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Scandalo pedofilo alla Casa Bianca

Ultimo Aggiornamento: 04/01/2007 10:50
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05/10/2006 22:46
 
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Un Reich pedofilo?


Il deputato repubblicano Mark Foley

Maurizio Blondet

STATI UNITI - Il partito repubblicano al potere sta cercando disperatamente - si spera invano - di distanziarsi
dalla vergogna di Mark Foley, un loro deputato della Florida, colto mentre inviava messaggini licenziosi, estremamente spinti, ad adolescenti «pages»: quei «paggi» o valletti, in genere studenti minorenni, che prestano servizio presso il Congresso gratuitamente, in una sorta di apparato d'onore.
Operazione difficile: ogni ora che passa porta alla scoperta che Filey non è una mela marcia isolata, ma parte di una rete di omosessuali pedofili vasta e potente nel partito, dedita ad atti sessuali, masturbazioni reciproche ed altre azioni del genere nei locali stesso del governo. (1)
E sono membri del partito-ipocrita, che ha condotto tutte le sue campagne in nome della moralità, della famiglia e della religione, dei «valori americani», e contro le unioni gay, allo scopo di raccogliere i voti dell'elettorato «cristiano» di destra.
Foley stesso, il molestatore, capeggiava un «caucus» per «la difesa dei bambini sfruttati e smarriti».
Il topo nel formaggio.
Secondo Wayne Madsen, lo scandalo - già denominato «Pagegate» - sta per coinvolgere un notevole numero di funzionari del partito repubblicano al Senato e alla Camera, le cui molestie ai giovani valletti vengono definite «più notevoli» di quelle di Foley.
Sarebbero parte della rete pedofila anche membri della direzione nazionale del partito, che ha sede nello House Office Building, a fianco della Casa Bianca.
Il peggio è la scoperta che l'apparato del partito era al corrente da sempre delle molestie di Foley, e le aveva coperte per ragioni d'immagine pubblica, continuando a promuovere la carriera di Foley.
Dennis Hastert, il capogruppo repubblicano alla Camera, è stato colto a mentire: ha detto di aver conosciuto il vizietto di Foley «solo di recente», ma è stato immediatamente smentito da due esponenti importanti del suo stesso partito.
Ora persino il Washington Times, di destra, chiede le dimissioni di Hastert.

John Shimkus, il repubblicano che capeggia il comitato che si occupa dei «paggi», aveva detto a Foley a quattr'occhi di contenersi nelle sue avances verso i ragazzi, ormai senza ritegno e troppo palesi; ma senza prendere né chiedere sanzioni disciplinari.
Peggio: si apprende che le prime notizie sulle attività pedofile di Foley sono state passate ai media (alla ABC News) da procuratori del Dipartimento della giustizia, sgomenti e irritati del fatto che i due ministri della giustizia repubblicani, prima John Ashcroft e ora Alberto Gonzales - il predicatore religioso ultramoralista, il super-duro anti-crimine e sostenitore della tortura legale - messi al corrente del fatto, non avevano fatto altro che coprire Foley.
Ora anche Jeb Bush, governatore della Florida (la sede elettorale di Foley) sta cercando di prendere le distanze.
Ma già si contano defezioni illustri dal partito, e parecchi donatori hanno smesso di prodigare i fondi elettorali.
Del resto, già in passato era stata messa a tacere una storia che riguardava direttamente la Casa Bianca: il caso del «giornalista Jeff Gannon», che dal 2003 al 2005 ha avuto accesso autorizzato alla residenza presidenziale ed ha partecipato alle conferenze-stampa di Bush, fino a quando si è scoperto che era il realtà certo James Dale Guckert, di mestiere fornitore di prostituti, homosexual escort service.
Il presunto giornalista, intimo del capo della propaganda Karl Rove, frequentava la Casa Bianca in ore notturne: non si è capito mai bene a «servire» chi, nello staff.
Ma forse, lo stesso presidente.
Un ricordo personale.
Parecchi anni fa, a Washington, parlai a lungo con un ex-agente della Cia divenuto - come nei gialli di serie B - detective privato.

