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a grande richiesta... PRIMA PARTE

Ultimo Aggiornamento: 28/11/2011 15:55
21/02/2006 12:31
 
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... mi si chiede da più parti di farlo.
Quindi metto qui i miei "dossier", ma un po' riassunti perché Banane e Mazzette dice, giustamente, che sono un po' troppo lunghi per i blog.

Invito gli amici della Resistenza a venire qui per attingere quando ne hanno bisogno, e ringrazio sin d'ora coloro che lo faranno.

W l'Italia.

LA VERITÀ SULLA SALUTE DELL’ECONOMIA

Cosa sostiene Berlusconi:
“L’imprenditoria (…) chiede di essere aiutata a ricollocarsi sui mercati, a competere, a elevare il tasso di produttività” (16 maggio 1994, discorso al Senato)

“Il nostro è uno dei Paesi dove il settore pubblico contribuisce meno alla competitività dell’economia e, quindi, allo sviluppo. L’obiettivo che il Governo si pone è trasformare la pubblica amministrazione da handicap a punto di forza per la nostra competitività” (18 giugno 2001, comunicazioni del nuovo governo al Senato)

“Purtroppo c’è un’opinione pubblica negativa alimentata dall’opposizione, che ha voglia di far andare tutto male” (17 agosto 2005, intervista su La Stampa)
________________________________________________________________________

Fatti e dati ( Fonti: WEF, Imd, ISTAT, Eurostat, bilancio dello Stato):

CON I GOVERNI DELL’ULIVO (1996-2001):
? Competitività: nella classifica del World Economic Forum l’Italia era risalita dal 41° al 26° posto( 35a nel ’99; 29a nel 2000; 26a nel 2001).
? Consumi e investimenti erano cresciuti, in Italia, del 13,5% (in Germania, del 6,9%; in Francia, del 12,0%).
? Investimenti in macchinari e impianti: erano cresciuti in termini reali del 34,8%, in linea con la Francia (+36,8%) e la Germania (+33,9%).
? Costo del debito statale: era calato da 70 a 15 miliardi di Euro l’anno.

CON I GOVERNI DI BERLUSCONI (2001-2005):
? Competitività: L’Italia ha perso 21 posizioni (nel 2002 era 39a; nel 2003, 41a; nel 2004, 47°; nel 2005, ancora 47a).
? Disoccupazione dei giovani: l’Italia è purtroppo seconda nell’Europa dei 15, con il 24% (la Danimarca, paradiso del lavoro per i giovani, è ultima, beata lei, con il 7,1%).
? Rischio di povertà (percentuale di popolazione che ha un reddito inferiore al 60% di quello medio nazionale): l’Italia è purtroppo prima (45%).
? Bilancia commerciale (i “conti con l’estero”): nel 2004, si è chiusa in passivo: non accadeva da dodici anni.

? Non è colpa dell’Euro: nei confronti dei Paesi che hanno altre monete, l’Italia è ancora in attivo. “C’è stata invece un’autentica voragine nell’interscambio con i Paesi dell’area Euro… Allora il cambio non c’entra. (…) abbiamo sempre meno cose da vendere, (…) Stiamo cioè diventando un’area marginale dentro la stessa Europa.” (Felice Froio, ex giornalista de La Stampa).
? Non è colpa delle crisi internazionali: “Gli attentati dell’11 settembre non hanno sconvolto il quadro dell’economia internazionale (…)Il quadro sarà (…) convincente solo quando Tremonti avrà detto perché gli altri Paesi, costretti ad affrontare le stesse sfide, abbiano registrato risultati positivi. Non penso soltanto ai casi migliori (USA, GB, Spagna) (…). La Germania non è ancora uscita dalla sua stagnazione, ma ha enormemente aumentato negli anni scorsi le sue esportazioni, anche verso la Cina.” (Sergio Romano, ex ambasciatore, sul Corriere della Sera del 3 Ottobre 2005).


LA VERITÀ SUI RISULTATI
DEI GOVERNI DELL’ULIVO E DI BERLUSCONI

1) LA SICUREZZA DEI CITTADINI (fonti: Istat, Ministero dell’Interno)

? CON IL CENTROSINISTRA (1996-2001):
Calo dei reati dell’11%, da 2,4 a 2,16 milioni.
Nel triennio 1998-2000 vennero arrestati 697 latitanti mafiosi.

? CON IL CENTRODESTRA (2001-2006)
Aumento dei reati del 13,5%, da 2,16 a 2,46 milioni (soprattutto furti in appartamento, omicidi, rapine, truffe, violenze sessuali)
Nel periodo 2001-2004 furono arrestati 344 latitanti mafiosi.

2) L’ECONOMIA (fonti: Ministero dell’Economia e delle Finanze, Istat, Banca d’Italia, World Economic Forum, Institute for Management Development, Centro Nazionale delle Ricerche)

? CON IL CENTROSINISTRA (1996-2001):
Competitività: nella classifica (WEF) l’Italia è salita dal 41° al 26° posto.
Investimenti in macchinari e impianti: cresciuti in termini reali del 34,8%, in linea con Francia (+36,8%) e Germania (+33,9%).
Costo del debito statale: calato da 70 a 15 miliardi di Euro l’anno.
Deficit pubblico: equivaleva, nel 2000 all’1,9% del PIL.
La crescita del PIL: 3,0% nel solo 2000, in linea con quello europeo.

? CON IL CENTRODESTRA (2001-2006)
Competitività: L’Italia ha perduto 21 posizioni (nel 2002 era 39a; nel 2003, 41a; nel 2004, 47°; nel 2005, ancora 47a).
Produzione industriale: “tra il 2000 e il 2004 è diminuita del 3,8%, contro l’aumento dell’1,8% francese e 2,6% tedesco.”(Bankitalia)
Debito pubblico: è tornato a salire, da 1.348 a 1.542 miliardi di Euro.
Dal 2001 al 2004 il PIL italiano è cresciuto, in totale, del 3,7%. Quello europeo, del 6,1%.
I finanziamenti al CNR da parte del governo (2001-2005) sono calati, da 622,9 a 534,7 milioni.











LA VERITÀ SUL “CONTRATTO CON GLI ITALIANI”

In questo documento mettiamo a confronto le promesse di allora (8 maggio 2001, a pochi giorni dalle elezioni) e la realtà di oggi.

“Silvio Berlusconi, nel caso di una vittoria elettorale della Casa delle Libertà, si impegna, in qualità di Presidente del Consiglio, a realizzare nei cinque anni di governo i seguenti obiettivi.”

PRIMA PROMESSA:
Abbattimento della pressione fiscale
? con l’esenzione totale dei redditi fino a 22 milioni di lire annui;
? con la riduzione al 23% dell’aliquota per i redditi fino a 200 milioni;
? con la riduzione al 33% dell’aliquota per i redditi sopra i 200 milioni;
? con l’abolizione della tassa di successione e della tassa sulle donazioni.

