| | | | Post: 445 | Registrato il: 12/03/2004
| Utente Senior | | OFFLINE |
|
06/09/2004 16:21 | |
Sia alimento sia farmaco, essa ha grande valore per le sue proprieta’ nutrienti e curative.
In cosmetica esistono prodotti a base di pappa reale per ridonare elasticita’ alla pelle e combattere le rughe.
Si trova in vendita allo stato naturale, ma puo’ essere conservata solo per pochi giorni al riparo dalla luce e in ambienti freddi, per cui occorre, se si acquista, consumarla subito e spalmarla sul viso e sul collo.
Se si decide invece di utilizzarla come alimento, allora si puo’ utilizzare come integratore fresco sino ad un dosaggio giornaliero di 500 mg per gli adulti, dimezzando la quantita’ nei ragazzi.
La pappa reale fresca, un po’ scabrosa da assumere, va appoggiata sotto la lingua dal suo dosatore e fatta assorbire a poco a poco.
|
|
| | | | Post: 428 | Registrato il: 12/03/2004
| Utente Senior | | OFFLINE |
|
01/08/2004 22:16 | |
alla ricerca dei gusti antichi forni e negozi vari di alimentari del comprensorio vendono prodotti tipici.
Quali vi sono piaciuti di piu'? I biscotti di meliga o quelli al pignulet?
Gli gnocchi di grano saraceno o la pasta al kamut?
il miele di acacia o la melata?
la composta di mirtilli o la marmellata di marroni?.
Un saluto. Golosamente,Ines |
| | | | Post: 392 | Registrato il: 12/03/2004
| Utente Senior | | OFFLINE |
|
15/07/2004 09:57 | |
Tipico piatto della cucina contadina, veniva preparato con cipolle bianche, tagliate finemente, imbiondite in poco olio e gettate in una casseruola dove si scaldava il latte.
A bollitura del latte si aggiungeva un uovo alla zuppa , salando e pepando.
Si gustava con filoni a pezzi, anche raffermi.
|
| | | | Post: 344 | Registrato il: 12/03/2004
| Utente Senior | | OFFLINE |
|
17/06/2004 11:38 | |
|
| | | | Post: 331 | Registrato il: 12/03/2004
| Utente Senior | | OFFLINE |
|
11/06/2004 09:55 | |
Noto piu’ propriamente come Cortese di Gavi, dal luogo di produzione, è un bianco [SM=x291716] dal sapore gradevolmente asciutto, dall’odore delicato, dal colore giallo tenue, con blandi riflessi verdastri.
Occorre sempre diffidare di una colorazione troppo ambrata, perché è sinonimo di ossidazione, quindi di un eccessivo invecchiamento che questo vino bianco, come quasi tutti gli altri bianchi, non ammette.
Il retrogusto, a mio personalissimo parere, è lievemente acidulo.[SM=x291716]
Ottimo come aperitivo, ma anche abbinato ai secondi di pesce d’acqua dolce.
Giallognola e saporita è l’uva “curteisa”, da cui si ricava questo vino, gia’ nota alla fine del 1700.
|
| | | | Post: 300 | Registrato il: 12/03/2004
| Utente Senior | | OFFLINE |
|
27/05/2004 12:08 | |
Prodotto tipico del cuneense, si prepara con coscia e spalla, aggiungendo sale, pepe, aglio,sapori.
Si aggiungono anche derivati del maiale, come pancetta e lardo.
Dopo 30 giorni di stagionatura è commestibile.
Di sapore un po’ forte, il colore è rosso delicato.
Si abbina ai vini rossi, come proponevano i maestri salumieri nella fiera di Pasqua a Pamparato.
|
| | | | Post: 282 | Registrato il: 12/03/2004
| Utente Junior | | OFFLINE |
|
20/05/2004 12:01 | |
Se qualche tempo fa si era parlato del lardo alle erbe, voglio accennare ad un tipo di lardo tipico,
detto “ nella doia”, poiche’ conservato sotto sale in un vaso di terracotta (questo materiale è traspirante).
Esso ha tradizione antichissima e i contadini di una volta lo gustavano, accompagnandolo con vino, pane e persino castagne.
