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ho deciso...

Ultimo Aggiornamento: 25/03/2006 15:58
04/01/2006 21:50
 
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...e lo scrivo qui come promemoria:
prossima settimana mi iscrivo alla siae



www.guignoldangereux.com
05/01/2006 01:12
 
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nooooo, la siae è il nemico [SM=g27824] perchè?
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05/01/2006 11:34
 
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diciamo che più che altro tento di chiudere il recinto quando le vacche sono già scappate... se l'avessi fatto un anno fa ora avrei dei soldi che invece non ho, e non voglio ripetere l'errore... tutto qui [SM=g27819]

a me della tutela dei brani non me ne frega un cazzo, mi interessano i diritti... le cose che possono maturare diritti è meglio depositarle, il resto va avanti come al solito... e per quanto anacronistico e assurdo possa essere, il sistema di riscossione dei diritti tramite siae è l'unico che funziona (male, ma funziona)



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05/01/2006 15:03
 
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dipende quanto bisogna pagare per la siae, se è più di quello che si prende per i diritti non conviene. però la siae si paga prima e i diritti arrivano dopo. io comunque non ho problemi, faccio tutto a costi 0 - ricavi 0 (stavolta il mostro mangiamessaggi mi aveva tolto delle parole, o forse avevo l'ins messo male [SM=g27824])

[Modificato da popp0 05/01/2006 15.06]

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05/01/2006 16:40
 
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2 siti per iniziare a contribuire ad un discorso che spero siano in diversi a voler approfondire per da dare vita ad un valido scambio di opinioni e di nozioni tecnico-burocratiche

PRO-MUSIC

Federazione dell'Industria Musicale Italiana
05/01/2006 17:18
 
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ho letto le argomentazioni anti-mp3, ma è sempre il solito discorso. gli mp3 danneggiano l'industria discografica? probabilmente si, ma a me che non me ne può fregare di meno, ragiono in modo individualista: è meglio per me affannarmi per cercare di infilarmi in una nicchia nell'industria musicale per guadagnare qualcosa che al 99.99% sarà molto difficilmente sufficiente per vivere oppure è meglio non affannarmi e divertirmi a suonare quando mi va senza dover investire qualcosa che poi mi obbligherebbe a farmi il culo anche quando non ho voglia?
sull'altro argomento (che gli mp3 danneggiano anche gli 'artisti' di nicchia o emergenti) lasciamo perdere. al limite danneggiano quello 0.01% degli artisti emergenti che poi diventeranno famosi, mentre il restante 99.99% è molto più danneggiato dall'affannarsi per infilarsi nell'industria musicale. a un certo punto poi dicono che se fosse stato sempre come oggi non avremmo mai avuto rem o u2 [SM=g27824] ..allora magari fosse stato sempre come oggi.
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05/01/2006 23:30
 
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in realtà sono due cose diverse... il discorso che interessava a me è la possibilità di avere le royalties in caso di passaggi radiofonici o simili... l'iscrizione non costa molto, sono 200 euro il primo anno e 80 gli anni successivi, i depositi sono tutti gratuiti...

il discorso mp3-che-rovina-il-mercato-discografico... boh, per me è naturale che i fruitori di musica tentino di avere brani senza pagarli, come è naturale che l'industria discografica tenti in tutti i modi di difendersi. storia vecchia come il mondo.



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06/01/2006 00:08
 
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Re:

Scritto da: guignol 05/01/2006 23.30
in realtà sono due cose diverse... il discorso che interessava a me è la possibilità di avere le royalties in caso di passaggi radiofonici o simili... l'iscrizione non costa molto, sono 200 euro il primo anno e 80 gli anni successivi, i depositi sono tutti gratuiti...

il discorso mp3-che-rovina-il-mercato-discografico... boh, per me è naturale che i fruitori di musica tentino di avere brani senza pagarli, come è naturale che l'industria discografica tenti in tutti i modi di difendersi. storia vecchia come il mondo.



