Ingresso vietato al Master: raccogliamo le idee (e gli indizi)

bvzk, 03/12/2007 12.16:

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Jarek, cosa sai di Azrek e del suo spettrale consigliere, Caradan?”
Vilahir si agitò sulla sedia."Uomo Rosso?" mormorò, senza l'intenzione di interrompere.
Ma ugualmente, Reldegen lo aveva sentito. "Uomo Rosso? Che intendi dire?"
"Il nome del consigliere di Azrek. E' in lingua elfica e significa 'Uomo Rosso'."
"Ah. Sarà perchè indossa sempre un mantello scarlatto bordato d'oro," commentò Reldegen. "Ma torniamo a noi. Allora, Jarek, cosa sai dei nostri nemici?"

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bvzk, 03/12/2007 17.53:

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Reldegen scosse la testa con aria grave.
“Non so quanto Azrek si preoccupi davvero di Elarin, e se anche Caradan condivida tale preoccupazione. Ma per come la vedo io, ha ragione Jarek: è il caso che noi ci si preoccupi, davvero,” sottolineò. “Di Caradan si sa ben poco. Sembra essere comparso dal nulla ed in poco tempo ha conquistato la fiducia di Azrek, cosa già di per sé notevole. Nessuno sa da dove viene, benché qualcuno sostenga che sia del Sud, e si dice che sia maestro di stregonerie; non so se sia vero, ma è certo che si tratta di un uomo inquietante. L’ho incontrato, per caso, un paio di volte a Widu e, per gli dèi, mi si è gelato il sangue solo a guardarlo. I suoi nemici hanno la pessima abitudine di finir male in modi talmente cruenti da essere quasi grotteschi, per cui se è vero che qualcuno dei tuoi lo ha incontrato ed è sopravvissuto, allora dev’essere una persona speciale o molto, molto fortunata. A proposito,” aggiunse poi, quasi in un ripensamento, “ho sentito dire che Caradan si vanti del fatto che, in passato, Mejan sia stata sua allieva.”

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bvzk, 03/12/2007 18.19:

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“Non credo che Azrek venga ad assistere di persona all’esecuzione. E’ più probabile che si presenti Caradan, se è vero che Mejan è stata sua allieva. Di sicuro, sarà presente Dokuta, il luogotenente di Azrek. Per quel poco che ne so, Azrek ha progetti più importanti a cui pensare che l’esecuzione di una vecchia in una piccola città lacustre. Non so di preciso cosa stia cercando, ma ha inviato parecchi esploratori nelle profondità del bosco, nei pressi di Hithcòr. Ed è piuttosto seccato che nessuno di essi abbia ancora fatto ritorno.”

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bvzk, 04/12/2007 1.28:

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“Quando il Sacco di Widu fu terminato,” cominciò poi, “Mi risvegliai sotto un cumulo di macerie. Il braccio mi faceva un male dell’inferno, ma ero ancora vivo. Tuttavia non lo sarei rimasto a lungo: perdevo molto sangue ed ero così intontito che a malapena riuscivo a reggermi in piedi. Provai ad allontanarmi, sperando che nessuno degli invasori che gironzolavano per la città si accorgesse di me, ma feci solo pochi passi prima di svenire di nuovo. Rinvenni in una stanza calda, accanto ad un camino acceso, avvolto in una coperta. Qualcuno aveva curato le mie ferite e suturato e bendato il moncherino. Poi un vecchio si avvicinò e mi portò una zuppa calda. Sai, Jarek, ancora oggi non so dire come si chiamasse. Si rifiutò sempre di dirmelo, e così lo chiamavo semplicemente ‘vecchio’, benché lui sapesse perfettamente il mio nome, anche se io sono certo di non averglielo detto e di non averlo mai incontrato prima di allora. Era stato lui a portarmi, mentre ero privo di sensi, in una delle case scampate agli incendi ed ormai vuote perché gli abitanti erano stati massacrati. Ed era stato lui a medicare le mie ferite. Rimase con me per un certo tempo, finché non fui completamente guarito, poi, un giorno, mi salutò e se ne andò. Ma prima di partire mi disse alcune cose, che allora non capii, ma che adesso credo di comprendere meglio. Queste furono le sue parole:
‘Addio, Reldegen, io e te non ci incontreremo più, ma ti auguro una fortuna migliore per il futuro. Tieni presente che non potrai rimanere a lungo qui a Widu, anche se per un certo tempo potrai arrangiarti qui facendo il mendicante. Ma quando te ne andrai, avrai appreso alcune cose su Azrek e Caradan.’
Tieni presente, Jarek, che io allora non avevo la minima idea di chi fosse Caradan. Comunque, il vecchio disse ancora:
‘Dopo che avrai lasciato Widu, dirigiti a Lualis. E quando sarai là, non tarderà ad arrivare una tua vecchia conoscenza: Jarek il furfante, accompagnato dal suo amico cantastorie. Ti sarei grato se, in quella occasione, vorrai incontrare Jarek e metterlo al corrente di tutto quello che avrai appreso a Widu.’
Ed eccomi qui, Jarek. Come ti dicevo, sono un uomo d’onore, e sono qui per onorare un debito con un vecchio senza nome che mi ha salvato la vita. Sai, aveva ragione: facendo il mendicante ho potuto scoprire molte cose di Azrek e Caradan. Gli Orientali non badano molto a chi è in sfortuna e tendono a disprezzarlo ed a comportarsi come se non ci fosse. Così spesso mi sono potuto intrufolare a palazzo, dove Azrek si era insediato, e fare qualche piccola indagine. C’è una cosa, però, che il vecchio mi ha detto e che ancora non capisco; forse tu puoi chiarirmi le idee, anche se forse non è importante. Lui disse:
‘Quando incontrerai Jarek, digli di salutare da parte mia Naetro di Brea e la Fanciulla degli Elfi.’
Sai per caso chi siano queste persone? Davvero vai in giro con Elfi, Elarin?”

