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Aggiornamenti sul lavoro del Papa

Ultimo Aggiornamento: 15/04/2019 00:14
31/08/2005 22:19
 
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L’UDIENZA GENERALE , 31.08.2005
L’UDIENZA GENERALE

L’Udienza Generale di questa mattina si svolge alle ore 10.00 in Piazza San Pietro dove il Santo Padre - proveniente dalla residenza estiva di Castel Gandolfo - incontra gruppi di pellegrini e fedeli giunti dall’Italia e da ogni parte del mondo.
Nel discorso in lingua italiana, riprendendo il ciclo di catechesi sui Salmi e i Cantici, il Papa commenta il Salmo 126 - Ogni fatica è vana senza il Signore - Vespri del Mercoledì della 3a settimana (Lettura: Sal 126,1.3-5).
Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, Benedetto XVI rivolge poi particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.
L’Udienza Generale si conclude con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica impartita insieme ai Vescovi presenti.
Al termine dell’Udienza Generale, il Papa rientra in elicottero al Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo.

# CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

1. Il Salmo 126, ora proclamato, presenta davanti ai nostri occhi uno spettacolo in movimento: una casa in costruzione, la città con le sue guardie, la vita delle famiglie, le veglie notturne, il lavoro quotidiano, i piccoli e i grandi segreti dell’esistenza. Ma su tutto si leva una presenza decisiva, quella del Signore che aleggia sulle opere dell’uomo, come suggerisce l’avvio incisivo del Salmo: «Se il Signore non costruisce la casa, invano vi faticano i costruttori» (v. 1)

Una società solida nasce, certo, dall’impegno di tutti i suoi membri, ma ha bisogno della benedizione e del sostegno di quel Dio che, purtroppo, spesso è invece escluso o ignorato. Il Libro dei Proverbi sottolinea il primato dell’azione divina per il benessere di una comunità e lo fa in modo radicale affermando che «la benedizione del Signore arricchisce, non le aggiunge nulla la fatica» (Pr 10,22).

2. Questo Salmo sapienziale, frutto della meditazione sulla realtà della vita di ogni giorno, è costruito sostanzialmente su un contrasto: senza il Signore, invano si cerca di erigere una casa stabile, di edificare una città sicura, di far fruttificare la propria fatica (cfr Sal 126,1-2). Col Signore, invece, si ha prosperità e fecondità, una famiglia ricca di figli e serena, una città ben munita e difesa, libera da incubi e insicurezze (cfr vv. 3-5).

Il testo si apre con l’accenno al Signore raffigurato come costruttore della casa e sentinella che veglia sulla città (cfr Sal 120,1-8). L’uomo esce al mattino per impegnarsi nel lavoro a sostegno della famiglia e a servizio dello sviluppo della società. È un lavoro che occupa le sue energie, provocando il sudore della sua fronte (cfr Gn 3,19) per l’intero arco della giornata (cfr Sal 126,2).

3. Ebbene, il Salmista non esita ad affermare che tutto questo lavoro è inutile, se Dio non è al fianco di chi fatica. Ed afferma che Dio premia invece persino il sonno dei suoi amici. Il Salmista vuole così esaltare il primato della grazia divina, che imprime consistenza e valore all’agire umano, pur segnato dal limite e dalla caducità. Nell’abbandono sereno e fedele della nostra libertà al Signore, anche le nostre opere diventano solide, capaci di un frutto permanente. Il nostro «sonno» diventa, così, un riposo benedetto da Dio, destinato a suggellare un’attività che ha senso e consistenza.

4. Si passa, a questo punto, all’altra scena tratteggiata dal nostro Salmo. Il Signore offre il dono dei figli, visti come una benedizione e una grazia, segno della vita che continua e della storia della salvezza protesa verso nuove tappe (cfr v. 3). Il Salmista esalta in particolare «i figli della giovinezza»: il padre che ha avuto figli in gioventù non solo li vedrà in tutto il loro vigore, ma essi saranno il suo sostegno nella vecchiaia. Egli potrà, così, affrontare con sicurezza il futuro, divenendo simile a un guerriero, armato di quelle «frecce» acuminate e vittoriose che sono i figli (cfr vv 4-5).

L’immagine, desunta dalla cultura del tempo, ha lo scopo di celebrare la sicurezza, la stabilità, la forza di una famiglia numerosa, come si ripeterà nel successivo Salmo 127, in cui è tratteggiato il ritratto di una famiglia felice.

Il quadro finale raffigura un padre circondato dai suoi figli, che è accolto con rispetto alla porta della città, sede della vita pubblica. La generazione è, quindi, un dono apportatore di vita e di benessere per la società. Ne siamo consapevoli ai nostri giorni di fronte a nazioni che il calo demografico priva della freschezza, dell’energia, del futuro incarnato dai figli. Su tutto, però, si erge la presenza benedicente di Dio, sorgente di vita e di speranza.

5. Il Salmo 126 è stato spesso usato dagli autori spirituali proprio per esaltare questa presenza divina, decisiva per procedere sulla via del bene e del regno di Dio. Così il monaco Isaia (morto a Gaza nel 491) nel suo Asceticon (Logos 4,118), ricordando l’esempio degli antichi patriarchi e profeti, insegna: «Si sono posti sotto la protezione di Dio implorando la sua assistenza, senza mettere la loro fiducia in qualche fatica che avessero compiuto. E la protezione di Dio è stata per loro una città fortificata, perché sapevano che senza l’aiuto di Dio essi erano impotenti e la loro umiltà faceva loro dire con il Salmista: "Se il Signore non costruisce la casa, invano vi faticano i costruttori. Se il Signore non custodisce la città, invano veglia il custode"» (Recueil ascétique, Abbaye de Bellefontaine 1976, pp. 74-75).

Chers Frères et Sœurs,

Le psaume 126 évoque les images de la maison, de la ville et de ses gardes, la vie de famille et le travail quotidien, les petites et les grandes choses de l’existence. Il révèle surtout la présence décisive du Seigneur : «Si le Seigneur ne bâtit la maison, les bâtisseurs travaillent en vain».

Le psalmiste veut ainsi exalter le primat de la grâce divine qui donne consistance et valeur à l’action de l’homme. C’est en Dieu qu’elle devient solide, donnant un fruit qui demeure.

Car le Seigneur donne «les fils de la jeunesse», qui sont bénédiction et grâce, signe de la vie qui continue. Avoir des enfants est un don qui apporte la vie et le bien-être à la société, nous le savons bien, en ces temps où la chute de la démographie prive certaines nations de la fraîcheur, de l’énergie, de l’avenir incarné par des enfants. Sur tout et sur tous, cependant, se lève la présence bénissante de Dieu, source de vie et d’espérance !

Je salue cordialement les pèlerins de langue française présents à cette audience. Soyez attentifs à la présence de Dieu dans toutes les dimensions de votre vie et appuyez-vous sur la force de son amour !

[01039-03.01] [Texte original: Français]

? Sintesi della catechesi in lingua inglese

Dear Brothers and Sisters in Christ,

Today I would like to reflect with you on Psalm one hundred and twenty-six, which reminds us that whatever we do or undertake can only bear fruit if it has God’s blessing. Without the Lord, all our efforts will ultimately fail. With the Lord, we will find prosperity and happiness, our labours will bear fruit, and our lives will be secure.

The psalmist also reminds us that the gift of children is a particular blessing from God, a source of joy and a support, especially in old age. Children are also a blessing for society, giving it a special freshness and future. We can easily think of those societies today that are lacking in energy and hope because of a declining birth-rate. May the Lord’s blessing bring them new life, new hope! And may we all recognize that only with God’s help can our work succeed, for "if the Lord does not build the house, in vain do its builders labour".

I offer my heartfelt greetings to all the English-speaking visitors present at today’s Audience, including pilgrims from Malawi, Ireland, Malta, Australia and the United States of America. I extend a special welcome to the altar servers who have come Malta with their families, to assist in Saint Peter’s Basilica. May your pilgrimage strengthen your faith and renew your love for the Lord, and may God’s blessing be upon you all!

[01040-02.01] [Original text: English]

? Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Liebe Brüder und Schwestern!

Die Katechese der heutigen Audienz befaßt sich mit Psalm 127. Dieser Psalm ruft uns in Erinnerung, daß alles Mühen des Menschen nur durch den Segen Gottes dauernden Bestand erlangt. Unser Schaffen unterliegt den beschränkten menschlichen Kräften und der Dauer unseres Lebens, die wir nicht selbst bestimmen können. Dennoch empfindet der Mensch zu Recht eine tiefe Sehnsucht, diese Grenzen zu überschreiten.

Der Psalmist verweist uns auch auf das große Geschenk der Kinder. Kinder sind keine „Belästigung" und kein „Produkt", das persönliche Wünsche befriedigt; sie sind „eine Gabe des Herrn" (Ps 127, 3). Gottes Segen ruht auf jenen, die dieses große Geschenk mit offenem Herzen empfangen. Ebenso wissen wir aus dem Glauben: Unsere Werke können bleibende, ja sogar ewige Frucht bringen, wenn die Gnade Gottes in uns wirkt und wir mit ihr zusammenarbeiten. Denn mit den guten Taten, die wir im Stand der Gnade vollbringen, sammeln wir unvergängliche Schätze im Himmel.

Einen glaubensfrohen Gruß richte ich an die Pilger und Besucher aus den deutschsprachigen Ländern. Gott wacht über unser Tun und begleitet es mit seinem Segen. Vertrauen wir auf seine Gnade und danken wir ihm für das Geschenk der Kinder und für die Gabe des ewigen Lebens. Euch allen wünsche ich einen gesegneten Aufenthalt in Rom und einen guten Beginn des neuen Schuljahres sowie der Arbeit nach den Ferien!

[01041-05.01] [Originalsprache: Deutsch]

? Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

El salmo proclamado hoy exalta la presencia divina en el trabajo del hombre. Para ello pone en contraste la vida vivida sin el Señor, en la que en vano buscamos seguridad; y con el Señor, en la cual, a su vez, tenemos prosperidad. Ciertamente, una sociedad sólida, que nace del esfuerzo de sus miembros, necesita también la bendición de Dios, al cual ignoramos frecuentemente.

La imagen del padre rodeado por sus hijos, de los cuales recibirá sustento en su vejez, tiene como finalidad celebrar la estabilidad y fuerza de la familia. Ellos son bendición y gracia, signo de continuidad, un don que aporta bienestar a la sociedad.

Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española, especialmente a las Siervas de María Ministras de los Enfermos y a los Legionarios de Cristo; a los fieles diocesanos llegados de España; a los de San Juan de Puerto Rico, acompañados por su Arzobispo, Mons. Roberto Octavio González, así como a los demás peregrinos latinoamericanos. ¡Poneos siempre bajo la protección de Dios e implorad su asistencia!

[01042-04.01] [Texto original: Español]

SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

? Saluto in lingua portoghese

Saúdo também os grupos vindos de Portugal e do Brasil e demais peregrinos de língua portuguesa, desejando que esta visita aos lugares santificados pela pregação e martírio dos Apóstolos Pedro e Paulo a todos fortaleça na fé e consolide, no amor divino, os vínculos de cada um com a sua família, comunidade eclesial e civil. A Virgem Mãe vos acompanhe e proteja!

