo e il fondamentalismo fanatico si rapportano in modo errato alla verità: i nichilisti negano l'esistenza di qualsiasi verità, i fondamentalisti accampano la pretesa di poterla imporre con la forza”.


* * *

Insomma, il primato della verità appare davvero il filo conduttore dell’avvio di questo pontificato. Benedetto XVI, primo papa teologo, si caratterizza come “dottore della Chiesa”.

Ma l’attuazione di questo suo programma ha incontrato fin da subito anche dei limiti.


* * *

È vero, Benedetto XVI raccoglie la fiducia e l’ascolto di grandi folle di fedeli. Il numero di quelli che assistono alle sue liturgie e alle sue predicazioni è più che raddoppiato rispetto a Giovanni Paolo II ed è alta l’attenzione con cui lo ascoltano.

Ma all’interno della curia vaticana egli è molto isolato.

La macchina della comunicazione, attorno al papa, è inefficiente e confusa. I suoi testi sono fiaccamente lanciati, tradotti tardi e male nelle varie lingue. Clamoroso, ad esempio, è stato l’oscuramento che ha nascosto il suo discorso del 22 dicembre alla curia romana: discorso di importanza capitale, dedicato in gran parte all’interpretazione del Concilio Vaticano II.

Il ritardo nella pubblicazione dell’enciclica “Deus Caritas Est” è emblematico di questa disfunzione generale. Benedetto XVI ne è consapevole. La prova è nel fatto che è lui stesso ad annunciare e spiegare i suoi testi maggiori, facendo lui quello che i suoi collaboratori non fanno. La presentazione ufficiale dell’enciclica fatta nella sala stampa della Santa Sede da tre alti dirigenti curiali – il cardinale Martino e gli arcivescovi Levada e Cordes – è stata di una banalità disarmante.

Si sa che in Vaticano e fuori c’è chi si oppone attivamente a questo papa. Un rivelatore di tale opposizione sono le voci diffuse sull’andamento del conclave. Tali voci intendono mostrare che l’elezione di Ratzinger a papa non è stata per niente plebiscitaria, che è stata in forse fino all’ultimo, che è stata indebitamente favorita dal suo essere decano dei cardinali, che è ipotecata dall’Opus Dei, che i tempi sono maturi per un papa nuovo preferibilmente latinoamericano e che, insomma, a questi suoi limiti congeniti Benedetto XVI dovrebbe sottomettersi.

Ma c’è anche una diversa ragione della solitudine di papa Benedetto. Ed è il basso livello di gran parte del ceto dirigente della Chiesa, in curia e fuori: un ceto che per suoi limiti intrinseci non è capace di essere all’altezza dell’impegnativo programma e della grande visione di questo papa.

E infine vi sono dei limiti – forse – legati alla persona stessa di papa Ratzinger. Pare esservi un gap tra l’altezza della sua visione e le poche decisioni operative fin qui da lui attuate.

Ma queste decisioni verranno. In fondo, dalla fumata bianca di quel 19 aprile sono passati appena dieci mesi.
23/02/2006 23:50
 
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Anche se...
... il mondo ti fa opposizione NOI SIAMO CON TE!!!! NON DIMENTICARLO: NOI SIAMO CON TE!!!!!! [SM=g27811]
Papa Ratzi Superstar









"CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
24/02/2006 00:11
 
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Re: Anche se...

Scritto da: Paparatzifan 23/02/2006 23.50
... il mondo ti fa opposizione NOI SIAMO CON TE!!!! NON DIMENTICARLO: NOI SIAMO CON TE!!!!!! [SM=g27811]



KRANDE PAPA RATZI! [SM=g27811]
Ti sosterremo e ti difenderemo sempre! [SM=x40792]
RATZI FOREVER

Suor RATZGIRL
Ordine Benedettino delle Suore delle Sante Coccole al Romano Pontefice
25/02/2006 21:09
 
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Re: I dieci mesi di Pontificato di Benedetto XVI!!
È vero, Benedetto XVI raccoglie la fiducia e l’ascolto di grandi folle di fedeli. Il numero di quelli che assistono alle sue liturgie e alle sue predicazioni è più che raddoppiato rispetto a Giovanni Paolo II ed è alta l’attenzione con cui lo ascoltano.

Ma all’interno della curia vaticana egli è molto isolato. La macchina della comunicazione, attorno al papa, è inefficiente e confusa. I suoi testi sono fiaccamente lanciati, tradotti tardi e male nelle varie lingue. Clamoroso, ad esempio, è stato l’oscuramento che ha nascosto il suo discorso del 22 dicembre alla curia romana: discorso di importanza capitale, dedicato in gran parte all’interpretazione del Concilio Vaticano II.

