Il problema dei 3 corpi: Attraverso continenti e decadi, cinque amici geniali fanno scoperte sconvolgenti mentre le leggi della scienza si sgretolano ed emerge una minaccia esistenziale. Vieni a parlarne su TopManga.
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Le tangenti dei nostri giorni - II Capitolo - Guardiamo anche a sinistra!!!!!

Ultimo Aggiornamento: 26/11/2002 17:00
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Pajno, i comunisti, la mafia
Nel settembre 2000 l'apertura del capitolo sui rapporti tra cooperative rosse e mafia (con quindici ordini di custodia cautelare, su iniziativa della Procura della Repubblica di Palermo) ha riservato sin dall'inizio molte sorprese. Ad esempio, è stato ricordato che nei giorni successivi all'aprile 1982 e alla uccisione di Pio La Torre, il primo a parlare di una pista interna al PCI era stato il procuratore capo di Palermo, Vincenzo Pajno, in una conferenza stampa.
Il giudice Chinnici nei suoi Diari definiva il procuratore capo Pajno un amico dei Salvo (cfr. Saverio Lodato, Dieci anni di mafia, Rizzoli, Milano 1990, pp. 140-141; Gianni Cipriani, I mandanti. Il patto strategico tra massoneria, mafia e poteri politici, Editori Riuniti, Roma 1994, p. 33), cioè un amico dei massimi rappresentanti della mafia siciliana, addirittura riconosciuti e condannati ufficialmente come mafiosi, fino al punto che il senatore Andreotti ha detto e ripetuto contro ogni verosimiglianza di non averli mai neanche conosciuti. Soltanto l'ipotesi di un normalissimo regalo avrebbe significato ammettere l'esistenza di un legame, per quanto minimo. Invece, con Pajno, figurati i regali: addirittura l'amicizia. Questa pista fu abbandonata, perché sembrava più un depistaggio che altro. Adesso si torna a parlare sia di questa vicenda, sia di molte altre, che sono ben più recenti e scottanti.
Infatti, che il vecchio PCI avesse rapporti consolidati con molti dei grandi imprenditori siciliani (inclusi quelli noti per la loro disinvoltura) era una cosa saputa e risaputa anche dai più sprovveduti. Napoleone Colajanni ha addirittura raccontato con orgoglio di aver preso i soldi "di persona, per il partito quando ero segretario della federazione di Palermo". Sembra che non gli sia passato neanche per l'anticamera del cervello che in tal modo in un certo senso legittimava anche altri che prendevano soldi dalle stesse persone. Certo, lui li prendeva per il comunismo e per il partito comunista, ma proprio questo induceva altri (non tutti, ma alcuni certamente sì) a non farsi scrupoli nell'accettare qualsiasi mezzo per combattere un comunismo che non era irreprensibile, ma anzi particolarmente pericoloso nella scelta dei mezzi. Anche dire che i soldi venivano consegnati interamente al partito non soltanto non è moralmente ineccepibile, ma soprattutto è una rappresentazione falsa e tendenziosa della realtà: il partito quei soldi in molti sensi li ritornava indietro, a quei tanti che ancora oggi godono i frutti di quelle tangenti, attraverso ad esempio lussuose pensioni. Peppino Impastato e tanti altri hanno veramente lottato contro la mafia; ma quelli come lui sono finiti come sono finiti, non sono certo finiti a godersi le pensioni d'oro.
E perché il PCI prendeva tangenti da imprenditori mafiosi o paramafiosi? Per realizzare i nobili ideali del comunismo internazionale, splendidamente difesi innanzitutto dall'Unione Sovietica di Breznev e dei gulag? Quei comportamenti eticamente vergognosi prima che legalmente delinquenziali sono continuati per molti anni, troppi anni, costituendo, come dire, un filo rosso nella storia, se non della mafia, certo della spiegazione di come la mafia sia riuscita ad esistere e a resistere per tanti anni.
La assai opinabile impostazione politica e morale di settori non marginali della sinistra è stata denunciata tante volte anche da persone di sinistra. Ma non è mai stato sottolineato abbastanza quanto sia stato devastante sapere che quelle forze politiche ostentatamente e platealmente in lotta per la legalità e per l'onestà adottavano metodi che sotto alcuni profili non differivano molto da quelli adoperati dagli altri. Sono verità che non sappiamo da adesso; sono verità che ad esempio Leonardo Sciascia aveva raccontato benissimo.
Ha scritto nell'ottobre 2000 il Tribunale della Libertà, a proposito di due indagati dalla Procura di Palermo: "Le cooperative rosse hanno stipulato accordi con i più alti vertici dell'associazione mafiosa per la gestione degli appalti pubblici". Apriti cielo: la responsabilità penale è personale ...non si può usare il termine cooperative rosse in maniera così generica...si possono chiamare in causa soltanto singole persone e imprese...eccetera eccetera. Il guaio è che i nomi e cognomi ci sono, e ci sono anche i miliardi, ad esempio quei 20, in beni e società, che sono stati messi sotto sequestro nel febbraio 2001 ad un imprenditore considerato "l'anello di congiunzione tra mafia e Ds". L'imprenditore è accusato di concorso in associazione mafiosa. Il Tribunale deve valutare in prima udienza il 5 aprile se confiscare il suo patrimonio. Chissà quante altre sorprese ci riserva il futuro...

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26/11/2002 11:29
 
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In Italia, fino a qualche anno fa, c'era una corruzione sistemica, che era l'elemento strutturale dei rapporti tra i partiti. Vigevano, ad esempio, quote fisse per la ripartizione delle tangenti a seconda dei rapporti di forza nelle varie zone. Vigeva allora un capitolato delle tangenti: ad esempio, il 30% alla dichiarazione del vincitore della gara d'appalto, il 30% al primo stato di avanzamento e così via, con stanziamenti successivi fino alla realizzazione definitiva delle opere, quando il costo risultava moltiplicato per tre, quattro, cinque volte!!

In questo sistema era finito dentro l'intero sistema politico, tutti i partiti; non c'è nessuno che può dirsi escluso dei partiti che c'erano allora. Ad esempio, il partito comunista era al primo posto per le tangenti sulle licenze edilizie nelle regioni e nei comuni che governava, ed era al primo posto per i servizi di manutenzione in Emilia, Lombardia, Piemonte, Liguria, Umbria, Lazio, Sicilia. Gli altri partiti erano coinvolti allo stesso modo in altre regioni. Sono tantissimi gli esempi che si potrebbero fare, es: il 50% alla Democrazia Cristiana, l'altro 50% ripartito tra socialisti, PSDI, PRI, 40% ....variavano solo i numeri.