[01043-06.02] [Texto original: Português]

? Saluto in lingua polacca

Witam obecnych tu Polaków. Dzis przypada dwudziestopieciolecie powstania „Solidarnosci". Dziekuje Bozej Opatrznosci za powiew nowego ducha, jaki ten ruch wniósl w dzieje wspólczesnej Europy. Niech Bóg blogoslawi wszystkim, którzy troszcza sie o zachowanie sprawiedliwosci spolecznej i o dobro ludzi pracy. Przekazcie moje blogoslawienstwo waszym najblizszym. Niech bedzie pochwalony Jezus Chrystus!

[Rivolgo il mio benvenuto a tutti i polacchi qui presenti. Oggi ricorre il 25E dell’istituzione di "Solidarnosc". Ringrazio la Divina Provvidenza per il soffio di un nuovo spirito che questo movimento ha portato nelle vicende dell’Europa contemporanea. Dio benedica tutti coloro che si impegnano per la promozione della giustizia sociale e per il bene degli operai. Trasmettete la mia benedizione ai vostri cari. Sia lodato Gesù Cristo!]

[01038-09.02] [Testo originale: Polacco]

? Saluto in lingua ungherese

Szeretettel köszöntöm a magyar híveket.

Isten hozott Benneteket!

Az iskolaév kezdetén szívbol adom Rátok és a fiatalságra apostoli áldásomat.

Dicsértessék a Jézus Krisztus!

[Rivolgo un saluto cordiale ai fedeli ungheresi.

All’inizio dell’anno scolastico imparto di cuore a voi e a tutti giovani la Benedizione Apostolica!

Sia lodato Gesù Cristo!]

[01044-AA.01] [Testo originale: Ungherese]

? Saluto in lingua slovacca

Zo srdca pozdravujem pútnikov zo Svätého Jura. Bratia a sestry, v týchto dnoch sa zacína školský rok. Vyprosujme si od Ducha Svätého jeho vzácne dary, predovšetkým pravú msdrost’. S týmto želaním vás žehnám. Pochválený bud’ Ježiš Kristus!

[Cordialmente saluto i pellegrini provenienti da Svätý Jur. Fratelli e sorelle, in questi giorni inizia l’anno scolastico. Imploriamo dallo Spirito Santo i suoi preziosi doni, specialmente la vera sapienza. Con questo desiderio vi benedico. Sia lodato Gesù Cristo!]

[01046-AA.01] [Testo originale: Slovacco]

? Saluto in lingua croata

Srdacno pozdravljam i blagoslivljam sve hrvatske hodocasnike, posebno sestre dominikanke koje slave stotu obljetnicu svoje provincije te ucenike i nastavnike nadbiskupijskih klasicnih gimnazija iz Splita i Zagreba!

Darujuci život Kristu hodite putem svetosti! Hvaljen Isus i Marija!

[Saluto di cuore e benedico tutti i pellegrini croati, particolarmente le suore domenicane, che quest’anno celebrano il centesimo anniversario della loro provincia, e gli studenti e professori dei licei arcidiocesani classici di Split e Zagreb. Offrendo la vita al Cristo camminate sulla via della santità! Siano lodati Gesù e Maria!]

[01045-AA.01] [Testo originale: Croato]

? Saluto in lingua italiana

Rivolgo ora un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare, saluto i seminaristi partecipanti all’incontro estivo per Seminaristi Maggiori, i fedeli della Parrocchia di San Carlo in Varese e quelli di Motta Visconti, giunti in bicicletta attraverso la via Francigena. Carissimi, vi assicuro un ricordo nella preghiera perché si rinsaldi la vostra adesione a Cristo ed Egli vi ricolmi dei suoi doni di grazia.

Il mio saluto va infine ai giovani, agli ammalati e agli sposi novelli. Vi esorto, cari giovani, a porre Gesù al centro della vostra vita, e sarete veri testimoni di speranza e di pace. Voi, cari ammalati, accogliete con fede il mistero del dolore sull’esempio di Colui che è morto in Croce per la redenzione di tutti gli uomini. E voi, cari sposi novelli, attingete ogni giorno dal Signore la forza spirituale per rendere il vostro amore autentico, duraturo e aperto agli altri.

Concludiamo questo nostro incontro con il canto del Pater Noster.
01/09/2005 00:18
 
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TELEGRAMMA DEL PAPA


Qui sopra una foto dell'occhio del ciclone preso dall'alto



Dolore del Papa per le vittime dell’uragano “Katrina” negli Stati Uniti

CITTA’ DEL VATICANO, mercoledì, 31 agosto 2005 (ZENIT.org).- Benedetto XVI ha espresso il proprio dolore per le vittime causate dall’uragano “Katrina” abbattutosi sugli Stati Uniti in un messaggio diretto alle autorità civili e religiose di questo Paese.

In un telegramma, inviato dal Cardinale Angelo Sodano, Segretario di Stato vaticano, il Santo Padre “assicura la propria vicinanza nella pregheira a tutte le vittime, raccomandando alla amorosa Misericordia di Dio Onnipotente tutti i defunti e tutte le famiglie afflitte dal dolore”.

Il Pontefice invoca quindi benedizioni su tutti loro, pregando “per tutte quelle persone che sono impegnate nel far giungere gli aiuti alle vittime di questo disastro”, e incoraggiandoli “affinché perseverino nei loro sforzi di recare aiuto e sostegno alle persone colpite”.

La Conferenza dei Vescovi Cattolici degli Stati Uniti si è subito mobilitata indicendo una Colletta nazionale in favore delle vittime. Le “Catholic Charities” del Paese – le Caritas statunitensi – stanno offrendo conforto psicologico e aiuti di prima necessità.

In Mississippi, alcuni funzionari hanno confermato che questo mercoledì sono state almeno 100 le vittime causate dalla tormenta. Si tratta tuttavia di una cifra provvisoria destinata ad aumentare.

Questo lunedì l’uragano “Katrina” ha colpito la Louisiana, il Mississippi, l’Alabama e l’Est della Florida con raffiche di vento intorno ai 224 chilometri all’ora.

01/09/2005 22:06
 
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Re: TELEGRAMMA DEL PAPA

Scritto da: Ratzigirl 01/09/2005 0.18

Dolore del Papa per le vittime dell’uragano “Katrina” negli Stati Uniti


Mi dispiace tanto!!! Non posso credere a quello che è successo a New Orléans e alla sua gente, una città che porto nel cuore e che mi è tanto piaciuta. Mi si affollano i ricordi. Ci sono stata tre volte, l'ultima nel 1992 il giorno prima che arrivasse l'uragano Andrew, fino a quest'anno, il più micidiale di tutti. Io ero in nave e ricevevo i bollettini meteorologici ogni quattro ore che informavano dell'andamento dell'uragano che ci veniva incontro perché eravamo diretti alla Florida. Quindi potete immaginare la paura a bordo. Noi siamo scampati facendo una rotta più lunga, invece New Orléans... E adesso ho visto con orrore le immagini del disastro!!! Prego per le vittime. Il Signore possa aiutare la gente a ricostruire la città!!!
Papa Ratzi Superstar









"CON IL CUORE SPEZZATO... SEMPRE CON TE!"
02/09/2005 00:43
 
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TELEGRAMMA PER LE VITTIME IN IRAQ
In un telegramma diffuso questo giovedì dalla Sala Stampa vaticana, Benedetto XVI ha espresso il proprio cordoglio per il migliaio di vittime della tragedia avvenuta mercoledì mattina a Baghdad (Iraq), nei pressi della moschea sciita di Al Kazimiyah.

In un telegramma fatto pervenire al Nunzio Apostolico in Iraq, monsignor Fernando Filoni, dal Cardinale Angelo Sodano, Segretario di Stato, il Papa “nell’affidare alla Misericordia Divina quanti sono drammaticamente periti assicura la sua preghiera perché finalmente si instauri in codesto Paese un clima di riconciliazione e reciproca fiducia”.

Nel chiedere poi al Nunzio di manifestare ai familiari delle vittime e a tutta la popolazione i suoi “sentimenti di sincero cordoglio”, il Papa “auspica che tutti i credenti nell’unico Dio si uniscano nel deplorare ogni forma di violenza e cooperino per il ritorno della concordia nella tribolata terra irachena”.



La tragedia è avvenuta su un ponte sul fiume Tigri, nei pressi del terzo santuario più importante per gli sciiti dell’Iraq, dove si trova il mausoleo dell’Imam Musa al-Kadhim, del quale il 31 agosto si celebrava la ricorrenza della morte.

Improvvisamente tre colpi di mortaio scoppiati su alcune case situate nei pressi del mausoleo dell’Imam Musa al-Kadhim hanno ucciso sette persone ferendone altre 40. Le autorità attibuiscono l’attentato al gruppo di Al Quaeda per la Guerra Santa in Iraq.

Successivamente, il diffondersi della falsa notizia della presenza sul ponte di attentatori suicidi ha provocato il panico fra la folla che partecipava alla cerimonia religiosa. Nella fuga collettiva molte persone, fra cui molti bambini, sono rimaste schiacciate, mentre altre sono precipitate nelle acque sottostanti.

In seguito a questa tragedia, il Primo Ministro iracheno, Ibrahim Jaafari, ha proclamato tre giorni di lutto nazionale.

Le ultime cifre diffuse dalla Vice Segretaria del Ministero dell’Interno fissavano a 965 il numero dei morti e a 815 quello dei feriti, sebbene molti di questi versino in condizioni gravissime.

L’Arcivescovo Fernando Filoni, in alcune dichiarazioni riportate dall’agenzia missionaria “AsiaNews”, ha manifestato la solidarietà cattolica ed ha assicurato “la preghiera della nostra comunità” per le “famiglie delle vittime” e per “tutti coloro che soffrono” a causa della più grande tragedia della storia recente del Paese.

“E’ un peccato che una manifestazione di espressione religiosa pubblica sia divenuta un dramma per tutti perché questo doveva essere uno dei primi atti con cui gli sciiti potevano esprimere la libertà religiosa dopo gli anni in cui erano stati conculcati nell’espressione della loro religiosità”, ha poi aggiunto

“Non si può pensare che ciò che fino a ieri era oggetto di contesa possa divenire oggi strumento di pacifica convivenza. Problemi e contraddizioni erano presenti e verranno portati avanti”, ha affermato monsignor Filoni.

Forse la soluzione dipenderà dalla “comprensione che la gente avrà di questo documento – ha concluso, alludendo alla bozza della Costituzione irachena –. Solo oggi [mercoledì] i giornali hanno iniziato a pubblicare la bozza e nella gente si deve ancora formare una opinione piena che poi potrà divenire, in sede referendaria, un consenso”.
03/09/2005 01:13
 
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???
Udienze anticipate?

Questo il comunicato ANSA per l'udienza di mercoledì scorso.....mi chiedo: varrà lo stesso orario anche per mercoledì venturo?