Tutto il personaggio pareva da giallo di serie B: mi ricevette nella stanza di un motel da 45 dollari a notte, col grosso televisore a moneta, invaso dal frastuono della superstrada a fianco.
La Colt a canna corta sul dozzinale tavolino di plastica.
Dalla porta semiaperta della toilet, si vedeva la camicia di nylon non-stiro che lui stesso aveva lavato e messo ad asciugare, e che avrebbe indossato il giorno dopo.
La sola cosa incongrua allo scenario da film mi parve la sua barba che cominciava a brizzolare: da intellettuale, perchè certi agenti della Cia sono o si ritengono degli intellettuali, vengono spesso da buone università, aspirano a diventare «analisti» (anni dopo, ho rivisto la stessa barba sul viso di George Clooney, agente della CIA in «Syriana»).
Veniva dalla California.
Aveva preso alloggio in quel sordido motel per risparmiare, perchè, «per 90 dollari al giorno più le spese», stava facendo ricerche in un qualche archivio pubblico di Washington per conto di clienti che volevano incastrare Bush padre, allora vice-presidente.
La faccenda era quella, insabbiata, dell'Iran-Contra: a pagare il detective, avrei poi scoperto, era, attraverso un gruppo di gesuiti spretati (il Christic Institute), il miliardario Ross Perot.
Il lavoro, e ancora più il compito, lo entusiasmava.
Odiava il gruppo di potere su cui indagava.
Me ne parlò - testualmente - come di «an extreme right-wing homosexual, pedophile ring», che dominava il suo Paese.
Mi parve strano che una rete o anello «di estrema destra» potesse essere definito con aggettivi come «omosessuali pedofili»: nella mia ingenuità, associavo destra al fascismo, e fascismo a machismo.
Era un'altra destra, quella americana: destra di miliardi, di industrie d' armi e di petrolio, parassita del potere politico democratico.

Ora, lo scandalo Pagegate mi rende definitivamente chiare quelle parole.
L'ex agente della CIA con la camicia di nylon appesa me ne parlava con odio.
Da giovane marine, molto di destra, era stato avvicinato da gente che gli aveva chiesto: «Che cosa sei disposto a fare per la tua patria?».
Tutto, aveva risposto.
Gli lasciarono intendere che «la patria» poteva chiedergli cose illegali: ingenuo, accettò.
«Mi sono trovato a fare cose orribili», disse.
E tacque.
Imprecò ancora contro «il ring omosessuale pedofilo di estrema destra» che deteneva occultamente il potere in USA, aveva abusato del suo patriottismo, che l'aveva in qualche modo violentato da giovane.
Oggi, dopo anni ed anni, posso dire che lo scandalo Pagegate conferma ciò che mi raccontò la barba brizzolata, e che mi parve una trama da giallo «hard boiler» di serie B.
Oggi so che tutto, anche il mega-attentato alle Twin Towers, viene da quell'anello «di omosessuali di estrema destra» che ha oggi più potere che mai.
Anzi, mi sono convinto che l'omosessualità non è, per costoro, primariamente uno spontaneo piacere: è una «qualificazione» richiesta per poter accedere ai loro piani di potere.
Sono certo, senza averne prova, che i candidati a certe cariche istituzionali altissime, sovrannazionali o finanziarie, debbano superare la «prova iniziatica» di atti pedofili.
Tali atti vengono ripresi, e restano come documento di ricatto permanente: il candidato viene legato così ai segreti innominabili del «ring».
Ma c'è ovviamente di più: compiendo atti di stupro su bambini, il candidato si dimostra pronto a fare «qualsiasi cosa», a superare ogni limite, a tradire ogni innocenza, e persino se stesso.
Una vera adesione a «Satana e alle sue pompe».
Per questo, spero ma non credo che lo scandalo Pagegate porti alla rivelazione e alla vergogna di questo «anello».

