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Capitolo 1 - Il Consiglio

Ultimo Aggiornamento: 23/03/2006 15:10
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Kithomer
*Moria. Andare a Moria. Informazioni sul Nanosterro...tocca a me. L'ha detto. Finalmente l'ha detto apertamente. Bene,ora calmati, Kith, e cerca di non apparire uno sciocco ragazzino che non vede l'ora di andare in gita*

Kithomir: "Sire Elrond", disse Kithomir alzandosi in piedi, "chiedo venia. L'affermazione di lord Meneldir e' di portata assai superiore a quanto si possa immaginare. Ben poco si sa del Nanosterro, sebbene non sia impresa difficile dire dove si trovi il cancello per entrarvi. Altra cosa e'aprirlo, ed altra ancora, uscirne. Non si sa cosa si nasconda al suo interno. Forse piu' nulla. Forse le sale di Khazad Dum sono vuote da secoli, a parte ratti e pipistrelli. Ma forse no. Chiunque fosse l'uomo di cui parlate, vista la sua compagnia e le sue abilita' non credo che si troverebbe poi cosi' male, a Khazad Dum. Quello che non ho ben chiaro e', quanto vantaggio ha e, sopratutto, come mai non ha portato il libro con se? Se lo ha studiato, perche' lo ha lasciato nella cassaforte? Potrebbe esservi una miniera di informazioni preziose per orientarsi entro Mor..Khazad Dum. A che pro lasciarselo dietro?"

Detto questo, si sedette. Un po' per attendere la risposta, un po' per valutare le reazioni del nano di nome Olin, e molto per calmarsi. Il cuore, mentre parlava, aveva iniziato a battergli sempre piu' forte. Quella poteva davvero diventare la ricerca della sua vita. Il picco delle sue imprese, il massimo che poteva chiedere, ed il solo pensiero lo elttrizzava.
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Olin
Il nano ascoltò impassibile le parole di sire Elrond, di Meneldir ed in fine di Kithomir, indi sempre in maniera educata chiese di parlare.

Rivolto ad Elrond disse "Sire, sono consapevole che le parole vergate sul manoscritto non siano state scritte dal popolo di Durin, la mia preoccupazione va però alle tecniche lavorative dei vari metalli che i fabbri di Khazad Dum utilizzavano. Esse sono un segreto talmente ben conservato che, con la caduta del reame, sono andati perduti perfino per i nostri fabbri. Come voi stesso avete sottolineato, l'autore aveva un posto privilegiato, in altre parole egli ha avuto il permesso di assistere, ma, se conosco almeno un po' il mio popolo, certamente non di divulgare." Olin fece una pausa quindi continuò "Le perplessità espresse da quest'uomo" disse indiando Kithomir "sono però decisive. E' evidente che colui che occupava la torre non doveva considerare il manoscritto molto importante, altrimenti l'avrebbe portato con se. Le trappole presenti sul cassetto nel quale il manoscritto era conservato erano sì mortali, ma con i movimenti giusti sarebbe stato facile prenderlo, quindi anche ammesso che abbia dovuto lasciare la torre in tutta fretta, avrebbe potuto facilmente recuperare il libro. Oppure egli non aveva idea della sua presenza."

"Per quel che riguarda l'accesso alle sale del Nanosterro" continuò "se le storie che si raccontano sono vere, esso è un altro segreto che si è perso nel tempo, ma sono sicuro che sia ancora possibile accedervi. Si dice che l'entrata sia sorvegliata, ma che essa sia riconoscibile dalla presenza di due enormi alberi di agrifoglio, simbolo dell'alleanza con gli elfi, cosa questo significhi mi è ignoto."

Detto ciò Olin tornò a sedere.
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19/01/2006 19:36
 
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Glorfindel intervenne nella discussione, previo assenso da parte di Elrond, e mentre si alzava agilmente e salutava elegantemente il suo Signore, tutti poterono udire la sua voce chiara e forte, mentre i suoi profondissimi occhi azzurri dardeggiavano in direzione dei presenti:

"Le considerazioni dei nostri due insigni ospiti non sono prive di logica e di saggezza: come possiamo sapere se il manoscritto sia stato effettivamente letto e compreso dal misterioso usurpatore di Barad Eithel? Non potrebbe egli aver ignorato la sua presenza, o semplicemente averlo reputato privo di importanza ed abbandonato nella torre, prima di lasciarla?"