Si terrà in piazza San Pietro e non in aula Paolo Vi l'udienza di mercoledì prossimo di Benedetto XVI. A confermarlo è stato il vicedirettore della sala stampa vaticana, padre Ciro Benedettini, specificando che lo spostamento avviene per l'eccessivo numero di pellegrini e turisti che desiderano partecipare alla consueta udienza del mercoledì. Padre Benedettini ha inoltre dichiarato che la catechesi di Benedetto XVI inizierà alle 10 e non alle 10.30, come avviene abitualmente, per evitare le ore di maggior caldo.
03/09/2005 03:16
 
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Viaggio apostolico
E' ufficiale!!!!

PAPA/ A GIUGNO 2006 VIAGGIO IN POLONIA
Conferma arriva dalla Conferenza episcopale polacca

Benedetto XVI visiterà la Polonia nel giugno prossimo. L'annuncio è stato dato al termine della riunione dei vescovi polacchi riuniti a Czestochowa e a cui ha preso parte anche don Stanislao Dziwisz, appena insediato nella sede arcivescovile di Cracovia. "La conferenza episcopale polacca è lieta di annunciare la visita apostolica di Papa Benedetto XVI in Polonia nel 2006", si legge nel comunicato della conferenza. Durante l'incontro, il vescovo Kazimierz Nycz, ha inoltre precisato che la visita si terrà nel giugno.


04/09/2005 12:39
 
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Angelus 4 Settembre 2005
Cari fratelli e sorelle!

L’Anno dell’Eucaristia si avvia ormai verso la sua fase conclusiva. Si chiuderà, nel prossimo mese di ottobre, con la celebrazione dell’Assemblea Ordinaria del Sinodo dei Vescovi in Vaticano, che avrà come tema: "L’Eucaristia: fonte e culmine della vita e della missione della Chiesa". Quest’Anno speciale dedicato al Mistero eucaristico è stato voluto dall’amato Papa Giovanni Paolo II per ridestare nel popolo cristiano la fede, lo stupore e l’amore verso questo grande Sacramento che costituisce il vero tesoro della Chiesa. Con quanta devozione egli celebrava la Santa Messa, centro di ogni sua giornata! E quanto tempo trascorreva in adorante, silenziosa preghiera davanti al Tabernacolo! Negli ultimi mesi la malattia lo ha assimilato sempre più a Cristo sofferente. Colpisce il pensiero che, nell’ora della morte, egli si sia trovato ad unire l'offerta della propria vita a quella di Cristo nella Messa che veniva celebrata accanto al suo letto. La sua esistenza terrena si è chiusa nell’Ottava di Pasqua, proprio nel cuore di quest’Anno eucaristico, nel quale si è compiuto il passaggio dal suo grande pontificato al mio. Con gioia pertanto, fin dall’inizio di questo servizio che il Signore mi ha chiesto, riaffermo la centralità del Sacramento della presenza reale di Cristo nella vita della Chiesa e in quella di ogni cristiano.



In vista dell’Assemblea sinodale di ottobre, i Vescovi che ne saranno membri, stanno esaminando lo "Strumento di lavoro" appositamente approntato. Chiedo però che l’intera Comunità ecclesiale si senta coinvolta in questa fase di preparazione immediata e vi partecipi con la preghiera e la riflessione, valorizzando ogni occasione, evento e incontro. Anche nella recente Giornata Mondiale della Gioventù moltissimi sono stati i riferimenti al mistero dell’Eucaristia. Ripenso, ad esempio, alla suggestiva Veglia di sabato sera, 20 agosto, a Marienfeld, che ha avuto il suo momento culminante nell’adorazione eucaristica: una scelta coraggiosa, che ha fatto convergere gli sguardi e i cuori dei giovani su Gesù presente nel Santissimo Sacramento. Ricordo inoltre che, durante quelle memorabili giornate, in alcune chiese di Colonia, di Bonn e di Düsseldorf si è tenuta l'adorazione continua, giorno e notte, con la partecipazione di molti giovani, che hanno potuto così scoprire insieme la bellezza della preghiera contemplativa!

Confido che, grazie all’impegno di Pastori e fedeli, in ogni comunità sia sempre più assidua e fervida la partecipazione all’Eucaristia. Vorrei quest’oggi, in particolare, esortare a santificare con gioia il "giorno del Signore", la Domenica, giorno sacro per i cristiani. Mi piace, in questo contesto, ricordare la figura di san Gregorio Magno, di cui abbiamo celebrato ieri la memoria liturgica. Quel grande Papa diede un contributo di portata storica alla promozione della liturgia nei suoi vari aspetti e, in particolare, alla conveniente celebrazione dell'Eucaristia. La sua intercessione, insieme con quella di Maria Santissima, ci aiuti a vivere in pienezza ogni domenica la gioia della Pasqua e dell’incontro con il Signore risorto.

[01058-01.01] [Testo originale: Italiano]


DOPO L’ANGELUS

In questi giorni siamo tutti addolorati per il disastro provocato da un uragano negli Stati Uniti d’America, specialmente a New Orleans. Desidero assicurare la mia preghiera per i defunti ed i loro familiari, per i feriti e i senzatetto, per gli ammalati, i bambini, gli anziani; benedico quanti sono impegnati nella difficile opera di soccorso e di ricostruzione. Al Presidente del Pontificio Consiglio Cor Unum, l’Arcivescovo Paul Josef Cordes, ho dato incarico di recare alle popolazioni colpite la testimonianza della mia solidarietà.

Il mio pensiero va anche agli iracheni che mercoledì scorso hanno visto perire, vittime di un inarrestabile movimento di panico, centinaia di loro concittadini – per lo più anziani, donne e bambini – riuniti a Baghdad per una commemorazione religiosa. Voglia l’Onnipotente toccare i cuori di tutti, perché finalmente si instauri in quel tribolato Paese un clima di riconciliazione e di reciproca fiducia.



I greet all the English-speaking pilgrims at today’s Angelus. In a special way our hearts turn to all those suffering the devastating consequences of Hurricane Katrina in the United States. As the extent of this tragedy unfolds I ask you to join me in praying for the victims, their loved ones and all those affected. May the grieving families experience the consolation of God’s presence and rescue workers be assured of our deep concern and support.



Je suis heureux de saluer les pèlerins de langue française présents aujourd’hui, et en particulier les représentants de la commune de Châteauneuf-du-Pape ainsi que ceux de la commune de Castel Gandolfo qui fêtent cette année leurs dix ans de jumelage. À cette occasion, je soulignerais volontiers l’importance de ces liens d’échanges, de connaissance et d’enrichissement mutuels, tissés au fil des années entre tant de communes à travers l’Europe et le monde et qui contribuent à la rencontre entre les hommes. Que le Seigneur vous donne à tous d’être des artisans de fraternité, de réconciliation et de paix !



Ein herzliches „Grüß Gott" sage ich den Pilgern deutscher Sprache. Christus ist mitten unter uns, wenn wir uns in seinem Namen versammeln. Wir dürfen darauf vertrauen, daß der Herr unser gemeinsames Gebet hört. Geht mit Ihm euren Weg! Gottes Geist geleite euch!



Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española llegados a Castelgandolfo para la oración mariana del Ángelus, así como a los que se unen a ella a través de la radio y la televisión. Tened siempre presente que la plenitud de la ley es el amor. ¡Feliz domingo!



Pozdrawiam Polaków obecnych tutaj i tych, którzy jednocza sie z nami przez radio i telewizje. Szczególne pozdrowienie kieruje do dzieci i mlodziezy, rozpoczynajacych nowy rok szkolny. Niech Pan Bóg wam blogoslawi w zdobywaniu wiedzy i madrosci. Niech bedzie pochwalony Jezus Chrystus!

[Saluto i polacchi qui presenti e coloro che si uniscono a noi tramite la radio e la televisione. In modo particolare rivolgo il mio saluto ai bambini e ai giovani che iniziano un nuovo anno scolastico. Dio vi benedica nel vostro acquisire scienza e saggezza. Sia lodato Gesù Cristo!]

Sono lieto di accogliere i partecipanti al corso di formazione permanente per missionari promosso dall’Universi tà Pontificia Salesiana, come pure i giovani del Movimento dei Focolari. Saluto i pellegrini italiani, in particolare i fedeli di Marostica, Brugherio, Motta Baluffi, Andria, San Marco Argentano, Vicoboneghisio e Sotto il Monte, Ciserano e Azzano Decimo. Saluto anche gli "Amici di Sant’Antonio di Padova", da Dueville, e i ragazzi "Amici dei Missionari", da Lumezzane.

Auguro a tutti una buona domenica.

05/09/2005 13:54
 
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MESSAGGIO DEL SANTO PADRE AL IX SIMPOSIO INTERCRISTIANO


Con una concelebrazione eucaristica da parte dei partecipanti cattolici, nella cripta di Santa Maria degli Angeli ad Assisi, si è aperto ieri, Domenica 4 settembre, il Simposio Intercristiano organizzato dall'istituto di Spiritualità della Pontificia Università Antonianum ed il Dipartimento di Teologia dell'Università Aristotile di Tessalonica. Erano presenti i partecipanti ortodossi al Simposio.
L'iniziativa dei simposi è stata avviata nel 1992; essi si tengono ad anni alterni in Grecia e in Italia. Il tema che sarà studiato quest'anno, «L'Eucaristia nella tradizione orientale e occidentale con particolare riferimento al dialogo ecumenico», sarà introdotto dall'Arcivescovo cattolico di Corfù, S.E. Mons. Giovanni Spiteris, ed illustrato da sei studiosi ortodossi ed altrettanti cattolici. Da parte del Pontificio Consiglio per la Promozione dell'Unità dei Cristiani prende parte al Simposio Mons. Eleuterio F. Fortino, SottoSegretario del Dicastero.
Nella sessione di apertura è stato letto il Messaggio inviato dal Santo Padre Benedetto XVI, che pubblichiamo di seguito:


MESSAGGIO DEL SANTO PADRE

Al venerato Fratello
Walter Cardinale Kasper
Presidente del Pontificio Consiglio
per la Promozione dell’Unità dei Cristiani

Ho appreso con gioia che ad Assisi, oasi e richiamo di pace, si tiene il IX Simposio promosso dall’Istituto Francescano di Spiritualità della Pontificia Università Antonianum e dalla Facoltà Teologica dell’Università Aristotile di Tessalonica, città alla cui prima comunità cristiana San Paolo ha inviato due lettere.

Tale iniziativa costituisce una felice occasione per uno scambio fraterno, nel quale fare oggetto di riflessione e di approfondimento temi importanti del patrimonio di fede comune, analizzando le implicazioni che esso comporta nella vita cristiana. La ricerca della piena unità visibile tra tutti i discepoli di Cristo viene avvertita come particolarmente urgente nel nostro tempo e si sente per questo il bisogno di una più profonda spiritualità e di un accresciuto amore reciproco.

