Ciao a tutti,
volevo proporvi una filosofia che sto cercando di mettere in atto durante le mie lezioni base ad amici e conoscenti. Succede a volte di non riuscire a suonare bene un pezzo, oppure di non ricordarselo o di non avere la velocità necessaria per eseguirlo. Capita anche a volte di non avere lo strumento sotto mano. La mia idea deriva da un giorno in cui ho osservato per 30 minuti un musicista classico sul treno studiarsi un pezzo e da quella che viene chiamata visualizzazione positiva.
Il concetto è il seguente: se il nostro cervello invia impulsi al braccio e alle dita per farle muovere sulla tastiera, quando impariamo un pezzo è efficace immaginarsi solo l'atto di suonare?
Mi spiego meglio: solitamente il cervello stenta a distinguere un evento reale da uno immaginario (discriminazione fatta con la ragione --> leggi se**e mentali). Se io mentre leggo lo spartito mi immagino di suonarlo, cosa accade? Per "immaginarlo" intendo visualizzare esattamente le dita, le posizioni, entrambe le mani e i movimenti.
A me è capitato di sperimentarlo con una allieva, sulla scala di do. Le ho fatto suonare la scala con il metodo classico, facendola ragionare sugli intervalli e su come mettere le dita. Infine le ho tolto la chitarra e le ho chiesto di ripensare a quello che aveva fatto, due o tre volte. Beh, se lo ricorda ancora adesso.
Attendendo di poter approfondire questo argomento con tutti voi vi propongo una domanda stimolante...Se non riusciamo ad immaginarci di suonare ad una certa velocità, allora è vero che non riusciamo a farlo nemmeno nella realtà in maniera precisa?
Orio (e scusate sempre questa firma Admin...appena posso la tolgo!)