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Aggiornamenti sul lavoro del Papa

Ultimo Aggiornamento: 15/04/2019 00:14
22/02/2011 15:37
 
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RINUNCE E NOMINE





NOMINA DELL’ARCIVESCOVO METROPOLITA DI QUÉBEC (CANADA)

Il Santo Padre Benedetto XVI ha nominato Arcivescovo metropolita di Québec (Canada), S.E. Mons. Gérald Cyprien Lacroix, I.S.P.X., finora Vescovo titolare di Ilta e Ausiliare di Québec (Canada).

S.E. Mons. Gérald Cyprien Lacroix, I.S.P.X.

S. E. Mons. Gérald Cyprien Lacroix, I.S.P.X, è nato il 27 luglio 1957 a Saint-Hilaire de Dorset, nell’arcidiocesi di Québec, ed ha compiuto i suoi studi secondari e superiori presso la Trinty Hig School e al Saint- Anselme College di Manchester, New Hampshire. In seguito ha svolto la sua formazione teologica presso l’Università di Laval, ottenendo il baccalaureato in Teologia e una "maîtrise ès art". Nel 1975 è stato accolto presso l’Institut Séculier Pie X emettendo i voti perpetui nel 1982.

Nel 1982 è diventato Segretario Generale dell’Istituto e, dal 1985, Consigliere del Consiglio Generale. Dal 1985 al 1987 ha assunto l’incarico di Direttore Generale della Maison du Renouveau, centro di formazione cristiana e spirituale del suddetto Istituto secolare.

È stato ordinato sacerdote l’8 ottobre 1988 presso la parrocchia Notre-Dame-de-la-Recouvrance.

Dal 1990 al 2000 ha svolto la sua missione in Colombia, dove ha aperto nuove case per l’ Istituto stesso. Dal 2001 al 2004 è stato Direttore Generale dell’Istituto, incarico rinnovato per un quinquennio a partire dal 2005.

È stato nominato Vescovo titolare di Ilta e Ausiliare di Québec il 7 aprile 2009 ed ha ricevuto l’ordinazione episcopale il successivo 24 maggio.



RINUNCIA DEL VESCOVO DI AMOS (CANADA) E NOMINA DEL SUCCESSORE

Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di Amos (Canada) presentata da S.E. Mon. Eugéne Tremblay in conformità al canone 401 § 1 del Codice di Diritto Canonico.

Il Papa ha nominato Vescovo di Amos S.E. Mons. Gilles Lemay, finora Vescovo titolare di Eguga e Ausiliare di Québec (Canada).

S.E. Mons. Gilles Lemay

S. E. Mons. Gilles Lemay è nato il 24 febbraio 1948 a Sainte-Emmélie, Leclercville. Ha svolto gli studi teologici presso la Facoltà dell’Università di Laval, ottenendo una Licenza in Teologia.

È stato ordinato sacerdote il 18 giugno 1972.

Dopo l’ordinazione sacerdotale ha svolto i seguenti incarichi: dal 1972 al 1982 è stato Vicario della Parrocchia Saint-Eugène de Vanier; nel 1982 ha svolto l’incarico di Segretario per la regione pastorale Lotbinière/Bois-Francs; nel 1984 membro dell’équipe dei preti dell’arcidiocesi di Québec in missione in Paraguay - diocesi di Asunción - per divenire poi Superiore della medesima équipe nel 1989 e, contemporaneamente, parroco della parrocchia della Vergine del Rosario de Luque in Paraguay.

Nel 1999, rientrato nell’arcidiocesi di Québec, è stato nominato parroco a Saint-Étienne de Lauzon, St-Nicolas et Très-Saint.Rédempteur.

L’11 febbraio 2005 è stato nominato Vescovo titolare di Eguga e Ausiliare di Québec. Ha ricevuto l’ordinazione episcopale il successivo 10 aprile.



NOMINA DEL VESCOVO COADIUTORE DI PALMERSTON NORTH (NUOVA ZELANDA)

Il Santo Padre ha nominato Vescovo Coadiutore della diocesi di Palmerston North (Nuova Zelanda) il Rev.do Mons. Charles Drennan, del clero di Christchurch, Cancelliere della medesima diocesi e Amministratore della Cattedrale di Christchurch.