I RISULTATI:
? Nessun “abbattimento”: la pressione fiscale totale è cresciuta dell’11,1%, dal 2001 al 2005. Per di più aumenta l’evasione (incoraggiata da Berlusconi, anche con i condoni), quindi le tasse sono aumentate: ma non per tutti.
? Il limite promesso (22 milioni) per l’esenzione totale è in realtà deciso ogni anno dal governo: se ci sono problemi di finanza pubblica, si penalizzano i più poveri.
? Nel 2003 si sono introdotte le due aliquote previste. Ma solo lo 0,9% dei redditi supera i 100.000 €, così oggi per il 99,1% di noi c’è la stessa aliquota, sia per chi guadagna duecento milioni delle vecchie lire, sia per chi ne guadagna venti. La Costituzione, poi, dice che il sistema deve essere progressivo.
? Il 72,3% del beneficio fiscale è a favore dei redditi superiori a 40.000 € (quasi ottanta milioni di lire). Gli altri Italiani, i tre quarti, nemmeno se ne accorgono.
? Le tasse non calano, cambiano composizione: meno tasse statali sugli alti redditi, ma più imposte sui consumi (aumenti del 15%), e più tasse e tariffe locali (10 miliardi di Euro in più dal 2001 al 2003), a scapito dei redditi più bassi.
? Berlusconi ha abolito la tassa di successione, ma solo per i più ricchi: per gli altri già non c’era più. Il centrosinistra l’aveva già tolta, ma non per i patrimoni oltre i 350 milioni di lire.

SECONDA PROMESSA:
2. Attuazione del Piano per la difesa dei cittadini e la prevenzione dei crimini, che prevede tra l’altro l’introduzione dell’istituto del poliziotto o carabiniere o vigile di quartiere nelle città, con il risultato di una forte riduzione del numero dei reati rispetto agli attuali tre milioni.

I RISULTATI:
L’obiettivo non è stato rispettato, anzi la situazione è peggiorata. Anzitutto, nel 2001 i reati denunciati non erano 3 milioni, bensì 2.163.000, in forte calo rispetto al ’99 (-11%). Invece, sono aumentati: alla fine del 2003 il numero di reati denunciati è passato a 2.456.000, (+13,5% rispetto al 2001). I furti in appartamento sono aumentati: 169.430 nel 2002, 173.097 nel 2003 (+ 2,1%). Gli omicidi, che erano sempre diminuiti dal ’94 al 2002, nel 2003 aumentano dell’11,4%, le rapine del 4,4%. Le violenze sessuali crescono del 10,8 % dal 2001 al 2003. Le truffe aumentano addirittura del 130 % dal 2002 al 2003. Il numero di latitanti arrestati, secondo il Ministero dell’Interno, è invece sceso da 697 persone (1998-2000) a sole 344 (2001-2004), e ciò ha riguardato anche mafia, camorra, ‘ndrangheta e mafia pugliese.


TERZA PROMESSA:
Innalzamento delle pensioni minime ad almeno un milione di lire al mese.

I RISULTATI:
Il Contratto, si noti bene, non dice “alcune” pensioni minime, bensì “le” pensioni minime, cioè tutte. L’aumento ha riguardato due milioni di persone su sei milioni. Anche solo formalmente, l’obiettivo non è stato rispettato, in quanto ha riguardato solo un terzo dei pensionati. Di fatto, quasi per nulla, perché siccome l’aumento fa superare il limite di reddito per l’esenzione dall’IRPEF e dalle imposte locali, il vantaggio in moltissimi casi è stato pari a zero, e per alcuni il valore della pensione è addirittura diminuito.


QUARTA PROMESSA:
Dimezzamento dell’attuale tasso di disoccupazione, con la creazione di almeno un milione e mezzo di posti di lavoro.

I RISULTATI:
In realtà dal 2001 al 2004 compreso sono stati registrati 800.000 (dato ISTAT) nuovi posti di lavoro, il 59% dei quali (472.000) deriva dalla regolarizzazione di extracomunitari che, prima, lavoravano in nero.
Soltanto 328.000 posti nuovi hanno riguardato Italiani: 82.000 l’anno.
Di questi, però, 132.000 sono atipici e precari.
L’impegno non è stato rispettato.


QUINTA PROMESSA:
Apertura dei cantieri per almeno il 40% degli investimenti previsti dal Piano decennale per le Grandi Opere (che prevedeva 288 opere per 125 miliardi di € d’investimento, ndr).

I RISULTATI:
A maggio 2005 il CIPE ha approvato (solo approvato, non si parla di cantieri) 85 opere (29,5% del totale), per uno stanziamento di 23,7 miliardi di Euro (19%). Anche solo formalmente, l’obiettivo del 40% non è stato raggiunto. Ma rimane forte la sensazione che nel complesso i nostri lavori pubblici siano addirittura peggiorati, se si considera che lo Stato stanziava per nuove infrastrutture, nel 2001, 22 miliardi di Euro. Il Governo Berlusconi ne stanzia 20,6 nel 2004 e 18,2
nel 2005.



SESTA PROMESSA, LA PIÙ IMPORTANTE:

Nel caso in cui, al termine dei cinque anni di governo (2001-2005), almeno quattro su cinque di questi traguardi non fossero raggiunti, Silvio Berlusconi si impegna formalmente a non ripresentare la propria candidatura alle successive elezioni politiche.

I RISULTATI:

- Le tasse sono invariate (ma i più ricchi ne pagano meno).
- Quasi nessuna pensione è stata aumentata.
- La criminalità è in crescita, ed è sempre meno combattuta.
- La crescita dei posti di lavoro è a un quinto di quanto promesso.
- Le famose “Grandi Opere” non sono partite.

- Berlusconi è candidato Premier per le elezioni Politiche 2006.



































LA VERITÀ SULLE “GRANDI OPERE”

Cosa diceva Berlusconi:


? “Apertura dei cantieri almeno per il 40% degli investimenti previsti dal Piano decennale per le Grandi Opere considerate di emergenza e comprendente strade, autostrade, metropolitane, ferrovie, reti idriche e opere idro-geologiche per la difesa delle alluvioni” (Berlusconi, dal c.d. contratto con gli Italiani, siglato a Porta a Porta, 8 maggio 2001)
? “Abbiamo attivato opere per 93.000 miliardi delle vecchie lire” (Berlusconi, campagna elettorale per le Europee del 2004)

Il governo Berlusconi previde un costo complessivo di circa 250.000 miliardi di lire, cioè circa 125 miliardi di Euro, che secondo sarebbero state finanziate in misura determinante dai privati, promettendo di finanziarne il 40% (100.000 miliardi di lire) entro cinque anni.


Fatti e dati (fonti: Corte dei Conti, Cipe, ANCE, Ministero delle Infrastrutture):
? Il governo sapeva sin dal 2001 che l’impegno preso era al di là della forza economica dello Stato: il 21 dicembre 2001 il CIPE formulava una previsione d’impegno statale di soli 24 miliardi di Euro per il triennio 2002-2004, pari al 19% del totale.
? Dal 2001 al 2004, il CIPE ha approvato solo 79 delle 288 opere comprese nel programma (27,4%, non il 40%).
? “Uno dei fenomeni più preoccupanti è quello dell’accentuato frazionamento in lotti e stralci delle grandi infrastrutture”, il che finisce col far crescere la stima finale del costo. (Corte dei Conti, Indagine sullo stato di attuazione della legge obiettivo, 2005)
? La Corte dei Conti, nell’ indagine sulla legge obiettivo, rettifica infatti tale stima, passando a una previsione di 196 miliardi di €. Il 40% di 196 è 78,4.
? Per il governo, i finanziamenti pubblici disponibili al 29 settembre 2004, cioè quattro mesi dopo le elezioni europee, arrivavano a 19,2 miliardi di Euro, pari al 15,3% del preventivo iniziale; soprattutto, la cifra corrisponde a 37.000 miliardi di lire (e non 93.000, come declamato sui cartelloni di Forza Italia).
? A un ritmo del 15,3% ogni tre anni, occorreranno almeno 19 anni e 7 mesi per concludere i lavori. Cioè fino a gennaio del 2021: saranno i prossimi governi a doversene preoccupare.