Nel comprensorio si produceva in abbondanza ed era anche un pasto veloce e nutriente per chi andava a lavorare nei campi e sui monti.
|
| | | | Post: 274 | Registrato il: 12/03/2004
| Utente Junior | | OFFLINE |
|
18/05/2004 08:31 | |
Difficilmente reperibile altrove, data la specialita’ di Valcasotto, questo formaggio tipico è preparato con latte vaccino e piccole aggiunte di latte ovino o caprino.
A Pamparato si gusta gratuitamente durante le fiere e viene celebrato a ragione come prodotto tipico del comprensorio.
Di forma allungata e senza crosta, ha la tenera pasta di un colore giallastro, tendente al colore della paglia.
La stagionatura è breve; si puo’ gustare dopo 15 giorni.
Ottimo con il pane a filoni.
|
| | | | Post: 250 | Registrato il: 12/03/2004
| Utente Junior | | OFFLINE |
|
11/05/2004 10:23 | |
Plinio in Vecchio, nel “ De naturalis istoria”, fa cenno ad un prodotto della zona analogo a questa robiola, ma dice che viene prodotto con latte di pecora.
Oggi questo formaggio è a base esclusivamente di latte vaccino e viene fatto stagionare in piccole forme -per un massimo di 30 giorni- sott’olio.
Ha la caratteristica forma allungata,è di pasta biancastra e delicato nel sapore.
Questa robiola, adatta a tutti i tipi di pane ( bianco, all’olio, al sesamo, integrale),è ottima con i grissini piemontesi, sottili e leggerissimi.
|
| | | | Post: 229 | Registrato il: 12/03/2004
| Utente Junior | | OFFLINE |
|
03/05/2004 15:47 | |
Un chiarimento sul raschera Parlando direttamente con qualche persona di Sgia e del comprensorio, e recuperando un giornale informativo di Montaldo, ho avuto informazioni specifiche sul raschera, da aggiungere a quelle gia’ note .
Nel 1983 questo formaggio ha avuto la denominazione d’origine.
Da allora il raschera d.o. si definisce come raschera semplice e raschera d’alpeggio.
Il primo si produce nella provincia di Cuneo, deve essere stagionato almeno un mese; è fatto di latte di mucca di razza piemontese o bruno-alpina, ma si puo’ trovare anche con l’aggiunta di latte di pecora o capra in modeste quantita’.
E’ delicato nel sapore e solo lievemente piccante.
Il raschera d'alpeggio è tipico solo di pochi paesi, che lo producono oltre i 900 m.:Frabosa, Garessio, Pamparato, Montaldo, Roburent e pochissimi altri ancora.
Essendo prodotto esclusivamente con latte d’alpeggio crudo raccolto sul posto, questo tipo di raschera va stagionato almeno 2 mesi prima di essere gustato.
Mi è stato spiegato che dietro la produzione in alpeggio, un po’ come avviene nelle malghe altoatesine, occorre una presenza di sorgenti d’acqua incanalata, abbeveratoi diffusi ovunque, pascoli ben curati e ricchi d’erba, locali igienicamente predisposti alla preparazione del formaggio, che necessita di attrezzate salette di lavorazione, che si chiamano “selle”, dove la temperatura deve essere sempre uguale.
Gli animali sono poi soggetti a controlli veterinari.
Nel 1996 la comunita’ europea ha dato al raschera il titolo d.o.p.,cioè denominazione d’origine protetta, a garanzia ulteriore della genuinita’ e a tutela della sicurezza di un prodotto controllato.
E’ quindi motivo d’orgoglio che luoghi cari del comprensorio abbiano ottenuto il riconoscimento d.o. p. per un formaggio caratteristico e di antica preparazione.
[Modificato da icci 03/05/2004 15.48] |
| | | | Post: 217 | Registrato il: 12/03/2004
| Utente Junior | | OFFLINE |
|
30/04/2004 11:30 | |
Per 4 persone occorre mezzo chilo di kamut.
A Pamparato, in occasione dell’ultima fiera , erano stati esposti scritti e foto su un cereale meno noto , il kamut, dicendo che esso era conosciuto nell’antica Mesopotamia dai popoli di 5000 anni fa; ha un grosso chicco ed è molto ricco di proteine.
