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Tutto ciò che riguarda il mondo vegetale: Informazioni di carattere scientifico

Ultimo Aggiornamento: 14/07/2007 09:30
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http://www.dipbot.unict.it/sistematica/Index0.html













"Non esistono problemi, soltanto soluzioni".

mod A di Phoenix Forum
mod di Solaris
mod di Inferno & Paradiso



[Modificato da Rhal 06/06/2005 19.49]

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Gymnospermae
Coniferophytina
Ginkgoatae
GINKGOALES


Ginkgoaceae


La famiglia delle Ginkgoaceae comprende un'unica specie attualmente vivente, Ginkgo biloba, con distribuzione relitta, formalmente estinta in natura nelle sue regioni d'origine, che si ritiene siano la Cina e il Giappone, ma presente e largamente diffusa nei parchi e nei giardini di tutto il mondo. Si tratta, pertanto di un vero "fossile vivente", il cui genere, con specie molto affini all'attuale, aveva nel Giurassico e nel Cretaceo, un'areale di distribuzione molto esteso. Ginkgo biloba è un grande albero con ramificazione monopodiale, con foglie formate da un picciolo e da un lembo a forma di ventaglio, con nervature dicotomiche che decorrono parallele e con incisioni sul margine superiore. La pianta è dioica e raggiunge la maturità sessuale soltanto dopo un periodo molto lungo, circa 30 anni, durante il quale non vi è dimorfismo tra i due sessi. I fiori maschili sono posti su rami molto corti detti brachiblasti e sono rappresentati da amenti lunghi pochi centimetri su cui si inseriscono stami con disposizione spiralata. La morfologia dello stame è particolare in quanto esso comprende un piccolo filamento che porta 2-7 microsporangi, che si aprono per fessurazione. I fiori femminili (macrosporofilli) sono isolati all'ascella di brattee poste all'apice di brachiblasti, e portano ciascuno 2 ovuli. L'impollinazione è anemogama. Il polline presenta caratteri di primitività in quanto, raggiunta la camera pollinica, produce 2 anterozoidi ciliati che raggiungono la oosfera nuotando. La fecondazione avviene dopo molto tempo, quando il seme è apparentemente maturo e già caduto sul terreno; soltanto uno dei due ovuli giunge a maturazione, mentre l'altro si atrofizza. Il seme è circondato da un involucro carnoso di origine tegumentale.

Ginkgo biloba è una pianta molto apprezzata come pianta ornamentale; in Giappone i suoi semi vengono consumati dopo fermentazione.

Ginkgoatae

GINKGOALES
Ginkgoaceae
Ginkgo biloba L.



Sezione longitudinale di microsporangio con granuli pollinici.

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Pinatae
Pinidae (=Coniferae)
PINALES


Araucariaceae


La famiglia delle Araucariaceae è un gruppo ampiamente diffuso nel passato anche in Europa, ma che oggi è confinato nell'emisfero australe, con poche specie dei generi Agathis e Araucaria. Le somiglianze con le Pinaceae sono notevoli, ma da queste differiscono per possedere foglie staminali con 5-19 sacche polliniche e squame fertili femminili con un solo ovulo. Il legno, di tipo omoxilo, ha una struttura molto primitiva detta "araucarioide", che conferma il carattere ancestrale della famiglia. I semi possono anche essere provvisti di ala (Agathis).

Il genere Araucaria è certamente il più conosciuto, in quanto alcune specie ad esso ascritte sono molto apprezzate come alberi ornamentali in parchi e giardini per l'imponenza e la singolarità delle loro forme. Tra queste si ricordano Araucaria excelsa, originaria dell'isola di Norfolk, in Oceania, A. bidwillii, del Queensland (Australia), A. imbricata, del Cile. Al genere Agathis appartengono specie indomalesi e neozelandesi, come Agathis australis, che forniscono ottime resine.


Araucaria bidwillii Hook.

Strobilo femminile maturo.