? “Ma almeno qualche cosa in più avranno fatto”, potrà pensare qualcuno. Nossignori. Il Governo aveva stanziato per nuove infrastrutture, nel 2001, 22 miliardi di Euro. Berlusconi ne stanziò 20,6 nel 2004 e 18,2 nel 2005.

? Per finire: “Non c’è alcuna preoccupazione per il finanziamento delle grandi opere (…), prevediamo che la realizzazione di molte di queste infrastrutture verrà attuata con il ricorso a capitali privati” (Berlusconi, conferenza stampa del 20 settembre 2002) “C’è da chiedersi come mai finora solo su 12 interventi della legge obiettivo (su 288, ndr), siano pervenute richieste da parte di imprenditori privati.” (Ministro Lunardi, a un convegno di “Forza Italia”, 13 marzo 2003)










































LA VERITÀ SULL’IMMIGRAZIONE
________________________________________________________________________Dichiarazioni della Casa delle Libertà:

“I governi dell’Ulivo, con il loro atteggiamento iperbuonista, hanno finito col concedere sanatoria su sanatoria, a migliaia di immigrati entrati nel nostro Paese, guardandosi bene dall’affrontare i gravi problemi che scaturiscono dall’ingresso indiscriminato” (Il Secolo d’Italia, organo di Alleanza Nazionale, 14 febbraio 2001)
“Con gli scafisti siamo in guerra. Oggi si deve poter sparare.” (Pierferdinando Casini, al Corriere della Sera, 22 settembre 1999)
“Passare dalla politica della carota a quella del bastone, sia nei confronti di chi cerca di entrare clandestinamente nel Paese, sia nei confronti di chi è già entrato in condizioni di irregolarità (Roberto Calderoli, 12 giugno 2005)
I dati e i fatti (fonti: Ministero dell’Interno, Caritas Italiana, LaVoce.info)

? Le sanatorie hanno riguardato:
244.000 immigrati nel 1995 con il governo Dini,
251.000 nel 1998 (Prodi),
650.000 nel 2002 (Berlusconi).

? Maggior costo statale per i controlli necessari all’attuazione della legge Bossi-Fini (L.189/ 2002): 500 milioni di Euro l’anno, con l’impiego di 20.000 funzionari statali. Denaro e personale mai aumentati.

? Le espulsioni furono 34.390 nel 2001, 42.245 nel 2002.
La legge Bossi-Fini entrò in vigore nel settembre 2002.
Le espulsioni calarono a 29.630 nel 2003.

? Cosa prevede la Bossi-Fini:
- Per chi ritorna la prima volta in Italia dopo l’espulsione, è prevista, per direttissima, l’espulsione immediata e l’applicazione del carcere solo nel caso di un suo ulteriore ritorno clandestino. E’ prevista, in alternativa, un’altra espulsione (galere troppo piene). Cioè, uno è espulso subito, senza carcere, senza che si sappia se ha commesso reati o no. Si trattano allo stesso modo i delinquenti e chi è venuto in Italia solo a cercare lavoro.

? Il centrosinistra (’96-2000) stipulò 22 accordi con altrettanti Paesi d’origine, concordando con essi i flussi d’immigrazione regolare, e le procedure per le espulsioni. Berlusconi, uno solo, con Gheddafi, promettendogli di realizzare l’autostrada che congiungerà i confini est-ovest (mai fatta). Ritorsioni libiche: cancellazione di commesse all’ENI, esclusione della Pirelli da una gara d’appalto, tassa retroattiva del 4% per le nostre imprese su alcune commesse, perdita di un ordine da 140 milioni di € da parte della società INSO di Firenze.

? Nel frattempo, il flusso di immigrazione dalla Libia continua imperterrito, verso Lampedusa e la Sicilia.

LA VERITÀ SUL DIRITTO ALLA SALUTE

Dichiarazioni di Silvio Berlusconi:

? “La sanità è lo specchio della civiltà di un Paese (…) Si dovrà fare delle Regioni il mezzo per accrescere il grado di efficacia e di personalizzazione delle prestazioni, e per riorganizzare un sistema pubblico-privato che parta dalla centralità del cittadino e delle sue necessità (…) La salute è uno dei diritti che uno Stato deve garantire ai suoi cittadini indipendentemente dalle loro condizioni sociali (…) Un Paese dove esistono lunghe liste d’attesa per prestazioni specialistiche non è un Paese civile (…)Occorre esaminare le cause da cui deriva il disavanzo che si è registrato degli ultimi anni e assumere di conseguenza le decisioni più appropriate” (discorso al Senato, 18 giugno 2001)
________________________________________________________________________


I dati e i fatti (fonti: Corte dei conti, Altroconsumo, Tribunale per i diritti del malato)

? Spesa per l’assistenza sanitaria:
“negli anni 2002, 2003 e 2004 è risultata strutturalmente superiore a quella convenuta” nell’accordo Stato-Regioni del 2001.
Essa aveva bisogno di 85 miliardi di € nel 2002 (ne furono stanziati 76,7)
Crebbe a 83 miliardi nel 2003 (se ne stanziarono 80,7)
Necessitava di 88,9 miliardi nel 2004 (disponibili, 85,5)
Domanda: CHI, NEL GOVERNO BERLUSCONI, HA “ESAMINATO LE CAUSE DEL DISAVANZO? Chi ha preso le “DECISIONI PIÙ APPROPRIATE”?
? Secondo la Corte dei Conti, “a tutt’oggi mancano chiari obiettivi di riorganizzazione sanitaria ai quali legare REALISTICI risparmi di spesa, mentre l’urgenza di un immediato, ma TROPPO VELLEITARIO contenimento, riproduce la logica dei tagli e dei vincoli indiscriminati che rischiano, come già in passato, di essere contraddetti da disavanzi a consuntivo.”
? Secondo lo stesso Ministro della Salute, Girolamo Sirchia, (7 febbraio 2004), gli ospedali e le Asl “sono ora anomale aziende governate da un direttore generale totipotente, nominato dalla Regione”, mentre la riforma della sanità dovrebbe “poggiare sui medici”.
? La Regione che ha abbracciato con il maggior entusiasmo il modello di sanità berlusconiano, la Lombardia, è passata da un totale di 49.202 posti letto, a 42.391 (1997-2002), perdendone, nel periodo, il 14%.
Naturalmente, a scapito degli ospedali pubblici, che vedono i posti letti passar da 37.363 a 30.006 (-20%) e a tutto vantaggio delle cliniche private (da 11.839 a 12.385, +4,6%).
? Ciò che poi nessuno mai dice, il pubblico deve farsi carico di tutte le patologie, anch le più costose, mentre il privato può scegliere quali prestazioni e servizi fornire, e quali no. Altro che concorrenza…

? Con il centrosinistra (finanziaria 2001, approvata dal governo Amato) si prevedeva l’immediata eliminazione di tutti i ticket sui farmaci e sulla diagnostica strumentale antitumorale e (dal 2002) una riduzione dei ticket su quella generica. Ma anche che, dal luglio 2001, il servizio sanitario nazionale avrebbe rimborsato integralmente il solo costo dei farmaci generici (quelli che hanno la stessa molecola del farmaco più conosciuto, ma non il marchio, e quindi, facendo a meno di molte spese di propaganda, costano assai meno): questa misura, in Germania, Francia e Inghilterra, copre da sola il 30-40% del mercato.

