Anche Milano aveva la sua Farmacia,che se proprio non reale,era certamente ducale.Andandovi in visita,situata nell'immenso Castello Sforzesco,mi è capitato di adocchiare qualche particolare interessante,a partire dai due pannelli che chi ha allestito la sala museale ha abilmente collocato sopra la vetrina espositiva.Non saprei dire se anticamente tale iconografia potesse fare da cornice allo stessa maniera alla Farmacia...che più che altro doveva preparare 'pozioni',forse spagiriche,forse alchemiche...chi lo sa...Ciò che è osservabile nel primo pannello è una figura femminile sotto cui c'è un nome '
PANACEA'...che tutti sanno essere il rimedio a ogni male(e come non pensare all'Elisir della Grande Opera?).
Tutto il contesto della stampa è ricco di bei dettagli.
Un'altra stampa,collocata poco distante,di cui non metto la foto per il momento (non è uscita granchè bene),reca invece centralmente il soggetto sempre femminile,con in mano una
cornucopia (simbolo dell'abbondanza e dell'Opera realizzata)e,sorvolando ulteriori descrizioni,si notano sugli scaffali,posti prospetticamente dietro di lei,a sinistra dei barattoli che recano targhette dei prodotti contenuti,tra cui la
TERIACA,potente medicamento la cui preparazione prevedeva un vero e proprio cerimoniale pubblico.[La teriaca:composto medicamentoso, sotto forma di pasta, usato ufficialmente per curare i morsi degli animali e per i dolori di stomaco,si preparava solo dietro permesso dei medici ed era costituita da un miscuglio di mitridato, alchermes, giacinto, elettuario de gemmis. La scupolosità con cui la sua preparazione era condotta, l'accurata registrazione di ogni dose preparata su appositi registri, la verifica da parte del medico della liceità nei procedimenti e la presenza del medico nella polverizzazione degli ingredienti, solitamente eseguita all'aperto, ci fa capire l'importanza e forse la pericolosità del preparato.Si pensi che in alcune cronache giunte a noi si descrive la preparazione della teriaca nel '500 nei giardini dei conventi o delle Università:la forma era solenne, con il pubblico che poteva assistere e medici e farmacisti all'opera, con grandi parrucche ed abiti di gala, intenti a cuocere su vaste caldaie il miscuglio che si alternava in matracci e filtri,mentre i loro domestici in livrea verde dai galloni dorati li assistevano; l'ambiente era tutto parato con drappi rossi fin nei cortili e negli archi, si elevavano palchi piramidali e venivano esposti busti di Ippocrate(considerato il 'padre'della Medicina).Una volta preparata,la preziosa pozione veniva posta in vasi di maiolica preparati precedentemente.Una curiosità:a Volterra venne ritrovato un cofanetto,nell' '800, sul quale erano state scolpite delle scene particolari che riguardavano la preparazione della 'triaca' o 'teriaca', che alcuni fanno appartenere alla medicina alchimistica. Se lo si osserva,infatti,si nota a sinistra un personaggio che mescola i componenti in un vaso chiamato matras; nel mezzo un altro che li pesta in un mortaio, questo personaggio è a cavalcioni di un ariete per indicare che il composto(a base di erbe)doveva essere preparato in primavera(nella costellazione relativa all'animale).I due personaggi a destra tengono in mano il matraccio che contiene il composto mentre viene scaldato sul forno alchemico,l 'athanor.[...].
Sul lato destro della stampa esposta al Castello si notano invece dei barattoli etichettati con i simboli dei pianeti,cosa che mi è parsa alquanto curiosa.
Nelle vetrine spiccano vasi in maioliche blu,azzurro e bianco,bellissimi.Su alcuni,di diversa forma,spiccano
sigle misteriose.
[Modificato da Marisa2003 02/04/2007 21.56]
Marisa