C’ è un numero nella classe Motogp ex 500 che non vedremo mai più sulla carena di una moto, un numero che per anni ha rappresentato nel bene e nel male uno dei più grandi piloti della storia del motomondiale…quel numero è il 34 quel pilota è Kevin Schwantz…
Nasce a Peage (Houston) in Texas il 19 Giugno del 1964 secondo genito di una famiglia medio borghese che gestiva una concessionaria Yamaha.Fin da piccolo il biondissimo Kevin è stregato da qualsiasi cosa abbia un motore e giovanissimo debutta in gare Junior di Trial, Dirt-track e Cross cogliendo risultati confortanti e facendo intravedere da subito di avere un talento fuori dal comune.
Le corse su asfalto arriveranno più tardi quando i tanti Km percorsi di traverso gli hanno ormai regalato una padronanza assoluta del mezzo e uno stile che a lungo sarà la sintesi perfetta dello spettacolo puro.
La sua marcia di avvicinamento al mondiale comincerà dalle derivate di serie, da sempre di gran moda negli States, esordisce con una Suzuki e resterà fedele a quel marchio per tutta la sua carriera. In patria con la pesante Gsxr 1000, lontana anni luce dalle attuali moto con la stessa denominazione, si mette subito in luce come un pilota dallo straordinario talento e dalla feroce determinazione, ma anche per la sua predisposizione alle cadute. I buoni risultati nella serie A.M.A gli valgono ben presto il passaporto per l’Europa per il prestigioso Transatlantic Trophy, competizione dove i migliori piloti della Squadra americana sfidavano i talenti Britannici. Per Kevin arriva la definitiva consacrazione, in Inghilterra duella con lo sfortunato Wayne Rainey dando vita a scontri epocali dove i numeri di alta acrobazia si sprecano e le toccate con la carena della Honda di Wayne non si contano più. A guardarlo mentre lascia il pubblico inglese senza parole c’è anche il grande Barry Sheene (recentemente scomparso) talent scout per conto della Suzuki e che intravede nel texano le stimmate del fuoriclasse, ed è proprio grazie al campione australiano che la Suzuki decide di far esordire il giovane Schwantz nel mondiale nella classe regina.
Esordisce
nel 1986 in una gara con un tempo inclemente e si mette subito in mostra per la sua grinta…e per le sue cadute ben due in gara.
Nel 1987 finalmente arriva al mondiale in pianta stabile, la moto è ancora la Suzuki v4 bialbero con la mitica livrea Pepsi e il numero 34 ereditato dallo zio che in gioventù aveva avuto passati agonistici, la moto non è competitiva ma Kevin ci mette molto del suo e incanta gli appassionati, il suo repertorio è fatto di staccate tiratissime, uscite di traverso solo lui riesce a staccare così tardi inclinare la moto di forza e la fa curvare aprendo il gas con favolose derapate a ruota posteriore fumante….una vera manna per tutti gli appassionati che cominciano a seguire le sue gesta.
Il 1988 è la stagione della definitiva consacrazione,la prima gara è a Suzuka e uno Schwantz in stato di grazia piega il coriaceo Wayne Gardner campione del mondo in carica, il resto della stagione sarà un susseguirsi di grandi emozioni, cadute spesso molto violente e un solo altro acuto al Nurburgring sul bagnato.
Nel 1989 Schwantz è ormai entrato nel cuore di tutti gli appassionati il suo casco Arai va a ruba e fioriscono come funghi le moto con la livrea Pepsi e il numero 34 bene in vista,in quell’anno Kevin vince molte gare primo di nuovo a Suzuka e in altre 5 prove, ma continua a cadere per colpa del suo stile sempre al limite dell’aderenza e in campionato finisce solo quarto.
Nel 1990 la Suzuki abbandona la Pepsi per il nuovo sponsor Lucky Strike i nuovi capitali sembrerebbero dovere regalare alla Suzuki un po’ di competitività in più invece la RGV continua ad essere la cenerentola delle 500 e solo il grande talento del suo pilota di punta gli permettono di vincere delle gare.Saranno 5 in tutto ottenute tutte con grandi sforzi contro Rainey, Gardner e un Doohan che iniziava a farsi largo tra i grandi.
Nel 1991 cambiano le regole, il peso delle moto per limitare i costi, viene innalzato da 115 a 130 kg in teoria le nuove regole dovrebbero avvantaggiare la Suzuki, da sempre cronicamente troppo pesante, ma il passaggio alle Dunlop è più critico del previsto e per l’ennesima volta Kevin è costretto a combattere con un’arma meno efficace delle Honda di Doohan e della Yamaha di Rainey. I problemi della moto non impediranno a Schwantz di scrivere una delle pagine più memorabili della storia del motociclismo moderno ovvero la staccata ai danni di Rainey all’entrata del Motodrom in Germania probabilmente la più incredibile staccata che sia mai stata fatta al mondo…. come la lunghissima impennata di Schwantz fatta dopo il traguardo per festeggiare la vittoria.
Il 1992 è l’anno in cui Schwantz raccoglie meno vittorie, la Honda rivela al mondo il suo motore “Big Bang” molto piu’ trattabile di quello tradizionale e Doohan macina vittorie come uno schiacciasassi fino al terribile episodio di Assen in cui rischio di perdere una gamba.Per Kevin l’unico acuto è quello del Mugello(…ancora ricordo come fosse ieri l’estasi di vederlo a pugno alzato davanti a me…) la sola vittoria di una stagione ricca di delusioni e di cadute.
[Modificato da offalcon 14/11/2003 13.34]