Michele, mi ha fatto molto piacere leggere questo tuo intervento. Anche perchè sono pensieri che in maniera più o meno simile ho affrontato anch'io.
Quanto di quello che nella musica ci piace è legato alle emozioni profonde che ci suscita, e quanto invece è legato ad una nostra concezione di "abilità" o "perizia"?
Alla fine questa domanda è già una risposta in sè.
L'importante è riuscire a separare mentalmente la vera
emozione musicale dal fascino perverso che certe esecuzioni virtuosistiche possono avere su di noi.
Personalmente mi emoziona più il lungo suono di una campana tibetana che una raffica di note alla velocità della luce.
Ma se poi ascolto il virtuosismo (tutto regolarmente "out") di un passerotto sull'albero di fronte casa mia posso anche ricredermi.
Io di fronte a questo dilemma penso sempre una cosa:
Cerco di ascoltare la musica senza pensare a quale strumento stia suonando, cioè può essere una chitarra, una tromba, o una musica eseguita da un computer. Non me ne frega nulla, la musica mi deve emozionare, tutto il resto viene dopo.
Mr. Thelonious Palomar - Violer d'Amores