Impariamo a conoscere il Prof.

Il titolo del topic dice (quasi) tutto e non c’è bisogno di troppe spiegazioni.
I pochi che non hanno afferrato l’argomento di questa discussione troveranno la “spiegazione” nel primo topic (di quella che spero sia una lunga serie).
Attendo con l’ansia il contributo di tutti.

Tratto dall’introduzione de “Antologia di J.R.R. Tolkien”
“[…] la casa è intonacata di bianco e in parte nascosta da una siepe alta da cui sporgono degli alberi […] apro il cancelletto e mi avvio per il breve viale di accesso, fra cespugli di rose, e infine suono alla porta.
[…] mi sto già chiedendo se devo suonare una seconda volta o andarmene, quando il professor Tolkien apre la porta.
E’ un po’ più piccolo di quanto mi ero immaginato. La statura è una qualità che egli cita molto nei suoi libri, perciò mi sorprende un po’ vedere che è un poco al di sotto della statura media […]
Dietro di lui vedo il vestibolo, piccolo, ordinato, senza mobili ne arredi e questo è qualcosa che non ci si aspetta in casa di coniugi piuttosto anziani del ceto medio.
[…]
La signora Tolkien compare per un momento per salutarmi. E’ più piccola del marito, un’anziana signora moto curata, con una testa di capelli bianchi ben pettinati e sopracciglia scure.
[…] il professore mi conduce nel suo studio, sul fianco della casa.
Questo è stato in altri tempi un garage […] dall’inizio della seconda guerra mondiale non ha più avuto l’automobile […]
Gli scaffali sono colmi di vocabolari di opere etimologiche e filologiche, testi in molte lingue, soprattutto inglese antico e medioevale e nordico antico.; uno scaffale, però, è riservato a tutte le traduzioni del Signore degli Anelli, in polacco, olandese, danese, svedese e giapponese e la carta dell’inventato continente della Terra-di-mezzo è fissata con delle puntine nel vano della finestra. Sul pavimento una vecchia valigia pieghevole piena di lettere. Il locale odora di libri e di tabacco.
[…] il professore si scusa di ricevermi qui; ma nella sua stanza di lavoro, dove si ritira a scrivere, mi spiega, non c’è posto.
[…]
Scavalco una stufetta elettrica e mi siedo, su sua indicazione, su una poltrona a rotelle, mentre egli toglie la pipa dalla tasca della sua giacca di tweed […]
Dice di dover chiarire un’apparente contraddizione in un passaggio del Signore degli Anelli, che un lettore gli ha fatto notare […] e parla del suo libro come se non si trattasse di un’invenzione letteraria, ma piuttosto di una cronaca di accadimenti reali; sembra che non si consideri un autore al quale è sfuggito un piccolo errore che va rettificato, ma uno storico che deve far luce su un punto oscuro di un documento storico.
[…]
Ha una strana voce, che sembra venire da un’epoca lontana o da una cultura sconosciuta. Per lo più non parla in modo chiaro. Le parole gli escono dalla bocca in fiotti rapidi, violenti, tralasciando intere frasi o raccogliendole nella fretta dell’intonazione. Spesso solleva una mano e la tiene sulla bocca e ciò rende ancor più difficile comprenderlo. Si esprime con frasi complicate, senza un attimo di esitazione quasi – e poi viene una lunga pausa in cui pare che aspetti una mia risposta. Risposta a che cosa? Se mi aveva posto una domanda, non l’ho capita. Improvvisamente riprende a parlare (non aveva ancora terminato la frase) , e ora arriva a una vigorosa conclusione. Nel frattempo sposta continuamente la pipa fra i denti, parla quasi a bocca chiusa e, quando ha concluso, accende un fiammifero.
[…] ho l’impressione di poter aggiungere qualche parola e dico qualcosa che suona piuttosto intelligente, almeno lo spero. Mi ascolta con estremo interesse e mi risponde molto diffusamente, rivestendo la mia osservazione (in realtà assolutamente banale) di un significato assai più profondo e mi da la sensazione di aver detto qualcosa di addirittura straordinario.
[…]
Mentre parla è in continuo movimento; va su e giù nella stanzetta buia con un’energia che tradisce una certa inquietudine. Agita in aria la pipa, la batte in un posacenere per svuotarla, la riempie di nuovo, accende un fiammifero ma non fuma più di un paio di boccate. Ha mani piccole e delicate, piuttosto rugose, e porta sul medio della sinistra una liscia fede matrimoniale. Indossa un abito di buon taglio, anche se ora è un po’ spiegazzato e, sebbene abbia settantasette anni, c’è solo un accenno di pesantezza sotto i bottoni del suo gilet colorato… Non posso distogliere a lungo l’attenzione dai suoi occhi che girano continuamente per la stanza, si spostano verso la finestra, di tanto in tanto sfiorano anche me o si arrestano per un momento in uno sguardo fermo quando dice qualcosa di importante… Intorno agli occhi ha una fitta rete di rughe e ruchette che mutano a seconda dell’umore.
[…]
Ancora una volta ritorna a spiegarmi la sua mitologia, gli occhi fissi su un oggetto lontano, e sembra aver totalmente dimenticato la mia presenza, mentre stringe la pipa fra i denti e parala attraverso di essa. Mi viene in mente che in tutti gli aspetti esteriori il professore rappresenta veramente l’archetipo del Don di Oxford, in certi momenti persino la caricatura di un Don. Tuttavia non è esattamente così. E’ piuttosto come se uno spirito sconosciuto avesse preso i tratti e la figura di un vecchio professore. Il corpo può trovarsi a camminare su e giù in questa modesta stanza, lo spirito però è lontano e si aggira fra le montagne e le pianure della Terra-di-mezzo.
[…]