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Pinaceae


La famiglia delle Pinaceae è la più ricca di forme dell'ordine delle Pinales e comprende piante arboree con foglie aghiformi, disposte a spirale. Il fusto, con accrescimento secondario, è costituito da legno omoxilo, cioè formato unicamente da fibrotracheidi tutte uguali, e presenta canali resiniferi. Le foglie si inseriscono su due tipi di rami, i brachiblasti, con internodi brevissimi, e i macroblasti, con internodi più lunghi. Anche le foglie sono di due tipi: catafilli, foglie squamose, e nomofilli., foglie aghiformi normali, dette anche aghi. La loro disposizione sui rami costituisce un importante carattere sistematico. Le Pinaceae comprendono specie monoiche, con fiori maschili provvisti alla base dell'asse fiorale di foglioline squamiformi che funzionano da perigonio, al di sopra delle quali si collocano gli stami, numerosi ed inseriti a spirale. Ogni stame consta di un breve peduncolo e di una parte distale squamiforme, sulla cui pagina inferiore si trovano i sacchi pollinici. Le infiorescenze femminili, formanti degli strobili, comprendono squame copritrici sterili e squame fertili fortemente ispessite, accoppiate in modo che a ciascuna squama fertile ne corrisponda una sterile posta inferiormente. Sulla pagina superiore di quelle fertili si formano 2 ovuli che, dopo la fecondazione, protetti dalle squame che si richiudono, divengono 2 semi forniti di una membrana che funziona da ala. Le infiorescenze femminili si trasformano, quindi, in coni legnosi (pigne) che rimangono chiusi fino alla maturazione dei semi. Il seme contiene riserve amilacee od oleaginose, contenute nel falso albume, costituito da un endosperma primario (aploide). L'embrione possiede generalmente un numero variabile di cotiledoni.

Le Pinaceae sono suddivise in 3 sottofamiglie: a) Abietoideae, con aghi inseriti solo sui macroblasti (Abies, Picea, Tsuga, Pseudotsuga); b) Laricoideae, con aghi inseriti sia sui macroblasti che sui brachiblasti (Larix, Cedrus); c) Pinoideae, con aghi inseriti esclusivamente sui brachiblasti (Pinus).

Alla famiglia delle Pinaceae appartengono alcune tra le più importanti e utilizzate essenze forestali dell'emisfero boreale. Alcune di esse dominano al punto da formare in alcuni territori, vere e proprie fasce di vegetazione forestale, talvolta anche piuttosto estese. Al genere Abies appartengono varie specie, tra cui Abies sibirica, con areale vasto compreso tra la Russia e l'Asia orientale, Abies concolor, delle montagne del Nuovo Messico, Abies alba, detto abete bianco, distribuito nell'Europa meridionale e orientale, al quale, in particolare, è collegato un gruppo di specie affini endemiche di gruppi montuosi mediterranei anche di limitata estensione, quali Abies nebrodensis, del massiccio delle Madonie (Sicilia), Abies cephalonica, della Grecia, Abies pinsapo, delle montagne della Spagna. L'abete bianco è un albero molto importante dal punto di vista silvo-colturale, per la buona qualità del suo legname e per l'estrazione della trementina. Ancora maggiore è l'importanza dell'abete rosso, Picea excelsa, con un areale molto vasto, che dall'Italia raggiunge la Siberia. Allo stesso genere appartengono altre specie diffuse anche in Nordamerica; quest'ultimo è anche il continente di origine dell'abete Douglas (Pseudotsuga taxifolia), assai utilizzato in falegnameria. Al genere Larix appartengono diverse specie di cui una, Larix decidua, detta larice, è presente anche in Italia, sull'Arco Alpino, dove raggiunge il limite superiore della vegetazione arborea. Si tratta di una conifera caducifoglia che fornisce ottimo legname e trementina. Il genere Cedrus, comprende specie originarie delle alte montagne gravitanti attorno alla sponda meridionale e orientale del Mediterraneo, nonché dell'Asia centrale e orientale. Tra le specie più note si ricordano il cedro del Libano (Cedrus libani), il cedro dell'Atlante (Cedrus atlantica), e il cedro dell'Himalaya (Cedrus deodara), largamente coltivate, anche in forme glauche, come ornamento di parchi e giardini di grandi dimensioni, trattandosi di alberi molto imponenti. Il genere Pinus è forse quello più noto, almeno nella regione mediterranea, dove si trovano diverse specie appartenenti a questo gruppo. In particolare tra queste si ricordano il pino d'Aleppo (Pinus halepensis), il pino domestico (Pinus pinea) e il pino marittimo (Pinus pinaster), tutti presenti in Italia allo stato spontaneo, e largamente utilizzati anche come piante ornamentali e per rimboschimenti in aree con clima mite. Del pino domestico si consumano i semi, detti pinoli, ingredienti di numerose pietanze della cucina mediterranea. Al genere Pinus appartengono anche altre specie legate all'ambiente montano, quali il pino silvestre (Pinus sylvestris), con areale molto vasto, presente in Italia sulla Catena alpina, il pino nero (Pinus nigra), al cui ciclo appartengono sottospecie endemiche di territori di limitata estensione, tra cui Pinus nigra ssp. calabrica, presente in Calabria e sull'Etna, P. mugo con portamento prostrato, in Italia esclusivo delle Alpi.


