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Scritte misteriose

Ultimo Aggiornamento: 20/03/2007 23:04
11/09/2005 11:38
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Anche se non è proprio il topic giusto,lo apro qui.Sono interessata a sapere(per il momento) se qualcuno sa cosa significhi Ste ximintioria vidit tet altos

Grazie[SM=g27836]
Marisa
12/09/2005 18:50
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cara Marisa forse ci sopravvaluti[SM=g27822]
nel sito
http://www.culturabruzzo.it/schedaArch.asp?artId=16&dataAnno=2005&dataMese=2
si parla appunto di MISTERIOSA SCRITTA[SM=g27833] [SM=g27837]

Comunque sfogliando il vocabolario di latino,ho per ora visto che "ximintioria" non è contemplato[SM=g27825] [SM=g27819]
è più facile interpretare il SATOR[SM=g27822] [SM=g27828] [SM=g27828]
CIAO
mauro

[Modificato da mauroi 12/09/2005 18.53]

14/09/2005 00:49
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Mauro ti ringrazio,lo so che è appunto 'misteriosa'[SM=g27823] Ma non sopravvaluto,confido in voi anzi in noi[SM=g27828] Pensiamo a quante ne abbiamo 'districate,di matasse...:-)
Ho verificato anch'io,per quel poco che mi compete,che la frase non ha una risoluzione plausibile,così com'è...però. Si,perchè se invece fosse un anagramma di qualcos'altro,ricombinando le lettere potrebbe uscire una frase del tutto diversa (con i sistemi di anagrammi ne escono a iosa)ma qual'è quella giusta e che abbia un senso compiuto?Oppure potrebbe trattarsi di una frase scritta in codice ma la cui chiave non conosciamo.
Unica cosa che si sa è che si trova,appunto,sul cartiglio tenuto da questo personaggio barbuto sulla chiesa in questione,indicata nel link postato.

Ste...potrebbe essere Est (punto cardinale ma anche 'è').Decifratori di tutto il mondo UNITEVI[SM=g27835]
Marisa
05/10/2005 01:33
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Per GiovanGiano Solstizi
Riprendo la riposta lasciata in sospeso nel topic di 'Misteri italiani'(massoneria)perchè qui è più consona.


Lei dice che l'arcano NZIRHZ Potrebbe volere dire tutto o ...Marisa,per esempio (mMrisa come il tutto o tutto come Marisa meglio dire la verità:lei ha azzeccato,forse lo sapeva benissimo:
NZIRHZ
MARISA

E' una traslitterazione operata con il cosiddetto codice
Atbash,che sostituisce al nostro alfabeto quello ebraico,formato da 22 lettere.

Dalla'Storia della Crittografia' in breve: "Nel codice di Atbash, la prima lettera dell'alfabeto ebraico (aleph) viene sostituita con l'ultima (taw), la seconda (beth) con la penultima (sin o shin), e così via.
Usando per comodità l'alfabeto inglese come base per l'Atbash si otterrà una tabella di cifratura simile a quella riportata qui sotto:

TESTO NON CRITTOGRAFATO a b c d e f g h i j k l m
TESTO CRITTOGRAFATO Z Y X W V U T S R Q P O N
TESTO NON CRITTOGRAFATO n o p q r s t u v w x y z
TESTO CRITTOGRAFATO M L K J I H G F E D C B A


Così,per esercizio, se avete capito tutto alla perfezione,come sono CERTA ,cosa ho scritto qui di seguito(facile facile)

wfv kzhhr mvo nrhgvil

Ora abbiamo anche noi il nostro messaggio in codice,all'occorrenza ma [SM=g27832] acqua in bocca[SM=g27835]


Marisa
Marisa
05/10/2005 09:56
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Visitate il sito www.wfvkzhhrmvonrhgvil.com!
Ah beh sì... come pubblicità potrebbe funzionare! [SM=g27828] [SM=g27828] [SM=g27828]

stupidaggini a parte, bisognerebbe avere uno di quei programmi che contengono svariati tipi di codici... uno di quelli che usano i decifratori veri... nessuno conosce un decifratore dell'FBI o del KGB???

io non ho trovato soluzione all'enigma, ora mi metto a "etimologare" ogni singola parola poi ti dico (verrà fuori come il sator che non ha traduzione...[SM=g27816] )
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Sono un cartone animato. E il cucchiaio non esiste. Almeno, così mi dicono.
05/10/2005 15:53
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Ho cercato sul mitico Castiglioni-Mariotti di rintracciare le parole dell'enigma.