26/11/2002 11:30
 
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I parte
PROGETTO DI LEGGE - N. 910
Onorevoli Colleghi! - Riteniamo doveroso presentare anche in questa legislatura la seguente proposta di legge, in quanto l'attualità delle norme che detta è stata confermata proprio dal trascorrere del tempo, rendendo necessario un suo spassionato ma urgente esame.
Non sappiamo se i comunisti italiani, che nel passato si chiamavano PCI ma che oggi si chiamano in modo diverso, solo come gruppi parlamentari, debbano godere di immunità permanenti speciali in questo regime di corruttori e di corrotti. La verità è che nonostante si alternino Presidenti del Consiglio, Ministri del commercio con l'estero o delle finanze, non si riesce nemmeno ad indagare sulle tangenti che il nostro gruppo politico ha denunciato sin dal 1978, con interrogazioni e interpellanze che mai hanno avuto risposte o smentite. Le coperture evidentemente sono anche istituzionali, perché nemmeno si è risposto da allora a quella nostra interrogazione, del 1978, né all'interpellanza del 2 aprile 1980; e tanto meno si è posta in discussione la nostra proposta di legge n. 2749, presentata il 28 luglio 1981, che chiedeva una inchiesta parlamentare sulle tangenti e finanziamenti, che apparvero allora, da parte di centinaia di società, della misura di circa 150 miliardi di lire in un anno a favore del PCI.
Riproponiamo ora il problema ricordando, tra l'altro, che della vicenda venne interessato, senza seguito, anche il procuratore della Repubblica di Roma. Mai smentite, dunque, mai assoluzioni.
Diviene ora inderogabile, una volta per sempre, accertare in termini morali e politici la verità di questa sconcertante vicenda, già di per sé vergognosa, perché l'insabbiamento operato ha un suo preciso significato, di difesa ad oltranza, senza discutere, degli interessi dell'ex PCI. In questa legislatura non daremo tregua a quanti, nei più alti vertici, continueranno in questa operazione di occultamento e di complicità.
Ricordiamo ora i fatti.
Il 26 luglio 1978 venne rivolta una interrogazione a firma Tremaglia ed altri deputati del MSI-destra nazionale ai Ministri delle finanze e del commercio con l'estero nella quale si chiedeva:
"se fossero a conoscenza di quanto scritto nel libro Vodka-Cola edito da Vallecchi in merito all'impero finanziario del PCI, i cui proventi, attraverso società direttamente o indirettamente controllate o per tangenti percepite, si aggirerebbero intorno ai 150 miliardi di lire in un anno;
se volessero accertare la verità circa le notizie pubblicate;
se volessero attivare la Guardia di finanza per stabilire le reali entrate del PCI, anche in rapporto alle dichiarazioni pubbliche fatte nel bilancio da quel partito;
se volessero rispondere, i Ministri interrogati, sui redditi degli ultimi cinque anni delle società elencate descritte, per centinaia di ditte, con la loro ragione sociale;
se, anche agli effetti fiscali, si volesse stabilire se e in quale misura fossero avvenute evasioni o illecito traffico di valuta con danno alla collettività nazionale".
Questa era la sostanza delle domande e delle questioni, alle quali i Ministri, che vivevano in quel tempo nel compromesso della solidarietà nazionale, in una maggioranza politica comprendente il PCI, non risposero.
Non dissero se erano a conoscenza di quanto loro richiesto.
Non accertarono la verità.
Non fecero intervenire la Guardia di finanza e non indagarono sui bilanci del PCI.
non dissero nulla sulle eventuali evasioni fiscali, né sul possibile commercio di valuta, e il silenzio totale cadde sulle tangenti al partito comunista.
Finì quella legislatura e il 2 aprile 1980 venne presentata al Presidente del Consiglio dei ministri, al Ministro del commercio con l'estero e al Ministro delle finanze una interpellanza a firma Tremaglia ed altri deputati del MSI-destra nazionale, ove si chiedeva di conoscere, sempre sullo stesso oggetto della precedente citata interrogazione e con riferimento puntuale alla stessa, le linee sulle quali il Governo intendeva muoversi di fronte ad una situazione sempre più grave che coinvolgeva in grosse operazioni finanziarie e commerciali il PCI, impegnando, secondo le notizie pubblicate, la stessa attività economica del Governo all'estero.
Si ripeterono quindi nell'interpellanza le domande già proposte nella interrogazione.
Anche questa iniziativa parlamentare non ha avuto alcun seguito.
Noi non indaghiamo su questo persistente diniego, che tra l'altro viola le disposizioni del Regolamento della Camera dei deputati sul sindacato ispettivo, ma registriamo il fatto, nella sua gravità, perché la vicenda trattata non è semplice fatto di cronaca, o notizia di scarso rilievo, ma è questioneassai importante nei suoi risvolti non solo economici, ma politici, nazionali e internazionali, così da considerarsi di dimensione straordinaria. Il silenzio diventa inspiegabile, ma è certamente pesantemente colpevole e richiede una vera e propria inchiesta.
Si deve aggiungere, per la credibilità della denuncia, che i nominativi delle società, che sono qui allegati, sono stati tutti scritti sul libro Vodka-Cola da parecchi anni e nessuno ha mai fatto smentite, né smentite ha fatto il partito comunista italiano, quando gli stessi elenchi e le stesse denunce sono stati pubblicati sul settimanale OP di Pecorelli; né dopo la nostra interrogazione del 1978; né dopo l'interpellanza del MSI-destra nazionale del 2 aprile 1980, cioè dopo che il tutto è agli atti della Camera dei deputati.
Ora, di fronte a questa situazione, non ci rimane altro, per chiarire incertezze e responsabilità, per colpire quanti hanno commesso e continuano a commettere illeciti, che invocare un'azione approfondita di una inchiesta parlamentare su tutti gli aspetti di questo scandalo che coinvolge privati e multinazionali e un partito politico italiano. Oggi, poi, considerata l'urgenza, specie in questi tempi, della moralizzazione ovunque si presentino illegalità e manovre di lucro che, come in questa occasione, possono configurare gravi reati e danni per gli interessi nazionali.
Quanto, poi, è accaduto nel nostro Paese ha portato alla luce un complesso di situazioni di sottofondo che, pur essendo ancora in ombra, hanno fatto tuttavia sentire il loro peso proprio perché aggravate dal dubbio e dalle incertezze che le circondano.
Della nota, confusa e destabilizzante operazione della "P2" non ci interessa tanto quello che è stato detto o scritto, oppure, più esattamente, quello che con voluta dosatura si è inteso far conoscere. E evidente che la nostra fragile Repubblica nella sua tormentata navigazione ha trovato sulla propria strada un iceberg. Ma non vi ha cozzato contro. Lo ha solo preso di striscio, ha fortemente rollato. La barca si è inclinata, si sono aperte nelle fiancate alcune vie d'acqua e, seppure notevolmente appesantita ha cercato, come se nulla fosse successo, di riprendere la sua incerta navigazione.
Ma tutti sanno che la parte affiorante di un iceberg rappresenta solo un limitato ingombro rispetto alla massa nascosta, a quella massa su cui la chiglia di questa nostra nave sembra essere ancora sopra.
E noi, oggi, con questa proposta di legge, intendiamo far accertare di quale natura, di quale spessore sia anche in altre direzioni questo banco subacqueo per comprendere quali possibilità di galleggiamento vi siano per la nostra nave o se il reiterato raschiare di fondo non abbia già aperto o stia per aprire altre falle.
Vogliamo che la giustizia sia assoluta e che non ci si fermi, quando la controparte è l'ex PCI.
Di fronte all'incidenza della "P2" sulla vita politica e sociale del Paese, anche se si tenta di tacere, ma quando a tutti i livelli sorgono moralizzatori, accusatori, giudici, noi chiediamo che in concomitanza con le non trascorse grandi manovre di Gelli, e dei suoi fratelli, si voglia affrontare con estrema decisione il problema del finanziamento occulto dell'ex partito comunista nel rapporto di attività economiche con i Paesi dell'est.
Noi non portiamo nulla di nuovo perché quanto diciamo è già stato detto e scritto nel libro Vodka-Cola ma, forse, allora, i tempi non erano ancora maturi per interessare a fondo Governo ed opinione pubblica e la denuncia, coraggiosa, poteva allora apparire anche espressione di fantapolitica.
Oggi è indispensabile accertare i fatti, specie quei fatti che tutti noi sentiamo immanenti, ma che sfuggono per le troppe connivenze che li difendono.
In allegato a questa relazione portiamo un elenco diviso in quattro parti: il primo elenco comprende le società che sino al 1978 erano direttamente controllate dal PCI; il secondo elenco indica le società multinazionali miste a capitale italiano e di un Paese comunista; il terzo elenco le società multinazionali miste di capitale italiano e di un Paese comunista e di uno occidentale; infine, l'elenco delle società che avrebbero cooperato con il PCI in affari con i Paesi dell'est.
Gli elenchi, come già detto, sono rapportati alla data del 1978. Spetta alla Commissione parlamentare di inchiesta accertare quali nuove società siano da aggiungersi, quali ormai non siano più in attività in modo da avere una base concreta di indagine e di accertamento.
La nostra richiesta di una inchiesta parlamentare su così vasto spettro sottolinea tra l'altro, ed è molto interessante nell'attuale contingenza, che nel quarto elenco, già nel 1978, era compresa la società Giole spa con sede a Castiglion Fibocchi (Arezzo): e di questa società risulta essere stato partecipe Licio Gelli e la Sacom di Arezzo il cui amministratore delegato era sempre Licio Gelli.
Le connessioni fra il "gran maestro" Licio Gelli e le Botteghe Oscure provengono quindi da data non sospetta ed è urgente e necessario che anche sotto questo aspetto altra luce sia fatta sulle società indicate negli elenchi, sui beneficiari delle tangenti, sul loro ammontare, su quanto ormai è indispensabile che il Paese conosca.
Anche Licio Gelli, dal 1978, non ha mai smentito e così si sono comportati nel muto atteggiamento il Presidente del Consiglio dei ministri del 1978 e i suoi legittimi predecessori, nella loro inazione, e così si sono logicamente adeguati i Ministri del commercio con l'estero, dichiarati fratelli Stammati e Manca, e il superinquisitore Ministro Reviglio che non ha osato dare notizie sulle evasioni delle società che noi abbiamo segnalato nell'alleanza commerciale con il PCI; e poi il "superduro" Formica.
L'articolato della proposta di legge istitutiva di una Commissione parlamentare di inchiesta è conseguente alla impostazione più rigorosa per riproporre, come dovere, anche in questo campo la "questione morale". Le forze politiche sono chiamate ad una verifica necessaria che costituisce la prova autentica del loro costume e del loro impegno per la difesa degli interessi nazionali.
Vedremo, e soprattutto lo constateranno gli italiani, chi sarà a favore e chi contro per questa operazione di "pulizia generale".


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II Parte
Elenco n. 1 - Società controllate direttamente dal PCI.

Iter - Tipogr. Roma; Lombardi Import - Roma; Intercoop - Roma; Lazio Doma - Roma; Italcid spa - Roma; Euro Impex spa - Roma; Arvofilm - Roma; Cinema Antares - Roma; Alvit - Roma; Seti - Roma; Uniexportfilm - Roma; Residence Garden - Roma; Edilnova Romana e Hotel Leonardo da Vinci - Roma; Imm. Marchini e C. - Roma; Camst Viaggi - Roma; Kaviar spa - Roma; Gate - Roma; Il Rinnovamento spa - Roma; Estereuropa Rapp. srl - Roma; Unitelefilm - Roma; General International Film - Roma; Italimpex - Roma; Sarmi - Roma; Tevere Edilizia - Roma; Clinica Villa Gina - Roma; l'Unità - Roma; Sagip - Rubbiera; La Carpinetana spa - Reggio Emilia; Maglificio Estense - Reggio Emilia; Isarco - Reggio Emilia; Imm. Pavoglio - Reggio Emilia; Imm. San Nicolò - Reggio Emilia; Emiltex - Rio Saliceto (Reggio Emilia); Società industria maglieria affini - Sima - Puianello (Reggio Emilia); Venus Confezioni Lusso snc - Reggio Emilia; Maglificio GM3 sas - Reggio Emilia; Soc. Finz. La Pilota - Reggio Emilia; Italcommerce - Reggio Emilia; Cella srl - Imola (Bologna); Cefla Coop - Imola (Bologna); Arls - Bologna; Az. Agricola Corticella - Spilamberto (Modena); Aica - Bologna; Torex - Molinelia (Bologna); Vittadello - Piacenza; Gamst - Bologna; Assicoop - Bologna; Svar - Lago Cerreto (Reggio Emilia); Monnalisa - Reggio Emilia; Maglieria Gioconda - Reggio Emilia; Società Nuova Momentana - Bologna; Vittadello Alessandro spa - Ferrara; Consorzio Caseifici Sociali - Modena; Griss. Due Spighe - Granarolo (Reggio Emilia); Omsa - Saom Sidca (Ex Orsi Mangelli) - Faenza; Conad - Bologna; Coop. Tur. - Rimini; Consautest - Bologna; Lega Regionale Coop. - Bologna; Imm. Risorgimento Sestese - Milano; Immob. Mondo Nuovo srl - Milano; Cogimate spa Milano; Silt - Milano; Picc. Immob. Briantea - Monza; Immob. spa Edilia - Milano; Immob. Soc. Mi. - Milano; Ciei - Milano; Import House - Milano; Soc. Coop. Imp. Exp. srl - Milano; Restital srl (V. Sorimpex) - Milano; Rest Italia srl - Milano; Luca spa - Milano; Immob. Norina - Milano; Soc. Ital- Gottardo Ruffoni - Milano; Co.ve.s. San Donato (Milano); Coe Henry e Clerici - Milano; Vittadello - Milano; Ind. Confez. Vittadello spa - Milano; Vittadello spa - Milano; Abital spa - Milano; Drop spa - Milano; Moda Club Lord Alvit srl - Milano; Vittadello Organizz. sas - Milano; Sytco spa - Milano; Saltimer - Milano; Temi - Milano; Sefim - Milano; Duina - Milano; Finacciaio Lombarda spa - Milano; Dedalo Imm. Milano; Bataclava - Milano; Euroacciai spa - Milano; Erica Imm. - Milano; Albartours - Milano; Doma Import spa - Pavia; Cem. am.it. - Ferentino (Frosinone); Sudsider - Bitonto (Bari); Socomi - Ronco Scrivia (Alessandria); Vittadello A e C - Ancona; Vittadello - Udine; Vittadello - Padova; Loreti Gilberto - Spoleto; Imm. Monfalcone - Monfalcone; Città del Mare - Terrasini (Palermo); Coop. Altipiani d'Abruzzo - L'Aquila; Imm. della Marsica spa L'Aquila; Monti Marsi - L'Aquila; L'Ora - Palermo; De Donato - Bari; Edizioni Dedalo - Bari; Super Rifle - Barberino di Mugello (Firenze); Socop - Vicenza; Novasider - Torino; Cosema - Torino; Trisonda - Torino; Etablissement Indusfin - Vaduz; La Pamax Finanziaria, Schaun, Liechtenstein; Intersas - Torino; Unionfidi - Torino; Imm. Camera del Lavoro - Torino; Sta.l.ca. snc - La Loggia (Torino); Coop. Di Vittorio - Torino; Domus spa - Torino; Sistema - Torino; Socometaux - Ginevra; Falchimex - Francia; Falchimex Export Carpi Maglieria - Saselline di Albinea (Reggio Emilia).