Il ritardo nella pubblicazione dell’enciclica “Deus Caritas Est” è emblematico di questa disfunzione generale. Benedetto XVI ne è consapevole. La prova è nel fatto che è lui stesso ad annunciare e spiegare i suoi testi maggiori, facendo lui quello che i suoi collaboratori non fanno. La presentazione ufficiale dell’enciclica fatta nella sala stampa della Santa Sede da tre alti dirigenti curiali – il cardinale Martino e gli arcivescovi Levada e Cordes – è stata di una banalità disarmante.

Si sa che in Vaticano e fuori c’è chi si oppone attivamente a questo papa. Un rivelatore di tale opposizione sono le voci diffuse sull’andamento del conclave. Tali voci intendono mostrare che l’elezione di Ratzinger a papa non è stata per niente plebiscitaria, che è stata in forse fino all’ultimo, che è stata indebitamente favorita dal suo essere decano dei cardinali, che è ipotecata dall’Opus Dei, che i tempi sono maturi per un papa nuovo preferibilmente latinoamericano e che, insomma, a questi suoi limiti congeniti Benedetto XVI dovrebbe sottomettersi.

Ma c’è anche una diversa ragione della solitudine di papa Benedetto. Ed è il basso livello di gran parte del ceto dirigente della Chiesa, in curia e fuori: un ceto che per suoi limiti intrinseci non è capace di essere all’altezza dell’impegnativo programma e della grande visione di questo papa.

E infine vi sono dei limiti – forse – legati alla persona stessa di papa Ratzinger. Pare esservi un gap tra l’altezza della sua visione e le poche decisioni operative fin qui da lui attuate.

Ma queste decisioni verranno. In fondo, dalla fumata bianca di quel 19 aprile sono passati appena dieci mesi.



Sandro Magister si conferma uno dei più attenti e lucidi osservatori della Chiesa. Ricordo la sua posizione (in un intervento ad Otto e Mezzo) all'indomani del Conclave in cui segnalava la mediocrità di tanta parte del Sacro Collegio: proprio questo spiega la solitudine Ratzinger. E' talmente superiore e per questo viene osteggiato da chi invece mira solo al mantenimento dello status quo e al proprio prestigio.
Questo spiega anche perchè Ratzinger, prima da teologo e poi da cardinale prefetto della Congregazione della Fede, ha cercato il confronto, ha accettato di "mettersi in gioco" con la cultura laica. Ricordiamo i confronti con Galli della Loggia, Habermas, Flores d'Arcais e altri. Non ha scelto di rimanere chiuso nell'hortus conclusus della cultura cattolica ma, accettando il confronto ha fatto veramente opera di apostolato. Conosco taluni, atei o agnostici, che dopo aver ascoltato un suo contraddittorio hanno iniziato la loro ricerca di Dio, insomma cominciano a porsi delle domande.
Questo atteggiamento di apertura è, per certi versi, l'accettazione di una sfida, un mettersi in gioco, ma anche una grandissima dimostrazione di forza.
E' proprio questo atteggiamento, questo coraggio, che manca a tanto parte della Chiesa italiana, specialmente a coloro che istituzionalmente la guidano. Sempre chiusi nei loro episcopi lasciano soli i laici a confrontarsi con la società secolarizzata che spesso e volentieri li disprezza per la loro fede cattolica. Gran parte di questa responsabilità ricade anche sulle università pontificie: numerose, ma drammaticamente assenti nel dibattito culturale italiano (e internazionale).
"Tu es Petrus et super hanc petram aedificabo ecclesiam meam et portae inferi non praevalebunt adversum eam " (Mt 16,18)
Nel menù di hitleriani e maomettani, gli ebrei, pochi di numero e relativamente deboli, sono soltanto l'antipasto: il piatto più consistente è a base di cristiani! (C. Langone)
EXTRA ECCLESIAM NULLA SALUS
25/02/2006 21:51
 