? Il ministro Sirchia, alla cerimonia per il passaggio delle consegne dal suo predecessore (prof. Umberto Veronesi), assicurò “continuità” con il suo lavoro, dichiarandosi contrario alla reintroduzione dei ticket (20 giugno 2001).

? Il 22 novembre 2001 il governo impose alla Conferenza Stato-Regioni la reintroduzione del ticket su 672 farmaci. E qui già si vede il caos generato dalla cosiddetta “devolution”: le regioni governate dal centro destra ubbidirono senza fiatare, le altre aggirarono in parte l’imposizione, attraverso una differente classificazione dei farmaci.

? Da un’indagine di Altroconsumo dell’aprile 2005 risultò, a proposito delle famose “code” e “liste d’attesa”, i dati che seguono. Una visita oculistica richiedeva,nel 2000, 40 giorni d’attesa a Milano, 28 a Torino, 41 a Roma, 42 a Napoli. Ne richiedeva invece, nel 2004, 71 a Milano, 46 a Torino, 25 a Roma, 61 a Napoli, con un incremento medio di 13 giorni. E Sirchia aveva fissato per decreto, nel 2002, che il limite massimo accettabile doveva essere di trenta giorni…

? Secondo il Tribunale per i diritti del malato (Audit civico 2004), da un’indagine svolta su 24 ospedali, risulta che i tempi d’attesa per un eco-doppler cardiaco sono in media di 64 giorni, per una mammografia di 117. Se si paga, però, è diverso. Siccome si è voluto abolire il regime del ministro Bindi, che proibiva ai medici statali di svolgere attività privata negli ospedali, ora la metà degli esami diagnostici è a pagamento. Se il paziente rinuncia alla “mutua” e paga di tasca propria, aspetta solo tre giorni per l’eco-doppler, e due giorni per la mammografia.

? Il governo non fornisce dati al riguardo. Lo stesso neoministro Storace (agosto 2005) ammette (intervista al Corriere della Sera): “L’inchiesta affidata a maggio ai Nas ha messo in evidenza che c’è ancora molto da fare, che i tempi sono eccessivamente lunghi. Non tiro fuori i dati, perché non voglio mettere in difficoltà le Regioni, ma purtroppo non tutte hanno apprezzato.











LA VERITÀ:IL “SONDAGGIO AMERICANO”

Secondo questo sondaggio, commissionato da Berlusconi alla Penn, Shoen & Berland Associates (USA), la Casa delle Libertà avrebbe il 48,4% delle preferenze, contro il 48,2% del centrosinistra. E’ PLAUSIBILE? VEDIAMO.
? La PSB non è una società specializzata in sondaggi, ma una società specializzata nelle consulenza per la propaganda politica.
? Parere di Luigi Crespi, il consulente che curò la campagna elettorale di Forza Italia nel 2001, e che inventò il “contratto con gli Italiani”: << Berlusconi non commissiona sondaggi: compra dei risultati.>>
? Nel 1994, Berlusconi affermò in campagna elettorale di essere al 36%, ma nelle urne Forza Italia ebbe il 21%.
? Per le europee 2004, Berlusconi proclamò di avere il 25%, ma ebbe il 21%.
? Secondo la società ingaggiata da Berlusconi, la PSB (Penn, Shoen & Berland Associates), il 14 dicembre 2005 il centrosinistra aveva il 58% dei consensi, e la Casa delle Libertà il 41%. Mai nessun sondaggista serio avvalorò dati così favorevoli a Prodi.

? Ma è lo stesso Berlusconi a smentire la PSB: secondo lui, il pareggio c’è sempre stato. Lo dichiarò l’11 settembre 2005 (secondo lui, 48,3% a 48,3%: pari); lo ribadì nella prima metà di novembre (48 a 4[SM=g27778] e poi a fine mese (48,7 per il Centrosinistra, 48,6 per il centrodestra). Ancora il 12 gennaio 2006, disse che eravamo 49,6 a 48,4
? Domanda tecnica: Berlusconi si è distratto? Non si è accorto che proprio a metà dicembre gli Italiani (chissà poi perché) erano al 58% contro di lui?

? Berlusconi annunciò CON DUE SETTIMANE D’ANTICIPO che verso metà febbraio il sondaggio da lui commissionato avrebbe certificato il sorpasso. Come mai?
? Risponda l’ufficio stampa di Forza Italia: COME FACEVA BERLUSCONI A SAPERE CON DUE SETTIMANE D’ANTICIPO I RISULTATI DI UN SONDAGGIO “SERIO”? E come mai Berlusconi non sapeva, a metà dicembre, che secondo quei “sondaggi seri”, era in svantaggio di 17 punti percentuali?
? Gli stessi alleati di Berlusconi sono scettici sul sondaggio della PSB: tutti, Tremonti compreso, basano il loro ottimismo su cose più vaghe(parlano di “tendenze”, di “aria nuova che tira”, di un “innegabile recupero”, ma mai di “sorpasso”), ma si guardano bene dal citare queste cifre: perché?

? TUTTI I SONDAGGI “TERZI” PONGONO OGGI LA CASA DELLE LIBERTÀ IN SVANTAGGIO, RISPETTO AL CENTROSINISTRA, DEL 4, O DEL 4,5%.

? SI È MAI VISTO IL CAPO DI UN GOVERNO, CHE SI DICE SICURO DELLA VITTORIA, PREFIGURARE CHE L’OPPOSIZIONE POSSA FAR BROGLI, VISTO CHE IL’AUTORITÀ PREPOSTA AD EVITARLI È IL SUO STESSO MINISTRO DELL’INTERNO? PER LO MENO, LO SI È MAI VISTO IN UNA DEMOCRAZIA CHE FUNZIONI?

LA VERITÀ SUL PRESTIGIO INTERNA-ZIONALE DELL’ITALIA

Cosa dicono alcuni propagandisti di Forza Italia:
“Mai come oggi è stato alto nel mondo il prestigio dell’ Italia, grazie soprattutto all’ instancabile attività del presidente Berlusconi e del ministro degli esteri Fini, e grazie all’ impegno umanitario dei nostri soldati in tutto il mondo. Tra i successi, rivestono eccezionale portata storica mondiale: la fine ufficiale della “guerra fredda”, con la stretta di mano tra Bush e Putin a Pratica di Mare; la convocazione ad Erice della Conferenza di pace tra Israele e Palestina.”

Prima dell’elenco dei fatti (il prestigio non è misurabile, quindi non ci sono dati),
qualche considerazione.