[Modificato da Valandur 19/01/2006 19.37]

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19/01/2006 21:58
 
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Kithomir
Ad ogni nuova notizia, che fosse da parte di Meneldir o Elrond o Glorfindel, seguiva una piccola pausa in cui, a piccoli gruppi, i presenti confablavano tra loro e ponderavano le informazioni. Solo due al tavolo sembravano essere presi dai propri pensieri. Il nordico di nome Gwaeron ed un giovane ragazzo, dal volto segnato dalle intemperie e dalla vita all'aperto.
Le parole di Meneldir si accavallavano e rincorrevano nella mente di Kithomir. Mancavano molti, troppi elementi al quadro.

*Andare a Moria non e'cosa facile nemmeno con le migliori intenzioni. Andarvi alla cieca ed inseguendo fantasmi e' poco meno di un suicidio. Eppure quando si potrebbe rifare una cosa del genere se non stavolta? Libro o non libro, vorrei vedere che accade nelle aule dei nani. Il mio Maestro, anche solo se gli dicessi che ho raggiunto la Mazarbul e ne sono uscito, di certo mi ammetterebbe alla Torre. Forse devo premere perche' comunque si organizzi il viaggio, ed approfittare delle risorse di Imladris. Mai piu' mi capitera' una simile occasione, specie con i tempi che stanno arrivando. Pero' Moria e' Moria, e la pelle e' una sola....che fare? Allora, organizziamo le idee....un uomo, potente e dotto...'mago esperto in antiche storie' dice Meneldir..'o che almeno ha potuto attingere a lungo ed indisturbato alla fornita biblioteca'. E che cosa puo' aver mai letto in quel libro? E lo ha davvero letto?*

Kithomir chiese ed ottenne, con un gesto del capo di Elrond, di parlare un'altra volta. Parlo' con calma, abilita' e una voce convincente e sicura. Pareva stesse parlando di cose sue, piu' che di questioni delle quali era stato, in effetti, appena informato. Evidenzio' le variazioni nella voce con ampi gesti delle mani e le giuste pause.

Kithomir:"A mio vedere dobbiamo concentrarci su questa misteriosa figura. Senza saltare a conclusioni. Non esistono sortilegi invincibili e qualunque magia di chiusura, puo' essere comunque violata con la forza. CHi era con lui? Orchi? E quanti, secondo voi? Messer Meneldir, sapere se occorre cercare una bukra non e' lo stesso che inseguire un battaglione di uruk. E inoltre, come dire che cosa voleva quell'uomo? Se il libro e' l'unico che parla della Pietra ed al sicuro in una cassaforte con trappole letali, possiamo dire che non lo ha mai letto? E vi erano forse altri libri, a Barad Eithel, con simili informazioni ma non protetti da magie e trappole? E se invece sul libro ha messo le mani, perche non se lo e' portato dietro? COme ho detto, ben piu' di una paginetta deve essere utile in un tomo si' corposo. Anche dovendo scappare, se non era da solo, ma anzi con degli orchi, poteva ben arrangiarne il furto! Riassumendo, la domanda che mi angoscia di piu' e': cosa sa quest'uomo misterioso delle Palantiri? E da che fonte? Chiedo scusa per il torrente di domande, ma prima di andare a disturbare la polvere di quello che e' il luogo piu'pericoloso di Endor dopo cio' che sta oltre l'Ithilien, raccomando cautela"

Detto questo, si sedette ed attese.

[Modificato da Ossian77 19/01/2006 22.18]

[Modificato da Ossian77 25/01/2006 15.07]

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20/01/2006 13:41
 
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"Kithomir dice bene" rispose inaspettatamente Halbarad, "ma le informazioni che abbiamo ottenuto in queste settimane sembrerebbero autorizzare un cauto ottimismo: tutti gli orchi che hanno tentato la scorreria nelle nostre terre sono stati massacrati, e non sono stati segnalati altri membri di quella razza immonda tra i Monti Azzurri e le Montagne Nebbiose. Sembrerebbe quindi che il nostro misterioso personaggio si sia allontanato dalla torre da solo, oppure accompagnato da pochi servi. Diversamente gli uomini che io e Sire Elrond abbiamo mobilitato e che attualmente vigilano la regione avrebbero avuto sentore di movimenti più consistenti."

Tacque per un istante e guardò brevemente Meneldir il quale, riprese la parola:

"Del misterioso occupante di Barad Eithel abbiamo solo un nome, che sembrerebbe tradirne l'origine: Ar-Imrazor. Purtroppo non ne conosciamo nè la provenienza, nè le motivazioni. Io però sono convinto che abbia trovato il manoscritto nella biblioteca e poi lo abbia chiuso nella cassaforte: questo dimostrerebbe che ne ha compreso l'importanza. Non so però con precisione quando abbia abbandonato la torre e perchè; forse lo fatto per motivi che non possiamo neanche immaginare, indipendenti dall'arrivo del gruppo da me guidato. Lo dimostrerebbe anche l'invio a sud di una cospiqua forza di Orchi, inspiegabile se egli riteneva il manoscritto in pericolo.In quanto ai segreti custoditi al suo interno"
aggiunse con un sorriso rivolto ad Olin
"credo che essi torneranno presto ai loro legittimi detentori mastro nano, insieme al manoscritto stesso. Ora si tratta di decidere se è opportuna una spedizione fino alle porte di Moria, chi dovrebbe parteciparvi e seguendo quale percorso."

