Bergamo, centrosinistra in pole position
Il sindaco Veneziani rischia la poltrona. Il suo avversario Bruni piace anche ai ciellini
Dopo cinque anni di governo della destra i sondaggi danno il candidato dell'Ulivo più Rifondazione in testa al primo turno
G.R.B.
Vuoi vedere che la destra perde pure a Bergamo? Il pronostico che infiamma le speranze del centrosinistra, anche qui allargato a Rifondazione, turba ormai da settimane la campagna elettorale del sindaco uscente, Cesare Veneziani, che in cinque anni di amministrazione manageriale sembra aver dissipato buona parte di quel 57,8% di consensi ottenuto a furor di popolo nel ballottaggio del'99. Cosa è andato storto? Secondo il suo principale avversario, l'avvocato Roberto Bruni candidato alla poltrona di sindaco dal centrosinistra, Veneziani si è distinto per «una visione provinciale dei problemi, scarsa attenzione alla persona, traffico impazzito». Da cose come queste nascerebbero la disaffezione e l'intenzione degli elettori di voltare pagina, certificata da regolare sondaggio pubblicato sull'Eco di Bergamo. Secondo i risultati di questo test, effettuato a metà maggio, Veneziani si fermerebbe al primo turno tra il 34 e il 37%, mentre Bruni otterrebbe tra il 42 e il 45%. Così, grazie al fatto che la Lega va da sola ed è valutata tra il 14 e il 16%, si dovrebbe andare al ballottaggio, con il centrosinistra convinto di riuscire a farcela di slancio, come attesta sempre lo stesso sondaggio che nell'ipotesi del secondo turno attribuisce a Bruni il 51% dei voti contro il 49 di Veneziani. Il centrosinistra ci crede perché, come ha detto il segretario dei Ds Piero Fassino sabato scorso (durante il suo primo comizio in città) ha scelto candidati credibili, è riuscito a mettere insieme un ampio schieramento unitario e ha progetti amministrativi più convincenti. Ma anche perché i demeriti di Veneziani non devono in effetti essere piccoli, se da queste parti perfino operatori «nel sociale» che fanno capo alla Compagnia delle opere (già braccio imprenditoriale di Cl) hanno manifestato l'intenzione di cambiare cavallo e di puntare sul centrosinistra. Roberto Bruni, da parte sua, non dice di sicuro «vade retro» a questo serbatoio di voti. Anzi, pare ben disposto a concessioni di quelle che tradizionalmente fanno la felicità del mondo cattolico. Nel suo programma per il governo della città, per fare un esempio, si parla chiaramente di convenzioni «fra Comune e scuole dell'infanzia a gestione privata, rivedendo l'attuale convenzione, per perseguire l'obiettivo di sviluppare e potenziare l'integrazione tra il sistema scolastico pubblico e non, migliorando così l'offerta educativa». E poco prima, in apertura del corposo capitolo «Bergamo solidale», ci sono due pagine fitte fitte sulle politiche di sostegno alla famiglia che non contraddicono i dogmi cattolici in materia. A soddisfare anche l'anima più laica e di sinistra della coalizione ci sono altri punti programmatici, come quello per «Bergamo ecosostenibile», che promette molta attenzione alla qualità ambientale, più mezzi pubblici e piste ciclabili. Nel programma si parla anche di politiche più inclusive per l'immigrazione, più servizi per i giovani, più partecipazione nella gestione amministrativa. Non si dimenticano poi nemmeno i cavalli di battaglia della destra, come la sicurezza, scegliendo però un atteggiamento meno arcigno. Nei progetti di Bruni c'è perfino una «verifica dei meccanismi di videosorveglianza per garantire il più possibile il diritto alla privacy».
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