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Perle di Sapienza

Ultimo Aggiornamento: 04/04/2007 01:53
25/05/2005 00:43
 
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Uno spazio dove risolvere alcune domande sulla nostra fede...Non voglio pretendere di scovare insospettabili teologi, l'intento è quello di creare un angolo pregiato in questo forum dove si può risolvere alcuni piccoli dubbi su alcune conuetudini del rito o del Vangelo...Un'altra cosa che si può fare in questo spazio è inserire alcune voci lessicali di uso familiare, entrati a far parte della liturgia ma di cui non tutti conoscono il significato...e contribuire così a formare un piccolo spazio di riferimento per momenti "culturali".[SM=g27824]
25/05/2005 00:46
 
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L'Angelus
Tutti nella nostra vita abbiamo sentito diire "Il Papa ha recitato l'Angelus.." sì, ma cos'è?



L'Angelus come preghiera costante e ripetuta settimanalmente è stato fortemente ripreso dagli ultimi Pontefici.
Nel 1933 Pio XI, celebrando l'anniversario della redenzione, propose l'Angelus come mezzo per salvaguardare l'unità del popolo cristiano.
Da Pio XII in poi l'Angelus diviene progressivamente un appuntamento di preghiera attorno al quale la Chiesa di tutto il mondo si riunisce, accogliendo i messaggi di pace e di speranza.

La preghiera nasce dal ricordo del saluto dell'angelo Gabriele a Maria e dell'Incarnazione del Figlio di Dio.

Alla contemplazione del mistero dell'Incarnazione segue la recita di tre Ave Maria.
Tutte le campane del mondo salutano contemporaneamente per tre volte al giorno lo straordinario evento dell'Incarnazione, rinnovando da duemila anni il saluto a Maria nel Giubileo dell'Incarnazione.



Preghiera dell'Angelus (così potete seguirla meglio!!!)



Angelus Domini nuntiavit Mariae et concepit de Spiritu Sancto.

Ave Maria gratia plena
dominus tecum,
benedicta tu in mulieribus
et benedictus fructus ventris tui Iesus
Sancta Maria Mater Dei
ora pro nobis peccatoribus
nunc et hora nostra morte.Amen.
Ecce Ancilla Domini.
Fiat mihi secundum Verbum tuum.
Ave Maria...
Et Verbum caro factum est. Et habitavit in nobis.
Ave Maria...
Ora pro nobis, Sancta Dei Genetrix.
Ut digni efficiamur promissionibus Christi.
Oremus: Gratiam tuam quaesumus, Domine, mentibus nostris infunde;
ut qui, angelo nuntiante,
Christi Filii tui Incarnationem cognovimus,
per passionem eius et crucem,
ad resurrectionis gloriam perducamur.
Per eundem Christum Dominum nostrum.
Amen.

[Modificato da Ratzigirl 25/05/2005 1.09]

25/05/2005 00:50
 
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Complimenti per questa nuova sezione.E'proprio quello che ci voleva per dare a tutti la possibilità di conoscere a fondo i misteri della religione.Io ne ho particolarmente bisogno,dato che pur essendo sempre stata cattolica,è solo di recente che mi sono addentrata in questo difficile cammino.[SM=g27822]
RATZI FOREVER

Suor RATZGIRL
Ordine Benedettino delle Suore delle Sante Coccole al Romano Pontefice
26/05/2005 00:29
 
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Regina Coeli
Regina Coeli




Attribuita a Gregorio V († 999), è indicata nell’Antifonario di S. Pietro (XII secolo), come antifona “ad Magnificat” dell’ottava di Pasqua ed è l’adattamento di un inno natalizio in rima di quel tempo. Durando la fa rimontare al tempo di S. Gregorio Magno, il quale avrebbe aggiunto l’invocazione “Ora pro nobis, Deum”. Ma il racconto dell’angelo, apparso a S. Gregorio sul mausoleo di Adriano, e quello del canto degli Angeli al ponte S. Angelo, non sono anteriori alla Leggenda aurea del Beato Giacomo da Varazze († 1284). E’ cantata al tempo pasquale in sostituzione dell’Angelus Domini a seguito di un rescritto di Benedetto XIV del 1743.



Testo del Regina Coeli

Regina coeli, laetare, alleluia;
quia quem meruisti portare, alleluia;
resurrexit, sicut dixit, alleluia;
ora pro nobis Deum, alleluia.

[Modificato da Ratzigirl 26/05/2005 0.29]

29/05/2005 08:20
 
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Ciao fratelli e sorelle,
approfitto di questo spazio per chiarire
alcune questioni "lessicali."

In questo post ne citerò alcune:

Ekklesia= è un termine greco che sta a significare
Comunità, quindi italianizzato in Chiesa ci fa capire che la Chiesa, la Comunità dei credenti siamo tutti noi !

Transustanziazione= La Transustanziazione è il passaggio
delle sostanze del pane e vino a corpo, sangue e Divinità
di Nostro Signore Gesù.

Karisma= anche questa è una parola greca che significa dono, dono dello Spirito Santo, come il dono della profezia, di guarire i malati, di compiere miracoli, ecc.

Presbiteros= è il termine con il quale venivano
designati gli anziani che dirigevano le prime comunità cristiane, il termine si è italianizzato in prete.

Abbà= Abbà in aramaico è il diminutivo di Ab(Padre) e sta a significare Papà, il termine con il quale Gesù chiamava Dio Padre. Da questa parola sono derivate poi Abbazia(Casa del Padre) e Abate.


Va bene, mi fermo qui per ora, se ne sarete felici
prossimamente posterò il significato di altri termini
cristiani...

Un abbraccio fraterno a tutti
e che la Pace di Gesù sia sempre in noi![SM=g27822]




29/05/2005 13:07
 
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Grazie Yohanan!!
Grazie davvero per il tuo aiuto...finirò x chiamarti Gold Mund II (la prima Bocca d'Oro è solo Papa Ratzinger!!!ehehehe[SM=g27822] [SM=g27822] ) A parte gli scherzi, grazie davvero!!
30/05/2005 22:55
 
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L'anno liturgico : Il Tempo del Avvento (parte 1°)



Diamo il nome di Tempo di Natale ai quaranta giorni che vanno dalla Natività di Nostro Signore (25 dicembre) alla Purificazione della Santa Vergine (2 febbraio). Questo periodo forma, nell'Anno Liturgico, un tutto speciale, come l'Avvento, la Quaresima, il Tempo Pasquale, ecc. Vi domina completamente la celebrazione d'uno stesso mistero, e né le feste dei Santi che si susseguono in questa stagione, né l'occorrenza abbastanza frequente della Settuagesima con i suoi colori tristi, sembrano distrarre la Chiesa dal gaudio immenso che le hanno evangelizzato gli Angeli (Lc 2,10) nella notte radiosa così a lungo attesa dal genere umano, e la cui commemorazione liturgica è stata preceduta dalle quattro settimane che formano l'Avvento.

L'usanza di celebrare con quaranta giorni di festa o di memoria speciale la solennità della Nascita del Salvatore è fondata sul santo Vangelo stesso, che ci riferisce come la purissima Maria, trascorsi quaranta giorni nella contemplazione del dolce frutto della sua gloriosa maternità, si recò al tempio per compiervi, nell'umiltà più perfetta, tutto ciò che la legge prescriveva a tutte le donne d'Israele quando fossero diventate madri.

La commemorazione della Purificazione di Maria è dunque indissolubilmente legata a quella della Nascita stessa del Salvatore; e l'usanza di celebrare questi santi e lieti quaranta giorni sembra risalire ad una remota antichità della Chiesa. Innanzitutto, per ciò che riguarda la Natività del Salvatore il 25 dicembre, san Giovanni Crisostomo, nella sua omelia su tale Festa, pensa che gli Occidentali l'avessero fin dall'origine celebrata in questo giorno. Si ferma anche a giustificare questa tradizione, facendo osservare che la Chiesa Romana aveva avuto tutti i modi di conoscere il vero giorno della nascita del Salvatore, poiché gli atti del censimento eseguito per ordine di Augusto in Giudea si conservavano negli archivi pubblici di Roma. Il santo Dottore propone un secondo argomento, ricavato dal Vangelo di san Luca, facendo notare che, secondo lo scrittore sacro, dovette essere nel digiuno del mese di settembre che il sacerdote Zaccaria ebbe nel tempio la visione in seguito alla quale la sposa Elisabetta concepì san Giovanni Battista: donde consegue che la santissima Vergine Maria avendo essa pure, secondo il racconto dello stesso san Luca, ricevuto la visita dell'Arcangelo Gabriele e concepito il Salvatore del mondo al sesto mese della gravidanza di Elisabetta, cioè in marzo, doveva partorirlo nel mese di dicembre [1].

Le Chiese d'Oriente, tuttavia, non cominciarono se non nel quarto secolo a celebrare la Natività di Nostro Signore nel mese di dicembre. Fino allora l'avevano celebrata ora il 6 gennaio, confondendola, sotto il nome generico di Epifania, con la Manifestazione del Salvatore ai Gentili nella persona dei Magi, ora - secondo la testimonianza di Clemente Alessandrino - il 25 del mese Pachon (15 maggio), o il 25 del mese Pharmuth (20 aprile). San Giovanni Crisostomo nell'omelia che abbiamo citata, e che egli pronunciò nel 386, attesta che l'usanza di celebrare con la Chiesa Romana la Nascita del Salvatore il 25 dicembre datava appena da dieci anni nella Chiesa d'Antiochia. Questo cambiamento sembra essere stato intimato dall'autorità della Sede Apostolica, alla quale venne ad aggiungersi, verso la fine del quarto secolo, un editto degli Imperatori Teodosio e Valentiniano, che decretava la distinzione delle due feste della Natività e dell'Epifania. La sola Chiesa scismatica d'Armenia ha conservato l'usanza di celebrare il 6 gennaio il duplice mistero; e ciò senza dubbio perché quella nazione era indipendente dall'autorità degli Imperatori, e fu molto presto sottratta dallo scisma e dall'eresia agli influssi della Chiesa Romana [2].

La festa della Purificazione della Santa Vergine, che chiude i quaranta giorni di Natale, è una delle quattro più antiche feste di Maria: avendo fondamento nel racconto stesso del Vangelo, è possibile che sia stata celebrata fin dai primi secoli del Cristianesimo. Ma per ciò che riguarda la Chiesa orientale, non vi troviamo definitivamente stabilita la festa del 2 febbraio se non sotto l'impero di Giustiniano, nel VI secolo [3].

Se ora passiamo a considerare il carattere del tempo di Natale nella Liturgia Latina, siamo in grado di riconoscere che questo tempo è dedicato in special modo alla letizia che suscita in tutta la Chiesa la venuta del Verbo divino nella carne, e particolarmente consacrato alle lodi dovute alla purissima Maria per l'onore della sua maternità. Questo duplice pensiero d'un Dio figlio e d'una Madre vergine si trova espresso ad ogni istante nelle preghiere e nelle usanze della Liturgia.