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Sandro Magister
sono d'accordo con stupor-mundi nel ritenere Sandro Magister uno dei più attenti (o il più attento?)vaticanista italiano. Io non mi perdo uno solo dei suoi interventi,me li stampo tutti e li leggo e rileggo fino a penetrarli fino in fondo.
E resto in qualche modo sempre stupita dall'ammirazione (contenuta, non gridata, ma che trapela forte e costante) manifestata da questo esperto, nei confronti dell'azione pastorale e teologica di papa Benedetto. Magister ha l'incomparabile pregio di saper unire informazione e cronaca a lucidità di giudizio e profonda conoscenza, anche teologica, delle varie questioni e situazioni.Quale differenza con altri vaticanisti, fuorviati dal pettegolezzo (Tornielli), dalla fissa di apparire in televisione (Petrosillo e Riccardi), da suggestioni politiche (Melloni).Nonostante la mia palese ignoranza (solo da pochi mesi - dall'elezione ratzingeriana - mi interesso di questi argomenti), mi ero già per conto mio accorta di ciò che Magister denuncia nel suo ultimo articolo ( e che tu dici già dichiarato nella trasmissione Otto e mezzo, che io non ho avuto l'occasione di sentire), e cioè l'inadeguatezza della corte pontificia all'eccelso spessore, intellettuale, teologico e pastorale, del suo attuale sovrano.
Le trame di corte, il desiderio di imporre gli interessi personali si leggono con facilità e lo stesso trapelare di indiscrezioni sull'ultimo conclave(false o vere che siano, non importa)opera una vera deminutio, un declassamento dell'intero corpo cardinalizio, che si dimostra in questo modo bassamente inquinato, quantomeno in alcuni dei suoi membri, da volgari vocazioni più tipiche del cortile che del consesso che dovrebbe radunare gli uomini di più alta attitudine spirituale del mondo.
caro stupor mundi, ti leggo sempre volentieri. Grazie per i tuoi interventi
vallifra
25/02/2006 22:16
 
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Ho letto gli articoli riguardante i rapporti non proprio idilliaci tra la Curia e quelli che dovrebbero fattivamente collaborare con Papa Benedetto. Condivido in pieno, la scelta di PAPA RATZI di mettersi in gioco e di ottemperare personalmente a ciò che dovrebbero fare i suoi collaboratori e non lo fanno ad oltranza. Si sa che l'elezione di Ratzinger non era condivisa da tutti e purtroppo un comportamento del genere era prevedibile visto che la più che evidente superiorità a livello teologico e non di Papa RATZI pesa come un macigno su quei componenti della curia e degli ambienti vaticani, che forse sono la vera parte negativa della Chiesa. Speriamo soltanto in una rapida riforma della curia stessa. E' una cosa abominevole vedere un Papa boicottato dai suoi stessi collaboratori. L'ultima è di questa sera hanno fatto come domanda al programma di Jerry Scotty ( chi vuol essere milionario per capirci), di chi fosse l'Enciclica Deus caritas est.......... con mia grande tristezza, ho notato che la prima cosa che è venuta fuori, è stata...... indovinate un pò?! che sicuramente non poteva essere di GPII perchè le sue sono famosissime, forse sarà dell'ultimo Papa........ ho inserito questo aneddoto, proprio per riallacciarmi al fatto che i suoi scritti, vengono sistematicamente ignorati e questo per a mio avviso, screditare la sua persona di studioso e teologo quale egli è. Del resto, se volevano un papa diverso mi domando che significato ha avuto l'elezione di RATZINGER........Anche se tra tutti secondo il mio giudizio era l'unico in grado di prendere il posto di GPII
Ciao a tutti
25/02/2006 22:44
 
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Evidentemente...
... ci siamo soffermati accannitamente a GPII: Non c'era niente prima, non c'è niente dopo e andiamo avanti così!
Che tristezza!!!! [SM=g27813]
Qui, all'appartamento condivisibile x 3 persone, è arrivata una studentessa spagnola (cattolica non praticante dai tempi la prima comunione) la quale, quando ha visto tutte le foto che tappezzano i muri della mia camera, ha chiesto: "E' il Papa nuovo?" E non si ricordava come si chiamava...
Da piangere, o meglio, da spararsi!!!! [SM=g27819] [SM=g27813] [SM=g27812]
Papa Ratzi Superstar









"CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
25/02/2006 22:55
 
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Tristezza infinita


Quoto carissima io sono sprofondata in una immensa tristezza
che solo la fiducia nel nostro RATZI può alleviare.
25/02/2006 23:24
 