Ho preferito concludere così, anche se rimaneva ancora il pezzettino dei saluti in cui Tolkien spiega a Carpenter che è costretto a tener ben chiuse le porte del garage per evitare che i tifosi vi parcheggino le automobili in occasione delle partite; poi lo saluta, lo accompagna all’uscita e lo inviata a tornare.

Visto che nessuno vuol contribuire alla causa ...

Una sera all’osteria
Lettera a Christopher Tolkien
24 novembre 1944

“… e poi un grande avvenimento: una serata Inklings.
Sono arrivato alle otto al Mitre, dove sono stato raggiunto da C.W. e dall’ammiraglio rosso (Havard), deciso a fare un po’ di rifornimento prima di unirsi ai commensali già su di giri a Magdalen (C.S.L. e Owen Barfield).
C.S.L. era alticcio, ma anche noi eravamo in gran forma; mentre O.B. è l’unico che può contrastare C.S.L., costringendolo a fare precisazioni su tutto e interrompendo i suoi discorsi più dogmatici con dei sottili distinguo. Il risultato è stata una serata molto divertente e moto combattuta, di cui, se un estraneo avesse origliato, avrebbe pensato che si trattasse di una riunione di nemici giurati che si scagliavano insulti mortali prima di estrarre le pistole.
Warnie era in ottima forma. Ad un certo punto, dato che il pubblico si era recisamente rifiutato di ascoltare Jack che continuava a discutere per definire il caso, Jack ha detto: “molto bene, un’altra volta, ma se stanotte morirete, ve ne andrete sapendo molto meno del caso di quanto avreste potuto sapere”. Warnie: “Questo dimostra quello che ho sempre sostenuto: ogni nuvola è foderata d’argento”.
Ma ci sono state anche cose interessanti. Un breve lavoro su Giasone e Medea di Barfield, due eccellenti sonetti mandati a C.S.L. da un giovane poeta; e un’illuminante discussione sui fantasmi, e sulla particolare natura degli inni (C.S.L. è stato nel comitato che rivede quelli antichi e quelli moderni). Non me e sono andato che a mezzanotte e mezza e ho raggiunto il letto a l’una di questa mattina …”

Ve l'immaginate? Quanto saranno stati ubriachi?

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Il titolo del topic dice (quasi) tutto e non c’è bisogno di troppe spiegazioni.
I pochi che non hanno afferrato l’argomento di questa discussione troveranno la “spiegazione” nel primo topic (di quella che spero sia una lunga serie).
Attendo con l’ansia il contributo di tutti.

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Mica tanto ovvio pero'! Hmmmm..beh, anche se il 3d e' interessante, non ho kica capito come tutti dovremmo contribuire sai? Io leggo volentieri, ma non so cosa posso postare qui (a parte i commenti a quello che posterai tu).

