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Capitolo 1 - Sotto l'oppressione dell'Est

Ultimo Aggiornamento: 26/05/2005 06:45
13/04/2005 05:38
 
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Master
Jarek esaminò attentamente la zona immediatamente circostante i resti del carro.
"Mmm... Forse ci sono...", parlò tra sè e sè, osservando un mucchio di foglie smosse a poca distanza dalla depressione, sulla sinistra. "Le foglie potrebbero aver attutito la caduta... Ed in seguito l'orientale potrebbe essere fuggito verso nord... Oppure sto prendendo un colossale abbaglio. Ma non c'è mai Halya quando serve?", si chiese infine, ridacchiando.

Non appena il calcio di Vilahir colpì l'Esterling, accaddero molte cose.
L'orientale rotolò a terra, riuscendo tuttavia ad aggrapparsi, con uno scatto felino, al piede del bardo, con l'apparente risultato di sbilanciarlo e spedirlo con il sedere per terra. In realtà, nel momento esatto in cui colpiva il guerriero, Vilahir aveva preso a scuotere la testa, come se fosse intontito da qualcosa, e già barcollava incerto sulle gambe.
Il guerriero Esterling approfittò della situazione e, facendo appello a tutte le sue forze residue, si lanciò verso il bardo, con l'intenzione di immobilizzarlo. Nel frattempo, da chissà dove, aveva estratto un affilato pugnale ricurvo che stringeva nella sinistra.

Il giovane Brackban ebbe un sussulto e, intimorito dall'improvvisa reazione dell'elfa, fece un paio di passi indietro con espressione preoccupata. La qual cosa lo mandò a sbattere, piuttosto violentemente, di schiena contro Naetro, il quale sopraggiungeva in quel momento alle sue spalle.
"Credo che Jarek abbia bisogno del tuo aiuto, rimarrò io qui con il ragazzo e con Vilahir...", stava dicendo il guerriero mentre si avvicinava. Ma la frase fu interrotta bruscamente, sia a causa dello scontro, sia perchè qualcosa aveva attratto l'attenzione di Naetro, che si era voltato verso il punto in cui stava Vilahir.
Il ragazzo finì a terra, intontito, ma Naetro non si preoccupò dell'accaduto perchè, osservando Vilahir che si avvicinava all'Esterling e lo colpiva, aveva intuito dai movimenti incerti del bardo che qualcosa non andava per il verso giusto. Per cui il suo istinto di guerriero aveva preso il sopravvento e, incurante delle sorti di Brackban, immediatamente aveva diretto i suoi passi di corsa verso il compagno in pericolo, ascia in pugno.
Halya, nel frattempo, pentita della sua inconsulta reazione alle parole del giovane, aveva mosso qualche passo avanti con l'intenzione di dare di nuovo una mano a Brackban per rialzarsi. Tutto ciò non le impedì tuttavia di notare che qualcosa non andava e di chiedersi cosa diavolo stesse succedendo adesso.

[Modificato da bvzk 12/05/2005 5.38]

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Halya

*....E ora cosa vuole Jarek?*
Non fece neanche in tempo a formulare il pensiero che vide la lama di un coltello brillare alla luce del sole, intuì immediatamente che in qualche modo il guerriero era riuscito ad eludere la sorveglianza di Vilahir ed ora gli si stava avventando addosso, non ci pensò neanche un momento, incoccò la freccia e tirò nella direzione del guerriero, sperando che l'eccessiva fretta non la facesse sbagliare.

[Modificato da Tyrande 13/04/2005 17.49]

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Jarek
*Sto perdendo tempo, dannazione!*
Il biondo eothraim si girò indietro, sperando di veder apparire la sagomo di Halya … niente.
*Farò di testa mia … accidenti a lei*
Stringendo in pungo le sue armi, si mise ad osservare attentamente il terreno e le fronde intorno a lui … e mosse i suoi passi verso nord.

[Modificato da bvzk 13/04/2005 18.09]

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14/04/2005 00:21
 
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Naetro
Naetro si portò verso Vilahir, brandendo la sua possente ascia, deciso a finire l'aggressore
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Vilahir
Non del tutto ripreso dallo sconcerto, il bardo tentò di parare con la daga l'assalto dell'orientale... mentre una rabbia irrazionale cominciava a farsi strada nella sua mente annebbiata.

[Modificato da bvzk 16/04/2005 4.04]

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16/04/2005 04:17
 
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Master
Jarek si avventurò nel bosco, gli occhi fissi sulle tracce. *Sempre che siano queste le tracce... Non vorrei trovarmi ad inseguire un maledetto cervo...*, rimuginava. I rumori e le voci dei suoi compagni, dal luogo dello scontro, cominciavano a svanire in lontananza sostituiti dal brusio della foresta.

Il guerriero Esterling si avventò su Vilahir, ma il suo affondo non fu preciso, perchè in quel momento una freccia sfiorò la sua testa, non lontano dall'orecchio destro, facendolo sussultare. Il bardo sentì una gocciolina di sudore freddo scendergli da una tempia mentre teneva gli occhi fissi sulla lama del suo avversario, ferma a pochi millimetri dal suo naso, bloccata all'ultimo momento dalla sua disperata parata.
In quell'attimo, giunse con urlo di tempesta la furia di Naetro.
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Jarek
*Halya, dannazione … ma quanto ci metti ad arrivare?*
Lo sguardo attento su tutto ciò che lo circondava, alla ricerca di ogni minima traccia.
Silenzioso e vigile come un cacciatore che segue la sua preda.
Proseguiva.
*Ah, le donne … mai fidarsi di loro … per nessuna, maledettissima, ragione al mondo!*
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Halya
L'elfa vide la freccia sfiorare il suo bersaglio,in quel momento pensò che avrebbe anche potuto colpire Vilahir con una azione così affrettata. Ringraziò gli Dei che il suo colpo fosse risultato solo impreciso e non letale per il suo nuovo compagno.
Improvvisamente le venne il sospetto che anche Jarek avrebbe potuto trovarsi nella stessa situazione e, quando vide Naetro avventarsi sul guerriero, capì che lo sventurato non sarebbe rimasto vivo per molto e che la situazione in una maniera o nell'altra era nuovamente sotto controllo.
"Di ai miei compagni che ho seguito il nostro amico." Disse rivolta a Brackban.
Ripose l'arco, estrasse la daga e si avviò verso il punto in cui aveva visto sparire il carro.

[Modificato da bvzk 19/04/2005 4.02]

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Naetro
Naetro sentì sibilare vicino a lui la freccia dell'elfa.
*Dannazione ma mi voleva ammazzare?*
La vista del compagno in difficoltà gli fece dimenticare l'accaduto e la sua corsa non si interruppe neanche un momento.
Arrivato davanti all'assalitore reputò più sicuro per la salute di Vilahir sferrare un poderoso calcio al guerriero, nelle sue intenzioni tanto potente da allontanarlo dal compagno.
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19/04/2005 04:25
 
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Master
*Figlio d'un cane!*, disse tra sè e sè Vilahir.*Adesso ti faccio saltar via quella maledetta mano... e poi vediamo chi sarà da disprezzare!*
Ma la cosa si rivelò essere più difficile del previsto. L'orientale, benchè ferito, era un guerriero esperto, ed era stato abile a gettarsi sul bardo in modo da limitare il più possibile i suoi movimenti grazie alla semplice pressione del suo peso. Vilahir comprese che la freccia di Halya, benchè avventata, era stata provvidenziale, perchè aveva distratto il suo avversario per quell'attimo che gli era occorso per parare il suo micidiale fendente.
Ma parare era una cosa, scrollarselo di dosso per colpirlo a sua volta era tutta un'altra faccenda.
L'arrivo di Naetro risolse una volta per tutte la questione.
Il poderoso calcio sferrato dal guerriero colse l'Esterling al costato, poco sotto l'ascella destra. Si udì un raccapricciante rumore di ossa spezzate e l'orientale fu scaraventato via dal bardo, giacendo infine esanime poco lontano. Un rivolo di sangue gli colava dalla bocca semiaperta.

Halya giunse in pochi secondi in prossimità dei resti del carro. Non vide traccia di Jarek, ma vide i sacchi sparsi i giro ed udì i lamenti del povero cavallo. La vista delle condizioni dell'animale le provocò una stretta al cuore.

[Modificato da bvzk 19/04/2005 16.20]

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Halya
L'elfa dovette fare un grande sforzo di volontà per non correre accanto al cavallo nel tentativo di soccorrerlo, doveva trovare Jarek prima di tutto e poi avrebbe pensato alla povera bestia.
Questo fece crescere ancora di più il disappunto che già provava.
*Dove ti sei cacciato maledetto Eothraim?!!! Ma per quale sconosciuto motivo devi rendere le cose sempre così difficili?!!*
Decise di guardare nella zona dove il carro aveva subito l'impatto per cercare le impronte di Jarek.

[Modificato da Tyrande 19/04/2005 17.19]

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Naetro
Sul viso di Naetro si disegnò un sorriso simile ad un ghigno.
*Finalmente uno di questi bastardi capirà che significa essere solo in balia dei propri nemici, pagherai per tutto quello che avete fatto ai miei amici e a lei!*
Si avvicinò al guerriero e tenendo un piede premuto sulla sua gola, in modo da impedirgli ogni movimento, si rivolse a Vilahir.
"Vuoi avere tu l'onore di sgozzare questo cane?"

[Modificato da Maraudja 20/04/2005 21.23]

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Vilahir
L'intervento di Naetro aveva dato modo al bardo di ragionare. Le immagini che aveva visto erano ancora ben impresse nella sua mente, e il verme steso al suolo sotto il piede di Naetro era solo uno stupido strumento "Sicuro che questo verme non possa servirci vivo?"cheise al compagno tentando di ostentare indifferenza
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22/04/2005 19:03
 
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Master
Naetro si calmò. Trasse un profondo respiro e si dette un'occhiata intorno. Il giovane Eothraim era poco lontano e li fissava con un'aria tra lo stordito e lo spaventato. La zona dello scontro, a parte i cadaveri, era per il resto deserta: Naetro si chiese dove fossero andati a finire i cavalli.
Jarek ed Halya non si vedevano.
L'uomo sotto di lui ebbe un sussulto ed un fiotto di sangue gli uscì dalla bocca.

Vilahir stava fissando Naetro, attendendo una risposta, quando si accorse del sussulto dell'orientale.
*Vivo?*, si chiese. *Mi sa tanto che questo qui non ne avrà ancora per molto... Ma non si sa mai...*

Halya non ebbe difficoltà ad individuare due serie di tracce, parzialmente sovrapposte. Era evidente che Jarek aveva trovato le tracce del conduttore del carro ed aveva deciso di seguirle senza attenderla.
Si incamminò ma, man mano che procedeva, un crescente senso di disagio si impadronì di lei. Il bosco frusciava, quasi volesse indicare nervosismo, il cinguettio degli uccelli le appariva lontano, il ronzio degli insetti, invece, amplificato. L'aria si faceva sempre più pesante.
Cosa stava accadendo?

Jarek giunse al limitare di una piccola radura, al centro della quale cresceva un solo albero, piuttosto grande ma contorto, con la scura corteccia e le foglie lunghe e strette come lame di color verde scurissimo. Le tracce sembravano procedere sull'erba verde della radura e raggiungere l'albero.
L'Eothraim mosse un passo sull'erba ma si bloccò immediatamente.
Qualcosa non andava.
Troppo silenzio.
E, inspiegabilmente, aveva cominciato a provare uno strano timore.
Rimase immobile al limitare della radura per un lungo istante.
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Halya
*Tutto troppo strano, debbo trovarlo al più presto, debbo sbrigarmi! Maledizione Jarek ma dove sei?*
L'elfa aveva più o meno intuito la direzione delle impronte dell'eothrain e decise di affrettare il passo.
*Spero solo di arrivare per prima, ma prima di cosa?*
Questa volta la sua mente non riuscì a formulare una risposta sensata.
La sensazione di disagio cresceva ad ogni passo, diventava insostenibile, dimenticando tutte le cautele Halya cominciò a correre e a chiamare il compagno.
"Jarek, Jarek ti prego rispondimi!!"

[Modificato da Tyrande 23/04/2005 13.02]

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27/04/2005 23:54
 
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Jarek
*L’apparenza inganna, amico mio … e il nostro istinto ci ha sempre salvato la pellaccia!*
Jarek fece tre passi indietro, mimetizzandosi nuovamente tra la vegetazione.
Lentamente, cercando di non perder di vista lo strano albero, si mosse alla sua destra.
Aveva intenzione di fare il giro della radura prima di addentrarsi all’interno della stessa.
*In silenzio e con cautela, amico mio*
Con le armi in pungo continuò la sua perlustrazione.
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Naetro
"Merita solo una fine da bastardo come tale è!!!" disse Naetro. E, sussurando di modo che il tizio sotto il suo piede non potesse sentire, "Interroghiamolo", propose strizzando velocemente l'occhio a Vilhair senza farsi vedere dal bastardo.

[Modificato da bvzk 12/05/2005 5.44]

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29/04/2005 13:58
 
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Vilahir
"Come preferisci" replicò il numenoreano.

"Che ne dici di quell'albero?" aggiunse indicando un'alta pianta poco distante dal sentero
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30/04/2005 05:50
 
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Master
Vilahir non era del tutto certo di aver capito le intenzioni di Naetro, in ogni caso era deciso ad assecondare il guerriero.
In quel momento si rese conto di essere ancora steso a terra, per cui si alzò in piedi, senza perdere di vista l'esterling.
Era in attesa della prossima mossa di Naetro, quando si accorse che l'orientale aveva sussultato di nuovo, per poi giacere immobile, gli occhi aperti e fissi verso il nulla.
*Ecco, è andato*, pensò Vilahir. Si rivolse a Naetro per avvertirlo che non c'era più niente da fare.
"Ehm... Naetro...", aveva cominciato a dire il bardo. Ma la frase si spezzò bruscamente quando vide le pupille dell'orientale che si fissavano su di lui. Solo le pupille. Tutto il resto era rimasto immobile. Si sentì trafitto da quello sguardo innaturale.
Poi udì la voce.
"Chi siete voi?"
Il sangue gli si gelò nelle vene. Il "cadavere" aveva appena parlato, ma senza muovere minimamente le labbra. La bocca era rimasta semiaperta, con un rivolo di sangue che gli colava da un lato. Una sensazione di terrore lo attraversò, paralizzandolo lì sul posto ed impedendogli di spiccicare parola. La voce giungeva senza dubbio dal cadavere, ma Vilahir era certo che non fosse la sua.
"Non rispondi, insetto?", chiese la voce spettrale.
Anche Naetro si era bloccato, perplesso.
"Bene...", continuò la voce. "Avete ucciso questo mio strumento, ma quando avete di fronte una vera minaccia siete paralizzati dalla paura, vero?"
La voce si interruppe per qualche secondo. Il bardo riuscì a scoccare un'occhiata a Naetro. Anche lui aveva sentito. Anche lui era spaventato. Per un attimo aveva pensato che si trattasse di una visione, ma ora era certo che non era così. Quella cosa impossibile stava accadendo realmente, lì e ora.
"Non posso vederti chiaramente", riprese la voce, inchiodando di nuovo Vilahir. "La morte sta appannando la vista di questo orientale. Ma chissà perchè ho la sensazione che dovrei conoscerti... Ricordi che affiorano dal passato...".
Una breve pausa, poi: "Comunque è irrilevante. Forse credete che Re Rabain sia tornato e siete corsi ad unirvi a lui, o forse no. Come si fa chiamare adesso? Elarin? Le profezie non sono chiare su questo punto. In realtà non c'è nulla che un selvaggio Eothraim possa fare per cambiare la situazione. Che sia davvero Rabain redivivo, oppure che creda solo di esserlo, se tenterà di intralciarmi lo distruggerò. Ditegli questo."
La voce si dissolse. E Vilahir si trovò a fissare un cadavere, mentre fu di nuovo conscio del mondo intorno a lui.

Jarek, rimanendo tra la vegetazione sul limitare della radura, mosse qualche passo, aggirando lo strano albero. Poi vide qualcosa per terra, a poca distanza dal tronco dell'albero.
*Una spada ricurva...*, pensò. *Come quelle utilizzate dagli orientali... come si chiamano? Scimitarre, già. Sarà del tipo del carro. Ma perchè l'avrà abbandonata sotto un albero solitario?*
Non fece in tempo a completare i suoi ragionamenti, perchè in quel momento qualcosa lo afferrò per i calzoni, all'altezza del polpaccio, e cominciò a tirarlo indietro, verso una fitta macchia di cespugli.
Sobbalzò, spaventato, e si voltò repentinamente, pronto a colpire. Si bloccò quando vide un grosso cane nero che, con espressione quanto mai preoccupata, lo aveva afferrato per i calzoni e lo tirava indietro.
"Kuma!?", esclamò, riconoscendola. "Ma che diavolo..."
Il cane, senza mollare la presa, guaì.
Proprio allora gli giunsero alle orecchie i disperati richiami di una voce femminile che urlava il suo nome.
"Halya?"

La visuale di Halya era ostruita dalla vegetazione, ma l'elfa era sicura che la sensazione che provava aveva origine a pochi passi davanti a lei. Le sembrava che in quel punto ci fosse una radura.
Poco distante, sulla destra, vide qualcosa muoversi. Una figura, un uomo, che effettuava strani movimenti, apparentemente stando sul limitare della radura.
"Jarek!", chiamò di nuovo.
Se era lui, era dannatamente troppo vicino al pericolo.

[Modificato da bvzk 30/04/2005 5.56]

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Jarek
Kuma!? Ma che diavolo …” esclamò Jarek colto di sorpresa.
Poi, abbassando la voce, continuò:
Ho già detto al tuo padrone che arrivarmi alle spalle in questo modo è una pessima idea! Avrei potuto infilzarti e …
Un pensiero improvviso!
*Naetro!*
Una breve riflessione, poi …
*… perché Kuma si trova qui? E perché Halya non è ancora arrivata? Avevo mandato Naetro ad avvertirla … che sia successo qualcosa a quel …*
Inaspettatamente una voce familiare ruppe il silenzio che regnava in quel posto.
Jarek!” Halya lo stava chiamando disperatamente.
*Acc… ma perché strilla in questo modo?*
Abbassò lo sguardo verso il grosso cane nero, si inginocchiò, lo accarezzò dolcemente sulla testa e poi sussurrò:
Di cosa mi vuoi avvertire? Hai fiutato qualche pericolo? Oppure volevi avvisarmi che sta arrivando (tranquilla come la notte e silenziosa come le nuvole) Halya?
Senza rialzarsi, si girò verso la direzione da dove gli era giunta la voce dell’elfa e, senza gridare, ma con un tono di voce sufficientemente alto per farsi udire, disse:
Halya, tranquillizzati, sono qui. E smettila di urlare … altrimenti nel giro di un minuto avremmo addosso tutti gli orientali di Azrek!
Un sospiro …
*… ah … le donne … e questa, per giunta, è di razza elfica!*
Poi girò lo sguardo verso la radura ...
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