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Capitolo 1 - "Gradiremmo la vostra discrezione..."

Ultimo Aggiornamento: 08/12/2004 12:59
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05/11/2004 12:27
 
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Master
Nella locanda, la sola presenza di messer Lossadan era bastata a rendere l’atmosfera più chiassosa e ciarliera. Non era raro che frequentasse il 'Destriero' per una birra rinfrescante, e visto che dopo il suo ingresso ogni volta clienti e consumazioni aumentavano di parecchio, l’oste era sempre felice di averlo come suo ospite o di praticare sconti speciali ai suoi migliori amici. La birra per lui veniva spillata da un barile speciale, ed era scurissima, forte, gelida e aromatizzata al miele. Una vera prelibatezza.
Anna, Pensò Dalkest, doveva essere nlle cucine. Il cavaliere era quasi sicuro di aver visto il suo viso per un istante dietro le doppie porte quando si erano aperte.
L'aria iniziava a profumare di erbette, patate, coniglio e pollo arrosto. Dopo una breve ispezione alla stanza, il Capocomico rispose al cavaliere.

Lossadan “Ahi ahi, credo che dovremo sbrigarci a parlare d'affari,mio caro amico!”, disse Lossadan ridendo e guardandosi attorno. “Tra poco arriveranno le solite richieste di ballate, versi e canzoni, e verrò sequestrato dagli avventori. Comunque, tornando al nostro discorso, mi pare di aver capito che l’uomo dai capelli scuri sia davvero un dunedain dell’Arnor. Del biondo non saprei dire, ma ad un’occhiata superficiale mi sembra un vostro conterraneo. In verità mi è sembrato di capire che uno dei due si chiami Athorman, ma non saprei a chi assegnare questo nome.
E voi invece? Sareste davvero disposto a seguirci? Vi premetto che la paga è buona, ma il lavoro è molto duro. Anche se non dovessimo mai impugnare le armi ci sarebbe da sgobbare parecchio per voi. Mi serve un capo della sicurezza, che guidi il personale con decisione e discrezione. Durante il viaggio vi dovreste occupare della scorta armata, dei turni di guardia, della difesa dei carri e dell’acquisto di eventuali attrezzature. Ma la parte difficile inizia a Lond Arador. E’ lì che siamo diretti. Il capo della mia sicurezza deve essere invisibile e svelto come un lampo. Non devono accadere incidenti di alcun tipo, e nessuno deve mai farsi male, nemmeno tra i ‘cattivi’ se capite che intendo. Qualunque cosa dovesse accadere, il pubblico, le guardie cittadine, ma soprattutto il Conte e la Contessa tanto quanto i loro cavalieri e dignitari non se ne devono accorgere. Per fare questo occorre selezionare un po’ la gente all’ingresso, sorvegliare il teatro giorno e notte, ma anche giocare d’anticipo, muovendosi con discrezione in città per afferrare voci e pettegolezzi. Forse non lo sapevate, ma anche gli attori possono avere tanti nemici. Tanti quanti ce ne procurano la nostra fama e il nostro…peso politico!”


Detto questo, Lossadan sorrise di nuovo, bevve il primo, lungo sorso dal suo boccale di birra, e si guardò in giro. Rispondendo con un gesto della mano ai saluti che provenivano dai tavoli vicini.
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Barak
Barak torno' velocemente alla locanda.
*devo sbrigarmi, l’ideale sarebbe cenare con loro ed ascoltare un po' di chiacchiere per capire se c’e' qualche cosa che non va’, non sembrano esserci problemi ma non si sa mai, iniziare a conoscere meglio le persone con cui viaggero' per i prossimi mesi sara' sicuramente utile*

[Modificato da Kedar 06/11/2004 19.30]


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Eorein
Eorein si alzò e dopo aver fatto un cenno al suo compagno, si avviò deciso verso il tavolo occupato dai due uomini che erano appena giunti. Rivolgendosi verso quello più basso, che sembrava conoscere tutta la locanda, disse:

"Cari signori, non ho potuto fare a meno di notare che voi, come me ed il mio amico, vi state preparando per un viaggio. Il mio nome è Eorein ed il mio amico accanto a me si chiama Athorman.
Posso chiedervi di unirci al vostro tavolo e di raccontarci a vicenda le rispettive destinazioni? Due valide spade in più potrebbero farvi comodo ed un pò di compagnia durante il viaggio a noi sarebbe certamente gradita"
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08/11/2004 10:33
 
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Dalkest
Dalkest per poco non sobbalzò sulla sedia, si aspettava che i due si facessero vivi, ma non così presto, maledizione, l'avevano colto completamente di sorpresa. si augurò che Lossadan non avesse notato questo particolare.