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Pinaceae
Pinus sp.

Sezione longitudinale di strobilo maschile. Sono visibili le squame fertili (microsporofilli) con le sacche polliniche mature.


Sezione longitudinale di strobilo femminile con squame ovulari.


Particolare di strobilo femminile. Al centro squama ovulare con ovulo. Al di sotto di questa si nota una parte della squama copritrice che puo essere osservata completa in alto, inserita sull'asse dello strobilo.


Ramo con giovani infiorescenze femminili.

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Pinus sp.


Particolare dell'ovulo in cui si evidenziano la nocella, l'endosperma primario e gli archegoni con due grosse oosfere di cui è visibile il nucleo.


Granuli di polline con sacche aerifere.


Ramo con infiorescenze maschili.

Pinus halepensis Miller



Strobilo femminile maturo.





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Taxodiaceae
La famiglia delle Taxodiaceae è piuttosto affine a quella delle Pinaceae, dalla quale differisce soprattutto per il numero di ovuli portati dalle squame fertili dell'infiorescenza femminile. La distribuzione di queste piante e molto frammentaria, trattandosi di un gruppo relitto, e interessa l'Asia orientale e l'America settentrionale. Si tratta esclusivamente di specie legnose, caratterizzate spesso da grandi dimensioni, con foglie aghiformi disposte a spirale. Nelle infiorescenze femminili le squame fertili e le squame copritrici sono concresciute. Le prime portano ciascuna 2-12 ovuli.

Tra le specie più conosciute vi sono: Sequoia sempervirens, essenza forestale delle montagne californiane, di grandi dimensioni (fino a 100 metri di altezza) e a crescita relativamente rapida, molto importante dal punto di vista economico per l'ottimo legname; Sequoiadendron giganteum, delle montagne della Sierra Nevada (California), che può raggiungere 137 metri di altezza, 8 metri di diametro e un'età di 3000 anni; Taxodium distichum, detto cipresso di palude, provvista di organi per l'approvvigionamento di ossigeno, che forma sulla costa nordamericana del Golfo del Messico estese foreste planiziali allagate. Queste specie sono presenti in Italia solamente in quanto coltivate per ornamento, soprattutto nel nord della penisola e nella Pianura Padana.


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Cupressaceae
La famiglia delle Cupressaceae comprende specie legnose distribuite su tutto il globo terrestre. Le foglie sono squamose o, raramente, aghiformi, opposte o disposte in verticilli trimeri. I fiori maschili sono formati da pochi stami squamosi, opposti o verticillati, le infiorescenze femminili comprendono poche brattee, opposte o verticillate, ciascuna portante da 1 a molti ovuli. La maggior parte dei generi dopo la fecondazione forma strobili legnosi, mentre nel genere Juniperus vengono prodotti strobili bacciformi carnosi, detti galbuli. I semi sono sprovvisti di ala, a differenza dell'affine famiglia delle Pinaceae.

Le Cupressaceae comprendono importanti piante forestali e di macchia. Tra le specie più note si ricorda il cipresso (Cupressus sempervirens), originario delle regioni del Mediterraneo orientale, assai coltivato come pianta ornamentale anche in Italia, dove è divenuto, in alcune regioni, persino un elemento tipico del paesaggio. Anche Cupressus macrocarpa e C. arizonica, entrambe di origine americana, sono impiegati come alberi ornamentali in parchi e giardini, e allo stesso modo 2 specie del genere Thuja (T. occidentalis e T. orientalis).