Il tema che quest’anno viene affrontato, "L’Eucaristia nella tradizione orientale e occidentale con speciale riferimento al dialogo ecumenico", è molto significativo per la vita dei cristiani e per la ricomposizione della comunione piena fra tutti i discepoli di Cristo. Il Concilio Vaticano II ha opportunamente ricordato "con quanto amore i cristiani orientali compiono le sacre azioni liturgiche, soprattutto la celebrazione eucaristica, fonte della vita della Chiesa e pegno della gloria futura" (UR 15), ed ha ricordato che, in forza della successione apostolica, del sacerdozio e dell’Eucaristia essi "restano ancora uniti con noi da strettissimi vincoli" (Ibid.).

Il dialogo e il confronto nella verità e nella carità, che sarà sviluppato durante il Simposio, farà certamente emergere la fede comune insieme a quegli aspetti teologici e liturgici peculiari dell’Oriente e dell’Occidente che sono complementari e dinamici per l’edificazione del Popolo di Dio e che costituiscono una ricchezza per la Chiesa. L’assenza della piena comunione non permette purtroppo la concelebrazione che, per gli uni e per gli altri, è il segno di quella piena unità alla quale tutti siamo chiamati. Sarà in ogni caso un appello ad intensificare la preghiera, lo studio e il dialogo al fine di risolvere le divergenze che tutt’ora permangono.

Realizzare la piena comunione dei cristiani deve essere un obiettivo per tutti coloro che professano la fede nella Chiesa una, santa, cattolica ed apostolica, "sia i fedeli che i pastori e ognuno secondo le proprie capacità, tanto nella vita quotidiana quanto negli studi teologici e storici" (UR 5). Il Simposio, che si pone sulla scia di analoghe e fruttuose iniziative ecumeniche, pone in luce l’impegno, la ricerca e lo studio comuni tesi a chiarire differenze e a superare incomprensioni. In questa linea, gli Istituti di insegnamento teologico possono svolgere un ruolo fondamentale per la formazione delle nuove generazioni e per offrire una rinnovata testimonianza cristiana nel mondo di oggi.

Nell’invocare sui partecipanti la benedizione del Signore, affinché il Simposio sia fecondo di apporti dottrinali, culturali e spirituali, a tutti invio con le parole dell’Apostolo il mio augurio cordiale: "La grazia di Nostro Signore Gesù Cristo sia con voi" (1 Tess 5, 28).

Da Castel Gandolfo, 1° settembre 2005

05/09/2005 19:25
 
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Re Juan Carlos dal Papa
Il re Juan Carlos invita Benedetto XVI a visitare la Spagna

Nel luglio 2006 in occasione dell’Incontro Mondiale delle Famiglie

Don Juan Carlos I, re di Spagna, ha invitato Benedetto XVI a visitare il suo Paese questo lunedì durante la prima udienza che il Santo Padre ha concesso a lui e a sua moglie, la regina Sofia.

L’incontro, di carattere privato e sul quale la Santa Sede non ha fornito ulteriori informazioni, ha avuto luogo nella residenza pontifica di Castel Gandolfo, dove il Vescovo di Roma rimarrà fino al termine dell’estate.

“Ho invitato il Papa a venire in Spagna in occasione dell’Incontro Mondiale delle Famiglie a Valencia”, ha rivelato don Juan Carlos ai giornalisti riuniti nella piccola località a circa 30 chilometri da Roma.

In base a quanto ha affermato alla fine di maggio l’Arcivescovo di Valencia, monsignor Agustín García-Gasco, l’Incontro dovrebbe svolgersi dal 4 al 9 luglio 2006 in quell’Arcidiocesi. Era stato convocato da Giovanni Paolo II e confermato dal nuovo Papa in una lettera indirizzata al Cardinale Alfonso López Trujillo, Presidente del Pontificio Consiglio per la Famiglia, datata 17 maggio 2005.

I sovrani hanno trasmesso a Benedetto XVI l’invito a visitare la Spagna esteso dal Presidente del Governo, José Luis Rodríguez Zapatero.

I reali spagnoli si sono trattenuti 32 minuti nel palazzo apostolico di Castel Gandolfo e sono stati ricevuti dal Papa nella sala della Biblioteca. E’ stata la prima udienza che Benedetto XVI ha concesso ad una famiglia reale. I sovrani spagnoli avevano già salutato rapidamente il nuovo Papa in occasione dell’inizio del suo pontificato, il 24 aprile.

Don Juan Carlos ha affermato che “è un onore aver visto” il Santo Padre, perché “è molto simpatico, molto aperto e molto vivace”.

La regina Sofia, che era vestita di bianco, privilegio delle regine di Spagna, ha riconosciuto che “è più riservato” rispetto a Giovanni Paolo II, “ma ha senso dell’umorismo”.

Durante la conversazione, quasi interamente in italiano – il re è nato a Roma, durante l’esilio –, il Pontefice ha ricordato il suo primo viaggio internazionale a Colonia, dal 18 al 21 agosto, in occasione della Giornata Mondiale della Gioventù. La regina ha rivolto al Papa alcune parole in tedesco e Benedetto XVI ha contraccambiato pronunciando qualche parola in castigliano.
Secondo il re, il Papa ha affermato che “gli Spagnoli si vedevano subito”. Tra i temi affrontati, anche quello della famiglia reale.

Il dono dei monarchi spagnoli al Papa è stato un codice del beato di San Millán de la Cogolla, un facsimile dell’originale del X secolo scritto in mozarabico e romanico. Il Papa ha contraccambiato offrendo loro un rosario ed una medaglia della Sede Vacante.

Il viaggio dei reali in Italia ha avuto come unico obiettivo la visita al Santo Padre. Nelle prossime settimane Benedetto XVI riceverà altri membri di famiglie regnanti e Capi di Stato in occasione della prima udienza di pontificato. Il re di Giordania, Abdallah II, dovrebbe far visita al Papa la prossima settimana.

07/09/2005 02:08
 
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Telegramma di cordoglio
Benedetto XVI ha inviato un messaggio per manifestare il proprio dolore per l’incidente avvenuto questo lunedì in Austria, su una funivia nella Valle di Ötztal, circondata dalle Alpi tirolesi, che ha causato la morte di nove persone, fra le quali sei ragazzi, oltre al ferimento di altre sette, quattro delle quali molto gravi.



In un telegramma inviato al Vescovo di Innsbruck, monsignor Manfred Scheuer, a nome del Papa, il Cardinale Angelo Sodano, Segretario di Stato, ha manifestato “l’intima partecipazione” del Papa alla sofferenza dei familiari delle vittime, in speciale a quelle dei ragazzi rimasti uccisi.

“Dio, nostro Signore, doni loro la forza di attingere fiducia e speranza dallo sguardo rivolto al Cristo risorto”, ha affermato il Pontefice, nel rivolgere delle preghiere alle persone scomparse e per il pronto ristabilimento dei feriti, prima di impartire la sua Benedizione Apostolica.

La tragedia è avvenuta quando un elicottero che trasportava un bidone di cemento di 750 chili ha perso il proprio carico che è andato a schiantarsi sui cavi della funivia.

Il grosso bidone ha quindi provocato lo sganciamento di una cabina con cinque persone a bordo – tre adulti, morti sul colpo, e due ragazzi feriti gravemente – ed un contraccolpo sulla cabina più in alto che ha ondeggiato spaventosamente proiettando nel vuoto sei ragazzi di età tra 11 e 13 anni, tutti morti.

I sei ragazzi appartenevano ad un gruppo di sciatori provenienti dalla regione della Foresta Nera, nel sud-est della Germania, mentre gli adulti appartenevano ad un club di sci di Monaco.

Le autorità austriache hanno dato il via alle indagini per appurare le cause di questo incidente, il più grave registrato in Austria fino ad ora su una funivia
07/09/2005 11:53
 
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Udienza 7 Settembre
CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

1. Già in precedenza ci siamo soffermati sul grandioso affresco del Cristo, Signore dell’universo e della storia, che domina l’inno posto all’inizio della Lettera di san Paolo ai Colossesi. Questo cantico, infatti, scandisce tutte le quattro settimane in cui si articola la Liturgia dei Vespri.

Il cuore dell’inno è costituito dai versetti 15-20, dove entra in scena in modo diretto e solenne Cristo, definito «immagine» del «Dio invisibile» (v. 15). Il termine greco eikon, «icona», è caro all’Apostolo: nelle sue Lettere lo usa nove volte applicandolo sia a Cristo, icona perfetta di Dio (cfr 2Cor 4,4), sia all’uomo, immagine e gloria di Dio (cfr 1Cor 11,7). Questi, tuttavia, col peccato «ha cambiato la gloria dell’incorruttibile Dio con l’immagine e la figura dell’uomo corruttibile» (Rm 1,23), scegliendo di adorare gli idoli e divenendo simile ad essi.

Dobbiamo, perciò, continuamente modellare la nostra immagine su quella del Figlio di Dio (cfr 2Cor 3,18), poiché siamo stati «liberati dal potere delle tenebre», «trasferiti nel regno del suo Figlio diletto» (Col 1,13).

2. Cristo è, poi, proclamato «primogenito (generato prima) di ogni creatura» (v. 15). Cristo precede tutta la creazione (cfr v. 17), essendo generato fin dall’eternità: per questo «tutte le cose sono state create per mezzo di lui e in vista di lui» (v. 16). Anche nell’antica tradizione ebraica si affermava che «tutto il mondo è stato creato in vista del Messia» (Sanhedrin 98b).

Per l’Apostolo, Cristo è sia il principio di coesione («tutte le cose in lui sussistono»), sia il mediatore («per mezzo di lui»), sia la destinazione finale verso cui converge tutto il creato. Egli è «il primogenito tra molti fratelli» (Rm 8,29), ossia è il Figlio per eccellenza nella grande famiglia dei figli di Dio, nella quale ci inserisce il Battesimo.

3. A questo punto lo sguardo passa dal mondo della creazione a quello della storia: Cristo è «il capo del corpo, cioè della Chiesa» (Col 1,18) e lo è già attraverso la sua Incarnazione. Egli, infatti, è entrato nella comunità umana, per reggerla e comporla in un «corpo», cioè in una unità armoniosa e feconda. La consistenza e la crescita dell’umanità hanno in Cristo la radice, il perno vitale, «il principio».

Appunto con questo primato Cristo può diventare il principio della risurrezione di tutti, il «primogenito tra i morti», perché «tutti riceveranno la vita in Cristo… Prima Cristo, che è la primizia; poi, alla sua venuta, quelli che sono di Cristo» (1Cor 15,22-23).

4. L’inno si avvia alla conclusione celebrando la «pienezza», in greco pleroma, che Cristo ha in sé come dono d’amore del Padre. È la pienezza della divinità che si irradia sia nell’universo sia nell’umanità, divenendo sorgente di pace, di unità, di armonia perfetta (Col 1,19-20).

Questa «riconciliazione» e «rappacificazione» è operata attraverso «il sangue della croce», da cui siamo giustificati e santificati. Versando il suo sangue e donando se stesso, Cristo ha effuso la pace che, nel linguaggio biblico è sintesi dei beni messianici e pienezza salvifica estesa a tutta la realtà creata.

L’inno finisce, perciò, con un orizzonte luminoso di riconciliazione, unità, armonia e pace, sul quale si erge solenne la figura del suo artefice, Cristo, «Figlio diletto» del Padre.