[Modificato da Valandur 20/01/2006 14.08]

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20/01/2006 19:21
 
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Isilion Calafëar
L'Elfo attese che Medeldir finisse di parlare . . .

Aveva ascoltato con attenzione tutti i discorsi fatti fino a quel momento e, probabilmente, era venuto il tempo pure per lui di prendere la parola . . .

Si alzò in piedi lentamente con lo sguardo rivolto a quello di Elrond e, dopo aver inteso il consenso a parlare, disse con tono serioso ma con quell'espressione serena che l'aveva sempre contraddistinto:

"Mio Signore . . .
Voi tutti che sedete a questo tavolo . . .
Mio padre mi insegnò che a volte, ricercare troppe verità, porta solo alla confusione!
Io so che Sire Elrond non ci avrebbe mai riuniti in questo consiglio se non avesse avuto le idee ben chiare sul da farsi!
So anche che sono disposto a muovere il mio passo dove lui mi chiederà; da solo oppure accompagnato!
Datemi il motivo per cui muovermi verso il perduto Reame dei Nani ed io avrò uno scopo . . .
Ovviamente credo che il fine di questo Consiglio, sia quello di decidere chi si vorrà arrischiare in terre perlopiù sconosciute, cosa cercare esattamente e soprattutto come arrivarvi!"


Detto questo, sempre lentamente, Isilion riprese il suo posto aspettando delle risposte . . .

[Modificato da Lord T.Einiks 20/01/2006 19.22]

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Kithomir
*Moria non e' posto per cavalieri erranti o avventurieri in cerca di allori. Senza sapere esattamente dove stiamo andando, la spedizione si rivelerebbe un suicidio. Moria...entrare, trovare ed uscire. L'unica ricetta che funziona per posti come quello. Non e' ancora tempo per divertirsi ad esplorare un posto dove nessuno con la pelle che non sia verde o grigia mette piede da mille anni. Questo Imrazor potrebbe essere andato ovunque tra i sette livelli della citta' ed i sette livelli delle miniere. Per il Respiro di Arda, la leggerezza con cui gli elfi affrontano il pericolo a volte mi lascia di stucco. E'proprio vero, uomini ed eldar non danno lo stesso valore alla vita*

"Condivido l'amore per l'iniziativa di Isilion" disse Kithomir. "Tuttavia, anche radunare informzioni non e' compito da tenere in poca stima. L'origine dell'uomo misterioso e' ben chiara, e non mi tranquillizza nemmeno un po'. C'e' da dubitare che sia un cacciatore di reliquie indipendente. Anzi, scommetterei piu' di qualche scudo che serve un interesse ben piu' alto del proprio tornaconto personale. Dovremmo sapere prima di tutto noi, dove potrebbe trovarsi la pietra, per sapere dove si possa dirigere lui. Moria e' vasta. A quanto si dice, ognuno dei suoi livelli e' ampio come la citta' di Dol Amroth. Un vero labirinto di stanze, corridoi, passaggi, archi e porte. Il tutto immerso nella piu' totale oscurita'. Non avrebbe nemmeno bisogno di nascondersi da noi, per non farsi trovare. Sarebbe piu' probabile che due zanzare, partite una da Brea e l'altra da Osgiliath, si incontrassero per sbaglio ad Angrenost. Per questo chiederei a sire Meneldir di dividere con noi, apertamente, le sue informazioni. Dove ha trovato il nome dell'uomo misterioso, e se pensa di poterci dire di piu' sul nascondiglio della Pietra. 'A Moria' mi pare un po' poco per iniziare una cerca". Detto questo, tacque e si guardo' attorno, sperando che Meneldir, Halbarad o Sire Elrond rispondessero alle sue domande.

[Modificato da Ossian77 21/01/2006 15.40]

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'A Moria' mi pare un po' poco per iniziare una cerca'

*Con chi diavolo crede di parlare quest'uomo?!?!?* pensò Meneldir.