Rev.do Mons. Charles Drennan

Il Rev.do Mons. Charles Drennan, è nato il 23 agosto 1960 a Christchurch. Ha compiuto gli studi secondari al Christ’s College di Christchurch e gli studi di universitari all’University of Canterbury e al Christchurch Teacher’s College. Dopo aver esercitato la professione di insegnante è entrato nel Seminario Holy Cross, allora a Mosgiel. È stato poi inviato a Roma per gli studi superiori.

È stato ordinato sacerdote il 14 giugno 1996.

Dopo l’ordinazione sacerdotale ha ricoperto i seguenti incarichi: 1996-1997: Vicario parrocchiale in Our Lady of the Assumption Parish, Hoon Hay, per 6 mesi; 1997-1999: Vicario Parrocchiale a St. Joseph’s Parish, Timaru North; 1999-2001: Studi per la Licenza in Teologia presso la Pontificia Università Urbaniana; nel 2002: Professore al Good Shepherd College e formatore al Seminario Holy Cross, Auckland, per nove mesi; 2002-2009: Minutante nella Prima Sezione della Segreteria di Stato.

Dal 2010 è Amministratore della Cattedrale di Christchurch, Parroco della St. Anne’s Parish, Cancelliere della diocesi di Christ Church, e Membro del Consiglio dei Consultori e del Consiglio Presbiterale


NOMINA DI AUSILIARI PER L’ARCIDIOCESI DI MALINES-BRUXELLES (BELGIO)

Il Santo Padre ha nominato Vescovi Ausiliari dell’arcidiocesi di Malines-Bruxelles (Belgio):

il Reverendo Jean Kockerols, del clero di Malines-Bruxelles, finora Decano di Bruxelles-Sud, assegnandogli la sede titolare vescovile di Ieper;

il Reverendo Can. Jean-Luc Hudsyn, del clero di Malines-Bruxelles, finora Vicario Episcopale per il Brabante Vallone, assegnandogli la sede titolare vescovile di Apt;

il Reverendo Can. Léon Lemmens, del clero di Hasselt, finora Officiale della Congregazione per le Chiese Orientali, assegnandogli la sede titolare di Municipa.

Rev.do Jean Kockerols

Il Rev.do Jean Kockerols è nato il 13 agosto 1958 a Brecht, allora arcidiocesi di Malines, oggi diocesi di Anversa. Ha compiuto gli studi superiori in diritto civile, esercitando per un periodo la professione di avvocato. Poi si è dedicato come volontario alle comunità dell’Arche di Jean Vanier. Entrato in Seminario, ha cominciato la sua formazione filosofica e teologica nel Seminario Maggiore di Bruxelles, continuando poi a Roma presso la Pontificia Università Gregoriana, ottenendo il Dottorato in Teologia. Ha molti titoli accademici: licenza in diritto civile, licenza in diritto marittimo, baccalaureato in diritto canonico, baccalaureato in filosofia, diploma in cooperazione e sviluppo.

È stato ordinato sacerdote il 18 settembre 1993, per l’arcidiocesi di Malines-Bruxelles.

Ha ricoperto poi i seguenti incarichi: Vicario nella parrocchia Notre-Dame du Sacré-Coeur e poi Parroco di Saint-Pierre a Woluwé (1995-2001). Dal 2001 è Fondatore e Direttore del Centro di Studi Pastorali a Bruxelles, dove è stato anche Professore di teologia. Nello stesso tempo, dal 2004, è Parroco e Responsabile della pastorale francofona nella parrocchia di Saint-Pierre a Uccle (Bruxelles-Sud), dal 2007, Decano di Bruxelles-Sud, Parroco delle parrocchie Saint-Marc e Saint-Paul a Uccle e Corresponsabile della pastorale francofona nelle parrocchie del Précieux sang e Notre-Dame de la Consolation a Uccle.