O.

Rileggendo la scena, devo ammettere che provo un vago senso di invidia. Jack altri non sarebbe che Clive Staple Lewis (quello che scrisse le "favolette" di Narnia)

O.

Esistono molte biografie del nostro prof.
Ed esistono anche alcuni libri particolari che contengono alcuni “spaccati di vita” del suddetto Maestro: “La realtà in trasparenza” e “Antologia di J. R. R. Tolkien”, per esempio.
Ed è proprio utilizzando queste fonti che mi piacerebbe scovare e postare alcune info che riguardano la “persona” Tolkien e non “l’autore”.
Nel primo post abbiamo scoperto come era fatta una parte della sua abitazione, la sua statura (di poco più bassa della media), il suo modo di parlare, il suo modo di maneggiare la pipa, ecc…
Nel Secondo post abbiamo curiosato all’interno di una delle serate degli Inklings (per spiegare chi fossero è necessario un topic apposito), tra birra, cibo ed opere letterarie.
E’ questo lo scopo di questa discussione: imparare a conoscere un po’ meglio il nostro Prof. da un punto di vista che non sia quello “letterario”.
A presto.

P.S.
Per il Socio: credo l’autore di “Narnia”, nel testo, sia indicato come C.S.L.
Spulciando nella rete ho scoperto che tra i (numerosi) membri degli Inklings c’era anche un J.A.W. Bennett … dove “J” potrebbe stare per Jack.

[Modificato da Admin-Geko 13/12/2006 16.28]

Confermo, Jack era un soprannome usato per indicare C.S.Lewis
Non ricordo da dove spunti fuori, ma ne sono assolutamente certo.
E in questo passo, il prof si riferisce proprio a lui, al 100 %.

Ash

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Jack ha detto: “molto bene, un’altra volta, ma se stanotte morirete, ve ne andrete sapendo molto meno del caso di quanto avreste potuto sapere”.

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Ditemi se non vi sembrano le parole di Gandalf...

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Ma ci sono state anche cose interessanti. Un breve lavoro su Giasone e Medea di Barfield, due eccellenti sonetti mandati a C.S.L. da un giovane poeta; e un’illuminante discussione sui fantasmi, e sulla particolare natura degli inni (C.S.L. è stato nel comitato che rivede quelli antichi e quelli moderni). Non me e sono andato che a mezzanotte e mezza e ho raggiunto il letto a l’una di questa mattina …”

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Dove lo trovi un ambiente cosi' stimolante oggi? Loro facevano dal vivo, con birra e salsicce ma anche sonetti e poemi e teatro quello che a noi tocca fare sul forum, perche' non riusciamo a trovare quella stessa empatia e quella stessa affinita' elettiva vicino a noi, nonostante abitiamo in metropoli con milioni di abitanti. I nostri viaggi, i nostri impegni, le diecimila cose che facciamo, non ci permetterebbero mai di avere un Inklings...

Che invidia. Pensa te, "una discussione sulla natura dei fantasmi" mista a "riflessioni su Giasone e Medea", cosi', tra una barzelletta, una cazzata ed un cicchetto.
Per questo parlavo di invidia.

Comunque, questo thred mi piace motlo. Mi metto a cercare materiale...

Osso

Hai proprio ragione.

credo di avere da qualche parte a casa dei miei un bel libretto intitolato proprio "Inklings" (in cui mi mi sembra di ricordare compariva anche il passo citato)
magari appena ne ho l'occasione lo cerco e riporto qualcosa.
Ash

Gironzolavo nei vari topic e mi sono imbattuto in questo, orami impolverato e dimenticato.

Mi piacerebbe farlo tornare a nuova vita, poichè è bello imparare cose nuove su di una così grande persona. Vorrei saperne di più, molto di più, quindi se qualcuno di voi volesse riportare ancora qualcosa gli ne sarei assai grato.

Olaf

Ossian77, 12/12/2006 18.04:

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Il titolo del topic dice (quasi) tutto e non c’è bisogno di troppe spiegazioni.
I pochi che non hanno afferrato l’argomento di questa discussione troveranno la “spiegazione” nel primo topic (di quella che spero sia una lunga serie).
Attendo con l’ansia il contributo di tutti.