Il suo carattere collerico stava di nuovo prendendo il sopravvento; stava per rispondere a tono a Kithomir quando venne interrotto con un gesto da Elrond, che riprese la parola:

"Evidentemente qualcosa che è stato detto in precedenza è sfuggito al nostro ospite"
disse in tono pacato, sorridendo lievemente.
"Uno dei passi del Tomo poc'anzi letti da Meneldir faceva riferimento alla Camera degli Scritti di Mazarbul. Io credo quindi che il libro al quale fa riferimento il manoscritto, se ancora esiste, potrebbe essere ivi conservato. Questo ci alleggerirebbe dell'incombenza di determinare dove trovare ulteriori informazioni sulle Pietre Veggenti. Rimarrebbero ovviamente altri problemi da risolvere: decidere sulla necessità di recarsi a Moria, scegliere i componenti di tale spedizione e determinarne il percorso. Per tali questioni è stato richiesto il nostro consiglio, ed in qualità di Signore di questo Rifugio chiedo a voi qui riuniti di esporre le vostre idee in merito, prima di prendere una decisione definitiva."

I suoi occhi grigi si posarono lentamente su tutti i presenti.

[Modificato da Valandur 26/01/2006 11.03]

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25/01/2006 12:52
 
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Kithomir
Non aveva studiato tanti anni per lasciarsi sfuggire certi dettagli. Era evidente che qualche cosa nelle sue parole aveva indisposto il dunadan. Un dunadan che era il padrone della torre di Barad Eithel, del manoscritto, e, a quanto pare, il diretto interessato di criptici versi usciti dritti dal passato piu' remoto. Senza aggiungere che sembrava un amico di almeno meta' dei presenti.

*L'ultimo uomo al mondo da farsi nemico, se voglio esplorare Khazad Dum con l'aiuto delle risorse di Imladris! Ma deve capire che non e' una tana di snaga che vuole violare col suo coraggio*

Kithomir: "Lord Meneldir, chido venia. Sento che e' il guerriero che e' in voi a parlare. Il vostro ardimento vi fa onore, ed e' cio' che e' lecito aspettarsi da un numenoreano di antica casata come voi. Tuttavia, perdonate il rimbrotto, anche i miti consigli e la prudenza fanno parte delle virtu' dei Fedeli. Moria, ve lo assicuro, e'grande al punto di essere considerata "infinita", per quel che ne puo'capire chiunque non sia un Nano. E le mie sono solo supposizioni ricavate dallo studio di libri, saggi e diari. Probabilmente e' peggio di come la immagini io stesso. Ne' "Camera di Mazarbul" ci e' di cosi' grande aiuto, se volete saperlo. E'un salone importantissimo, facile da riconoscere ma, ahinoi, non altrettanto da trovare. Per quel che ne sappiamo sta da qualche parte nella zona nord del Settimo livello. Questo vuol dire che e' il punto piu' lontano immaginabile dal cancello che noi, presumibilmente, dovremmo varcare. Ci separano da un luogo dove "forse" troveremo qualche indizio per proseguire, diverse miglia di corridoi dimenticati dai Valar, immersi nel buio, costellati di trappole e pericoli naturali causati da 1000 anni di abbandono e, senza meno, qualche tribu' di umanoidi ostili che conoscono il luogo come le loro tasche e IN PIU' ci vedono al buio. Avevo bene inteso il nome Mazarbul, poc'anzi. Solo, intendevo suggerire che se vi sono altre informazioni sul nostro avversario, oltre quelle due righe che ci dicono dovre potrebbe essere diretto, sarebbe bene discuterle assieme e ora. Spero, con questo, di aver chiarito il mio punto di vista. Sono qui per aiutare, ricordate"

[Modificato da Ossian77 25/01/2006 13.17]

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Il viso di Meneldir era diventato una maschera di pietra; l'unico segno di vita era rappresentato dagli occhi grigi che, accesi di collera, fissavano Kithomir.
Era evidente a tutti i presenti che solo la presenza di Elrond, che non mancò di rivolgere al dùnadan uno sguardo imperioso per ingiungergli di tacere, impediva al nùmenoreano di rispondere a tono al suo interlocutore.

La discussione riprese, ma l'atmosfera del consiglio era tesa: non tutti infatti erano convinti che fosse saggio scendere fino alle viscere delle Montagne Nebbiose per cercare il misterioso scritto che avrebbe permesso il ritrovamento della Pietra Veggente. Alcuni addirittura dubitavano che si trattase di una simile pietra, e tra essi Erestor, uno dei consiglieri di Elrond, che disse:

"Non abbiamo la certezza che il manufatto ritrovato dai Naugrim sia effettivamente una Pietra Veggente. La nostra ipotesi si basa infatti su congetture ottenute da un manoscritto che è tanto antico quanto malridotto e difficilmente leggibile. Ammettendo pure che esse -come credo- siano corrette, è possibile che i Naugrim oppure il misterioso redattore del documento abbiano commesso un errore, confondendo una pietra della quale non hanno compreso i poteri con una delle sette Palantìri. Considerata la difficoltà di una missione di recupero, io credo che sia più saggio attendere, nella speranza di acquisire nuove informazioni al riguardo: noi potremmo sorvegliare l'Eregion e gli altri accessi al Nanosterro, chiedendo aiuto ai Galadhrim."