5. Su questa densa pericope hanno riflettuto gli scrittori dell’antica tradizione cristiana. San Cirillo di Gerusalemme, in un suo dialogo, cita il cantico della Lettera ai Colossesi per rispondere a un anonimo interlocutore che gli aveva domandato: «Diciamo dunque che il Verbo generato da Dio Padre ha sofferto per noi nella sua carne?». La risposta, sulla scia del cantico, è affermativa. Infatti, afferma Cirillo, «l’immagine del Dio invisibile, il primogenito di ogni creatura, visibile e invisibile, per il quale e nel quale tutto esiste, è stato dato - dice Paolo - per capo alla Chiesa: egli è inoltre il primo nato fra i morti», cioè il primo nella serie dei morti che risorgono. Egli, continua Cirillo, «ha fatto proprio tutto ciò che è della carne dell’uomo e "ha subito la croce, disprezzandone l’ignominia" (Eb 12,2). Noi diciamo che non un semplice uomo, colmo di onori, non so come, per la sua congiunzione a lui è stato sacrificato per noi, ma è lo stesso Signore della gloria colui che è stato crocifisso» (Perché Cristo è uno: Collana di Testi Patristici, XXXVII, Roma 1983, p. 101).

Davanti a questo Signore della gloria, segno dell’amore supremo del Padre, anche noi eleviamo il nostro canto di lode e ci prostriamo adorando e ringraziando.



? Sintesi della catechesi in lingua francese

Chers Frères et Sœurs,

Le Cantique de la Lettre aux Colossiens nous présente le Christ «image du Dieu invisible», «premier-né de toutes créatures», engendré de toute éternité, comme le principe de cohésion, le médiateur et celui vers qui converge toute la création. Il est le «premier-né d’une multitude de frères», le Fils par excellence dans la grande famille des enfants de Dieu, où le Baptême nous fait accéder.

Le Christ est entré dans l’humanité pour la gouverner, l’organiser en un «corps», en une unité harmonieuse et féconde. La consistance et la croissance de l’humanité ont en Lui leur racine, leur axe vital, leur «principe». En conclusion, l’hymne célèbre la ‘plénitude’ du Christ, comme le don d’amour du Père; et il s’achève sur un horizon lumineux de réconciliation, d’unité, d’harmonie et de paix, sur lequel se lève, solennelle, la figure de celui qui en est l’auteur, le Christ, Fils «bien-aimé» du Père.

J’accueille avec plaisir les pèlerins francophones. Je salue particulièrement les membres du Groupe de spiritualité des Assemblées parlementaires de France. Puisse votre foi inspirer vos engagements au service du bien commun et vous inciter à promouvoir les valeurs évangéliques dans la société! Je salue aussi les séminaristes du diocèse de Pontoise, accompagnés de leur Évêque Mgr Jean-Yves Riocreux. A tous, je souhaite de grandir dans l’amour du Seigneur.


? Sintesi della catechesi in lingua inglese

Dear Brothers and Sisters,

Today’s Catechesis focuses on the Canticle found in the first chapter of Saint Paul’s Letter to the Colossians. There Christ is presented as the "icon", the "image of the invisible God, the first born of all creation". He is the one upon whom we all must model our own lives. Saint Paul also speaks of the Lord Jesus as the one who is "before all things", the one through whom and for whom "all things were created", and the one in whom "all things hold together". Thus Christ is our principle of cohesion, our Mediator and all creation’s final destination. In the great family of God’s children, Christ is the Son par excellence.

The Canticle also reminds us that by means of his Incarnation, Christ is the head of the body, the Church. He is "the beginning, the first born from the dead", and in him the "fulness of God was pleased to dwell". That "fulness" of divinity shines in all creation and in all humanity, and consequently is the font of all peace, unity and perfect harmony.

We meditate today with joyful hope on this beautiful text of Saint Paul, which is for us an opportunity to thank the Lord Jesus for freeing us from the darkness of sin. Let it also be for us an encouragement to to strive to become true disciples of Christ, "the first born of all creation."

Dear Brothers and Sisters,

I offer a warm welcome to all the English-speaking visitors and pilgrims present at today’s audience including the group of priests from Scotland, the Capuchin Friars from Indonesia and the Lutheran pilgrims from Sweden. I also greet with affection the groups from England, Denmark, Malta, New Zealand and the United States of America. I wish you all a pleasant stay in Rome!

[01067-02.01] [Original text: English]

? Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Liebe Brüder und Schwestern!

Wie ein großes Panorama entfaltet der Hymnus aus dem Kolosserbrief das Bild Christi, unseres Herrn und Erlösers. Von Ewigkeit her ist Christus das „Ebenbild des unsichtbaren Gottes" (V. 15), die „Ikone" des Vaters. Er ist der „Erstgeborene der ganzen Schöpfung" (ebd.), ihr Ursprung und Ziel. An Ihm sollen wir unser Dasein ausrichten, da wir berufen sind, „Abbild und Abglanz Gottes" zu sein.

Durch seine Menschwerdung tritt der Sohn Gottes in die Gemeinschaft der Menschen ein, um sie zu leiten und in eine harmonische und fruchtbare Einheit zusammenzuführen: Er ist das „Haupt des Leibes, der Leib aber ist die Kirche" (V. 18). So haben Bestand und inneres Wachstum der Menschheit in Christus ihre Wurzeln. Als „Erstgeborener der Toten" (ebd.) ist er zudem der Urgrund der Auferstehung aller. Denn durch sein Blut und seine Hingabe am Kreuz bringt Jesus Christus den Menschen die Erlösung; er ist der Urheber der Versöhnung und der Mittler des Heils. Der geliebte Sohn Gottes des Vaters führt die Schöpfung zur Vollendung.

Herzlich heiße ich die Pilger und Besucher aus den Ländern deutscher Sprache willkommen. Jesus Christus zeigt uns den Vater; er zeigt uns auch das Bild des wahren Menschen. Ihm wollen

wir unsere Anliegen und Sorgen, unser ganzes Leben anvertrauen. Der Herr begleite euch mit seiner Liebe und seinem Segen!

[

? Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

El apóstol Pablo, en el himno que hemos escuchado, tomado de su Carta a los Colosenses, define a Cristo como la "imagen de Dios invisible", como el "primogénito de toda criatura" que, engendrado desde la eternidad, precede toda la creación visible e invisible, siendo para ella principio de cohesión, mediación y destino. ¡Por Él, para Él y en Él, todo ha sido creado!

El Verbo de Dios se ha hecho hombre para regenerar a la comunidad humana y hacer de ella una unidad armoniosa y fecunda, introduciendo nuevamente la historia en el original designio salvífico del Padre. La Iglesia, cuerpo de Cristo, es el signo visible de esa admirable reconciliación y pacificación, obrada a través de "la sangre de la cruz", que en el Bautismo nos introduce personalmente en el misterio del Señor muerto y resucitado.

Saludo ahora a los peregrinos de lengua española, en particular a las Comunidades religiosas y a los grupos parroquiales de España, así como a los fieles de Hermosillo, acompañados de su Arzobispo, y a demás peregrinos de México, de Chile y del Perú. Como San Pablo, elevemos también nosotros un canto de alabanza y adoremos al Padre por el don inestimable de su Hijo, imagen perfecta de su amor.


Saluto in lingua italiana

Rivolgo ora il mio saluto ai pellegrini di lingua italiana. Con affetto saluto i rappresentanti dell’Ordine cistercense, riuniti in Capitolo generale. Carissimi, possa questo evento di grazia aiutarvi a vivere sempre più fedelmente il vostro carisma, per continuare a camminare con rinnovato fervore e zelo sulla via maestra, collaudata da secoli di fecondità spirituale. Non lasciate mai che le difficoltà affievoliscano l'entusiasmo della vostra adesione al Vangelo!
Saluto poi le Suore dei Poveri, anch’esse riunite in Capitolo, le Figlie della Chiesa e la Comunità del Seminario di Andria. Saluto inoltre i dirigenti e i dipendenti delle aziende Grunenthal e Formenti, convenuti così numerosi, e i rappresentanti della Guardia di Finanza di Catanzaro. A tutti auguro di lasciarsi sempre illuminare da Cristo, per rendere testimonianza della sua presenza salvifica in ogni ambiente.

Saluto infine voi, giovani, ammalati e sposi novelli. Domani celebreremo la festa della Natività della Vergine. La celeste Madre di Dio vi guidi e vi sostenga sul cammino d’una sempre più perfetta adesione a Cristo e al suo Vangelo.

Concludiamo questo nostro incontro con il canto del Pater Noster.




09/09/2005 01:16
 
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UDIENZA PRIVATA


Mercoledì il Papa si è incontrato con il presidente dell'Irlanda Mary McAleese; tema dell'incontro, l'invito di Benedetto XVI a proseguire sulla strada già intrapresa del riconoscimento delle radici cristiane d'Europa, terreno che sta molto a cuore al Papa e rappresenta uno dei suoi obiettivi principali.
09/09/2005 21:45
 
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CHE VERGOGNA QUESTE DICHIARAZIONI!
Integralisti cristiani, evangelici, musulmani, perfino la New Age
interpretano la catastrofe come manifestazione della giustizia divina
"Hanno colpito New Orleans
la città del peccato"

di DARIO OLIVERO


Michael Marcavage
ROMA - Mentre la maggior parte dei credenti di fronte al disastro dell'uragano Katrina lo prega per trovare consolazione o lo ringrazia per essere stato riasparmiato, l'America fondamentalista - di ogni fondamentalismo - lo tira in ballo interprentandone disegni e fini. Che a parlare siano integralisti cristiani, musulmani, ebrei, evangelici, seguaci New Age, il messaggio è sempre la stesso: "Dio ci ha punito".

Una punizione declinata in base all'esigenza del predicatore di turno: per i peccati secolari di New Orleans, per la politica pro-Sharon di Bush, per aver offeso la Madre Terra con una politica ambientale disastrosa, per fermare un Gay Pride che doveva avere luogo questo fine settimana. Un panegirico che va avanti da giorni e rimbalza su network nazionali ma soprattutto su Internet nella fittissima rete di siti, blog e gruppi di discussione religiosi.

Sodoma e Gomorra
Uno dei motivi più evidenti per punire New Orleans è che la città è notoriamente peccaminosa almeno dai tempi di Storyville, il quartiere dove alcol, prostitute e gioco d'azzardo si mescolavano al ritmo delle note di King Oliver e del jazz che stava nascendo. I primi a far notare che Dio finalmente si era stufato (in effetti si era già stufato una volta quando nel 1917 il quartiere fu sgombrato e chiuso con la forza) sono quelli di Repent America, sede a Philadelphia, che si definiscono cristiani che agiscono per salvare coloro che non conoscono la verità e che bruceranno per l'eternità in un vero e reale inferno di fuoco.

Dio avrebbe fermato con un uragano che ha causato migliaia di morti la programmata festa Southern Decadence, una piccola Gay Pride prevista a New Orleans. E così avrebbe fermato anche il Martedì grasso, festa pagana in cui uomini e donne ubriache si lasciano andare a sesso ed eccessi. Senza contare che, come scrive sul suo sito il direttore Michael Marvage, in Lousiana ci sono dieci cliniche abortiste, cinque solo a N. O. e questo rende la città "la capitale mondiale dell'omicidio".