pensavo peggio, qualche anno fa mi ricordo di più di 1000000divecchielire fissi all'anno, evidentemente l'arrivo in massa degli mp3 ha funzionato bene come concorrenza per far abbassare i prezzi anche alla siae.
che poi la storia utenti contro professionisti sia vecchia come il mondo è vero, ma in questo caso simpatizzo molto di più con gli utenti e i dilettanti che con i professionisti. insomma l'ambiente dell'industria musicale visto dall'esterno fa obbiettivamente cagare (con le solite eccezioni che confermano la regola ovviamente) e non vedo perchè dovrei condividere quei decaloghi anti-mp3 che sembrano copiati dagli opuscoletti dei testimoni di geova.
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...considerando la percentuale che va ai professionisti e quella trattenuta da tutto il carrozzone burocratico costituito da SIAE + majors... penso che i primi a prenderselo in quel posto sono propio i cosiddetti 'professionisti tutelati'.

Personalmente penso che tutti quelli che gridano allo scandalo mp3, che guardacaso sono anche gli stessi che in un modo o nell'altro guadagnano dall'industria discografica, siano una razza di dinosauri resistenti all'estinzione!

E quanto più sono grossi, tanto più fanno casino quando cadono giù, bisogna solo allontanarsi un pochino per evitare gli ultimi colpi di coda!

Non hanno le capacità intellettive di reinventarsi, di comprendere le nuove tecnologie ed utilizzarle per l'interesse collettivo, sono ancora appiccicati ai bollini siae!

Comunque Guignol, se ritieni di poterne trarre tu per primo dei vantaggi di qualunque natura, forse fai bene a farlo, basta che poi un ascoltino piccolino, gratuitino, agli amici del forumino lo facciamo scappare ugualmente... [SM=g27828]




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Se Dio esiste dovrà chiedermi perdono.

Graffito su un muro ad Auschwiz


Plato the greek or Rin Tin Tin, who's more famous to the billion millions?

The magnificent seven - Clash


@ Strinqulu's




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06/01/2006 12:02
 
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Re:

Scritto da: Strinqulu 06/01/2006 10.07

Comunque Guignol, se ritieni di poterne trarre tu per primo dei vantaggi di qualunque natura, forse fai bene a farlo, basta che poi un ascoltino piccolino, gratuitino, agli amici del forumino lo facciamo scappare ugualmente... [SM=g27828]






in realtà l'iscrizione alla siae (almeno nel modo in cui ho intenzione di gestirla io) cambia poco o nulla nella libertà di far girare i propri pezzi... ci sono limitazioni solo sui pezzi che uno decide di depositare. se non si deposita, è tutto come prima.


in quanto a simpatizzare per la discografia o per gli utenti, per me non c'è niente di ideologico in tutto questo, io simpatizzo con chi dichiara apertamente i propri interessi senza paraventi etici. non c'è niente di sbagliato ad essere interessati alle vendite di un disco, è un prodotto come un altro, e gestire una label è un'attività come un'altra. d'altra parte è assolutamente normale rifiutarsi di pagare per un prodotto che si può avere gratis con pochi rischi. la cosa diventa fastidiosa (e ridicola) appunto quando i toni diventano quelli da testimoni di genova [SM=g27828] , e questo è applicabile ad ambo le parti (sia ai preti antipirateria che agli internet-guru anticopyright).



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06/01/2006 12:34
 
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Scritto da: guignol 06/01/2006 12.02



in realtà l'iscrizione alla siae (almeno nel modo in cui ho intenzione di gestirla io) cambia poco o nulla nella libertà di far girare i propri pezzi... ci sono limitazioni solo sui pezzi che uno decide di depositare. se non si deposita, è tutto come prima.


in quanto a simpatizzare per la discografia o per gli utenti, per me non c'è niente di ideologico in tutto questo, io simpatizzo con chi dichiara apertamente i propri interessi senza paraventi etici. non c'è niente di sbagliato ad essere interessati alle vendite di un disco, è un prodotto come un altro, e gestire una label è un'attività come un'altra. d'altra parte è assolutamente normale rifiutarsi di pagare per un prodotto che si può avere gratis con pochi rischi. la cosa diventa fastidiosa (e ridicola) appunto quando i toni diventano quelli da testimoni di genova [SM=g27828] , e questo è applicabile ad ambo le parti (sia ai preti antipirateria che agli internet-guru anticopyright).



