A grande richiesta: In viaggio per Bologna.
Premesso che... so benissimo di essere ben più che bastardo dentro (son proprio stronzo) e che questa consapevolezza è l'unica sostanziale differenza da uno stronzo normale... mi chiedo: come si fa a chiedersi se un plettro porta sfiga o fortuna?
Domanda retorica?
A scanso di imperdonabili equivoci è bene sappiate che non sono assolutamente superstizioso (al massimo sarei stizioso, ma super proprio no) e, conseguentemente, per quel che ne so... quel plettro col teschio (ma il teschio non c'entra affatto) non può che portar fortuna. Non lo so perché... non è che posso sempre dimostrare scientificamente le mie intuizioni... delle volte bisogna aver fede... eccheccazzo!
Dunque porta fortuna e basta.
Ciò premesso... non è affatto difficile evincere che gli itinerari sono quanto di più soggettivo, suggestivo e arcancino possa esistere a questo mondo: non trovate?
E poi, per dirla tutta, adducendo a mia parziale discolpa la quasi grave stanchezza che mi assillava insistentemente calandomi le palpebre sugli occhi (che mi dà un fastidio pazzesco mentre guido in autostrada intorno ai 150 Km orari)... beh, non mi pare di aver fatto poi chissà quali errori!
Avevo intuito che quella dannata autostrada, prima di portarmi in gondola sul canal grande, avrebbe dovuto necessariamente mostrarmi uno straccio di deviazione per Bologna... e difatti c'era!
Allora cosa ho sbagliato?
Un lieve momento di sconforto e d'impazienza... quando ho letto: "30 km a Venezia".
Cazzo ci vado a fare a Venezia... se devo andare a Bologna?
Basta, esco!
Ed ecco l'errore geografico: Treviso non è certo Bologna... ma nemmeno Venezia, però!
Il caso volle che l'uscita fosse quella per Treviso, non io, e non potevo immaginare che la ridente cittadina fosse solita accogliere i propri visitatori con un enorme, stupendo, ospedale.
Libero, d'altra parte, aveva sete... notte fonda... io non conosco benissimo la dislocazione degli esercizi pubblici di questa remota località... e non voglio allontanarmi dall'ingresso dell'autostrada che, intuisco, potrà ancora essermi utile in un futuro molto prossimo... il genio prende il sopravvento sulla sonnolenza inducendomi a profonda riflessione: "negli ospedali dovrebbero esserci le macchinette (distributori automatici, lo so benissimo) per l'acqua".
Non ci penso su 2 volte e vado. Si, certo... vado in ospedale. Dove sennò?
L'ospedale, oltre che molto bello, è enorme!
Ma quanti malati ci sono a Treviso?
Non importa... intravvedo due anime che bisbigliano fra loro imboscate dietro un colonnato... è notte... l'ho già detto (e potrei aggiungere che sono privo di Clark, come voi ben sapete, anche se non c'entra un cazzo)... un uomo e una donna... mica giovani, però, sti due umani. Cosa avranno mai da dirsi a quest'ora notturna nel cortile di un ospedale?
Non importa... però son curioso... m'intrigano ste storie misteriose.
Dico: "scusate, sapreste indicarmi dove trovare le macchinette per l'acqua?"
Forse ho detto "distributori automatici di bevande". Può darsi... ma non importa.
Loro: "Le macchinette? Certo! Vada per il corridoio principale e lo percorra fino in fondo, dove comincia la parte vecchia dell'ospedale, poi a destra, poi a sinistra, poi a sinistra, poi di nuovo a destra... etc."
Si, vabbé... ma dov'è la destra, dov'è la sinistra?
E poi come la riconosco la parte vecchia da quella nuova? ha qualche ruga di più? Dov'è il corridoio principale? Ci sono indicazioni precise? E' riconoscibile? C'è una targhetta di marmo bianca con la scritta "CORRIDOIO PRINCIPALE"?
Ovviamente queste perplessità le ho abortite dentro la mia testa... mi sembrava brutto disturbare oltre le loro effusioni dialettiche.
Vabbè, dai, vado... magari incontro qualcun'altro.
E' incredibile constatare quanta gente gironzoli di notte dentro gli ospedali (ma questa non è stata una sorpresa) ed è altrettanto incredibile constatare che devono essere gli stessi individui che di giorno danno informazioni direzionali all'esterno... difatti la qualità delle informazioni che sono riuscito ad ottenere son dello stesso tipo, molto simili:
"vada fino in fondo a questo corridoio e poi a destra o a sinistra, adesso non ricordo bene".
Arrivo al fondo... mi volto a destra... poi a sinistra... niente!
Non mi arrendo facilmente... devo dimostrare che l'idea è geniale e non posso uscire dall'ospedale senz'acqua.
Chiedo ancora.
Una specie di essere umano mi dice gentilmente ma un po' sorpreso per la domanda:
"vada fino in fondo a questo corridoio e poi a destra o a sinistra, adesso non ricordo bene".
Ma come? Ero già al fondo di questo cazzo di corridoio... possibile che debba tornare indietro?
Naaaaaaaaaa!
Chiedo a un cadavere che non sembra dei più svegli (no, non è uno specchio), lui dovrebbe conoscere qualche scorciatoia per l'acqua... sennò non vedo chi... i documenti parlano chiaro. Professione: malato.
Difatti: "giri qua dietro, son proprio lì".
Finalmente.
Adesso, con le mie belle bottigliette d'acqua fresca, dovrei trovare l'uscita.