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3^ parte
Elenco n. 2 - Società multinazionali miste a capitale italiano e di un Paese comunista.

Rus Legno - Roma; Ert Legnami spa - Roma; Sail Im. Legnami spa - Roma; Arlen sas - Roma; Italturist - Roma; Fotoreflex - Roma; Meatimex - Roma; Centro Product - Roma; Marbros srl - Roma; Cedox - Roma; Butangas - Roma; Società Gi.z.a. spa (ex Gi e Gi) - Bagnolo in Piano (Reggio Emilia); Soc. Unipol - Bologna; Unifina - Bologna; Fincoop - Bologna; Bgm srl - Fiorenzuola D'Arda (Piacenza); Sacmi Coop. - Imola (Bologna); Ce. Tel - Telese; Autostar - Bologna; Unipol Imm. - Bologna; CUA - Bologna; Scia snc (Giza) - Correggio (Reggio Emilia); Turist Romea srl - Bologna; CMC (Coop. Muratori di Carpi) - Carpi; Elektrotecnic Exp-Imp. - Milano; Ostelectric sas.- Milano; Inspekta - Milano; Stim Italiana - San Donato Milanese; Sacet - Milano; Coopexim - Milano; Hungaro Tex ital. - Milano; Hungaro Camion - Milano; Sibimex - Milano; Interflug - Milano; Ciech telex Polchem - Milano; Mez italiana - Milano; Europhon - Milano; Società Soresco - Milano; Soresco rap. est. - Milano; Sorinpex - Milano; Vitama spa Macchine utensili - Milano; Società Orbis srl - Milano; Lombarmet spa - Milano; Stantaliana spa - Milano; Bulgaria sas - Milano; Enermac spa - Milano; Imex - Milano; Italturist - Milano; Sima - Milano; Ferrochimetal - Milano; Antares Fos - Milano; Jugobanka - Milano; Sovitpesca - Milano; Jugoslovenska investiciona Banka - Milano; Lignimpex - Milano; Tradime - Milano; Marlo italiana spa - Pero (Milano); Selma spa - Milano; Ljubljanska Banka - Milano; Eurinter sas - Milano; Eurinter - Milano; Pragotegna - Trieste; Sovitalmare - Genova; Salvatore Morabito - Reggio Calabria; Mira Lanza - Jugoslavia - Genova; Dolphin - Genova; Sovfracht - Nervi (Genova); Euromilx - Trieste; Eurocar - Trieste; Dalpex - Livorno; Rifil - Vicenza; Karkates - Vicenza; Ceramica Trinidad - Trinidad; Satmi Impianti - Brasile; Fatmi Espanola - Spagna; Penag Holding; Stanko France - Francia; Irgafin, Maure - Liechtenstein; Vilatras, Triesen - Liechtenstein; Simbimex - Lugano; Agrucosa - Spagna.

Elenco n. 3 - Società multinazionali miste di capitale italiano e di un Paese comunista e di un Paese occidentale.

Sibicar - Roma; Ctip - Roma; Tpl Tecnipetrol - Roma; Nymco spa - Roma; Sacmi Imp. spa - Milano; Italmex - Milano; Nymco - Cormano (Milano); Nopco - Cormano (Milano); Socoit - Cormano (Milano); Cooper Italiana spa - Cormano (Milano); Italsug - Milano; Sialga - Avenza; Tecnicon - Vicenza; Brueg - Lugano; Farrow e Sons Ltd. - Splanding; Samofid - Lugano; Sugosa Ltd. - Londra.



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Elenco n. 4 - Società che avrebbero cooperato con il PCI in affari con i Paesi dell'est.

Italcontrol - Roma; Garboli spa - Roma; Stas - Roma; Motorest - Roma; Sirce - Roma; Saicom - Roma; Cosmos - Roma; Sogene - SGI - Roma; Finlabor - Roma; Sarmi - Roma; Trans World Fuels - Roma; International Commercial CO. srl - Roma; Toy International spa - Roma; Provveditoria Garibaldi - Civitavecchia; Club di Roma - Roma; Comet snc - Roma; F.lli Spada - Ciampino; Cogis - Roma; Micas - Roma; Radio Città Futura - Roma; Dacia spa - Roma; Casalotti - Roma; Impresit - Roma; Lega delle Cooperative - Roma; Efim - Roma; C.e. m.a.t. - Roma; Caralia - Roma; Bramante spa - Roma; Selenia spa - Roma; Costanza spa - Roma; Ed. Roma Mare - Roma; Alma Travel - Roma; Racoin srl - Roma; Tivoli Motor srl - Tivoli; Tradex srl - Roma; Itala Import srl - Roma; Imex Traving Co. Ltd. - Roma; Docks Nuovo Porto di Ravenna spa - Ravenna; Società Pneus, Emilia - Reggio Emilia; Società Lux-Electron - Reggiolo (Reggio Emilia); Lady Saliceto (Reggio Emilia); Sigma-Tau - Modena; Simes - Modena; D e C Zola Predosa (Bologna); Sorghini - Bologna; Soc. Riva Calzoni spa - Bologna; Galliani - Bologna; Cam - Bologna; Bartoletti E. spa - Forli; Corazza N e C - Bologna; Rossetti - Ravenna; Calolux sas - Bologna; Dall'Olio - Prunaro di Budrio (Bologna); In.a.c.a. Cremonini e Brandoli - Castelvetro (Modena); Itarca - Modena; Reggimport - Reggio Emilia; Emildacia snc - Piacenza; Pms - Bologna; Igea - Parma; Carni Cadeo - Piacenza; Fochi - Bologna; Fond. Monticellese - Piacenza; Ceramica Po - Piacenza; Arbos - Piacenza; Pollo d'Oro - Piacenza; Safta - Piacenza; Fardeco - Piacenza; Biffi - Fiorenzuola D'Arda (Piacenza); F.lli Rinaldi - Bologna; Orient-Import - Bologna; Marpos - Bologna; Novarese - Zola Predosa (Bologna); Minganti - Bologna; Italscambi - Bologna; Cof-Coop. - Cesena; Cerce - Bologna; Romexport - Bologna; Gnudi Import - Bologna; Cidif - Bologna; Salumifici Rimini - Rimini; Ara - Rubbiera (Reggio Emilia); Ager - Bologna; Ceramica Cimone - Casalgrande (Reggio Emilia); Agind - Piacenza; Siem - Parma; Universal Toy spa - Granarolo; Hotel Sabrina - Cesenatico; Coop. Edilizia Il Sentiero; Coop. Agricola Di Giandeto; Soc. Coop. Leonardo; Gress Iris; Unione Prov. Coop. Edilizia; Fornaci Valsecchia; Ceramica San Valentino; Selene - Castel Nuovo di Sotto; Iris - Viano; Si.ri. - Modena; F.lli Credi; Cortesi e C. - Lugo di Romagna; Ing. Battaglia Rangoni - Casalecchio (Bologna); Wrapmatic - Lippo di Calderara di Reno (Bologna); Amplaid - Caleppio di Settala; Zamboni - Casalecchio di Reno (Bologna); GD - Bologna; Ima Soteco - Ozzano Emilia; Acma - Bologna; Vecchia Bavera - Cervia; Romana Zucchero spa - Cesena; Sicar - Carpi; Oltremare - Bologna; Emiliani - Cesenatico; Cuoghio - Modena; Melisenda - Bologna; Coop. Edilizia com. - Casalecchio (Bologna); Benfra - Modena; Lag. - Modena; Distillerie Toschi - Vignola (Modena); Pavilsmalt - Medolla (Modena); Ceramica Walter Richetti - Sassuolo (Modena); Uff. Comm.le Cecoslovacco - Milano; Carb. Fornit. 01. - Milano; Asca - Milano; Cbf. - Milano; Dacia srl - Milano; Trastecnica lic. Rapistal - Cologno Monzese (Milano); Ticino Ast - Vimodrone (Milano); La Petrolifera Italiana - Milano; Mire Sas - Milano; Hehold - Milano; Film - Co.me. - Milano; Sigma - Milano; Soc. Nebbia - Milano; Socodella spa - Milano; F.a.r. - Napoli; Sogeprim - Milano; Mazzotta - Milano; Vitali Macchine - Milano; Doria Sas - Milano; Cosvim - Milano; Cominter Società Commerciale Internazionale - Milano; Socomar - Milano; Eastern Trade - Milano; Enneri e Co. srl - Milano-Venezia; Frigoriferi Milanesi - Milano; Katia Viaggi - Abbiategrasso; Elektropol Cantoni e C. - Buccinasco (Milano); Cornali Attilio - Milano; Schweppers Italia spa - Milano; Meazzi spa - Milano; La Ducale di Nava Guglielmo - Milano; Consorzio Vinicolo Sutti A. di Suitti A. e C. sas - Milano; Cosinter - Milano; Novogen S.I. spa - Milano; Komex spa - Milano; Bolfram - Macchine Utensili - Milano; Bolfram srl - Milano; Commental di Pastorino Gianni - Milano; Articoli Novità Ar.no. srl - Milano; Spi (Pubblicità) - Milano; Di.m.a.s. srl - Milano; Multimare di Viganò Paolo A. e C. sas - Valleambrosia (Milano); Furcht e C. srl - Milano; Loreto Supermarket Confez. - Milano; Confezioni Loreto srl - Milano; D.s.c. srl - Milano; D.s.c. sas - Milano; Winkler Ital. sas - Milano; Grucom Internaz. srl - Milano; Comavicola - Milano; Centro Tecnica spa - Milano; De Fonso e De Giorgio - Milano;

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Un’"economia invisibile" per la sopravvivenza dell’Internazionale Comunista