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Mica tanto ovvio pero'! Hmmmm..beh, anche se il 3d e' interessante, non ho kica capito come tutti dovremmo contribuire sai? Io leggo volentieri, ma non so cosa posso postare qui (a parte i commenti a quello che posterai tu).
O.

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Con l'apertura di questo topic, anni fa, intendevo postare quelle informazioni sulla figura del Prof. che non riguardassero le sue opere bensì il suo vivere quotidiano.
Per esempio, ecco i gusti "alcolici" del Prof.:
"Ahimè, non ho comprato del buon brandy. Il mio palato non ha mai imparato ad apprezzarlo come si merita. Ma ho riposto del buon borgogna - un po' di porto, che piace a tutti e due*, e un po' di ottimo sherry, alcuni liquori e una bottiglia di champagne (pensando al natale).

*Non d'annata. Ma a me piace il porto (molto) a metà mattina: riscalda è digeribile e mi fa molto bene alla gola, soprattutto quando lo prendo (come penso si dovrebbe fare) da solo o con un biscotto secco, e NON dopo un pasto completo e soprattutto non insieme al dessert!"

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"[...] ma anche qui in questa campagna riparata (vicino al rumore del mare) di notte e di giorno fa freddo. Il porto e del buon sherry dolce aiutano a riscaldardi"

Admin-Geko, 6/20/2010 12:33 PM:

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Ossian77, 12/12/2006 18.04:

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Il titolo del topic dice (quasi) tutto e non c’è bisogno di troppe spiegazioni.
I pochi che non hanno afferrato l’argomento di questa discussione troveranno la “spiegazione” nel primo topic (di quella che spero sia una lunga serie).
Attendo con l’ansia il contributo di tutti.

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Mica tanto ovvio pero'! Hmmmm..beh, anche se il 3d e' interessante, non ho kica capito come tutti dovremmo contribuire sai? Io leggo volentieri, ma non so cosa posso postare qui (a parte i commenti a quello che posterai tu).
O.

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Con l'apertura di questo topic, anni fa, intendevo postare quelle informazioni sulla figura del Prof. che non riguardassero le sue opere bensì il suo vivere quotidiano.
Per esempio, ecco i gusti "alcolici" del Prof.:
"Ahimè, non ho comprato del buon brandy. Il mio palato non ha mai imparato ad apprezzarlo come si merita. Ma ho riposto del buon borgogna - un po' di porto, che piace a tutti e due*, e un po' di ottimo sherry, alcuni liquori e una bottiglia di champagne (pensando al natale).

*Non d'annata. Ma a me piace il porto (molto) a metà mattina: riscalda è digeribile e mi fa molto bene alla gola, soprattutto quando lo prendo (come penso di dovrebbe fare) da solo o con un biscotto secco, e NON dopo un pasto completo e soprattutto non insieme al dessert!"
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"[...] ma anche qui in questa campagna riparata (vicino al rumore del mare) di notte e di giorno fa freddo. Il porto e del buon sherry dolce aiutano a riscaldardi"

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Non c´é che dire, il Prof (da buon "hobbit inside") sapeva come vivere! Respect.

Anno 1967
[…] leggo ancora parecchio – o meglio, cerco di leggere molti libri (soprattutto della cosiddetta fantascienza e fantasy). Ma è raro che riesca a trovare un libro recenti che incateni la mia attenzione*. Suppongo perché sono “sotto pressione” per portare a termine le mie opere – e per il motivo che ho dato (durante l’intervista): “cerco qualcosa che non riesco a trovare”.



*Ci sono delle eccezioni. Ho letto tutto quello che ha scritto E. R. Eddison, anche se i nomi che lui ha inventato sono particolarmente mal riusciti e nonostante la sua filosofia personale. Mi ha molto preso il libro che arrivò secondo (mi sembra) quando Il Signore degli Anelli ricevette il primo premio per il fantasy: Death of Grass (La morte dell’erba). Mi piace la fantascienza di Isaac Asimov. Oltre a questi, di recente mi hanno molto interessato i libri di Mary Renault; specialmente i due su Teseo, The King Must Die (Il re deve morire), e The Bull from the Sea (Il toro che venne dal mare) […]

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[…] in realtà non sono alto, e nemmeno tanto robusto. Adesso misuro 5 piedi 8 e mezzo (???)*, e ho una corporatura esile, con mani molto piccole. Per la maggior parte della mia vita sono stato molto sottile e sottopeso. Dai sessant’anni in poi sono diventato “grassoccio”. Una cosa non insolita per uno che era solito fare del movimento disputando partite e nuotando, quando l’opportunità di fare queste cose cessa.



