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Non so cosa pensare..........

Ultimo Aggiornamento: 11/01/2005 20:47
31/12/2004 22:43
 
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BIXETT
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navigando in rete sono incappato per caso in quessto sito che,a prima vista, mi sembra ben strutturato(avro modo nei possimi giorni di apparofondire)........intanto vorrei dire che secondo me la grande onda di cui parlate è quella accaduta realmente nei giorni scorsi....è inutile fingere di negare, molti di voi la presagivano da parecchi mesi,......questo secondo me è solo l'inizio(ovvero il primo segnale) di quello che accadrà nel prossimo futuro......il diluvio universale è alle porte, ricordatevi che è solo l'inizio. E poi basta vedere il degrado in cui la nostra società civile si è ormai ridotta, basta che accendiamo la Tv e vediamo che cambiando canale le cretinate e le porcherie sono il pane quotidiano e la cultura sembra diventare sempre di più un optional, insomma secondo me siamo giunti al momento dell'Arca di Noè e perciò solo chi e preparatoe pronto ad affrontare questo tipo di catastrofi sopravviverà............

scusatemi se vi ho annoiati e soprattutto complimenti a tutti voi.......ciao
01/01/2005 13:29
 
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Giulia d'Ambrosio
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Re:
Ciao Bixett, benvenuto/a.
Non abbiamo idea se il sogno dell'onda si riferisca allo tsunami del 26 dicembre, probabilmente no. E' un sogno che si presenta da molto tempo nelle persone, alcuni anni, e che man mano recluta sempre più persone, per sminuirlo in un evento concreto c'è tempo, vediamo intanto se si ripresenta nei prossimi sei mesi. Ciò non toglie valore al degrado che segnali e a cui tutti siamo piuttosto sensibili, qui.
Prossimamente in rete il lavoro che ho ricavato dal sogno sull'onda, sul sito di primocontatto.
Un caro abbraccio, buon anno! Speriamo in bene.
01/01/2005 16:20
 
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duccio
[Non Registrato]
oggi bisogna trovare il ponte dentro di noi sopra ciò che è fuori e ciò che è dentro, questo è quello che deve essere fatto, perchè è questione di vita o di morte per la nostra integrità, , per sopravvivere al caos che creiamo in noi stessi in cui senza accorgercene ci distruggiamo, per rallentare il brusio delle nostre menti, ottundente per molti di noi. il brusio è come la sordità.
il mondo sta cambiando sempre più velocemente e non si può più tornare indietro, bisogna guardare altre cose e bisogna essere coraggiosi, dobbiamo fare delle rinuncie.

ciao
duccio
01/01/2005 22:07
 
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Giulia d'Ambrosio
[Non Registrato]
Re:

Scritto da: duccio 01/01/2005 16.20
bisogna guardare altre cose e bisogna essere coraggiosi, dobbiamo fare delle rinuncie.



Alla questione delle rinunce pensavo proprio stasera. Sarà tutto molto difficile, ma inevitabile, meglio farci l'abitudine. Quel che mi chiedo è: da dove si comincia?
01/01/2005 22:13
 
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BIXETT
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Piacere mio signora D'ambrosio, trovo sempre più interessante la lettura degli argomenti di questo forum.

Non capisco a quale tipo di rinunce si riferisce duccio.....potreste essere più chiari e specificarmi? grazie!
02/01/2005 13:19
 
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duccio
[Non Registrato]
-Non capisco a quale tipo di rinunce si riferisce duccio.....potreste essere più chiari e specificarmi? grazie!-

tutti sappiamo quali rinunce, e non sara' certo opportuno spiegare visto che la spiegazione porta dalla parte di chi spiega che uno possa essere d'accordo o meno, la spiegazione e' fuorviante, esiste solo il dire e il non dire

primo forse, rinuciare al proprio EGO?

ciao
duccio
02/01/2005 14:07
 
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BIXETT
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[SM=g27960] Ok duccio.....credo di cominciare a capire........almeno spero, altrimenti vuol dire che non sono adatto......[SM=g27969]
02/01/2005 14:14
 
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Paolo C.
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Re:

Scritto da: duccio 02/01/2005 13.19
primo forse, rinuciare al proprio EGO?



può l'ego rinunciare deliberatamente a se stesso?
02/01/2005 16:29
 
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Giulia d'Ambrosio
[Non Registrato]
Re: Re:

Scritto da: Paolo C. 02/01/2005 14.14
può l'ego rinunciare deliberatamente a se stesso?