Le rivelazioni del giornalista russo Aleksandr Ievlakhov, del settimanale Rossia, legato all’équipe di Boris N. Eltsin, e il clamore suscitato in Francia e in Italia dalle notizie relative al denaro sovietico destinato al finanziamento dei partiti comunisti di questi paesi non devono costituire l’albero che nasconde la foresta. Soprattutto non devono produrre un amalgama fra due operazioni ben diverse: da una parte, quella del fondo di sostegno creato da Iosif V. Stalin nel 1949 e che da allora ha alimentato i partiti comunisti esteri e le aziende legate all’apparato dell’Internazionale Comunista; dall’altra parte, quella di un apparato segreto costituito all’interno della direzione del PCUS, il Partito Comunista dell’Unione Sovietica, incaricato dal 1987 di predisporre, nei paesi satelliti e in tutti gli altri paesi del mondo, cellule senza nessun legame organico con i partiti comunisti ufficiali o con le aziende e le società straniere note per i loro rapporti con la Centrale sovietica.
Infatti Aleksandr Ievlakhov non dice che soltanto nel 1987 l’apparato sovietico ha distribuito fondi al PCF, il Partito Comunista Francese, al PCI, il Partito Comunista Italiano, e a una dozzina di altri partiti comunisti nel mondo. Ha precisato di aver scelto l’anno 1987 a puro titolo di esempio. Infatti — ancora — l’Unione Sovietica ha creato un fondo di sostegno ai partiti comunisti esteri nel 1949 e, a partire da questa data, ogni anno milioni di dollari per la cassa nera di questi partiti sono stati fatti pervenire a destinazione attraverso valigie portate da corrieri del KGB o diplomatici, oppure in occasione di visite di delegazioni sovietiche.
In Rossia viene illustrata la procedura dell’operazione: 1. di essa erano al corrente soltanto il capo del Dipartimento Internazionale del PCUS — attualmente Valentin Falin — e due suoi collaboratori; 2. veniva informata telefonicamente la Gosbank, la Banca di Stato, con codice speciale, della o delle somme da preparare; 3. seguiva una chiamata alla sede del KGB, e precisamente alla 1a Direzione Principale — quella incaricata dello spionaggio nel mondo — del 1° Dipartimento Internazionale, per organizzare il trasferimento dei fondi, a norma della direttiva P. 74/27, del 3 luglio 1987.
Comunque, dall’epoca del Comintern — la Terza Internazionale comunista, fondata nel 1919 —, poi del Cominform — l’Ufficio di informazioni fra i partiti comunisti e operai, costituito nel 1947 —, nessuno in Occidente ignorava queste operazioni: per la Francia, Roland Gaucher e Jean Montaldo ne hanno indicato dettagliatamente i responsabili e i mezzi, denunciando a questo proposito l’azione di Maxime Gremetz, incaricato nel PCF dei rapporti con il Dipartimento Internazionale del PCUS, e di Gaston Plissonier, così come le ditte Interagra, Recoft, Sorice, Cifal, Centrocom, Gifco e Cogetal o Sopochim, con sede a Berlino.
Ma, nel secondo caso, si tratta di tutt’altra cosa, a proposito della quale non sottolineare che l’operazione è stata "inaugurata" con l’approvazione di Mikhail S. Gorbaciov significa ingannare ancora una volta l’opinione pubblica relativamente ai pericoli immediati o a lungo termine. Infatti, alle rivelazioni di Aleksandr Ievlakhov, sulla Komsomolskaia Pravda l’addetto stampa della segreteria di Boris N. Eltsin, Pavel Voschanov, aggiunge di aver scoperto casualmente negli archivi segreti del PCUS che l’anno scorso, cioè nel 1990, i dirigenti del partito stesso alle dirette dipendenze di Mikhail S. Gorbaciov — fra cui il suo numero due, Vladimir Ivaschko — avevano avviato "la creazione di un’economia invisibile" al servizio del partito e dell’Internazionale Comunista.
Ormai una parte dei fondi del PCUS — e le "quote" pretese dai partiti comunisti dell’impero — erano da una parte destinati a conti segreti all’estero, dall’altra investiti in aziende e in società con sede all’estero e, segretamente, al servizio dell’Unione Sovietica. Ne erano al corrente solo alcuni iniziati del Politburo, della Segreteria del PCUS e della direzione esteri del KGB.

Fini dell’economia invisibile
Per i "reintroiti" pretesi fino all’inverno fra il 1989 e il 1990, attraverso tangenti provenienti dall’Europa Orientale e da altrove, il denaro doveva essere portato a Mosca in pezzi da 5 a 10 dollari. In questo modo le somme erano disponibili in ogni momento per essere trasferite oppure per essere usate immediatamente.
Dal 1971 al 1983 il responsabile a Mosca della tesoreria dell’Internazionale Comunista era Gheorgij Pavlov, che — secondo la versione ufficiale — domenica 6 ottobre 1991 si è "gettato dalla finestra del suo appartamento moscovita".
Dal 1983 al 1991 il suo successore era Nikolai Krutchina, un uomo con cui Mikhail S. Gorbaciov aveva avuto rapporti quotidiani dal 1983 al 1985, quando dirigeva gli organi amministrativi, cioè gli affari segreti, sotto la copertura della sua funzione di segretario all’Agricoltura... Si tratta di un uomo che lo stesso Mikhail S. Gorbaciov, nel 1986, aveva promosso a una posizione molto elevata nell’apparato della Segreteria rifatta a suo piacere. Nikolai Krutchina si è "suicidato" gettandosi dalla finestra il 26 agosto scorso, quando si apriva la prima inchiesta sui retroscena del putsch svoltosi dal 19 al 21 agosto.
L’attuale tesoro dell’economia invisibile si può quantificare in 12 miliardi di dollari, distribuiti in una dozzina di paesi capitalisti, evidentemente su conti segreti, soprattutto in Svizzera, Germania e Inghilterra, in America Latina e, forse — ma la cosa è da verificare —, negli Stati Uniti e in Canada.
A che scopo? Anzitutto per sostituire apparati riformisti e anche non comunisti ai dirigenti e agli apparati consunti e screditati, cioè a disposizione dei membri dell’apparato sovietico che, con Mikhail S. Gorbaciov, dopo il 1986, si rendevano conto del fatto che, per convincere gli americani e gli europei occidentali che la loro "evoluzione democratica" era sincera, non potevano più conservare l’apparato dell’Internazionale Comunista così com’era. Come Iosif V. Stalin, durante la seconda guerra mondiale, aveva fatto credere di sciogliere il Comintern, e dopo di lui Nikita S. Kruscev si era comportato allo stesso modo relativamente al Cominform, dal 1987 il governo di Mosca garantiva di non ingerirsi più nei partiti comunisti esteri, ormai associati e non più subordinati.
Di fatto, il Dipartimento Internazionale ricreava — servendosi del KGB come di struttura portante — un Comintern invisibile. Reti segrete sovietico-comuniste duplicavano nel mondo, all’insaputa della maggioranza del dirigenti dei partiti comunisti, il loro apparato classico. Per questo — per esempio — esponenti del PCF, fra cui il tesoriere, possono giocare sulle parole affermando che appunto il PCF non ha avuto denaro sovietico... Può darsi, ma si può dire lo stesso per il PCF-bis, per il PCI-bis, e così via?
A partire dall’inverno fra il 1989 e il 1990 gli iniziati si sono resi conto che, se la Romania, la Bulgaria e l’apparato comunista serbo rimanevano fedeli, per contro, negli altri Stati dell’ex impero, divergenze, defezioni e sbandamenti neutralizzavano ogni possibilità di mantenere basi sicure in questi paesi per poter continuare l’opera di spionaggio e di sovversione nell’Europa Occidentale. Quindi, a partire da questo momento, hanno montato un’"economia invisibile" all’estero, e hanno incaricato specialisti del KGB e degli apparati-bis stranieri di sostituire all’unica Centrale sovietica una serie di Centrali segrete, per settori: Europa, Estremo Oriente, Pan-America, Asia Centrale, Pacifico, Maghreb, Africa Australe, e così via.
Lo scioglimento del KGB, annunciato l’11 ottobre 1991, è soltanto un gesto di facciata. Vi è una ripartizione dei compiti fra la 1a Direzione dell’ex KGB, incaricata dello spionaggio mondiale, guidata da Evgheni Primakov, e il GRU, il servizio di spionaggio militare, guidato dal generale Vladen Mokhailov. L’eventuale scioglimento del Dipartimento Internazionale della segreteria del PCUS garantirà la sopravvivenza dell’Internazionale invisibile, finché i fedeli di Mikhail S. Gorbaciov saranno presenti in questo partito in via di ricostituzione sotto altro nome attorno a Roy Medvedev, al deputato A. Denissov e al cosmonauta Vladimir Savastianov.
A conferma, secondo la segreteria dei comandanti afgani dell’Interno, a partire dall’estate del 1991 un gruppo di specialisti sovietici dell’Internazionale si è installato a Kabul per aprirvi un Ufficio Asia Centrale, che dovrebbe coprire una zona dalla Turchia al Golfo del Bengala.
Per questa operazione nel suo complesso ho parlato di 12 miliardi di dollari. Secondo le risultanze delle due inchieste condotte nell’Unione Sovietica dopo il fallimento del putsch d’agosto, una dal procuratore generale della Federazione Russa, l’altra da una commissione parlamentare della stessa Federazione, nel 1990 la fortuna del PCUS si aggirava fra i 150 e i 180 miliardi di dollari. Si tratta di una fortuna senza rapporti con il tesoro dello Stato. Ora, nel dicembre del 1990, attraverso svariate manipolazioni e complicità, 280 miliardi di rubli, al corso ufficiale circa 150 miliardi di dollari, sono stati trasferiti in Occidente — ma sarebbe meglio dire "svenduti" — in cambio di 12 miliardi di dollari. Si tratta di cifre fornite, sulla base di documenti, dalla commissione parlamentare russa a Nikolai Fedorov, attuale ministro della Giustizia del governo guidato da Boris N. Eltsin, cifre che confermano la mia valutazione.
La data di dicembre del 1990 non è fortuita, dal momento che coincide con quella in cui i congiurati dell’agosto del 1991 hanno iniziato le loro mene segrete per un putsch, che pensavano avrebbe dovuto realizzarsi l’estate seguente.

