Vorrei approfittare di questo spazio per ricordare un artista Livornese vissuto nella prima meta' del 900: Gastone Razzaguta pittore e scrittore tra i fondatori del "Gruppo Labronico".
In un suo libro
"Livorno nostra" si trova una splendida ricostruzione "storica" della nascita di Livorno, ed anche la VERA ricetta del Cacciucco...
L E - F A T I C H E - D I - E R C O L E - L A B R O N E
“ La palude “
Nel principio era una landa deserta
coperta di paludi piene di miasmi
pestiferi e di febbri, sulla quale
volavano nugoli di zanzare.
“ Il Libeccio “
Il Signore prese un vento del-
l’Africa e lo agitò fortemente su
quelle paludi per purificarne
l’aria. E chiamò quel vento
dalla sua origine: “ Libiecio “.
“ Ercole Labrone “
Il Signore fece operare in quella
terra che si purificava, un uomo forte
che aveva nome Ercole soprannominato
“ Labrone “, di labbro grosso.
“ Clava e zappa “
Il Signore diede a Ercole Labrone
una clava perché si difendesse.
E una zappa perché scavasse canali
che prosciugassero quelle paludi.
“ I canali “
Il Signore si compiacque delle fatiche
di Ercole Labrone per cento anni.
E in quel tempo Ercole scavò canali
che dal mare tornavano al mare,
comunicando fra loro. E la terra
si rassodava. E cominciava a dar frutti.
“ Gli aiuti “
Il Signore accolse la preghiera
di Ercole Labrone che era solo e stanco
del gran travagliare. E li mandò
aiuti. Il primo giorno arrivò un omino
detto “ Cicala “. Il secondo giorno arrivò
un omicciòlo detto “ Gallinella “. Il terzo
giorno arrivò un omiciàttolo detto “ Gattuccio “.
Il quarto giorno arrivò un omaccio
detto “ Polpo “. Il quinto giorno arrivò
un omaccino detto “ Grongo “. Il sesto
giorno arrivò un omaccione detto
“ Scorpano “. E tutti confessarono in
differenti favelle che erano rapati
perché scappati dalla galera. Ma
il Signore li aveva mandati.
Il settimo giorno Ercole Labrone pregò
il Signore di non mandargli più
gli aiuti. E che facesse guardar
meglio le galere del mondo.
“ Il tempio “
Il Signore esaudì Ercole Labrone.
E questi colla clava obbligò i sei
d’aiutarlo come il Signore voleva.
E così lavorarono insieme. Poi stanco
il vecchio Ercole Labrone morì d’anni
centotrentuno. E fu da’ sei seppellito.
E innalzarono un tempio in onore di lui.
“ Labrone “
Il Signore in ricordo di Ercole Labrone
impose a quel luogo il nome di “ Labrone “.
“ Il Castello “
Il Signore fece che i sei si amassero.
E li ordinò di costruire, accanto
alla tomba di Ercole Labrone, un
Castello. E lo fecero quadrato con
torri merlate a’ lati e una porta
nel mezzo, lambita dal mare.
I L - V I L L A G G I O- D I -L A B R O N E
“ I Labronici “
Il Signore diede a quelle co-
struzioni il nome di “ Villaggio
di Labrone “. E ’ sei li chiamò
“ labronici “. E così originò il
primo gruppo labronico. Il “ gattuccio “
disse che in Oriente aveva sentito parlare
d’un tempio con sulla porta scritta
a lettere d’oro: “ Conosci te stesso “.
Allora i Labronici pensarono di scrivere
sopra la porta del loro Castello:
“ di Labron son nato “. E ce lo
scrissero con lettere di bronzo.
“ Il Cacciucco “
Il Signore apprezzò l’orgoglio
de’Labronici. E l’ispirò di combi-
nare un “ piatto “ che li ricordasse nel tempo.
E preso un tegamo ci messero dell’olio
di oliva e della salvia e dell’aglio
tritato e del sale. E fecero soffriggere
e rosolare bene. E poi allungarono
con acqua e pomodoro a pezzi. E drogarono
con pepe e molto zenzero. E fecero ritirare
quell’intingolo. E poi presi i polpi e gat-
tucci e gronghi, li tagliarono, e ci aggiun-
sero scorpani e gallinelle e cicale intere.
E tutto buttarono nell’abbondante salsa
tirata. E fecero foco lento perché cuo-
cesse e saporisse bene. E poi affetta-
rono molto pane e l’arrostirono
e lo strusciarono coll’aglio. E
lo messero in un catino. E ci
versarono sopra quella broda col pesce.
E dopo una preghiera al Signore mangiarono quella zuppa che trovarono sana e forte com’erano loro. Allora dissero: “ come dall’insieme di questi rozzi pesci è sortito un buon piatto, così da noi verrà la bella cosa voluta dal Cielo. Perché sulla terra del nostro Villaggio cogli anni crescerà una gran “ pianta “. Sia questo il nostro “ Piatto della ricordanza “. E lo mangino i nostri figli e' figli de’nostri figli. E così fino alla consumazione de’ secoli. E ' Labronici si strinsero la destra giurando fedeltà. E chiamarono quella vivanda piccante “ Cacciucco “.
I L - C A S T E L L O - D I - L I V O R N O
“ I Livornesi “
Il Signore si compiacque di
quelle cose de’ Labronici. E
li mandò delle donne perché
crescessero e moltiplicassero
lestamente. E il Villaggio non
li contenne più. Allora lo
ingrandirono con altre fabbri-
che e lo chiamarono: “ Castello
di Livorno “. E loro si chiamarono
d’allora: “ Livornesi “.“. Intanto la
terra era rassodata e dava frutti.
E le acque incanalate davano buona
pésca e comodi passaggi.
Il Signore soddisfatto di quelle cose de’ Livornesi li guardò con occhio benevolo.
BALDI E FIERI!!!
ALE'LIVORNO!
[Modificato da simo71 08/03/2005 13.40]