Anche Glorfindel sembrava dubbioso, ed espresse ad alta voce i suoi pensieri:

"C'è un'altra questione che andrebbe approfondita prima di decidere se inviare una spedizione a Moria: il Flagello di Durin. "
A queste parole pronunciate a voce bassa, al silenzio del consesso, seguì un nervoso brusìo di voci. Tutti gli sguardi si volsero in direzione di Olin, unico rappresentante della sua razza, prima che Glorfindel riprendesse la parola:

"I Priminati sanno che un grande male si è abbattutto sull'antica e potente città dei Naugrim, ma non ne conoscono la natura.Cosa può dirci il nostro ospite al riguardo?"
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26/01/2006 18:22
 
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Olin
Il giovane nano si muoveva a disagio sulla sua sedia.

*Cosa cavolo credono questo mucchio di signori, parlano della casa dei miei padri come fosse una copia di Tangorodrim. Essi ignorano la bellezza che è insita nel cuore di ogni nano e che si riflette sulle loro opere. E se a Khazad-Dum ci fossero ancora dei nani?

Poi i suoi pensieri furono interrotti dalle parole di quell'alto elfo in piedi.

*Già, il flagello di Durin

Una nota di tristezza e di paura si dipinse sul volto di Olin.

"Purtroppo, mastro elfo, ben poco, o almeno nulla di certo" disse con la voce un po' arrochita "Il Flagello di Durin è il motivo principale che ha spinto i miei padri, o alcuni di essi, ad abbandonare le sale di Khazad-Dum, o Moria come la chiamate voi, i racconti narrano di un male antico, potente e letale, cosa però esso sia mi è ignoto. Vorrei però che la smetteste di parlare della dimora dei miei padri come se fosse il posto peggiore della terra, questo è inaccettabile!" concluse il nano con una nota di risentimento nella voce.
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Isilion Calafëar
L'Elfo se ne stava seduto e la sua serenità era l'unica cosa che traspariva se qualcuno l'avesse osservato; solo Elrond, guardandolo, aveva inteso che quella fosse solo una facciata luminosa che nascondeva pensieri ben più cupi . . .

Isilion fece qualcosa che al resto dei presenti risultò essere strano . . . da seduto teneva le sue mani agiate lungo i braccioli del comodo giacilio ma, all'improvviso, con un gesto lento ed ampio, appoggiò entrambe le mani sul tavolo della discussione . . .

A quel punto i presenti, incuriositi da questo strano e silenzioso gesto, si fermarono in attesa che l'Elfo dicesse qualcosa . . .

Isilion intese lo sguardo di Elrond come un'approvazione a parlare, quindi disse:

"Signori miei, io conosco bene il legno di cui è fatto questo tavolo, so dov'è, è qui davanti ai miei occhi; ho potuto quindi appoggiarvi le mie mani senza quasi avere la necessità di pensarci . . . l'ho fatto per due precisi motivi: il primo era per eludere in qualche modo le tensioni che si stanno creando, il secondo ve lo spiego in poche parole . . .
Se voglio, posso fare qualsiasi cosa, ma devo avere il motivo ed il modo per farla . . .
Se volessimo intraprendere il cammino che ci viene proposto a questo consiglio, dovremmo avere un motivo valido e soprattutto conoscere in qualche modo i luoghi che dovremmo raggiungere . . ."


Rivolse lo sguardo ad Olin e disse:

"Conosco la vostra tempra Mastro Nano, ma non so quanto voi abbiate famigliarità con Khazad-Dum . . ."

Poi lo sguardo passò lento in direzione di Khitomir:

"Vedo che siete uno studioso alquanto preparato, però vorrei capire quali sono le ragioni che la spingerebbero a seguirci in quest'avventura . . . La sua sapienza per noi sarebbe certamente di grande aiuto, ma chi la spinge a muoversi in prima persona per affari che mi sembra non la riguardino? Oppure queste cose la toccano, o sono care al suo popolo?"

Quindi Isilion guardò i due uomini di fronte a se e disse loro:

"So bene che ciò che dovremmo cercare riguarda molto più da vicino voi uomini che noi Elfi e, se io dovessi muovermi in questa cerca, lo farei solo perchè Messer Elrond in persona potrebbe chiedermi di farlo . . . c'è qualcosa di cui siete a conoscenza e che vorreste renderci noto a proposito di ciò che potrebbe aspettarci se decidessimo di intraprendere quest'avventura in terre per me sconosciute?"

