Iraq, salgono a 20 italiani uccisi
Dopo morte mitragliere a Nassiriya
Con l'ultimo caduto salgono a 20 i militari italiani uccisi in Iraq. Il maresciallo Simone Cola è deceduto dopo essere stato colpito da un proiettile mentre era a bordo di un elicottero. Si aggiunge ad un nutrito gruppo di colleghi uccisi dai ribelli iracheni. Diciotto soldati italiani morirono il 12 novembre 2003 nell'attentato kamikaze alla base italiana a Nassiriya. E ci sono altri 5 civili da annoverare tra le vittime italiane del conflitto.
Si tratta del regista Stefano Rolla e l'operatore della cooperazione internazionale Marco Beci, Fabrizio Quattrocchi, il giornalista Enzo Baldoni, l'imprenditore italo-iracheno Ayad Anwar Wali e Salvatore Santoro. Vittime indifese del conflitto.
Ma il grosso dei soldati italiani che hanno perso la vita in Iraq sono stati uccisi dall'attentato kamikaze del 12 dicembre alla base italiana a Nassiriya. Un camion sfondò la recinzione della sede della missione Msu (Multinational Specialized Unit) dei carabinieri a Nassiriya, aprendo un varco ad un'autobomba che esplose subito dopo. Fu una strage: morirono 12 militari dell'Arma, cinque militari dell'Esercito e due civili.
Da quella data il contingente italiano ha alzato ulteriormente la guardia. Ma gli attacchi e i tentativi di intimazione da parte dei ribelli non sono mai cessati. Tra il 14 e il 16 del maggio 2004, razzi Rpg e colpi di mortaio ha preso di mira la base White Horse, la base Libeccio e la sede della Cpa di Nassiriya, bersagliata dai miliziani appostati nel vicino ospedale cittadino. Matteo Vanzan, 23 anni, lagunare del Reggimento Serenissima, viene colpito da una scheggia di mortaio all'arteria femorale. Ricoverato in ospedale, muore nonostante un disperato intervento chirurgico nelle prime ore della mattina del 17 maggio.