Anche se sono convinta che una traduzione letterale non porta a nulla... Anzi come dice Marisa è + verosimile un codice (..ma quale?)

Comunque, tanto per dilettarvi:

1- STE
Ste = iste, Plauto
Iste, a, ud, aggettivo e pronome dim.: questo, questa; costui, costei, questa cosa.


2- XIMINTIORIA
???

3- VIDIT
Da video, es, vidi, visum, ere, 2 tr. = "egli vide".
Significati di video:
. vedere, discernere / andare a vedere, visitare, incontrare / notare, constatare / provare, sperimentare, essere testimone di
. Nei comici (Plauto, Terenzio): guardare a uno=fidarsi di uno (me vide = guarda a me, fidati di me)
. Di luoghi: guardare verso, essere rivolto
. Fig. (riferito alla mente): percepire, scorgere, intuire, accorgersi, capire / considerare, giudicare, ponderare, riflettere / provvedere, darsi pensiero, occuparsi di, badare.

4- TET
???
Stiracchio questa derivazione:
Tete = acc. e abl. di tute, vedi tu.
Tu (pronome pers.)
---> rinforzato con -te: tete (Cicerone, Plauto) / forme arcaiche: acc. ted (Plauto e altri).
Moolto stiracchiata......

5- ALTOS
Potrebbe essere (ahi, troppi anni passati arrugginiscono!) accusativo plurale maschile da: ALTUS, a, um, participio passato da ALO = nutrire, alimentare, mantenere, far crescere.
Dunque: alimentati, nutriti, cresciuti --> Da cui come aggettivo: alti, elevati / fig: vir altus = uomo di mente elevata / profondo (es: mare, sonno...)
Oppure: da ALTUS, abl. -u, m. = alimento.

Insomma alla fine non ha molto senso..!

fuori i decodificatori segreti!! [SM=g27828] [SM=g27828]
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Sono un cartone animato. E il cucchiaio non esiste. Almeno, così mi dicono.
05/10/2005 16:05
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continuando nell'inutile ma simpatico esercizio di rompimento-di-cervello:

"Ste ximintioria vidit tet altos"

come nel sator, anche qui un termine è intraducibile -> ximintioria

due parole POTREBBERO (*1) avere un senso insieme:
vidit tet
SE (*2) prendiamo per buona l'equivalenza tet=tete
abbiamo: vidit tete (video + accusativo) = egli si fidò di te


Notare come spesso le mei insensate e arzigogolate etimologie caschino in qualche forma arcaica..
La non-validità di ciò che sto facendo deriva anche dal fatto che è improbabile un uso del latino arcaico in un periodo relativamente recente come quello della chiesa su cui è la scritta.

------------
(*1) tenete presente che per me non ha alcun valore la traduzione letterale.. è + un giochino
(*2) ..se.. poi.. forse.. stiracchio che è un piacere![SM=g27825] [SM=g27828]
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05/10/2005 23:31
RobertoL
[Non Registrato]
Cara Elena abbiamo percorso grosso modo le stesse vie ma stiamo leggendo in latino.

Lo scoglio è "ximintioria" dove non esiste nessuna parola che abbia a che fare con "intior...", "mintior..." se non una lontana somiglianza con un aggettivo comparativo di maggioranza,
e, anche se fosse ... la "Xi" o "Xim" in latino?

Forse in greco (che per me è arabo) ... ma anche qui si
finisce come con il "rotas" per incaponirsi nel voler
tradurre "arepo" a ogni costo ... [SM=g27829] [SM=g27828]

ciao, rob
06/10/2005 10:09
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sì sì infatti... avevo appunto scritto che per me era tempo sprecato... ma tanto stavo facendo matematica e, orcogiuda, mi ci voleva qualche giochino innocuo per distrarmi un po'!!! [SM=g27825] [SM=g27828] [SM=g27828] [SM=g27830]

mi ha stupito cmque trovare che la parola STE aveva un significato... in 5 anni di latinorum non ricordo d'averlo mai trovato!