In fine Isilion ritrasse le mani dal tavolo e il suo sguardo si posò serio sugli occhi di Elrond:

"Sire Elrond, quali mezzi potreste metterci a disposizione per intraprendere un eventuale incursione in Khazad-Dum?
Coloro che sono stati convocati a questa tavola, sono realmente in grado di svolgere questa missione, o conoscete qualcuno che potrebbe illuminare in modo migliore i nostri passi?"
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"Ahimè, sul Nanosterro e sulle Pietre Veggenti non conosco più di quanto abbia già detto, amico mio" rispose Meneldir "e tantomeno sul misterioso usurpatore dell'antica dimora dei miei padri. So solo che è necessario intraprendere questa ricerca, così come qualche mese fa immaginavo fosse giusto indagare su Barad Eithel. Solo una sensazione, un pensiero forse, ma credo che gli indizi che abbiamo di fronte sono troppo inquietanti per lasciarli cadere a cuor leggero."

La discussione in seno al consiglio riprese, le opinioni e le conoscenze dei presenti essendo diversificate ed in qualche modo contrastanti. La presenza di Elrond era discreta, ed egli non partecipava direttamente agli scambi di battute, limitandosi invece a moderare la discussione ed evitare che degenerasse in uno scontro verbale senza risultati. Tutti i partecipanti infatti nutrivano verso il mezzelfo un profondo rispetto e quando egli interveniva per placare le dispute troppo accese, i contendenti chinavano il capo in silenzio.
I lavori durarono parecchio tempo e la questione sembrava giunta ad un punto morto: tutti sembravano ormai convinti che il manoscritto ritrovato nella torre accennasse ad informazioni concernenti una delle sette Pietre Veggenti e che esse potessero essere custodite nell'antica roccaforte dei nani, ma pochi erano convinti che fosse possibile o saggio intraprendere una spedizione alla volta di Moria.
Tra essi Erestor ed un elfo di nome Lindir, che arrivò perfino ad affermare che la questione poteva essere certamente lasciata ai mortali, i quali potevano sbrogliarla come meglio credevano.
Venne immediatamente zittito da Elrond ed invitato a chiedere perdono delle sue sciocche parole.
Anche Glorfindel non sembrava del tutto convinto:

"Troppi fatti ci sono ancora oscuri" concluse, "ed una simile spedizione potrebbe rivelarsi un disastro. Un disastro vano poi se, come è probabile, il documento al quale si fa riferimento è andato definitivamente perduto."

Gli unici che sembravano veramente convinti erano i dùnedain, i quali ritenevano necessario un approfondimento della questione.
Halbarad in particolare disse:

"Non possiamo ignorare ciò che sappiamo: se veramente esiste la possibilità di recuperare una delle Sette Pietre, dobbiamo essere noi a farlo, senza lasciarla in mano a personaggi oscuri e misteriosi come questo Ar-Imrazor, le cui intenzioni non mi sembrano affatto benevole nei riguardi di coloro che siedono a questo tavolo e dei loro popoli."

Il momento di decidere era ormai giunto.
Elrond si alzò e con un gesto invitò i presenti al silenzio:

"Ho ascoltato le argomentazioni di tutti e soppesato attentamente le loro implicazioni. Questa è la mia decisione: quale Signore di Gran Burrone credo sia necessario indagare più a fondo la questione, e per farlo è necessaria una spedizione a Khazad-dum."

Halbarad e Meneldir si scambiarono una rapida occhiata d'intesa, mentre il mezzelfo proseguiva:

"Essa sarà formata da elementi che dovranno decidere di parteciparvi volontariamente e che dovranno confidare soprattutto sulla segretezza ed il silenzio: non è con la forza delle armi che dovranno agire, ma con il sotterfugio. Ne farà parte di diritto certamente Meneldir, quale esponente dell'antica casata degli Eldanar e sarà seguito da tutti coloro che vorranno accompagnarlo e che egli accetterà nel suo gruppo. Imladris fornirà tutto l'appoggio necessario in termini di equipaggiamento e tutti i suoi battitori cercheranno di acquisire il maggior numero di informazioni sull'Alto Passo e sul versante occidentale dei Monti Brumosi. Invierò poi un messaggio al Signore ed alla Dama dei Galadhrim perchè appoggino la spedizione e forniscano ai suoi componenti tutto l'aiuto possibile.
Ho detto."


Il consiglio era concluso. Elrond si avviò verso le porte che si aprivano alle sue spalle, salutando con un cenno del capo i presenti. Mormorò qualche parola ad Halbarad e Glorfindel ed uscì...