* credo siano circa 176 cm (ndGeko)

Al Prof. non piaceva Narnia.

E’ triste che Narnia è tutta quella parte del lavoro di C. S. L. (Lewis, ndGeko) sia destinata a non piacermi, così come la gran parte del mio lavoro non piaceva a lui. Inoltre, personalmente trovo le Lettere a Malcolm un lavoro angosciante e raccapricciante. Ho iniziato un commento, ma se lo finissi sarebbe impubblicabile.


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Il Prof. giocava a rugby

Sto diventando rigido quasi come un Ent. Ho sempre il catarro (e sempre l’avrò) – è dovuto alla rottura del naso (trascurata) quando ero nella squadra di rugby della scuola.

In realtà io sono un hobbit (in tutto tranne che nella statura). Amo i giardini, gli alberi e le fattorie non meccanizzate; fumo la pipa e apprezzo il buon cibo semplice (non surgelato), ma detesto la cucina francese; mi piacciono, e oso persino indossarli anche in questi giorni cupi, i panciotti ornati. Vado matto per i funghi (raccolti nei campi); ho un senso dell'umorismo molto semplice (che anche i miei critici più entusiasti trovano noioso); vado a letto tardi e mi alzo tardi (quando mi è possibile). Non viaggio molto. Mi piace il Galles (quello che è rimasto, dopo che le miniere e le ancora più spaventose località marine di villeggiatura ne hanno fatto scempio), e specialmente la lingua del Galles. Ma non vado in Galles da lungo tempo (se non di sfuggita per raggiungere l'Irlanda). Vado spesso in Irlanda (Eire: l'Irlanda del sud) dato che la amo molto, soprattutto il suo popolo (la maggior parte); ma non trovo affatto affascinante la lingua irlandese.



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Stava crescendo oltre misura (Il Signore degli Anelli; ndGeko), e rivelava panorami nuovi e senza fine - e io volevo finirlo, ma il mondo mi minacciava. E io ero stanco morto, intorno al capitolo 10 (La voce di Saruman) nel Libro III - con di fronte dei frammenti che alla fine si inserirono nel capitolo 1 e 3 del Libro V, ma che per la maggior parte si rivelarono inutilizzabili, specialmente quelli su Mordor; e non sapevo come andare avanti. Non fu prima che Christopher partisse per il Sudafrica che mi costrinsi a scrivere il Libro IV, che gli mandai a pezzettini. Eravamo nel 1944. (Non finii la prima stesura che nel 1949, quando ricordo che macchiavo le pagine con le lacrime - le pagine dove si parla del benvenuto di Frodo e Sam sul Campo di Cormallen - mentre scrivevo. Poi ho battutto a macchina da solo tutta l'opera, tutti e sei i Libri, e poi li ho ribattuti dopo averli corretti - spesso solo certi brani - per lo più sul mio letto nella soffitta della casetta in cui la guerra ci aveva costretti ad abitare, lasciando la casa dove la mia famiglia era cresciuta).

Sono ancora sbalordito dagli affreschi di Assisi. Dovete venirli a vedere. Siamo arrivati durante la grande festa di Santa Chiara alla vigilia dell’11-12 agosto. Santa Messa cantata dal cardinale Micara con trombe d’argento all’elevazione!
Sto tenendo un diario. Sono innamorato dell’italiano, e mi sento abbandonato senza la possibilità di cercare di parlarlo! Dobbiamo continuare a studiarlo […]
Nel complesso dal punto di vista del divertimento, mi sono piaciuti di più i primi giorni a Venezia. Ma ad Assisi abbiamo vissuto in modo molto economico e sono tornato indietro con 50 sterline.

EDIT
Ho spostato i recenti post di Monfa e Renemiele qui: freeforumzone.leonardo.it/discussione.aspx?idd=9404542