vi propongo un filone logico di poesie con comune denominatore una canzone degli Incubus come matrice. In questa occasione avevo un loop nella testa ed era "Pardon me"
SCRIGNO DI STENTI NEL VENTO D'ESTATE
Lo scirocco di questa sera estiva
spira l’eco raggelante della menzogna.
Il tintinnio del fogliame rintocca fiabesco
la vile resistenza che oppongo.
Mi avviluppo del mio niente,
solitario, fuori dal locale gremito,
in una birra ambrata.
Ambra… scrigno funesto di sfarzi tramontati!
La frode del tempo incessante non scrolla
l’ordine nelle tempie pulsanti e oppresse
dall’inganno lascivo.
Perfino in questa calda notte di sospiri, e refoli
di scompiglio tra i capelli radi in fronte,
arrendevole decorso naturale, ostile
all’infruttuosa ostinazione.
Falso e volubile canto del connubio
smembrato ora in parti disuguali
tra sconforto e gioia,
tra amore e odio.
Era la nostra canzone.
E da un nulla oscuro tu compari,
irradi di negligenza la mia ombra
accasciata sulle scale, le stesse di
dove abbiamo innescato la scintilla.
Bagliore labile e repentino
che non ha saputo afferrare,
che ho rincorso nel sotterfugio,
sottobosco di palesi umiliazioni.
Sensazioni asettiche imbrattate
con qualche scialba parola.
Ostento dimestichezza col buio
e ti nascondo il capo chino
in un sorriso indifferente a come
già hai voltato l’angolo
e te ne sei andata.
Ancora un’altra volta.
E non sono riuscito a svelarti
lo stento a destarmi dal sogno.
Fende l’aria seppur torrida un greve
un ammonimento che spira fedele…
“Nessuna morte nobiliterebbe
quest’inutile profusione.
Nessuna medaglia l’allevierebbe.
Il decoro martirizzato di gesta
irrisorie e noncuranti.
Esci dalla selva oscura,
folle avventuriero,
prima che scendano
attanaglianti tenebre!”
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Life's not the same, since that day you went away I recall like the drops of summer rain that fell on me... come back to me, come back to me...