ad ogni modo, torno a chiedere qualcosa di più sensato: qualcuno conosce programmi per decrittazione? [SM=g27833] [SM=g27829]
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06/10/2005 14:32
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cari amici e cara Eli, ma come.. a me hanno sempre detto che il migliore in assoluto era ed è il CALONGHI -BADELLINO, infatti appena lo comprai, presi dal 3 al 4 di copmito in classe,io che arrivavo almeno al 5-6[SM=g27819] [SM=g27828]
Per quanto riguarda la frase metterei sulla bilancia([SM=g27822] )che potrebbe non trattarsi di "latino arcaico",visto il periodo,ma di latino che sistava trasformando in "volgare"da cui è derivato l'italiano.
In piu alcune frasi erano criprate aggiungendo e togliendo pezzi di parole,ad es la frase potrebbe leggersi così(non ho tempo di provare a tradurla ,ma è solo un esempio)

STEXIM INTIORA VIDIT TE TALTOS
ciao
mauro
09/10/2005 02:56
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Scritte misteriose nella storia...

dal sito http://groups.msn.com/ALTORENOETOSCANA/lescrittedelluomoselvatico.msnw






LE MISTERIOSE SCRITTE DELL'UOMO SELVATICO

le scritte dell'uomo selvatico (Lizzano in Belvedere)

Riportiamo di seguito un articolo sulle misteriose scritte del cosidetto "uomo selvatico" nel Comune di Lizzano in Belvedere pubblicate da "La Musola" nel lontano 1972 (n. 12, pp. 67 ss). Personalmente siamo molto dubbiosi della veridicità di quella scoperta, è comunque una interessante lettura per tutti.

"GLI ETRUSCHI

Domenica 22 ottobre 1972



Domenica 22 ottobre 1972, in una splendida mattinata di sole, Giorgio Filippi mi

ha guidato fino a un gruppo di 'iscrizioni davvero singolare, che il suo occhio

esercitato aveva colto qualche giorno prima sul plano di una lastra di roccia, in

un punto del crinale montuoso che sovrasta Lizzano in Belvedere, verso Vidiciatico.

Nella piccola comitiva, di cui faceva par,te anche la gentile signora Filippi,

godevamo della simpatica compagnia dei signori :Lanfranco Bonora e Annamaria

Scardovi. Staccatici dalla strada asfaltata, dopo un'ora di cammino su di un sentiero

e, alla fine, traversando una fitta faggeta, si giunse al luogo del rinvenimento.

Le iscrizioni erano incise su di una lastra adiacente ad un'altra sulla quale si trovavano

scolpiti una piccola «forchetta» e un piccolo «cucchiaio», già noti da molto

tempo nella zona e che erano anzi entrati nella leggenda locale: se ne favoleggiava

in relaz;ione a un «uomo selvatico» che avrebbe abitato in tempi lontani una buca

(non si può proprio chiamarla grotta) sottostante alle rocce vicine.

Mi parve subito di poter distinguere tre diverse iscrizioni, l'una sotto l'altra:

quella superiore la qualificai senz'altro come etrusca, quella inferiore aveva un'apparenza

assai più tarda', quella di mezzo evocò in me strani ricordi di «chiodi» e

di ideogrammi.

Ripuliti con cura i vari segni e misuratili (erano fra i 5 e i 7 cm.) effettuammo

diverse fotografie: anche, su una roccia sovrastante la buca dell'«uomo selvatico»,

quella di una mano scolpita a grandezza naturale che il massaro del «Rugletto»

aveva notato il giorno precedente nel corso di una sua solitaria esplorazione.

Era quasi mezzogiorno: si stava per ridiscendere quando, mentre Giorgio Filippi

ci raccontava come aveva liberato le iscrizioni dal muschio che le semiricopriva,

il sig. Bonora domandò se sotto il muschio che ancora era su parte della lastra

non poteva trovarsi qualcosa d'altro. Ci mettemmo allora febbrilmente al lavoro.

Ed ecco appar:ire, fra gridarelli di entusiasmo, una piccola croce di forma non

consueta, sottile e nettamente incisa.

Ma, terminata la bella gita e tornato io al mio abituale lavoro di scartabellatore

di libri vecchi e men vecchi, sono qui a dover riferire su quanto ho potuto tra vagliatamente

appurare, in pochi giorni di indagine per non fare attendere la tipografia

della Musola, su quelle singolari testimonianze epigrafiche.