Stato e religione
Ma per altri il problema non è solo lo stile di vita di "Big Easy". Franklin Graham, presidente dell'associazione evangelica Samaritan's Purse, vede in Katrina precise istruzioni divine. E le detta alla Fox: "Queste cose accadono quando si lascia Dio fuori dalle nostre scuole, dalla nostra società. Non abbiamo un codice morale". Messaggio che certi leader politici già hanno recepito. "Dio è responsabile di tutto questo e a suo tempo ci rivelerà il perché", dice il democratico dell'Illinois Jesse Jackson Jr.

La Terra promessa.
Il Jerusalem Newswire, sito Internet che chiede un giorno sì e uno no al presidente Bush di cambiare la politica estera mediorientale troppo sbilanciata a sfavore dei coloni israeliani, fa dire a Bridget Magee, abitante di Slidell, Louisiana, proprio sul lago Pontchartrain, che Dio, dopo la legge dell'occhio per occhio, ha stabilito quella della "casa per casa". L'America ha aiutato Sharon a privare i coloni israeliani delle loro case di Gaza e Dio ora le ha tolte a migliaia di americani. Una punizione che coincide con la linea editoriale del sito. L'America ha conosciuto l'esperienza di perdere la protezione di Dio, scrive uno degli editorialisti, per essere la nazione più responsabile di aver offeso la terra e il popolo di Israele.

Allah è grande
Come già avvenuto per lo tsunami del 26 dicembre scorso, anche molti integralisti islamici sono impegnati a rivendicare il ruolo di Dio. Allora lo scontro sulla paternità del disastro nel sudest asiatico fu con gli induisti, ora il colpo subito dal nemico americano non lascia dubbi: è merito di Allah. Il "terrorista Katrina è uno dei soldati di Dio, ma non appartiene ad al Qaeda", scrive sul quotidiano del Kuwait Al Siyassa il direttore del centro di ricerche del ministero per gli Affari religiosi Mohammed Youssef al Malaifi. "Katrina è stato inviato da Dio per combattere al nostro fianco".

La Madre Terra Offesa
Ma non sono solo i seguaci delle religioni rivelate a parlare per conto di Dio. Nella galassia New Age per esempio si sono distinti alcuni gruppi che si rifanno all'idea dell'Earth Change. Esiste un tempo, dicono sui siti che si richiamano a questo mix tra preoccupazioni ambientali e timori messianici, in cui la deprevazione umana raggiungerà il suo punto più basso e il clima della terra reagirà severamente. Quando il tempo verrà, gli Stati Uniti che ovviamente guidano il degrado, saranno sommersi dalle acque. E il tempo, è vicino.

Uno su due
Anche se le congregazioni evangeliche sono negli Stati Uniti una minoranza (10 milioni di persone secondo alcune stime) e i seguaci New Age sono forse diffusi ma meno organizzati e incisivi, quello che un cittadino americano su due pensa è che con l'uragano Katrina Dio in qualche modo c'entri. Secondo un recente sondaggio commissionato dalla Cnn, più di un americano su due vede un nesso scientifico tra aumento del riscaldamento globale e aumento della violenza degli uragani. Ma poco meno di un americano adulto su due ritiene che dietro alle leggi fisiche e naturali ci sia un intervento sovrannaturale e questi stessi ritengono che l'intervento vada verso un'unica direzione, lo scontro finale, l'Armageddon, il Giorno del giudizio. E che questa resa dei conti riusciranno a vederla nel corso della loro vita. Intanto non si fa fatica a trovare i suoi profeti.

(3 settembre 2005)

www.repubblica.it/2005/i/sezioni/esteri/urakatri1/religione/religi...

[Modificato da (Upuaut) 09/09/2005 21.45]

09/09/2005 23:41
 
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Re: CHE VERGOGNA QUESTE DICHIARAZIONI!
Un vero credente, di qualsiasi fede, prova ribrezzo per simili dichiarazioni provenienti da integralisti ottusi e, nel peggiore dei casi, vere e proprie "sette" (new age ecc...).
Per favore non facciamo confusione tra Fede vera e volgare superstizione o bigottismo, tra "americanate" da quattro soldi e discorsi seri.
09/09/2005 23:45
 
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QUOTO
Sono d'accordissimo con Sonia:non facciamo di tutta l'erba un fascio,per favore.
RATZI FOREVER

Suor RATZGIRL
Ordine Benedettino delle Suore delle Sante Coccole al Romano Pontefice
10/09/2005 14:57
 
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Ringraziamenti particolari
Benedetto XVI ha voluto dire personalmente il suo "grazie" ai piloti del 31esimo Stormo dell'Aeronautica Militare Italiana, che lo accompagnano nei suoi spostamenti in Italia.

Cari componenti del 31° Stormo dell’Aeronautica Militare Italiana!

Quella odierna è per me la prima occasione di incontrare il vostro gruppo al completo. Ne sono davvero lieto e vi ringrazio per questa vostra visita e per il servizio che svolgete. Saluto di cuore anche i vostri familiari che vi accompagnano. Sono grato al Comandante uscente, il Colonnello Giuseppe Coco, per le cortesi parole che mi ha rivolto, e desidero esprimergli viva riconoscenza per l’apprezzato lavoro da lui compiuto. Saluto il Colonnello Giuseppe Gimondo, che si appresta a subentrare alla guida dello Stormo, e gli porgo i migliori auguri per questo nuovo incarico. Sono poi grato per il cortese omaggio di un interessante quadro.

Da quando il Signore mi ha chiamato a svolgere il ministero di Vescovo di Roma, ho già avuto modo di profittare non poco dei vostri servizi, rendendomi conto della professionalità con cui operate e, al tempo stesso, dello spirito cristiano che vi anima. Come credenti, vi è offerta la possibilità di partecipare agli stessi ideali evangelici che sono alla base della missione del Papa. Nell’adempimento del vostro lavoro, voi potete mettere a disposizione della Chiesa le vostre capacità e il bagaglio di competenze e di esperienze che avete acquisito, cooperando così, nella maniera a voi propria, con il ministero del Successore di Pietro. La gratitudine mia e dei miei collaboratori vuole esprimersi anche mediante alcuni segni di distinzione, che in questa occasione ho la gioia di consegnare.

Soprattutto, però, mi preme assicurarvi che vi sono vicino con la preghiera, affidando a Dio ogni vostra intenzione e progetto. Incontrarvi quest’oggi insieme con i vostri cari è per me uno stimolo a ricordare al Signore la famiglia di ciascuno di voi, perché Egli illumini con la sua grazia i momenti favorevoli e quelli difficili, arricchendo gli uni e gli altri di valore soprannaturale. Affido fin d’ora questa intenzione, e quelle particolari che portate nell’animo, all’intercessione della Vergine Maria. Vi auguro un sereno lavoro, e di cuore imparto la mia benedizione a voi qui presenti, estendendola volentieri a quanti vi stanno a cuore e non hanno potuto essere con voi in questa circostanza.
11/09/2005 02:12
 
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COMUNICATO DEL PONTIFICIO CONSIGLIO "COR UNUM"

IL PRESIDENTE DEL PONTIFICIO CONSIGLIO "COR UNUM" INVIATO DEL PAPA A NEW ORLEANS



Come annunciato all’Angelus di domenica 4 settembre, il Santo Padre Benedetto XVI ha dato incarico al Presidente del Pontificio Consiglio COR UNUM, l’Arcivescovo Paul Josef Cordes, di recare la testimonianza della Sua solidarietà insieme con l’aiuto concreto alle popolazioni colpite dall’uragano Katrina, che si è recentemente abbattuto nel Sud degli Stati Uniti d’America, in particolare nella zona di New Orleans.

Mons. Cordes sarà sabato 10 a Baton Rouge, dove incontrerà il Vescovo della Diocesi, S.E. Roberth Muench, e il Presidente di Catholic Charities USA, Rev. Larry Snyder.

Nella Cattedrale di Baton Rouge, durante la Celebrazione Eucaristica di domenica 11, saranno ricordate le vittime della catastrofe naturale, assieme a tutte le vittime della violenza nel 4° anniversario dell’11 settembre 2001: la comunità in preghiera si farà carico dell’umana sofferenza nella luce della Pasqua e della Risurrezione di Cristo. Nel pomeriggio la Delegazione - di cui fa parte il CardinaleTheodore Edgar McCarrick, Arcivescovo di Washington - incontrerà S.E. Alfred Hughes e S.E. Thomas Rodi, Vescovi della regione, e il Governatore della Louisiana. Poi visiterà gli sfollati del delta del Mississippi rifugiati a Baton Rouge e parlerà anche con le numerose persone impegnate nell’opera di soccorso.

Lunedì 12, dopo l’incontro con altre autorità locali, è prevista una conferenza stampa; nel pomeriggio si compirà una visita a Biloxi nel Mississippi.

Martedì 13 il Presidente di COR UNUM si recherà a Washington DC per incontrare le Autorità Federali. Il rientro in Vaticano è fissato per il 14 settembre.

Questa missione dell’Inviato del Papa, oltre a portare un segno della vicinanza sia spirituale che materiale di Benedetto XVI, intende anche incoraggiare le istituzioni cattoliche che si stanno adoperando nella fase di emergenza, per contribuire a preparare e ad avvicinare il momento della ricostruzione.

11/09/2005 20:32
 
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Angelus 11 settembre
Cari fratelli e sorelle!



Mercoledì prossimo, 14 settembre, celebreremo la festa liturgica dell’Esaltazione della santa Croce. Nell’Anno dedicato all’Eucaristia, questa ricorrenza acquista un significato particolare: ci invita a meditare sul profondo e indissolubile legame che unisce la celebrazione eucaristica e il mistero della Croce. Ogni santa Messa, infatti, rende attuale il sacrificio redentore di Cristo. Al Golgota e all’"ora" della morte in croce - scrive l’amato Giovanni Paolo II nell’Enciclica Ecclesia de Eucharistia - "si riporta spiritualmente ogni presbitero che celebra la santa Messa, insieme con la comunità cristiana che vi partecipa" (n. 4). L’Eucaristia è dunque il memoriale dell’intero mistero pasquale: passione, morte, discesa agli inferi, risurrezione e ascensione al cielo, e la Croce è la manifestazione toccante dell’atto d’amore infinito con il quale il Figlio di Dio ha salvato l’uomo e il mondo dal peccato e dalla morte. Per questo il segno della Croce è il gesto fondamentale della preghiera del cristiano. Segnare se stessi con il segno della Croce è pronunciare un sì visibile e pubblico a Colui che è morto per noi e che è risorto, al Dio che nell’umiltà e debolezza del suo amore è l’Onnipotente, più forte di tutta la potenza e l’intelligenza del mondo.