Il Sé può senz'altro rinunciare all'ego.
Io però mi preoccupo per le scelte di ordine pratico che dovremo fare. Siamo abituati a case calde, a cibi raffinati, al dentista quando occorre, alla pilloletta quando siamo depressi .... Prima di rinunciare all'ego veramente, hai voglia quanta strada abbiamo da fare. E' questo che mi preoccupa.
03/01/2005 15:26
 
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duccio
[Non Registrato]
-Siamo abituati a case calde, a cibi raffinati, al dentista quando occorre, alla pilloletta quando siamo depressi-

...agli sms per gli afflitti[SM=g27972]...restituire il maltolto dobbiamo, volenti o nolenti
03/01/2005 16:00
 
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Giulia d'Ambrosio
[Non Registrato]
Re:

Scritto da: duccio 03/01/2005 15.26
...agli sms per gli afflitti[SM=g27972]



[SM=g27959] [SM=g27959] [SM=g27959] [SM=g27959]
03/01/2005 16:19
 
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Paolo C.
[Non Registrato]
rinuncia
Rinunciare, o essere costretti a rinunciare, alle cose materiali non significa essere proiettati automaticamente oltre l'ego, anche se al giorno d'oggi per la maggior parte delle persone l'identità è strettamente legata a ciò che si possiede.

Il cammino oltre l'ego e verso il Sé ha le sue tappe, i suoi tempi, non so quanto eludibili o accelerabili.

un caro saluto
03/01/2005 16:29
 
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duccio
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sì sono d'accordo con te paolo....ma le scelte sono poche e ci vuole sempre il tempo necessario ne più ne meno, tu che cosa faresti?
03/01/2005 16:38
 
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lucesolida
[Non Registrato]

Rinunciare, o essere costretti a rinunciare, alle cose materiali non significa essere proiettati automaticamente oltre l'ego, anche se al giorno d'oggi per la maggior parte delle persone l'identità è strettamente legata a ciò che si possiede.
Il cammino oltre l'ego e verso il Sé ha le sue tappe, i suoi tempi, non so quanto eludibili o accelerabili.Paolo C.



Esatto! Non basta dirsi ok rinuncio, faccio questo o non faccio quello, non siamo robot. E' un cammino quello che dobbiamo fare, non un salto nel vuoto. In ogni cammino ci sono delle tappe, ognuno poi ha i suoi tempi di marcia, le sue pause necessarie per poi alla ripresa raggiungere la tappa successiva. Va bene cercare di scuotere le persone, ma credo che sia anche giusto rispettare i tempi di ognuno di noi.
lucesolida
03/01/2005 17:05
 
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lucesolida
[Non Registrato]

ma le scelte sono poche e ci vuole sempre il tempo necessario ne più ne meno. duccio



forse ci sono più scelte di quel che sembra e il tempo "necessario" è cmq molto soggettivo. Tutti possono farcela, anche se con tempi diversi, e tutti dovrebbero esserne coscienti. Cosa fare? Fare in modo che ognuno trovi la sua strada e la percorra nel tempo per lui necessario. Se pretendi che una persona faccia un passo, un passo che è prematuro per lei, potresti ottenere l'effetto opposto e allontanarla dal cammino...
lucesolida
03/01/2005 18:02
 
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Paolo C.
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Re:

Scritto da: duccio 03/01/2005 16.29
sì sono d'accordo con te paolo....ma le scelte sono poche e ci vuole sempre il tempo necessario ne più ne meno, tu che cosa faresti?



Se ti abitui a essere sempre più radicato nel qui e ora la questione del tempo avrà sempre meno importanza.

Riguardo alle scelte, tocca a te valutare il da farsi (è anche così che si cresce). Un maestro indiano contemporaneo dava un buon consiglio, al quale sto scoprendo di attenermi sempre più spesso: "Fa' ciò in cui credi, e credi in ciò che fai". Ovviamente, bisogna essere pronti ad affrontare le conseguenze (certe rinunce di cui si parlava...).

ti abbraccio
03/01/2005 18:29
 
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BIXETT
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Ciò che dite è vero, ma come fare,secondo voi, a trovare se stessi quando si è circondati da gente che non crede in nulla?
A me capita di riflettere anche durante il giorno, ma non credo proprio che per trovare il nostro EGO sia necessario che facciamo delle rinuncie.........insomma io credo che anche una persona materialista al messimo (intendo colui che non si fa mancare,potendoselo permettere, nessun lusso)possa certamente trovare se stesso, alla pari di colui che fa molte rinunce,....maquesto è solo il mio modesto parere........[SM=g27959]
03/01/2005 18:32
 
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BIXETT
[Non Registrato]
ma non credo proprio che per trovare il nostro EGO sia necessario che facciamo delle rinuncie

scusate........volevo dire : "credo proprio che per trovare il nostro EGO non sia necessario fare rinunce...."
03/01/2005 19:02
 
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Paolo C.
[Non Registrato]
L'ego può nutrirsi sia dei beni materiali che della rinuncia ad essi; in quest'ultimo caso può dire a se stesso: "Guarda come sono bravo, di quante cose posso fare a meno...".
Condurre vita ascetica o in un eremitaggio non significa aver abbandonato l'ego.