Nella flora italiana sono presenti varie specie del genere Juniperus, con habitus xeromorfo, adattate ad ambienti estremi, quali le dune marittime o le alte montagne. Tra le specie più note si ricordano: J. turbinata (ginepro fenicio), specie tipica della macchia litoranea, divenuta molto rara in tutto il territorio ad esclusione della Sardegna, ove è ancora piuttosto comune; J. hemisphaerica, arbusto tipico delle alte montagne, presente anche sui maggiori rilievi siciliani; J. macrocarpa (ginepro coccolone), importante arbusto, talvolta con dimensioni arboree, che domina le cenosi di macchia psammofila delle dune litoranee che, nelle difficili condizioni ecologiche proprie delle spiagge, costituiscono lo stadio più evoluto della vegetazione.


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Podocarpaceae
La famiglia delle Podocarpaceae annovera specie legnose per lo più dell'emisfero australe, caratterizzate da foglie aghiformi, lanceolate o ovate, disposte a spirale sui rami. Le infiorescenze sono molto ridotte e non si formano mai strobili lignificati. I fiori maschili, in posizione ascellare o apicale, possiedono molte foglie staminali, ciascuna provvista di 2 sacche polliniche. I fiori femminili possono essere riuniti in strobili con un gran numero di foglie fertili, o possono essere isolati e ascellari. Dopo la fecondazione le squame fertili formano un involucro carnoso unilaterale, facendo assumere al seme un aspetto drupaceo. L'embrione è provvisto di 2 cotiledoni.

Questa famiglia, la cui distribuzione evidenzia un carattere relitto, comprende alcuni generi presenti soprattutto sulle montagne delle regioni tropicali e subtropicali dell'emisfero australe. Tra i generi più noti si ricordano Podocarpus, Dacrydium e Phyllocladus.


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Cephalotaxaceae
La famiglia delle Cephalotaxaceae comprende un unico genere relitto, Cephalotaxus, presente sulle montagne dell'Asia centro-orientale. Si tratta di piante arbustive o alberi con foglie lineari, spesso dioiche, con fiori maschili presenti in strobili globosi o amentiferi all'ascella delle foglie. I fiori femminili sono di piccole dimensioni e riuniti in infiorescenze pauciflore, costituite da alcune coppie di foglie fertili, ciascuna con 2 ovuli. I semi sono simili a drupe, con rivestimento carnoso e tegumento interno lignificato. L'embrione è provvisto di 2 cotiledoni.

Tra le specie più note vi sono Cephalotaxus drupaceae e C. fortunei, entrambe originarie dell'Estremo Oriente.


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06/06/2005 19:42
 
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Taxaceae
Taxidae
TAXALES


La famiglia delle Taxaceae, unica rappresentante del relativo ordine, comprende alberi o arbusti, per lo più dell'emisfero boreale, caratterizzati da foglie piane o aghiformi con disposizione spiralata. I fiori, unisessuali come in tutta la divisione, non sono avvolti da brattee. I fiori maschili, ascellari e solitari, o riuniti in infiorescenze terminali, hanno foglie staminali scudate provviste di 2-8 sacche polliniche. Quelli femminili, isolati all'ascella delle foglie, portano un unico ovulo circondato da un involucro che dopo la fecondazione diviene carnoso e rosso. Il seme è, pertanto, il cosiddetto arillo, disseminato mediante gli uccelli che ne sono ghiotti.

In Italia l'unico rappresentante della famiglia è il tasso (Taxus baccata), detto anche "albero della morte" per la presenza nelle parti vegetative della pianta di un potente veleno la tassina, di cui sono privi soltanto gli arilli, commestibili. Il tasso è un albero legato ai boschi mesofili caducifogli, quali soprattutto le faggete. Nel Terziario era uno dei più diffusi e tipici componenti delle foreste montane sempreverdi, assieme all'agrifoglio (Ilex aquifolium, fam. Aquifoliaceae), in un clima notevolmente più umido e caldo dell'attuale.