Con la farina di kamut veniva prodotto nel passato un pane tipico; talvolta, come spiegavano le didascalie sotto le foto, la farina veniva fatta fermentare con un’albicocca o un limone, per insaporirla maggiormente.
La ricetta è la seguente:
Lasciato in ammollo con un cucchiaio di bicarbonato per tutta una notte, si fa bollire circa 40 minuti in acqua salata e si utilizza, una volta raffreddato, per preparare una minestra, aggiungendo un soffritto di cipolla, sedano, carota.
Condire con olio e un trito di prezzemolo.
Si puo’ evitare l’aggiunta di pasta, essendo gia’ il kamut sostanzioso.
( un solo grande problema:si fatica a trovarlo.Qualcuno sa dove si puo' comprare nel comprensorio???)
|
| | | | Post: 197 | Registrato il: 12/03/2004
| Utente Junior | | OFFLINE |
|
23/04/2004 16:09 | |
Preparati ancora come allora, si trovano nei forni e nelle pasticcerie del comprensorio.
L’unico trucco che mi hanno insegnato a Pamparato è di usare mandorle amare, quelle che si chiamano “ermelline”, di cui non avevo mai sentito parlare.
Dosi: 1 hg e mezzo di mandorle amare, 50 gr di mandorle dolci, 2hg di zucchero, 2 albumi montati a neve, 1 cucchiaino di lievito in polvere, burro e farina per ungere la piastra del forno.
Far asciugare le mandorle in forno caldo per 5 minuti, senza lasciarle bruciare.
Poi frantumarle con un pestello e aggiungere lo zucchero e gli albumi montati a neve, lavorando bene col lievito l’impasto, che non deve essere né troppo liquido, né troppo solido.
Farlo scivolare in una tasca da pasticcere e fare piccole porzioni sulla leccarda del forno, imburrata e infarinata.
Lasciar riposare per 2 ore almeno, in modo che i piccoli ciuffi si allarghino e si dispongano per la cottura.
Cuocere quindi a bassa temperatura 15-20 minuti.
Il prodotto finale è un biscotto abbastanza secco.
|
| | | | Post: 378 | Registrato il: 20/11/2003
| Utente Senior | | OFFLINE |
|
15/04/2004 13:27 | |
Presso l'alimentari Ferreri (dalla Vege') si puo'
acquistare dell'ottimo burro fatto ancor "come una volta".
Veramente buono e genuino. |
| | | | Post: 173 | Registrato il: 12/03/2004
| Utente Junior | | OFFLINE |
|
15/04/2004 09:45 | |
Tutti sappiamo che il miele di montagna trova nel comprensorio un’ampia scelta nel gusto e nella diversificazione; è proprio il caso di dire che ce n’è per tutti.
Gli alimentari di Serra ne forniscono ampia scelta.
Un particolare miele che ho trovato nella zona è la melata di bosco,ricavato dalla resina, anziche’ dal nettare dei fiori.
Foglie e rami di piante diverse emettono un liquido incolore in seguito a punture di insetti, che alterano la composizione di questa linfa; diciamo che si ottiene una specie di reazione chimica alla puntura.
Questa sostanza si arricchisce di gocce di rugiada, spesso appoggiate delicatamente sulle foglie e sul fusto,ricche di sali minerali, come è nella natura dell’acqua.
Gli zuccheri che si trovano nella melata sono gli stessi delle piante, quindi glucosio, fruttosio e saccarosio, ma è stato trovato anche uno zucchero piuttosto raro, frutto dell’incontro della resina del tiglio e di quella del larice.
Le melate piu’ comuni della zona sono quelle prodotte in seguito ad afidi ed altri parassiti, che a loro volta attirano altre popolazioni di insetti, che si spostano di albero in albero.