*accidenti! ho bisogno di altro tempo per discutere con Lossadan, e non ho neanche il tempo di pensare all'incarico appena offerto*

"Messer Eorein, messer Athorman, il mio nome è Dalkest, e mi sembra di capire che lei provenga dalle lande dei miei padri, sarà per noi senz'altro un piacere condividere le informazioni sul viaggio con voi, ho notato che possedete delle mappe che potrebbero tornare utili ad entrambi, purtroppo però devo chiedervi di lasciarci il tempo di finire questa pinta di birra da soli, in maniera che si possa finire la discussione che avevamo appena iniziato, a meno che messer Lossadan non la consideri già chiusa."

si era alzato in piedi per proferire queste parole e guardando negli occhi il biondo guerriero stava cercando di valutare le intenzioni dei due.
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08/11/2004 13:41
 
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Eorein
Gli occhi azzurri di Eorein si soffermarono brevemente su quelli dell'uomo che aveva di fronte.

*Quest'uomo ha atteso per tutto il giorno l'arrivo di questo Lossadan, non è lui il capo.*

"Effettivamente vengo dal Rhovanion, ed i miei padri appartengono al clan degli Eodar." rispose con un lieve sorriso rivolgendosi al suo interlocutore.
Il suo sguardo si posò poi sull'altro uomo rimasto seduto:

"Cosa ne pensate della nostra proposta, messer Lossadan?"
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Lossadan “Sono abituato alle folle, ma di spettatori, non di cavalieri in usbergo e spada!”, replicò l’attore. Non parve infastidito dall’arrivo dei due uomini. Sembrò anzi iniziare a pensare a qualcosa, con un po’ più di un’ombra di malizia negli occhi. Stava ragionando e vagliando delle possibilità, scrutando Eorein ed Athorman. Se i presenti avessero potuto ascoltare i rumori nella sua testa di certo avrebbero sentito un rumore di ferraglia ed ingranaggi stridenti, mentre Lossadan si faceva una prima impressione dei due e valutava la reazione di Dalkest.

*Ora, un nuovo incontro. Due nuove vite che cercano di entrare nella mia. Saprò leggere bene dentro di loro? L’inizio è fondamentale, perché ci si capisca a vicenda. Sento che questo resterà un momento importante, per la mia vita futura. Meriel me lo aveva detto ieri sera. ‘Lossadan, ti ricorderai della giornata di domani. Riposa bene che ne avrai bisogno’. Tsk, odio quando fa la sibillina ma sembra proprio avesse ragione, come al solito!*

Fu un pensiero di un attimo, ma tanto forte che i tre viaggiatori raccolti intorno a lui lo percepirono in qualche modo. Meno di una sensazione appena accennata, eppure più di qualcosa che si poteva ignorare tranquillamente. Il carisma di Lossadan stava appena iniziando a funzionare…

L’attore sorrise a sua volta e rispose ad Eorein guardando verso Dalkest.

“Cavaliere, messer Athorman, non avrei nulla da ridire a lasciarvi viaggiare con noi ad ovest, verso Lond Arador. La strada è di tutti, e la compagnia di persone leali è assai gradita, specie se sono esperte di fatti d’armi e di viaggi. Tuttavia viaggiare con noi Aranrim, dividere il nostro fuoco ed il nostro cibo, farsi vedere dagli altri vicino a noi, come amici o soldati, comporta delle responsabilità. Giusto quelle che stavo elencando al buon Dalkest. Purtroppo non ho avuto modo di udire la sua replica, ma questo è forse un bene. Ora ho infatti una scelta in più dalla mia parte. Mi sembrate entrambi validi uomini d’arme, e rinnovo la mia proposta a tutti e tre. Chi se la sente di voi di assumersi l’onere della sorveglianza e della sicurezza della mia Compagnia fino a settembre, durante il nostro viaggio da Lond Arador a Lond Daer? Chi di voi ha i numeri per ottenere questo incarico? Certo, potreste anche rifiutare, tutti e tre, e ciononostante seguirci fino al mare, il che mi farebbe comunque piacere. Ma anche in questo caso finché viaggerete con noi sarete soggetti all’autorità di chi difenderà le nostre persone e la nostra pubblica immagine. Che mi dite signori, e intendo tutti e tre. Che ne dite, vi interessa? Ne possiamo parlare?”