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Cara Vallifra e care tutte...
Non dobbiamo farci prendere dalla tristezza! Io ho fiducia nel nostro papa, e anch'io, oso dire, citando S.Paolo, che sto combattendo la buona battaglia. Quella della coerenza e della verità, facendo conoscere ciò che di buono ha fatto e sta facendo Ratzinger.
Ma, tornando al tema del mio post precedente, questo ci porta al cuore della questione. Come mai il governo della Chiesa è in questa situazione? Mentre il papa mediatico GPII proponeva la sua evangelizzazione da un capo all'altro del globo cosa accadeva a Roma? Una cosa è certa, mentre in ambito teologico la barca di Pietro procedeva sicura, per altre aree non si può, purtroppo, dire altrettanto. E non è un caso che al solo Ratzinger GPII si sia rivolto con l'espressione di "amico fidato". Io trovo sconsolante (absit iniuria verbis) che durante la lunga fare di decadimento fisico di Wojtyla taluni abbiano approfittato, lo dico col dolore nel cuore, di tale situazione per anteporre l'ambizione propria o di pochi al bene supremo della Chiesa. Alcuni scampoli di quello che accadde durante la lunga e dolorosa agonia di GPII si trovano descritti nel libro di Zizola su Benedetto XVI e che ho già avuto modo di citare.
Proprio ora che il cristianesimo e la Chiesa cattolica in particolare sono attaccate abbiamo bisogno di testimoni al di là di ogni possibile speculazione. Io dico sempre che i sacerdoti non sono uomini come tutti gli altri: devono essere MIGLIORI degli altri. E, a maggior ragione questo vale per le più alte dignità gerarchiche. Ratzinger in questo ci sta innanzi come paradigma. Il Cappello cardinalizio ha mostrato di attribuirlo cum grano salis, sapendo che è dignità altissima e richiede la testimonianza della fede usque ad effusione del sangue.
Personalmente sto rivalutando tantissimo Paolo VI, trovo i suoi discorsi di una profondità inusitata. Uomo tormentato, aveva del munus petrinus una considerazione altissima che lo spingeva a mediatare e ad interrogarsi costantemente su ogni scelta. A lui si deve la decisione di attribuire a Ratzinger, non ancora cinquantenne, la porpora. Lo conosceva e lo ammirava da tempo: seppe guardare lontano.
Certamente anche a papa Benedetto non mancherà pari lungimiranza.
In proposito cito ancora Magister, che in un suo articolo addirittura parla apertamente della sua successione e di come già ora egli la stia preparando. Magister fa anche un nome, ma come si dice, ... questa è un'altra storia...
Un abbraccio,

stupor [SM=g27822]

[Modificato da stupor-mundi 25/02/2006 23.25]

[Modificato da stupor-mundi 25/02/2006 23.29]

"Tu es Petrus et super hanc petram aedificabo ecclesiam meam et portae inferi non praevalebunt adversum eam " (Mt 16,18)
Nel menù di hitleriani e maomettani, gli ebrei, pochi di numero e relativamente deboli, sono soltanto l'antipasto: il piatto più consistente è a base di cristiani! (C. Langone)
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26/02/2006 06:27
 
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buongiorno a tutti
sono d'accordo con voi e con la vostra analisi.
magister è uno dei pochi vaticanisti veramente attenti e capaci di spiegare le scelte di ratzinger alla luce della lunga esperienza maturata in questi anni.
ricordo che mesi prima dell'elezione di ratzi, magister parlava gia' di lui come possibile successore di gp2.
ho visto anche io il milionario: mi sono molto arrabbiata (come sempre) ma poi mi è venuto in mente che scotti era il conduttore di "natale in vaticano" eehehehehheehheheheheheheheheheeeehehehehhehehehehehehe
non so se mi spiego...
tornando a ratzi, è chiaro che da' fastidio a molti. forse alcuni cardinali pensavano che sarebbe stato un papa "di transizione", ma temo che abbiano fatto male i loro conti. papa ratzi sta, piano piano, cambiando la chiesa privilegiando le qualita' personali e non le esigenze della "corte".
credevo, speravo, che con l'anno nuovo si sarebbe parlato un po' meno di gp2 e un po' piu' di ratzi ma le cose non sono cambiate. in tv, come in curia, non si e' all'altezza del papa!!
per fortuna i fedeli hanno capito: con l'oltre milione di copie dell'enciclica dimostrano la loro attenzione ed il loro affetto verso ratzi.
chissa' se il concorrente del milionario avrebbe risposto correttamente alla domanda "dimmi il titola di almeno una delle tante enciclice di gp2" [SM=g27812]
ciao a tutti
26/02/2006 14:26
 
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Identificativo, molto in piccolo naturalmente, dell'attuale clima Vaticano, mi sembra un episodio dell'ultima udienza di mercoledi scorso e, a tal proposito, non so se avete notato la stessa cosa che ho notato io: al momento della benedizione in San Pietro, all'inizio della recita del Padre Nostro (questa volta in italiano)il Papa, lasciato solo, si è vistosamente "impappinato", come se avesse dimenticato le parole. Don Georg, che era al suo fianco, e come al solito, era impegnato con carte e microfono, si è girato verso i nullafacenti prelati, che dovrebbero accompagnare anche coralmente nelle preghiere il Papa, e li ha fulminati con due sguardi che definire di fuoco è poco.
Mi vengono spontanee due considerazioni:
in Vaticano, negli ultimi tempi della malattia di GPII, erano talmente abituati ad una specie di anarchica "sede vacante", che l'autorità papale era ormai diventata un optional al punto che le risicate nomine cardinalizie, dalle quali sono stati esculsi nomi in altri tempi prevedibili, sono state vissute come una doccia gelata.
Le ritorsioni o l'indifferenza da parte di coloro (la maggior parte dei curiali e loro sottoposti collaboratori) che in questa "sede vacante" esercitavano un pò di potere, oggi molto limitato, è e sarà inevitabile.
E certamente non irrilevante e indolore per lo stesso Papa, poichè questi signori gestiscono tuttora e in gran parte i rapporti con i media (bel mondo dei credenti vip, compreso) e le comunità locali: vedi rapida divulgazione di notizie "segrete" e, stranamente, non altrettanto solerte e completa divulgazione di comunicazioni ufficiali.
Lui questo lo sa bene e questo suo modo personale di annunciare e spiegare direttamente ai fedeli i suoi ultimi provvedimenti ne è la prova.
Comunque, care ragazze, non commettiamo lo stesso errore dei denigratori di B16: per amare l'attuale Papa non c'è bisogno di sminuire le innegabili qualità di GPII. La stima e la condivisione della fede tra loro due è sempre stata talmente tanta che nessuno di loro due lo vorrebbe [SM=g27822]