1) Guarda un po’! Tutto il mondo occidentale (che evidentemente si abbevera alle fonti d’informazione comunista) pensa che la guerra fredda si sia conclusa, circa 20 anni fa, per “implosione” dello stalinismo, oltre che per l’opera di personaggi come Reagan, Woityla, Gorbaciov. Adesso ci dicono che invece non era vero niente, che la guerra fredda si è conclusa grazie a Silvio. Ditelo agli Bush, nemmeno lui lo sa!
2) Ma pensa: tutto il mondo, guardando la CBS e Al Jazeera, o la BBC, pensava che Israeliani e Palestinesi continuassero a scannarsi… Invece avevano firmato un trattato di pace in Sicilia, grazie a Berlusconi. Ditelo a Gerusalemme, non se n’erano accorti!
3) Incredibile: con un Calderoli al governo, e dopo che Berlusconi stesso ha parlato di “superiorità della civiltà occidentale”, i Palestinesi decidono di far la pace con gl’Israeliani grazie al nostro governo. Ditelo all’ONU, perché là non lo sanno!
4) Il nostro governo, lo sanno tutti, è pacifista, vero? Ditelo a Giuliano Ferrara, a Oriana Fallaci, che inneggiavano alla guerra, ditelo a Clarissa Burt, perché all’epoca non se ne avvedevano.
5) Quando si deciderà, la Moratti, a riscrivere i libri di Storia?
6) Scherzi a parte, signori di Forza Italia, facciamo l’elenco delle espressioni violente, guerrafondaie e razziste rilasciate dagli esponenti di questo governo, o vi ritirate in buon ordine su questo argomento? Guardate che in merito c’è una rassegna stampa lunga almeno 5 anni!

Passiamo al prestigio… è meglio (?).


IL PRESTIGIO DELL’ITALIA.

Come si diceva, il prestigio è un fatto indimostrabile attraverso i dati: è come la credibilità di una persona. Non c’è un’unità di misura. Ci sono però i pareri.
Se esiste un patriota che soffre di cuore, lo avvisiamo: legge le righe che seguono a suo rischio e pericolo. Decliniamo ogni responsabilità.

“E’ un maniaco megalomane, che si è paragonato a Napoleone, Giustiniano e Gesù.” (The Washington Post

“Il primo ministro italiano ha umiliato il suo Paese.” (The Independent)
“Il signore delle gaffes” (Der Spiegel)
“La nuova legge di Berlusconi sul falso in bilancio farebbe vergognare anche gli elettori di una repubblica delle banane.” (The Economist)
“I suoi attacchi virulenti a un sistema giudiziario che lo ha messo sotto processo in numerose occasioni, continuano a minare la sua autorità, sia in Italia, sia all’estero.” (Financial Times)
“L’opinione pubblica inglese non prenderebbe mai sul serio un sistema che permette di eleggere un premier sotto accusa. Sarebbe una questione morale, etica.” (The Daily Telegraph)
“Berlusconi è l’uomo più ricco, ha un impero di media, ma la storia della sua ricchezza e il suo conflitto di interessi sono un punto interrogativo.” (The New York Times)
“Quando sentiamo il presidente Ciampi parlare di Europa, ci sentiamo rassicurati, ma quando sentiamo parlare di Europa il presidente Berlusconi, ci preoccupiamo. Oggi Lei (rivolgendosi a Berlusconi, ndr) si è tenuto sulla linea di Ciampi. Il problema sorge quando dice che bisogna abolire la Commissione Europea, o che bisogna far entrare la Russia o Israele domani mattina nell’Unione Europea.” (Baron Crespo, parlamentare Europeo, 2 luglio 2003)
“Spero che l’attitudine italiana del signor Berlusconi a fare leggi soltanto per casi concreti, magari in qualche modo a lui vicini, non si possa estendere all’ambito europeo”(Idem)
“Berlusconi è riuscito a superare anche le peggiori previsioni dei suoi avversari, trasformando in un combattimento il discorso inaugurale al Palamento di Strasburgo.” (Le Figaro, 3 luglio 2003)
“Scalpore a Strasburgo, Berlusconi offende un deputato Spd” (Titolo da Frankfurter Allgemeine Zeitung, 3 Luglio 2003)
“A Strasburgo, Berlusconi ha resistito, nei panni del buon europeo, per tre ore e venti minuti, dalle 9,15 alle 12,40 di ieri. Poi ha perso il controllo dei nervi.” (Libération, 3 luglio 2003)
“Il discorso di Berlusconi, che doveva marcare in tono festoso l’inizio della presidenza italiana dell’UE, si è trasformato in un imbarazzante incidente diplomatico.” (Maariv, quotidiano israeliano, 3 luglio 2003)
“Nel bel mezzo del discorso di Chirac in Canada (in occasione di un G8, ndr), Berlusconi si è alzato, e ha cominciato a distribuire orologi agli altri leader, con un delizioso sprezzo politico.” (Time, 17 luglio 2003)

PS: mentre correggiamo queste righe (18 febbraio 2006), irrompe sulla scena il Ministro Calderoli con le sue “fini” uscite di alta diplomazia.
Immaginiamo l’imbarazzo della Moratti, che se fosse confermata Ministro dell’Istruzione (in caso di vittoria della Casa delle Libertà, ma anche nel caso che non divenga sindaco di Milano) potrebbe dover modificare i testi scolastici per spiegare queste cose.

A PROPOSITO, CI DICA, SIGNORA MORATTI: PERCHÉ SI CANDIDA A SINDACO DI MILANO, RINUNCIANDO A UN BEN PIÙ PRESTIGIOSO POSTO DI MINISTRO DELL’ISTRUZIONE? CI FRULLANO PER IL CAPO DUE IPOTESI:

Ipotesi A: Lei sa perfettamente che perderete le lezioni, e cerca di riciclarsi nella Sua città.
Ipotesi B: Teme che, nell’improbabile caso di Vostra vittoria alle politiche, Le toccherà riscrivere i libri di Storia, e non l’ha studiata.


LA VERITÀ SULLA SCUOLA

La riforma-Moratti.
? Nella riforma scolastica, l’”obbligo” di andare a scuola viene sostituito con il “diritto-dovere” allo studio. Non è affatto lo stesso: con l’obbligo, è la Repubblica che si fa carico di garantire le condizioni perché tutti possano frequentare la scuola. Con il diritto-dovere, la responsabilità è del cittadino, cioè dalla famiglia: diventa un fatto etico-privato, lo Stato se ne esclude. Si pensi, a titolo d’esempio, quali incognite apra in prospettiva, questa impostazione, nei confronti dei disabili.
? Nel 1999 l’obbligo scolastico era stato elevato fino ai 18 anni d’età. Con la riforma Moratti, i ragazzi che finiscono la scuola media non sono più tenuti a iscriversi a una scuola superiore: chi non si iscrive ai licei, frequenterà corsi di formazione (regionali, con tanti saluti all’uniformità di formazione tra gli Italiani).
? La scuola è divisa in cicli: scuola dell’infanzia (per capirci, la scuola materna), le elementari, le medie e la scuola secondaria superiore. Vediamoli.
? Scuola dell’infanzia. Nel 1991, sullo stimolo di esperienze consolidate anche estere, cambiò fisionomia: da “parcheggio dei bimbi” a percorso pedagogico triennale che utilizzava il gioco in funzione delle abilità motorie, intellettuale e dello sviluppo affettivo del bambino. Con la riforma Moratti tutto ciò diventa facoltativo: molti bambini torneranno pertanto a essere “parcheggiati”.
? Scuola elementare: Si ritorna al docente unico, che insegna la maggior parte delle materie, cui s’aggiungono altri insegnamenti, molti facoltativi, sul modello del doposcuola.
? Scuola media: si eliminano le migliori esperienze degli ultimi decenni. Si ritorna a una didattica “minima” di 27 ore settimanali, con seria diminuzione delle ore di inglese, di educazione musicale e tecnica. Si introduce il tutor (uno per classe), che comporta una distinzione tra gli insegnanti, scardinandone la collegialità.
? Secondaria superiore. Vengono previsti 19 tipi di scuola, e si chiamano tutti licei. Chi non li frequenterà, entrerà in un percorso formativo regionale. Oltre al liceo classico, l’unico che consente l’accesso a tutte le facoltà universitarie, ci sono tre licei senza indirizzo (scientifico, linguistico, delle scienze umane), tre indirizzi di liceo artistico, i licei tecnologici (otto indirizzi) ed economici (due indirizzi), il liceo musicale e il liceo di danza.