Cominciamo dall'iscrizione etrusca. Che sia proprio etrusca è denunciato intanto

dalla prima lettera (si sa che gli Etruschi scrivevano da destra a sinistra) che ha

la fol'ma di una F e che veniva pronunciata v. Essa si trova in numerose iscrizioni,

allo stesso modo che nella nostra, come lettera a sé, ossia come -iniziale del prenome

Vel, così scritto abbreviatamente. Abbiamo poi la theta crociata, ossia il cerchietto

con la croce inscritta, che è tipica delle iscrizioni etrusche arcaiche. Altre lettere,

e cioè la A, la E 'e specialmente la Z (ultima lettera dell'iscrizione) si trovano,

identiche o quasi, nelle iscrizioni etrusche. Inoltre la parola tha, identificabile nella

nostra iscrizione, è in etrusco un ben conosciuto dimostrativo «~,«quello»);

ez si trova attestato chiaramente, come parola a sé, in una nota iscriziO'ne etrusca

detta del piombo di Magliano (ma con significato indeterminabile). Restano le due

O con in mezzo quello strano segno: ma non sarebbe escluso trattarsi di un'indicazione

numerica, dato che qualche analogia sarebbe proponibile cO'n i segni numerali

etruschi già noti e con le dfre chioggiotte, riportate dal Buonamici nel suo volume

Epigrafia Etrusca. D'altra parte non si vede bene cosa ci starebbe a fare un'indicaz,

ione numerica su quel crinale, e si svuoterebbe di significato la v a sé stante,

giacché un prenome non seguito da un gentilizio sarebbe un non senso.

La chiave per la comprensione del documento è data invece, a mio avviso, proprio

da quello strano segno fra le due O: ho trovato che esso corrispO'nde esattamente

a una sigla riprodotta dal Fabretti al n. 27 del I Supplemento del Corpus

Inscriptionum Italicarwn, iscritta su un vaso di Villanova (Bologna). Il Fabretti

riporta una quindicina di sigle analoghe, piÙ o meno inconsuete, trovate su vasi

del genere. Il Buonamici, seguendo il Pareti, le riconnette ad un protO'tipo degli

alfabeti nord-etruschi, etrusco pur esso ma distinto da quello in uso in Toscana: un

alfabeto arcaico, anteriore alla conquista del VI secolo avanti Cristo. Ad esso

secondo il Pareti è da riconnettersi anche l'alfabetO' delle iscrizioni picene.

Ora proprio nel Piceno noi ritroviamo il nostro stesso segno: il Whatmough

credette di vederlo in un'iscrizione di Bellante (ma ruotato di 90 gradi) e segni

quasi uguali risultano in altre iscr;zioni (Acquaviva, Superaequom, ancora Bellante).

Mol!o dubitativamente il Whatmough pensa abbiano il valore di una sibilante.

Ma se dobbiamo dunque orientarci verso il Piceno, ove era usata anche la O, non

dobbiamo nasconderci che in quelle iscrizioni il segno che appare a Lizzano come A

possiede invece il valore r. E allora? Allora dovremmo pervenire, per la nostra

iscrizione, ad una lettura v throso ez che trova un riscontro persuasivo nel noto

gentilizio etrusco thresu. Infatti nell'Etruria la lettera O non era in uso: per esprimere

graficamente tale suono venivano imp:egate nelle iscrizioni, piuttosto promiscuamente,

le lettere E, D, A. In parole povere si tratterebbe di una persona che

incise lassù l'iniziale del suo «nome» e il «cognome», più una paro letta ez che non

si sa cosa voglia dire.

Comunque sia è chiaro che la presenza nella nostra iscrizione di quello strano

segno fra le due O ne garantisce al cento per cento l'autenticità: l'ipotesi di uno

scherzo erudito non regge perché l'erudito che si potrebbe immaginare autore della

beffa avrebbe dovuto essere molto ma molto erudito, né sarà stato certo il non

meglio identificato sig. Clersoni (o Chersoni) Elidio il quale, non si sa quando, non

trovò di meglio per immortalarsi che incidere il suo nome, con tanto di cartiglio,

su quella roccia, a poter congegnare uno scherzo del genere.