buona domenica a tutti
26/02/2006 14:40
 
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Re: Cara Vallifra e care tutte...

Scritto da: stupor-mundi 25/02/2006 23.24
Non dobbiamo farci prendere dalla tristezza! Io ho fiducia nel nostro papa, e anch'io, oso dire, citando S.Paolo, che sto combattendo la buona battaglia. Quella della coerenza e della verità, facendo conoscere ciò che di buono ha fatto e sta facendo Ratzinger.
Ma, tornando al tema del mio post precedente, questo ci porta al cuore della questione. Come mai il governo della Chiesa è in questa situazione? Mentre il papa mediatico GPII proponeva la sua evangelizzazione da un capo all'altro del globo cosa accadeva a Roma? Una cosa è certa, mentre in ambito teologico la barca di Pietro procedeva sicura, per altre aree non si può, purtroppo, dire altrettanto. E non è un caso che al solo Ratzinger GPII si sia rivolto con l'espressione di "amico fidato". Io trovo sconsolante (absit iniuria verbis) che durante la lunga fare di decadimento fisico di Wojtyla taluni abbiano approfittato, lo dico col dolore nel cuore, di tale situazione per anteporre l'ambizione propria o di pochi al bene supremo della Chiesa. Alcuni scampoli di quello che accadde durante la lunga e dolorosa agonia di GPII si trovano descritti nel libro di Zizola su Benedetto XVI e che ho già avuto modo di citare.
Proprio ora che il cristianesimo e la Chiesa cattolica in particolare sono attaccate abbiamo bisogno di testimoni al di là di ogni possibile speculazione. Io dico sempre che i sacerdoti non sono uomini come tutti gli altri: devono essere MIGLIORI degli altri. E, a maggior ragione questo vale per le più alte dignità gerarchiche. Ratzinger in questo ci sta innanzi come paradigma. Il Cappello cardinalizio ha mostrato di attribuirlo cum grano salis, sapendo che è dignità altissima e richiede la testimonianza della fede usque ad effusione del sangue.
Personalmente sto rivalutando tantissimo Paolo VI, trovo i suoi discorsi di una profondità inusitata. Uomo tormentato, aveva del munus petrinus una considerazione altissima che lo spingeva a mediatare e ad interrogarsi costantemente su ogni scelta. A lui si deve la decisione di attribuire a Ratzinger, non ancora cinquantenne, la porpora. Lo conosceva e lo ammirava da tempo: seppe guardare lontano.
Certamente anche a papa Benedetto non mancherà pari lungimiranza.
In proposito cito ancora Magister, che in un suo articolo addirittura parla apertamente della sua successione e di come già ora egli la stia preparando. Magister fa anche un nome, ma come si dice, ... questa è un'altra storia...
Un abbraccio,

stupor [SM=g27822]




E' significativo che tu abbia citato Paolo VI,il quale, in un certo senso, condivide la sorte di Benedetto, nel difficile compito di essere successori di Papi molto amati (Paolo VI lo era infatti di Giovanni XXIII).Il fatto che anche nella chiesa, in qualche modo ci sia "la zizzania" oltre al grano, purtroppo è figlia delle origini...basti ricordare che anche Gesù,aveva un approfittatore, alla sua Cena.L'importante è avere fiducia nell'azione dello Spirito.Noi, forse, non ne vedremo i risultati, essendo la visione di Dio ben più ampia della nostra, tuttavia, un piccolo segno l'ho ricevuto alla nomina di certoi cardinali nei giorni passati.Per quanto mi riguarda Levada ha realmente meritato lo zuccotto rosso! Uno dei migliori collaboratori di Benedetto Xvi, che si impegna per il suo programma è giusto che venga premiato!
P.S. Ho letto il libro di Zizola, e personalmente, le pagine a cui ti riferisci sulle ultime ore di vita del pontefice morente sono effettivamente un duro colpo per chiunque.E lo deve essere stato anche e soprattutto per Ratzinger, che doveva sapere bene quale "rischio" correva entrando in Conclave, e quali grosse modifiche ci si sarebbe aspettati dal nuovo Pontefice...
26/02/2006 15:04
 