Approvo e rilancio.
Direi che dovremo andare oltre le (pur leggittime) posizioni sul significato degli mp3 e della loro diffusione. Nella Home della FIMI, leggete il resoconto sulla tenuta del mercato italiano. I toni sono tutt'altro che funerei. Significa che lo tsunami-mp3 in realtà è un fenomeno meno devastante se si continuano a segnare incrementi di vendita. Perciò, riporterei il focus del discorso sul fatto che 'uno di noi' , dopo tanto tempo passato davanti ad un monitor a perdersi nei mendri di software e registrazioni, decida di volere tutelare un minimo quello che, proprio considerate le tante ore, forse è un poco riduttivo definire un passatempo occasionale. Questo non è nient'altro che una constatazione. Niente di ideologico, intendo. Non sto toccando il sacro spirito della libera creatività. Guignol giustamente dice: se posso alzare qualche quattrino, dopo tutto il culo che mi sono fatto, perchè non provarci? A sto punto subentrano i personaggi burocratici. Parlarne qui, significa che ciascuno magari ci mette una piccola esperienza e dalla somma che potrà risultarne , chiunque legga la discussione può farsi un'idea che non sia meramente partigiana ma abbia una logica alla base che permetta o meno di considerarla una scelta fattibile per il proprio caso.
Personalmente, sto valutamdo a fondo il senso delle Creative Commons nelle diverse accezioni. Non tanto l'aspetto giuridico che sì comprendo ma li mi fermo, quanto la concreta capacità di essere più che un illusione di protezione.
Ecco... questo potrebbe essere un buon discorso per chi avesse esperienze in merito: la comparazione di una protezione nazionale e una transnazionale includendo ogni onere e vantaggio.
06/01/2006 16:43
 
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anch'io se mi accorgessi che mi converrebbe fare l'iscrizione alla siae la farei, non voglio fare considerazioni ideologiche, ma visto che mi trovo molto meglio con gli mp3 continuo così. le volte che passo ore davanti al monitor non lo considero 'farmi il culo', mi diverto, e quindi non pretendo che mi venga riconosciuto niente in termini finanziari. se ci fosse la possibilità comoda di guadagnarci qualcosa lo farei, ma visto che non c'è preferisco evitare di perdere tempo. quello per cercare di guadagnare qualcosa sarebbe tempo perso a farmi il culo sul serio, non tempo in cui mi diverto. poi lo so che ci sono anche i guru anticopyright, ma in genere sono personaggi che cercano solo di avere prestigio politico, di solito non suonano nemmeno. alla fine la cosa migliore è fare tutti in modo diverso, così alla fine si possono provare tutte le varie possibilità e si fa più esperienza.
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11/01/2006 00:08
 
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lorenzo
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alcune info...
ciao!
è un po' che non passo e posto molto poco... ma qui, provo a dire la mia...
io sinceramente mi sto iscrivendo alla società che gestisce i diritti ma francese... (quindi la sorella francese della siae) si chiama sacem. vi spiego subito perchè.
intanto il costo è una tantum... cioè si spende 110 euro il primo anno che ti iscrivi e poi basta. nulla per sempre!
io credo che il problema della siae sia che costa parecchio e da poca attenzione ai passaggi esteri.
cioè, un amico ha avuto un passaggio di un brano di musica contemporanea alla radio della bbc e non ha visto un soldo per sta cosa... secondo me è scandaloso anche perchè sarebbero stati bei soldini...
la sacem invece da anche incentivi per le prime esecuzioni (per quanto riguarda la musica contemporanea, quella che mi interessa, ma anche elettroacustica che credo interessi tutti noi...)
inoltre da quel che so, i diritti che versa la siae sono abbastanza bassi...
quindi a mio parere la sacem è meglio della siae...