Così, nei giorni di Domenica e in tutte le feste che non sono di rito doppio, per l'intera durata di questi quaranta giorni, la Chiesa ricorda la feconda verginità della Madre di Dio, con tre Orazioni nella celebrazione del santo Sacrificio. Negli stessi giorni, alle Laudi e ai Vespri, implora il suffragio di Maria, proclamando altamente la sua qualità di Madre di Dio e la purezza inviolabile che resta in lei anche dopo il parto. Infine, l'usanza di terminare ogni Ufficio con la solenne Antifona del monaco Ermanno Contratto in lode della Madre del Redentore, continua fino al giorno stesso della Purificazione.

Queste sono le manifestazioni d'amore e di venerazione con le quali la Chiesa, onorando il Figlio nella Madre, testimonia la sua religiosa letizia nella stagione dell'Anno Liturgico che designiamo con il nome di Tempo di Natale.


I Greci fanno anche, nei loro Uffici, frequenti Memorie della maternità di Maria, per tutto questo tempo; ma hanno soprattutto una speciale venerazione per i dodici giorni che vanno dalla festa di Natale a quella dell'Epifania: periodo designato nella loro Liturgia sotto il nome di Dodecameron. In questo periodo, essi non osservano alcuna astinenza dalla carne; e gli Imperatori d'Oriente avevano perfino stabilito che, per il rispetto dovuto a un sì grande mistero, fossero proibite le opere servili, e i tribunali stessi vacassero fino al 6 gennaio.
02/06/2005 17:56
 
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Ciao Ratzigirls & Ratziboys, come promesso
vi posto ancora il significato di alcuni termini
che ricorrono nel cristianesimo cattolico:

Omelia: deriva dal greco homìlia che significa "discorso", spiegazione semplice e familiare.
L'omelia si distingue da una lezione di catechismo
per il fatto di essere "parte integrante della celebrazione
eucaristica" ossia della S. Messa.

Eresia:Nell'ambito della fede cristiana,
teoria che in base a pronunciamenti autorevoli della Chiesa è giudicata in contrasto con l'autentica dottrina ispirata da Cristo e formulata dalla S.Tradizione ecclesiale.

Apostasia:nel tardo greco questo termine significa
"allontanamento", apostasia significa l'abbandono del
cristianesimo per un'altra religione ed è quelllo che Gesù
chiama "peccato contro lo Spirito Santo che non sarà
mai perdonato".

Eucaristia: deriva dal greco eucharistìa e significa
"rendimento di grazie": è la preghiera fatta da Gesù, nell'Ultima Cena, quando diede il pane e il vino come suo
corpo e suo sangue ai suoi discepoli, perchè lo facessero
"in memoria di me" (Lc 22,19). Fin dall'inizio designa tutta
l'azione sacrificale-conviviale celebrata dalla Chiesa per
essere fedele al comando del suo Signore.

Liturgia: L'insieme delle azioni di culto della Chiesa,
soprattutto di quelle aventi carattere pubblico e comunitario.
Deriva dal greco Leiturghìa che designa un'opera,
un ufficio pubblico. Nella traduzione greca della Bibbia dei 70,
è stata impiegata per tradurre l'ebraico "avodà"
nel significatodel culto prestato a Dio dai sacerdoti e dai leviti nel Tempio. Nel Nuovo Testamento "liturgia" ricorre in tutto 15 volte.

Maràn: in aramaico di Galilea significa "Signore",
da qui l'espressione Maràn(Signore) athà(Vieni),
Maràn athà = Vieni Signore Gesù !

Per adesso mi fermo qui,
un fortissimo abbraccio alle Ratzirgirls
& Ratziboys ! [SM=g27822]

04/06/2005 03:36
 
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Discorso della Montgna (Vg secondo Matteo)
Il discorso della Montagna, riportato in Mt 5,1-12, costituisce l’ottuplice sentiero cristiano: le otto beatitudini sono l’indicazione delle tappe da percorrere e, insieme, la manifestazione di quella rettitudine della mente, della coscienza, della volontà che è l’espressione della verità cristiana vissuta. Il perfetto raggiungimento della statura cristiana si rivela nella perfetta liberazione dello spirito, in quel sorridente distacco che nasce dal lasciare le cose prima che queste ci lascino, nella mitezza, nella luce del cuore, nella compassione verso tutti gli esseri, nell’accettazione serena delle inevitabili sofferenze e opposizioni. Sentiero di ascesa e, perciò, di inflessibile separazione da quanto si oppone alla verità e alla luce, di trasfigurazione del regno umano in quello sovrumano, ove viene celebrata l’unificazione della piccola coscienza dell’Io nell’infinita coscienza dello Spirito.



Beati i poveri in spirito, perchè loro è il Regno dei Cieli
Beati quelli che fanno cordoglio, perchè saranno consolati

Beati i mansueti, perchè erediteranno la terra

Beati quelli che sono affamati e assetati della giustizia, perchè saranno saziati

Beati i misericordiosi, perchè a loro misericordia sarà fatta

Beati i puri di cuore, perchè vedranno Iddio

Beati quelli che s'adoperano alla pace, perchè di loro è il Regno dei Cieli

Beati voi, quando v'oltraggeranno e vi perseguiteranno, e, mentendo, diranno contro a voi ogni sorta di male per causa mia. Rallegratevi e giubilate, perchè il vostro premio è grande nei Cieli; poichè così hanno perseguitato i profeti che sono stati prima di voi.
14/06/2005 22:21
 
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I 265 Papi (1° puntata) Da San Pietro a Papa Evaristo



PIETRO Apostolo di Galilea ( ...... † 13 ottobre 64 d.c)

E' sempre stato considerato il primo Papa e fondatore della Chiesa Cristiana.
Fu uno dei dodici Apostoli ( inviati) di Cristo deputati a divulgare la sua parola (verbo).
Dopo la Morte e la Resurrezione di Cristo, con lui il monoteismo ebraico divenne "TRINO" : DIO padre, CRISTO (il crocefisso) il figlio di DIO e lo SPIRITO SANTO, disceso in terra nel giorno della "PENTECOSTE" (celebrata 49 giorni dopo la Resurrezione, ovvero il 50° giorno, quando secondo la tradizione Cristiana una fiamma di fuoco si posò sul capo degli Apostoli e della Madonna, donando loro la facoltà di esprimersi e di dialogare con tutti i popoli del mondo e volatilizzandosi, alla fine della funzione, sotto forma di colomba che divenne poi simbolo universale di pace).
Coevo di Gesù di Nazareth, Pietro nacque con il nome di Simone, probabilmente a Betsaida, sulla riva nord-occidentale del lago di Tiberiade (Gennesaret) e, a Cafarnao, dove abitò e fece il pescatore assieme al fratello Andrea e dove fu sposato con figli, incontrò Gesù Cristo.
Di Gesù divenne seguace ed Apostolo, dopo essere stato seguace della dottrina di Giovanni il Battista (decapitato da Erode Antipa, nato secondo il calendario romano intorno al 20 a.c) e dal Cristo fu denominato Cefa- Pietra.
Il suo percorso, dopo la "Pentecoste" è stato variamente descritto dai Vangeli Cristiani, la sua parola è stata tramandata come parola di DIO, del CRISTO FIGLIO di DIO e dello SPIRITO SANTO ed ha attraversato tutto il medioriente passando da Gerusalemme, Antiocchia, Alessandretta (odierna Iskendurun) Costantinopoli, Atene, Corinto, Bari fino a Roma "Caput Mundi" dove "incendiò", con le parole le "anime" dei più poveri, dei meno abbienti e di coloro i quali credevano in una vita più umana, senza schiavitù, odio e guerre.
Incendiando le anime dei meno poveri attraverso la comprensione e la misericordia.
Dedicando ai ricchi il verbo della compassione e della giustizia affinchè il REGNO DEI CIELI possa appartenere a chi, in terra non può giudicare e afflliggere ma solo perdonare, lasciando alla più alta decisione la sentenza definitiva.

San Pietro fu crocefisso in Roma e, se il Cristo Gesù subì la vergogna ed indicato al pubblico ludibrio, Pietro non subì fine meno atroce: fu crocefisso con la testa all'ingiù.

Ps 1: note e pareri sono esclusive deduzioni appartenenti alle n.d.a. , viceversa le date possono essere discordanti, con riferimento alle varie riforme dei calendari.

1° Calenda = Romolo - calendario di 10 mesi - attorno al IIV secolo a.C.
2° Calenda = Numa Pompilio (715-673 a.C.) 12 mesi di 355 giorni basato sulle fasi lunari.
3° Calenda = Giulio Cesare- cesareo o giuliano = 12 mesi con anni bisestili , un febbraio variabile tra i 28 ed i 29 giorni . Controriforma cesarea ed inserimento di tre mesi ripartiti tra gli odierni novembre e dicembre ( Il Mercedodonio si confuse e sovrappose a Censorino, Solino e Macrobio)
La controriforrma provocò un errore di circa 36 anni
4° calendario = Gregorio XIII, nel 1582 attraverso gli studi dei più grandi scienziati ed astronomi dell'epoca riuscì a concrettizzare una diversa ripartizione del tempo che determinò il riferimento astrale e di conseguenza il calcolo del tempo "sidereo".

Ps 2 : calendari - libro delle calende, ovvero dei crediti annotati su tavolette di argilla con esigibilità a partire dal primo giorno di ogni mese.

LINO, di Volterra (67-76)

San Lino di Tuscia ( 0067-0076) Probabilmente il primo vero Papa della comunità Cristiana fondata su basi ad organizzazione piramidale, ovvero eletto dal proprio cenacolo e quindi dalla comunità, a differenza di Pietro che derivò direttamente dal "Verbo di Cristo".
Di san Lino, come di molti altri Papi ancora, non si ebbero, così come non si possono avere, molte notizie oggettive e certe sulla loro vita. Qualche volta nemmeno sulla loro morte; per il semplice fatto che, a quel tempo, quegli uomini professarono la loro fede più alta, con una conseguente grandissima contrapposizione ambientale : l'ostilità degli usi, dei costumi, di vita stessa ma sopprattutto, delle identificazioni religiose e quindi ideologiche.
Anche la sua nascita è molto approssimativa. La "TUSCIA romana " potrebbe essere considerata come la parte nord occidentale del Lazio compresa tra l'attuale confine toscano, il mar Tirreno ed il corso medio basso del fiume Tevere. Oppure, molto più prossima al "Foro", quale potrebbe essere la zona dell' attuale via "Tuscolana" ( n.d.a.: dei tusci, ovvero degli etruschi). Considerate le conformazioni orogeografiche, i mezzi di comunicazione dell'epoca, e le difficoltà di spostamento attraverso zone in preda a tutte le possibili azioni banditesche, si può sicuramente propendere per la seconda ipotesi. Così come la sua morte è incerta e celebrata come un "martirio"... probabilmente in qualche arena.
Comunque per il l'annuario pontificio dei santi, redatto nel 1947, il nome di Anacleto o Cleto martire è stato omesso... ovvero cancellato, probabilmente perchè non fu martirizzato, ma morì di morte naturale.

ANACLETO, romano (76-88)

Sant' Anacleto Martire (0076-0088) Si festeggia il 13 luglio. In Brasile si festeggia il 27 aprile. Sono anche discordanti gli anni del suo pontificato che in quest'ultimo caso lo vedrebbe regnare sulla cristianità tra il 79 ed il 92, lasciando una "vacatio" di ben tre lunghi anni come prima soluzione. Una seconda ipotesi avrebbe voluto "Cleto" papa con una sovrapposizione ed intersecazione di date annuarie. La tradizione comunque vuole che Anacleto fosse stato di origine romana e discendente di "pretoriani". Convertito al cristianesimo offrì tutti i suoi averi e la sua massima disponibilità alla causa cristiana, fino al martirio, voluto da Domiziano per sopprimere una nuova fede religiosa ed una filosofia di vita contrastanti con il modo di vivere dell'epoca. Durante il suo pontificato ordinò 25 sacerdoti ed il suo nome figura nelle orazioni del canone messale.