Inoltre, è stato Direttore dell’Ecole de la foi, Formatore al Seminario diocesano di Limelette, Commissario Apostolico incaricato degli affari economici e patrimoniali delle Suore dell’Eucaristia. È autore del libro "L’Esprit à la Croix. La dernière onction de Jésus" e pubblica regolarmente articoli nella rivista diocesana Pastoralia e nelle riviste di spiritualità, specialmente nel quadro dell’Ecole de la Foi.



Rev.do Can. Jean-Luc Hudsyn

Il Rev.do Can. Jean-Luc Hudsyn è nato il 26 febbraio 1947 a Uccle, a Buxelles. Ha compiuto studi di filosofia e di teologia presso il Seminario Maggiore di Bruxelles. Possiede il titolo accademico di "candidat" in filosofia e lettere (storia moderna) ed una licenza in teologia, ambedue conseguiti all’Università Cattolica di Louvain-la-Neuve.

È stato ordinato sacerdote il 24 giugno 1972, per l’arcidiocesi di Malines-Bruxelles.

Dopo l’ordinazione sacerdotale, ha ricoperto i seguenti incarichi: Vicario parrocchiale a Bruxelles, Cappellano degli studenti a Bruxelles (1972-1985). Dal 1985, è Responsabile del servizio della formazione cristiana nel Vicariato del Brabante Vallone; contemporaneamente, dal 1988, è Adjoint del Vescovo ausiliare per il Brabante Vallone. Inoltre, dal 1991, Corresponsabile diocesano della preparazione al diaconato permanente, e dal 1997, Corresponsabile dell’accompagnamento dei diaconi nel Vicariato del Brabante Vallone; dal 1° giugno 2010 è Vicario episcopale per il Brabante Vallone.

Fa anche parte della direzione della Radio cattolica RCF come amministratore della società, e del Comitato di redazione della rivista diocesana Pastoralia, in cui ha pubblicato numerosi articoli. Inoltre, è membro della direzione del Centro di Studi Pastorali.

Dal 1992 è Canonico titolare.



Rev.do Can. Léon Lemmens

Il Rev.do Can. Léon Lemmens è nato il 16 marzo 1954 a Boorsem, allora diocesi di Liegi, oggi diocesi di Hasselt. Dopo gli studi secondari al Seminario minore a Sint-Truiden (diocesi di Hasselt), ha compiuto gli studi di filosofia e di teologia al Seminario maggiore diocesano, ottenendo il grado di baccalaureato in teologia all’Università Cattolica di Leuven. Dopo l’ordinazione, ha completato la sua formazione a Roma presso la Pontificia Università Gregoriana, ottenendo la Licenza in Teologia morale, e poi il Dottorato.

È stato ordinato sacerdote il 10 luglio 1977, per la diocesi di Hasselt.

Ha ricoperto poi i seguenti incarichi: Vicario parrocchiale a Genk (1981-1984); Professore al Seminario di Hasselt (1984-2004), di cui è stato Rettore dal 1997 al 2004; contemporaneamente dal 1998 al 2004, è stato Vicario generale. È stato anche membro della Commissione interdiocesana per la liturgia (1986-1997), Responsabile nazionale per la pastorale delle vocazioni (1990-1995), Responsabile per l’organizzazione dell’incontro del Papa con i giovani a Bruxelles (1994-1995), Vicario episcopale per la formazione permanente, i media e la cultura (1995-1998). Dal 2004 al 2005 è stato Rettore del Collegio Rumeno a Roma.

Dal 2005, è Officiale alla Congregazione per le Chiese Orientali, dove è responsabile del settore "Formazione e Studi" e Segretario della riunione Opere Aiuto Chiesa Orientali (ROACO). Ha pubblicato alcuni libri e numerosi articoli, principalmente in fiammingo, in varie riviste cattoliche, soprattutto di carattere liturgico.

Dal 1996 è Canonico titolare.



NOMINA DEL NUNZIO APOSTOLICO IN GRECIA

Il Santo Padre ha nominato Nunzio Apostolico in Grecia S.E. Mons. Edward Joseph Adams, Arcivescovo titolare di Scala, finora Nunzio Apostolico nelle Filippine.