Le prove della compromissione di Mikhail S. Gorbaciov
Già il 26 aprile 1990 Mikhail S. Gorbaciov ordinava con una lettera a Valentin Falin, numero uno del Dipartimento Internazionale del PCUS, di prelevare "dal bilancio dello Stato" parecchi milioni di dollari in divisa straniera "per aiutare le società amiche". Diversamente — scriveva il segretario generale del PCUS e presidente dell’URSS — sarebbe stato necessario prelevarli dalla tesoreria del partito. Questa operazione faceva parte del primo circuito ricordato all’inizio, ma le operazioni del secondo circuito, il più segreto, non potevano sfuggire a Mikhail S. Gorbaciov che, fino al 24 agosto 1991, giorno delle sue dimissioni dalla funzione di segretario generale del PCUS, era supervisore di entrambe le operazioni. Così dicono il procuratore generale Stapankov e Nikolai Fedorov, dopo il giornalista Aleksandr Ievlakhov e un segretario di Boris N. Eltsin, Pavel Voshanov.
Ma il governo degli Stati Uniti d’America ha voluto che Mikhail S. Gorbaciov fosse presente alla Conferenza di Madrid sulla situazione in Medio Oriente per salvarlo dallo scandalo, e per la stessa ragione François Mitterrand lo ha invitato a Latché: sono entrambi modi per far capire a Boris N. Eltsin che avevano bisogno di Mikhail S. Gorbaciov e che, quindi, uno scandalo che lo avesse coinvolto avrebbe significato la rottura con l’Occidente. Il che rende tutt’altro che facile la situazione del presidente della Federazione Russa, i cui collaboratori hanno scoperto documenti che gli permetterebbero — se volesse — di coinvolgere e anche di mettere sotto accusa Mikhail S. Gorbaciov a proposito delle operazioni segrete che hanno volontariamente esacerbato in più punti dell’ex impero i focolai di tensione fra nazionalisti locali, a partire da provocazioni deliberate, per esempio, fra azeri e armeni, ma anche negli Stati baltici fra il 1988 e il 1990 e nella Repubblica autonoma della Ceceno-Inguscezia, nel Caucaso Settentrionale, nella quale — cosa che la stampa si guarda bene dal dire — si trova uno degli ultimi campi di concentramento dell’URSS. Se Boris N. Eltsin non ne parla è perché gli ambienti politici occidentali, gli organismi mondialisti, l’Internazionale Socialista e diversi capi di Stato e ministri europei e degli Stati Uniti d’America fanno del mantenimento di Mikhail S. Gorbaciov al potere la condizione dell’aiuto economico e tecnologico alla Federazione Russa. Quindi Boris N. Eltsin deve combattere su due fronti, da un lato annunciando ai russi "sudore e lacrime" per far uscire il paese delle condizioni economiche fallimentari prodotte da un lungo regime di austerità, e un autoritarismo obbligato nella lotta contro le diverse mafie che, con i vecchi uomini dell’apparato, controllano e falsificano la vita economica; dall’altro lato tentando di sottrarsi alle pressioni degli ambienti occidentali citati, che ispirano continuamente certi corrispondenti stranieri di stanza a Mosca allo scopo di distruggere o di metter fuori gioco Boris N. Eltsin e di conservare un certo comunismo, in nome della stabilità di una "Unione" inesistente.
Ritornando alle operazioni da cui sono partito, ma soprattutto alla seconda, quella relativa agli apparati illegali montati in Oriente e in Occidente fra il 1987 e il 1991, entrambe hanno portato anche al trasferimento della maggior parte dei depositi sovietici in oro. Mentre l’economista Grigorij Iavlinski fissa in sole 240 tonnellate le riserve auree dell’URSS, le stime degli esperti occidentali le fissavano fino all’estate del 1991 fra le 1.500 e le 3.000 tonnellate. Dal canto suo Boris N. Eltsin sostiene che 350 tonnellate sono state illegalmente trasferite nel corso di tre anni in Occidente, quindi convertite in dollari o in divise diverse e investite in aziende commerciali, società immobiliari, tenute, ristoranti, alberghi e così via. "Nel caso di somme rilevanti — ha dichiarato Nikolai Fedorov —, e a fortiori di somme prelevate dal bilancio sovietico, era obbligatoriamente necessaria la firma del segretario generale del PCUS".
Se il 26 agosto 1991 Nikolai Krutchina, poi il 6 ottobre sempre di quest’anno Georgij Pavlov si sono "suicidati", quindi il 18 ottobre ha fatto la loro stessa fine D. Lisovolik — uno dei segretari di Valentin Falin —, è accaduto perché tutti e tre lavoravano a questa tesoreria illegale con Mikhail S. Gorbaciov, ne sapevano troppo e avrebbero potuto diventare testimoni a carico. E, dal canto suo, Valentin Falin non ha saputo giustificare agli inquirenti — nominati da Boris N. Eltsin il giorno seguente il putsch fallito — la presenza di 600 mila dollari in pezzi di piccolo taglio trovati nella cassaforte del suo ufficio il 24 agosto... Se si fosse trattato di un caso di corruzione personale dei golpisti o dello stesso Valentin Falin oppure degli uomini e delle donne implicate nei due circuiti, gli inquirenti lo avrebbero detto, dal momento che si sarebbe trattato di un "caso" facile da trattare dal punto di vista giuridico. Ma non si trattava di niente di tutto questo: tutti i documenti già trovati e numerose piste nei paesi occidentali confermano un’operazione "ricostituzione del Comintern".

I nuovi "portatori di valigie" e gli investimenti segreti in Francia
Per quanto concerne i 280 miliardi di dollari svenduti a 12 miliardi di dollari, gli inquirenti dispongono di testimonianze indiscutibili, fra cui quella di un impiegato della Gosbank, che ha visto passare i documenti scambiati a questo proposito fra altissime personalità del potere sovietico.
Inoltre, il presidente e direttore generale della Gosbank, V. Gheratchenko ha avvicinato personalmente nell’agosto del 1991, qualche giorno prima del putsch, a New York, il direttore di una multinazionale bancaria legata al commercio con l’Unione Sovietica, e lo ha un po’ traumatizzato chiedendogli a freddo di provvedere a breve termine al trasferimento da Oriente a Occidente di una somma di rubli ammontante a un valore di 4 miliardi di dollari. Anche il ministro delle Finanze del governo guidato da Mikhail S. Gorbaciov, Vladimir Orlov, si trovava a Zurigo nello stesso periodo... per depositarvi da 1 a 3 miliardi di dollari su conti segreti. Chi potrebbe sostenere che tutto questo traffico sfuggiva a Mikhail S. Gorbaciov e ai suoi collaboratori?
A un livello inferiore, il giornalista russo M. Gurtovoi riferisce in Les Nouvelles de Moscou che un funzionario del dipartimento di Valentin Falin è improvvisamente partito per l’estero, parecchi mesi fa, con 50.000 dollari in pezzi di piccolo taglio, consegnati su ordine della Banca per il Commercio Estero. Posso aggiungere che il redattore capo della Pravda si trovava a Düsseldorf, il giorno dopo il putsch, con una valigia piena di dollari...
Altri circuiti, negli anni dal 1987 al 1991, riguardavano la svendita illegale di materie prime molto rare in cambio di fondi mai rientrati nell’Unione Sovietica, ma depositati in cinque paesi d’Europa, fra cui la Francia, in banche di secondo piano oppure investiti in società immobiliari, ville, società commerciali, e così via. Secondo fonti moscovite, da cinquanta a cento di questi investimenti sono stati fatti fra il 1988 e il 1991 in Provenza, a Marsiglia, a Lione e sulla Costa Azzurra.
Altri circuiti passavano attraverso diverse aziende: fino al 1989, in Svezia, attraverso la Vasfisk Export AB, sul conto di A. Schalk-Goloskowski, incaricato dalla HVA — il servizio di spionaggio all’estero della Repubblica Democratica Tedesca — e dalla Stasi — il corrispondente del KGB dello stesso Stato — di raccogliere profitti illeciti e di fare trasferimenti di fondi. Questa ditta svedese non ha mai venduto un solo pesce, anche se questa era la sua ragione sociale, ma serviva per far "transitare" denaro diretto verso altri luoghi. Lo stesso traffico si svolgeva in Grecia, a cura di una società di noleggi marittimi.. che non ha mai inviato un cargo in mare, ma veniva pagata per farlo...
Ancora una volta: se si fosse trattato di danaro distolto a fini personali, i funzionari del ministero della Giustizia della Federazione Russa lo direbbero. Si deve esser grati a Boris N. Eltsin e ai suoi collaboratori del fatto che tentino di mettere fine a operazioni di sovversione del tipo Comintern, approvate da Mikhail S. Gorbaciov. Rimane da sapere se i governi belga, francese, italiano, lussemburghese, svizzero e tedesco apriranno inchieste e perseguiranno i colpevoli, a costo di chiamare in causa banche, società, imprese dall’aspetto onorevole, che non hanno mai avuto, ufficialmente, nessun rapporto con i comunisti.
Pierre Faillant de Villemarest

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COME MAI...?
1 Demotivazione ...nessuno cerca il legame tra incidenti dovuti ad errore umano e la demotivazione del personale (Tchernobil/ fine dei privilegi agli scienziati e salari non pagati, Challenger/ridimensionamento della NASA e taglio dei fondi, Pendolini/ tagli al personale e improvvisati managers di partito)?
2 Mediaset ...quelle prefiche che nel 1994 sostenevano l'esistenza di giganteschi debiti di Mediaset e ne pretendevano lo spegnimento, e che ora si stracciano le vesti all'idea di una vendita, non vanno piuttosto a gettarsi in mare con una grossa pietra legata al collo?
3 Funzionari ...i macchinisti delle FS vengono licenziati senza nemmeno attendere le conclusioni dell'inchiesta, mentre certi funzionari corrotti dei Ministeri vengono solo trasferiti da una sede all'altra?
4 Il Paese reale ...anche Napolitano si accorge solo ora che questo Governo si occupa solo dell'Euro, lasciando andare in malora i gravi ed urgenti problemi del Paese?
5 Vae Victis! ...Prodi non è in grado di rispondere per le rime ai diktat di Theo Weigel sull'Italia nell'EURO?
6 Proletari ...ci meravigliamo se con i rappresentanti del proletariato al Potere, aumentano dell'1% l'anno gli Italiani che vivono al di sotto della "soglia di povertà"? In fondo, col potere ai proletari, è logico che questi aumentino...
7 Disoccupazione ...non ostante i cosiddetti brillanti risultati della politica economica del governo, nell'ultimo mese l'occupazione è calata di un ulteriore 0,6% nella grande industria?
8 Cravattari ...in Italia esiste la vergogna dell'usura?
9 Pendolini e (s)fascismo ...le littorine funzionavano e i pendolini no?
10 Parametri di Civiltà ...fra i paesi europei, in Italia c'è il più alto numero di rapine in banca (più di 2600 nel 1997)?
CHE FINE HA FATTO...?
1 Doppiopesisti ...Paolo Mieli, ex direttore del Corriere, che ora dice di pentirsi del suo sfacciato doppiopesismo e della sua maligna guerra a Berlusconi?
2 Disoccupazione ...la priorità all'occupazione, ripetutamente annunciata (e rinviata) da Prodi & Co.?
3 FS e dignità ...la dignità di quel Gerundio di ministro che chiede una commissione internazionale per studiare lo sfascio delle ferrovie italiane?
4 Valori patrii ...il sentimento nazionale, se il governo del'Ulivo ordina la rievocazione di Gramsci nelle scuole, ma "dimentica" il 2750' anniversario di Roma (aprile 1997) ed il 150' anniversario delle "5 Giornate di Milano" (marzo 1998)?
5 Parlamento e computers ...e soprattutto come viene utilizzato, il computer recentemente "regalato" dal contribuente ad ogni Parlamentare italiano?
6 Ombre Rosse ...l'assordante silenzio del PdS e dei suoi servi sul "Libro nero del Comunismo"?
7 Films ...l'inchiesta sui miliardi regalati a certi registi per girare films mai girati e/o mai visti nelle sale?
8 Giubileo e pataccari ...la certezza di fare di Roma "un gran cantiere per il Giubileo"?
7 Lavori Pubblici ...la variante di valico (peraltro così vicina al Mugello)?
9 Spoil system ...l'urlo lacerante delle vergini dai candidi manti che, appena insediato il Governo del Polo nel 94, minacciarono: "Guai a voi se vi azzardate ad occupare lo Stato" ?
10 Le tangenti PCI/PDS ...l'inchiesta del PM Carlo Nordio sulle Coop rosse e sulle tangenti al PCI?
CHI L'HA DETTO?
1 ...che il ministro Burlando porta sfiga ai trasporti (da Sindaco di Genova, il "sottopasso di Caricamento" fu costruito più basso degli autobus che dovevano transitrarvi...)?
2 ...che Primo Greganti intascava tangenti per sé e non per il partito (PCI)?
3 "Grazie Cossiga! Finalmente ci siamo liberati di Mastella!" ?
4 ...parlando di Milosevic, capo del Partito Comunista Serbo: "Il fascista Milosevic..." ?
5 "...E' un ragazzo talmente bravo che una stanza con una ciotola di latte gli si trova sempre" ?
6 "Nessuna lottizzazione...sulle nomine: alla base delle scelte...un pizzico di sano realismo" ?
7 "Non sono d'accordo a diminuire a 35 ore (...) perché spacchiamo la nostra economia...!"?
8 "Le nostre ferrovie sono le più sicure in Europa"?
9 "...mentre i Paesi capitalisti europei sono riusciti a stento a raggiungere i livelli di produzione d'anteguerra, il Paese del socialismo (URSS) dà alla sua economia uno slancio sino ad ora impensato..."
10 ...La prossima volta chiederò prestiti in banca e non più agli amici!...
11 ...Quei due mi hanno s(b)(t)(i)ancato!...
RISPOSTE