CLEMENTE I, romano (88-97)

Fu eletto negli anni del terrore più forte dell' anticristianesimo. Appartenente alla Gens romana , nonostante le sue origini ebraiche. La tradizione lo vuole quale figlio del senatore Faustino parente dell'Imperatore Domiziano. La storia lo vuole allevato nella cultura ellenistica. Seguace di San Paolo e probabilmente il fondatore della gerarchia eclesiastica, così come ancor oggi viene intesa e speculare alla gerarchia sociale dell'epoca. Un Papa, qualche vescovo, pochi sacerdoti e ... possibilmente molti seguaci con il solo diritto di acclamazione o di proclamazione della "fides" .
Nel 96 scoppiò l'antagonismo con le gerarchie di Corinto dove Clemente si trovava in conseguenza all'attività apostolica verso oriente. (n.d.a ovvero la Chiesa Romana ed Apostolica tentò, con i risultati storici successivi di ritornare da dove aveva avuto origine. Perchè dopo aver conquistato Roma ovvero caput mundi stava riperdendo il percorso di Pietro.) L'impegno, nel percorso geografico inverso, originò la prima abdicazione alla "Cattedra di Pietro " .
La tradizione vuole che il Soglio o Cattedra di Pietro sia passata a Evaristo nel 97, mentre la morte di Clemente I venne fatta risalire all'anno 100 quando, il pontefice si trovò in una qualche località del "Mar Nero" e,quando dopo aver rifiutato un ordine perentorio di eseguire un sacrificio alle divinità politeistiche romane, gli fu legata al collo un' ancora navale romana e gettato in mare.
Nell'anno 69, su suggerimento di papa Niccolò I, i santi Cirillo e Metodio riuscirono a recuperare alcune reliquie che furono tumulate nella basilica di San Clemente, fondata a Roma tre secoli dopo la sua morte ed eretta, sempre secondo la tradizione, sulle fondamenta della casa paterna. (nda: oggi a pochi passi dal Colosseo).

EVARISTO, greco (97-105)

Sant'Evaristo ( 0097-0105) Di questo Papa non si conosce quasi nulla. La tradizione lo vuole al soglio pontificio prima della morte del suo predecessore, per il semplice fatto che Clemente I si risolse a ritrovare l 'apostolato mediorientale, lasciando gli incarichi romani ad Evaristo. Nato probabilmente in Giudea da genitori appartenenti alla "Gens romana" fu istruito in Grecia.
A questo Papa si deve una ulteriore organizzazione eclesiastica: la costituzione delle parrocchie dopo i vescovadi... ovvero la diramazione capillare dell'evangelismo. Le parrocchie nacquero come " Tituli" , ovvero i luoghi dove i "leader" cristiani trovarono il martirio, ove venne da prima eretta una croce e poi una chiesa. E, sempre per volontà di questo papa, la celebrazione del matrimonio diviene un atto pubblico. L' "Annuario Pontificio" lo considera martire, ma il suo sacrificio non è oggettivamente dato per certo.
15/06/2005 15:08
 
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I 265 Papi (2° puntata) Da Alessandro I ad Aniceto



ALESSANDRO I, romano (105-115)

Probabilmente il primo papa ad essere eletto dal un conclave dei vescovi, diaconi e persino con la partecipazione dei fedeli. Antecedentemente il pontefice veniva nominato in maniera quasi dinastica, con un atto testamentario. Salì al soglio pontificio ancora giovanissimo, tra i venti ed i trenta'anni. Proveniente da nobile famiglia romana con buone introduzioni presso il Senato romano quali il tribuno Quirino ed il prefetto Ermete. La tradizione cristiana lo vuole martire, a seguito delle persecuzioni traiane. Decapitato assieme ai suoi tutori e sepolto al settimo miglio della via Nomentana. Ma secondo Eusebio ed Ireneo, papa Alessandro I avrebbe "regnato" tra il 109/110 ed il 119/120.

SISTO I , romano (115-125)

Verso la fine del suo regno anche l' mperatore Traiano ritenne di dover mitigare la propria politica persecutoria nei confronti dei cristiani, anche perchè l' "infamia" di essere cristiano serviva più spesso a risolvere faide politiche e famigliari che non a dirimere questioni religiose. Questo clima di pseudo tolleranza, che non cambiò comunque i metodi e le persecuzioni, proseguì anche sotto l'imperatore Adriano il quale scrisse al proconsole d'Asia : "Se uno fa le sue accuse e dimostra che i cristiani operano contro le leggi, allora la colpa deve essere punita secondo la sua gravità. Ma se qualcuno si avvale di questo pretesto per calunniare allora è quest'ultimo che deve essere punito".
In questa realtà nacque Sisto I, figlio di pastori romani, si presume sia assurto al soglio intorno al 115 A Sisto primo si deve l'introduzione di molte norme di culto, tra le quali il divieto ai laici di toccare il il sacro calice e la patena (n.d.a : piattino di metallo dorato, argentato o di metallo nobile usato per la deposizione dell'Ostia consacrata) lasciando agli uomini di culto il privilegio di questi atti. A Sisto I venne fatta risalire anche l'introduzione del triplice cantico <> durante la celebrazione della messa (nda: tratto dal tardo latino mìttere, mandare, inviare ... e soprattutto dalla formula finale del rito cristiano fondamentale della celebrazione eucaristica: ite missa est "andate, sei inviato!"), ma questo è dubbio, come è dubbia l' attribuzione, a Sisto, l' introduzione dell'acqua nella celebrazione del rito eucaristico e dell'acqua santa per le abluzioni ( n.d.a: queste ultime attribuite al suo predecessore, Alessandro I).

Viene celebrato come santo, ma dal Calendario Universale della Chiesa è stato depennato, perchè probabilmente non subì alcun martirio. La tradizione lo considera sepolto accanto al corpo di Pietro, come per altro tutti i predecessori ma, l'unica cattedrale dove ancora viene celebrato come santo è quella di Alatri (nda: cittadina in provincia di Frosinone).

TELESFORO, greco (125-136)

Anche nel caso di Telesforo non vi sono certezze storiche. San Telesforo papa non sarebbe stato martirizzato, mentre il martirio di un altro Telesforo sarebbe annotato nel "Martiriologio romano", durante l'impero di Adriano. Le sue origini vengono ricondotte a Terranuova di Calabria da famiglia greca.
A Telesforo furono ricondotte alcune altre norme nella celebrazione della messa quali il canto del "Gloria in excelsis Deo" da egli stesso composto e l'introduzione della messa di mezzanotte alla vigilia di natale. Viene festeggiato il 5 di gennaio, anche se il suo nome non figura più nel Calendario ufficiale.

IGINO, greco (136-140)

Filosofo di origine ateniese, poco o nulla del suo apostolasto è a conoscenza. La tradizione vuole che la sua preparazione sia stata di conforto nel contrastare una delle tante eresie imperversanti fin dalla nascita del cristianesimo stesso: lo "gnosticismo" (nda: gnòsi = conoscenza; vocabolo di etimologia greca; lo gnosticismo praticato negava l'insegnamento della dotrina da parte di maestri, ovvero dal "clero", facendo derivare la conoscenza e la sapienza direttamente da Dio)
Ad Iginio fu ricondotta una sorta di piccola riforma clericale mediante la quale iniziò la prima organizzazione gerarchica di tipo piramidale. Durante il suo pontificato l'imperatore Adriano fece erigere il suo mausoleo che diventerà poi, Castel Sant'Angelo.
Le spoglie sembra siano state deposte accanto a San Pietro ma, il suo nome non figura più nel Calendario Universale e pertanto non viene considerato santo.

PIO I, di Aquileia (140-155)

Secondo la tradizione cristiana fu considerato tra i papi più rigorosi, sia verso i costumi delle popolazioni, sia verso i costumi di vescovi e presuli, non ancora completamente mondati dalle prosperità della vita. Ma a Pio I venne ricondotta l'introduzione della "confessione" , ovvero "riconciliazione" pur nella ripetizione delle infrazioni dogmatiche o morali. (nda: probabilmente le persecuzioni, anche se durante l'impero di Antonino Pio si erano abbastanza affievolite ed il troppo rigore morale imposto, portò la Chiesa a più miti consigli con l'introduzione, appunto, della confessione, l' "equa penitenza" ed il prosieguo nel cammino cristiano, per vescovi, prelati e semplici fedeli).
A Pio I venne anche ricondotta l'introduzione della "Pasqua di Resurrezione" alla prima domenica dopo il primo plenilunio di marzo. Compiendo così una prima distinzione tra la "Pasqua ebraica", celebrata il giorno del plenilunio, ma creando una forte frattura con la chiesa d'oriente (nda: la futura Chiesa Ortodossa) che intendeva invece mantenere la tradizione. E sempre a Pio I si fanno risalire i primi forti contrasti con le "eresie" organizzate dell'epoca, quali quella di Cerdone (gnostico) e quella di Carpocrate di Alessandria (gnostico. nda: la cui dottrina si incentrava sul bene ed il male - il primo impersonato da Dio e la sua spiritualità, il secondo fondato sulle figure retoriche di angeli demòni creatori della materia - La Carpocrasofia in buona sostanza rinnegava il Dio "militare" ebraico" ma non sposava il cristianesimo in quanto fruitore della materia)
Nato ad Aquileia da Ruffino di famiglia Aureliana, non si conosce il modo con il quale incontrò il cristianesimo a così lunga distanza da Roma. Più verosimilmente si può considerare che la "nuova religione" sia stata dallo stesso incontrata, proprio in quel di Roma, la dove stava nascendo, forse il primo tempio dedicato al culto cristiano: Santa Pudenziana.
Sembra non sia stato martirizzato, ma reso santo per le sue doti morali.

ANICETO I, siro (155-166)

Figura apparentementeo controversa, per quel poco che si possa sapere di Lui. Nativo delle terre siriane, non si sa come sia approdato presso la "Caput Mundi". Sembra fosse stato da prima allontanato dalla Chiesa d'oriente, quale eretico egli stesso, nel mentre stava combattendo le eresie gnostiche derivanti dagli insegnamenti di Cerdone.
Dopo essere stato proclamato papa Aniceto ricevette visita da San Giustino (filosofo platoniano, convertito al cristiniasemo fondò una scuola di pensiero,durante l'mpero di Antonino Pio, per finire martirizzato.), alla quale scuola finì per aderire. Ma incontrò anche Egesippo, San Policarpo e gli stessi gnostici Valentino,Cerdone e Marcione. Comunque durante il suo papato le eresie furono piuttosto contrastate, sempre in difesa della fede derivante dalla tradizione apostolica.
Con Marco Aurelio, divenuto imperatore nel 161, le cose cambiarono nuovamete per la sopravvivenza dei cristiani. Moltissimi vescovi furono condannati a morte e le persecuzioni ripresero a ritmi accelerati. Lo stesso San Policarpo e San Giustino trovarono il martirio. Ma non si ha notizia del martirio di Aniceto, il quale non figura più nel Calendario Universale. La tradizione cristiana vuole che le sue spoglie siano state deposte nelle catacombe di San Callisto in Roma ed in seguito, intorno al 1600, traslate nel sepolcro di Alessandro Severo.