NOMINA DEL SEGRETARIO DEL PONTIFICIO CONSIGLIO DELLA PASTORALE PER I MIGRANTI E GLI ITINERANTI

Il Papa ha nominato Segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti S.E. Mons. Joseph Kalathiparambil, finora Vescovo di Calicut (India).

S.E. Mons. Joseph Kalathiparambil

S.E. Mons. Joseph Kalathiparambil è nato il 6 ottobre 1952 a Vaduthala (Kerala), nell'arcidiocesi di Verapoly (India).

Ha compiuto i suoi studi di filosofia al Seminario Maggiore di San Paolo a Trichinpoly e quelli di Teologia al Pontificio Seminario Maggiore di San Giuseppe ad Alwaye. Si è laureato in Diritto Canonico alla Pontificia Università Urbaniana.

È stato ordinato sacerdote il 13 marzo 1978.

Dopo aver esercitato il ministero di vice-parroco della cattedrale di S. Francesco Saverio a Verapoly, nel 1980 si è recato a Roma come studente e - conseguito nel 1984 il dottorato - ha svolto, fino al 1989, l’incarico di Vice-Rettore al Pontificio Collegio San Paolo.

Rientrato nell'arcidiocesi di Verapoly, ha ricoperto dapprima l'incarico di Cancelliere, quindi, dal 1998 al 2002, quello di Vicario Generale.

Il 27 marzo 2002 è stato nominato Vescovo della diocesi di Calicut (India). Ha ricevuto l'ordinazione episcopale il 19 maggio successivo.






RINUNCE E NOMINE (CONTINUAZIONE)

RINUNCIA E SUCCESSIONE DEL VESCOVO DI SAN LUIS (ARGENTINA)

Il Santo Padre ha accettato la rinuncia al governo pastorale della diocesi di San Luis (Argentina), presentata da S.E. Mons. Jorge Luis Lona, in conformità al canone 401 § 1 del Codice di Diritto Canonico.

Gli succede S.E. Mons. Pedro Daniel Martínez, finora Vescovo Coadiutore della medesima diocesi.















MESSAGGIO DEL SANTO PADRE PER LA QUARESIMA 2011



Pubblichiamo di seguito il testo del Messaggio del Santo Padre per la Quaresima 2011 sul tema: "Con Cristo siete sepolti nel Battesimo, con lui siete anche risorti" (cfr Col 2,12):


MESSAGGIO DEL SANTO PADRE

"Con Cristo siete sepolti nel Battesimo, con lui siete anche risorti" (cfr Col 2,12)

Cari fratelli e sorelle,

la Quaresima, che ci conduce alla celebrazione della Santa Pasqua, è per la Chiesa un tempo liturgico assai prezioso e importante, in vista del quale sono lieto di rivolgere una parola specifica perché sia vissuto con il dovuto impegno. Mentre guarda all’incontro definitivo con il suo Sposo nella Pasqua eterna, la Comunità ecclesiale, assidua nella preghiera e nella carità operosa, intensifica il suo cammino di purificazione nello spirito, per attingere con maggiore abbondanza al Mistero della redenzione la vita nuova in Cristo Signore (cfr Prefazio I di Quaresima).

1. Questa stessa vita ci è già stata trasmessa nel giorno del nostro Battesimo, quando, "divenuti partecipi della morte e risurrezione del Cristo", è iniziata per noi "l’avventura gioiosa ed esaltante del discepolo" (Omelia nella Festa del Battesimo del Signore, 10 gennaio 2010). San Paolo, nelle sue Lettere, insiste ripetutamente sulla singolare comunione con il Figlio di Dio realizzata in questo lavacro. Il fatto che nella maggioranza dei casi il Battesimo si riceva da bambini mette in evidenza che si tratta di un dono di Dio: nessuno merita la vita eterna con le proprie forze. La misericordia di Dio, che cancella il peccato e permette di vivere nella propria esistenza "gli stessi sentimenti di Cristo Gesù" (Fil 2,5), viene comunicata all’uomo gratuitamente.