Comincio a deprimermi al pensiero, ma non bisognerebbe mai sottovalutare l'arguzia e la perizia degli architetti incaricati di evitare che troppa gente passeggi inutilmente per i corridoi degli ospedali in cerca dell'uscita.
Frecce dappertutto con la scritta talvolta perfino luminosa e ben visibile mi mostrano senza possibilità alcuna d'equivoco quali sentieri percorrere per raggiungere il mondo esterno.
Mi sento già meglio... e poi c'è chi dice che la sanità italiana non funziona: ma mi faccia il piacere!
Appena fuori... Libero mi aggredisce.
Si stappa le bottigliette e beve direttamente dal collo della bottiglia: uno spettacolo!
Aveva proprio sete, povera bestia... chissà quante me ne ha tirate dietro... nell'attesa.
Altri due tubanti, questi molto più giovani e... soprattutto... fuori dall'ospedale.
Che faccio?
Massì rompo le palle anche a loro... tanto son giovani... ne han di tempo per tubare e io, invece, sono stanco. Dico: "scusate, voi da qui non andate mai a Bologna?"
Mi spiego meglio: "io non sono di qui, vengo da Torino, ma prima son passato per Bussoleno che in realtà si chiama Belluno e, visto che dovrei andare a Bologna... mi seccherebbe andare a Venezia... per carità... bellissima città, ma ci sono già stato un mucchio di volte senza passare da Bologna... c'è una strada che mi possa condurre fino in via della Grada?"
(tra parentesi non credevo nemmeno potesse esistere una via con un nome simile... credevo ci fossero vie come Paolo Fabbri 43 a Bologna... vabbé dai... sennò perdiamo il filo del racconto... e quindi chiudo la parentesi)
Mi risponde lui: "Guardi, se lei torna sull'autostrada... e si dirige verso Venezia... prima di arrivarci... troverà la deviazione per Milano... e per Bologna"
Io: "Maddai! davvero?"
Avrei voluto baciarlo... ma la ragazza già mi guardava con sospetto (gelosia?)
Lui insiste: "Si, noi trevigiani a Bologna ci andiamo così"
Io: "Grazie, allora andiamo a Bologna!"
E' curioso che quando di notte si chiede un'informazione ad una coppia di umani... risponde sempre l'esemplare maschio... anche quando potrebbe benissimo star zitto... lo fa per proteggere l'esemplare femmina? Non si è mai saputo!
Fu così che intorno alle 3,30 parcheggiammo in via della Grada dove, tranquillamente, (forse per via dell'ora tarda) una bella donna tutta nuda stava lavandosi dentro una tinozza incurante degli sguardi incuriositi di alcuni torinesi di passaggio.
Per la verità... dev'essersi basita un po' anch'essa visto che è rimasta di sasso... o no?
Che avesse la faccia di bronzo?
Non c'ho fatto caso... al buio... non potevo mica toccarla... se m'avesse visto qualcuno chissà che andava a pensare.
A Bologna, i bolognesi, di notte, dormono... e questa è una verità sacrosanta.
Dormono in bolognese, ovvio (con la zeta morbida, quasi esse), ma dormono.
E così siamo a Bologna...
Ma perchè ci sono venuto?
A quest'ora potrei essere a letto, a dormire, in torinese... neh?
La mia mamma mi aspetta, mia sorella pure... sapendo del mio arrivo perfino mio fratello parte da Follonica dov'era tranquillamente spaparanzato sulla spiaggia nel pineto (questa credo sia di Gabriele)... per raggiungermi.
Che fare?
Dico: "adesso che facciamo? non era meglio se ci fermavamo in una area di servizio?"
Dice: "guarda che io ti avevo detto di fermarti, chiedi anche a tuo figlio, infatti mi domandavo cosa cazzo stavi ripartendo a fare dall'autogrill... invece di fermarti a riposare un po'?"
Dico: "ah, è così? io che volevo fermarmi a riposare... non ho voluto fermarmi? allora sai che facciamo adesso? ci penso io"
Erano ormai le 4,30... metto in moto: wrooooooooom.
Imbocco l'autostrada.
Abbiam fatto le foto in autostrada? No?
Ok, andiamo un po' veloci così ce le fanno automaticamente e ce le mandano fino a casa.
Ore 7,30 prime luci a Torino: IK dorme sul suo comodissimo letto.
Cosa ho sbagliato?
Ah, mio fratello se n'è tornato a Follonica e anche la mia mamma (papà no, che son sempre stato il preferito) e mia sorella devono essere leggermente incazzati... erano in pensiero... è vero... delle volte succedono di quelle disgrazie! ma loro lo sanno che guidare è una delle poche cose che mi riesce abbastanza bene: perché diffidare?
Appena li rivedrò... dovrò sfoderare un bel sorriso convincente per cancellare questa ennesima cazzata.
P.S. già da quand'ero piccino... tutti a dirmi che ero simpaticissimo... tutti a volermi come "migliore amico"... non lo so... forse è vero... son simpatico a chi non mi conosce bene. Io mi conosco benissimo: son proprio stronzo!
P.P.S. Anche Maria è convinta di conoscermi bene... poverina... se solo volessi... per lei potrei rimaner simpatico.
P.P.P.S. Il fatto è che non voglio!
P.P.P.P.S. L'ho già detto che son stronzo? Si? Però dormo bene la notte... e se mi gira... anche di giorno.
P.P.P.P.P.S. Un pensierino per Enzo Baldoni.
Riusciamo ad esser gelosi della nostra vita... anche quando, in fondo, non ne siamo più così innamorati.
Buona pernacchia a tutti.