[Modificato da Ratzigirl 15/06/2005 20.35]

15/06/2005 20:19
 
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GRANDE IDEA!
Splendida questa idea di fare la storia di tutti i Papi.[SM=g27811]
Era tempo che volevo aggiornare e ampliare la mia conoscenza di questo argomento,che ho iniziato per studio durante gli anni dell'università,ma che purtroppo per mancanza di tempo(e di fonti reperibili)non sono mai riuscita a completare.Davvero una grandissima idea.[SM=g27822]

[Modificato da RATZGIRL 15/06/2005 20.21]

RATZI FOREVER

Suor RATZGIRL
Ordine Benedettino delle Suore delle Sante Coccole al Romano Pontefice
15/06/2005 20:38
 
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I 265 Papi (3° puntata) Da Sotero a Callisto I




SOTERO, ausonio (166-175)

Proclamato santo in qualche epoca, ora il suo nome non compare più nel Calendario Universale. Nato a Fondi, nell'attuale Lazio (o Campania - vedi nota (*) , da famiglia di origine greca, fu sempre molto attento nel mantenere stretti rapporti con i cristiani residenti al di la del mare Adriatico (nda : già considerata Chiesa Cristiana d'Oriente), anche attraverso opere caritatevoli. Non è escluso che già all'epoca si fosse presentata la possibilità di una opinione diversa circa l'interprettazione del pensiero teologico di Cristo, ovvero l'embrione di uno scisma.... che purtroppo accadrà successivamente. Sotero, cercò comunque di mantenere unita la comunione della fede cristiana, nonostante il tallone di un imperatore come Marco Aurelio.
Sotto il suo pontificato emersero idee eretiche "montaniste" (nda: eresia frigia, di radice gallica che ricondussero il pensiero al suo precursore - Montano- di origine ebraica ... e quindi alla nuova Gerusalemme che discesa dal cielo si sarebbe dovuta insediare ad oriente di "filadelfia" ... -palestina - . Prime predicatrici di questo pensiero furono Masimilla e Priscilla/Prisca).
Il pontefice costituì per contro un ordine diaconale femminile, anche per rispettare riti greci di più antica memoria e con essi salvaguardare il pensiero cristiano. Le sue spoglie sembra siano state dapprima sepolte accanto alle spoglie di Pietro, poi trasportate nelle catacombe di San Callisto, sotto il papato di Sergio II traslate nella chiesa di San Silvestro a Roma. Successivamente da San Silvestro alla chiesa di San Sisto e... poi... in parte disperse fino a finire a Toledo.
(*) Sul luogo di nascita, le cognizioni dei confini odiernamente concepiti non rappresentano però, un vero dato storico, si può solo desumere dai testi a disposizione che, essendo la città di Fondi di origini antichissime, questa rientrasse sotto l'influenza delle popolazioni "aurunche" o "ausoni" in aperto conflitto con i romani e di conseguenza ritenuta nemica delle alleanze romane e quindi dell' odierno Lazio, forse questa è la spiegazione per la quale il "liber pontificalis" fa riferimento ad una qualsivoglia origine "campana")

ELEUTERIO, dell'Epiro (175-189)

Nato in Epiro, a Nicopoli, fu discepolo di Aniceto. Appena subito dopo la sua elezione al soglio, dovette assistere alle grandi repressioni di Marco Aurelio contro le neonate comunità cristiane austriache e galliche. Nel mentre l'eresia "montanistica" si dichiarava a favore dell'impero romano.
Il papato di Eleuterio è però noto più per un altro clamoroso fatto : il martirio di Santa Cecilia. La leggenda vuole che, la giovane cristiana promessa in sposa al pagano Valeriano fosse riuscita a convincere il proprio sposo a lasciarle la propria "verginità". Oltre al marito riuscì a convertire anche il cognato Tiburzio. Denunciati al prefetto Almachio furono condannati a morte e a Cecilia fu riservato l'orrendo supplizio della soffocazione tramite i vapori di un "caldarium" (ancora oggi conservato nella cappella dell'omonima basilica in Transtevere). Dopo tre giorni di martirio ne uscì completamente illesa e solo allora fu decapitata. Eleuterio, dopo aver combattuto il montanesimo, il valentenismo e l'eresia marcioniana, fu sepolto, secondo il "Liber Pontificalis" nella necropoli vaticana.
Come santo è ancora festeggiato il 26 maggio.

VITTORE I, africano (189-199)

Di origini nord africane e dal carattere molto fermo dovette confrontarsi con le molte eresie che stavano proliferando ovunque, una delle quali molto seguita dalla chiesa d'oriente ed in tutta l'Asia, ovvero: l' eresia quartodecima Nisan.
Questa eresia riprendeva gli antichi riti ebraici facendo cadere la Pasqua di Ressurrezione non la domenica, come aveva stabilito la chiesa romana ma il quattordicesimo giorno del mese di Nisan, quasi coincidente con la Pasqua ebraica. Il suo papato trascorse invece relativamente tranquillo sul fronte della tolleranza romana. Infatti Vittore salì al soglio negli ultimi anni dell'impero di Commodo che secondo la leggenda avrebbe avuto un'amante di fede cristiana (Marcia) che riuscì a mitigare la politica anticristiana di quel periodo. Non sarà così con il suo successore Settimio Severo. San Vittore non fu martire e fu sepolto accanto al sepolcro di San Pietro.

ZEFIRINO, romano (199-217)

Nativo di Roma, in qualche annuale appare sotto il nome di Geferino. Il suo papato iniziò sotto il terrore di Settimio Severo, il quale convinto assertore della religione politeistica, oltre che per pratici motivi attinenti il dominio delle provincie romane, aveva sposato Giulia Domna, di un antico casato sacerdotale dell'antica città siriana di Emesa dove veniva praticato il culto al "dio sole".
La scintilla che innescò nuove crudeli repressioni fu la mancata partecipazione dei cristiani ai festeggiamenti del decennale dell'imperatore pro salute impetorum, perchè marcatamente pagani. Oltre a ciò dovette continuare a combattere ulteriori eresie, contrastato da Ippolito sul metodo di lotta e che sfocerà successivamente nel primo scisma cristiano, quello di Ippolito. (nda: Sant' Ippolito fu teologo e scrittore di cultura greca, divenne esponente della teologia del logos . Avversario di Zefirino e di quello che diventerà papa e santo Callisto. Fu probabilmente in contatto con la dinastia dei Severi ma dagli stessi abbandonato e deportato in Sardegna, da Massimo il Trace, dove trovò il martirio.)
Nonostante tutto però, Zefirino riuscì ad organizzare ancora di più la gerarchia eclesiastica nominando per la prima volta un suo vicario ( Callisto ) con compiti più pratici che teologici. A lui si deve la volontà di organizzare i cimiteri cristiani che furono spostati dalla via Salaria alla via Appia, dove già esistevano quelli di Pretestato e Domitilla. Uno dei cimiteri fu chiamato "la cripta dei papi" e dove, il primo ad esservi tumulato fu proprio Zefirino.

CALLISTO I, romano (217-222)

Nato a Roma, figlio di una famiglia di schiavi appartenente ad Aurelio Carpoforo discendente della ex famiglia imperiale di Commodo. Callisto fu reso libero perchè il suo "padrone" aderì alla religione cristiana ed a questa lo educò.
Personaggio piuttosto controverso dal punto di vista cristiano, molto meno da quello laico. Forse la santità sarebbe stata certamente più consona a Carpoforo che non al suo liberto ma, come sempre insegna la storia: la virtù è dei forti.
Una volta libero, sarà sempre comunque il suo precettore a garantire per lui, fino alla morte.
La leggenda vuole che alla sua "liberazione" gli fosse stata consegnata una grande somma di denaro da amministrare a favore dei più bisognosi e per se stesso. Non fu perduta solo quella fortuna ma anche di più.
Sicuramente però, un "faccendiere" di grande fascino. Nonostante fosse riuscito a dilapidare enormi fortune e chissà quant'altro ancora, sempre attraverso la famiglia imperiale dei Commodo ed in particolar modo con il particolare interessamento di Marcia, riuscì a ritornare in seno alla garande famiglia cristiana.
Dopo l'esilio in terra di Sardegna dove occupò il presbiterio di San Giacinto approdò ad Anzio.
Da Anzio dove non aveva avuto alcun incarico particolare, Callisto fu richiamato da Zefirino ed elevato agli onori della gerarchia cristiana sino a farlo diventare il suo vicario per i beni terreni.
Uno degli incarichi particolari fu quello di riorganizzare le sepolture e quindi i cimiteri dei cristiani.
Il suo modo di intendere e volere la vita si scontrò ben presto con un'altra caegoria di cristiani più ortodossi ed intransigenti rispetto alle virtù teologali dell'epoca.
L' intransigenza ortodossa derivò dai comportamenti e dalle idee teologiche di Ippolito, suo acerrimo rivale in quanto non prescelto dal pontefice in carica ( Zefirino).
La spaccatura tra i due modi di intendere la cristianità si manifestò all'elezione di Callisto quale sommo pontefice.
Ippolito divenne il primo antipapa.
Le due espressioni di intendere il cristianesimo si possono riassumere in un tema ed una risposta.
La prima, di Tertulliano amico di Ippolito che nel suo "De Pudicitia" recita: "...il pontefice massimo, il vescovo dei vescovi, perdona gli adulteri ed i fornicatori: E dove si affiggerà questo editto così liberale? Sulle porte dei postriboli?..."

La seconda di Callisto: " NON E' IL PADRE CHE E' MORTO... ma il figlio"

La diatriba tra i due contendenti non portò comunque nulla di buono per le "donne e gli uomini di buona volontà ".
San Callisto morì martire a seguito di una sommossa popolare, sotto l'impero di Eliogabalo e non fu sepolto nella cripta dei papi, da lui stesso voluta ma, nell' omonimo convento accanto a Santa Maria in Transtevere.
19/06/2005 14:06
 
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URBANO I, romano (222-230)

Anche in questo caso le notizie non sono abbondanti. Secondo il Liber Pontificalis , sarebbe nato a Roma durante l'impero di Diocleziano, mentre la sua elezione sarebbe avvenuta sotto l'impero di Alessandro Severo.
Dopo i tumulti anticristiani ai quali non sopravvisse il suo predecessore, il suo pontificato fu relativamente tranquillo. La famiglia imperiale stessa, attraverso la volontà di Giulia Mamea, madre dell'imperatore, accolse assieme ai riti pagani anche quelli cristiani. Urbano venne particolarmente ricordato per la sua tenacia nel rivendicare le proprietà appartenenti alla chiesa, in particolar modo una causa civile contro un'associazione di ostie quindi il "DIO BACCO" a proposito della prprietà di un edificio adibito al culto cristiano. Urbano fu fatto assassinare dal prefetto Almenio il 19 maggio 230 (?), le sue spoglie furono sepolte nel cimitero di San Callisto (Cappella o Cripta Pontificia). Nel 862 papa Nicolò I inviò parte delle reliquie a Carlo il Calvo in quel di Auxerre dove fu venerato quale protettore dei viticultori.

PONZIANO, romano (230-235)

Nato a Roma, fu il primo papa ad avere una data certa del suo insediamento: il 21 luglio 230.
Dopo alcuni periodi di tolleranza, "Massimo il Trace" divenne invece uno dei più acerrimi nemici del cristianesimo ed assassinato Alessandro Severo proseguì nelle epurazioni.
Ad un certo punto Ponziano, vecchio e stanco preferì "abdicare" a favore di nuove energie e lasciare la Chiesa di Roma , piuttosto che farla sopprimere.
Morì in esilio in Sardegna ( nda: deportato) , probabilmente per le sofferenze inflittegli. Le sue spoglie furono successivamente tumulate nella cripta papale di San Callisto in Roma da papa Fabiano.

ANTERO, romano ( 235-236)

Sostituì Ponziano per un brevissimo lasso di tempo, forse pochi mesi. Di origini greche, poco dopo la sua elezione al soglio pontificio fu messo a morte il 3 gennaio 236 (?) su ordine dell' imperatore "Massimo il Trace".
La storia vuole che le sue spoglie siano state scoperte nel 1854, dove riposavano nel cimitero di San Callisto.
Una riflessione brasiliana:
"Santo Antero dedicou-se a colecionar e catalogar as atas dos mártires e, certamente, isto contribuiu para que muitas das preciosas histórias não se perdessem no tempo. Verdadeiros exemplos e forças motrizes que revigoram a fé, o exemplo dos mártires nos confirma que a terra é com razão chamada um vale de lágrimas. Lágrimas umedecem os olhos não só do crente, mas também do infiel. Para todos a vida é uma luta, ou na linguagem de Jó "uma guerra". Para os infiéis, que tem os olhos voltados para a terra, mesmo que materialmente vitoriosa, esta guerra é quase sempre a perdição, a derrota; para os outros, esta guerra, sobretudo com as baixas causadas pelo martírio, a vitória, a salvação eterna. Santo Antero preservou o ensinamento destes Santos mártires que, pelo seu exemplo, nos indicam a postura a tomar na batalha: Olhos fixos para o alto, onde os espinhos, as quedas e as baixas, muitas vezes são necessariamente, inevitáveis".

FABIANO, romano (236-250)

Festa il 20 gennaio. La leggenda vuole che una colomba bianca si sia posata sul capo di un pio agricoltore, mentre sul far della sera stava rientrando dalla campagna., come racconta Eusebio. (nda: Eusebio scrittore cristiano, nato nel 265 circa e considerato il fondatore della storia e della cultura cristiana scritta).
Il 10 gennaio 236 Fabiano fu eletto papa. A Fabiano si deve una rivoluzione gerarchica della chiesa ad evoluzione piramidale, ovvero stabilì una filtrazione delle varie problematiche che, da allora in poi, sarebbero passate attraverso "ministri" assegnati allo scopo, scelti tra i sacerdoti del clero che ne avessero più titolo e merito. Fu così che nacquero i "cardinali" (incardinati: ossia coloro i quali ne avevano titulus per essere tali).
Dopo l'elezione al soglio pontificio, durante l'impero di Filippo l'Arabo (244-249), Fabiano riuscì a riportare i cristiani sotto venti meno tumultuosi dal punto di vista delle persecuzioni, nel mentre dilagò la corruzione e la neo dissolutezza dei costumi. Con Decio imperatore (249-251) le cose cambiarono nuovamente e le persecuzioni si fecero nuovamente sentire in maniera estramamente pesante. Decio infatti, proclamò l'editto del libellus per il quale, ogni famiglia avrebbe dovuto "sacrificare" a favore delle "divinità pagane" in cambio di un certificato che attestava la propria appartenenza a Roma. I cristiani insorsero , molti si resero lapsi (nda: da lapsus= errore; e quindi si riconvertirono al paganesimo), altri fuggirono, altri ancora scelsero la strada del martirio. Le persecuzioni si diramorono velocemente, come sempre, in tutto l'impero: ...da Roma ad Antiochia... da Antiochia a Cartagine . San Fabiano fu messo a morte il 20 gennaio del 250 e sepolto nella cripta di San Callisto.

CORNELIO, romano (251-253)

Nato a Roma da gens romana. Le persecuzioni violentissime di Decio impedirono l'immediata successione al soglio di Pietro, pertanto ci fu più di un anno di vacatio.
La chiesa cristiana fu quasi allo sbando e governata quasi esclusivamente da presbiteri e diaconi ( nda: presbitero = prete, probabilmente vescovo dell'antichità; diacono = colui che può impartire tutti i sacramenti ma, non può svolgere le funzioni eucaristiche della messa)
Cornelio fu eletto pontefice sotto una gragnuola di colpi inferti al cristianesimo sia dall'esterno che dall'interno della chiesa. I primi dovuti al clima persecutorio di Decio imperatore, i secondi da San Cipriano (vescovo di Cartagine) e da Novaziano (autoproclamatosi papa).
Nel 252 Cornelio fu esiliato dal nuovo imperatore Treboniasno Gallo.
Morì di morte naturale e le sue spoglie furono trasportate nel cimitero di San Callisto solo successivamente, dalla matrona Lucina.
21/06/2005 03:38
 
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Da Lucio I a Felice I




LUCIO I, romano (253-254)

Assurse al soglio pontificale il 25 giugno del 253, pochi giorni dopo la morte del suo predecessore Cornelio.
Non è dato sapere come ma nostante il suo brevissimo pontificato riuscì ad emanare il decreto per il quale: ... ogni presbitero doveva essere accompagnato da due preti e tre diaconi... a testimonianza del comportamento di tutti. Il suo papato, dopo la morte dell'imperatore Treboniano Gallo e l' evento di Valeriano, fu da considerarsi abbastanza tranquillo sul fronte delle persecuzioni.
Dopo un breve esilio a Lucio fu concesso di ritornare a Roma. Morì di morte naturale e fu sepolto nella cripta di san Callisto o forse di santa Cecilia. Dapprima dichiarato santo per il suo martirio, Lucio fu successivamente cancellato dal Calendario Universale della Chiesa.

STEFANO I, romano (254-257)

Appartenente ad una nobilte famiglia romana da tempo convertita al cristianesimo, preposto ad una delle sette diaconie create da papa Fabiano, fu eletto il 12 maggio, presso il cimitero di San Callisto, da presuli e diaconi che ne "avevano titolo", in rappresentanza di tutti i fedeli. Il suo papato, nei primi due anni trascorse relativamente tranquillo dal punto di vista dei rapporti stato-chiesa. Non fu così durante l'ultimo anno quando l'imperatore Valeriano, sobillato da un suo famigliare, si convinse che i cristianI stavano tentando di accapparrarsi beni dell'impero. Il senato emanò un editto imperiale di persecuzione contro tutte le gerarchie eclesiastiche imponendo alla cittadinanza di riconoscere tutte le divinità pagane e di poter eventualmente esercitare anche il culto cristiano solo in privato. Mentre sul fronte interno, Stefano si dovette scontrare sul terreno del diritto canonico, a proposito di un nuovo battesimo per coloro i quali a seguito di adesioni a dottrine diverse o a "eresie", fossero stati messi al bando dalle comunità cristiane aderenti alla dottrina di Roma.
Mentre Stefano e la chiesa romana asserivano la benevolenza di Cristo, il vescovo Cipriano di Cartagine asseriva esattamente l'opposto. Il papa morì il 2 agosto del 257 mentre stava officiando la messa, decapitato dai pretoriani dell'imperatore. Le spoglie furono dapprima sepolte nella cripta dei papi del cimitero di San Callisto, nel 761 traslate a San Sivestro in Capite ed infine, nel 1682, definitivamente deposte presso la chiesa dei cavalieri Stefanini in Pisa, non senza che molte reliqui siano andate in molte altre chiese. Festeggiato il 26 dicembre come protomartire

SISTO II, greco (257-258)

Nato in Grecia, fu definito dal biografo Cipriano " un buon sacerdote amante della pace", nonostante le persecuzioni dell'imperatore Valeriano continuassero ad imperversare. Fu eletto il 30 agosto 257. Nel 258 Valeriano, attraverso un editto, obbligò i cristiani ad abiurare la propria religione pena la confisca dei beni e la pena capitale mediante decapitazione. Sisto II fu sorpreso mentre stava celebrando il rito della Santa Messa, il 6 agosto dello stesso anno. Trascinato in giudizio fu condannato al supplizio. La condanna fu eseguita il 10 agosto, seduto sulla sedia definita "soglio pontificio".
La sedia fu poi sistemata, in memoria, nella sepoltura della cripta papale di san Callisto. Ma oltre alla persecuzione imperiale Sisto II dovette combattere contro un'ulteriore recrudescenza dell' eresia monarchianistica : quella di "Sabellio", già scomunicato da papa Callisto.

DIONIGI (DIONISIO), ignota (259-268)

Le origini di questo papa non sono affatto certe, il libro pontificalis lo accredita nel periodo in epigrafe, mentre altre fonti lo insediano dal 261 al 272. Semplice prete di origini sconosciute per la prima tesi, di nobile famiglia proveniente dalla "Magna Grecia", per la seconda. Sicuramente però vi fu una "vacatio" sulla cattedra di Pietro. Con la morte di Valeriano (260), nella guerra contro la Persia di re Sàpore, il figlio Gallieno, suo successore si dimostrò di idee diverse, nei confronti della cristianità. Tutti gli editti contro i cristiani furono aboliti, probabilmente per il contributo militare nei confronti della Persia.
Se da un lato, Dionisio, riuscì a rimediare nei rapporti con lo Stato. Così non si può dire sul fronte interno e le continue lotte contro le eresie antievangeliche, per le quali rimase un convinto oppositore. La più importante eresia con la quale si dovette confrontare fu quella del vescovo di Antiochia : Paolo di Samosata, per la quale fu messa in discussione la SACRA TRINITA'. L' "apostata" sosteneva infatti l'idea di un " Cristo divenuto DIO progressivamente e per adozione". Contro Paolo Samosata si mosse, due anni dopo, l'impero di Roma con l'imperatore Aureliano che sconfisse la regina Zenobia ed il clero di Antiochia (nda: non è dato sapere i motivi che indussero ad appoggiare i cristiani di Roma... ma possono ben essere intuiti!).
Dionisio morì il 26 dicembre 268, dopo tre concili tesi ad esautorare il vescovo antagonista. Fu sepolto nella cripta del cimitero di San Callisto. San Dionisio viene festeggiato in concomitanza con Santo Stefano il 26 dicembre.

FELICE I, romano (269-274)

Probabilmente di origine romana, salì il soglio il 5 gennaio 269, durante l'impero di Aureliano.
Di questo pontefice non si conosce quasi nulla. Gli venne attribuita una lettera inviata a Massimo, vescovo di Alessandria per puntualizzare il dogma della Santissima Trinità, contro l'eresia di Paolo Samosate condannato con il concilio di Antiochia e ripresa durante il concilio di Efeso del 431: "...Crediamo che nostro Signore Gesù Cristo nato da Maria sia il VERBO, Figlio eterno di Dio e, non uomo diverso da Dio elevato da Dio stesso a questo onore. Il Figlio di Dio non ha scelto un uomo per l'incarnazione, non vi sono due persone in Cristo. Il Verbo, Dio perfetto si è incarnato nel seno di Maria e si è fatto uomo".
Felice morì il 30 dicembre del 274 e fu sepolto, secondo San Cirillo, nello stesso cimitero da egli stesso voluto.

24/06/2005 02:58
 
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La messa tridentina

Sihaya mi chiedeva cos'era la messa tridentina, per non dare informazioni sbagliate o comunque poco esaurienti, ho cercato su internet e ho trovato una sintesi di un sacerdote che spiega in maniera chiara e con alcuni sui commenti l'essenza della messa tridentina, paragonandola alla messa moderna:


Che cos'è la Messa:

La santa messa si può definire come atto supremo del culto di Dio Uno e Trino, mediante il sacrificio redentore di Gesù Cristo compiuto sulla croce, che si rinnova ossia rende presente sull'altare attraverso la ripetizione dell'Ultima Cena, sacramento del sacrificio di Cristo (la santa messa è un sacrificio sacramentale, applicativo).

La sua struttura fondamentale è data dalla c.d. liturgia della parola e dalla liturgia eucaristica che, a sua volta, consta di due parti: il sacrificio e la santa comunione. Essenziale è il sacrificio, nel quale mediante la consacrazione separata del pane e del vino si rinnova l'offerta al Padre del Corpo e del Sangue di Gesù Cristo: uno e identico ne è il sacerdote principale, una e identica la vittima, Gesù Cristo, soltanto il modo di fare l'offerta è differente, cruento sulla croce, incruento sull'altare (Pio XII, Enciclica Mediator Dei, II 1: EE 6,493-494). Esso si rinnova perché la Chiesa si unisca al sacrificio del suo Capo e s'inserisca in esso, partecipandovi, al fine di trarne i frutti salvifici. A tal fine è necessaria una partecipazione spirituale dei fedeli (cfr. ivi, 506-528), non è necessaria, invece, la santa comunione che è una parte integrante del sacrificio ed è obbligatoria soltanto per il sacerdote celebrante.


Principali differenze

Da quanto detto sulla struttura fondamentale della santa messa, sacrificio sacramentale di quello della croce, risultano le principali differenze tra la messa tridentina e quella "nuova", assieme alle finalità della santa messa, ossia tra quello che la messa è e quello che la messa non è:

difatti, il fine della liturgia non è quello di costituire un'assemblea, di fare uno spettacolo, di fare una "festa", di celebrare una semplice cena.

Ora, nella nuova messa si riscontrano alcune accentuazioni che potrebbero far travisare le finalità essenziali della santa messa:

1) nella "nuova messa" è accentuato l'aspetto di azione della Chiesa (intesa come?): il sacerdote celebrante in parecchi momenti si confonde in un certo qual modo con i fedeli (come risulterà meglio ancora); ma la santa messa non un'assemblea;

2) nella "nuova messa" è accentuata la liturgia della parola, comprese le varie "didascalie", quindi l'aspetto didattico (anche se l'omelia è spesso impoverita); ma la messa non uno spettacolo, e tanto meno TV (?).

3) nella "nuova messa" è ridotto l'aspetto sacrificale (un offertorio quasi inesistente, le preci eucaristiche più brevi e scarne); ma la messa non è (solo) una "festa" (l'accento posto sulla gioia della risurrezione);

4) nella "nuova messa" è accentuato l'aspetto conviviale (già nell'Offertorio): ma la messa non è una cena (soltanto), come per i protestanti.



Un solo sacerdote

Il sacrificio della croce, e quindi quello sacramentale, per anticipazione, dell'Ultima Cena, e quello sacramentale "per commemorazione" (nel senso forte della parola) dell'eucaristia ("rendimento di grazie"), è compiuto dall'unico ed eterno Sommo Sacerdote, Gesù Cristo (Eb 7,24; 9,26).

Nella messa tridentina, celebrata da un solo sacerdote, risalta chiaramente questo aspetto cristologico della santa messa. Il sacerdote è mediatore tra Dio e gli uomini, ministro di Cristo: è lui che offre i doni (vittima), che consacra, che compie il sacrificio; solo grazie alla sua azione il sacerdozio, essenzialmente distinto (LG 10b: EV 1,312), viene attuato ed esercitato ed è reso efficace.

Pertanto, il Canone (romano) è la preghiera esclusivamente sacerdotale e viene recitato, per la maggior parte, a bassa voce, eccetto il canto (o recita ad alta voce) del Prefazio e del Pater noster.

La concelebrazione, limitata dal Concilio Vaticano II ad alcuni casi e che non può venire mai imposta ai singoli sacerdoti (SC 57: EV 1, 97-106; can. 902 CIC), non aiuta a percepire l'unicità del sacerdote il quale non è mai soltanto un "presidente" (dell'assemblea). Essa fa risaltare l'unicità del sacerdozio intorno al Vescovo, specialmente il Giovedì santo, ma non deve diventare una comoda abitudine che peraltro priva i fedeli del beneficio della santa messa distribuita in più luoghi e orari.



L'altare

Il sacerdote non si pone "contro" i fedeli, chiudendosi in un cerchio (cfr. Ratzinger, Introduzione allo spirito della liturgia³, Cinisello Balsamo, 2001, p. 76), ma sta a capo del "popolo di Dio", quale condottiero, e con esso si rivolge a Dio, verso l'oriente, verso l'altare, il quale non deve essere mai una tavola (per una specie di Cena di tipo protestante) e che non è prescritta, resa obbligatoria, anzi, la duplicità di "altari" dovuti a quelli posticci deve col tempo scomparire (cfr. doc. sulla riforma liturgica del 25 gennaio 1966: EV 2,610).

Sull'altare deve essere collocato un crocifisso, perché vi si rinnova il sacrificio della croce; vi si trova, in mezzo, il tabernacolo, sede di Cristo, presente realmente sotto le specie eucaristiche e la cui presenza, prodotta dalla transustanziazione avvenuta nella consacrazione, è durevole; vi sono i candelieri con le candele per significare la presenza di Cristo, "luce del mondo" (Gv 8,12; Lc 2,32; 1,78); nella sua pietra si conservano le reliquie dei santi, nostri intercessori presso Dio (Canone romano), con i quali siamo uniti nella grande comunione dei santi e della liturgia celeste (cfr. Ap 6,9).

L'altare, con il ministero del sacerdote (cfr. 1Cor 4,1), rende la Chiesa aperta verso il mistero redentivo di Cristo e verso la patria celeste (Fil 3,20), verso la quale il popolo di Dio è incamminato.



Il latino

Il latino è la caratteristica della messa tridentina, che più risalta. Anche la "nuova messa" si può celebrare in latino, ma resta un rito distinto. La lingua latina che il Concilio Vaticano II ha deciso di conservare (SC 36; can. 928 CIC) è una lingua sacra, precisa garanzia dell'ortodossia e della universalità o cattolicità della Chiesa, dell'immutabilità del dogma (cfr. Eb 13,8-9), compromessa dalle molteplici e non sempre felici traduzioni, peraltro bisognose di continui aggiornamenti.

Già si è detto che il canone è una preghiera esclusivamente sacerdotale che viene recitata dal sacerdote per la maggior parte a bassa voce. Per partecipare "attivamente", cioè spiritualmente, alla santa messa, la cui prima parte, la c.d. liturgia della parola (letture, omelia) è pienamente "comprensibile" perché svolta in lingua volgare, non è necessario capire materialmente ogni singola parola. Della liturgia bisogna afferrare lo spirito, la sostanza che è quella di un mistero ossia evento salvifico della redenzione dai peccati, operata da Cristo, di cui dobbiamo appropriarci, e quindi della salvezza finale.

Si può ricorrere a un paragone tratto dall'opera: anche in essa non sempre vengono percepite e capite le singole parole, ma se ne capisce l'essenza, la sostanza dell'azione o l'azione complessiva, e se ne percepisce la bellezza. La parole a volte possono disturbare; è necessario anche e soprattutto il silenzio (esteriore). E come il sacerdote si serve del messale, così possono fare i fedeli (con l'ausilio dei messalini o dei foglietti, come per il libretto dell'opera).



Sacerdote e fedeli

Mentre nella "nuova messa" le parti del sacerdote celebrante e del popolo dei fedeli spesso si confondono, nella messa tradizionale esse rimangono distinte, in ossequio al principio che la messa è l'atto di Cristo che lo compie mediante il ministero del sacerdote.

Rimangono distinti il Confiteor ai piedi dell'altare, l'Agnus Dei, il Domine non sum dignus; la distinzione tra il sacerdote-mediatore e i fedeli ricorre anche nel Canone, almeno tre volte: l'adorazione del santissimo Sacramento dopo la consacrazione è doppia, distinta; è separato il canto o la recita del Pater noster, pronunciato dal solo sacerdote, anche se a nome di tutta la Chiesa; ritorna spesso la distinzione nella seconda persona plurale quando il sacerdote si rivolge ai fedeli, come nei frequenti Dominus vobiscum - segno ed espressione dell'unione di Cristo con i fedeli e insieme l'esortazione al raccoglimento alla presenza di Cristo; non si dà luogo ad abusi e travisamenti come quando oggi alcuni sacerdoti si esprimono nella prima persona plurale, non consentito neppure dalla nuova liturgia, come: "questo nostro sacrificio", "lavaci, purificaci"; "ci custodisca"; "ci benedica"; un abuso analogo a quello di trasporre all'indicativo quel che è all'imperativo, meglio sarebbe dire "implorativo": "Dio ha misericordia di noi, ci perdona i nostri peccati ecc.", invece di "Dio abbia misericordia di noi, perdoni i nostri peccati ecc." - è una preghiera di intercessione richiesta alla fine del Confiteor.



Profonda umiltà


Tutta la messa tradizionale è pervasa da un afflato di profonda umiltà, insegnataci da Gesù nella parabola del superbo fariseo e dell'umile pubblicano (Lc 18,9-14): così nelle preghiere ai piedi dell'altare, prima di salire verso di esso; così in tutte le orazioni in cui non vengono evitate espressioni eliminate dalla nuova liturgia perché suonerebbero offensive al delicato orecchio dell'odierno cristiano che si ritiene maturo, adulto, come: peccato, riparazione, inferno, le insidie del male, avversità, nemici, tribolazioni, afflizioni, infermità dell'anima, durezza del cuore, concupiscenza, indegnità, tentazione, cattivi pensieri, gravi offese, perdita del cielo, morte eterna, punizione eterna, frutti proibiti, colpa, eterno riposo, vera fede, meriti, intercessione, comunione dei santi ecc., al posto delle quali oggi si vuole sentire solo gioia, festa ed espressioni anche di tipo sociale o terrestre o vago, come senso cristiano della vita, guarigione dagli egoismi, conforto della protezione divina, coerenza di vita, spirito rinnovato, tua amicizia (con Dio), servizio dei fratelli, fraternità e pace, mondo più umano e giusto, impegno al servizio del prossimo, desiderio di intesa e di collaborazione, messaggio di bontà e di gioia, impegno civile, progresso nella libertà e nella pace, e così via (cfr. Bianchi, Liturgia: memoria o istruzioni per l'uso? Studi sulla trasformazione della lingua dei testi liturgici nell'attuazione della riforma, Casale Monferrato, 2002). Le orazioni tradizionali latine sono, inoltre, molto concise e profonde nella loro semplicità, quindi pregnanti, e invitano alla riflessione.


Ricchezza e bellezza

La messa tridentina non solo non pecca di eccessiva brevità, ma è anche ricca nei suoi vari elementi. La nuova messa risulta accorciata di circa un terzo ed sproporzionata tra una liturgia della parola a volte eccessivamente lunga, pur essendo le omelie oggi assai ridotte, e la liturgia eucaristica, specialmente quando viene usata, come accade di preferenza, la Prece eucaristica seconda. Ma la nuova messa è anche povera rispetto a quella tradizionale dove abbondano le orazioni che possono essere anche doppie o triple, le bellissime sequenze, ispirate dalla sacra scrittura, come Dies irae, Stabat mater, Veni Sancte Spiritus, Lauda Sion Salvatorem, Victimae paschali laudes, ecc. È ricca di feste di santi, di colori, di paramenti, nelle chiese architettonicamente e artisticamente belle che favoriscono il raccoglimento e l'orazione quale elevazione della mente a Dio, nella partecipazione alla perenne liturgia celeste, con frequenti invocazioni degli angeli e dei santi, anche nello stesso canone romano. Nella messa tridentina si sente la traccia della bellezza di Dio e del suo regno celeste. Anche grazie al suono dell'organo e al canto gregoriano, entrambi raccomandati dal Concilio Vaticano II (SC 116,120). Dio è Verità, Bontà e Bellezza e la liturgia deve riflettere tali sue proprietà che illuminano la nostra esistenza. Il Santo Padre, nella carechesi del 26 febbraio 2003, ha insistito sulla necessità della bellezza nella liturgia e nei canti e nella musica sacra, invitando la Chiesa a farne oggetto di un esame di coscienza.



Le letture

Il Concilio Vaticano II aveva raccomandato una maggiore ricchezza biblica nella messa, letture più abbondanti, in modo che in un determinato numero di anni si legga al popolo la parte migliore della sacra scrittura (SC 51). Sono nati così dei cicli triennali di letture bibliche che comprendono anche quelle tratte dall'Antico Testamento; nelle domeniche e nelle feste si hanno tre letture, delle quali la prima è presa dal Vecchio Testamento.

A questo proposito bisogna dire che le scelte dei brani scritturistici non sono sempre felici né con tagli appropriati e che specialmente le letture dell'Antico Testamento non sono sempre ben comprensibili. Inoltre, per parola di Dio non è intendersi soltanto la sacra scrittura o la Bibbia, bensì anche e in primo luogo la predicazione della Chiesa (cfr. 1Ts 2,13), nella quale l'omelia non consiste soltanto nel commentare la Bibbia come per i protestanti. Quel che deve essere esauriente è questa predicazione che deve esporre gli argomenti principali del Credo, dei sacramenti, della morale cristiana e della preghiera cristiana, come si ha nei catechismi (cfr. Catechismo della Chiesa cattolica), mentre un limitarsi ai temi immediatamente proposti (quando vengono colti) dalle letture bibliche risulta a volte dispersivo e incompleto, con il danno di una minore fissazione nella memoria dei punti principali o capitali della dottrina cattolica (cfr. R. Amerio, Iota unum, Milamo-Napoli, Ricciardi, 1985, p. 541). A voler dare un panorama completo (non lo sarà mai) della sacra scrittura ci si imbatte anche in brani poveri di contenuto o ripetitivi, mentre nella messa tridentina le letture bibliche, specialmente in certi tempi, come quello della Quaresima, sono più ampie.




L'Offertorio


La parte più ridotta della "nuova messa" rispetto a quella precedente è l'Offertorio, nel quale iniziava il sacrificio con la presentazione a Dio dei doni sacrificali da parte della Chiesa; questi doni passavano nella sfera divina e il sacrificio veniva compiuto mediante la transustanziazione, ossia mediante il cambiamento del pane e del vino in Corpo e Sangue di Gesù Cristo; in tale maniera il sacrificio da parte della Chiesa viene a identificarsi con quello del nostro Signore, diventa tutt'uno con questo e acquista la sua efficacia. Oggi, invece, nella "nuova messa" l'Offertorio è stato sostituito con una specie di benedizione della tavola, di tipo ebraico, quasi fosse soltanto un preludio alla Cena, sulla quale oggi si pone un accento esagerato quasi nella messa fosse obbligatoria per tutti e sempre la santa comunione eucaristica. Questa è, però, soltanto un elemento integrante, obbligatorio per il solo sacerdote, mentre ai fedeli è vivamente raccomandata, ma sempre a certe condizioni, tra le quali al primo posto quella dello stato di grazia. Oggi, invece, si hanno comunioni di massa, in piedi, anche sulla mano, di molte persone che non si trovano in stato di grazia, ma commettono un sacrilegio. La messa non è soltanto o principalmente una Cena, di tipo protestante.


La conclusione


A conclusione della messa tridentina si ha la lettura del c.d. "ultimo Vangelo", di solito tratto dal prologo del vangelo secondo san Giovanni, che serve a elevare potentemente l'animo verso il mistero di Dio Uno e Trino e del Verbo Incarnato, offerto, sacrificatosi per noi e donatosi a noi nella santa messa, di modo che esso serve di primo ringraziamento. Nelle messe c.d. lette seguono anche le preghiere, di nuovo ai piedi dell'altare, in ginocchio, per la libertà e l'esaltazione della santa Madre Chiesa e contro il demonio che insidia le anime e la loro salvezza eterna, prescritte dal grande pontefice Leone XIII. La loro necessità risulta sempre più chiara dallo svolgersi della storia contemporanea.

Nelle sagrestie si trovavano nel passato delle tabelle con una serie di preghiere, fatte di salmi e di altre composte dai santi, che servivano di preparazione e di ringraziamento al sacerdote celebrante, comprese le intenzioni di consacrare e di applicare il sacrificio eucaristico; la preparazione e il ringraziamento sono prescritti tuttora ai sacerdoti (can. 909 CIC) e servono di esempio anche ai fedeli; i ritardi nell'arrivare alla santa messa e la dissipazione subito alla fine compromettono i suoi frutti spirituali.



Riti e simboli


Nelle messe solenni il sacerdote celebrante viene assistito dal diacono e dal “suddiacono” (ordine maggiore non più esistente, ma ne rimangono le funzioni nella santa messa solenne); questi, tra l'altro, cantano il Vangelo e l'Epistola. Si usa anche l'incenso, per incensare i doni sacrificali, l'altare e le persone. L'incenso simboleggia il sacrificio perfetto, quello dell'olocausto, in cui veniva bruciata la vittima (offerta a Dio) e ne saliva verso Dio il fumo; vengono incensate anche le persone (del celebrante, degli assistenti, dei fedeli), in quanto si offrono a Dio come vittime spirituali in odorem suavitatis (Gn 8,21; Ef 5,2); anche le orazioni dei santi vengono considerate come profumi che salgono verso Dio (Ap 5,8), come pure le virtù dei cristiani (2Cor 2,15; cfr. Gv 2,3).

Una caratteristica tipica della messa tridentina è il massimo rispetto verso il SS.mo sacrificio e il SS.mo Sacramento dell'altare; ciò si manifesta nelle frequenti genuflessioni e nella massima cura dei frammenti eucaristici secondo il precetto del Signore: “Raccogliete i pezzi avanzati, perché nulla vada perduto” (Gv 6,12), poiché anche nel minimo frammento eucaristico è presente il Corpo Ss.mo del divin Redentore.

Il bacio dell'altare che rappresenta Cristo è il bacio riverente in segno di adorazione (cfr. Mt 28,9; Gv 20,17) e di comunione con Gesù.

Il tabernacolo occupa il posto centrale ed elevato, quale si addice al trono di Dio.




Riflessioni

Se ci domandiamo, a questo punto, perché la gente si è allontanata dalla santa messa, possiamo ritenere che il motivo ne è la sua banalizzazione come risulta da quanto esposto fin qui. Manca anche il senso di Dio (la fede), il senso del peccato (il pentimento), il senso della redenzione (la ricerca della grazia); per colpa anche di una predicazione monca, difettosa, a volte da "falsi profeti" che addormentano le coscienze, tentando di parlare solo "al positivo", solo di feste, gioia, risurrezione, trascurando la realtà del peccato, la necessità della redenzione, il rinnovamento del sacrificio della croce sull'altare. Non si insiste più abbastanza sull'obbligo della santa messa (vedi invece il can. 1247 CIC), né sulle disposizioni necessarie per parteciparvi (cfr. CCC 1387). C'è un grande rilassamento nella morale cristiana e nelle celebrazioni liturgiche. Le chiese sono diventate spesso musei, pinacoteche, sale da concerto. Le modalità con cui vengono celebrati i sacramenti, in particolare i matrimoni, ne degradano la sacralità. C'è poco silenzio e raccoglimento nelle chiese, anche durante o prima o dopo la santa messa.

In tutto ciò prevale lo spirito dei tempi che è uno spirito antropocentrico: al centro di tutto è posto l'uomo, la "comunità".

La messa tridentina, invece, favorisce il ricupero del senso di Dio, del sacro, tributando il retto culto a Dio e arricchendo lo spirito umano di grazia divina, di bellezza, quindi di felicità.




Spero di essere stata di aiuto a coloro che ne volevano sapere di più[SM=g27824] [SM=g27824] [SM=g27824]












26/06/2005 01:02
 
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Re: messa tridentina
Grazie, grazie, grazie tantissime!
Ho salvato il post, lo stampo e me lo leggo con calma!!!

Un abbraccio forte!!
Sonia
26/06/2005 01:55
 
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^__^ Da Eutichiano a Eusebio
Figurati!!!è un piacere comunque ora lascio un post di comunicazioni agli utenti che se hanno bisogno chiedano pure!!Trovo tutto quello che serve!![SM=g27824] [SM=g27824]

Continuo con la sfilza dei papi...





EUTICHIANO, di Luni (275-283)

Nei primi anni del cristianesimo le notizie tramandate furono abbastanza confuse così come nel caso di Eutichiano. Secondo il Liber Pontificalis (citato da Rendina) sarebbe nato nell' antico centro etrusco di Luni, situato sulla via Aurelia (attuale cittadina in provincia di La Spezia con sbocco nell'omonimo golfo).
Eletto il 4 gennaio 275 quand'era imperatore Aureliano, trascorse il suo pontificato sotto Probo e morì il 7 dicembre 283 sotto l'impero di Diocleziano. Le sue spoglie furono deposte nel cimitero di San Callisto e nel 1659 traslate nella cattedrale gotica di Sarzana, ove vi fu eretta una statua marmorea. Non sembra sia più iscritto nel calendario universale dei santi, così come non venne tramandato il suo martirio.

CAIO, dalmato (283-296)

La leggenda vuole che Caio fosse nato nell' antica città dalmata di Salona (nda: attuale Solin a circa 5 km, NE di Spalato), da nobile famiglia romana imparentata con l'imperatore Diocleziano.
Fu consacrato papa il 17 dicembre 283. Comunque, durante il suo pontificato le repressioni anticristiane furono di gran lunga attenuate. Vi furono concessioni per la costruzione di nuove chiese e l'ampliamento dei cimiteri.
Nel contempo sul "fronte interno" si moltiplicarono le eresie. L'ultima in ordine cronologico fu quella di "Mitra" ( nda: eresia di tipo manicheistico, di provenienza asiatica, per la quale Dio assumeva in se la contrapposizione celeste della luce e delle tenebre).
Morì il 22 aprile del 296. Contrastata è la sua santificazione ed il suo martirio, anche per il fatto che Diocleziano scatenò le persecuzioni solo nel 303.
Le sue spoglie furono deposte prima nel cimitero di San Callisto, nel 1631 in quella che fu la sua casa in Roma e trasformata in chiesa. Nel 1880, quando la chiesa fu demolita per costruirvi il "Ministero della Guerra" di via XX settembre, le reliquie furono traslate nella cappella della famiglia Barberini.

MARCELLINO, romano (296-304)

Nato a Roma, figlio di "Proietto". Nella liturgia cattolica fu sempre ricordato come una persona molto devota, pia e casta. La figura di Marcellino fu ampiamente lodata da sant' Agostino, anche se cronologicamente molto postuma.(nda: questo però sta a significare una continua tramandazione degli atti, delle tradizioni di culto e soprattutto della continuità sia di fede che del potere temporale intrinseco al movimento cristiano.) Sempre secondo la tradizione, Marcellino fu incoronato "rex cristianorum" e vescovo di Roma il 30 giugno 296.

Gli inizi del suo pontificato furono gratificati dalla "pax" instaurata con l'imperatore dal suo predecessore Caio. Marcellino potè dedicarsi alla comunità nella sua interezza avendo soprattutto cura delle famiglie più bisognose. Indirizzò l'ecumenismo ed il proselitismo cristiano verso quegli approdi dettati dalla fede. Nel mentre la questione politica imperiale stava assumendo una connotazione diversa dal punto di vista politico.

Diocleziano materialmente impossibilitato a governare l'impero per come era stato conquistato, Attraverso il senato fu stabilita una "tretrarchia" per la quale, gli aggravi di governo furono suddivisi in tre diverse funzioni di governo. Diocleziano a capo dell'impero d'oriente, Galerio governatore di Roma e Massimiano governatore dell' impero nord occidentale. Fu il tetrarca Galerio, anticristiano per antonomasia, ad iniziare la cosidetta "nona persecuzione" anticristiana, con la scusa dell'invadenza cristiana sulle terre imperiali. Dopo l'incontro a Nicomedia (nda: cittadina situata nel mar di Marmara, nella ex provincia romana di Bitinia- odierna Izmit), Galerio riuscì a convincere Diocleziano a ritornare al paganesimo e perseguire tutti i dissidenti. Il 23 febbraio 303 fu incendiata la chiesa di Nicomedia. I cristiani, in risposta incendiarono il palazzo imperiale ed in conseguenza il pugno di ferro. Le milizie romane distrussero quasi tutto. I beni confiscati e migliaia di persone furono condannate a morte. Fu addirittura massacrata l' intera "legione tebea", formata esclusivamente da cristiani. ( nda: si pensi che all'epoca non vi erano miliardi di individui, ma solo poche centinaia di migliaia, nel mondo conosciuto).
Marcellino fu decapitato per ordine dello stesso imperatore Diocleziano, il 25 ottobre 304 e le sue spoglie deposte nel cimitero di Priscilla.

MARCELLO I, romano (308-309)

Dopo quattro anni di "vacatio " al soglio pontifificio fu consacrato Marcello I. Le persecuzioni anticristiane e le diaspore furono tante e tali da non consentire un comune intento di volere una unica figura "super partes ". Marcello fu eletto il 27 maggio del 308, quando imperava Massenzio e dallo stesso fatto uccidere il 16 gennaio del 309. La persecuzione anticristiana si stava però esaurendo.(nda: probabilmnente la morte di Marcello non fu dovuta tanto all'anticristianesimo imperiale, quanto a diatribe interne al cristianesimo stesso). La salma fu deposta nel cimitero di Priscilla. Santificato, Marcello I protomartire viene ancor oggi festeggiato il 16 di gennaio.

EUSEBIO, greco (309-309)

Dopo la morte di Marcello fu eletto al soglio pontificio Eusebio di famiglia greca.
Probabilmente uno dei papati più brevi nella storia dei pontefici: dal 18 aprile al 17 agosto dello stesso anno. Le persecuzioni di Massenzio non diedero tregua ai cristiani e ..."le vite umane caddero come spighe di grano sotto la falce..." Nonostante le persecuzioni "statali" però, i cristiani non si specchiarono in una loro chiara identità. Ancora molte furono le polemiche eretiche ed i tumulti di piazza che alimentarono le repressioni di Massenzio.
Eusebio, quale rappresentante del "disordine pubblico" fu immediatamente esiliato in Sicilia, dove morì. Successivamente le spoglie furono traslate nel cimitero di San Callisto... ma non sembra siano state deposte nella cripta papale. (nda: probabilmente disperse).
Sant' Eusebio papa viene festeggiato il 26 settembre.

26/06/2005 02:00
 
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Melchiade e Silvestro



Melchiade (Milziade) Iberico (311-314)

Prete di famiglia iberica (nda: proveniente quindi dalla penisola Iberica, attuale Spagna o Portogallo), fu eletto vescovo di Roma il 2 luglio 311, due anni dopo la morte del suo predecessore Eusebio.
L'occasione non fu fortuita ma determinata dalle mutate circostanze politiche.
Infatti...l'impero romano tetrarca, ormai purtroppo, diviso in due tronconi si stava dissolvendo.
Da una parte l' impero orientale con Galerio e Massimino Daia, dall'altra, l'impero d' occidente con Massenzio e Costantino.
Lasciato da una parte l'impero d'oriente, la storia vuole che Costantino sotto i labari dello "Acheropoyetos" (nda: Acheropita = dipinto senza l'intervento delle mani dell' uomo "ovvero la stessa figura che si ritrova impressa sul lenzuolo della "Sacra Sindone" , ovvero le insegne della croce e del volto di Cristo), abbia sconfitto a Ponte Milvio ( 28 ottobre 312) le legioni anticristiane di Massenzio.



Acheropita - dipinto iconografico XV sec.

Da qui in poi la storia dei cristiani avrà sviluppi completamente diversi.
Non sarà papa Melchiade a passare alla storia ma, l'imperatore COSTANTINO il quale riuscì a radunare, in qualche maniera, le torme di cristiani ormai mal disposti a sopportare le oppressioni e le angherie.
Sotto le insegne " IN HOC SIGNUS VINCIT" i cristiani vinsero contro il resto di quel che ormai rappresentava lo sfacelo imperiale tetrarchico.
Ad onor del vero, Costantino, diversamente da quanto si vuol credere... non fu un fervido cristiano ma, più semplicemete un opportunista che riuscì ad utilizzae in maniera molto pragmatica un movimento popolare in continua crescita: Un movimento, senza molte pretese dal punto di vista politico, che si accontentava dei benefici derivati da lasciti o prebende e che, almeno in apparenza rivendicava semplicemente la libertà di culto religioso.
Costantino, completamente preso dall'ingranaggio cristiano, non riuscirà mai più ad uscirne e papa Melchiade opportunista più dell'imperatore ne approffitterà sino alla determinazione di far intervenire le milizie imperiale in contrasti interni al movimento cristiano: Donato vescovo di Cartagine, fu deposto a favore di Ceciliano.
Melchiade morì il giorno 11 gennaio del 314,
fu l'ultimo papa ad essere sepolto nella cripta papale di San Callisto.


SILVESTRO I, romano (314-335)

Figlio di San Rufino e Santa Giusta, nato a Roma. Salì al soglio pontificio il 31 gennaio 314. Con beneficio d'inventario, il suo onomastico fu spostato al 1° di gennaio con la riforma del calendario Gregoriano.
Ma viene ancor oggi ricordato per quest'ultima questione che, in fondo, rappresenta pur sempre il primo santo dell'anno. Nei fatti la figura di Silvestro fu letteralmente offuscata, come del resto quella suo predecessore, dall'imperatore Costantino il quale, non può essere considerato ancor oggi come il padrre putativo del cristianesimo.
L' analisi storica insegna diversamente: in realtà, Costantino fu solo un grande mistificatore ed un opportunista senza eguali. Trovatosi scoperto nei confronti di Massenzio, riuscì ad allineare alcune legioni formate esclusivamente da cristiani i quali, piuttosto che sacrificare la propria vita nei circhi e nelle arene, preferirono battersi in battaglia, comunque, contro un nemico dichiarato ed a sconfiggerlo a "Ponte Milvio".(nda: ... che fossero truppe scelte?... beh... sicuramente non degli sprovveduti, considerato l'ambiente dove erano costretti a muoversi).

La leggenda vuole che dopo una tentata persecuzione , Costantino si fosse ammalato di lebbra e consigliato da sacerdoti pagani fece compiere innumerevoli sacrifici di bambini innocenti per lavare con il loro sangue le proprie piaghe. Il pianto delle loro madri riuscì a ricondurre Silvestro al suo capezzale e guarirlo con un miracolo.
Solo allora, l'imperatore convinto della potenza dei poteri cristiani, si risolse a promulgare gli editti contro le persecuzioni cristiane (nda: la leggenda vuole che, più o meno così, si sia risolta anche la diaspora egiziana del popolo ebraico, quando il faraone fu colpito nella propria persona, attraverso la morte del figlio, voluta da Dio attraverso Mosè).
Anche la prima chiesa dedicata a San Pietro, a quel punto sembra sia stata voluta dall' imperatore, costruita sopra un preesistente tempio di Apollo.
Nel mentre sul fronte interno cristiano si stava alimentando una nuova eresia: quella di ARIO che riprese quella manicheista e monarchiana, per la quale il Figlio di Dio, ovvero il Cristo fosse semplicemente stato adottato da Dio stesso, anzichè la stessa incarnazione. Mettendo così in discussione la Santa Trinità e negando di fatto la divinità del Gesù di Nazareth.

Non fu San Silvestro papa a convocare i trecento vescovi per il concilio di NICEA (a.d. 325) ma Costantino, così come fu attraverso Costantino che fu condannato l "'arianesimo".
Le diatribe tra chiesa d'oriente della quale ormai si sentì a capo l'imperatore, in contrasto con una Roma completamete decadente, fecero propendere Costantino per una nuova sede imperiale ed episcopale: COSTANTINOPOLI, era il giorno 11 maggio del 330.
Nel 335 l'imperatore convocò il concilio di TIRO, per intercessione di Atanasio, vescovo di Alessandria d' Egitto il quale chiedeva la riammissione di Ario. per tutta risposta Costantino, durante il concilio, fece deporre Atanasio, senza nemmeno informare il pontefice.

San Silvestro, il guaritore di Costantino, morì il 31 dicembre dello stesso anno e fu sepolto nel cimitero di Priscilla. Le spoglie furono fatte successivamente traslare nella chiesa di San Silvestro in Capite, da papa Paolo I

26/06/2005 03:57
 
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Castel Sant'Angelo
Sorry, ma tutto coperto da copyright..però si fa presto, vi metto il link così leggete tutto quanto!!!

Cliccate sull'immagine!![SM=g27824]


CASTEL SANT'ANGELO


[Modificato da Ratzigirl 26/06/2005 3.57]

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