L’Apostolo delle genti, nella Lettera ai Filippesi, esprime il senso della trasformazione che si attua con la partecipazione alla morte e risurrezione di Cristo, indicandone la meta: che "io possa conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la comunione alle sue sofferenze, facendomi conforme alla sua morte, nella speranza di giungere alla risurrezione dai morti" (Fil 3,10-11). Il Battesimo, quindi, non è un rito del passato, ma l’incontro con Cristo che informa tutta l’esistenza del battezzato, gli dona la vita divina e lo chiama ad una conversione sincera, avviata e sostenuta dalla Grazia, che lo porti a raggiungere la statura adulta del Cristo.

Un nesso particolare lega il Battesimo alla Quaresima come momento favorevole per sperimentare la Grazia che salva. I Padri del Concilio Vaticano II hanno richiamato tutti i Pastori della Chiesa ad utilizzare "più abbondantemente gli elementi battesimali propri della liturgia quaresimale" (Cost. Sacrosanctum Concilium, 109). Da sempre, infatti, la Chiesa associa la Veglia Pasquale alla celebrazione del Battesimo: in questo Sacramento si realizza quel grande mistero per cui l’uomo muore al peccato, è fatto partecipe della vita nuova in Cristo Risorto e riceve lo stesso Spirito di Dio che ha risuscitato Gesù dai morti (cfr Rm 8,11). Questo dono gratuito deve essere sempre ravvivato in ciascuno di noi e la Quaresima ci offre un percorso analogo al catecumenato, che per i cristiani della Chiesa antica, come pure per i catecumeni d’oggi, è una scuola insostituibile di fede e di vita cristiana: davvero essi vivono il Battesimo come un atto decisivo per tutta la loro esistenza.

2. Per intraprendere seriamente il cammino verso la Pasqua e prepararci a celebrare la Risurrezione del Signore - la festa più gioiosa e solenne di tutto l’Anno liturgico - che cosa può esserci di più adatto che lasciarci condurre dalla Parola di Dio? Per questo la Chiesa, nei testi evangelici delle domeniche di Quaresima, ci guida ad un incontro particolarmente intenso con il Signore, facendoci ripercorrere le tappe del cammino dell’iniziazione cristiana: per i catecumeni, nella prospettiva di ricevere il Sacramento della rinascita, per chi è battezzato, in vista di nuovi e decisivi passi nella sequela di Cristo e nel dono più pieno a Lui.

La prima domenica dell’itinerario quaresimale evidenzia la nostra condizione dell’uomo su questa terra. Il combattimento vittorioso contro le tentazioni, che dà inizio alla missione di Gesù, è un invito a prendere consapevolezza della propria fragilità per accogliere la Grazia che libera dal peccato e infonde nuova forza in Cristo, via, verità e vita (cfr Ordo Initiationis Christianae Adultorum, n. 25). E’ un deciso richiamo a ricordare come la fede cristiana implichi, sull’esempio di Gesù e in unione con Lui, una lotta "contro i dominatori di questo mondo tenebroso" (Ef 6,12), nel quale il diavolo è all’opera e non si stanca, neppure oggi, di tentare l’uomo che vuole avvicinarsi al Signore: Cristo ne esce vittorioso, per aprire anche il nostro cuore alla speranza e guidarci a vincere le seduzioni del male.

Il Vangelo della Trasfigurazione del Signore pone davanti ai nostri occhi la gloria di Cristo, che anticipa la risurrezione e che annuncia la divinizzazione dell’uomo. La comunità cristiana prende coscienza di essere condotta, come gli apostoli Pietro, Giacomo e Giovanni, "in disparte, su un alto monte" (Mt 17,1), per accogliere nuovamente in Cristo, quali figli nel Figlio, il dono della Grazia di Dio: "Questi è il Figlio mio, l’amato: in lui ho posto il mio compiacimento. Ascoltatelo" (v. 5). E’ l’invito a prendere le distanze dal rumore del quotidiano per immergersi nella presenza di Dio: Egli vuole trasmetterci, ogni giorno, una Parola che penetra nelle profondità del nostro spirito, dove discerne il bene e il male (cfr Eb 4,12) e rafforza la volontà di seguire il Signore.