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Cara Emma


Cara Emma, infatti il problema non è assolutamente sminuire GPII nessuno di noi credo che lo voglia fare anche perchè questo costante ed incessante paragone tra i due lo trovo decisamente assurdo e personalmente a me da un fastidio quasi epidermico.... Comunque, al di là di questo il problema è e lo ribadisco il comportamento assurdo intorno a Papa Benedetto. Io ho pienamente ed incondizionatamente fiducia in lui sennò non scriverei in questo forum però sai meglio di me che se hai dei nemici tra i tuoi collaboratori la vita diventa difficile. per questo motivo, auspico che questa tanto sospirata riforma della curia avvenga al più presto con la speranza che con le nuove nomine, JOSEPH abbia qualche amico in più e qualche nemico di meno. Confidando sempre nell'aiuto dello Spirito Santo che lo ha scelto per questo ruolo così pesante.
26/02/2006 15:17
 
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ciao emma
non indendevo sminuire in alcun modo gp2 pero' mi da' molto fastidio questo continuo paragone.
sembra quasi che gp2 sia stato e sara' per sempre l'unico papa a fare cose belle e buone.
non è cosi!!! non possono dirmi che le encicliche di papa wojtyla erano famosissime, perche' non e' cosi'.
non possono farmi credere che le migliaia di fedeli visti oggi in piazza san pietro, siano andati li' a causa dell'effetto wojtyla.
puo' darsi che io esageri pero' vorrei che finisse l'ostruzionismo nei confronti di ratzi.
ciao a tutti [SM=g27811] [SM=x40799]
26/02/2006 15:23
 
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Ostruzionismo verso Ratzi


QUOTO [SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27811]
26/02/2006 20:08
 
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Infinita Pazienza
Portiamo infinita pazienza e andiamo avanti a professare la nostra fede il nostro credo e il nostro grande amore per Beppe, purtroppo i paragoni con GP2 sono inevitabili, è stato è stato per 26 anni sulla cattedra di Pietro direi un icona, sembra che in passato non ci siano stati pai importanti e che nemmeno non ce ne siano nel fututo, ma non è così; GP2 sarà stato anche un grande Papa ma non dimentichiamoci che anche lui all'inizio del suo pontificato era stato criticato e giudicato lo chiamavano il papa polacco, colui che portava molti aiuti in Polonia, che viaggiava troppo quidi spendeva troppo, poi quando si è ammalato e non ha piu' potuto esprimersi come voleva qaundo tutti stavano intorno ( La curia) come degli avvoltoi, a quel punto era diventato buonissimo amato da tutti mass media compresi, e questa è ipocrisia!!! Joseph è un grande, uomo di grande cultura e intelligenza non per niente GP2 lo ha voluto con sè per 24 anni senza mai rimandargli il mandato lui sapeva quanto valeva Quindi Andiamo avanti forza sosteniamolo con il nostro grande amore e affetto e non ne saremo delusi, lo stanno già dimostrando dai primi giorni del suo pontificato, la grande folla che tutti i mercoledi e domeniche animano Piazza San Pietro queela gente è tutta per Lui e nessuno ma dico nessuno anche il critico piu' agguerrito può non ammetterlo
Siamo tutti con te Beppe coraggio illuminaci sempre nel nostro cammino ti vorrei eterno!!!!!!!!!
26/02/2006 20:28
 
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Re: Ostruzionismo verso Ratzi

Scritto da: euge65 26/02/2006 15.23


QUOTO [SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27811]



QUOTO anch'io! [SM=g27811] [SM=g27822]
RATZI FOREVER

Suor RATZGIRL
Ordine Benedettino delle Suore delle Sante Coccole al Romano Pontefice
26/02/2006 21:52
 