“Scuola, quarantamila assunzioni”
E’ il titolo che abbiamo letto sui quotidiani il 25 giugno 2005. I sindacati hanno protestato perché il decreto del ministro lascia più di 100.000 posti vacanti fra i docenti statali. Se poi parliamo del personale amministrativo, tecnico e ausiliario (ATA), su circa 80.000 posti vacanti le nomine sono appena 5.000.

Pareri.
Il noto pedagogista Franco Frabboni, in un articolo su “Rivista di politica scolastica”, scrive:

? “Il ministro afferma che l’obbligo scolastico è stato portato a 18 anni. Falso colossale. L’obbligo è soppresso per legge, e sostituito da un antidemocratico diritto-dovere alla formazione.”
? “Il ministro afferma che la dispersione scolastica è diminuita di cinque punti. Falso vistoso. La dispersione è aumentata tanto da relegarci nelle retrovie europee.”
? “Il ministro esulta per avere raccolto 4.000 bambini anticipatari (iscritti in prima elementare a cinque anni e mezzo). Bilancio fallimentare e pollice verso da parte dei genitori. L’anticipino ha mestamente raccolto meno dell’un per cento.”
? “Il ministro esulta per il boom della lingua inglese e dell’informatica. Certo, i dati sul numero di chi studia la seconda lingua, e dei computer entrati nelle scuole, segnalano cifre elevate. Ma (…) la lingua inglese non dispone ancora di sufficienti docenze specializzate, e molti computer giacciono negli scantinati a causa della mancanza di spazi attrezzati.”


“I” come impresa
? Tra le prime decisioni della Moratti ci fu la rimozione del prof. Benedetto Vertecchi, uno dei massimi pedagogisti europei, dalla presidenza del Centro di Educazione Europeo, per sostituirlo con un ingegnere del Politecnico di Milano, che si occupava fino ad allora dell’ISO 9000 per la certificazione di qualità nelle aziende (ma del resto anche Castelli è ingegnere, ma è stato fatto ministro della Giustizia…).
? Secondo la definizione del ministro, il “capitale umano” sarebbe soltanto “l’insieme delle conoscenze, capacità, competenze, prerogative degli individui che agevola la creazione del benessere personale, sociale ed economico”. E la cultura? E l’educazione civica? Nulla di tutto questo. In un documento dell’Accademia dei Lincei si legge che “il piano del Ministro insiste su un punto: che la funzione della ricerca è quella di contribuire alla competitività del Paese, con processi e prodotti competitivi sul mercato globale.” Tutto al servizio dell’impresa, a partire dalla ricerca e dalla scuola. Altrimenti, sembra chiedersi il ministro, a che servono?
? Nei nuovi programmi scompare l’evoluzionismo, tra le immediate proteste degli scienziati italiani, che firmano in 50.000, in pochi giorni, un apposito manifesto. Protesta persino la Pontificia Accademia delle Scienze. Sotto la spinta di tali proteste, in pochi giorni la Moratti ha dovuto reinserire Darwin. Ma si è corso un bel rischio.
? Nei programmi di storia, scompare la rivoluzione industriale inglese, rendendo impossibile capire la dinamica tra capitalismo e socialismo, e con essa l’intero ‘800: infatti non c’è traccia del termine “capitalismo”, né (a maggior ragione) del movimento operaio o del socialismo (del comunismo, poi…). “A meno che”, scrive lo storico Giuliano Procacci, “ad esso non si riferisca il più sibillino degli obiettivi didattici, quello relativo alle ideologie come tentativi di dar senso al rapporto uomo, società, storia.” Scompare ogni riferimento alla rivoluzione russa del 1917 e alla storia dell’Unione Sovietica, limitandosi a inserirla tra i regimi totalitari. Ma ciò non impedisce alla Moratti di dedicare un altro obiettivo al crollo del comunismo nei Paesi dell’Est Europeo.


Le scuole private
La Costituzione garantisce la libertà delle scuole private, purché queste rispettino i programmi dello Stato ed operino senza soldi statali, come qualunque impresa. Per fare un piacere al Vaticano, che da anni riponeva speranze in tal senso, bisognava quindi aggirare la Costituzione. Detto e fatto: anziché finanziare direttamente la scuola privata, si finanziano i cittadini che vi iscrivono i propri figli. In questo modo, le private, pur potendo aumentare le rette, non solo non perderanno “clienti”, ma li aumenteranno.

Con un decreto del 5 agosto 2005, la Moratti ha elargito 50 milioni di euro per gli studenti che si iscriveranno alle private (ma Berlusconi preferisce chiamarle “scuole libere”, fate un po’ voi), aumentando l’assegno personale da 376 a 564 euro. Il decreto ignora la legge del 2000 sulla parità, che prevede “interventi prioritariamente a favore delle famiglie in condizioni svantaggiate”. Perché l’erogazione del finanziamento è indipendente dal reddito. Come al solito.

“I” come INGLESE

? Il sottosegretario Valentina Aprea, rispondendo a un’interrogazione parlamentare, ha dovuto ammettere che le ore totali d’Inglese alle elementari e alle medie calano drasticamente.
? Infatti, prima della riforma Moratti, erano 297 ore in tre anni a partire dalla terza elementare più altre ore facoltative in prima e seconda, per un totale generale di 429. Dopo la riforma, si offrono 297 ore spalmante sui cinque anni.
? Alle medie, prima della riforma Moratti erano previste 99 ore annue, o 132 nel caso del tempo pieno. Con la riforma Moratti, sono previste solo 55 ore.
? Il governo si è difeso, sostenendo che la riduzione dell’inglese serviva a dare spazio alla seconda lingua. Ma nemmeno questo è vero.
? I deputati interroganti, ribatterono all’On. Aprea che, prima della Moratti, “si offrivano 297 ore totali nel triennio della scuola media” per il solo inglese, mentre ora si arriva a un totale di 198 per due lingue.
? Non potendo contestare le cifre, la Aprea ha risposto che però ci sono “altre misure di accompagnamento che, SOPRATTUTTO IN AMBITO DOMESTICO, possono consolidare l’uso e la conoscenza della lingua. Tra queste il Ministero ha dato vita, d’intesa con Rai Educational, al progetto DIVERTINGLESE, utilizzabile direttamente sia dalle scuole, sia dalle famiglie.”