RISPOSTE -
1) Vedi N.8;
2) Certi Pm dalle rosee vedute;
3) Gli elettori del Polo;
4) Il TG3 della RAI;
5) Cossiga alludendo a Di Pietro;
6) Marini, segretario del PPI;
7) Prodi, nel suo discorso di insediamento nel 1996;
8) Il Ministro dei Trasporti Burlando proprio mentre avveniva l'ennesimo incidente;
9) Togliatti, al Congresso del PCI nel 1951;
10) Uno che si presta;
11) Uno non indagato dall'ex magistrato;

26/11/2002 11:43
 
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Il Kgb e la difesa della categoria
di Gianluigi Da Rold


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A sorpresa il Corriere della Sera, dopo aver guidato l’assalto intercontinentale sulla Tangentopoli russa, ha rivelato che sono in circolazione documenti del vecchio KGB su spie italiane. Tra queste spie, non vi sarebbero solo diplomatici, oltre a venditori di piastrelle di Carpi e di zamponi di Modena, ma anche giornalisti, anzi famosi giornalisti. La scoperta, in questo caso, non l’ha fatta il Corriere ovviamente, ma gli inglesi, che stanno raccogliendo, e pubblicando, la grande documentazione del vecchio apparato spionistico sovietico in tutto il mondo occidentale. C’è da pensare che ne vedremo e ne sapremo delle "belle", se non interverrà una qualche procura della Repubblica ad archiviare tutto o una commssione d’inchiesta a "ragionare" sulla possibilità di non invadere la privacy di alcune persone, che, nei "paesi normali", vengono accusate di alto tradimento. Sarà proprio curioso notare quali colleghi famosi si sdoppiavano, schizofrenicamente, tra il rigoroso lavoro di direttore editoriale o di corrispondente all’estero o di inviato speciale e quello di spia al servizio dei killer del KGB. Intendiamoci, la scoperta fatta dai ricercatori negli uffici della Lubjanka e le pubblicazioni che appaiono in tutto il mondo sono per molti solo la "scoperta dell’acqua calda". Bastava leggere con attenzione la frenetica attività con i russi di Armando Cossutta, tra tangenti sui barili di petrolio a favore dell’imprenditore "progressista" Luigi Remigio e della stampa comunista in Italia, per rendersi conto di quale apparato di informazione possedesse, nel Belpaese, il servizio segreto sovietico. Bastava ricordare l’impudenza e la sicurezza di Marcus Wolf, l’ex capo della Stasi (il servizio segreto della Germania comunista), nella sue interviste: "A un certo punto, in Italia, smettemmo di usare parlamentari", per comprendere quale livello di infiltrazione e di infezione comunista avesse il nostro paese, che, formalmente, stava nell’Alleanza atlantica, con la Nato, contro i russi.

E poi una raffica di libri, pubblicati o "ostacolati" dall’editoria cosidetta democratica, che parlavano apertamente della rete spionistica italiana, degli affari tra il vecchio apparato di Botteghe Oscure e il KGB, tra aziende italiane e il PCUS, tra informatori di tutti i tipi e i "figli" di Berja. Tutti, in Italia, facevano finta di nulla. Si sapeva e non si parlava. Anzi, al contrario, si crminalizzavano i "gladiatori", "Stay behind", il presidente Cossiga e via elencando. E adesso? Aspettando liste ed elenchi che, prima o poi usciranno, interviene, sempre sul Corriere della Sera, il grande Indro Montanelli per banalizzare il tutto, per "sorvolare", per invitare ancora gli italiani a occuparsi di altre cose: forse i programmi della "Zingara", il campionato e qualche altro libro illuminante sulla vita giornalistica. Dalla sua cattedra di decano del giornalismo, Montanelli ci spiega che ambasciatori e giornalisti italiani al servizio del KGB rappresentano una specie di avanspettacolo. Che bisogno c’era, si chiede Montanelli di reclutare giornalisti e diplomatici quando in Italia c’era il partito comunsita più ortodosso del mondo? Sorpresa! Ma come? Non è stato proprio Montanelli, nel suo recente passato (occorre precisare recente, perchè le capriole politiche e ideologiche di Indro sono pari alle evoluzioni degli acrobati del Circo Togni) a riqualificare i comunisti e i postcomunisti? Non è stato Montanelli a scrivere, nemmeno un mese fa (sul Corriere), che Cossutta è sempre stato "un uomo di buon senso"? Non è stato lui, in questi anni, a trasformarsi in uomo del fax, per incitare alla condanna dei "ladroni" che, secondo altri, erano invece degli avversari irriducibili di quel partito comunista e delle attività annesse e connesse tra PCUS e PCI? Forse Montanelli anticipa una difesa d’ufficio del giornalismo italiano, di cui lui è il personaggio più rilevante, che toccherà a molti altri. Certo, fare la figura di non essersi mai accorti di nulla, non capire che all’interno delle redazioni dei giornali c’era qualcuno che telefonava agli agenti di Andropov, sarebbe un colpo mortale per "l’intellighentsia" giornalistica italiana. Adesso è meglio banalizzare, parlare dei giornalisti italiani come di "personaggi da avanspettaccolo". Il vecchio Montanelli si erge nei suoi giudizi quasi come il generale tedesco von Thoma, uno che sapeva dirne quattro anche al Furher, quando gli giravano le scatole. Thoma disse alla stratega e storico Liddell Hart che "Un soldato inglese valeva più di dodici soldati italiani. Gli italiani sono bravi lavoratori, ma non amano il rumore degli spari". Più o meno come Thoma, Montanelli sostiene che gli italiani sono dei "paradeficienti" imbelli, che,nel caso specifico, non sanno mantenere segreti e non sanno trovare notizie, quindi sono anche inutili come giornalisti-spie, come era invece l’inglese, giornalista-spia, Kim Philby. Complimenti a Montanelli per la difesa di se stesso e della categoria!

Gianluigi Da Rold


26/11/2002 11:51
 
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Nordio: "Nessun partito è senza peccato"

di Gianluca Versace e Franco Colombini

"Il cittadino deve essere parte in causa nel confronto che opporrà l’acquiescenza verso la tradizione al fermento della riforma. E l’informazione è potere, ma è anche, e soprattutto, libertà". Parola-manifesto del pensiero illuminista di Carlo Nordio, 52 anni, trevigiano, Sostituto procuratore della Repubblica alla Procura di Venezia. Famiglia di avvocati, Nordio è entrato in magistratura nel ‘77. Dal ‘79 all’82, anno in cui ha condotto l’istruttoria nell’indagine sulle Brigate Rosse nel Veneto, è stato giudice istruttore a Venezia. Tra l’85 e l’88 ha coordinato le indagini sui rapimenti e dal ‘92 ha condotto tutti i processi della "Tangentopoli veneta". È consulente della Commissione parlamentare sul terrorismo e le stragi. Scrive abitualmente sul "Gazzettino", "Il Tempo" e "Il Secolo XIX". Entriamo nell’attico a Treviso, dove vive con la moglie Maria Pia. Ha la biblioteca di legno zeppa di libri, anche antichi. In giro scorgo le vignette originali di Forattini e quadri d’autore. Sediamo su poltrone in pelle. Quella che segue è la lunga conversazione con questo Pm, come dire, "d’opposizione" (alle toghe politiche): Nordio è un magistrato equilibrato, liberale e colto, colui che osò fare l’inchiesta sulle "coop rosse" e inquisire (e poi prosciogliere) Massimo d’Alema. Nordio si gira tra le mani, il suo libro (dopo il fortunato "Giustizia" del ‘97: 60 mila copie vendute): "Emergenza Giustizia" (stesso editore, Angelo Guerini Cantiere Italia, Milano). La copertina è una specie di paradosso cromatico: è rosso sgargiante...

Dottor Nordio, quanti anni è andata avanti la sua inchiesta più famosa, quella sulle "coop rosse"?

"Quattro. Tre dall’iscrizione degli imputati più importanti".

Non è un pò troppo?

"Sì, è un tempo irragionevolmente lungo, ma compatibile con le risorse della Procura di Venezia dove siamo in pochi e ogni magistrato si occupa di tutto". Ha chiesto il rinvio a giudizio per 93 persone, ma ne ha indagate 278...

"Il fascicolo consta di 40 mila pagine, l’atto terminale di oltre 200, le persone coinvolte in un modo o nell’altro sono oltre 500".

Dicevamo, è stata battezzata l’indagine sulle "coop rosse". Ma coincide con la "Tangentopoli rossa"?

"Ma queste sono definizioni giornalistiche... Comunque il primo processo, dove furono coinvolti assieme ad esponenti di Dc e Psi anche personaggi che chiamate ‘rossi’, fu quello che riguardava il troncone degli ospedali".

E che fine ha fatto?

"Chiesi il rinvio a giudizio nel ‘93, poi il Gip ha spedito gli atti a Rovigo per competenza. Rovigo ha sollevato conflitto davanti alla Cassazione che mi ha dato ragione fissando di nuovo la competenza a Venezia. Siamo ritornati davanti al Gip...".

Lei indagando su Bernini, ex leader doroteo della Dc, e su De Michelis, che fu l’incontrastato doge del Psi, scoprì che la grande spartizione prevedeva l’assegnazione di quotelavoro alle "coop", anziché tangenti. Un meccanismo astuto di copertura. E infatti si sono viste le difficoltà di trovarvi i fattireato. Ma perché questa riserva di appalti non fu contestata come reato?

"Questo fenomeno è comune a tutti i processi di Tangentopoli. È un fatto politicamente rilevante, ma non necessariamente un reato, se alla riserva di lavori non corrisponde la retribuzione di pubblico ufficiale".

Cioè a dire la corruzione! E considerarlo almeno un finanziamento illecito?

"È un passo successivo. I lavori non andavano al Partito Comunista, che non ha una attività di quel tipo, ma alle cooperative. Ma poiché emergeva un rapporto organico con il partito, si è lavorato sull’ipotesi che questo ne fosse il beneficiario".

Una ipotesi. Con che risultati?

"È stato provato a Rovigo con i finanziamenti al giornale ‘La Risposta’, un miliardo di pubblicità inesistente proveniente dai profitti dell’imprenditore Donigaglia. È l’unico caso diretto, negli altri la prova non è stata trovata".