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per stupor-mundi
sono in assoluta sintonia col giudizio che dai di Paolo VI:un grande papa, sofferto, con l'incomparabile pregio di aver vaticinato nel giovane Ratzinger un possibile futuro pastore universale. Quanto al libro di Zizola, proprio in questi giorni devo andare a ritirarlo alle Paoline di Verona, pensa che l'avevo ordinato circa 3 mesi fa e solo ora mi hanno telefonato che è arrivato. Ma ne avevo letto alcuni stralci, proprio su questo sito, non ricordo più in quale sezione, ed ero rimasta veramente colpita dalla ricostruzione dell'atmosfera di intrighi e colpi bassi che si era formata intorno al malato prima e poi morente GPII.Io devo confessare di nutrire una forte antipatia "di pelle"per Stanislaw Dziwisz, che a mio avviso,ha persino nell'espressione degli occhi un che di ambiguo e di poco chiaro.Dalle folle viene sempre accolto con un grande applauso, certo in omaggio al grande GP,e lo stesso Ratzinger lo onora in continuazione, prima con l'arcivescovato di Cracovia(ho supposto per toglierselo dai piedi), poi con l'imposizione del pallio e ora con il cardinalato. Come mai?una persona pulita come Ratzi, che insegue solo lo "splendor veritatis", può avere effettiva stima di uno come Dziwisz?o è, in qualche modo, "costretto" ad elargire tali riconoscimenti? mi piacerebbe tanto conoscere la tua opinione al proposito.
E già che ci siamo, ti chiedo un'ultima cortesia:potresti darmi l'indicazione esatta dell'articolo di Magister cui fai cenno nel tuo post,quello dove dici che Magister parla della successione a Ratzi, successione che il papa stesso starebbe già preparando(mi vengono i brividi al solo pensarci). Quell'articolo mi è chiaramente sfuggito, nonostante io legga sempre con attenzione tutto ciò che scrive Magister. Ti ringrazio se vorrai aiutarmi a rimediare
vallifra
27/02/2006 19:07
 
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Per vallifra
Ciao,
eccoti il link richiesto: blog.espressonline.it/weblog/archive.php?month=10&year=2005&topic=03/04/09...

Si tratta in realtà di un post in Settimo Cielo, ma comunque mi sembra molto interessante.

Saluti
stupor
"Tu es Petrus et super hanc petram aedificabo ecclesiam meam et portae inferi non praevalebunt adversum eam " (Mt 16,18)
Nel menù di hitleriani e maomettani, gli ebrei, pochi di numero e relativamente deboli, sono soltanto l'antipasto: il piatto più consistente è a base di cristiani! (C. Langone)
EXTRA ECCLESIAM NULLA SALUS
14/03/2006 19:36
 
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Renato Martino, cardinale fuori controllo
Renato Martino, cardinale fuori controllo
Le sue dichiarazioni spesso creano difficoltà alle autorità vaticane e al papa. Le ultime riguardano Cuba e l’insegnamento del Corano nelle scuole pubbliche

di Sandro Magister





ROMA, 14 marzo 2006 – Accorpando quattro uffici sotto due soli presidenti, Benedetto XVI ha fatto un passo in direzione di una semplificazione della curia Vaticana.

Il papa ha comunicato la sua decisione sabato 11 marzo. Al presidente del pontificio consiglio per la cultura, il cardinale francese Paul Poupard, papa Joseph Ratzinger ha affidato anche la presidenza del pontificio consiglio per il dialogo interreligioso, rimasta scoperta dopo l’allontanamento del precedente capo, l’inglese Michael Fitzgerald. Benedetto XVI ha unificato i due uffici “al fine di favorire un dialogo più intenso fra gli uomini di cultura e gli esponenti delle varie religioni”. Finalità coerente con la volontà già più volte espressa dal papa di promuovere con le altre religioni – ferme restando le rispettive identità di fede su cui nulla c’è da negoziare – un’unità d’azione “al servizio dei fondamentali valori morali scanditi in modo inconfondibile dalla voce sommessa ma chiara della coscienza”.

Gli altri due uffici accorpati sono il pontificio consiglio della giustizia e della pace e quello della pastorale per i migranti e gli itineranti. Il presidente di quest’ultimo era il cardinale giapponese Stephen Fumio Hamao, esonerato per superati limiti di età. Il suo ufficio passa “per ora” – è detto nel comunicato ufficiale – al cardinale Renato Raffaele Martino, già presidente di “Iustitia et Pax”.

Con Hamao esce di scena un cardinale generalmente classificato come progressista: l’unico dirigente di curia ad aver firmato nel 2002, assieme a una quarantina di vescovi di varie nazioni, soprattutto del Brasile, un appello alla convocazione di un Concilio Vaticano III.

Quanto al cardinale Martino, il “Corriere della Sera” – il più diffuso giornale italiano – ha letto nel provvisorio raddoppio della sua presidenza la prova che “il suo carattere estroverso e la sua attitudine a smuovere le acque non dispiacciano al nuovo pontefice”. Ma è proprio così?


* * *

In effetti la premessa del “Corriere” è giusta: Martino è in curia un’autentica mina vagante. In ripetute occasioni le sue dichiarazioni alla stampa hanno creato serie difficoltà alle autorità vaticane.

Alla vigilia della guerra in Iraq, ad esempio, le sue boutade pacifiste e antiamericane furono così frequenti e scomposte da indurre la segreteria di stato – pur contraria alla guerra – a imporgli il silenzio: silenzio che egli osservò per alcuni mesi.