Il discorso dell’attore non aveva alleviato la tensione neanche un po’. Anzi, le cose si sarebbero presto potute evolvere in malomodo. Lossadan aveva fatto, audacemente, la sua mossa, gettando la sua esca così, all’improvviso, senza pensarci. Si accomodò meglio sullo sgabello e, sollevato il boccale, accennò a levarlo in un rapido brindisi prima di scolarselo tutto d’un fiato. Si chiese che cosa sarebbe successo, ed aspettò…

[Modificato da Ossian77 08/11/2004 20.46]

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Dalkest
*che storia è questa? come faccio a sapere se sono migliore o peggiore di uno qualsiasi di questi due nel compiere ciò che mi è stato chiesto? come posso, io, decidere una cosa così importante?*

Dalkest raccolse il fiato, esitò un momento e notando che gli altri si aspettavano una risposta da lui disse la prima cosa che gli venne in mente

"non posso sapere se sono più o meno adatto di Eorein o Athorman all'incarico che mi avete chiesto di svolgere, probabilmente no visto che ho avuto una educazione militare volta alla sola specialità cavalleresca mentre mi sembra che vi serva una sorta di capitano delle guardie, ruolo che, in caso di rifiuto di questi due nobili signori, potrei anche svolgere. facciamo così messer Lossadan, io mi offro come cavaliere alle sue dipendenze e se dovrò dare ordini ad altri o riceverne sarà lei a deciderlo, senza temere nessun tipo di insubordinazione da me, visto che ho l'onore come primo obiettivo da difendere."

*cosa che però non posso assolutamente garantire per Mandorallen che fa sempre di testa sua, sarà bene che quel cavallo non mi faccia fare brutte figure!*
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09/11/2004 17:25
 
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Eorein
Il biondo cavaliere prese una sedia e si sedette al tavolo, di fronte a Lossadan, facendo nel contempo un gesto al suo amico ed a Dalkest di fare altrettanto.

"Sono certamente interessato alla vostra proposta, ma devo saperne di più prima di decidere se accettarla o meno. Avanti messere, credo sia giunto il momento in cui ci raccontiate tutto con calma."
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09/11/2004 18:55
 
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Athorman
Il guaritore non si era fatto sfuggire nessun dettaglio di tutto ciò che i suoi sensi avevano percepito durante il discorso di Messer Lossadan, e tantomeno le risposte del biondo cavaliere e dell’amico Eorein, e mentre si sedeva il suo cervello frullava ipotesi varie sul da fare.

*Il capo della sicurezza sicuramente godrebe di una maggiore libertà di manovra, ed indirettamente coloro che fossero alle sue dipendenze.*

Questo privilegio comunque doveva pagare il prezzo di un febbrile e costante lavoro di organizzazione, osservazione, ecc. ecc. Anche se la domanda era stata rivolta a tutti e tre, il guaritore sapeva bene che le sue caratteristiche facevano di lui l’escluso per eccellenza. Quindi i suoi pensieri si focalizzarono su come poter avere la libertà d’azione che gli necessitava.

*Se Eorein accettasse l’incarico come capo della sicurezza potrei godere dei suoi favori in termini di consegne, ma sarei comunque legato ad esse……Se invece mi proponessi per quello che sono, godrei di una totale libertà di azione e, tra le cure di un mal di gola e la sutura di qualche ferita di lavoro, dedicarmi alla ‘mia ricerca’.*

Convinto che quest'ultima ipotesi fosse quella più indicata alla situazione guardò negli occhi Lossadan e disse:

Messer Lossadan forse il mio aspetto vi ha fatto pensare a me come un uomo d’arme, in realtà sono principalmente un guaritore, e quindi poco indicato a dirigere il personale che dovrà tutelare la vostra sicurezza.
La mia proposta personale è quella di seguire la compagnia con l’intento di tenerla in salute e curarla nel caso ce ne sia bisogno. Il mio braccio è comunque sempre pronto a impugnare le armi qualora il capo della sicurezza ne abbia bisogno.


Detto ciò da sotto il tavolo fece 'piedino' all'amico Eorein.

[Modificato da Fingal 09/11/2004 18.57]

[Modificato da Fingal 09/11/2004 19.00]

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10/11/2004 10:35
 
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Master
Una volta che tutti e tre si furono comodamente seduti al tavolo, Lossadan fece un cenno all’oste, che si avvicino a passo svelto e con un bel sorriso sul volto affaticato per il gran lavoro.

Hayden “Ehm, si Maestro? Allora che cos...”
Lossadan “Hayden”, il nome dell’oste. Pronunciato con intensità. L’oste si zittì, quasi si mise sull’attenti, “Portaci, e sii lesto, quattro nuovi boccali di birra, ed una caraffa da cinque litri. Portaci da mangiare, qualcosa di leggero, e prendi questi soldi. Ti pago in anticipo. Il resto è mancia, ma vedi di meritartela. Io ed i signori qui stiamo parlando di affari, e non vogliamo essere disturbati. Se ti chiedono di me, se qualcuno si avvicina per una ballata, una canzone, qualunque cosa, tu congedalo e digli che oggi non posso, e che sto parlando con tre vecchi amici che non vedo da due lustri. Tutto chiaro?”.
Hayden “Oh, si, si, si, messer Lossadan, cristallino. Chiaro come le acque del fiume bianco, oserei dire”

Lossadan “Bella metafora. Ora va!”

Athorman, più i tutti, si rendeva conto che Lossadan stava usando un qualche tipo di potere. Niente di sovrannaturale, sicuramente, ma di sicura efficacia. Aveva parlato di birra, patate e mance, ma persino a lui che era un dunadan aveva fatto un certo effetto. Figuriamoci al povero Hayden, che si era volatilizzato in direzione della cucina manco avesse l’inferno alle calcagna.
Lossadan non disse nulla. Guardò i suoi tre interlocutori, dritti negli occhi, ma senza essere aggressivo. Semmai curioso. Attese pazientemente finché Hayden non fu tornato con un tagliere di spiedini di coniglio, tre ciotole, uno stufato di patate, le birre e la caraffa. Non profferì parola mentre apparecchiava, e bofonchiò qualcosa che poteva essere un augurio, tanto a mezza bocca che non si capì nulla. L’attesa era diventata pesante. Nella locanda così affollata, tra le urla della gente ed i canti dei contadini, un nuovo ospite si era accomodato alla tavola di Lossadan. Era Il Silenzio. Come una specie di servitore, obbediente, invisibile e potente, stava lì pronto a scattare al comando dell’attore. Quella pausa era intenzionale. Con i soli occhi, con l’immobilità, con il silenzio, Lossadan stava giocando con loro, stava entrando dentro di loro. Si sentirono gradualmente sempre più scoperti, aggrediti. Lentamente, pazientemente, Lossadan li stava legando a se.
Infine, Lossadan riprese la parola.

Lossadan “Ho bisogno, questo è vero, di uomini d’arme. Stiamo andando a Lond Arador, a sud della baia di Emettin. Forse voi la conoscete come Harlindon. E’ alle pendici occidentali dei Monti Azzurri. Il viaggio, già lo sapete, potrebbe essere pericoloso. Non più di tanto, in verità. Attraverseremo il cuore immacolato dell’Arnor, e non potrei immaginare strada più sicura. Eppure proprio per questo ho ricevuto un illustre e saggio consiglio, quello di viaggiare ben preparato. Non so da cosa potrei dovermi difendere, francamente, ma fosse solo per quello bastereste ed avanzereste voi tre più gli uomini della mia compagnia che sanno tirare di scherma, tra cui il sottoscritto. Tuttavia il pericolo che sento dinanzi a noi è di altra natura. Ignoto, impalpabile, invisibile. Noi siamo gente di spettacolo, siamo i ‘folli’, autorizzati in nome della nostra pazzia a dire quello che vogliamo, ad innalzare o inabissare qualunque bersaglio. Ma non siamo certo dei folli senza idee. Sappiamo, conosciamo, abbiamo studiato e viviamo con le orecchie bene aperte. E commentiamo. Sul palco, oltre all’insegnamento morale, vi è sempre una celebrazione o una condanna per qualcuno che sta seduto a guardarci. Spesso queste cose ci vengono commissionate da ricchi mecenati, il più delle volte come innocua celebrazione dei fasti di una casata. Altre volte sono nostra iniziativa. Di sicuro, c’è sempre qualcuno che potrebbe non gradire.
Abbiamo dei nemici, noi attori. Nemici che non possono zittirci senza incorrere in serie rappresaglie. Quindi devono colpire ciò che abbiamo di più caro: la credibilità. Noi siamo gli Aranrim. Gli Uomini del Re. Noi siamo protetti dalla casa reale in persona, e finché il Re ci accorda i suoi favori, siamo inavvicinabili. Ma il Re è pur sempre un uomo, circondato da uomini, alcuni pettegoli e maldicenti, altri solamente pavidi e sciocchi. Ad alcuni di loro deve dare ascolto, e non potrebbe mai proteggere dei villani o dei criminali a dispetto del consiglio di questi suoi confidenti. Ecco perché dobbiamo arrivare a Lond Arador, e da là muoverci in tournee, già pronti a tutto. Non conosco Lond Arador, e non posso dunque assumere gente laggiù. Non ho chi può parlami bene dei locali, o garantire per loro. Qua invece è diverso. Anche voi tre siete conosciuti, e di ognuno di voi già sapevo qualcosa prima ancora di conoscervi. Infine, chi mi consiglia mi dice che Lond Arador è cambiata. Rimane un gioiello, ma, a quanto so, la sua luce ha cambiato leggermente tono, se non intensità. Il cambiamento, in verità, è nell’aria, sebbene in pochi se possano accorgere per ora.
Comunque sia, mi serve un capo della sicurezza, adesso, e se non lo sarà uno di voi, potrete comunque seguirci, ma io dovrò cercare qualcun altro; se ci seguirete, a questa persona sarete soggetti, con pieni poteri marziali, se necessario. Tutto deve filare sempre liscio, e chi guida il mio personale deve avere caratteristiche assai rare: 1) deve avere cento occhi, persino dietro la testa, 2) deve saper prevedere il futuro, 3) deve avere il dono dell’ubiquità, 4) non deve dormire mai, 5) deve essere leale e fedele almeno quanto un cavaliere lo è al suo Re ed al suo Dio. E’ un lavoraccio, signori, che comporta grandi responsabilità per un lungo periodo. Accettatelo, e vi pagherò 25 pezzi d’argento al mese, fornendovi vitto ed alloggio gratis”.


Lossadan si fece silenzioso di colpo. Scrutò i suoi tre interlocutori ed attese. Solo un orecchio veramente allenato avrebbe potuto notare che Lossadan aveva modulato la voce in modo che fosse udibile solo a quel tavolo, alzandola ed abbassandola secondo il rumore di fondo fatto dai clienti del Destriero d’Acciaio. Era stato dannatamente convincente, ed ora, per qualche strana ragione, Eorein, Athorman e Dalkest, sentivano uno strano freddo nel ventre contratto. Nessuno dei tre si sentiva a proprio agio, ma prima o poi avrebbero dovuto rompere quel silenzio…
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*Credo che in qualche modo il buon Lossadan stia cercando di intimorirci, per valutare le nostre reazioni. Beh, non sarà tanto facile con Eorein, figlio di Frèalaf.*

Il guerriero si sistemò meglio sulla sedia, bevve un sorso di birra dal boccale che aveva di fronte e piantò di nuovo i suoi occhi chiari in quelli del suo interlocutore:

"Molto bene messer Lossadan" disse a voce bassa, ma ferma, "siete stato chiaro sui compiti e sulle responsabilità che dovrà assumersi il vostro capo della sicurezza. Ora però vorrei sapere due cose. La prima: i poteri e l'autorità che avrà all'interno della Compagnia. Avendo responsabilità sulla sicurezza dei suoi membri, nessuno di essi dovrebbe assumere comportamenti od atteggiamenti che possano palesemente metterlo in pericolo, contravvenendo ad eventuali disposizioni in merito. Non vorrei dovermi ritrovare a fare la balia ad un gruppo di bimbi viziati.

ed aggiunse con un sorriso:

"La seconda: la paga."
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Master
Lossadan: “Lodevoli tanta fermezza e chiarezza d’intenti. Eorein, vedete, il capo della sicurezza avrà dei precisi poteri, che rientrano nella norma del buon senso. Nessuno di noi è un poppante viziato, ed anche il nostro lustrascarpe potrebbe dare lezioni ad ognuno di voi sui mille inconvenienti che possono capotare e sul modo di porvi rimedio. Do per scontato che certe cose le sappiate anche voi, comunque. In verità avevo pensato proprio al signor Athorman, sapendolo un dunadan, per questo lavoro. Peccato scoprire che non è uomo d’arme, ma di scienza, seppur valoroso con la spada.
Questa è uno cosa delicata, e va svolta con classe. Non basta saper galoppare come il vento lancia in resta, né essere in grado di ridere in faccia a duecento orchetti inferociti. Conosco le leggende sui cavalieri del Rhovanion, e sono contento che ci siate voi tra me e le vecchie ombre dell’est, ma la mia richiesta si pone su un altro piano.
Dovete capire che siamo attori, sebbene noi tutti si sappia andare a cavallo e tirare di scherma. Che sono anni (sedici, per quel che mi riguarda) che calchiamo le scene. Abbiamo visto tutte le possibili risse prima, durante e dopo lo spettacolo, dentro e fuori del teatro, in taverna mentre festeggiavamo o nel nostro campo mentre facevamo le prove. Alcune sono anche finite male, e sebbene possa vantarmi di non aver stroncato mai una sola vita, più di un uomo si è fatto settimane di convalescenza per la mia spada ed il mio pugnale. Solo che, vedete, non è compito nostro badare che questi siano eventi rari. E’ una questione di sicurezza, ma anche di immagine. Come dire ‘Guardate gli Aranrim, che bel servizio d’ordine che hanno. Eh si, lo guida un certo Eorein, è quel guerriero possente in cotta di maglia’ ecc…Inoltre, a molti di noi occorre stare belli rilassati e tranquilli, per dare il meglio sul palco e con la penna. Per questo è essenziale che voi diventiate degli invisibili angeli custodi.

I vostri poteri sarebbero quelli di un comandante che scorta dei civili. Decidere l’ordine di marcia, le soste, le fughe, i turni di guardia ecc…Avrete ai vostri ordini due o tre uomini, oltre ai presenti e ad un altro viandante come voi. Potete decidere chi entra in teatro e chi resta fuori, chi deve uscire prima della fina e chi invece è ospite gradito, a chi far pagare dieci volte il biglietto e chi lasciare entrare gratis. I vostri uomini vi dovranno obbedire ciecamente, sperando che non ordiniate cariche suicide in campo aperto, ma dovranno ricorrere alle armi solo come estrema ratio. Meglio sempre parlare, prima, e dimostrarsi anche un po’ accondiscendenti. Quando si tratta con i nobili o con i loro seguiti, non conviene mai vincere, sempre meglio pareggiare. Questo per diritti e doveri. Quanto alla paga, non mi avete ben ascoltato, poco fa. Ho detto: 25 pezzi d’argento al mese, oltre a cure mediche, vitto ed alloggio gratis. I vostri sottoposti prenderanno invece 15 pezzi d’argento al mese, oltre a vitto ed alloggio gratis. Naturalmente, in caso di seri rischi o combattimenti all’ultimo sangue, è previsto un bonus, ed un bonus ancora più alto se riuscite ad evitare gli stessi. Ora che mi dite? Vi suona più convincente?”
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Dalkest
finalmente! la decisione era stata presa, in cuor suo aveva trovato il suo ruolo, sapeva esattamente cosa avrebbe fatto da quel momento fino alla fine del viaggio ed oltre. non era stato semplice arrivare a tale decisione, aveva dovuto far fronte a più di una contraddizione interna, aveva dovuto in qualche modo reprimere il proprio orgoglio di combattente ed accettare la realtà, che, come aveva già mostrato a Lossadan, aveva già accettato in un qualche modo.

"bene, posso dire di non essere affatto adatto al ruolo che avete richiesto, ed anch'io credo che, nonostante non sia un uomo d'arme, Athorman poteva essere la scelta più accurata. c'è da dire che lo stesso Eorein dimostra di sapere il fatto suo e di non avere remore a parlare chiaramente, tutte qualità che ben si addicono ad un comandante. per quanto riguarda l'impavido Dalkest non avrete che chiamarlo quando servirà qualcuno che galoppi lancia in resta o che rida in faccia a duecento orchetti, servirò il comandante di questa piccola guarnigione chiunque esso sia. ne va del mio onore! tanto più che la paga per i "sottoposti" ammonta a circa 8 volte quello che avevo intenzione di chiedere. contate su di me"

così detto si appoggiò al muro con la schiena ed ingurgitò con un unico sorso ciò che rimaneva della sua birra!

*Lasya, Meriel, viaggeremo insieme...*
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Eorein
L'Eòthraim si lisciò pensieroso la bionda barba e dopo qualche breve istante di riflessione, rispose all'uomo seduto di fronte a lui:

"Molto bene messer Lossadan, affare fatto, accetto la vostra proposta."

e gli porse la sua mano.
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Master
Dopo le parole di Eorein, il viso di Lossadan si fece d’un tratto sereno. Strinse con calore la mano al cavalòiere, guardandolo dritto negli occhi. La concentrazione e l’intensità sconcertanti che avevano dimorato fino a pochi istanti prima nel suo sguardo in modo quasi imbarazzante, avevano lasciato il posto al sorriso di un bambino, innocente e gaio. Era in verità un attore, e dentro di lui vivevano molti fantasmi, ombre di vecchie maschere, voci di personaggi che si erano spostati, dalla sua mente, alla penna, alla carta ed alla voce. Difficile dire in che modo fosse un uomo sincero Lossadan (che uomo sincero era per davvero) e quale delle sue maschere stesse parlando in un dato momento. Era stato quasi imbarazzante parlare con lui, tanto era serio e convinto della drammaticità della situazione da dare l’impressione ad Athorman di avere davanti re Anarion in persona.

Lossadan: “Eccellente, signori, eccellente davvero. Dalkest, prode cavaliere, offre la sua spada ed il suo cavallo, ma più pregiato ancora è il dono che ci fa di mettersi al nostro servizio con la sua lealtà ed il suo codice d’onore. Messere Eorein, che sembra sapere il fatto suo, ammette di avere le spalle abbastanza larghe per prendersi questo ingente carico di responsabilità e farci dormire tutti tra sette guanciali. Voi, messer Athorman, mi è sembrato di capire che siate un grande amico di messer Eorein, e che le vostre strade siano unite per un lungo periodo. La vostra sarà una compagnia illustre ed assai gradita tra noi Aranrim. Per il solo fatto di essere un Numenoreano di Alto Lignaggio avrete già mille cose da raccontarci. Per di più devoto ai Valar ed erudito nelle scienze. Preparatevi ad un assalto di domande su ogni argomento dello scibile, quando saremo in viaggio. In tutti i modi, tenete a mente che la vostra spada è altrettanto gradita, sebbene non siate tenuto a rischiare più del necessario!”

Mentre parlava si alzò in piedi, stringendo la mano alle persone a cui si rivolgeva: Dalkest, Eorein ed Athorman. I tre avvertirono che a dispetto del sorriso era davvero soddisfatto della scelta, e che le reputava persone degne e rispettabili. Si mise infine dietro il gruppo, aprendo le braccia come per invitarli ad andare in una direzione. Sempre ridendo, proseguì,

Lossadan “Hayden, noi ce ne andiamo! Chiudi il conto ai signori, qui in locanda, e portalo domattina da Heltzveg, ci penserà lui! Signori, quanto a voi siete invitati ad una piccola festa. Il vostro lavoro comincia ufficialmente da domani mattina, quindi ora è tempo del riso leggero, della gaiezza, dei pensieri frivoli, dell’idromele e del vino, delle frutte succulente, delle danze e dei canti a squarciagola! Non voglio minacciarvi con un baccanale, ma di sicuro farete tante nuove amicizie tra poco!”

Uscendo dalla locanda, mentre erano sulla sogli, scattarono in piedi almeno la metà degli avventori, alzando i boccali al cielo verso Lossadan e gridando il loro saluto in coro, imitati da tutti gli altri che erano rimasti seduti. Il coro si spense, per essere presto sostituito dalle belle voci che venivano da dietro il tendone arancione tra i carri della Compagnia. La sera era calda ed asciutta, ed un leggero vento dal sud faceva ondeggiare le fiaccole e le torce agli angoli della strada.

Il silenzio, e tutto ciò che vi si annidava, per stanotte avrebbero atteso…

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Athorman
Le parole ed il modo in cui Messer Lossadan le aveva pronunciate, quell’avvolgente ‘vibrazione’ positiva che aveva colto il guaritore nell’immediato istante che aveva seguito la scelta, ora che camminavano verso il campo degli attori, lasciava pian piano spazio alle inquietudini che da qualche tempo avviluppavano la sua anima.
La sensazione che il guaritore provava era equiparabile a quella di chi sta per cimentarsi contro un temile avversario, tipo entrare nella grotta di un drago.


*Che i Valar guidino il nostro cammino e le nostre anime*

[Modificato da Fingal 15/11/2004 15.46]

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Master
I tre uscirono di buon passo dalla locanda nella piazza dei tessitori. Con un cenno Dalkest si congedò per un attimo per badare al proprio cavallo, trasferendolo nelle stalle. Qui vide altri due animali, alti e robusti. Uno dei due aveva stazza e portamento, tipici dei destrieri del nord, mentre l’altro era un magnifico destriero, scattante e fierissimo. Non ci mise che un attimo a capirne la provenienza. Le vaste, sconfinate pianure erbose del Rhovanion. Quello, come il suo Mandorallen, era un cavallo abituato a combattere ASSIEME al suo padrone, con coraggio ed intelligenza. Quella vista, in un certo modo, lo rassicurò su di Eorein. Nessuno dei destrieri della sua gente si sarebbe accompagnato ad un guerriero dal valore meno che immacolato, cosa che parlava assai bene del suo nuovo “Comandante”. Dal giorno dopo, e solo da allora, si sarebbe visto che tipo di comandante sarebbe stato. Presente o pronto a delegare, consapevole o sprovveduto, tirannico o giusto.
Qualunque fosse la risposta, su Dalkest vegliava sempre il Codice. Attenendosi ad esso non poteva sbagliare, nemmeno nel servire qualcuno.

Giunse ai carri pochi minuti dopo, e vide una scena che lo rallegrò e rasserenò grandemente. Due tavolate, apparecchiate con tovaglie e stoviglie lucenti, ospitavano una quindicina di persone. Tra di esse riconobbe all’istante Lasya e Meriel, oltre al finto Lossadan, a quello vero e, ovviamente, Eorein ed Athorman seduti accanto a lui. Si stavano ancora finendo di presentare agli Aranrim quando tutti si girarono a salutarlo. Il clima era allegro e cordiale, e la cena era già ben oltre la seconda portata. Dal retro di un carro, adibito a cucina, due uomini portavano taglieri e coppe, pentole e padelle, e servivano i commensali facendo il giro dei tavoli.
A capotavola, due uomini del nord suonavano degli strumenti a corda, simili a dei liuti, intonando un motivo cantato almeno da altre sette o otto persone.

Lossadan, con un cenno della mano, lo invitò a sedersi accanto a lui. Mentre attraversava lo spazio sotto il tendone, numerose pacche si abbatterono sulle sue spalle, accompagnate da saluti.
“Benvenuto ragazzo!” , “Benincontrato, messer Dalkest” e “Eccolo, finalmente! Salve Dalkest” furono le frasi che lo raggiunsero da ogni angolo.

Da dove stava la sua sedia potè veder che gli Aranrim erano composti da 11 uomini (compreso Lossadan) e 5 donne (incluse Lasya e Meriel). A parte l’uomo che si era spacciato per Lossadan, dovevano avere più o meno tutti la stessa età, ovvero circa trent’anni. Sembravano tutti amici di vecchia data, gente che ben si conosceva, e lo accolsero come un fratello così come avevano fatto con Eorein ed Athorman. I tre furono sommersi da una messe di domande, su chi fossero, donde venissero e su quali imprese di merito avessero compiuto.

La serata si prospettava assai movimentata e divertente…
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17/11/2004 13:08
 
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Eorein
Subito il rude cavaliere del Rhovanion si trovò a proprio agio all'interno della chiassosa compagnia: le sue mani stringevano vigorosamente quelle che gli venivano porte dagli attori ed il suo sguardo si posava invariabilmente sulle splendide dame che adornavano l'allegro gruppo con la loro bellezza.
Poteva sentire Dalkest raccontare le sue imprese di cavaliere ed il suo amore per le azioni coraggiose e virtuose, guidate da un severo codice di comportamento: dentro di sè Eorein sapeva che le storie che raccontava il suo consanguineo erano vere e che si sarebbe fatto scuoiare vivo piuttosto che trasgredire a quelle regole. Udiva anche Athorman schernirsi come al solito, sminuendo ingiustamente le proprie grandi qualità di uomo sapiente, misurato e giusto. Un fugace pensiero lo colse mentre si guardava intorno:

*Sarà un privilegio proteggere quest'allegra compagnia e fare in modo che rimanga tale e quale com'è ora*
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17/11/2004 14:32
 
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Athorman
Nel turbine di discorsi che si intrecciavano con interlocutori che ne entravano e ne uscivano, il guaritore era come ‘estasiato’ dagli atteggiamenti apertamente amichevoli del gruppo di attori, e la sua estasi toccava il culmine quando, con fugaci sguardi, i suoi occhi si posavano sulla figura di dama Meriel.
Sebbene conoscesse sentimenti quali l’amore e la passione, la sensazione che provava alla vista della dama era indescrivibile, indecifrabile, e per un uomo della sua indole incomprensibile.
Tanto era forte tale sensazione, che anche la parte più razionale del suo cervello, quella che costantemente lavorava a mettere insieme indizi; formulare ipotesi; ecc., si era fermata per rimirare tanto splendore.
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Barak
Lascio' la locanda con il suo sacco sulla spalla, vestito con l’abito da viaggio piu' nuovo che aveva, in fondo in fondo sapeva che l’abito aveva importanza e non voleva sembrare troppo malandato. Perse un po' di tempo nel tragitto che lo portava al campo, voleva presentare anche il suo compagno cosi da evitare guai durante il viaggio. Lo trovo rapidamente, chissa' come, il cane sembrava sapere sempre quando era il momento di farsi vivo.

Giunsero al campo che era gia' ora di cena e si diressero verso le due tavolate presso le quali si erano radunati tutti.

*Bene, eccoci dunque con i nuovi compagni di viaggio.*

“Vieni Alex, andiamo a conoscere i nostri nuovi amici” disse al cane e tutti e due si avviarono verso Lossadan.

Uno dei Palantìr del GiRSA Crew.
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