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ECONOMIA/ CONFESERCENTI:2005 DA DIMENTICARE,SPERANZA PER IL 2006

Ultimo Aggiornamento: 09/01/2006 16:03
09/01/2006 16:03
 
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Venturi: "Alimentare il futuro con programmi concreti"


Roma, 9 gen. (Apcom) - Gli italiani bocciano il 2005 che si è appena concluso lasciando il Paese in una situazione economica giudicata insufficiente dal 55% e negativa o pessima dal 40%, mentre a valutarla in modo nettamente positivo è uno sparuto 5%. Pesano le difficoltà che hanno caratterizzato lo scorso anno, costringendo il 64% delle famiglie a tagliare le spese, soprattutto su abbigliamento (-43%), casa (-18%), vacanze (-18%) e alimentari (-14%). Nonostante tutto, però, si guarda al 2006 con fiducia ed aumenta la schiera di coloro che sperano nella ripresa. E' questo, in sintesi, il risultato di un'indagine Confesercenti-Swg sulla situazione del Paese e sulle aspettative degli italiani rispetto al futuro.

L'alta percentuale di pessimisti del 2004 (27%) si riduce ad un più contenuto 19% nel 2005. Chi risale la china non va comunque oltre un "così così" e non si fa soverchie illusioni. La maggioranza dei nostri connazionali (7 su 10) si rifugia infatti nelle nicchie "così così" e "discreta", per indicare la propria situazione personale. Vede invece prospettive migliori nel 2006, per sé e per l'Italia, il 30% degli italiani, anche se permane un 40% di pessimisti che vedono un fosco futuro per il nostro Paese.La ripresa economica, infatti, è già iniziata solo per il 9% degli intervistati, mentre il 17% si colloca nella fascia dei fiduciosi che aspettano la ripresa nei primi mesi di quest'anno. Gli altri aspettano.

Il 23% punta alla fine del 2006, a giochi elettorali fatti, alla prossima legge Finanziaria, alla ripresa internazionale che prima o poi dovrà contaminarci positivamente. Intanto, nell'attesa, gli italiani hanno tirato la cinghia e contro un 3% che dice di aver aumentato le spese, c'è un 64% che le ha ridotte. "Questo - sottolinea la Confesercenti - ci dà una precisa immagine del Paese, con un terzo degli italiani che mantiene la propriaposizione e del rimanente due terzi che ha ridotto le spese e non ce la fa più". I tagli colpiscono tutti i settori, a partire da abbigliamento e calzature con un 43% che dichiara di aver ridotto le spese. Non sono immuni nemmeno gli alimentari con un meno 14. La prudenza e la preoccupazione che colloca la ripresa dalla fine del 2006 in poi evidenzia una cautela anche nelle scelte dei futuri investimenti dei nostri connazionali.Più che dimezzato il numero di coloro che lo scorso anno ha dichiarato che avrebbe acquistato un immobile (9% contro il 20 precedente). Chi non compra ristruttura e consolida il proprio patrimonio, gli altri tagliano gli investimenti finanziari, mentre quasi la metà degli intervistati dice di non avere risparmi.

"Questa è l'eredità che ci lascia un anno difficile ed una più ampia perdita di capacità competitiva del nostro Paese", ha sottolineato il presidente della Confesercenti, Marco Venturi. "Ora serve una svolta profonda che dia il senso che le cose stanno cambiando. Il Paese chiede programmi e fatti", conclude Venturi, "vuole stabilità e normalità, cerca confronti e non veleni".

Confesercenti
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