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bvzk, 05/12/2007 2.51:

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“No. Quello che ha voluto a tutti i costi che Mejan fosse tolta dalla circolazione è Caradan. Sospetto che, sempre che la sua storiella sia vera, il macabro consigliere pensi che l’allieva abbia superato il maestro. La vede come una minaccia per i suoi piani e, di conseguenza, anche per i piani di Azrek. A dirla tutta, Azrek non è mai apparso del tutto convinto della necessità di arrestare e giustiziare una vecchia. Suppongo che alla fine abbia ceduto alle insistenze di Caradan e che sia stato allettato dalla prospettiva di acciuffare Elarin. Ma so che questi non sono metodi che piacciono ad Azrek: lui è un guerriero e preferisce affrontare i suoi avversari faccia a faccia. Inoltre, e tienilo bene a mente, Jarek, per Azrek tu ancora non rappresenti quella grande minaccia che tutti credono; sei un fastidio per lui ma niente di più, per il momento. Ancora una volta, quello che ritiene che tu sia un temibile avversario da eliminare a tutti i costi è Caradan.”
“Interessante,” commentò Jarek.
“Vero? E c’è di più. Caradan è alla ricerca di qualcosa. Non so di cosa si tratti, ma sembra avere a che fare con ricerche da lui compiute anni fa da queste parti. Da quello che ho capito, lui all’epoca trovò qualcosa alle rovine della vecchia torre a nord di Lualis, qualcosa che aveva a che fare con un Sorvegliante.”
“Un Guardiano, vuoi dire?” si intromise Vilahir.
“Sì, può darsi che si trattasse di un Guardiano,” confermò Reldegen. “Ad ogni modo, qualche giorno fa sembra che sia venuto in possesso di qualcos’altro, sempre collegato alla sua ricerca, che i suoi uomini hanno trovato da qualche parte nei pressi di Pasel. Adesso, per qualche oscura ragione, ritiene che tu possa anticiparlo e trovare prima di lui un qualche tipo di oggetto, quindi è determinato a toglierti di mezzo in modo che tu non possa mettergli i bastoni tra le ruote.”
“Tornando a Mejan,” riprese l’ex-guardia, “so che sei qui per tentare di liberarla. Personalmente ritengo che si tratti di un suicidio, ma se proprio sei determinato in questo folle progetto, allora ti darò un consiglio. Non fare tentativi prima che la donna sia portata nella Piazza del Mercato per l’esecuzione.”
“Intendi dire che dovrei agire durante l’esecuzione?” ribatté Jarek, incredulo. “Sei uscito di senno? Secondo me sarebbe questo ad essere un suicidio!”
“Come ho detto, per come la vedo io qualunque cosa tu faccia è destinata a finir male,” opinò Reldegen. “Ma se proprio non intendi fare marcia indietro, allora sì: meglio agire durante l’esecuzione. La folla che si radunerà potrebbe intralciare le guardie e gli Orientali che si occupano del servizio d’ordine. Inoltre saresti a pochi passi dalla Porta Nord, per cui la fuga risulterebbe di certo più facile. Invece tentare di intrufolarsi al Municipio per liberarla dalla segreta in cui è stata rinchiusa, è un piano senza speranza. Se lo aspettano ed hanno farcito l’edificio di uomini armati che aspettano proprio che tu faccia una stupidaggine del genere.”

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bvzk, 07/12/2007 17.57:

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Halya intanto continuava a far scorrere il suo sguardo lungo il perimetro delimitato dal cerchio di pietre. Finché i suoi occhi non si arrestarono su una sagoma che sembrò apparire dal nulla tra le ombre di una sezione di muro.
La sagoma sembrò farsi più distinta, fino ad assumere le sembianze di un uomo alto e possente che indossava una lucente armatura, ornata dal simbolo del mazzafrusto.
“Tu puoi vedermi, Figlia delle Stelle,” disse l’uomo, avvicinandosi ad Halya.
L’Elfa annuì. “Posso. Tutti gli Elfi sono in grado di percepire il mondo delle Ombre. Ma non mi fai paura.”
“Lo so. Non era mia intenzione spaventarti, comunque. Il mio nome era Eodahr.”
“Il Guardiano di Lualis”
Lo spettro annuì. “Sono qui da molto, molto tempo.”
“Perché?”
“Aspetto.”
“Cosa?”
“Il Primo dei Guardiani.”
“Pensi che verrà qui?”
“E’ il suo destino. Deve tornare a prendere il suo sigillo.”
“Quando?”
Eodahr sorrise. “E’ ancora presto. Deve prima apprendere quale sarà il suo compito e trovare il Primo Sigillo. Ma non ci vorrà molto, ormai. La tua presenza qui mi ha fatto capire che il tempo è quasi giunto.”
“E’ per questo che hai deciso di mostrarti a me,” comprese Halya.
Il fantasma annuì di nuovo.
“Quindi il sigillo, qualunque cosa sia, è ancora qui?”
“Sì. E’ scampato alla rovina ed al saccheggio perché solo lui può trovarlo. Ora vai, Fanciulla degli Elfi, e quando lo vedrai digli che quando verrà, io sarò qui ad attenderlo.”
“Ma io non so chi sia.”
Eodahr ancora una volta sorrise. “Davvero? Io credo il contrario. In ogni caso, lui verrà. Come ho detto, è il suo destino. Addio.”
Il fantasma tornò tra le ombre delle rovine e la sagoma si confuse con esse, fino a scomparire del tutto.

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