altra cosa: è vero in parte che le limitazioni sono solo sui pezzi depositati.
cioè: quando si suona nei locali musica proprio se l'autore dei brani non è iscritto alla siae, il gestore paga zero.
se è iscritto alla siae, sia che esegua brani tutelati sia che non li esegua, il gestore deve pagare... cioè, il borderò si basa solo sul nome del compositore, non sul singolo brano.
i brani non depositati non sono tutelati, cioè, se uno te li ruba, sono rubati e basta.. la siae (o sacem o simili società) non se li fila...

questo è quello che so...
ecco... fatemi sapere se ho detto cagate...
ciao!
lorenzo
(sticking drops)
11/01/2006 13:39
 
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Ottimo intervento.
E' qualcosa che avevo ipotizzato ma fermandomi subito proprio per mancanza di riferimenti concreti. Anche a me risulta, da esperienze riferite, che la Siae sia carente come tutela all'estero.
A 'sto punto ti chiedo di essere prodigo di dettagli riguardo la prassi di iscrizione e sopratutto se un residente in italia deve fornire documentazioni particolari.
Ovviamente occorrerà masticare un poco di francese ma non sarà un problema insuperabile.
Grazie!
11/01/2006 16:22
 
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ottimo spunto!
ho dato un'occhiata al sito:
www.sacem.fr/portailSacem/jsp/ep/home.do
non so il francese ma qualcosa si capisce... anch'io sono curioso di avere dettagli in più...



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11/01/2006 20:50
 
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lorenzo
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in velocità
ciao!
benon...
io sto facendo le pratiche, da un mese ci sto dietro a mandare moduli che loro mi rispediscono perchè incompleti e cazzi vari...
ora non riesco a spiegarvi tutto per mancanza di tempo ma domani (o sta sera se sono in grado) vi spiego quello che so e le carte che sto compilando o come fare le richieste.

ciao!
lorenzo
12/01/2006 09:47
 
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Grandissimo Lorenzo!

O amministratori, perchè non spostate questa discussione in un' altra sezione e gli attribuite un altro nome? 'Ho deciso...' se la vado a cercare tra qualche tempo è un pò criptico. Grazie.
12/01/2006 19:45
 
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ecco, per adesso l'ho spostata sui link, che è la cartella meno affollata. però non so se conviene fare un'altra cartella (tipo 'questioni di mafia e corporazioni' per parlare della siae e simili [SM=g27824] ), alla fine i forum con più di 3-4 cartelle diventano dispersivi.
sulla questione dei diritti, non ci vorrebbe molto a renderli del tutto gestiti in modo del tutto digitale, costerebbe molto meno e chiunque potrebbe accedere al servizio senza troppe trafile. ma grosse case discografiche e siae hanno l'interesse opposto, preferiscono rendere difficile l'accesso ai singoli, sennò avrebbero più concorrenza se iscriversi fosse facile e a basso costo.
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20060126-20060127
13/01/2006 12:05
 