[Modificato da Valandur 27/01/2006 12.06]

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Kithomir
Kithomer, seduto al tavolo coi suoi pensieri, rimase silenzioso per un attimo. Prima che Isilion potesse lasciare la stanza, si alzo' e lo raggiunse, per parlargli in privato.

Kithomir: "Isilion, permettimi una parola, prima di lasciare questa stanza. Il Consiglio si e' concluso in una maniera che mi ha lasciato perplesso e preoccupato.
La questione delle Pietre riguarda tutti, non solo gli elfi che le crearono, i nani nel cui reame abbandonato una di esse si troverebbe o i dunedain che la vogliono recuperare. Se la pietra e' davvero li', sperduta da qualche parte a Moria, se davvero un agente del Nemico la sta cercando, questo e' motivo sufficiente per muovere tutti all'azione. Una pietra vedente in mani sbagliate puo' trasformare la Terra di Mezzo in un campo di battaglia in pochi mesi. Molto di cio' che e' celato, sarebbe manifesto ad occhi malvagi. Anche la segretezza di Rivendell. Io sono di Minas Tirith, e considero mio personale dovere fare tutto quello che posso per combattere il Nemico, ovunque esso si trovi! Sono anche uno studioso, e un esploratore. E Moria e' il luogo perfetto per l'uno e per l'altro. Se si dovesse andare, metterei le mie conoscenze a disposizione, come cittadino, per battere i nostri nemici sul tempo, ottenere prezioso potere o almeno sottrarlo alle loro mani. Ma anche come esploratore: verrei con voi per indagare su Moria, sulle attivita' delle sue creature, per vedere se qualcosa bolle in pentola, per capire cosa si annida tra le sue ombre. Come studioso, verrei con voi per mettere la parola fine ad un mistero, la disfatta dei nani di re Durin VI, che da mille anni ci toglie il sonno. Spero che questi motivi ti siano sufficienti per fiderti di me, se mai dovessimo trovarci assieme in questa cerca. Ora, ti ho annoiato abbastanza con le mie preoccupazioni, e ti ho dato abbastanza su cui riflettere. Pensaci un po' su. Ti saluto, ora, perche' ci sono delle lettere che devo scrivere con urgenza. A presto, amico mio".


Detto questo, Kithomir si avvio' verso il patio, sebbene non di corsa. Se Isilion avesse avuto da replicare, cosa in cui Kithomir molto sperava, non gli avrebbe certo fatto mancare l'occasione.

[Modificato da Ossian77 30/01/2006 17.08]

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Olin
All'accenno di Isilion Olin non proferì parola, visto che altri stavano parlando, rispose solo con una sconsolata scrollata della testa.

* Nulla amico mio, purtroppo non so nulla!
pensò.

il dibattito si protrasse per un po', poi Elrond si congedò e alla spicciolata gli alti dignitari e i membri del consiglio fecero lo stesso.

Il nano si guardò intorno attonito, Yeras e Gwaeron e poichi altri restarono nella sala. Si girò verso il giovane ramingo seduto accanto a lui e sbottò:

"Cosa succede ora, perchè vanno via tutti, non abbiamo ancora deciso niente!"

Il suo tono era abbastanza irritato, ma si pentì subito del fatto di rivolgere il suo disappunto su Yeras, in fondo tra tutti era quello che si sentiva più a disagio e lui lo sapeva bene.

"Scusami giovane amico, non volevo aggredirti!" si affrettò a dire, quindi si girò verso Meneldir e Halbarad "Allora signori, perchè il consiglio è stato sciolto? Che cosa dobbiamo fare? Io sono pronto a partire se il mio sire e Mastro Elrond me ne daranno l'opportunità..."

Non fu in grado di continuare, la sua voce era carica di frustrazione e la collera era ben visibile nei suoi occhi.
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30/01/2006 17:39
 
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Isilion Calafëar
L'Elfo ascoltò con attenzione le parole di quell'Uomo . . . infatti per quel tipo di ricerca Kithomir sarebbe potuto essere molto utile!

*Non so ancora quanto poter fidarmi di lui, ma se Elrond lo raccomanderà per questa missione vedrò di assecondare la sua fiducia!*

Isilion non rispose a Kithomir e lo lasciò andare per la sua strada.

Nel frattempo aveva sentito le parole di Olin e gli andò incontro . . .

"Mastro Nano! Mi rende felice rivederti!", gli disse cercando di utilizzare un tono amichevole ed adatto ad un Nano, poi proseguì: "Non abbiate timori e fretta di capire . . . ci vuole per tutti un po' di tempo per poter riflettere! Nel frattempo potreste spegnere il vostro calore raccontandomi cosa avete fatto in questi ultimi tempi . . ."