Dopo la consacrazione, l’assemblea dei fedeli, consapevole di essere alla reale presenza di Cristo crocifisso e risorto, così acclama: "Annunciamo la tua morte, Signore, proclamiamo la tua risurrezione, nell’attesa della tua venuta". Con gli occhi della fede la Comunità riconosce Gesù vivo con i segni della sua passione e, insieme a Tommaso, piena di stupore, può ripetere: "Mio Signore e mio Dio!" (Gv 20,28). L’Eucaristia è mistero di morte e di gloria come la Croce, che non è un incidente di percorso, ma il passaggio attraverso cui Cristo è entrato nella sua gloria (cfr Lc 24,26) e ha riconciliato l’umanità intera, sconfiggendo ogni inimicizia. Per questo la liturgia ci invita a pregare con fiduciosa speranza: Mane nobiscum Domine! Resta con noi, Signore, che con la tua santa Croce hai redento il mondo!

Maria, presente sul Calvario presso la Croce, è ugualmente presente, con la Chiesa e come Madre della Chiesa, in ciascuna delle nostre Celebrazioni eucaristiche (cfr Enc. Ecclesia de Eucharistia, 57). Per questo, nessuno meglio di lei può insegnarci a comprendere e vivere con fede e amore la santa Messa, unendoci al sacrificio redentore di Cristo. Quando riceviamo la santa Comunione anche noi, come Maria e a lei uniti, ci stringiamo al legno, che Gesù col suo amore ha trasformato in strumento di salvezza, e pronunciamo il nostro "Amen", il nostro "sì" all’Amore crocifisso e risorto.

[01092-01.01] [Testo originale: Italiano]


DOPO L’ANGELUS

Mercoledì prossimo inizierà a New York, presso le Nazioni Unite, un Vertice di Capi di Stato e di Governo che tratterà importanti temi concernenti la pace mondiale, il rispetto dei diritti umani, la promozione dello sviluppo e il rafforzamento dell'Organizzazione delle Nazioni Unite. Anche la Santa Sede vi è stata invitata come di consueto e il Cardinale Angelo Sodano, Segretario di Stato, mi rappresenterà. Faccio fervidi voti perché i governanti ivi riuniti trovino soluzioni idonee per raggiungere i grandi scopi prefissi, in spirito di concordia e generosa solidarietà. Auspico in particolare successo nel mettere in opera efficaci misure concrete per rispondere ai più urgenti problemi posti dall'estrema povertà, dalle malattie e dalla fame, che affliggono tanti popoli.

Je salue cordialement les pèlerins francophones et je les invite à pratiquer le pardon des offenses, comme la Parole de Dieu nous y appelle en ce dimanche. Nos frères ont besoin de réconciliation et de paix. Soyez dans ce monde les témoins de la miséricorde de Dieu !


I extend a warm welcome to all the English-speaking visitors present at this Angelus prayer. Today, 11 September, we remember the victims of terrorist violence throughout the world. May God inspire men and women of goodwill everywhere to renounce hatred and to build a world of justice, solidarity and peace.



Mit Freude grüße ich die deutschsprachigen Pilger und Besucher hier in Castel Gandolfo. Der Sonntag gibt uns eine besondere Gelegenheit, in Ruhe und innerer Sammlung Gott, unserem Schöpfer, zu begegnen. So setzen wir uns mit offenem Herzen der Macht seiner Liebe und seines Erbarmens aus. Nutzen wir das Geschenk dieses Tages, um den Glanz des Lobpreises des Herrn in die neue Woche zu tragen. Christi Gegenwart geleite euch auf allen Wegen!


Saludo con afecto a los peregrinos de lengua española. La Virgen María, que junto a la Cruz se unió intimamente al sacrificio redentor del Hijo de Dios, os ayude a participar en la celebración eucarística con fe plena y amor ferviente. Buen domingo a todos.

Saúdo a todos os peregrinos de língua portuguesa, em particular ao grupo de Mondim de Basto, Ribeira de Pena e Sabrosa, em Portugal, desejando que esta romagem fortaleça a vossa adesão a Cristo nas decisões – grandes e pequenas – da vida, sobre a qual estendo a minha Bênção Apostólica.

Witam obecnych tu Polaków. Pozdrawiam takze tych, którzy lacza sie z nami przez radio i telewizje. Wszystkim dziekuje za modlitwy w moich intencjach. Niech wam Bóg blogoslawi!

[Do il benvenuto ai polacchi qui presenti. Saluto anche coloro che si uniscono con noi attraverso la radio e la televisione. Ringrazio tutti per le preghiere secondo le mie intenzioni. Dio vi benedica!]

Sono lieto di accogliere i giovani postulanti dell’Ordine dei Frati Minori, che domani partiranno per Gerusalemme, per proseguirvi la formazione. Carissimi, assicuro un particolare ricordo nella preghiera per voi e per tutti i Frati della Delegazione di Terra Santa. Saluto cordialmente i pellegrini di lingua italiana, in particolare i partecipanti al convegno del movimento "Incontro Matrimoniale" e il gruppo parrocchiale di Zanè. Saluto inoltre i pellegrini motociclisti provenienti dalla Romagna. A tutti auguro una buona domenica.


14/09/2005 16:06
 
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L’UDIENZA GENERALE , 14.09.2005
L’UDIENZA GENERALE


L’Udienza Generale di questa mattina si svolge alle ore 10.00 in Piazza San Pietro dove il Santo Padre - proveniente in elicottero dalla residenza estiva di Castel Gandolfo - incontra gruppi di pellegrini e fedeli giunti dall’Italia e da ogni parte del mondo.
Nel discorso in lingua italiana, continuando il ciclo di catechesi sui Salmi e i Cantici, il Papa commenta il Salmo 131, 1-10: Le promesse divine fatte a Davide - Vespri del Giovedì della 3a settimana (Lettura: Sal 131,1-3.5.8-9).
Dopo aver riassunto la Sua catechesi in diverse lingue, Benedetto XVI rivolge particolari espressioni di saluto ai gruppi di fedeli presenti.
L’Udienza Generale si conclude con il canto del Pater Noster e la Benedizione Apostolica impartita insieme ai Vescovi presenti.
Al termine dell’Udienza Generale, il Papa raggiunge il Piazzale Santa Marta per Benedire la Statua di San Josemaría Escrivá de Balaguer, quindi rientra in elicottero al Palazzo Apostolico di Castel Gandolfo.

CATECHESI DEL SANTO PADRE IN LINGUA ITALIANA

1. Abbiamo ascoltato la prima parte del Salmo 131, un inno che la Liturgia dei Vespri ci offre in due momenti distinti. Non pochi studiosi pensano che questo canto sia risuonato nella celebrazione solenne del trasporto dell’arca del Signore, segno della presenza divina in mezzo al popolo di Israele, a Gerusalemme, la nuova capitale scelta da Davide.

Nel racconto di questo evento, così come ci è riferito dalla Bibbia, si legge che il re Davide «danzava con tutte le forze davanti al Signore. Davide era cinto di un efod di lino. Così Davide e tutta la casa di Israele trasportarono l’arca del Signore con tripudi e a suon di tromba» (2Sam 6,14-15).

Altri studiosi, invece, riportano il Salmo 131 a una celebrazione commemorativa di quell’evento antico, dopo l’istituzione del culto nel santuario di Sion ad opera appunto di Davide.

2. Il nostro inno sembra supporre una dimensione liturgica: probabilmente veniva utilizzato durante lo svolgersi di una processione, con la presenza di sacerdoti e fedeli e il coinvolgimento di un coro.

Seguendo la Liturgia dei Vespri, ci fermeremo sui primi dieci versetti del Salmo, quelli ora proclamati. Nel cuore di questa sezione è collocato il giuramento solenne pronunziato da Davide. Si dice, infatti, che egli - lasciato alle spalle l’aspro contrasto col predecessore, il re Saul, - «giurò al Signore, al Potente di Giacobbe fece voto» (Sal 131,2). Il contenuto di questo impegno solenne, espresso nei vv. 3-5, è chiaro: il sovrano non metterà piede nel palazzo reale di Gerusalemme, non andrà tranquillo a riposare, se prima non avrà trovato una dimora per l’arca del Signore.

Nel centro stesso della vita sociale ci deve essere, dunque, una presenza che evoca il mistero di Dio trascendente. Dio e uomo camminano insieme nella storia, e il tempio ha il compito di segnalare in modo visibile questa comunione.

3. A questo punto, dopo le parole di Davide, si fa strada, forse attraverso le parole di un coro liturgico, la memoria del passato. Si rievoca, infatti, il ritrovamento dell’arca nelle campagne di Iaar, nella regione di Efrata (cfr v. 6): là era rimasta a lungo, dopo essere stata restituita dai Filistei a Israele, che l’aveva perduta durante una battaglia (cfr 1Sam 7,1; 2Sam 6,2.11). Dalla provincia viene, perciò, condotta nella futura città santa e il nostro brano finisce con una celebrazione festosa che vede, da un lato, il popolo adorante (cfr Sal 131,7.9), ossia l’assemblea liturgica e, dall’altro lato, il Signore che torna a rendersi presente e operante nel segno dell’arca collocata in Sion (cfr v. 8).

L’anima della liturgia è in questo incrocio tra sacerdoti e fedeli, da una parte, e il Signore con la sua potenza, dall’altra.

4. A suggello della prima parte del Salmo 131 risuona un’acclamazione orante a favore dei re successori di Davide: «Per amore di Davide tuo servo non respingere il volto del tuo consacrato» (v. 10).

È facile intuire una dimensione messianica in questa supplica, inizialmente destinata a impetrare sostegno per il sovrano ebraico nelle prove della vita. Il termine «consacrato» traduce infatti il termine ebraico «Messia»: lo sguardo dell’orante corre così oltre le vicende del regno di Giuda e si proietta verso la grande attesa del «Consacrato» perfetto, il Messia che sarà sempre gradito a Dio, da lui amato e benedetto.

5. Questa interpretazione messianica dominerà nella rilettura cristiana e si estenderà a tutto il Salmo.

Significativa, ad esempio, è l’applicazione che Esichio di Gerusalemme, un presbitero della prima metà del quinto secolo, farà del v. 8 all’incarnazione di Cristo. Nella sua Seconda Omelia sulla Madre di Dio così egli si rivolge alla Vergine: «Su te e su Colui che da te è nato, Davide non cessa di cantar sulla cetra: "Sorgi, o Signore, e vieni al tuo riposo, tu e l’arca della tua santificazione" (Sal 131,8)». Chi è "l’arca della tua santificazione"? Esichio risponde: «Evidentemente la Vergine, la Madre di Dio. Poiché, se tu sei la perla, ella a buon diritto è l’arca; se tu sei il sole, necessariamente sarà denominata cielo la Vergine; e se tu sei il Fiore incontaminato, la Vergine allora sarà pianta di incorruzione, paradiso di immortalità» (Testi mariani del primo millennio, I, Roma 1988, pp. 532-533).