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Poppo, secondo me dovresti considerare più a fondo le implicazioni quando dici che la gestione digitale renderebbe tutto più semplice. L'insieme delle produzioni artistiche/intellettuali è una giungla perchè sono tante e multiformi e mica tutte sono legate all'audio! Che la siae et similia siano enti parassitari, non posso che darti ragione. Che manager, discografici e altre figure che 'gestiscono' i fenomeni lo siano anche di più, idem. Tuttavia un sistema legale di tutela DEVE esistere perchè c'è chi (per es.) si spara anni di conservatorio, di prove, investendo tanto tempo e vorrebbe essere un tantinello ripagato se produce qualcosa. L'esistenza di internet favorisce la diffusione di alcune forme creative ma mica tutte e con forti disparità di presentazione. Chi è interessato al fenomeno è da anni che sta cercando di ripensare la relazione tra autore e fruitore dell'opera. Ma non è semplice e il processo riguarda tutte parti in causa (autori, fruitori, gestori, industria, media). La mia ipotesi è che si arriverà a distinguere giuridicamente le forme d'espressione anche sulla base dei canali di diffusione. Questo spero porti ad accellerare il processo di scorporo di entità centralizzate tipo la siae fino a rendere ovvia la privatizzazione delle divisioni. Questo dovrebbe creare concorrenza e permettere di scegliere tra diversi operatori chi fa le condizioni migliori [in termini di tutela] con distinzione di ambiti creativi.
E' solo un'ipotesi basata sull' evoluzione del cosidetto 'libero mercato'. Considerato che il numero dei dipendenti della siae è elevato questo mi fa intuire che difendereanno in maniera feroce la loro posizione e quindi lo stato delle cose.
Nel frattempo, le possibilità sono sostanzialmente tre:
1- ti adegui 2- te ne freghi 3- valuti soluzioni alternative
La terza è tutt'altro che semplice.
13/01/2006 19:35
 
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Re:

Scritto da: mark 13/01/2006 12.05
Poppo, secondo me dovresti considerare più a fondo le implicazioni quando dici che la gestione digitale renderebbe tutto più semplice. L'insieme delle produzioni artistiche/intellettuali è una giungla perchè sono tante e multiformi e mica tutte sono legate all'audio! Che la siae et similia siano enti parassitari, non posso che darti ragione. Che manager, discografici e altre figure che 'gestiscono' i fenomeni lo siano anche di più, idem. Tuttavia un sistema legale di tutela DEVE esistere perchè c'è chi (per es.) si spara anni di conservatorio, di prove, investendo tanto tempo e vorrebbe essere un tantinello ripagato se produce qualcosa. L'esistenza di internet favorisce la diffusione di alcune forme creative ma mica tutte e con forti disparità di presentazione. Chi è interessato al fenomeno è da anni che sta cercando di ripensare la relazione tra autore e fruitore dell'opera. Ma non è semplice e il processo riguarda tutte parti in causa (autori, fruitori, gestori, industria, media). La mia ipotesi è che si arriverà a distinguere giuridicamente le forme d'espressione anche sulla base dei canali di diffusione. Questo spero porti ad accellerare il processo di scorporo di entità centralizzate tipo la siae fino a rendere ovvia la privatizzazione delle divisioni. Questo dovrebbe creare concorrenza e permettere di scegliere tra diversi operatori chi fa le condizioni migliori [in termini di tutela] con distinzione di ambiti creativi.
E' solo un'ipotesi basata sull' evoluzione del cosidetto 'libero mercato'. Considerato che il numero dei dipendenti della siae è elevato questo mi fa intuire che difendereanno in maniera feroce la loro posizione e quindi lo stato delle cose.
Nel frattempo, le possibilità sono sostanzialmente tre:
1- ti adegui 2- te ne freghi 3- valuti soluzioni alternative
La terza è tutt'altro che semplice.



la seconda che hai detto, io non ho mai avuto la percezione di sbattermi e non ho mai fatto mezzo giorno di conservatorio, quindi sono l'ultimo a dover pretendere di guadagnare qualcosa. anche le poche volte si va a suonare da qualche parte metto in conto che le spese siano a mio carico, poi è ovvio che chiedo se possono rimorsarmi le spese, ma se vedo che tergiversano non ho voglia di insistere. comunque in tutti i casi se il posto dove si suona ha incassato abbastanza le spese di solito le pagano, mentre se è vuoto è difficile. se non dovessero pagare le spese quando il posto è pieno non ci si va più. per le soluzioni alternative qualcuno parla di creative commons, ma non ho mai approfondito, per adesso mi sembra solo una cosa che serve più a dare un'immagine alternativa agli iscritti che altro.
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