Perché l'anello si estende dovunque, è trasversale, e il suo crollo comporterebbe il crollo del sistema
di potere occulto mondiale in quanto tale.
Jimmy Carter, a suo tempo, licenziò un migliaio di agenti della CIA che, sfuggiti ad ogni controllo in Vietnam, avevano fatto «cose orribili» (decine di migliaia di torturati, e migliaia di morti sotto tortura) per «patriottismo».
Per patriottismo si erano dati al commercio dell'oppio dei Meo, avevano fondato persino una banca in Australia per riciclare i proventi.
Il capo di quella rete era Ted Shackley, soprannonimato «l'angelo biondo».
Ma il loro referente politico, il capo della CIA di allora, si chiamava Geroge Bush, il padre; si dice che Bush si fosse gettato ai piedi di Carter, implorando di restare al suo posto.
Carter lo mandò via comunque.
Ma non rese noto lo scandalo, non era possibile: gli USA stessi sarebbero crollati.
Un'aggiunta apparentemente senza relazione.
A chi mi accusa di avercela troppo con la nota lobby, di esagerare, di essere «antisemita», dedico questa lettera di Tony Judt.
E' uno storico anglo-ebraico di fama mondiale, collaboratore fisso della New York Review of Book, e direttore dell'Eric Maria Remarque institute.
Ecco che cosa ha scritto al New York Sun del 4 ottobre (2): «Avrei dovuto parlare stasera a Manhattan, su invito di un gruppo chiamato 'Network 20/20' che comprende giovani imprenditori, ONG, docenti accademici, eccetera, americani e di diversi Paesi. Il tema: 'La lobby israeliana e la politica Estera USA'. Le conferenze si tengono, come sempre, presso il consolato polacco a Manhattan».
«Ma ho appena ricevuto una telefonata dal presidente di Network 20/20: l'incontro è stato cancellato perché il consolato di Polonia è stato minacciato dall'Anti-Defamation League. In una serie di telefonate Abe Foxman, il presidente della ADL, ha intimato loro di non ospitare nessuna riunione in cui c'entrasse Tony Judt. Se non rinunciavano, ha avvisato, egli avrebbe smascherato la collaborazione di polacchi con antisemiti anti-israeliani (ossia il sottoscritto) su tutte le prime pagine di tutti i quotidiani della città - cito in modo indiretto. Si sono piegati, e Network 20/20 è stato costretto a cancellare l'incontro».
«Comunque la pensiate sul Medio Oriente», conclude Tony Judt, «io spero che troviate la cosa grave e paurosa come la trovo io. Questi sono, o erano, gli Stati Uniti d'America».

Telefonate del genere arrivano ogni giorno, migliaia di volte, a tutti i politici, direttori di giornali, banchieri del mondo.
L'intimidazione e la minaccia è parte integrante del potere della lobby, è il suo modus operandi.
Minacciano di togliere i fondi pubblicitari ai giornali, campagne mediatiche che rovinano la reputazione, blocco di crediti.
Il professor Steven Jones, il fisico che ha ipotizzato che nelle Twin Towers fosse stata usata termite per fondere le colonne d'acciaio, è stato per questo sospeso dalla sua università, la Brigham Young dello Utah: donatori munifici avevano telefonato al rettore minacciando di cessare le donazioni.
Succede in America, ma anche in Italia, in Germania, in Francia: e sempre dietro le quinte.
La democrazia viene distorta, voci importanti vengono rese mute e informazioni ed idee sottratte al dibattito pubblico.
Senza difesa né consapevolezza del pubblico.
Invariabilmente, gli intimiditi e minacciati si piegano.
Siamo grati a Tony Judt perché, per una volta, la verità è emersa.
Stati Uniti d'America, oggi Quarto Reich.

Maurizio Blondet


Note

1) Patrick Martin, «The Foley affair: a snaposhot of the depraved state of american politics», World Socialist Website, 4 ottobre 2006.
2) Ira Stoll, «Poland abruptly cancels a speech by local critic of the jewish state», New York Sun, 4 ottobre 2006.


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è normale era un fondamentalista cattolico.
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ma non era il paese più civile e culturalmente avanzato del mondo?



con quella spilla punk sul giubbotto
che tu puoi portare solo se sei fico
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Re:

Scritto da: alekxandros 05/10/2006 22.46

Maurizio Blondet
[...]

www.effedieffe.com



sì certo,come no. credete a blondet, un idiota incredibile, cattolico reazionario, giornalista dell'avvenire, autore di un libro sugli skinheads in cui vengono esaltati i boneheads di azione skinheads, in cui i mods sono "studenti dei licei d'arte", idiota complottista e vi dicendo.
e la effedieffe è la casa editoriale dell'ex (o fose ancora in carica) deputato di AN fabio di fina (f.d.f facile no?)
ma controllare le fonti????o basta sparare merda sull'america e siamo tutti contenti?????



io sono vivo. voi siete morti.
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Re: Re:

Scritto da: TheYoungOnes 07/10/2006 2.52


sì certo,come no. credete a blondet, un idiota incredibile, cattolico reazionario, giornalista dell'avvenire, autore di un libro sugli skinheads in cui vengono esaltati i boneheads di azione skinheads, in cui i mods sono "studenti dei licei d'arte", idiota complottista e vi dicendo.
e la effedieffe è la casa editoriale dell'ex (o fose ancora in carica) deputato di AN fabio di fina (f.d.f facile no?)
ma controllare le fonti????o basta sparare merda sull'america e siamo tutti contenti?????




sei geniale.




avete tutti un'odiosa firma di merda.



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Bel cattolico
Tutto normale.....ki se lo sarebbe mai potuto aspettare da un illustre politico.....che cerca di proteggere i bambini sfruttati



_______PORODADO________
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