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Referendum, il fronte del "no" avanza nei sondaggi

Ultimo Aggiornamento: 08/06/2006 22:39
08/06/2006 22:39
 
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Previsto uno scarto di dieci punti: per Piepoli gli elettori sempre più «annoiati»

A tre settimane dal referendum sulla riforma Costituzionale voluta dal centro destra, il fronte del "no" torna, secondo due sondaggi, in netto vantaggio. Per Ipr Marketing il 60% degli italiani sarebbe contrario alla riforma e il sondaggista Nicola Piepoli prevede uno scarto di dieci punti avvertendo però che «l'elettorato si avvicina al referendum annoiato, perchè non ne può più di andare di votare».
Secondo Piepoli «la gente andrà comunque alle urne perchè siamo in un clima elettorale» e l'affluenza «si attesterà attorno al 50%, se ci fosse il quorum verrebbe superato».
Per quanto riguarda il responso «in questo momento prevalgono i "no" alla riforma - dice - con un vantaggio di circa dieci punti». «Nel centrodestra - precisa - non c'è materialmente la volontà di votare compatti, i partiti meno convinti sono Alleanza Nazionale e l'Udc. La sfida è più nel merito della riforma, è un fatto tecnico. L'appuntamento con il voto non viene visto come un referendum sul governo di centrosinistra». Per poter sperare di vincere, i promotori del "sì" dovrebbero quindi «insistere sulle norme che prevedono la riduzione del numero di deputati e senatori».
A prevedere un vantaggio ancora maggiore dei "no" è poi il sondaggio dell'istituto "Ipr Marketing", commissionato dal quotidiano La Repubblica e realizzato con interviste telefoniche su un campione di mille persone. Ne emerge che il 53,2% degli italiani sa che si vota il 25 e 26 giugno, che più dell'80% è intenzionato a votare (il 59,7% «sicuramente», il 23,5 «probabilmente») e che il "no" otterrebbe il 60% prevalendo non solo al centro (68,4%) e al sud (60,12%), ma anche al nord (51,2%). Per quanto riguarda il livello di conoscenza della riforma solo l'8% dichiara di conoscerla «nel dettaglio», il 63,8% ne ha una conoscenza «superficiale», e il 26,5 non la conosce «per niente».
Ma «il dato più interessante» per Ipr Marketing, è quello riguardante la propensione al voto: «Il maggiore disinteresse, anche se relativo, si manifesta al nord dove solo il 54,8% risponde che andrà certamente a votare», mentre «al centro e al Sud sale al 66,3% e al 62,5%». E anche sommando «quelli che "probabilmente"' andranno a votare, abbiamo un 80% al nord, un 85% al centro e un 85,8% al sud».
Il sondaggio registra anche il "sentiment" degli elettori rispetto ad alcuni aspetti della riforma. E ne emerge che se fossimo chiamati a votare solo sulla diminuzione dei parlamentari, a vincere sarebbero i "sì" con il 47,2%. Mentre il 50,9% direbbe "no" al potere di scioglimento delle Camere che passerebbe dal Presidente della Repubblica al premier.
m. v.

Nicola Piepoli
[Non Registrato]
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