un grande amico

Daniel aveva uno strano presentimento quella mattina alzandosi pigramente dal letto, aveva paura che stesse per accadergli qualcosa di molto importante. Scese le scale fino in cucina dove sembrava tutto normale: sua madre era occupata ad apparecchiare la tavola per la colazione, suo padre era seduto sulla poltrona a leggere il giornale e il suo gatto era pigramente acciambellato su di una sedia, intento a fare le fusa.
Dopo aver fatto colazione Daniel uscì di casa e si diresse verso la fermata del pulman dove di solito i suoi amici lo aspettavano per andare a scuola. Ma quella mattina trovò alla fermata soltanto un uomo anziano intento a leggere uno strano giornale, che Daniel non aveva mai visto prima, sembrava che fosse stato stampato molti anni addietro.
L’uomo aveva la carnagione molto chiara ed il suo sguardo trasmise un senso di profonda inquietudine nel ragazzo.
Daniel smise di fissare l’uomo, guardò l’orologio e si accorse che mancava un quarto alle otto, certo che i suoi amici non erano ancora arrivati, loro prima delle otto non si facevano mai vedere. Nell’attesa il ragazzo appoggiò ad un muretto e rincominciò a scrutare lo sconosciuto, il quale si girò verso di lui e gli fece l’occhiolino in modo scherzoso, allora Daniel si decise e provò a presentarsi, ma in quel momento arrivò il pulman in cui l’uomo salì.
Daniel aveva l’impressione di aver già visto da qualche parte quel signore, ma non riusciva a ricordare dove; nel frattempo arrivarono i suoi amici e insieme presero il loro pulman e poco dopo giunsero a scuola. La giornata proseguì bene per Daniel e quando, la sera, arrivò a casa distrutto per gli allenamenti di calcio cenò e andò a letto.
La mattina seguente alla fermata del pulman incontrò di nuovo lo strano individuo, ma questa volta Daniel non si perse in osservazioni e si presentò. L’uomo disse di chiamarsi Gustavo e di essersi da poco trasferito in città. Ma l’arrivare del pulman interruppe la conversazione e l’uomo si congedò dicendo che si sarebbero incontrati tutte le mattine.
Difatti la mattina seguente Daniel trovò l’uomo come al solito e si misero a parlare.
Poco prima di salire sul pulman Gustavo raccomandò a Daniel di stare attento alle macchine e poi salì solito pulman e se ne andò. Il ragazzo non capì l’insolito avvertimento, ma disse a se stesso che il giorno seguente avrebbe riveduto il signor Gustavo ed avrebbe chiesto ulteriori spiegazioni ed andando a scuola se ne dimenticò completamente.
Ma il giorno dopo Gustavo non era alla fermata del pulman, allora Daniel provò a ricordare dove poteva aver visto quell’uomo e all’improvviso ricordò:
quando era piccolo (circa 6-7 anni) e i suoi genitori lavoravano tutto il giorno, veniva portato da un amico del suo nonno. Daniel passava tutto il pomeriggio con quella persona che lo portava al parco della città, lo faceva divertire, gli faceva vedere le foto dei propri familiari, gli raccontava le storie più divertenti… ma i il ragazzo ricordava anche che i suoi genitori avevano detto che si era trasferito e Daniel non lo aveva rivisto più.
Invece di aspettare i suoi amici, s’incamminò verso la casa in cui ricordava abitasse Gustavo prima di trasferirsi. Arrivato la vide molto cambiata: nel giardino erano stati situati molti giochi per bambini, al campanello era stato scritto un cognome a lui sconosciuto, la casa era stata ridipinta ed erano stati piantati nel vasto giardino alberi prima inesistenti.
Rassegnato si avviò verso la fermata dell’autubus. Improvvisamente guardando l’orologio si mise a correre.
Erano già le otto e cinque ed era in ritardo se voleva riuscire a prendere il pulman doveva muoversi.
Svoltò l’angolo attraversò la strada senza guardare ed una macchina stava per investirlo.
Daniel rimase impietrito dalla paura, ma ad un certo punto fu strattonato e cadde per terra sul marciapiede. Alzandosi, si voltò per cercare chi era stato a salvarlo e vide soltanto una persona anziana che si allontanava per il marciapiede e capì che era Gustavo.
Lo rincorse chiamandolo. L’uomo si voltò e Daniel stento a riconoscerlo: era molto più pallido, magro ed aveva il contorno degli occhi violaceo.
Gustavo gli sorrise e svoltò l’angolo. Daniel lo rincorse, ma l’uomo non c’era più, al suo posto per terra c’era un biglietto con scritto:

“Caro Daniel, non ero riuscito a dirti addio e non riuscivo a darmi pace per questo, ma finalmente sono riuscito a salutarti definitivamente. Ricordati sempre che ti ho voluto un mondo di bene. Tuo per sempre Gustavo.”

Sin quel momento Daniel capì che il suo amico Gustavo non si era affatto trasferito in un’altra città.



che ne pensate???

molti commenti è???













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