[01100-01.01] [Testo originale: Italiano]

? Sintesi della catechesi in lingua francese

Chers Frères et Sœurs,

Nous venons d’écouter la première partie du Psaume 131. Beaucoup d’exégètes pensent que ce chant fut utilisé à Jérusalem, la nouvelle capitale choisie par David, au cours de la célébration solennelle du transport de l’arche du Seigneur, signe de la présence divine au milieu du peuple d’Israël. D’autres évoquent une célébration liturgique qui commémorait cet événement ancien. La première section du Psaume met en valeur le serment solennel prononcé par le roi: David jure de ne pas habiter son palais et de ne prendre aucun repos avant d’avoir trouvé une demeure pour l’arche du Seigneur. Au centre de la vie sociale, il doit y avoir une présence qui évoque le mystère de Dieu transcendant. Dieu et l’homme cheminent ensemble dans l’histoire; le temple a pour fonction de manifester cette communion de manière visible. Le dernier verset de cette section donne à tout le Psaume une dimension messianique, qui dominera la relecture chrétienne, orientant le regard du croyant vers la réalisation, par l’Incarnation du Christ, de la grande attente du Messie.

Je salue cordialement les pèlerins francophones présents ce matin. Puisse la Croix du Christ, signe de l’amour du Seigneur victorieux du mal et de la mort, vous appeler à devenir toujours plus des serviteurs de l’Évangile et de généreux artisans de paix et de fraternité !

[01101-03.01] [Texte original: Français]

? Sintesi della catechesi in lingua inglese

Dear Brothers and Sisters,

In this week’s catechesis, we consider the first part of Psalm One Hundred and Thirty-one. This Psalm celebrates King David’s solemn transfer of the ark of the covenant, the sign of God’s presence among his People, to its resting-place in Jerusalem. David’s promise to build a temple for the ark reminds us that the mystery of God is meant to have a central place in the life of every society. The ark and the temple are visible signs of God’s presence at every stage of our earthly pilgrimage, while every liturgical assembly celebrates the joyful encounter between God and humanity. The Psalm goes on to pray for David’s anointed successors, which the Christian tradition has understood as a prophetic reference to Jesus Christ, the promised Messiah and King, the Incarnate Son of God, born of the Virgin Mary in the fullness of time for our salvation.

I am pleased to greet the English-speaking visitors present at today’s Audience, including the many pilgrims from England, Ireland, Scotland, India, Indonesia, Japan, Puerto Rico and the United States. Upon you and your families I cordially invoke the Lord’s blessings of joy and peace.

[01102-02.01] [Original text: English]

? Sintesi della catechesi in lingua tedesca

Liebe Brüder und Schwestern!

Das alttestamentliche Volk Israel hegt eine starke Sehnsucht nach Gottes Nähe. Psalm 132, der uns soeben zu Gehör gebracht wurde, steht im Kontext der liturgischen Erinnerung Israels an den feierlichen Einzug der Bundeslade, die das Zeichen der göttlichen Gegenwart in Jerusalem ist. Die Beter machen sich den Schwur des Königs zu eigen: „Nicht will ich mein Zelt betreten ..., bis ich eine Stätte finde für den Herrn" (V. 5). Im Herzen der Gemeinschaft muß es einen Ort geben, an dem die Menschen dem transzendenten Gott begegnen können.

Mit der Berufung auf die Erwählung König Davids verbindet sich die innige Bitte an Jahwe, immer bei seinem Volk zu bleiben. Die „machtvolle Lade" ist ein Unterpfand für Gerechtigkeit und Frieden in einer Gemeinschaft, die in Gott ihren Ursprung und ihr Ziel hat. Die christliche Gebetstradition nimmt diese Anrufung auf. Sie erblickt in der Bundeslade die jungfräuliche Gottesmutter Maria, in der das Göttliche Wort Fleisch geworden, ist um unter uns zu wohnen.

Von Herzen grüße ich die Pilger und Besucher deutscher Sprache. Besonders heiße ich heute Diakone aus dem Erzbistum Hamburg und aus der Diözese Limburg willkommen, sowie besonders auch die jungen Gäste der Päpstlichen Schweizergarde. Nehmt euch Christus zum Vorbild in allen Entscheidungen eures Lebens! Sein Geist mache euch bereit, stets das Gute zu vollbringen.

[01103-05.01] [Originalsprache: Deutsch]

? Sintesi della catechesi in lingua spagnola

Queridos hermanos y hermanas:

El Salmo proclamado hoy hace referencia al traslado del Arca de la Alianza, el signo más claro para Israel de su elección divina. David promete encontrarle un lugar digno en medio de la Ciudad Santa, que evoque la presencia del Dios trascendente en medio de su pueblo. Por eso el templo quiere manifestar visiblemente la comunión existente entre Dios y el hombre, su caminar juntos en la historia.

En el Salmo resuena también una súplica en favor de los sucesores de David, que se proyecta hacia la gran espera del Mesías, el amado y bendecido por Dios. Así lo entendió desde sus orígenes la tradición cristiana. María puede ser considerada como el Arca de la definitiva Alianza, porque llevó en su seno al Redentor del genero humano.

Saludo cordialmente a los peregrinos de lengua española, en particular a las Canonesas de la Cruz, a los llegados de distintas diócesis de España, así como a los de Argentina, Chile, Panamá y México. Pidamos a Santa María que, así como llevó al Hijo de Dios en sus entrañas, nos lleve también a nosotros en su corazón para alcanzar la santidad y la vida eterna.

[01104-04.01] [Texto original: Español]

# SALUTI PARTICOLARI NELLE DIVERSE LINGUE

? Saluto in lingua polacca

? Saluto in lingua ceca

? Saluto in lingua slovacca

? Saluto in lingua slovena

? Saluto in lingua croata

? Saluto in lingua italiana

? Saluto in lingua polacca

Witam wszystkich Polaków. Dzis, w swieto podwyzszenia Krzyza Swietego, wspominamy zbawcza ofiare Chrystusa, która przez wieki uobecnia sie w Eucharystii. Niech przezywanie tych tajemnic umacnia nas w wierze, nadziei i milosci. Z serca wam blogoslawie. Niech bedzie pochwalony Jezus Chrystus!

[Saluto tutti i polacchi. Oggi, nella festa di Esaltazione della Santa Croce ricordiamo la redentrice offerta di Cristo, che lungo i secoli si rende presente nell’Eucaristia. Il vivere di questi misteri ci consolidi nella fede, nella speranza e nell’amore. Vi benedico di cuore. Sia lodato Gesù Cristo!]

[01106-09.01] [Testo originale: Polacco]

? Saluto in lingua ceca

Srdecne zdravím a vítám skupinu farníku ze Štítné-Popova, a poutníky z Ceské dominikánské provincie.
Všechny sveruji do ochrany Panny Marie. Rád vám žehnám! Chvála Kristu!

[Do un cordiale benvenuto e un saluto al gruppo dalla Parrocchia di Štítná-Popov e ai pellegrini della Provincia Domenicana Boema.
Tutti vi affido alla protezione della Vergine Maria. Volentieri vi benedico. Sia lodato Gesù Cristo!]

[01108-AA.01] [Testo originale: Ceco]

? Saluto in lingua slovacca

Zo srdca vítam slovenských pútnikov z Nitry, Bratislavy a seminaristov zo Spiša, vedených biskupom Seckom. Drahí bratia a sestry, prajem vám požehnaný pobyt v Ríme a rád žehnám vás i vašich drahých vo vlasti. Pochválený bud Ježiš Kristus!

[Do un cordiale benvenuto ai pellegrini slovacchi provenienti da Nitra, Bratislava e ai seminaristi di Spiš, sotto la guida del Vescovo S.E. Mons. Secka. Cari fratelli e sorelle, vi auguro un soggiorno benedetto a Roma e volentieri benedico voi e vostri cari in Patria. Sia lodato Gesù Cristo!]

[01107-AA.01] [Testo originale: Slovacco]

? Saluto in lingua slovena

Pozdravljam drage romarje iz Slovenije! Nekateri ste se zbrali k znanstvenemu srecanju o doktorju Jakobu Ukmarju, gorecem tržaškem duhovniku in velikem duhovnem voditelju slovenske manjšine v težkih casih. Drugi ste prišli z Gimnazije „Anton Martin Slomšek" v Mariboru. Vaš obisk v Rimu naj vam vsem pomaga, da boste na novo odkrili pomen evangeljskega pricevanja za vas in za vaš narod. Naj vas spremlja moj posebni blagoslov!

[Saluto voi, cari pellegrini provenienti dalla Slovenia. Alcuni vi siete radunati al convegno scientifico sul Dott. Jakob Ukmar, sacerdote zelante di Trieste e grande guida spirituale della minoranza slovena nei tempi difficili. Altri siete venuti dal Ginnasio "Anton Martin Slomšek" da Maribor. A tutti auguro che la vostra visita a Roma vi possa aiutare a riscoprire l’importanza della testimonianza evangelica per voi e per il vostro Popolo. Vi accompagni la mia speciale Benedizione!]

[01105-AA.01] [Testo originale: Sloveno]

? Saluto in lingua croata

Predragi hrvatski hodocasnici, pozdravljam vas i blagoslivljam o blagdanu Uzvišenja Svetoga Križa! Ljubav se po žrtvi posvecuje. Stoga, prinesite svoj život Kralju ljubavi, kako bi ga svijet po vama mogao upoznati te i vas jednom uzvisio u nebeskoj slavi. Hvaljen Isus i Marija!

[Cari pellegrini croati, vi saluto e vi benedico nella festa dell’Esaltazione della Santa Croce. L’amore si santifica attraverso il sacrificio. Per questo, offrite le vostre vite al Re dell’Amore, affinché il mondo possa conoscerlo tramite voi, ed egli esalti anche voi un giorno nella gloria dei cieli. Siano lodati Gesù e Maria!]

[01109-AA.01] [Testo originale: Croato]

? Saluto in lingua italiana

Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua italiana. In particolare saluto i Missionari del Sacro Cuore, che stanno celebrando il Capitolo Generale, ed auguro loro di vivere ed annunciare sempre con gioia l’amore misericordioso di Dio verso ogni uomo.

Saluto poi i partecipanti al convegno nazionale degli Esorcisti italiani, e li incoraggio a proseguire nel loro importante ministero a servizio della Chiesa, sostenuti dalla vigile attenzione dei loro Vescovi e dalla incessante preghiera della Comunità cristiana

Saluto inoltre i soci della Federazione delle Associazioni Folkloristiche italiane, qui convenuti numerosi; come pure la Delegazione dei pizzaioli di Salerno e della Campania, che offrono un forno a legna mobile da destinare ad una mensa di solidarietà. Grazie per questo generoso gesto.

Il mio pensiero va infine ai giovani, ai malati e agli sposi novelli.
Oggi celebriamo la festa della Esaltazione della Santa Croce. Il mio augurio è che possiate sempre trovare in questo segno di salvezza conforto e sostegno, per superare ogni ostacolo nella quotidiana esistenza.

Concludiamo il nostro incontro con il canto del Pater noster.
16/09/2005 01:35
 
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Video incontro con l'ambasciatore svizzero
Un video che ripropone alcune udienze private che spesso i nostri tg non prendoo neppure in considerazione, e allora, ci pensa la tv svizzera!!!
(menomale che ci sono altre tv, oltre a quella italiana!![SM=g27826] )

[SM=g27822] [SM=g27822]
INCONTRO CON L'AMBASCIATORE SVIZZERO
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