La domanda di Gesù alla Samaritana: "Dammi da bere" (Gv 4,7), che viene proposta nella liturgia della terza domenica, esprime la passione di Dio per ogni uomo e vuole suscitare nel nostro cuore il desiderio del dono dell’ "acqua che zampilla per la vita eterna" (v. 14): è il dono dello Spirito Santo, che fa dei cristiani "veri adoratori" in grado di pregare il Padre "in spirito e verità" (v. 23). Solo quest’acqua può estinguere la nostra sete di bene, di verità e di bellezza! Solo quest’acqua, donataci dal Figlio, irriga i deserti dell’anima inquieta e insoddisfatta, "finché non riposa in Dio", secondo le celebri parole di sant’Agostino.

La "domenica del cieco nato" presenta Cristo come luce del mondo. Il Vangelo interpella ciascuno di noi: "Tu, credi nel Figlio dell’uomo?". "Credo, Signore!" (Gv 9,35.38), afferma con gioia il cieco nato, facendosi voce di ogni credente. Il miracolo della guarigione è il segno che Cristo, insieme alla vista, vuole aprire il nostro sguardo interiore, perché la nostra fede diventi sempre più profonda e possiamo riconoscere in Lui l’unico nostro Salvatore. Egli illumina tutte le oscurità della vita e porta l’uomo a vivere da "figlio della luce".

Quando, nella quinta domenica, ci viene proclamata la risurrezione di Lazzaro, siamo messi di fronte al mistero ultimo della nostra esistenza: "Io sono la risurrezione e la vita… Credi questo?" (Gv 11,25-26). Per la comunità cristiana è il momento di riporre con sincerità, insieme a Marta, tutta la speranza in Gesù di Nazareth: "Sì, o Signore, io credo che tu sei il Cristo, il Figlio di Dio, colui che viene nel mondo" (v. 27). La comunione con Cristo in questa vita ci prepara a superare il confine della morte, per vivere senza fine in Lui. La fede nella risurrezione dei morti e la speranza della vita eterna aprono il nostro sguardo al senso ultimo della nostra esistenza: Dio ha creato l’uomo per la risurrezione e per la vita, e questa verità dona la dimensione autentica e definitiva alla storia degli uomini, alla loro esistenza personale e al loro vivere sociale, alla cultura, alla politica, all’economia. Privo della luce della fede l’universo intero finisce rinchiuso dentro un sepolcro senza futuro, senza speranza.

Il percorso quaresimale trova il suo compimento nel Triduo Pasquale, particolarmente nella Grande Veglia nella Notte Santa: rinnovando le promesse battesimali, riaffermiamo che Cristo è il Signore della nostra vita, quella vita che Dio ci ha comunicato quando siamo rinati "dall’acqua e dallo Spirito Santo", e riconfermiamo il nostro fermo impegno di corrispondere all’azione della Grazia per essere suoi discepoli.

3. Il nostro immergerci nella morte e risurrezione di Cristo attraverso il Sacramento del Battesimo, ci spinge ogni giorno a liberare il nostro cuore dal peso delle cose materiali, da un legame egoistico con la "terra", che ci impoverisce e ci impedisce di essere disponibili e aperti a Dio e al prossimo. In Cristo, Dio si è rivelato come Amore (cfr 1Gv 4,7-10). La Croce di Cristo, la "parola della Croce" manifesta la potenza salvifica di Dio (cfr 1Cor 1,18), che si dona per rialzare l’uomo e portargli la salvezza: amore nella sua forma più radicale (cfr Enc. Deus caritas est, 12). Attraverso le pratiche tradizionali del digiuno, dell’elemosina e della preghiera, espressioni dell’impegno di conversione, la Quaresima educa a vivere in modo sempre più radicale l’amore di Cristo. Il digiuno, che può avere diverse motivazioni, acquista per il cristiano un significato profondamente religioso: rendendo più povera la nostra mensa impariamo a superare l’egoismo per vivere nella logica del dono e dell’amore; sopportando la privazione di qualche cosa - e non solo di superfluo - impariamo a distogliere lo sguardo dal nostro "io", per scoprire Qualcuno accanto a noi e riconoscere Dio nei volti di tanti nostri fratelli. Per il cristiano il digiuno non ha nulla di intimistico, ma apre maggiormente a Dio e alle necessità degli uomini, e fa sì che l’amore per Dio sia anche amore per il prossimo (cfr Mc 12,31).