Le coop edilizie allora pagarono le mazzette!

"Sì. È pacifico, è stato ammesso dai diretti interessati. Ma lì le responsabilità sono rimaste relegate in ambito locale".

L’inchiesta che ha portato a Botteghe Oscure invece è maturata nel settore della cooperazione agricola. Il suo sospetto era che un dissesto generalizzato mascherasse il finanziamento illecito. Cosa ha provato l’inchiesta?

"Secondo l’ipotesi accusatoria, è stato provato che le "coop" ricevevano contributi dalle Regioni e dalle banche, che i soldi non venivano impiegati a fini dell’oggetto sociale ma gestiti in gran parte e in proprio dal signor Alberto Fontana. E Fontana era stato piazzato lì dal partito, come dimostra una lettera del presidente del Coalve che si lamentava con Achille Occhetto della gestione ‘mafiosa’ delle coop agricole".

E i quattrini?

"Fontana interveniva in molte coop, gestiva in modo autoritario e assoluto questa massa di denaro. Lo hanno detto gli altri amministratori e i consulenti hanno dichiarato inattendibile la contabilità".

Che fine ha fatto il denaro?

"È sparito. Non si sa dove".

Dire che le "coop" sono legate al PciPds non è scontato?

"Adesso è ovvio, ma nel ‘93 quando cominciai parlando di un rapporto organico ed economico, le reazioni furono violentissime. Risposero che erano due cose completamente diverse semmai c’era affinità politica. Ma quando scoprii i legami, allora dissero che scoprivo l’acqua calda".

Vicino al colossale "buco" in agricoltura lei pose un altro punto fermo: tutti i partiti hanno speso più di quanto hanno incassato legalmente.

"La testimonianza più commovente fu di Severino Citaristi, che ebbe più di cento avvisi di garanzia: ammise che la Dc si era finanziata in modo illegale, ma disse che il sistema valeva per tutti i partiti. Ormai credo che questo si sia capito bene e che tutti lo abbiamo dichiarato".

Dunque anche il Pds?

"Mi pare che qualcosa sia stato ammesso, certo non fatti di corruzione o concussione. Ma questo non l’ho mai sostenuto, sono convinto che nessun dirigente di partito si sia fatto corrompere o abbia incassato soldi per sé". Questo lo dissero per difendersi in molti. E così nacque il sospetto di una destinazione politica nazionale. Quando avvenne il salto di qualità?

"Quando dalla Procura di Milano arrivò il dossier di un indagato, Borrello, secondo cui il sistema era studiato a tavolino per finanziare PciPds e Psi. E alle riunioni partecipavano D’Alema, Occhetto, Craxi. Così mandai gli avvisi di garanzia".

La Finanza quantificò un "buco" di 120 miliardi nelle "coop" venete. Sembra proprio una cifra, come dire?, per difetto, ridimensionata... "L’entità dei contributi erogati alle "coop", tenendo conto di quelli a fondo perduto delle banche, arriva a una sessantina di miliardi, forse più che meno. La somma fatta sparire dalle "coop" è inve ce molto incerta, perché sono scomparsi i documenti contabili".

Ma poi da quel livello non siete mai più saliti ai piani alti della politica. Perché?

"Guardi, Tangentopoli è deflagrata a dismisura perché tutti i dirigenti di partito per ragioni proprie o perché avevano deciso di togliersi dall’illegalità hanno collaborato. Invece, ogni volta che è stato individuato un responsabile PciPds che ha incassato dei soldi, ha detto di averlo fatto per sé".

Come Renato Morandina, già candidato alla segreteria regionale veneta del Pds?

"Come si può pensare che la Fiat abbia pagato estero su estero 200 milioni a un maestro elementare di Campagna Lupia per uno studio di fattibilità della viabilità del Veneto mai realizzato? Quando a Milano scoprirono che i soldi furono impiegati per la campagna elettorale, Morandina disse che però il partito non lo sapeva. Io ricevetti gli atti passati da Milano a Torino e da Torino a Venezia quando i termini erano scaduti. Così non ho potuto indagare".

Non le pare di aver sparato troppo il alto mettendo nel mirino D’Alema? "Ne discutemmo per un’estate nel ‘95 con l’allora procuratore Fortunati. Feci gli avvisi a malincuore, sapevo che avrebbero potuto essere strumentalizzati a fini politici. Ma la mia teoria è nota a tutti: un ‘avviso’ non dovrebbe avere significato politico, né portare alle dimissioni. Non può essere cioè un atto di condanna, una specie di sentenza anticipata, come è avvenuto negli anni ‘92’93. Ci fu molto clamore con quell’avviso, ma ebbi la soddisfazione di vedere che gli avvocati di D’Alema lo esibirono in televisione. E gli stessi legali poi dissero che avrei dovuto mandarlo prima, tecnicamente parlando". Però sull’attuale premier poi lei non ha trovato prove sufficienti di finanziamento illecito. E alla fine ha scritto: no, non basta il principio del "non poteva sapere". Una perfidia tra colleghi? Per salvare la sua inchiesta ha attaccato i Pm di Milano?

"Non ho letto gli atti dei processi di Milano. Io dico che, chiunque sia indagato, il fatto di essere al vertice di un’organizzazione dove può essere confluito del denaro clandestino non legittima l’assioma che questa persona non poteva non sapere. La responsabilità penale deve essere provata direttamente, con i fatti specifici o con deduzioni logiche che non ammettano soluzioni diverse".

Si è detto che lei alludeva alle condanne di Silvio Berlusconi...

"Rifiuto qualsiasi collegamento con altri indagati che siano ai vertici di un’azienda o di un partito. Dico che la responsabilità penale non può essere dedotta automaticamente da una carica".

Di Pietro, nel caso del Pci-Pds, ha detto che loro scoprirono in tre mesi quello che lei ha scoperto in tre anni. Ha aggiunto che la sua inchiesta sulle "coop" è "stravagante" in senso etimologico, ovvero "extra vagante".

"Non capisco se Di Pietro parli da politico o da magistrato, e in nessuno dei due casi troverei corretto commentare. Rispondo che Di Pietro ha già alcuni problemi con la lingua italiana per potersi cimentare con quella latina". (Nordio ha appena chiesto il proscioglimento di Fabrizio Comencini querelato da Di Pietro con l’accusa di averlo diffamato in un’intervista al "Gazzettino" N.d.R.).

Ha mai avuto la sensazione di un uso politico della sua indagine?

"No. Vede, ho sempre cercato di fare una politica di basso profilo. Tanto mi sono esposto nell’esprimere su vari giornali le mie idee sulla crisi della giustizia nel Paese, tanto ho cercato di non far mai trapelare nessun tipo di notizia".

E ha mai avvertito pressioni politiche?

"Assolutamente nessuna. Di nessun tipo. Mai. Né pressioni, né suggerimenti. Al massimo la manifestazione di aspirazioni della gente comune, che sperava in un certo esito ed è rimasta delusa".

E attacchi personali?

"A parte quello iniziale assai violento dei vertici regionali, l’atteggiamento del Pds è stato di grande correttezza".

Dottor Nordio, è noto che lei sia di idee liberali. Ci potremmo chiedere pertanto se non abbia peccato di accanimento anticomunista...

"Bè, quando si viene dipinti come un "mangia rossi" aumenta la doverosa autocritica, proprio per non dare l’impressione di accanirsi verso un ambiente che non coincide con le proprie idee politiche. È più facile inquisire persone contigue alle proprie idee, quello è anzi un modo più forte per manifestare la propria indipendenza".

L’avvocato Alfredo Bianchini, difensore di Fontana, ha detto che lei ha fatto l’illusionista. Al processo per bancarotta ne ha associato uno virtuale e "politico" per reati inesistenti.

"L’avvocato Bianchini ha esercitato il suo legittimo diritto di critica. Tenuto conto delle persone che ho coinvolto e dei problemi suscitati dall’inchiesta direi che le reazioni finali sono state benevole".

Non ha provato frustrazione nel chiedere l’archiviazione per gli indagati "eccellenti"?

"Sarebbe stato più facile chiedere per tutti il rinvio a giudizio e poi magari criticare la decisione del giudice. Invece, se il Pm non è convinto profondamente di doverlo fare, deve arrendersi...".

Che vuol dire deve arrendersi?

"La parola è sbagliata. Meglio: deve prendere atto che l’ipotesi accusatoria è infondata. Per fortuna ci sono stati pochi provvedimenti restrittivi e per tutti vi sono state poi le richieste di rinvio a giudizio".

La gogna pubblica: non si è abusato delle manette pure nella Tangentopoli veneta?

"Furono arrestate delle persone poi prosciolte o che hanno avuto la sospensione condizionale della pena. Quindi non andavano arrestate. Abbiamo avuto anche un suicidio, quello del povero maestro Mazzolaio, che non si è suicidato in carcere, ma dopo, per pressioni esterne quando già era stato liberato. Dal quel momento ho cominciato a riflettere che forse stavamo esagerando...".

Anche lei?

"Anch’io, ma i provvedimenti erano legittimi, sono stati tutti confermati. Ma questo non significa che fossero necessari. Potevano anche essere sostituiti da altre misure. Quando io lo dissi al convegno di Cernobbio, ‘le anime belle della magistratura’ hanno replicato che potevo autodenunciarmi. Se tutti i miei colleghi si sentono in pace con la loro coscienza, beati loro".

La frattura con il "pool" è stata forte. Avete fatto pace o no?

"Guardi, a livello personale con Paolo Ielo è stata ricomposta. Ho ritrovato a convegni e trasmissioni tv sia Davigo che Colombo, non ne abbiamo più parlato, ma non ci sono rancori personali. Casomai sono incolmabili le differenze di idee sull’ordinamento giudiziario...".

E che fine hanno fatto gli altri filoni dell’indagine, come le assunzioni fittizie del Pci-Pds?

"Ho fatto almeno 50 stralci ad altre Procure". Le tangenti assicurative delle ferrovie? "Il fascicolo è andato a Roma per competenza".

Le proprietà immobiliari del Pci-Pds?

"Come sopra. Ma ho letto che il collega Pititto della Procura romana (lo stesso dell’inchiesta sulle ‘Foibe’ titine carsiche N.d.R.) ha chiesto il rinvio a giudizio per il cassiere del Pds. Per l’onorevole D’Alema credo abbia fatto il mio stesso ragionamento".

E i famigerati rimborsi ai "portaborse" dei parlamentari?

"Questo filone non può definirsi chiuso. Al contrario, è ancora aperto. Non posso dire nulla. Ma è stato precluso dall’osservazione dell’allora presidente della Camera – Giorgio Napolitano – secondo cui la gestione degli emolumenti è interna corporis, ovvero un fatto interno, e quindi non oggetto di valutazione da parte della magistratura".

E ora che la famosa Tangentopoli "rossa" si è trasformata in tanti rivoli, in tanti dissesti agricoli, cosa pensa di aver dimostrato?