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06/06/2005 19:45
 
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Cycadophytina
Cycadatae
CYCADALES


Cycadaceae

La famiglia delle Cycadaceae comprende unicamente il genere Cycas, limitato alle regioni tropicali. La particolare distribuzione di queste piante, che mostrano alcune importanti disgiunzioni e discontinuità, testimonia il loro carattere relitto. Si tratta, infatti, di un gruppo molto antico, che nel Cretaceo ebbe il massimo sviluppo. L'aspetto generale di queste piante ricorda le palme, con un fusto non o poco ramificato, alto fino a 20 metri nelle specie più grandi, spesso ricoperto dalle basi fogliari, con foglie molto grandi, pennate o bipennate, disposte a spirale all'apice del fusto, dove formano una corona. Accanto alle foglie assimilatrici vi sono anche foglie non verdi, lanuginose, la cui funzione è quella di proteggere le gemme. Nella parte radicale si trovano delle radichette secondarie con ingrossamenti coralliformi che ospitano colonie di alghe azzurre, quali Nostoc e Anabaena, e batteri. Le Cycadaceae comprendono solo specie dioiche, con fiori maschili (microsporofilli), di forma squamosa o peltati, inseriti a spirale su di un asse; essi portano sulla faccia inferiore sacche polliniche in numero variabile e spesso riunite in sori. I fiori femminili (macrosporofilli) si trovano in gran numero nella parte sommitale del fusto con l'aspetto di foglie pennate, con gli ovuli, in numero di 4-8, inseriti al margine. I granuli pollinici danno origine a 2 anterozoidi ciliati che raggiungono la camera pollinica nuotando. Dopo la fecondazione la parte esterna del tegumento che avvolge l'ovulo diviene carnoso e il seme finisce con il somigliare ad una drupa. L'embrione è provvisto di 2 cotiledoni.

Il genere Cycas comprende diverse specie, alcune delle quali coltivate in Italia come piante ornamentali, come ad esempio C. revoluta. Da C. circinalis, coltivata ai Tropici come pianta alimentare, si ottiene il sago, un amido di largo utilizzo.

Cycas revoluta Bedd.

Foglie adulte e apice vegetativo con foglie fertili (macrosporofilli) che portano gli ovuli alla base.

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Zamiaceae
La famiglia delle Zamiaceae, affine a quella delle Cycadaceae, dalla quale differisce soprattutto per la struttura delle foglie fruttifere, comprende pochi generi distribuiti nelle regioni tropicali di tutto il globo. Si tratta di un gruppo molto antico, che nel Cretaceo ebbe il massimo sviluppo. L'aspetto generale di queste piante ricorda le palme, con un fusto non o poco ramificato, con foglie molto grandi, pennate o bipennate, disposte a spirale all'apice del fusto, dove formano una corona simile. Accanto alle foglie assimilatrici vi sono anche foglie non verdi, lanuginose, la cui funzione è quella di proteggere le gemme. Nella parte radicale si trovano delle radichette secondarie con ingrossamenti coralliformi che ospitano colonie di alghe azzurre, quali Nostoc e Anabaena, e batteri.

Le Zamiaceae comprendono solo specie dioiche, con fiori maschili (microsporofilli), di forma squamosa o peltati, inseriti a spirale su di un asse; essi portano sulla faccia inferiore sacche polliniche in numero variabile. I fiori femminili (macrosporofilli) sono riuniti in strobili terminali, ciascuno contenente 2 ovuli situati alla base. I granuli pollinici danno origine a 2 anterozoidi ciliati, che raggiungono la camera pollinica nuotando. Dopo la fecondazione la parte esterna del tegumento che avvolge l'ovulo diviene carnosa e il seme finisce con il somigliare ad una drupa. L'embrione è provvisto di 2 cotiledoni.

La famiglia delle Zamiaceae comprende diversi generi: Zamia, Ceratozamia, Encephalartos, Macrozamia, Microcycas, Dioon, Bowenia.


Encephalartos poggei Aschers.

Strobilo femminile maturo.