Ma appena riprese la parola, nel dicembre 2003, fece di nuovo sfracelli. Doveva presentare alla stampa internazionale il messaggio del papa per la Giornata Mondiale della Pace. E invece l’indomani i media parlarono di tutt’altro: dell’accusa lanciata nell’occasione da Martino contro gli Stati Uniti d’aver trattato “come una vacca” Saddam Hussein prigioniero.

Più di recente, Martino ha conquistato i titoli dei giornali per due altre sue dichiarazioni esplosive.

La prima l’ha fatta di ritorno da un viaggio a Cuba, dove aveva incontrato anche Fidel Castro. Intervistato dall’agenzia ANSA il 3 marzo scorso, disse che “Castro conosce la dottrina sociale della Chiesa” e che “i tempi in cui la Chiesa a Cuba era perseguitata sono acqua passata”.

La seconda dichiarazione l’ha fatta giovedì 9 marzo in una conferenza stampa al termine di un convegno su “Le vie della pace” tenutosi al Centro Culturale Saint-Louis de France di Roma. Ha detto: “Se in una scuola ci sono cento bambini di religione musulmana, non vedo perché non si possa insegnare la loro religione”. E ancora: “ Se dicessimo di no in attesa che venga realizzato un trattamento equivalente per le mi noranze cristiane nei paesi musulmani, vorrebbe dire che ci mettiamo sul loro stesso piano”.

Due giorni prima, in Italia, il siriano Nour Dachan, presidente dell’UCOII, l’organizzazione radicale che controlla gran parte delle moschee in Italia ed è legata ai Fratelli Musulmani, aveva espressamente chiesto al governo italiano di “istituire nelle scuole un’ora di religione islamica come scelta alternativa all’ora di religione [cattolica]”. E contemporaneamente aveva rifiutato di firmare un altro documento di tutt’altro tenore proposto allo stesso governo da altri esponenti musulmani: documento, questo, contenente una piena accettazione della costituzione italiana, una totale condanna del terrorismo e un esplicito riconoscimento del diritto ad esistere dello stato di Israele.

L’impressione fu che il cardinale Martino, in nome del “dialogo”, sposasse acriticamente la richiesta di Nour Dachan di uno spazio a sé stante per l’islam in Italia.

Non solo. Pochi giorni più addietro, il 20 febbraio, Benedetto XVI, ricevendo in udienza il nuovo ambasciatore del Marocco presso la Santa Sede, aveva reclamato il libero esercizio della libertà religiosa “in maniera reciproca in tutte le società”: per le minoranze cristiane nei paesi musulmani così come è per le minoranze islamiche nei paesi cristiani. Reciprocità che invece il cardinale Martino sembrava considerare irrilevante.

La conseguenza fu che venerdì 10 marzo, in un editoriale di prima pagina sul “Corriere”, Ernesto Galli della Loggia sentenziò che “le parole del cardinale Martino configurano su un insieme di questioni importantissime una posizione nettamente antitetica a quella ormai più volte delineata, e con forza, da Benedetto XVI. Si può dire anzi che quelle parole costituiscano in filigrana un vero e proprio manifesto antiratzingeriano”.


* * *

Galli della Loggia è un esponente di primo piano del pensiero laico. Ma anche dentro la Chiesa le reazioni alle boutade di Martino sono state severe.

Tant’è vero che meno di 24 ore dopo la sua proposta di introdurre l’ora di islamismo nelle scuole lo stesso Martino dovette chiarire e correggere quanto detto: in un’intervista riparatoria alla Radio Vaticana.

Ma è stato soprattutto il quotidiano della conferenza episcopale italiana, “Avvenire”, in un editoriale di prima pagina dell’11 marzo, a criticare a fondo la sostenibilità dell’”ora di religione islamica” evocata dal cardinale senza alcuna precauzione di metodo: in particolare senza alcun richiamo a quella accettazione reciproca dei principi costituzionali della nazione e del cattolicesimo come patrimonio fondante dell’identità italiana che è invece alla base del “concordato” tra l’Italia e la Chiesa e dell’insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche.

Queste considerazioni del quotidiano della CEI sono tanto più interessanti in quanto coincidono con le condizioni che l’allora cardinale Joseph Ratzinger aveva legato – in un’intervista del 1999 al settimanale “Welt am Sonntag” – a un ipotetico insegnamento della religione musulmana nelle scuole tedesche.

Insomma, il cardinale Martino ha parlato e subito si è trovato bocciato dentro e fuori la Chiesa, col solo sostegno di musulmani radicali e di fautori del multiculturalismo.

E’ del tutto implausibile, in ogni caso, che le recenti dichiarazioni di Martino in materia d’islam – e in genere le sue parole fuori controllo – “non dispiacciano” a Benedetto XVI.

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"Tu es Petrus et super hanc petram aedificabo ecclesiam meam et portae inferi non praevalebunt adversum eam " (Mt 16,18)
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