Nella speranza che Olin si rasserenasse un po', Isilion aspettò di ascoltare una sua risposta, per poi ritirarsi per discutere con Elrond di alcune cose . . .
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Olin
Il nano si girò verso l'amico elfo.

"Oh, Isilion, vi avevo notato tra i partecipanti al consiglio, ma non ho avuto cuore di salutarvi direttamente!" disse cercando di far sbollire la rabbia, quell'elfo era sempre così calmo. Poi aggiunse con un sorriso e una pacca sulla spalla del giovane ramingo "Io e Yeras siamo andati a caccia di orchetti, ma questo lo sapete già, poi lentamente abbiamo preso la strada per questo magnifico posto, prosciugando tutte le locande che abbiamo incontrato!" Disse scoppiando a ridere mentre continuava ad ammiccare a Yeras cercando sostegno, quindi proseguì
"-Dopo una carneficina di orchetti non c'è niente di meglio di una bella sbornia- diceva sempre il mio maestro d'arme!" Ormai il malumore di Olin era svanito. Avrebbe atteso le decisioni del sire, anche se in cuor suo non riusciva a spiegarsi come mai il consiglio era stato interrotto senza un minimo di spiegazioni, ma liquidò la faccenda pensando che solo gli elfi potevano capire il comportamento di un altro elfo ed Isilion era calmissimo.

[Modificato da endik 31/01/2006 10.20]

[Modificato da endik 31/01/2006 10.21]

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Molte domande erano rimaste senza risposta.
Chi avrebbe partecipato alla spedizione?
Quando sarebbe partita e seguendo quale percorso?
Tali interrogativi sembravano ancora aleggiare sui volti dubbiosi che caratterizzavano i partecipanti alla riunione, ma non una parola venne loro rivolta da Elrond o dai suoi Consiglieri per spiegare l'improvvisa interruzione dei lavori.
Il mezzelfo si era allontanato a grandi passi dalla sala, seguito da Erestor e dagli altri elfi.
Solo Glorfindel si era brevemente attardato con Halbarad, ma dopo qualche istante imboccò la porta di uscita verso il giardino esterno, illuminato dal caldo sole di fine estate.

Hlabarad invece si unì a Meneldir, ed insieme raggiunsero Yeras, Gwaeron ed Olin che ancora sostavano vicino ai seggi da loro occupati.

"A quanto pare la nostra giornata non è ancora conclusa."
disse Meneldir
"Sire Elrond attende noi quattro nel suo studio fra mezz'ora. Credo debba spiegarci qualcosa, ed ha insistito perchè ognuno di noi porti con se l'arma rinvenuta a Barad Eithel durante la nostra spedizione."
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Olin
"Molto bene, ci saremo!"

Il giovane nano sembrava sollevato dalle parole di Meneldir. Accarezzò una delle lame della sua ascia come a volersi accertare che fosse ancora lì!
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Yeras
Yeras era rimasto in silenzio per tutta la durata del Consiglio.
Aveva osservato ed ascoltato tutto con molta attenzione, ma non aveva osato dire una parola.
Quel genere di discorsi non erano di sua competenza.
Alti Elfi, studiosi di paesi lontani, nani e nobili dunedan.
Era meglio lasciare la parola a chi sapeva cosa dire.
Era un pesce fuor d’acqua e se aveva accettato di recarsi ad Imladris era solo perché quel genere di occasioni non capitano più di una volta nella vita (e solo se si è molto fortunati).
Inoltre aveva un debito di gratitudine nei confronti di Meneldir. Grazie al dunedan, infatti, i raminghi avevano provveduto a prendere contatti con il suo popolo, informandolo degli avvenimenti accaduti a Nord e prendendo accordi per future collaborazioni.
Yeras era fiero ed orgoglioso di aver svolto un ruolo così importante per la sua gente.
*Quando mi hanno visto arrivare accompagnato da un dunedan e un nano hanno tutti strabuzzato gli occhi!
E quando Meneldir ha detto che i Raminghi sarebbero stati lieti di una reciproca collaborazione, mi hanno tutti guardato con ammirazione.
Sono diventato importante … ora tutti mi conoscono e mi rispettano.
Da adesso in poi avrò maggiori doveri e responsabilità*

Perso in questi pensieri Yeras si accorse appena di ciò che i suoi compagni stavano dicendo.
Si riscosse solo quando udì la voce di Meneldir:
"Sire Elrond attende noi quattro nel suo studio fra mezz'ora. Credo debba spiegarci qualcosa, ed ha insistito perchè ognuno di noi porti con se l'arma rinvenuta a Barad Eithel durante la nostra spedizione."
Il giovane ramingo annui lasciando intender di esser pronto all’incontro privato con il Signore di Imladris.

[Modificato da Admin-Geko 31/01/2006 19.01]

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