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Gnetatae (= Clamidospermae)


Ephedraceae
La famiglia delle Ephedraceae comprende il solo genere Ephedra, rappresentato da alcune specie arbustive equisetiformi, tipiche della regione mediterranea e delle regioni aride dell'Asia e dell'America. Il fusto è ramificato alla base ed è interrotto da nodi piuttosto ravvicinati. Le foglie, squamose e opposte, sono assai ridotte e spesso riunite da guaine. Un importante carattere anatomico che conferma l'elevato grado di evoluzione raggiunto dalle Ephedraceae nell'ambito delle Gymnospermae è rappresentato dal legno di tipo eteroxilo, costituito cioè da trachee e tracheidi; mancano i vasi resiniferi. I fiori, unisessuali, monoici o dioici, sono in qualche caso persino riuniti in infiorescenze bisessuali (Ephedra campylopoda), altro carattere questo, che conferma la notevole evoluzione raggiunta da questo gruppo che, assieme alle Gnetaceae, viene ritenuto il punto di passaggio verso le Angiospermae. I fiori maschili sono riuniti in infiorescenze costituite da fiori isolati all'ascella di una squama, avvolti da 2 brattee perianziali e provvisti di un asse fiorale che porta all'apice 2-8 antere sessili. I fiori femminili sono isolati o riuniti a coppie o a gruppi di 3 all'estremità di corti rami. Anch'essi, come quelli maschili, sono posti all'ascella di una squama e sono forniti di brattee perianziali squamiformi; ciascuno di essi porta un solo ovulo circondato da un cercine fruttifero. L'impollinazione è, di norma, anemogama, ma in alcuni casi può essere entomogama e allo scopo vengono secrete sostanze zuccherine (Ephedra campylopoda). I semi, generalmente appaiati, sono circondati da un involucro di origine bratteale, che può assumere forme varie, carnoso e colorato o trasformato in ali per la disseminazione anemocora.

Nella flora italiana sono presenti alcune specie di Ephedraceae, tra cui Ephedra fragilis, arbusto di grandi dimensioni, ramosissimo, presente in Calabria e nelle isole maggiori, dove si associa spesso al ginepro coccolone (Juniperus macrocarpa) formando una cenosi caratteristica delle dune costiere.




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Magnoliophyta (=Angiospermae)
Divisione: Dicotyledonae

Magnoliidae (=Polycarpicae)

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MAGNOLIALES


Magnoliaceae


La famiglia delle Magnoliaceae comprende specie legnose decidue o sempreverdi con numerosi caratteri di primitività e con distribuzione relitta nell'emisfero boreale, dalle regioni calde a quelle temperate. L'apparato vegetativo presenta nel tronco un tipo di legno fornito di trachee e tracheidi punteggiate, come nelle Conifere, ed è provvisto di foglie semplici, a disposizione alterna, con stipole o senza. I fiori sono molto grandi, spesso avvolti da una brattea, ermafroditi o unisessuali. Il perigonio è formato da 6 a molti tepali petaloidi disposti generalmente in 3 verticilli; l'androceo e il gineceo sono provvisti di numerosi elementi liberi. Il ricettacolo è spesso allungato a cono e sopra di esso si inseriscono gli stami e i carpelli a spirale, questi ultimi formano una sorta di strobilo. I carpelli portano ciascuno 2 ovuli.

La formula fiorale più ricorrente è la seguente:

P 3+3+3, A molti, G molti

Dai carpelli fecondati si formano altrettanti follicoli, riuniti in un'infruttescenza a pigna.

Le Magnoliaceae erano importanti elementi della flora arctoterziaria dell'Europa, in presenza di un clima caldo-umido. I cambiamenti climatici quaternari hanno determinato la loro estinzione. Ad opera dell'uomo esse sono oggi ritornate come piante coltivate quale ornamento di parchi e giardini. Una specie molto nota è Magnolia grandiflora.


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Calycanthaceae


La famiglia delle Calycanthaceae è un piccolo gruppo comprendente soltanto 4 specie, di cui una originaria dell'Estremo Oriente e le restanti dell'America settentrionale. Si tratta di piante suffruticose caratterizzate da foglie intere e opposte. I fiori, ermafroditi, hanno un perigonio formato da un numero indefinito di elementi, un androceo costituito da 5 a molti stami inseriti sul perigonio e un gineceo costituito da numerosi carpelli ciascuno provvisto di 2 ovuli. La formula fiorale è la seguente:

[P molti, A (da 5 a molti)], G molti

Il frutto è un achenio monospermo.

Alla famiglia delle Calycanthaceae appartengono 2 soli generi: Calycanthus e Chimonanthus.


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Lauraceae


La famiglia delle Lauraceae riunisce circa 1000 specie, a prevalente distribuzione tropicale, rappresentate essenzialmente da alberi sempreverdi aromatici. Le foglie, intere e spesso coriacee, per lo più alterne (di rado opposte o verticillate), sono, infatti, ricche di ghiandole contenenti oli essenziali. I fiori, riuniti in infiorescenze a grappolo o in cime ascellari, possiedono un perigonio sepaloide formato da 2 verticilli dimeri, un androceo con 8-12 stami, un ovario che può assumere tutte le posizioni (supero, semiinfero, infero) costituito da un solo carpello con un solo ovulo (Laurus).

La formula fiorale più comune è:

P 2+2, A 3+3+3+3, G 1

Il frutto è una bacca monosperma o una drupa. I semi sono sprovvisti di albume e sono forniti di riserve grasse nei cotiledoni.

Numerose sono le Lauraceae di interesse agronomico nei paesi tropicali. Il genere Cinnamomum comprende l'albero della canfora (Cinnamomum camphora), noto sia per l'ottimo legname da costruzione che da esso si ricava e per la canfora, che si ricava per distillazione, e la cannella (C. cassia), dalla cui corteccia si ricava l'omonima spezia. Persea gratissima, detta albero del burro, fornisce frutti commestibili noti con il nome di pero-avogado.

L'unica specie presente allo stato spontaneo in Italia è l'alloro (Laurus nobilis), tipico arbusto o albero sempreverde che predilige ambienti caldi e umidi, quali le forre e le rive dei fiumi a quote piuttosto basse. L'alloro, nell'antichità pianta sacra ad Apollo, viene frequentemente utilizzato quale ornamento di parchi e giardini per la bellezza del suo fogliame lucido e sempreverde, usato anche per aromatizzare vivande.


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PIPERALES


Piperaceae


La famiglia delle Piperaceae comprende specie legnose ed erbacee delle regioni tropicali, con foglie a disposizione spiralata, raramente verticillate, con o senza stipole. I fiori, riuniti in infiorescenze a spiga disposte all'apice dei rami, sono ermafroditi e nudi, posti all'ascella di una brattea, con androceo di 2 stami a filamento corto, e gineceo di 3 carpelli saldati in un ovario uniloculare, sormontato da 3 stimmi. La formula fiorale più rispondente alle caratteristiche della famiglia è la seguente:

P 0, A 2, G 3

Il frutto è una bacca monosperma.

Il genere Piper comprende circa 700 specie. Tra queste, dal punto di vista economico, sono importanti quelle che forniscono il pepe come Piper nigrum (pepe vero), P. officinarum (pepe lungo), Piper longum (pepe del Bengala), Piper cubeba (pepe cubebe). In particolare, il pepe nero è il frutto completo, mentre il pepe bianco si ottiene con l'asportazione del pericarpo. Un altro genere molto importante è Peperomia, con circa 400 specie, delle quali alcune sono coltivate come piante ornamentali.


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ARISTOLOCHIALES


Aristolochiaceae


Questa famiglia riunisce circa 200 specie in gran parte appartenenti al genere Aristolochia. Si tratta di piante erbacee o legnose, con foglie spiralate sprovviste di stipole, diffuse nei paesi caldi e soprattutto nell'America tropicale. I fiori, ermafroditi e per lo più zigomorfi (attinomorfi in Asarum), presentano un perigonio costituito da 3 tepali saldati a coppa, un androceo di 6-12 stami spesso ridotti alla sola antera; gli stami concrescono con una struttura a disco che rappresenta lo stilo, formando un ginostemio simile a quello che si ritrova nelle Orchidaceae. L'ovario, infero, è provvisto di 6 logge e contiene molti ovuli.

La formula fiorale più rappresentativa è:

P (3), [A 6-12, G (6)]

Il frutto è una capsula. L'impollinazione è entomogama.

La famiglia delle Aristolochiaceae è rappresentata in Italia dai generi Aristolochia e Asarum. Tra le specie più interessanti si ricorda Aristolochia altissima, che presenta nell'areale un'interessante disgiunzione, essendo presente in Algeria e nella Sicilia sudorientale, dove si rinviene in cenosi arbustivo-lianose legate soprattutto ai margini delle leccete. La specie, assai ornamentale per i suoi fiori e il fogliame lucido e sempreverde, è anche apprezzata come pianta sarmentosa in parchi e giardini.


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