Ecco perche’, piu’ che della melata di tiglio o castagno, si preferisce parlare della melata di bosco.
|
| | | | Post: 25 | Registrato il: 12/03/2004
| Utente Junior | | OFFLINE |
|
16/03/2004 19:24 | |
Grazie da parte di noi golosi
Ines |
| | | | Post: 253 | Registrato il: 20/11/2003
| Utente Junior | | OFFLINE |
|
16/03/2004 19:22 | |
A leggere del miele con le nocciole
proposto da Ines mi sono ricordato che
presso l'alimentari Ferreri (la " Vegge" per capirsi)
si puo' acquistare miele prodotto artigianalmente
da una ditta di Alba. Ci sono a disposizione
diverse essenze che vanno dall'acacia al castagno
a seconda delle varie zone del Monregalese dove viene
raccolto il miele.
In negozio potete avere piu' dettagli sull'associazione
essenza/zona di raccolta. |
| | | | Post: 242 | Registrato il: 20/11/2003
| Utente Junior | | OFFLINE |
|
15/03/2004 14:44 | |
se vedi in che condizioni, certa gente, finisce la
Marcialonga capisci il perche'.. |
| | | | Post: 91 | Registrato il: 27/01/2004
| Utente Junior | | OFFLINE |
|
15/03/2004 12:06 | |
a proposito di alcool, avete visto che a moena intendono multare anche chi ha bevuto troppo e si avventura sulle piste? |
| | | | Post: 228 | Registrato il: 20/11/2003
| Utente Junior | | OFFLINE |
|
11/03/2004 17:08 | |
no, per carita'!
Parla uno che, a sciare, si porta la
fiascetta di grappa...
Era solo un avvertimento...facendo attivita' fisica
il rischio ipotermia e' praticamente nullo.
Il rischi sale se ci si ferma in condizioni estreme
protratte per lungo tempo.
Quindi...[SM=x291716] bevete pure!
Almeno fino a che la legge non prescrivera' la prova
palloncino anche in pista |
| | | | Post: 80 | Registrato il: 27/01/2004
| Utente Junior | | OFFLINE |
|
11/03/2004 11:26 | |
beh, comunque un bel punch ogni tanto non sarebbe male.....[SM=x291716] |
| | | | Post: 62 | Registrato il: 24/01/2004
| Utente Junior | | OFFLINE |
|
11/03/2004 11:00 | |
quando si prepara il THE',aggiungere 1-2 chiodi di garofano all'acqua che bolle.Poi si fa bollire ancora per 1 minuto,
Il sapore è impreziosito[SM=x291716]
Ines
P.S...dopo che mi avete cassato i miei suggerimenti "grappeschi" post "freddopresosuglisciper6ore",mi sto ri-orientando...:OK?mask: |
| | | | Post: 72 | Registrato il: 27/01/2004
| Utente Junior | | OFFLINE |
|
10/03/2004 10:29 | |
Sicuramente uno dei vini migliori che si può degustare nelterritorio è il dolcetto di Dogliani[SM=x291716] . Io ho trovato buono quello che si beve alla Nuova Giacobba, un ristorante che a me piace molto per via degli stuzzicanti e numerosi antipasti che propone. |
| | | | Post: 58 | Registrato il: 24/01/2004
| Utente Junior | | OFFLINE |
|
10/03/2004 08:36 | |
LA BONARDA:
Dal nome della Località,è un vino Piemontese,rosso,profumato,amabile.
Si addice alle carni rosse;al "Ranch" è di ottima qualità(..non dico la cantina xchè non la ricordo..);è un ottimo abbinamento con il loro piatto "forte":POLENTA E CINGHIALE.
Saluti,Ines |
| | | | Post: 57 | Registrato il: 24/01/2004
| Utente Junior | | OFFLINE |
|
10/03/2004 08:32 | |
Proposta ai Lettori ed ai Collaboratori del sito: SUGGERIRE IL VINO
orientarsi nel labirinto dei vini è difficile,soprattutto per chi non è del mestiere ed è praticamente "astemio".
Mi piacerebbe che chi è"ferrato"in mestiere potesse suggerire quale vino abbinare a quale piatto.
Grazie e Ciao
Ines |
| | | | Post: 70 | Registrato il: 27/01/2004
| Utente Junior | | OFFLINE |
|
09/03/2004 12:19 | |
e allora prova le crostate dell'altro panificio!! |
|
|