Allora quando totti l'ha fatto alla Juve?
MILANO - Il calcio, per l'ennesima volta, lancia la sfida del 'moralismo'. Giovedì all'Olimpico Paolo Di Canio sfogava la sua esultanza con gesti precisi, anche alla curva avversa. Ne seguiva una incredibile 'presa di coscienza' del paese pedatorio per un comportamento 'definiamolo' antisportivo per usare un aggettivo, ma estremizzando il concetto.
Mi spiego. Da anni imperversa la rabbia, condita da gioia, stupore, goduria (badate, quattro sensazioni simili ma diverse) anche con gesti inconsulti, lontani dalla compostezza che si insegna ai bravi ragazzi. Una sorta di 'saloon' in un posto che per un attimo diventa 'Far West'. Nelle curve succede di tutto. C'è chi 'impazzisce', chi urla, chi si dimena, chi lancia fumogeni, chi piange, si arrabbia. Il resto mettetelo Voi con la fantasia.
Il derby dell'Epifania ha sancito, per l'ennesima volta l'angusta legge del perbenismo a oltranza. Da anni nei derby romani, ma anche milanesi e, tempi indietro, torinesi e genovesi esistono comportamenti 'inverecondi' e anche 'offensivi'. Si accusano sempre i 'gesti' dei propri beniamini, come se la quasi totalità dei tifosi sia una pletora di imbecilli pronta a reagire a ogni minima provocazione. Si parla di atteggiamenti poco edificanti, che non fanno parte dell'ABC' del galateo, d'accordo, ma non possono essere loro i soli colpevoli degli imbecilli (pochi) che creano il 'caos'.
Cosa pretende la gente da chi corre in 'pantaloncini', vince, perde, esulta, mena... e tutto in un concentrato adrenalinico da paura. In quel momento gli ormoni e tutto il sistema cerebrale accusa impulsi primordiali, lontano dalla razionalità e freddezza che tutti vorrebbero. Poi ci sono gli 'istintivi' come, appunto, Di Canio, Totti, Cassano. Ma anche Vieri, Gattuso, Materazzi, Montero e altri. Ce ne sono tantissimi, non stiamo ad elencarli tutti.
Chiamateli come volete. 'Ignoranti', 'provocatori', 'bambini', 'irriguardosi' e altri epiteti se vi fa comodo. Eppure sempre seguiti, acclamati, idolatrati. Senza dubbio sempre sulla bocca di tutti. Quasi un modo per denunciare il paradosso del calcio nostrano. Si fa di tutto. Da anni. Cronache parlano di doping amministrativi, doping farmaceutici, arbitraggi 'insufficenti' e altro ancora.
Ma qual è il calcio da ripulire? E' quello di Di Canio che urla sotto la curva romanista? Oppure è un falso problema. I cori razzisti, o un maglietta con la scritta del proprio figlio o della propria donna? A mio avviso si sta facendo confusione. Non tolleriamo più niente, l'importante è che tutto serva a farci stare meglio. Accusiamo sempre i peggiori di noi, senza elogiare i migliori. E' possibile 'sanificare' un ambiente con palliativi che non hanno un filo logico.
Non ho rimedi, però lungi da me pensare di fare processi a un giocatore che ha esultato, anche se in maniera scomposta. Lo fece Totti con una maglietta. Nessuno quasi se ne accorse. Non voglio difendere nessuno, ma forse girare l'obiettivo su altri problemi mi sembra il caso. Se Di Canio è un problema, forse è dentro di noi che qualcosa non va.
ripreso da sito Libero.it
Il mare porterà agli uomini nuove speranze, come il sonno porta i sogni
Mod. di InfernoEparadisO[Modificato da Jack8321 08/01/2005 11.04]