No comment…

operazione verità
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21/02/2006 12:32
 
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a grande richiesta... SECONDA PARTE
LA VERITÀ SULL’EURO

Cosa sostiene Berlusconi:
“Quali previsioni (sull’inflazione, ndr) avevano fatto i governi di centro sinistra e quali interventi avevano progettato? Nessuno.” (20 ottobre 2003, intervista a Liberal)

“Sarebbe stato utile avere il doppio prezzo, in euro e in lire, per un periodo più lungo. Ma l’eccessivo entusiasmo per l’euro di chi ci ha preceduto aveva già stabilito che i doppi prezzi dovevano sparire velocemente. E ne abbiamo pagato le conseguenze.” (Berlusconi, 9 giugno 2004, intervista su Gente)

Fatti e dati:il rischio era prevedibile, e previsto dai governi di centrosinistra.

? Il Governo Berlusconi s’insediò l’11 giugno 2001. Poco dopo, il CNEL in uno studio, raccomandò di “conservare, dopo l’introduzione dell’Euro, la memoria dei prezzi, per consentire ai consumatori di accorgersi con immediatezza di eventuali aumenti speculativi dei prezzi in Euro”.
? In Francia, i controlli del governo avevano già scovato aumenti del 5%; per questo, Parigi varò controlli sui negozi ogni 15 giorni, minacciando sanzioni contro gli speculatori. Perché anche Berlusconi non l’abbia fatto, non si sa.
? Berlusconi lasciò senza direttive il Comitato Euro, istituito da Ciampi quando era Ministro del Tesoro (1996), e non attivò i Comitati Euro Provinciali, istituiti dal centrosinistra proprio per vigilare sui prezzi.
? Tremonti, per primo, raddoppiò la puntata minima del gioco del lotto (3 giorni prima che l’Euro entrasse nelle nostre tasche), e subito dopo dichiarò che “l’inflazione è sotto controllo “ (8 gennaio). Il sindaco di Milano, a capo di una giunta di centrodestra, aumentò subito a un Euro il costo del biglietto dei mezzi pubblici: +29%, per la gioia di chi deve usare ogni giorni i mezzi pubblici.
? Berlusconi non prorogò l’obbligo di indicazione del doppio prezzo, in Euro e in lire, che scadeva il 28 febbraio 2002.
? Il centrodestra accusa Prodi di avere “svenduto” il cambio lira-Euro, sostenendo che si sarebbe potuto ottenere un cambio a 1.500 lire, per contenere l’inflazione, ma il cambio ottenuto da Ciampi, allora ministro del governo Prodi, di 1936,27 Lire per Euro, fu da tutti considerato un risultato eccellente.
? Inoltre, un rigido meccanismo di calcolo prevedeva i tassi di cambio esistenti come punto di partenza per le trattative, che per l’Italia fu di un Euro per 1917 lire. Si sperava allora, Bankitalia in testa, di far valere un Euro qualche lira in più, non in meno, per aiutare le esportazioni: infatti, nessuno poteva prevedere il boom del prezzo del petrolio (e quindi dell’inflazione) causato dalle guerre di Bush.
? L’eurotassa di Prodi servì per colmare un deficit (ereditato dai governi democristiani e craxiani) che rischiava d’impedirci l’entrata nell’Euro. In media si trattò di un importo di 80.000 lire, il 60% circa delle quali venne restituito ai contribuenti dal Governo Prodi.
? Da allora il tasso d’interesse, grazie all’Euro, è costantemente diminuito (3,74% nel 2002, 2,72% nel 2003, 2,66% nel 2004, secondo i dati del Ministero dell’Economia e delle Finanze), e ciò ha ridato ossigeno alle nostre finanze.

LA VERITÀ SUI CONTI PUBBLICI

Cosa sostiene il centrodestra:
“Nel complesso, questa è l’eredità, che abbiamo trovato, il buco (il deficit, cioè la differenza tra uscite ed entrate statali, nell’anno, ndr) che hanno fatto(…). Amato e Visco hanno detto 19mila miliardi, la Ragioneria dello Stato ha fatto un conteggio secco e ha detto 45mila. Considerando che il fabbisogno va malissimo, sulla base dei dati di Bankitalia nei quali abbiamo molta fiducia, si può arrivare alla cifra di 62mila miliardi (Giulio Tremonti, intervento al TG1 delle 20,00, 11 giugno 2001)

“Abbiamo ereditato 37.500 miliardi di deficit.” (Berlusconi, 6 settembre 2002, intervista sul Corriere della Sera)

N.B.: Né Tremonti né Berlusconi hanno mai chiarito se dobbiamo credere ai 45mila, ai 62mila, o ai 37mila e 500 miliardi di “buco”.

Fatti e dati: il “buco” non c’era, nel 2001. Ma oggi (fine 2005) c’è.

? Il giorno prima della sua uscita al TG1 Tremonti aveva dichiarato alla Stampa di Torino di essere così fiducioso per l’andamento dei conti pubblici da spingersi a dire che se non avesse raggiunto il pareggio di bilancio nel 2003, avrebbe dato le dimissioni.
? Nel DPEF che Tremonti fece approvare al Consiglio dei Ministri di pochi giorni dopo (16 Luglio), non c’è traccia alcuna del famoso “buco” di 62 mila miliardi.
? Il centrosinistra chiese subito un’audizione del Ragioniere Generale Andrea Monorchio in Parlamento, ma la Commissione Bilancio della Camera negò l’autorizzazione.
? In realtà il debito pubblico italiano, che era di 1.348 miliardi di Euro nel 2001, raggiunge nel 2005 l’importo di 1.542 miliardi, con un aumento secco di 194 miliardi, vale a dire oltre 365 mila miliardi di lire: un ritmo di 80 mila miliardi di lire all’anno (dati Bankitalia).
? In altre parole, il centrodestra lascia oggi debiti pari quasi a sei volte il buco che attribuì al centrosinistra.

















LA VERITÀ SUI POSTI DI LAVORO

Cosa sostiene Berlusconi:
“Confermiamo l’ipotesi di un milione e mezzo di posti di lavoro, perché 400.000 sono già stati creati quest’anno, e 1.400.000 potremo crearne da qui a fine legislatura. Arriveremo, quindi, a 1,8 milioni di posti di lavoro, ma io sono ancora più ottimista”. (Berlusconi, 7 giugno 2002, intervista a Il Sole 24 Ore)

“ Mai così tanti Italiani al lavoro” (Dicembre 2005, dai cartelloni 6x3 della campagna elettorale di Forza Italia)

Fatti e dati:

? Se accettiamo le previsioni di Berlusconi riportate sopra dall’intervista al Sole 24 Ore, in cinque anni di governo si sarebbero dovuti creare almeno 1.800.000 posti di lavoro in più, a una media di 360.000 l’anno, quindi 1.440.000 entro il 2004.
? In realtà dal 2001 al 2004 compreso sono stati registrati solo 800.000 (dati ISTAT) nuovi posti di lavoro.
? Di questi 800.000, il 59% (472.000) deriva dalla regolarizzazione di extracomunitari che, prima, lavoravano in nero.
? Quindi, soltanto 328.000 posti nuovi hanno riguardato Italiani: 82.000 l’anno.
? Di questi, però, 132.000 sono atipici e precari. Ne rimangono quindi 196.000 in quattro anni: 49.000 all’anno.
? Sempre secondo l’ISTAT, tra il 2001 e il 2004 “La riduzione della disoccupazione, che si è manifestata con il rallentamento della dinamica espansiva dell’occupazione, è dovuta principalmente alla posticipazione dell’entrata nel mercato del lavoro delle classi di età più giovani e all’uscita di parte della componente femminile del Mezzogiorno, con conseguente incremento dell’area di inattività”.
? Nell’anno 2004, si sono creati 163.000 posti di lavoro (sempre compresi quelli degli immigrati), ma tutti al centro nord, mentre il sud torna al regresso (-23.000 unità).