Occorre una certa dimestichezza con l'autoosservazione, saper cogliere tutti i più sottili moti interiori, le nostre motivazioni più nascoste, e così via, senza giudicare, giustificare o condannare (altrimenti installiamo una versione superegoica dell'ego, al posto di comando).
04/01/2005 09:24
 
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Giulia d'Ambrosio
[Non Registrato]
Re:

Scritto da: BIXETT 03/01/2005 18.29
Ciò che dite è vero, ma come fare,secondo voi, a trovare se stessi quando si è circondati da gente che non crede in nulla?

non credo proprio che per trovare il nostro EGO sia necessario che facciamo delle rinuncie.........



Il fatto che la gente intorno non creda è da considerarsi una cosa normale. In generele la tribù a cui si appartiene compare strada facendo. Il che non significa essere sempre d'accordo su metodi e tempi, ma significa avere chiaro lo scopo del cammino.
Non mi risulta che il cammino iniziatico si faccia in compagnia, a parte pochi casi. Si trata di un cammino sempre un po' sofferto. Comunque, quando si comincia, è energeticamente più facile incontrare altri fratelli di strada.
Quanto al fatto delle rinunce, provo a spiegare quello che ho in testa. Intanto la riflessione è partita da quanto è successo nel Mare Indiano, collegata alla sensazione che un po' tutti abbiamo che stia per succedere qualcosa che ribalterà il nostro modo di vivere e di vedere le cose. A me sembra chiaro che in tutto questo sarà necessario fare i conti con il pianeta, nel senso che portare il benessere a tutti, ma proprio a TUTTI, cioè non solo alle fasce di povertà che abbiamo nei nostri paesi europei e negli usa, ma anche nelle zone sperdute dell'africa dove c'è sempre la guerra, sulle ande, nella terrra del fuoco, tra i ghiacci, nelle zone più sf...ortunate dell'ex unione sovietica, in india, bangladesh, cina eccetera penso di aver dato un'idea; bene se riteniamo che il benessere sia formato da scuola sanità opere architettoniche incremento dell'agricoltura incremento dell'industrializzazione, cocacola vestiti telefonini automobili per tutti, moltiplicati per i quanti miliardi di persone ci sono sul pianeta, 5 o 6 miliardi non mi ricordo, ebbene: se il benessere è tutto ciò, siamo assolutamente troppi. Il pianeta non ci regge. Non ci regge già così, figuriamoci se (giustmente) ogni essere umano pretendesse di avere quallo che abbiamo noi.
Caro Bixett, non si scappa da questo ragionamento. O ci abboniamo a un centinaio di tsunami che spazzi via la popolazione scomoda, cosicché possimao continuare a goderci impuniti i frutti della madre Terra, chiamiamoli così, direi più i frutti della tecnologia, oppure: come non chiedersi se non dobbiamo abbassare, e di parecchio, le nostre pretese, in modo da starci tutti, e raggiungere una intesa differente?
E quale governante potrà mai avere il coraggio di essere così impopolare da cominciare per primo a dire "meno panettoni e più maniche rimboccate"?
Lo sai cosa mi ha detto un caro amico americano? Che l'idea di Bush è quella di conquistare un paio di nazioni mussulmane, così da introdurre il benessere, ossia vestiti orologi cocacola ovviamente sanità ed educazione, in modo che, una volta abituati a questo tipo di benessere, facciano da apripista per gli altri paesi mussulmani.
Io non so se Bush pensi questo, ma evidentemente gli americani pensano questo, essì. Non so se rotolarmi dal mal di pancia a pensare alla profonda frattura tra noi e il mondo arabo o all'idea che si assuefacciano tutti alle bollicine e alle automobili. Cosa mi faccia sentire più in gabbia non lo so, davvero.
Del resto se Gesù ha lasciato detto di rinunciare e se i buddhisti hanno come insegnamento che l'attaccamento provoca dolore, un'idea ce l'avranno avuta, tutti quanti, no?
Se una persona è in grado di avere tante cose e di non attaccarsi a nulla, tanto di cappello. Ma son rari. E' necessario essere persone che hanno superato l'idea di essere stati abbandonati dall'universo, e prova a essere un padre di famiglia senza lavoro e dimmi se ci riesci.
Trovo la cosa complicata, e trovo che già rendersi conto di essere dipendenti da ciò che si ha sia un grosso passo, eppure persino questo è raro a trovarsi.
Ciò non significa che sia "male" utilizzare ciò che abbiamo (anche perché che scelta ci hanno lasciato?), ma credo che dovremmo cominciare a elaborare qualche lutto riguardo i sacrifici che potrebbero toccarci. E l'Ego protesta, eccome, provare per credere.
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