" Vi è la ragionevole certezza che tutti i partiti della Prima Repubblica, in un modo o nell’altro, anche senza che ciò costituisca reato, siano stati finanziati in modo anomalo. E quindi siano vissuti al di sopra delle proprie possibilità. Tutti".

G. Luca Versace, Franco Colombini

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sinceramente non capisco cosa rappresenta tutto ciò...
qlkuno ha mai sostenuto che il pci fosse mondo da ogni peccato? cosa vuoi dimostrare? che il marci sta ovunque o che mal comune mezzo gaudio?
No perchè mentre decine di esponenti dc e psi sono stati processati e condannati gli esponenti del pci hanno subito inkieste e processi, alcuni sono stati assolti altri no.. il numerò però è decisamente + basso rispetto al psi per esempio.. perchè? perchè i giudici sono comunisti? ma per favore ma se per decenni i pm sono stati scelti tra i polizziotti a loro volta scelti tra le schiere di tutt'altro colore politico!
Di pietro, il "killer" di mani pulite era un poliziotto, è sempre stato un uomo di destra e ora ke si fa? lo si spaccia per comunista.. ma quando mai!
qui stiamo perdendo contatto con la ragione..
vogliamo sparare la mega banalità' spariamola.. in italia tutti gli skieramenti politici hanno rubato ki + ki -.. e dopodichè? qualcuno ha pagato, altri no.. cossiga è colluso con quasi tutte le stragi d'italia e gira tranquillamente a piede libero.. è comunista? gladio ti dice qualkosa? la P2? ki ha pagato per crimini ben maggiori che prendere mazzette? nessuno.. allora guardiamo in faccia alla realtà, la giustizia italiana fa acqua, per decenni ha convissuto collusa con le ruberie dei partiti senza mani nemmeno cominciare le inchieste.. Rimembri il famoso "porto delle nebbie"?
Se vogliamo strumentalizzare le inchieste di mani pulite per riabilitare una classe politica indecente facciamo, si è sempre fatto.. ma smettiamo di fare gli ipocriti..
Mi vieni a parlare di greganti e del dossier mitrokin quando un mig (libico?americano?ki lo sa) ha abbattuto un aereo carico di civili sul nostro territorio e c'è il segreto di stato che ha coperto e insabbiato tutto.. per non parlare delle "stragi di stato"...
mi verrebbe da ridere se non dovessi vergognarmi di essere italiano.
26/11/2002 12:45
 
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Mi associo a quanto ha già detto (molto bene) Vlad2.

Sei un craxiano livoroso, chicochico?
Stai usando gli stessi sistemi, lo sai?


E inoltre, chicochico, le fonti...le fonti!



26/11/2002 14:23
 
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Re:

Scritto da: vlad2 26/11/2002 12.45
sinceramente non capisco cosa rappresenta tutto ciò...
qlkuno ha mai sostenuto che il pci fosse mondo da ogni peccato? cosa vuoi dimostrare? che il marci sta ovunque o che mal comune mezzo gaudio?


Be' in questo forum (Vds capitolo I Le tangenti dei giorni nostri aperto da LuVi) sembra che il male sia solo da una parte ben precisa e in maniera circostanziata. L'altra parte invece rappresenta solo il bene, la purezza, l'integrità morale ecc. ecc.
Quando invece si mettono nero su bianco comportamenti della sinistra italiana invece si minimizza, si confronta sulla minor gravità... ecc. ecc.. Vedasi il prossimo Quote


No perchè mentre decine di esponenti dc e psi sono stati processati e condannati gli esponenti del pci hanno subito inkieste e processi, alcuni sono stati assolti altri no.. il numerò però è decisamente + basso rispetto al psi per esempio.. perchè? perchè i giudici sono comunisti?


Visto? Si minimizza, si richiamano le statistiche! I giudici forse di meno, ma i PM... già che si iscrivono a correnti della Magistratura con chiara matrice politica la dice lunga... Magistratura Democratica docet!


ma per favore ma se per decenni i pm sono stati scelti tra i polizziotti a loro volta scelti tra le schiere di tutt'altro colore politico!
Di pietro, il "killer" di mani pulite era un poliziotto, è sempre stato un uomo di destra e ora ke si fa? lo si spaccia per comunista.. ma quando mai!
qui stiamo perdendo contatto con la ragione..


Ma che stai dicendo???????
Il codice permette che in caso di impossibilità del PM possa sostituirlo un Ufficiale di Polizia Giudiziaria!! MA che c'entra con "per decenni i pm sono stati scelti tra i polizziotti a loro volta scelti tra le schiere di tutt'altro colore politico!"
Di Pietro ha fatto regolaere concorso in Magistratura e non è di destra, stai tranquillo. E poi finiamola col dire che la Polizia di Stato sia un covo di fascisti ecc.ecc. Anzi, i vari sindacati sorti nelle file della Polizia la dicono lunga. In Polizia sono tantissimi di sinistra!!!!!
Se ti vede Loungelizard che hai scritto poliziotti con due Z dice che devi andare in galera... occhio...


vogliamo sparare la mega banalità' spariamola.. in italia tutti gli skieramenti politici hanno rubato ki + ki -.. e dopodichè? qualcuno ha pagato, altri no.. cossiga è colluso con quasi tutte le stragi d'italia e gira tranquillamente a piede libero.. è comunista? gladio ti dice qualkosa? la P2? ki ha pagato per crimini ben maggiori che prendere mazzette? nessuno.. allora guardiamo in faccia alla realtà, la giustizia italiana fa acqua, per decenni ha convissuto collusa con le ruberie dei partiti senza mani nemmeno cominciare le inchieste.. Rimembri il famoso "porto delle nebbie"?
Se vogliamo strumentalizzare le inchieste di mani pulite per riabilitare una classe politica indecente facciamo, si è sempre fatto.. ma smettiamo di fare gli ipocriti..
Mi vieni a parlare di greganti e del dossier mitrokin quando un mig (libico?americano?ki lo sa) ha abbattuto un aereo carico di civili sul nostro territorio e c'è il segreto di stato che ha coperto e insabbiato tutto.. per non parlare delle "stragi di stato"...
mi verrebbe da ridere se non dovessi vergognarmi di essere italiano.


Ecco qua: dalle tangenti, per deviare discorso dove siamo andati??
26/11/2002 15:44
 
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Re:

Scritto da: wsim 26/11/2002 14.23
Mi associo a quanto ha già detto (molto bene) Vlad2.

Sei un craxiano livoroso, chicochico?
Stai usando gli stessi sistemi, lo sai?


E inoltre, chicochico, le fonti...le fonti!






Non sono un Craxiano... e se ti interessa non ho votato per l'attuale maggioranza![SM=x40004]
26/11/2002 15:46
 
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Ok, non sei un craxiano, non hai votato per l'attuale maggioranza, non hai nemmeno votato (questa è una mia deduzione) per l'attuale opposizione, non sei di Rifondazione (ovvio) , quindi cosa resta?

(resta, resta qualcosa....[SM=x39895] )

Affari tuoi, comunque....


Ma allora, sinceramente, non capisco tutti i tuoi post, nè dove vuoi arrivare. E non credo di essere il solo, a questo punto.
26/11/2002 16:16
 
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Re:

Scritto da: wsim 26/11/2002 16.16
[SM=x39895] [SM=x39895]

Ok, non sei un craxiano, non hai votato per l'attuale maggioranza, non hai nemmeno votato (questa è una mia deduzione) per l'attuale opposizione, non sei di Rifondazione (ovvio) , quindi cosa resta?

(resta, resta qualcosa....[SM=x39895] )

Affari tuoi, comunque....


Ma allora, sinceramente, non capisco tutti i tuoi post, nè dove vuoi arrivare. E non credo di essere il solo, a questo punto.



Sei fuori strada! Non ti passa l'idea che possa non aver votato perchè non credo di trovare al 100% qualcuno che possa rappresentarmi? No eh...
Dove voglio arrivare? Per me sono tutti uguali in queste vicende: rossi, neri, bianchi, azzurri, gialli ecc. ecc.
e non mi va di vedere attacchi da una parte sola...

26/11/2002 16:20
 
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Guarda che con "resta, resta qualcosa" mi riferivo proprio a un miserrimo 33% di italiani che non vota ...."qualcosa" con la faccina mi sembrava abbastanza auto-ironico.

Comunque mi pare che per un "non votante" hai le idee chiare su chi non ti piace, non mi sembra affatto che per te tutti i colori siano uguali, visti i post "leggermente" a senso unico!
[SM=x39895]
26/11/2002 16:30
 
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dimostri di non conoscere un gran che la storia d'italia.. strano come tu abbia tralasciato l'argomento "porto delle nebbie".. ma..
ora come ora la polizia non è politicizzata ma un tempo (20 anni fa) lo era e come.. e se neghi beh.. non conosci la storia d'italia.. su di pietro puoi assicurarmi quanto vuoi ma è sempre stato un uomo di destra.. anke qui.. ma..
Non voglio minimizzare nulla il dato di fatto è questo: le alte sfere del psi e buona parte della dc sono state spazzate via da tangentopoli in quanto giudicati colpevoli, le alte sfere del pci no. questo è un dato di fatto o no? tu sostieni che il motivo siano i giudici comunisti... contento tu.. le statistiche non c'entrano nulla.
cmq come vedi non sono l'unico a non capire dove vuoi arrivare con questi interventi.. ti ripeto o vuoi arrivare alla banale e generalizzatrice affermazione che son tutti ladri, tutto sto la voro per dire st'ovvietà? oppure vuoi arrivare dove la classe politica attualmente al potere ci sta portando.. ovvero.. mal comune mezzo guadio.
26/11/2002 16:38
 
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Re:

Scritto da: vlad2 26/11/2002 16.38
dimostri di non conoscere un gran che la storia d'italia.. strano come tu abbia tralasciato l'argomento "porto delle nebbie".. ma..
ora come ora la polizia non è politicizzata ma un tempo (20 anni fa) lo era e come.. e se neghi beh.. non conosci la storia d'italia.. su di pietro puoi assicurarmi quanto vuoi ma è sempre stato un uomo di destra.. anke qui.. ma..
Non voglio minimizzare nulla il dato di fatto è questo: le alte sfere del psi e buona parte della dc sono state spazzate via da tangentopoli in quanto giudicati colpevoli, le alte sfere del pci no. questo è un dato di fatto o no? tu sostieni che il motivo siano i giudici comunisti... contento tu.. le statistiche non c'entrano nulla.
cmq come vedi non sono l'unico a non capire dove vuoi arrivare con questi interventi.. ti ripeto o vuoi arrivare alla banale e generalizzatrice affermazione che son tutti ladri, tutto sto la voro per dire st'ovvietà? oppure vuoi arrivare dove la classe politica attualmente al potere ci sta portando.. ovvero.. mal comune mezzo guadio.



No, vorrei arrivare dove non mi sembra attualmente possibile: che esista una magistratura imparziale ai giochi di potere politico. Tutto qui. E reagire, nei modi permessi ovviamente, ad alcuni 3d faziosi quanto questo, a vostro modo di vedere.
26/11/2002 16:50
 
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