? Quando l’Ulivo andò al governo (1996), gli occupati ammontavano a 20 milioni e 160.000. Al termine dei cinque anni (luglio 2001), circa 22.500.000: cioè un milione e trecentosessantamila in più: 272.000 l’anno.













LA VERITÀ SULLE PENSIONI

Cosa prometteva Berlusconi:
“Aumento a un milione delle pensioni minime” (Slogan della Casa delle Libertà, campagna elettorale 2001)

I dati (fonte: UIL pensionati) e i fatti:

? Per finanziare l’aumento per tutti i pensionati al di sotto del milione mensile, sarebbero stati necessari 11,4 miliardi di Euro.

? Il Governo in realtà ne ha stanziati 2,1. Meno d’un quinto.

? In realtà l’aumento ha riguardato solo i pensionati ultrasettantenni, aventi reddito (2002) inferiore a 13 milioni di lire (o a 21.824.000 lire se cumulato a quello del coniuge).

? Siccome tale aumento faceva superare il limite di reddito fissato per l’esenzione dall’IRPEF e dalle imposte regionali e locali, il vantaggio in moltissimi casi è stato pari a zero, e per qualcuno il valore reale della pensione è addirittura leggermente diminuito.

? In parole povere, lo Stato butta al vento oltre due miliardi di Euro l’anno, per non cambiare la vita, praticamente, a nessun pensionato.

? In vista delle elezioni politiche 2006, il Partito dei Pensionati (alleato della Casa delle Libertà nel 2001) ha annunciato che si schiererà con il centrosinistra.






















LA VERITÀ SULLE TASSE

Cosa prometteva Berlusconi:
“Abbattimento della pressione fiscale, con l’esenzione totale dei redditi fino a 22 milioni di lire annui; con la riduzione al 23% dell’aliquota per i redditi fino a 200 milioni di lire; con la riduzione al 33% dell’aliquota per i redditi sopra i 200 milioni” (dal Contratto con gli Italiani, campagna elettorale 2001)

Dati (fonti: NENS, DPEF, Leggi Finanziarie) e fatti:
Nel 2001 erano 38 su 100 le famiglie italiane che non riuscivano a risparmiare, mentre nel 2004 sono state 48!
? Nel 2001, il 62% delle famiglie italiane riuscivano a risparmiare. Nel 2004, sono state il 52%. Come mai? L’inflazione, certo. Ma non solo.


? Nel 2003, il Governo ha introdotto due sole aliquote al posto delle precedenti cinque: 23% per i redditi fino a 100.000 Euro annui, e 33% per quelli superiori.
? Solo lo 0,9% degli Italiani guadagna più di 100.000 Euro, quindi per il 99,1% degli Italiani c’è oggi la stessa aliquota, sia per chi guadagna quasi duecento milioni delle vecchie lire, sia per chi ne guadagna trenta. Questo vìola l’Art. 53 della Costituzione, che dice: “Il sistema tributario è informato a criteri di progressività.
Il 72,3% del beneficio fiscale va a favore dei redditi superiori ai 40.000 Euro (quasi ottanta milioni di lire). Gli altri, i tre quarti degli Italiani, neanche se ne accorgono. Berlusconi ha allargato la no tax area, per cui i redditi inferiori a una certa cifra sono esentasse, ma tale cifra è decisa ogni anno dal governo: se vi sono problemi di finanza pubblica, vengono penalizzati i più poveri.
? Chi ha soldi da investire in borsa, paga il 12,5%: la metà delle tasse degli altri Italiani.

? Comunque, altro che parlare di “abbattimento”: la pressione fiscale totale è aumentata, dal 2001 al 2005, dell’11,1%. Con un’inflazione sul 2% annuo, praticamente le tasse sono uguali a prima. Ma siccome aumenta l’evasione fiscale (incoraggiata da Berlusconi a voce, ma anche con i molti condoni agli evasori), è come se fossero aumentate …ma non proprio per tutti.
? Insomma le tasse non calano, cambiano composizione: meno tasse statali sui redditi più alti, ma più imposte indirette (sui consumi: aumenti del 15%), e più tasse e tariffe locali (10 miliardi di Euro in più dal 2001 al 2003), e si sa che queste, non legate al reddito, gravano sui redditi più bassi (l’aumento del biglietto del tram lo sente un impiegato, non certo Berlusconi).
? Per il 2005, sono state previste minori spese (cioè meno servizi ai cittadini), per 5,78 miliardi di Euro, e maggiori entrate (cioè più tasse) per 8,98 miliardi.
? Una tassa che Berlusconi afferma di aver abolito, è quella di successione. In realtà fu abolita dai governi dell’Ulivo, ma lasciandola in essere per i patrimoni più importanti, quelli oltre i 350 milioni di lire. Berlusconi l’ha quindi abolita solo per i ricchi: per gli altri già non c’era più.


operazione verità
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21/02/2006 13:05
 
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e cosa aspettavi...cribbio!

jfk
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21/02/2006 13:06
 
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give us more!

jfk
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21/02/2006 13:27
 
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operazione verità, tutta la mia stima

kiddò
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21/02/2006 14:10
 
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Re: e cosa aspettavi...cribbio!

Scritto da: jfk 21/02/2006 13.05



Non fare finta di niente,... ci siamo capiti :-)))))))

operazione verità
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21/02/2006 14:10
 
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Re: Re: e cosa aspettavi...cribbio!

Scritto da: operazione verità 21/02/2006 14.10


Non fare finta di niente,... ci siamo capiti :-)))))))



Reciproca.

operazione verità
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21/02/2006 14:11
 
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Re: give us more!

Scritto da: jfk 21/02/2006 13.06



I'll do my best...

operazione verità
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21/02/2006 14:19
 
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Re: Re: e cosa aspettavi...cribbio!

Scritto da: operazione verità 21/02/2006 14.10


Non fare finta di niente,... ci siamo capiti :-)))))))



sorry, il "reciproca" era per te.
JFK sa già che lo stimo.

operazione verità
[Non Registrato]
21/02/2006 14:21
 
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Re:

Scritto da: kiddò 21/02/2006 13.27
operazione verità, tutta la mia stima



E DALLI! Ho sbagliato ancora: Kiddò: il "reciproca" era per te.
Uffa!
Mi avvicino ai 50, abbiate pazienza!

operazione verità
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