Nel nostro cammino ci troviamo di fronte anche alla tentazione dell’avere, dell’avidità di denaro, che insidia il primato di Dio nella nostra vita. La bramosia del possesso provoca violenza, prevaricazione e morte; per questo la Chiesa, specialmente nel tempo quaresimale, richiama alla pratica dell’elemosina, alla capacità, cioè, di condivisione. L’idolatria dei beni, invece, non solo allontana dall’altro, ma spoglia l’uomo, lo rende infelice, lo inganna, lo illude senza realizzare ciò che promette, perché colloca le cose materiali al posto di Dio, unica fonte della vita. Come comprendere la bontà paterna di Dio se il cuore è pieno di sé e dei propri progetti, con i quali ci si illude di potersi assicurare il futuro? La tentazione è quella di pensare, come il ricco della parabola: "Anima mia, hai a disposizione molti beni per molti anni…". Conosciamo il giudizio del Signore: "Stolto, questa notte stessa ti sarà richiesta la tua vita…" (Lc 12,19-20). La pratica dell’elemosina è un richiamo al primato di Dio e all’attenzione verso l’altro, per riscoprire il nostro Padre buono e ricevere la sua misericordia.

In tutto il periodo quaresimale, la Chiesa ci offre con particolare abbondanza la Parola di Dio. Meditandola ed interiorizzandola per viverla quotidianamente, impariamo una forma preziosa e insostituibile di preghiera, perché l’ascolto attento di Dio, che continua a parlare al nostro cuore, alimenta il cammino di fede che abbiamo iniziato nel giorno del Battesimo. La preghiera ci permette anche di acquisire una nuova concezione del tempo: senza la prospettiva dell’eternità e della trascendenza, infatti, esso scandisce semplicemente i nostri passi verso un orizzonte che non ha futuro. Nella preghiera troviamo, invece, tempo per Dio, per conoscere che "le sue parole non passeranno" (cfr Mc 13,31), per entrare in quell’intima comunione con Lui "che nessuno potrà toglierci" (cfr Gv 16,22) e che ci apre alla speranza che non delude, alla vita eterna.

In sintesi, l’itinerario quaresimale, nel quale siamo invitati a contemplare il Mistero della Croce, è "farsi conformi alla morte di Cristo" (Fil 3,10), per attuare una conversione profonda della nostra vita: lasciarci trasformare dall’azione dello Spirito Santo, come san Paolo sulla via di Damasco; orientare con decisione la nostra esistenza secondo la volontà di Dio; liberarci dal nostro egoismo, superando l’istinto di dominio sugli altri e aprendoci alla carità di Cristo. Il periodo quaresimale è momento favorevole per riconoscere la nostra debolezza, accogliere, con una sincera revisione di vita, la Grazia rinnovatrice del Sacramento della Penitenza e camminare con decisione verso Cristo.

Cari fratelli e sorelle, mediante l’incontro personale col nostro Redentore e attraverso il digiuno, l’elemosina e la preghiera, il cammino di conversione verso la Pasqua ci conduce a riscoprire il nostro Battesimo. Rinnoviamo in questa Quaresima l’accoglienza della Grazia che Dio ci ha donato in quel momento, perché illumini e guidi tutte le nostre azioni. Quanto il Sacramento significa e realizza, siamo chiamati a viverlo ogni giorno in una sequela di Cristo sempre più generosa e autentica. In questo nostro itinerario, ci affidiamo alla Vergine Maria, che ha generato il Verbo di Dio nella fede e nella carne, per immergerci come Lei nella morte e risurrezione del suo Figlio Gesù ed avere la vita eterna.

Dal Vaticano, 4 novembre 2010

BENEDICTUS PP XVI

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