E veniamo alla seconda iscrizione: quella che mi apparve, di primo acchito,

come... cuneiforme. Ebbene, so che la notizia farà restare qualcuno senza fiato,

ma devo dire .che quella (sarebbe, se non erro, la prJma trovata 'in Italia) è proprio

un'iscrizione cuneiforme! Si tratta di un ideogramma i cui primi quattro elementi

corrispondono quasi in pieno alla prima parte di un ideogramma in scrittura neoassira,

che troverete (è il primo in basso a sinistra) a pagina 44, fig. 19a del .volumeHo

del Friedrich, Decifrazione delle scritture e delle lingue scomparse, edito a Firenze

nel 1961. Purtroppo in questi pochi giorni non ho avuto la possibilità di esaminare

ampi elenchi di 'ideogramm,i per trovarvi corrispondenze complete e pervenire a

una sicura traduzione di quei segni: saranno poi gli assiriologi, stimolati, non ne

dubito, da questa clamorosa primizia che offr.iamo ai ,lettori della Musola, a darne

una spiegazione che non lasci adito a dubbi e che conforterà o meno anche il senso

che ho dato, provvisoriamente beninteso, all'iscrizione etrusca.

Quando furono incise quelle due iscrizioni? Tutto concorda a situarle nel VI

secolo avanti Cristo, piuttosto verso l'inizio.

Resterebbe a parlare della misteriosa crocetta, della «forchetta», del «cucchiaio»

e della mano scolpita. Di questi ultimi tre reperti non dico nulla: lascio alla fantasia

dellettare di sbizzarrirvisi.Per la cracetta passa azzardare tre diverse ipatesi. È un

simbala cristiana? È una figurina umana stilizzata? È un segna di arientazione?

A favare di questa terza idea patremma citare Dolabella, in Cromo Vet., ed. Lachmann,

I, p. 303, 22ss.: quare per aedes publicas in ingressus antiqui fecerunt crucem,

antica et postica? Quia aruspices secundum aruspicium in duabus partibus orbem

diviserunt... C'era dunque, lassù, un tempietta o un sacella etrusco?

Angelo Savelli"
Marisa
11/11/2005 11:13
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IL CRIPTOGRAMMA DI CRISTOFORO COLOMBO

.S.
.S.A.S.
X M Y
Xpo Ferens


IPOTESI DI DECIFRAZIONE:

1)da Ruggero Marino

Fede, gnosi, cabala, alchimia, scienza tutto ruota in Colombo che, a quanto pare dopo il primo viaggio, quando la chimera comincia già ad andare in frantumi, sotto il peso della nuova ragion di Stato nel connubio Spagna-Vaticano, si firma con uno strano criptogramma, fino ad ora mai completamente risolto:



.S.
.S.A.S.
X M Y
Xpo Ferens



Sono 500 anni che si cerca di dare una spiegazione plausibile al rebus. Non male per un marinaio ignorante, che ha fatto scervellare senza esito fior di studiosi. Sulla scorta di chi ci ha preceduto e con una serie di decriptazioni innovative, riteniamo che la chiave di lettura sia nella forma triangolare, nel numero delle lettere e nel richiamo alla Trinità e all'Apocalisse, che in Colombo è ricorrente. Il triangolo è il triangolo dello Spirito Santo e della Trinità, la figura geometrica che può incorporare il quadrato-cubo-Cybo ed il cerchio, il mondo finalmente completato nella sfera. Le lettere sono sette, numero perfetto, il numero che più ricorre nell'Apocalisse di San Giovanni, che è dato dalla somma fra la Trinità e i quattro angoli del mondo-terra (nuovo o vecchio che sia) e che offre come risultato la sfera celeste, alla quale si omologa la sfera terrena, nella convinzione particolarmente avvertita nel Rinascimento, della corrispondenza macrocosmo-microcosmo, secondo il principio "così in alto come in basso". Alla ricerca dell'armonia universale. In un ennesimo rinvio all'ermetismo, all'esoterismo, all'alchimia, alla cabala. Anche le .S., con i relativi punti, un'usanza che è dell'ebraismo, si ripetono trinitariamente per tre volte: Spirito Santo, Santo Salvatore (San Salvador), salvezza salvifica. La A, a nostro avviso, sta per Apocalisse, intesa come rivelazione; la X, la M e la Y hanno ancora una volta un triplice significato: cristiani, mori, giudei; Cristo, Maria, Giovanni (Battista ed Evangelista); e forse ancora Cristo, Maria, Gerusalemme. Fino a rivelare una sconvolgente Trinità: Cristo, Maometto, Javeh. