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Esperienze di fede

Ultimo Aggiornamento: 17/06/2010 15:55
12/02/2007 23:02
 
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Re: Re: Re: Re:

Scritto da: AteoConvinto 12/02/2007 20.00


non ho dovuto covarla, solo non ero a casa nel w-e [SM=g27828] [SM=g27824]
anche quello che scrivi tu non è nulla di nuovo. i nostri pensieri sono divergenti e anche se volessimo farli convergere credo che non ce la faremmo [SM=g27811]

[Modificato da AteoConvinto 12/02/2007 20.00]




Ne sono convinta anch'io. Solo mi chiedo come mai duri così tanto in questo forum? Non lo dico perché ti voglio fuori dai piedi, ma qualcosa ti deve pure affascinare qui [SM=g27829] E non credo che siamo noi ad affascinarti… [SM=g27828] Cioè, onestamente, cosa cerchi in un forum di cocciuti cattolici? Lo sai che a cercare di "convertirci" perdi il tuo tempo, vero? [SM=g27824]

Comunque, cosa sia la fede vorrei provare a spiegarti di nuovo con una parabole (non è forse nuova e neanche la migliore, ma faccio quello che posso, sempre che ti interessi). Metti il caso che la maggior parte della gente fosse cieca e che fossero solo in pochi a poter usare i propri occhi. Ti parlerebbero di colori, di luce, di ombre, di cosa vuol dire vedere, ti descriverebbero delle cose che esistono in lontananza e che, di conseguenza non si possono toccare. Ma per te è reale solo quello che puoi toccare con le mani. Visto che la maggior parte della gente come te non ci vede e non riesce a percepire le cose con gli occhi, anche per te è chiaro che i "vedenti" vaneggiano e che sono dei matti. Ma quelli che vedono invece insistono e ti chiedono di aprire gli occhi, perché loro sanno che in verità, come tutti gli altri anche tu non sei cieco di nascita, ma tieni gli occhi chiusi per non vedere. Forse una vaga sensazione ti dice che i "visionari" potrebbero avere ragione, ma non vuoi farti coinvolgere perché allora, e questo tu lo sai, dovresti lasciare una vita che adesso ti sembra comoda, lasciare perdere delle convinzione che ti sembrano più allettanti e perché sei "attaccato" alla "tua" realtà. Per cui non ti lasci convincere dai "visionari", anzi: più cercano di farti aprire gli occhi più ti rifiuti. Poi, un giorno cade un lampo. E' talmente forte che lo percepisci pure attraverso gli occhi chiusi. Tu pensi che sia stata un'illusione, dubiti di te stesso. Ma poi accade ancora, magari succede un vero temporale di lampi. Allora diventi curioso, forse sei anche un po' spaventato, ma provi ad aprire un occhio. All'inizio non riesci a vedere bene, ma sei affascinato e continuai a sbirciare. Poi capisci la bellezza che c'è da scoprire e te ne rallegri. Forse ti vergogni un po' di parlare con gli altri ciechi della tua esperienza perché hai paura che ti deridono, e ti dicono che sei diventato un visionario pure tu. Però ormai hai cominci ad avere un'idea cosa sia la luce, i colori, vedi come un velo le cose lontane. Ti lasci prendere dalla loro bellezza e finalmente dai ragione a quei matti che cercano di spiegare la luce e i colori ai ciechi per convincere loro di aprire gli occhi, perché anche loro vedano.

Quello è una misera parabola, non arriva neanche vicino a quanto cerco di spiegare, perché "quella" Luce è viva, la senti come un tocco meraviglioso che non dimentichi più. E dopo, ti garantisco, non ti importa più di niente di quello che possano dire gli altri sulla veridicità della tua esperienza e se ci credono. Peggio per loro se non vogliono capire.
C'è molta gente che ha accettato atroci sofferenze a causa della propria fede, si è fatta persino uccidere per quello che chiami "credenze". Tu pensi che i martiri si sono fatti massacrare per una fissazione? E molto facile e soprattutto comodo negare quello su cui non esistono "prove". Per chi conosce la fede invece le "prove tangibili" non servono.
************************************************************************************


BENEDETTO COLUI CHE VIENE NEL NOME DEL SIGNORE!

"Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa"

Mt 16,18





La strada è lunga, ma non esiste che un mezzo per sapere dove può condurre, proseguire il cammino.
(don Tonino Bello)


ANDIAMO AVANTI!

13/02/2007 09:46
 
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Re: Re: Re: Re: Re:

Scritto da: rosa22253 12/02/2007 23.02


Ne sono convinta anch'io. Solo mi chiedo come mai duri così tanto in questo forum? Non lo dico perché ti voglio fuori dai piedi, ma qualcosa ti deve pure affascinare qui [SM=g27829] E non credo che siamo noi ad affascinarti… [SM=g27828] Cioè, onestamente, cosa cerchi in un forum di cocciuti cattolici? Lo sai che a cercare di "convertirci" perdi il tuo tempo, vero? [SM=g27824]

Comunque, cosa sia la fede vorrei provare a spiegarti di nuovo con una parabole (non è forse nuova e neanche la migliore, ma faccio quello che posso, sempre che ti interessi). Metti il caso che la maggior parte della gente fosse cieca e che fossero solo in pochi a poter usare i propri occhi. Ti parlerebbero di colori, di luce, di ombre, di cosa vuol dire vedere, ti descriverebbero delle cose che esistono in lontananza e che, di conseguenza non si possono toccare. Ma per te è reale solo quello che puoi toccare con le mani. Visto che la maggior parte della gente come te non ci vede e non riesce a percepire le cose con gli occhi, anche per te è chiaro che i "vedenti" vaneggiano e che sono dei matti. Ma quelli che vedono invece insistono e ti chiedono di aprire gli occhi, perché loro sanno che in verità, come tutti gli altri anche tu non sei cieco di nascita, ma tieni gli occhi chiusi per non vedere. Forse una vaga sensazione ti dice che i "visionari" potrebbero avere ragione, ma non vuoi farti coinvolgere perché allora, e questo tu lo sai, dovresti lasciare una vita che adesso ti sembra comoda, lasciare perdere delle convinzione che ti sembrano più allettanti e perché sei "attaccato" alla "tua" realtà. Per cui non ti lasci convincere dai "visionari", anzi: più cercano di farti aprire gli occhi più ti rifiuti. Poi, un giorno cade un lampo. E' talmente forte che lo percepisci pure attraverso gli occhi chiusi. Tu pensi che sia stata un'illusione, dubiti di te stesso. Ma poi accade ancora, magari succede un vero temporale di lampi. Allora diventi curioso, forse sei anche un po' spaventato, ma provi ad aprire un occhio. All'inizio non riesci a vedere bene, ma sei affascinato e continuai a sbirciare. Poi capisci la bellezza che c'è da scoprire e te ne rallegri. Forse ti vergogni un po' di parlare con gli altri ciechi della tua esperienza perché hai paura che ti deridono, e ti dicono che sei diventato un visionario pure tu. Però ormai hai cominci ad avere un'idea cosa sia la luce, i colori, vedi come un velo le cose lontane. Ti lasci prendere dalla loro bellezza e finalmente dai ragione a quei matti che cercano di spiegare la luce e i colori ai ciechi per convincere loro di aprire gli occhi, perché anche loro vedano.

Quello è una misera parabola, non arriva neanche vicino a quanto cerco di spiegare, perché "quella" Luce è viva, la senti come un tocco meraviglioso che non dimentichi più. E dopo, ti garantisco, non ti importa più di niente di quello che possano dire gli altri sulla veridicità della tua esperienza e se ci credono. Peggio per loro se non vogliono capire.
C'è molta gente che ha accettato atroci sofferenze a causa della propria fede, si è fatta persino uccidere per quello che chiami "credenze". Tu pensi che i martiri si sono fatti massacrare per una fissazione? E molto facile e soprattutto comodo negare quello su cui non esistono "prove". Per chi conosce la fede invece le "prove tangibili" non servono.



beh io "duro" xk voglio capire cosa vi fa "scattare la molla" di una così grande convinzione, seppur non dimostrabile!

ho capito il messaggio che mi vuoi mandare...xò come al solito devo farti delle domandine [SM=x40791]

cosa ti fa essere sicura che la predicazione "giusta" sia quella che segui tu e non quella professata da credenti di altre religioni..in fin dei conti gli ebrei non riconoscono in gesù la figura del figlio di Dio...come fai a essere convinta che loro sbaglino?? eppure anche loro credono nello stesso Dio in cui tu credi...xk mai loro dovrebbero apparire come credenti di "serie b"? [SM=g27833]

detto questo vorrei porre una domanda che non c'entra molto con questo discorso... perchè non essere deisti e credere invece nella chiesa?
la fede di cui tu mi parli va ben oltre l'istituzione Chiesa,credo.

[Modificato da AteoConvinto 13/02/2007 9.48]

23/02/2007 01:17
 
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Bel testo provocatorio....

Trovato su korazym ; da leggere tutto e trarne ognuno le sue conclusioni.Un testo-provocazione tratto dal sito della diocesi di Terni-Narni-Amelia per riflettere sulle tante motivazioni della fede. Un itinerario per guardarsi allo specchio e scoprire che in fondo tutto si gioca sull'amore. Davvero molto interessante!!


Qualcuno è cattolico...


Qualcuno è cattolico perché è stato battezzato.
Qualcuno è cattolico perché ha la zia suora.
Qualcuno è cattolico perché glie l'hanno detto.
Qualcuno è cattolico perché non gli hanno detto tutto.
Qualcuno è cattolico perché è ricco, ma ama i poveri.
Qualcuno è cattolico perché è povero, vorrebbe diventare ricco, se non adesso, almeno dopo!
Qualcuno è cattolico perché è un sognatore e un idealista
Qualcuno è cattolico perché crede in una giustizia sociale diversa da quella marxista.
Qualcuno è cattolico perché non si fa domande

Qualcuno è cattolico perché se ne fa troppe.
Qualcuno è cattolico perché ama i pellegrinaggi e si diverte alle feste parrocchiali.
Qualcuno è cattolico perché gli piace il vestito dei vescovi
Qualcuno è cattolico perché il prete costa meno dell'analista.
Qualcuno è cattolico perché è nato in Polonia e ha lottato il comunismo.
Qualcuno è cattolico perché è andato in Irlanda e combattuto contro i protestanti.
Qualcuno è cattolico perché ha vissuto in India e ha resistito contro gli induisti.
Qualcuno è cattolico perché è tornato dall'America e si è impegnato contro la New Age.
Qualcuno è cattolico perché è stato in Nigeria e ha lottato contro i musulmani.
Qualcuno è cattolico, ma è nato in Italia... e non sa contro chi combattere. E così si sente poco cattolico...
Qualcuno è cattolico perché è l'unico modo per stare al governo.
Qualcuno è cattolico per opportunismo, qualcuno per abitudine, qualcuno per disperazione.
Qualcuno è cattolico per professione, qualcuno per paura, qualcuno per necessità.
Qualcuno è cattolico perché la Chiesa è un argomento interessante e la teologia lo appassiona.
Qualcuno è cattolico perché i protestanti non è che sono tanto meglio.
Qualcuno è cattolico perché Giovanni XXIII era un uomo buono.
Qualcuno è cattolico perché San Pietro è grande e maestosa e il Papa sta sempre in TV.
Qualcuno è cattolico nonostante San Pietro sia grande maestosa e il Papa sta sempre in TV.

Qualcuno è cattolico perché cerca delle risposte
Qualcuno è cattolico perché ha risposto.
Qualcuno è cattolico perché è un fan di Francesco d'Assisi
Qualcuno è cattolico perché sta in una missione.
Qualcuno è cattolico perché il professore di religione l'ha portato ad un meeting di Comunione e Liberazione.
Qualcuno è cattolico perché vuole il crocifisso in aula.
Qualcuno è cattolico perché non gli piacciono le scuole pubbliche.
Qualcuno è cattolico perché le radici cristiane dell'occidente...
Qualcuno è cattolico perché gli stanno sulle palle gli immigrati musulmani.
Qualcuno è cattolico perché non gli sta sulle palle il Papa. e allora, tanto vale essere cattolico.
Qualcuno è cattolico perché crede in Dio.
Qualcuno è cattolico perché crede di credere in Dio.
Qualcuno è cattolico, perché Dio crede in lui.
Qualcuno è cattolico perché è cristiano.
Qualcuno è cattolico perché così non ha bisogno di essere cristiano.
Qualcuno è cattolico perché ha bisogno di qualcuno che gli dica cosa pensare.
Qualcuno è cattolico perché non aspira a diventare presidente del suo club.
Qualcuno è cattolico perché ha letto il Vangelo.
Qualcuno è cattolico perché non ha mai letto il Vangelo.
Qualcuno è cattolico perché vuole lasciare il mondo un po' meglio di come l'ha trovato.
Qualcuno è cattolico perché vuole dare una mano a Dio a raddrizzare questa società perversa e malata.
Qualcuno è cattolico perché non ama il potere, ma vuole bene ai potenti..
Qualcuno è cattolico perché la mamma lo portava a messa
Qualcuno è cattolico perché non vuole che i preti si sposino preferisce che abbiano l'amante!
Qualcuno è cattolico perché non sopporterebbe mai di sentire una donna fare l'omelia.
Qualcuno è cattolico perché sennò va all'inferno.
Qualcuno è cattolico perché è superstizioso.
Qualcuno è cattolico per mettersi a posto la coscienza.
Qualcuno è cattolico perché la coscienza a posto non ce l'avrà mai.
Qualcuno è cattolico perché è neocatecumeno.
Qualcuno è perché ha incontrato un Movimento.
Qualcuno perché scrive su "Avvenire".

Qualcuno è cattolico perché la Madonna piange.
Qualcuno è cattolico perché sennò piange Gesù.
Qualcuno è cattolico perché è entrato in Comunità e si è disintossicato.
Qualcuno è cattolico perché è entrato in una Comunità... e non si è ancora disintossicato.
Qualcuno è cattolico perché sennò la domenica mattina che fai?
Qualcuno è cattolico perché il matrimonio in Comune è una tristezza.
Qualcuno è cattolico perché essere ateo è troppo impegnativo.
Qualcuno è cattolico perché ha paura di morire.
Qualcuno è cattolico perché non ha paura di morire.
Qualcuno è cattolico perché è noglobal.
Qualcuno perché è devoto a Padre Pio
Qualcuno perché ha sempre votato DC.
Qualcuno perché Dio ti vede, Stalin no.
Qualcuno è cattolico perché il Papa è simpatico.
Qualcuno è cattolico... e adesso che c'è Ratzinger?
Qualcuno è cattolico perché alle Giornate della Gioventù si rimorchia un sacco.

Qualcuno è cattolico perché va a messa tutte le mattine alle otto.
Qualcuno perché ci va tutte le domeniche.
Qualcuno perché ci va a Natale e a Pasqua.
Qualcuno perché non ci va mai, però ha fatto cresima e prima comunione.
Qualcuno è cattolico, perché quando bestemmia ci mette tutto il cuore.
Qualcuno è cattolico perché ha bisogno del Vangelo per dare più forza ai suoi ideali.
Qualcuno è cattolico, perché i suoi ideali li cerca nel Vangelo.
Qualcuno è cattolico perché è amico dei preti e gli dà del tu.
Qualcuno è cattolico perché ha rispetto per i preti e gli dà del lei.
Qualcuno è cattolico perché va bene così.
Qualcuno è cattolico perché è contrario all'aborto.
Qualcuno è cattolico perché è contrario alla pena di morte.
Qualcuno è cattolico perché è contrario sia all'aborto che alla pena di morte.
Qualcuno è cattolico perché non usa i preservativi.
Qualcuno è cattolico perché usa i preservativi, ma non lo dice.
Qualcuno è cattolico perché la famiglia è la base della società.
Qualcuno è cattolico perché la fidanzata è cattolica.
Qualcuno è cattolico perché ha paura del sesso.
Qualcuno è cattolico perché senza il peccato col sesso che gusto c'è?
Qualcuno è cattolico perché non ha niente da fare.
Qualcuno è cattolico perché vuole fare qualcosa.
Qualcuno è cattolico perché crede nei miracoli.
Qualcuno è cattolico perché crede che la vita sia un miracolo.

Qualcuno è cattolico perché tutto deve restare così.
Qualcuno è cattolico perché sogna la liberazione degli oppressi.
Qualcuno è cattolico perché è oppresso e vorrebbe essere liberato.
Qualcuno è cattolico perché Oscar Romero, Madre Teresa, Helder Camara, Pino Puglisi, Lorenzo Milani e Tonino Bello.
Qualcuno è cattolico nonostante le crociate, l'inquisizione, l'oscurantismo, la Banca Vaticana eccetera eccetera.
Qualcuno è cattolico perché ama il macabro e gli piace guardare le salme nelle chiese.
Qualcuno è cattolico perché colleziona reliquie.
Qualcuno è cattolico perché la Verità è solo in Gesù Cristo.
Qualcuno è cattolico perché Una, Santa, Cattolica e Apostolica.
Qualcuno è cattolico perché non ha ancora deciso.... ... e intanto è cattolico.
Qualcuno è cattolico perché lo sono gli altri.
Qualcuno è cattolico perché crede nella ragione della forza.
Qualcuno è cattolico perché crede nella forza della ragione.
Qualcuno è cattolico perché crede nella transustansazione e nell'immacolata concezione.
Qualcuno è cattolico anche se ancora non ha ancora capito che cos'è la transustansazione e l'immacolata concezione.

Qualcuno è cattolico perché è moralista, qualcuno perché è pacifista, qualcuno è cattolico perché è tradizionalista, qualcuno perché è anti-comunista...
Qualcuno è cattolico, ma il perché non si sa: mistero della fede.
Qualcuno è cattolico perché vuole cambiare il mondo.
Qualcuno è cattolico perché non vuole farsi cambiare dal mondo.
Qualcuno è cattolico perché è un figlio di Dio.
Qualcuno è cattolico perché ha visto la luce.
Qualcuno è cattolico perché Gesù gli piace un po', San Paolo abbastanza, ma il Papa lo adora.
Qualcuno è cattolico perché forse Dio non c'è, ma se c'è, è meglio tenerselo buono.
Qualcuno è cattolico perché ascolta sempre Radio Maria e quando vede il papa in televisione comincia a baciare lo schermo.
Qualcuno è cattolico perché il Giudizio Universale oggi no, domani forse, ma dopodomani sicuramente.
Qualcuno è cattolico perché non si sa mai.

Qualcuno è cattolico perché prima era un peccatore
Qualcuno è cattolico perché si è convertito.
Qualcuno è cattolico perché vuole convertirsi.
Qualcuno è cattolico perché non si fida della politica.
Qualcuno è cattolico perché non gli basta la filosofia.
Qualcuno è cattolico perché pensa che la Verità non si vede in televisione.
Qualcuno è cattolico perché crede che ci sia qualcos'altro.
Qualcuno è cattolico perché pensa che l'universo non sia un caso.
Qualcuno è cattolico perché è convinto di poter essere felice solo se lo sono anche gli altri.
Qualcuno è cattolico perché vuole camminare insieme ad altre persone.
Qualcuno è cattolico perché ha capito che la Rivoluzione comincia nel cuore.
Qualcuno è cattolico perché si fida di Dio.
29/04/2007 11:50
 
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La chiamata ai giovani sacerdoti ordinati oggi in san Pietro

I «sì» all'amore e al servizio di Dio


Sono 22 i diaconi che domenica 29 aprile saranno ordinati sacerdoti da Benedetto XVI nella basilica Vaticana di Francesco Lalli


Saranno ordinati sacerdoti da Benedetto XVI, domenica 29, nella basilica Vaticana (ore 9), i ventidue diaconi provenienti dal Redemptoris Mater, dal Maggiore, dal Seminario della Madonna del Divino Amore, dal Collegio Capranica (per la diocesi di Banì) e dalle fila dei Legionari di Cristo.

Riceveranno l’imposizione delle mani nella domenica in cui la Chiesa celebra la 44ª Giornata mondiale di preghiera per le vocazioni. Si tratta di Meletito Abella Baniga, Giulio Barbieri, Oscar Asencio Cabrera Bautista, Giampiero Casolaro, Roberto Cassano, Matteo Castellina, Nicola Cavallaro, Marco Ceccarelli, Diego Conforzi, , John Jairo Cortez Villareal, Joseph Michael De La Cruz, Alessandro Di Medio, Jose Joaquin Dominguez Ureña, Juan Carlos Mari Rugel, Slavomir Ordoš, Alessandro Pagliari - che è anche il più giovane del gruppo - Juan Jesus Prats Arolas, Vincenzo Sarracino - classe ’56 a cui quindi va la palma del meno giovane - Mauro Storaci, Hugo Cesar Torales Olmedo, Francesco Zanoni, e Mirsolaw Ziomek.

Giovani, che andranno come testimoni e strumenti della presenza viva ed operante di Cristo nel mondo. «Ho lavorato come ragioniere fino a trent’anni - racconta Marco Ceccarelli, classe 1970, diacono romano del Maggiore - quando ho scoperto gradualmente la mia vocazione grazie anche al sostegno del mio parroco, a San Giuseppe Artigiano, in cui ero uno dei responsabili del gruppo sportivo». «Da allora - continua - c’è stato il passaggio dal semplice servizio svolto in parrocchia alla familiarità con la Parola di Cristo. È stato in quel momento che ho deciso di entrare in seminario. Un’esperienza bella, che mi ha permesso di scoprire la Grazia del Signore anche attraverso l’affetto di tanti».

Ancora più precoce la vocazione per un altro seminarista, sempre del Romano, il ventiseienne polacco Miroslaw Ziomek, che ricorda: «La spinta alla vita sacerdotale l’ho avvertita fin da bambino, anche se poi è stato necessario un percorso di crescita spirituale per arrivare a comprendere che in realtà non si trattava semplicemente di fare una scelta, ma di essere scelti. Il Signore chiama e di fronte a un "sì", ci prende per mano per non abbandonarci più». Ma quali le emozioni in vista dell’ordinazione presbiterale? «Quel che mi aspetta - risponde Miroslaw - non è un punto di arrivo ma di partenza. Il mio auspicio è quello di riuscire, soprattutto tra i giovani, a far sentire la presenza di Dio».

Di profondo rilievo anche il percorso umano di Giampiero Casolaro, 38 anni, di Salerno, che si è formato al Redemptoris Mater: «A seguito di un problema economico la mia famiglia si ritrovò in una condizione di povertà quando ero piccolo. Ci trasferimmo a Eboli, dove c’era un ambiente sociale difficile. Appena maggiorenne ritornammo a Salerno, dove ho fatto tanti mestieri tra cui il carrozziere, il barista, il rappresentante». «In questo periodo mi sono avvicinato al cammino neocatecumenale - riprende - grazie al direttore dell’agenzia per la quale lavoravo. Con il tempo ho cominciato a sentire un vuoto profondo per il tipo di vita che conducevo e il pensiero del peccato mi procurava disgusto e sofferenza». Nel 1997, dunque, la scelta del seminario, gli studi per conseguire il diploma liceale e varie missioni in Venezuela, Cile, Albania. «Dio mi ha portato su strade sconosciute - aggiunge - vivere per il Signore scegliendo il celibato e lo studio della teologia era per me impensabile. Sono stato quasi uno spettatore di me stesso e vivo con gioia la scelta del sacerdozio perché so che Egli è fedele e non ti abbandona».

In una situazione d’improvvisa povertà è maturata anche la vocazione di Joseph Michael De La Cruz, filippino di Bacolod, che racconta: «Ho avvertito la chiamata del Signore all’età di 16 anni, allora il mio Paese e la mia famiglia attraversavano grosse difficoltà economiche. Nel frattempo ho studiato informatica e ho insegnato la materia per nove anni. La chiamata però è rimasta intatta e di fronte a tanti piccoli miracoli del cuore e dei fatti ho deciso di seguire Gesù».
02/05/2007 01:48
 
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L'esperienza di Claudia Koll dal meeting di Pompei
Ve la ricordate la Koll quando girava i film con Brass?Quella persona oggi non esiste più...Claudia è una donna rinnovata nella luce di Cristo! Ho avuto modo di vederla in televisione, ospite ad Uno Mattina, a Sua Immagine alla Vita in Diretta, e infine anche a Mezzanotte e dintorni...è una vera testimone!!!La sua esperienza è sempre raccontata con la voce della fede, poche banalità e molto sentimento!Grazie Claudia!!!


Claudia Koll ai giovani: cercare Dio per trovare l'amore

La Divina Misericordia, la devozione per la Madonna di Pompei, la conversione, i giovani e il mondo di oggi. Claudia Koll è serena, vuole testimoniarlo ai giovani del meeting e anche a Korazym.org. “Bisogna cercare la libertà nella verità”, dice. E ai giovani lontani dalla Chiesa, l’invito a seguire Cristo: “Vogliate un’altra gamba per camminare, per incontrare l’amore e il Signore, amare in maniera disinteressata e fare piccoli gesti d’amore gratuiti, non aspettandovi niente in cambio”.


I giovani di Pompei si incontrano per riflettere su un ideale e una prospettiva comune. Qual è il messaggio di Claudia Koll?

“Il messaggio che porto è quello della fiducia in Dio. Un Dio che è amore, che è infinitamente buono, dolcissimo. La vita acquista un senso diverso se lo si incontra. Quindi bisogna fare di tutto per conoscerlo. Se si conosce Gesù, lo si ama con forza e più lo si ama più lui si fa conoscere”.

Tutti i giovani vivono in una società non sempre ospitale, piena di insidie. Molte volte però le difficoltà formano e aiutano ad arrivare a Dio...

“Santa Faustina Kowalska, che ha ricevuto le rivelazioni da Gesù sulla Divina Misericordia, diceva che la sofferenza è una grazia. In effetti questo è successo anche a me. Io sono ritornata a Dio quando ero nella difficoltà. In quei momenti, cadono un po’ le nostre sicurezze, la nostra onnipotenza, si comprende che si è infinitamente deboli e desiderosi di colui che ci ha creati”.



Siamo a Pompei, città mariana per eccellenza. Conosciamo il suo grande legame alla Madonna del Rosario…

“Quando sono nata mia mamma è stata molto male e i medici non le avevano dato molte speranze. In questo momento di sconforto ha deciso di affidarmi alla Madonna. La mia famiglia era molto devota alla Madonna del Rosario e io fui affidata proprio alla Vergine di Pompei. Al Battesimo, mi fu dato il secondo nome di Maria Rosaria, in segno di riconoscenza. So che la Madonna mi è stata vicina fin dall’inizio e ha fatto in modo che io tornassi a Dio con tutto il cuore. Sicuramente è stata fondamentale la testimonianza di una nonna con la quale sono cresciuta, che credeva e aveva una grande devozione al rosario e alla Madonna di Pompei”.

Un esempio importante...

“È questa la grande testimonianza che offre una persona di famiglia che prega, che si rivolge al Signore con semplicità. Tutto ciò ha gettato il seme nella mia vita che, al momento opportuno, ha portato il suo frutto. Da piccola sono stata affidata a persone molto adulte, ho avuto grandi problemi in famiglia. La Madonna è sempre stato un punto di riferimento per me, una mamma ideale. Un giorno, tornata da scuola, dopo aver visto un film della Madonna di Fatima, Le ho chiesto di andare in cielo, perché non volevo vivere, volevo stare con lei. La Madonna non ha ascoltato, il Signore non mi ha preso con sé in cielo quando ero bambina, ma ha permesso che io mi allontanassi e mi perdessi. Dopodiché sono ritornata a lui con tutto il cuore”.




Nel tempo, ci sono stati altri segnali importanti?


“In tutti questi anni in cui non ho frequentato la Chiesa, ho mantenuto una nostalgia di Maria, soprattutto di quello che è: purezza, bellezza, armonia, pace, dolcezza, maternità. È l’emblema di colei che ama incondizionatamente. Un giorno, quando ancora ero lontana, chiesi ad un sacerdote una foto della Madonna, perché mi mancava. Era un po’ questo filo rosso che mi legava a Lei, e il sacerdote mi portò un quadro della Madonna del Rosario. Inizialmente, proprio perché ero nel peccato e nelle tenebre, non capii che era una risposta del Signore e della Madonna stessa. Lo presi semplicemente con me ed oggi è ancora con me, a casa mia. Fu un sollievo averlo in camerino prima di andare in scena. Quando poi si è nella fede si cominciano a capire tutti i segnali di Dio in ogni piccola cosa, in ogni incontro, in ogni avvenimento della giornata. Il Signore non ci fa più sentire soli quando ci dona la fede”.

La solitudine - una condizione percepita da tanti, soprattutto dai giovani - spesso va a sfociare nella voglia di cercare altro, qualcosa di più…

“Questo è insito nel cuore dell’uomo. Anche nella Genesi l’uomo creato non era soddisfatto e aveva bisogno di una compagna a fianco, e quindi il Signore gliel’ha data. Credo che questo grido sia proprio nel cuore dell’uomo. Giovanni Paolo II diceva che quando i giovani cercano l’amore cercano Gesù Cristo. Io ho fatto esperienza di questo. Desideravo tanto l’amore, l’ho cercato per strade sbagliate, consumandolo: non riuscivo ad essere appagata da quello che incontravo. Oggi che ho incontrato Dio, è cresciuto in me un senso profondo di pace, un amore diverso, che mi appaga, che mi fa riposare, che mi svuota e poi mi riempie, per poi donarmi agli altri. Questo, poi, è il grido di Dio: ‘amatevi gli uni gli altri come io vi ho amato’”.


La sua è una splendida esperienza di conversione legata alla Divina Misericordia. Cosa direbbe ai tanti giovani che non sono presenti al meeting di Pompei, perché distanti dalla Chiesa o per presa di posizione?

“Di cercare sempre la libertà nella verità. La libertà fine a sé stessa non basta, perché si rimane chiusi nel proprio egoismo, si soffre ad appagare i propri bisogni per dare gioia agli altri, per amarli e per donarci a loro. Bisogna cercare la verità, perché il Signore non sopporta la menzogna. Cominciate a fare una scelta profonda, a dire che non accettate questo mondo fatto di compromessi, di ipocrisie, dove nessuno si mostra veramente com’è. Dite che avete voglia di essere veri e sinceri. Vogliate un’altra gamba per camminare e per incontrare l’amore e il Signore, per amare in maniera disinteressata e fare piccoli gesti d’amore gratuiti, non aspettandovi niente in cambio. Piccoli gesti e piccoli fiori da presentare a Dio e poi il Signore si mostrerà, perché il Signore vuole farsi conoscere da tutti perché vuole essere amato da tutti”.



I giovani del meeting hanno inviato un SMS al papa. Cosa scriverebbe lei?

“Grazie Santità! Grazie di esistere!”

[Modificato da Ratzigirl 02/05/2007 1.49]

02/05/2007 22:21
 
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Re: L'esperienza di Claudia Koll dal meeting di Pompei

Scritto da: Ratzigirl 02/05/2007 1.48
Ve la ricordate la Koll quando girava i film con Brass?Quella persona oggi non esiste più...Claudia è una donna rinnovata nella luce di Cristo! Ho avuto modo di vederla in televisione, ospite ad Uno Mattina, a Sua Immagine alla Vita in Diretta, e infine anche a Mezzanotte e dintorni...è una vera testimone!!!La sua esperienza è sempre raccontata con la voce della fede, poche banalità e molto sentimento!Grazie Claudia!!!


Claudia Koll ai giovani: cercare Dio per trovare l'amore

“Grazie Santità! Grazie di esistere!”

[Modificato da Ratzigirl 02/05/2007 1.49]



Stupenda testimonianza!!! [SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27811] [SM=g27811]
Mi auguro che possa aiutare ad altri ad avvicinarsi al Signore!!!
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Papa Ratzi Superstar









"CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
05/11/2007 14:32
 
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dal Giornale del Popolo del 3.11.07

don Oreste Benzi, una vita in prima linea contro la prostituzione

«Non riesco a stare fermo e zitto di fronte al dolore delle donne»
Don Oreste Benzi, presidente e fondatore della comunità Papa Giovanni XXIII, è morto ieri notte, alle 2, nella sua abitazione a Rimini per un attacco cardiaco. Aveva 82 anni. Il funerale si svolgerà lunedì alle 10.30 nel Duomo di Rimini. «E’ stato un infaticabile apostolo della carità a favore degli ultimi e degli indifesi facendosi carico di tanti gravi problemi sociali che affliggono il mondo contemporaneo » ha dichiarato Benedetto XVI.

da Roma PINO CIOCIOLA

Molto, molto difficile che don Oreste, anche ora, stia rimanendo con le mani in mano: più facile vada mettendosi d’accordo col Padreterno su quel che può fare e, magari, addirittura gli abbia già chiesto se anche lassù è possibile rendersi utile. È facile, ancora, che neppure adesso abbia voluto smettere la vecchia tonaca lisa di "prete da marciapiede" (che non toglie mai). E che il suo sorrisone da nonno buono abbia la luce ancora più bella. «Decisi da piccolo che nel mio sacerdozio avrei scelto di essere al fianco di chi si sente una nullità», spiegò un paio di anni fa. Perché la sua famiglia era assai povera: il papà faceva l’operaio (ma «non sempre aveva lavoro»), la mamma la casalinga e lui fu il settimo di nove figli. Era nato il 7 settembre 1925 a San Clemente (Forlì) ed era entrato nel seminario di Rimini nel 1937, a dodici anni. Dopo altrettanti ne uscì sacerdote, il 29 giugno del 1949. E il 5 luglio dello stesso anno venne nominato cappellano della parrocchia di San Nicolò a Rimini. Poi nel 1968 la prima casa famiglia dell’"Associazione Papa Giovanni XXIII", fondata insieme ad altri sacerdoti e a diversi volontari. «I momenti peggiori della mia vita – confidò – sono quando vedo una persona disperata: mi sento impotente, piccolo, una nullità di fronte a loro. Allora però cerco di aiutare quella persona e metto tutto nelle mani della Madonna». Raccontare don Oreste usando il passato prossimo non riesce proprio: neppure sforzandosi, neppure dopo aver riflettuto su come andrebbe descritto. E ancora meno dopo aver letto le sue parole di qualche giorno fa. La morte è una finzione: nulla più di un parametro terreno, non certo del Cielo. Per lui morire è solo un passaggio che troppo di frequente viene interpretato ingannevolmente. Lo ha scritto chiaro e tondo poco tempo fa commentando il Libro di Giobbe proprio per l’ultimo 2 novembre, giorno dei Defunti: «Nel momento in cui chiuderò gli occhi a questa terra – spiega – la gente che sarà vicina dirà: “È morto”. In realtà, è una bugia. Sono morto per chi mi vede, per chi sta lì. Le mie mani saranno fredde, il mio occhio non potrà più vedere, ma la morte non esiste perché appena chiudo gli occhi a questa terra, mi apro all’infinito di Dio». Solitamente di qualcuno che se n’è andato si sente sempre parlare soltanto bene, a volte per giustizia, altre magari un po’ per dovere, altre ancora per indulgenza. Con don Oreste è diverso. E a chi non lo conosce sarebbe bastato vedere ieri le agenzie di stampa sui computer dei giornalisti per rendersene conto: centinaia di “lanci” che raccontavano del dolore di chiunque, compresi gli uomini politici e da sinistra a destra. La sua vita è semplice e tutta in una sua frase: «Ho cercato sempre di non dire no a Dio». Eppure serve un altro pezzo per capire davvero don Oreste: noi vediamo Dio “nei più deboli (su tutti), per lui Dio sono i più deboli”. E i suoi giorni non sono parole. Lo sa – bene – chi scende in strada con lui. Sempre, in ogni tempo e luogo delle «trasgressioni » più umilianti per gli esseri umani. Nel cuore di notti gelide, per esempio, quelle con la neve ai lati delle strade e sui marciapiedi le ragazze coperte quasi soltanto di freddo, con le quali parla per ore, alle quali regala rosari e due numeri: quello fisso della comunità e il suo cellulare («se hanno bisogno, devono trovarmi»). Niente sconti a nessuno, su questo: quelle ragazze trattate come un pezzo di carne ad uso e consumo dei maschi sono schiave, chi le adopera come tali e in qualunque ruolo si metta è a sua volta uno schiavista. «Ma lei non è moderato, don Oreste!», spesso gli rimproverano. Vero. Tanto da far tornare in mente le parole di un altro grande prete morto dieci anni fa, don Luigi Di Liegro, che spiegava come «Cristo non fu un moderato e morì sulla Croce proprio per non esserlo stato»: ecco, per capirci, don Oreste è moderato nel modo di Cristo. Ha gli occhi chiusi, adesso, ma sorride perché sa che è soltanto «una bugia» e che chiunque può ancora incontrarli: guardate dentro quelli delle donne e degli uomini ai quali ha dato l’Amore. Il suo e quello di Dio.
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"Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia chiesa"

Mt 16,18





La strada è lunga, ma non esiste che un mezzo per sapere dove può condurre, proseguire il cammino.
(don Tonino Bello)


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Da Petrus

Russell Crowe: da gladiatore a figliol prodigo

di Giuseppe Massari

Russell Crowe: da attore a figliol prodigo. Questa, un po’, la sintesi di una vita. Di un uomo vocato all’arte cinematografica, che, improvvisamente, all’età di 43 anni, decide di convertirsi e farsi battezzare nella cappella bizantina, all’interno della sua proprietà australiana, nello stesso luogo dove si unì in matrimonio con Danielle Spencer e dove i due figli hanno già ricevuto il sacramento della iniziazione cristiana. Sarebbe una notizia da gossip, dato il personaggio celebre, ormai da quasi vent’anni sulla cresta dell’onda nel mondo della celluloide. Invece, è una notizia che fa riflettere e induce a pensare. Come la santità, la conversione non è preclusa a nessuno. Sicchè il miracolo della conversione, senza limiti di età e di tempo, è sempre possibile. Ricominciare una vita nuova, imbevuta di fede, incentrata sulla fede, non è un privilegio riservato ad alcuni, ma è una chiamata che bisogna saper ascoltare. Russell Crowe (diventato celebre nei panni del Gladiatore in quello che è stato un vero e proprio kolossal cinematografico) ha dichiarato: “Se credo sia importante battezzare i miei figli, perché la stessa cosa non deve valere per me?”. Con questa domanda, la risposta, l’epilogo, la decisione di avvicinarsi al sacramento della rigenerazione. E’ un gesto clamoroso? E’ per fare notizia? Qualunque siano state le motivazioni, quello che conta è ciò che è scritto nel cuore di Dio, e che si manifesta in questo modo lampante e senza equivoci. D’altronde, dal mondo dello spettacolo non sempre escono fuori fatti edificanti. Una volta tanto ci piace mettere in evidenza una notizia proveniente da Hollywood perché si tratta di un meraviglia che Dio ha compiuto su un suo figlio, che riteneva perso e ha ritrovato. La parabola del figliol prodigo calza a pennello a commento di una notizia che è pagina del Vangelo. Facciamo festa per il peccatore che si converte, per la dracma ritrovata, per la pecorella smarrita che torna all’ovile.


22/04/2008 15:13
 
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Da Petrus

La conversione di Claudia Koll: "Io, apostola della Divina Misericordia"



di Bruno Volpe

CITTA’ DEL VATICANO - Bella, è bella. Ma ha anche un’anima. Un’anima cristiana. Claudia Koll (nella foto mentre prega), attrice e icona sexy all’inizio della carriera, interprete di una fortunata serie televisiva con Nino Manfredi (‘Linda e il Brigadiere’), oggi è un’altra donna: ai set ha preferito le conferenze per parlare di Gesù, ai copioni ha preferito le Sacre Scritture. Una vera, ed esemplare, conversione, testimoniata anche dalla rarità con cui Claudia si concede ai taccuini dei giornalisti. ‘Petrus’ è quindi doppiamente soddisfatto di averla potuta intervistare.

Signora Koll, partiamo dall’inizio: cosa o chi Le ha fatto riscoprire Dio?

"Un evento drammatico del quale, mi perdoni, preferisco non parlare perché parlandone l'evento fungerebbe da protagonista e il cambio di vita da gregario, quando poi è accaduto l’esatto contrario. Tuttavia posso dire che al centro della mia conversione c’è stata la Divina Misericordia".

Lei ha una grande devozione per la Divina Misericordia…

"Certo: solo la Misericordia, la forza e la gioia del perdono di Dio ci possono salvare. Da soli non possiamo nulla. Ho molto apprezzato che Benedetto XVI abbia inaugurato il primo Congresso Mondiale dedicato alla Divina Misericordia. Un gesto chiaro di continuità con il pontificato del Servo di Dio Giovanni Paolo II. Sa, in un certo senso, sono figlia del Giubileo del 2000, e mi piace che anche Benedetto XVI incarni quello spirito ‘wojtyliano’ e porti avanti con lucidità e coerenza gli ideali di Giovanni Paolo II".

Lei ultimamente ha partecipato a un’udienza generale del Papa. Cos’ha provato?

"Ho vissuto un'esperienza a dir poco emozionante. Ascoltare Benedetto XVI di persona ha contribuito a rafforzare in me la fede. In luim nel Papa, vedo vedo e sento il Maestro Gesù. Quando parlava entrava in me il Verbo, ero un fuoco di Spirito. Non so come ringraziarlo, abbiamo bisogno di Maestri Benedetto XVI".

Sembra quasi di rivivere la parabola dei discepoli di Emmaus…

"E’ vero. A loro si apriva il cuore alla speranza udendo le parole del Pastore e del Signore. Così è accaduto a me con Benedetto XVI. La Chiesa ha davvero bisogno di sacerdoti come lui, che sanno spiegare il senso delle scritture con forza ed elevatezza, nobiltà e rigore. Quando parla il Papa, mi commuovo, ma sono anche spinta all'azione, alla misericordia, al perdono e all'amore. Sì, Benedetto XVI è il Papa dell'amore".

Benedetto XVI ha compiuto tre anni di pontificato…

"Chi sono io per dare un giudizio sul Magistero petrino di un gigante come lui? Sono troppo piccola ed insignificante. Il Papa è un grande uomo, sa farci vibrare di gioia ed emozione. Quando lui parla, lo ripeto, io vedo davvero il Maestro. Mi ha fatto scoprire la Fede dei puri, dei piccoli e dei semplici".

Qual e', secondo Lei, il peccato più grave?

"Dimenticare Dio, escluderlo dalla nostra vita, come se fosse un essere incomodo. A lui dedichiamo, tutti o quasi, solo gli spiccioli. Dio è buono, sa amare e dimentica i nostri torti, ma anche noi dobbiamo essere docili e farci conquistare con fiducia e credere con fede".

Quale definizione dà alla Fede?

"E’ un dono, ovviamente. Ma ci vuole tutta la nostra disponibilità verso Dio e i nostri fratelli; abbiamo il dovere di lasciare tracce positive su questa terra. Non bastano le parole, occorrono azione e preghiera".

Non Le sembra che spesso il mondo dello spettacolo pecchi di superbia?

"Le confesso che è vero. Ci neghiamo, facciamo i divi, dimenticando che tanta gente soffre. Purtroppo questo atteggiamento è figlio di una società che ha posto alla sua base il successo, il denaro, il potere, idoli e paradisi artificiali. Sono ben altri i valori fondamentali, e le ricchezze vanno condivise".

26/05/2008 00:22
 
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dal Giornale del Popolo del 24.5.2008
Prete di strada a Rio de Janeiro
per salvare i ragazzi dalla droga


Pubblichiamo la forte testimonianza di don Renato Chiera, un prete del Movimento dei Focolari
impegnato da 30 anni nel recupero dei ragazzi di strada brasiliani.



Sono Renato Chiera, da 30 anni lavoro in Brasile nella famigerata Baixada fluminense, periferia di Rio de Janeiro. Qui da 20 anni porto avanti la “Casa do menor” che accoglie i ragazzi di strada, candidati alla droga, alla prostituzione, al narcotraffico, alla morte precoce; ragazzi spesso violenti, perché nessuno li ha mai amati. Se sono ancora prete e se sono contento di esserlo è perché ho affondato le radici nella spiritualità dell’unità. La scelta di Dio al primo posto e non del sacerdozio, la scoperta di lui Amore che ci chiama ad essere famiglia e soprattutto l’incontro con Gesù abbandonato sono stati e restano i cardini della mia vita. Se resisto nella Baixada che gronda sangue e ha i mille volti della sofferenza, è perché vi ho scoperto il Suo volto, gli ho dato un nome: una notte ritornando da Rio mi fermo sul ponte sopra un’autostrada, guardo le luci della Baixada, sento i suoi rumori e le grida di dolore. Provo ripugnanza e impotenza; tutti i giorni sempre la stessa cosa: tante morti senza giustificazione, tanta sofferenza senza soluzioni. E ho voglia di scappare. Improvvisamente capisco che questo dolore immane è un grande Cristo sfigurato e sofferente che grida il suo abbandono in questa Baixada, abbandonata da tutti. Una luce: se c’è tanto dolore, se qui è Venerdì Santo, ci sarà pure tanta vita e risurrezione. E questo corpo enorme di Gesù che grida mi attrae. «Non ho altro sposo sulla terra». E accelero la macchina e vado ad incontrarlo nella stazione dove trovo tanti ragazzi e ragazzine che si drogano e fanno sesso. Corrono al mio incontro, abbracciandomi... Seduto in mezzo a loro, che puzzano per l’esalazione acre della “colla”, mi sento in adorazione di Lui in questa piazza adesso per me divenuta chiesa. Ritorno a casa e un adolescente mi aspetta e mi porge un’arma: «Prendi questa pistola. Non voglio più rubare e uccidere». Un’altra sera, appena rientrato, mi avvisano che hanno sparato a Pirata, un ragazzo accolto in casa mentre la polizia gli stava dando la caccia. Era cambiato: si era battezzato e si preparava per la prima comunione. Vedo il sangue davanti alla porta e corro all’ospedale. Lo trovo disteso su una pietra gelida con un foro di rivoltella in testa. Non ho potuto salvarlo! Riconosco Gesù abbandonato in un ragazzo che mi cerca e mi spiega che sono già stati uccisi 36 suoi compagni in un solo mese nella mia parrocchia e mi mostra una lista di altri 40 «segnati per morire». «Il primo nome della lista è il mio», dice. «Io non voglio morire. E voi non fate niente? ». È Gesù che non vuole morire e mi chiede aiuto e io ho paura di rischiare. Devo essere spugna per assorbire quello che non è buono e amabile. Accolgo Gesù abbandonato tutte le volte che devo seppellire dei ragazzi che sono tornati alla strada e alla droga dopo aver ricevuto tanto amore. A che serve amare? Accanto alla mamma di Douglas, ragazzo di 11 anni ammazzato mentre giocava, c’è il nostro vescovo, inginocchiato, con la tonaca macchiata di sangue: è l’immagine di Gesù sporco di sangue per salvarci e darci speranza. L’11 marzo scorso sono stato di nuovo minacciato di sequestro e morte. Resto tranquillo: con la grazia di Dio sono pronto a dare la vita per davvero. Mentre celebro la Messa capisco meglio: “Questo è il mio corpo e il mio sangue” ... non solo il corpo di Gesù ... anche il mio corpo. Ma forse Dio non vuole ancora il mio martirio. Insieme ad un religioso e a membri di una nuova famiglia spirituale che sta nascendo, vado di notte per le strade di Rio o di Fortaleza e incontriamo situazioni sempre più drammatiche di ragazzi che noi vogliamo perché nessuno li vuole. E assistiamo a veri miracoli: giovani che risorgono a vita nuova. Diventiamo segno e modello di politiche sociali e da molte parti ci chiamano perché abbiamo qualcosa che fa la differenza. Gesù abbandonato e Gesù risorto sono la stessa cosa e mi viene da chiedere a Dio di accettare meglio le sofferenze, perché da esse nasce sempre più la vera vita.
DON RENATO CHIERA
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dal GdP del 14.6.2008
Una vita per diventare cristiano

La mattina di Pasqua hanno fatto il giro del mondo le immagini del Battesimo di Magdi Allam, il noto giornalista di origini egiziane, celebrato da Papa Benedetto XVI: una conversione pubblica, la sua, che ha sollevato non poche critiche e polemiche. Allam ha raccontato l’inizio della sua nuova vita da cristiano in una serata speciale, molto intensa a Busto Arsizio. Ne riprendo il racconto dal Bollettino parrocchiale della Città.
Con estrema chiarezza Magdi Cristiano - così ha deciso di chiamarsi, con un nome che rende il messaggio semplice ed esplicito: «chi mai potrebbe dubitare che Magdi Cristiano sia cristiano?» - ha raccontato il lungo cammino verso la conversione dall’islam, «a cui ero evidentemente chiamato dalla grazia divina che mi aveva accompagnato sin dalla più tenera età, facendomi incorrere in una serie di “casi” rivelatisi tutt’altro che fortuiti, che in realtà celano la volontà del Signore che discretamente ci viene incontro pur senza farci rilevare la sua presenza».
A quattro anni Allam fu affidato all’educazione e all’affetto delle religiose comboniane devote a San Giuseppe. Successivamente, dalla quinta elementare fino all’ultimo anno della maturità scientifica, ha studiato dai salesiani dell’Istituto Don Bosco: «Ho potuto toccare con mano la realtà di donne e uomini che avevano scelto di votare la loro vita a Dio in seno alla Chiesa servendo il prossimo indipendentemente dalla religione e nazionalità, e che testimoniavano la loro fede cristiana tramite opere volte alla realizzazione del bene comune e dell’interesse della collettività. La mia conversione non è stata affatto né un colpo di fulmine conseguente ad un evento traumatico gioioso o triste che sia, così come non è stata per nulla una adesione razionale scaturita dalle lettura dei testi sacri o dal confronto puramente intellettuale con chi è a favore o chi è contrario alla fede cattolica. E’ stata invece il frutto maturo di un lungo percorso di vita vissuta, fatta di studio e di conoscenza diretta delle fonti del sapere ma, soprattutto, di esperienze di incontro con l’altro che hanno coinvolto tutto me stesso, sedimentando pian piano nel mio animo e nella mia mente strati sempre più consistenti di adesione spirituale e razionale all’amore e alla fede in Gesù» scrive Allam nel libro “Grazie Gesù”, dedicato proprio alla storia della conversione. «Le tre ore di rito religioso officiato dal Pontefice hanno azzerato 56 anni di vita vissuta da musulmano e mi hanno fatto rinascere come cristiano cattolico» ha continuato il giornalista.
Da 5 anni Allam, che da sempre si spende per la difesa della sacralità della vita e dei valori non negoziabili dell’umanità, vive protetto da una scorta dei carabinieri per la condanna a morte pronunciata dagli integralisti islamici: «questa situazione mi ha imposto di approfondire il pensiero di Maometto e ho scoperto che nei suoi atti e nelle sue parole si trova la conferma che l’islam non è compatibile con i valori per cui mi sono sempre battuto. In fondo avrei potuto diventare ateo, agnostico, buddista; sono diventato cattolico perché mi ha convinto il messaggio di Gesù, mi ha convinto Dio, il Dio della vita, della libertà, dell’amore, tutt’altra cosa rispetto al Dio non avvicinabile, non rappresentabile, che va obbedito ciecamente, che non lascia spazio alla ragione».
Ad accompagnare Allam nel percorso di avvicinamento ai sacramenti, la sua guida spirituale, monsignor Rino Fisichella: «lui sottolinea che il cattolicesimo non è una religione del libro, ma la religione della testimonianza, della testimonianza di Dio che si fa uomo e che vive in mezzo a noi, perché lo possiamo vedere, toccare, sentire...» ha detto lo scrittore, ricordando i tanti incontri che lo hanno accompagnato fino alla scelta definitiva di rinnegare l’islam. Non tutti hanno compreso la svolta nella vita di Allam, tra i critici anche cristiani e cattolici. Invece il Papa non ha avuto alcun dubbio e ha accettato subito di impartirgli Battesimo, Cresima e Eucarestia durante la veglia pasquale: «Ha voluto affermare il primato del dovere del pastore della Chiesa a prescindere da ogni altra considerazione. E nel difendere la libertà di fede ha difeso la libertà tout-court, nella certezza che se si viola la libertà si mette a repentaglio la nostra stessa civiltà: io non sono preoccupato per i terroristi, ma per l’Occidente che svende i valori e tradisce la sua identità. Questo Papa è una benedizione dal cielo in un momento in cui l’Occidente non è in grado di difendere le proprie radici. Spero che la sua testimonianza di fede possa essere una lezione per la Chiesa e per i cattolici perché dà sostanza a due valori messi a repentaglio, la verità messa in discussione dal relativismo e la libertà minacciata dal multiculturalismo» ha continuato Allam. Una conversione che rappresenta dunque anche un grido d’allarme in difesa dei principi della civiltà occidentale, della sacralità della vita, della dignità e libertà della persona e insieme un forte messaggio di speranza per una cultura del dialogo e della pace. Una cultura che non può fondarsi sul relativismo etico e sul “politicamente corretto”, ma solo sulla condivisione dei valori inalienabili e inviolabili dell’umanità.
La presa di distanza dall’islam non impedisce comunque allo scrittore di continuare a credere nella possibilità del dialogo: «Resto convinto che le persone non coincidono con la religione: sono innanzitutto persone. E con le persone di buon senso (ce ne sono tante anche tra i musulmani) il dialogo è sempre possibile».
E se per il giornalista la sua conversione potrebbe essere «d’aiuto alle migliaia di musulmani convertiti al cristianesimo in Italia, costretti a vivere segretamente la loro nuova fede per paura di essere uccisi in quanto apostati», per Mons. Fisichella, la conversione di Magdi Allam è una straordinaria testimonianza «soprattutto per tanti cristiani che hanno smarrito la loro fede o che limitano il loro rapporto con la religione all’espletazione dell’atto formale del culto».

Ed è forse proprio questo l’aspetto che ci tocca nel profondo, che ci fa riflettere sul nostro modo di vivere la fede. Questa conversione mette tutti i cattolici “per nascita” davanti ad una testimonianza di coerenza e di coraggio esemplari, davanti a una scelta di fede che cambia per sempre la vita e le dà senso:
“Grazie, Gesù!”.

† PIER GIACOMO GRAMPA
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Re: Bel testo provocatorio....
Ratzigirl, 23/02/2007 1.17:


Qualcuno è cattolico perché è stato battezzato.
Qualcuno è cattolico perché ha la zia suora.
Qualcuno è cattolico perché glie l'hanno detto.
Qualcuno è cattolico perché non gli hanno detto tutto.
Qualcuno è cattolico perché è ricco, ma ama i poveri.
Qualcuno è cattolico perché è povero, vorrebbe diventare ricco, se non adesso, almeno dopo!
Qualcuno è cattolico perché è un sognatore e un idealista
Qualcuno è cattolico perché crede in una giustizia sociale diversa da quella marxista.
Qualcuno è cattolico perché non si fa domande

Qualcuno è cattolico perché se ne fa troppe.
Qualcuno è cattolico perché ama i pellegrinaggi e si diverte alle feste parrocchiali.
Qualcuno è cattolico perché gli piace il vestito dei vescovi
Qualcuno è cattolico perché il prete costa meno dell'analista.
Qualcuno è cattolico perché è nato in Polonia e ha lottato il comunismo.
Qualcuno è cattolico perché è andato in Irlanda e combattuto contro i protestanti.
Qualcuno è cattolico perché ha vissuto in India e ha resistito contro gli induisti.
Qualcuno è cattolico perché è tornato dall'America e si è impegnato contro la New Age.
Qualcuno è cattolico perché è stato in Nigeria e ha lottato contro i musulmani.
Qualcuno è cattolico, ma è nato in Italia... e non sa contro chi combattere. E così si sente poco cattolico...
Qualcuno è cattolico perché è l'unico modo per stare al governo.
Qualcuno è cattolico per opportunismo, qualcuno per abitudine, qualcuno per disperazione.
Qualcuno è cattolico per professione, qualcuno per paura, qualcuno per necessità.
Qualcuno è cattolico perché la Chiesa è un argomento interessante e la teologia lo appassiona.
Qualcuno è cattolico perché i protestanti non è che sono tanto meglio.
Qualcuno è cattolico perché Giovanni XXIII era un uomo buono.
Qualcuno è cattolico perché San Pietro è grande e maestosa e il Papa sta sempre in TV.
Qualcuno è cattolico nonostante San Pietro sia grande maestosa e il Papa sta sempre in TV.

Qualcuno è cattolico perché cerca delle risposte
Qualcuno è cattolico perché ha risposto.
Qualcuno è cattolico perché è un fan di Francesco d'Assisi
Qualcuno è cattolico perché sta in una missione.
Qualcuno è cattolico perché il professore di religione l'ha portato ad un meeting di Comunione e Liberazione.
Qualcuno è cattolico perché vuole il crocifisso in aula.
Qualcuno è cattolico perché non gli piacciono le scuole pubbliche.
Qualcuno è cattolico perché le radici cristiane dell'occidente...
Qualcuno è cattolico perché gli stanno sulle palle gli immigrati musulmani.
Qualcuno è cattolico perché non gli sta sulle palle il Papa. e allora, tanto vale essere cattolico.
Qualcuno è cattolico perché crede in Dio.
Qualcuno è cattolico perché crede di credere in Dio.
Qualcuno è cattolico, perché Dio crede in lui.
Qualcuno è cattolico perché è cristiano.
Qualcuno è cattolico perché così non ha bisogno di essere cristiano.
Qualcuno è cattolico perché ha bisogno di qualcuno che gli dica cosa pensare.
Qualcuno è cattolico perché non aspira a diventare presidente del suo club.
Qualcuno è cattolico perché ha letto il Vangelo.
Qualcuno è cattolico perché non ha mai letto il Vangelo.
Qualcuno è cattolico perché vuole lasciare il mondo un po' meglio di come l'ha trovato.
Qualcuno è cattolico perché vuole dare una mano a Dio a raddrizzare questa società perversa e malata.
Qualcuno è cattolico perché non ama il potere, ma vuole bene ai potenti..
Qualcuno è cattolico perché la mamma lo portava a messa
Qualcuno è cattolico perché non vuole che i preti si sposino preferisce che abbiano l'amante!
Qualcuno è cattolico perché non sopporterebbe mai di sentire una donna fare l'omelia.
Qualcuno è cattolico perché sennò va all'inferno.
Qualcuno è cattolico perché è superstizioso.
Qualcuno è cattolico per mettersi a posto la coscienza.
Qualcuno è cattolico perché la coscienza a posto non ce l'avrà mai.
Qualcuno è cattolico perché è neocatecumeno.
Qualcuno è perché ha incontrato un Movimento.
Qualcuno perché scrive su "Avvenire".

Qualcuno è cattolico perché la Madonna piange.
Qualcuno è cattolico perché sennò piange Gesù.
Qualcuno è cattolico perché è entrato in Comunità e si è disintossicato.
Qualcuno è cattolico perché è entrato in una Comunità... e non si è ancora disintossicato.
Qualcuno è cattolico perché sennò la domenica mattina che fai?
Qualcuno è cattolico perché il matrimonio in Comune è una tristezza.
Qualcuno è cattolico perché essere ateo è troppo impegnativo.
Qualcuno è cattolico perché ha paura di morire.
Qualcuno è cattolico perché non ha paura di morire.
Qualcuno è cattolico perché è noglobal.
Qualcuno perché è devoto a Padre Pio
Qualcuno perché ha sempre votato DC.
Qualcuno perché Dio ti vede, Stalin no.
Qualcuno è cattolico perché il Papa è simpatico.
Qualcuno è cattolico... e adesso che c'è Ratzinger?
Qualcuno è cattolico perché alle Giornate della Gioventù si rimorchia un sacco.

Qualcuno è cattolico perché va a messa tutte le mattine alle otto.
Qualcuno perché ci va tutte le domeniche.
Qualcuno perché ci va a Natale e a Pasqua.
Qualcuno perché non ci va mai, però ha fatto cresima e prima comunione.
Qualcuno è cattolico, perché quando bestemmia ci mette tutto il cuore.
Qualcuno è cattolico perché ha bisogno del Vangelo per dare più forza ai suoi ideali.
Qualcuno è cattolico, perché i suoi ideali li cerca nel Vangelo.
Qualcuno è cattolico perché è amico dei preti e gli dà del tu.
Qualcuno è cattolico perché ha rispetto per i preti e gli dà del lei.
Qualcuno è cattolico perché va bene così.
Qualcuno è cattolico perché è contrario all'aborto.
Qualcuno è cattolico perché è contrario alla pena di morte.
Qualcuno è cattolico perché è contrario sia all'aborto che alla pena di morte.
Qualcuno è cattolico perché non usa i preservativi.
Qualcuno è cattolico perché usa i preservativi, ma non lo dice.
Qualcuno è cattolico perché la famiglia è la base della società.
Qualcuno è cattolico perché la fidanzata è cattolica.
Qualcuno è cattolico perché ha paura del sesso.
Qualcuno è cattolico perché senza il peccato col sesso che gusto c'è?
Qualcuno è cattolico perché non ha niente da fare.
Qualcuno è cattolico perché vuole fare qualcosa.
Qualcuno è cattolico perché crede nei miracoli.
Qualcuno è cattolico perché crede che la vita sia un miracolo.

Qualcuno è cattolico perché tutto deve restare così.
Qualcuno è cattolico perché sogna la liberazione degli oppressi.
Qualcuno è cattolico perché è oppresso e vorrebbe essere liberato.
Qualcuno è cattolico perché Oscar Romero, Madre Teresa, Helder Camara, Pino Puglisi, Lorenzo Milani e Tonino Bello.
Qualcuno è cattolico nonostante le crociate, l'inquisizione, l'oscurantismo, la Banca Vaticana eccetera eccetera.
Qualcuno è cattolico perché ama il macabro e gli piace guardare le salme nelle chiese.
Qualcuno è cattolico perché colleziona reliquie.
Qualcuno è cattolico perché la Verità è solo in Gesù Cristo.
Qualcuno è cattolico perché Una, Santa, Cattolica e Apostolica.
Qualcuno è cattolico perché non ha ancora deciso.... ... e intanto è cattolico.
Qualcuno è cattolico perché lo sono gli altri.
Qualcuno è cattolico perché crede nella ragione della forza.
Qualcuno è cattolico perché crede nella forza della ragione.
Qualcuno è cattolico perché crede nella transustansazione e nell'immacolata concezione.
Qualcuno è cattolico anche se ancora non ha ancora capito che cos'è la transustansazione e l'immacolata concezione.

Qualcuno è cattolico perché è moralista, qualcuno perché è pacifista, qualcuno è cattolico perché è tradizionalista, qualcuno perché è anti-comunista...
Qualcuno è cattolico, ma il perché non si sa: mistero della fede.
Qualcuno è cattolico perché vuole cambiare il mondo.
Qualcuno è cattolico perché non vuole farsi cambiare dal mondo.
Qualcuno è cattolico perché è un figlio di Dio.
Qualcuno è cattolico perché ha visto la luce.
Qualcuno è cattolico perché Gesù gli piace un po', San Paolo abbastanza, ma il Papa lo adora.
Qualcuno è cattolico perché forse Dio non c'è, ma se c'è, è meglio tenerselo buono.
Qualcuno è cattolico perché ascolta sempre Radio Maria e quando vede il papa in televisione comincia a baciare lo schermo.
Qualcuno è cattolico perché il Giudizio Universale oggi no, domani forse, ma dopodomani sicuramente.
Qualcuno è cattolico perché non si sa mai.

Qualcuno è cattolico perché prima era un peccatore
Qualcuno è cattolico perché si è convertito.
Qualcuno è cattolico perché vuole convertirsi.
Qualcuno è cattolico perché non si fida della politica.
Qualcuno è cattolico perché non gli basta la filosofia.
Qualcuno è cattolico perché pensa che la Verità non si vede in televisione.
Qualcuno è cattolico perché crede che ci sia qualcos'altro.
Qualcuno è cattolico perché pensa che l'universo non sia un caso.
Qualcuno è cattolico perché è convinto di poter essere felice solo se lo sono anche gli altri.
Qualcuno è cattolico perché vuole camminare insieme ad altre persone.
Qualcuno è cattolico perché ha capito che la Rivoluzione comincia nel cuore.
Qualcuno è cattolico perché si fida di Dio.


Qualcuno è cattolico perché "è di moda". [SM=x40797]

_______________________________
"Deo Gratias" St.Cuthbert Mayne
_______________________________
23/02/2009 16:19
 
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La conversione di Claudia Koll


L'incontro dell'attrice con lo Spirito Santo





di Claudia Soberón



ROMA, lunedì, 23 febbraio 2008 (ZENIT.org).- L'attrice Claudia Koll ha scoperto accanto a Cristo che la sua vita professionale può avere una fecondità che non avrebbe mai sospettato.

Uno dei frutti della sua conversione al cristianesimo è il suo coinvolgimento nella nuova accademia dello spettacolo Star Rose Academy, con sede a Roma, che mira a formare professionalmente giovani artisti senza trascurare i valori profondi.

Claudia Koll, nata a Roma il 17 maggio 1965, dopo aver studiato recitazione prima con Susan Strasberg e Geraldine Baron al Drama Course, e poi con Yves Le Baron a "Le Coq School", ha ricoperto il suo primo ruolo cinematografico come protagonista nel 1992 in un film erotico di Tinto Brass.

Attrice di teatro, cinema e televisione, ha spiccato al fianco di Antonio Banderas nel film per la televisione "Il giovane Mussolini".

Ha anche partecipato a un'edizione del festival di Sanremo come presentatrice nel 1996.

Dopo un lungo percorso nel mondo dello spettacolo, si è resa conto che le mancava qualcosa e ha scelto così di imprimere una nuova rotta alla sua vita.

Ha iniziato a svolgere volontariato e beneficenza in varie parti dell'Africa e dell'Italia, senza però abbandonare la sua carriera di attrice.

Parlando a ZENIT, ha spiegato che essere attrice, da questa nuova prospettiva cristiana, significa: “non aver paura di essere se stessi”, “trovare un proprio stile di recitazione, non quindi secondo dei modelli, ma facendo un viaggio dentro di sé”, perché “quando si è autentici nella ricerca di sé non si può poi non ricercare anche Dio”.

Claudia Koll ha poi parlato della svolta quando cominciò a scegliere diversamente i personaggi da interpretare.

“Era un periodo che non lavoravo più perché non ricevevo copioni interessanti con personaggi positivi che potessi interpretare e mi arrivavano invece possibilità di letture, per esempio il Cantico dei Cantici, che è un libro della Bibbia bellissimo, meraviglioso. Per interpretarlo però bisognava studiare, approfondire perché ogni parola è densa, è piena di significato; ma voleva dire anche pregare”.

“Ho dovuto approcciare il testo non in maniera superficiale, ma studiandolo e pregando – ha rivelato la Koll –. E questo, studiare e pregare insieme, mi ha messa in contatto con qualcosa di profondo che è lo Spirito Santo”.

Quanto al suo lavoro di docente alla Star Rose Academy, l'attrice ha parlato di come l'insegnamento debba attingere alla propria esperienza personale.

“In passato ho frequentato corsi di recitazione classica italiana e poi di recitazione americana, dove si insegna, in qualche modo, a vivere il personaggio”.

Il suo stile di insegnamento, ha spiegato, si vede ora arricchito dalla visione cristiana, perché “il Signore mi ha liberata da tante sovrastrutture”.

Con la conversione, ha spiegato la Koll, “ho visto che il Signore mi stava istruendo, e mi diceva che mi accompagnava con il suo Spirito, non solo per quello che riguardava la possibilità di una testimonianza dell'incontro con Lui, ma anche nel mio lavoro perché lo Spirito Santo è sempre con noi, e quindi bisogna solo imparare a comunicare con Lui, a lasciarsi guidare da Lui. E questa è stata la ricchezza più grande che il Signore mi abbia donato nel mio mestiere”.



13/03/2009 05:17
 
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E' molto toccante la testimonianza di Claudia Koll.
29/03/2009 16:44
 
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NICOLA LEGROTTAGLIE: Ho fatto una promessa

www.libreriadelsanto.it/libri/9788856603958/ho-fatto-una-prome...







31/03/2009 00:35
 
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Re: La Pasqua nel cuore.
Ratzigirl, 04/06/2005 14.32:

...
Un caso? Se si ha fede, o si vuole averla, non si può credere ai casi.
...[SM=g27822] [SM=g27822] [SM=g27822]


Le tue parole mi ricordano un film: signs. E' di Shyamalan, lo consiglio a tutti voi.
04/05/2009 02:00
 
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Paolo Brosio, storia di una conversione
Intervista al noto giornalista e uomo di spettacolo

di Alessandra Nucci

ROMA, domenica, 3 maggio 2009 (ZENIT.org).- Dalla convocazione nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo (RnS), che si è svolta a Rimini dal 30 aprile al 3 maggio, sono passate spesso anche molte celebrità, volti noti nei campi più disparati, per condividere la particolare esperienza di fede che viene vissuta da una così grande assemblea, unita nella preghiera comunitaria carismatica.

Quest’anno sul palco di Rimini ha portato la sua testimonianza di fede il noto giornalista e personaggio televisivo Paolo Brosio, per chiedere semplicemente alle migliaia di convocati il gesto di pregare insieme un’Ave Maria.

ZENIT lo ha intervistato.

Sul palco non ha raccontato la sua conversione, non tutti la conoscono….

Brosio: Io ringrazio Dio di avermi dato tre croci. Prima la morte di mio padre, dopo 60 giorni di agonia. Poi la devastazione del mio locale, bruciato per cattiveria tre anni fa. A quel punto ero già in ginocchio; ma poi è arrivata la prova più grande, quando la donna della mia vita mi ha lasciato.

Adesso dico: santo il dolore patito per mia moglie. Se non ci fossi passato non sarei mai cambiato. Ne ho combinate di tutti i colori per sfuggire a quel dolore e sono finito in un vicolo cieco: droga, alcool, donne. Una spirale senza ritorno. Pensavo al mio amico Marco Pantani, pensavo di finire come lui. Invece una notte ho trovato improvvisamente la fede, nel tempo di dire un’Ave Maria, 34 secondi. Ci ho attaccato il padre Nostro, e da lì sono partito.

Adesso ha un’aria sanissima e serena.

Brosio: C’è gente che si rovina il patrimonio, la vita. Se non hai la fede vai fuori di testa, il pendolino del dolore ti sconquassa. Ma mi ha salvato quella Signora: Maria. Lei poi ti presenta suo figlio, Gesù. Adesso se mi dicesse di buttarmi dalla finestra lo farei. Ho distribuito un milione di euro in 4 anni, e ho fondato “Le olimpiadi del cuore”. Adesso “spacco tutto” e non mi stanco più.

E’ per questo che ha voluto che recitassimo un’Ave Maria?

Brosio: Non sono molto esperto di cose della Chiesa. Ma questa preghiera la ricordavo da quando ero piccolo, ed è stata la chiave della mia trasformazione.

Pensa, da convertito, di evangelizzare il suo ambiente, il mondo dei media e delle celebrità?

Brosio: Non è che penso di poter fare tanto. Mi limito a raccontare quello che mi è successo. Se parlassi di “miracolo” si potrebbe pensare che mi sono montato la testa. Ma cambiare radicalmente modo di pensare, da un momento all’altro, e fare cose che non si sarebbe mai pensato di fare prima nella vita, è stupefacente.

Che reazioni ha suscitato con la sua testimonianza?

Brosio: Diciamo che mi ha aiutato a raggiungere degli scopi concreti, che hanno a che fare con l’aiuto al prossimo: mettere a disposizione le mie molte conoscenze della radio e della tv. Mi piacerebbe essere un miliardario per poter dire “do 80 milioni a chi ne ha bisogno, e me ne restano 20”. Ma anche chi non ha molto denaro può dare del suo. Lo facevo anche quando non ero credente, adesso che ho Gesù con me, corro.

Qualche esempio?

Brosio: Ho organizzato dei “voli spirituali”, pellegrinaggi in aereo, cui partecipa chi ha tanto denaro e può pagare 1000 quello che costa 500. Con tre o quattro di questi voli ogni anno, agli orfani di suor Cornelia gli faccio tutto. Conoscere chi soffre per noi è una grazia infinita.

28/08/2009 11:43
 
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Vi rinvio a questo link

www.giovaniloreto.it/internal.asp?idart=351&idcat=7

...è stata la mia ultima forte esperienza di fede alla quale ho partecipato come volontaria e alla quale vi invito a prendere parte il prossimo anno!

[SM=g27822]





. . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . . .
Di fronte a questo brulichio di artisti e di bambini, di gente in vario modo allegra, chiedo che festa si stia celebrando. “Nessuna, qui da noi ogni giorno si festeggia la vita.”

Silvano Agosti – Lettere dalla Kirghisia
29/09/2009 16:52
 
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Ennio Morricone: la fede è sempre presente nella mia musica
Il compositore parla della spiritualità che pervade le sue opere

di Edward Pentin

ROMA, martedì, 29 settembre 2009 (ZENIT.org).- Il suo nome può non essere noto in tutto il mondo, ma certamente lo è la sua musica.

Il maestro Ennio Morricone è ampiamente riconosciuto come uno dei migliori compositori di colonne sonore di Hollywood. Noto soprattutto per le memorabili e intense musiche degli "spaghetti western" degli anni Sessanta, come "Il buono, il brutto e il cattivo", "Per un pugno di dollari" e "C'era una volta il West", da molti cattolici è amato soprattutto per la toccante colonna sonora di "Mission", un film del 1986 sui missionari gesuiti del XVIII secolo in Sudamerica.

Il suo contributo all'industria cinematografica si estende tuttavia ben oltre le sue opere più famose, avendo composto le colonne sonore di circa 450 film e avendo lavorato con i maggiori registi di Hollywood, da Sergio Leone e Bernardo Bertolucci a Brian De Palma e Roman Polanski.

E all'età di 80 anni va ancora forte. Il leggendario compositore ha appena completato la colonna sonora del nuovo film di Giuseppe Tornatore "Baarìa", di produzione italiana, che ha aperto il Festival del cinema di Venezia di quest'anno. Quentin Tarantino lo aveva peraltro invitato a scrivere la musica del suo ultimo "Inglourious Basterds", invito che ha dovuto declinare perché troppo impegnato, consentendogli tuttavia di utilizzare brani dei suoi precedenti lavori.

Il famoso compositore italiano continua anche ad incassare riconoscimenti altamente prestigiosi: qualche mese fa, il Presidente francese Nicolas Sarkozy lo ha insignito dell'onorificenza di Cavaliere dell'Ordine della Legion d'Onore, il più alto riconoscimento francese.

Questa onorificenza si aggiunge a un lungo elenco che comprende una laurea ad honorem, un premio Oscar oltre a cinque nomination, cinque premi Bafta e un Grammy Award.

Eppure il maestro Morricone, nato a Roma, preferisce tenersi lontano dai riflettori e raramente concede interviste. È stata quindi una sorpresa quando ha acconsentito a fare un'eccezione, in un mattino del mese di agosto, invitandomi ad incontrarlo nel suo appartamento nel centro di Roma, per parlare soprattutto della sua fede e della sua musica.

La sua abitazione si presenta come uno se l'aspetterebbe: un immacolato pianoforte a coda vicino alla finestra di un salotto arredato con gusto, tra affreschi, dipinti classici e boiserie. Morricone, che ha una moglie e quattro figli ormai grandi, è un uomo discreto, che risponde alle domande in modo diretto e senza divagare.

L'ispirazione

Inizio chiedendogli se la sua musica, che molti ritengono molto spirituale, sia ispirata dalla sua fede. Sebbene si descriva come un "uomo di fede", ritiene di avere una visione molto professionale e al contempo semplice della sua musica, tanto da affermare che non è la sua fede ad avergli ispirato la maggior parte delle sue composizione. Se il film non parla di religione, non è a Dio o alla Chiesa che fa riferimento, sostiene. "Penso alla musica che devo scrivere; la musica è un'arte astratta". "Ma certamente, quando devo scrivere su un tema religioso, la mia fede entra in gioco".

Ha spiegato poi di avere dentro di sé una "spiritualità che è sempre presente nel mio lavoro", ma non è qualcosa che dipende dalla sua volontà, è semplicemente qualcosa che sente.

"Come credente, questa fede è probabilmente sempre presente, ma è lì perché sia riconosciuta dagli altri, dai musicologi e da coloro che non solo analizzano i brani musicali, ma comprendono la mia natura, la sacralità e il misticismo", ha osservato. Detto questo, sostiene che Dio lo aiuti sempre a "scrivere una buona composizione, ma questa è un'altra storia".

Altrettanta professionalità e franchezza sono usate nel rispondere alla domanda se ha remore a comporre per film gratuitamente violenti. "Sono chiamato a servizio del film", afferma. "Se il film è violento, allora compongo musica da film violento. Se il film è sull'amore, lavoro per un film d'amore. Talvolta vi sono film violenti in cui vi sono elementi di sacralità o di misticismo connessi alla violenza, ma è un genere che non mi vado cercare. Cerco di trovare un equilibrio con la spiritualità del film, anche se il regista non sempre la pensa allo stesso modo".

Ennio Morricone ha iniziato la sua carriera musicale nel 1946, dopo aver ottenuto il diploma in tromba al Conservatorio di Santa Cecilia. L'anno successivo già componeva per opere teatrali, oltre a suonare in un complesso jazz per sostenere la famiglia. Ma la sua carriera cinematografica, che iniziò nel 1961, prese l'avvio qualche anno dopo, quando iniziò a lavorare con il suo vecchio amico di scuola Sergio Leone per la serie degli "spaghetti western".

E' noto forse soprattutto per questo filone cinematografico, sebbene rappresenti solo l'8% del suo repertorio e nonostante abbia declinato l'invito per centinaia di altri film del genere. "Tutti mi chiedono di fare western", ammette, "ma io tendo a non farli perché preferisco maggiore varietà".

Miracolo tecnico

Riguardo al film "Mission", sostiene che la cosa straordinaria di quella colonna sonora è il suo "effetto tecnico e spirituale", ovvero il modo in cui in essa si combinano tre temi musicali connessi al contenuto del film.

La presenza dei violini e dell'oboe di padre Gabriele rappresenta "il progresso della musica strumentale compiuto durante il Rinascimento". Il film passa poi ad altre forme di musica che si riferiscono al periodo della Riforma del Concilio di Trento, per concludersi con le musiche degli indiani d'America.

Il risultato è stato un tema "contemporaneo" in cui tutti e tre gli elementi - quello strumentale del Rinascimento, quello post-conciliare e quello delle melodie etniche - si fondono armoniosamente proprio alla fine del film. "Il primo e il secondo tema vanno insieme, il primo e il terzo possono andare insieme, e il secondo e il terzo vanno insieme", spiega Morricone. "Questo è stato il mio miracolo tecnico, che credo sia stata una grande grazia".

Il compositore afferma di non avere una formula per una colonna sonora di successo. "Se l'avessi, la userei ogni volta", afferma, aggiungendo che la qualità della musica dipende dal suo stato d'animo.

"Quando sono meno felice, vengono in mio soccorso la professionalità e la tecnica", afferma. D'altra parte, non ritiene di voler indicare brani preferiti o film preferiti. "Li amo tutti perché tutti mi hanno dato qualche tormento e sofferenza nella loro composizione, ma non devo e non voglio fare distinzioni", afferma.

Parlando di un altro appassionato musicista, Papa Benedetto XVI, Morricone dice di avere un'"ottima opinione" del Santo Padre. "Mi sembra un Papa di grande intelligenza, un uomo di grande cultura e anche di grande forza", afferma. Particolare favore lo esprime per gli sforzi di Benedetto XVI nella riforma della liturgia, un tema a cui Morricone tiene molto.

"La Chiesa di oggi ha compiuto un grande errore, essendo tornata indietro di 500 anni con chitarre e canzoni popolari", sostiene. "Tutto questo non mi piace. Il canto gregoriano è una tradizione vitale e importante della Chiesa, e sprecarla mescolando parole religiose e musiche profane occidentali è molto grave, molto grave".

Significa tornare indietro, perché lo stesso avvenne prima del Concilio di Trento, quando i cantanti mescolavano elementi profani nella musica sacra.

"Il Papa fa bene a correggere questa tendenza", afferma. "Dovrebbe correggerla con maggiore fermezza. Alcune chiese hanno dato seguito ai suoi indirizzi, ma altre no".

Il maestro Morricone appare in forma e dimostra un'età assai inferiore a quella reale, tanto che riesce a continuare a dare concerti in tutto il mondo. Anzi, è più richiesto che mai: il mese prossimo sarà protagonista della sua musica al Los Angeles Hollywood Bowl.

Eppure, nonostante tutta la fama e i riconoscimenti, questo famoso compositore non ha perso la sua genuina concretezza e umiltà. È forse proprio questo, oltre alle sue grandiose composizioni, a renderlo uno dei grandi di Hollywood.

17/06/2010 15:55
 
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