-Seconda parte-

Gli anni passati al collegio sono stati pesantemente turbolenti, come pochi anni in tutta la mia vita, se da una parte c’era l’eccitante paura di farmi scoprire tra le braccia della mia compagna di stanza e quindi la probabile espulsione dal collegio con il ritorno immediato a casa dei miei genitori e successiva ripartenza verso una nuova vita in un nuovo collegio, dall’altra parte le ragazze del collegio nessun’esclusa aveva il terrore di fare qualcosa che agli occhi delle tiranne suore potesse sembrare sbagliato che come punizione una bella raffica di frustate… per mia somma fortuna a scuola sono sempre andata più che bene e solamente una volta (a differenza di molte altre che venivano punite sistematicamente un paio di volte al giorno!) sono stata punita con un paio di frustate sulle mani per un “errore”:
Il compito di quel giorno era il fare un commento ad una poesia sacra (o considerata tale dalla suora che c’insegnava letteratura!), io commentai la poesia con la mia personale interpretazione ma per la suora ciò che dissi era totalmente sbagliato in primis e osceno in secondis e quindi come era logico per lei mi meritavo una punizione, mi fece alzare dal banco per poter camminare e arrivare fino alla cattedra per poi ordinarmi di alzare abbastanza le braccia e tenerle tese, mi frustò i palmi delle mani quattro volte e il solo ricordarlo mi provoca tutt’ora (dopo anni e anni dal fatto!) un formicolio sui palmi, quella fu la prima e l’ultima volta che una persona mi picchiò in tutta la mia vita!
Sta scendendo la sera e con lei anche il mio umore, la sera mi provoca sempre grosse malinconie perché so di certo che tra poco il bisogno di un uomo sarà troppo forte e dovrò per forza uscire a cercarmene uno, anche se ora come ora non né ho la ben che minima voglia ma so che tra un po’ uscirò, come so che tra un po’ una vampata di calore partirà dai miei piedi, percorrerà per il lungo tutte le mie gambe, arriverà al mio ventre per rimanerci un po’ di tempo, giusto per farmi capire cosa mi sta succedendo e appena lo capirà salirà ancora sul mio ombelico, sui miei fianchi, salirà fino a raggiungere i miei seni e quando sarà lì si fermerà ancora per consentire alla mia testa di concretizzare (come se fossero reali!) immagini erotiche e di farmi sudare freddo e ricomincerà a salire fino a raggiungere il mio cervello ma quando sarà arrivata lì io sarò già fuori casa a cercare come una predatrice uomini che possano regalarmi interminabili momenti d’affetto e d’amore e quando si sarà placata mi risveglierò nel mio letto con qualcuno al mio fianco e sarà così domani, dopodomani, tra un mese e tra un anno, sarà così fino alla mia morte!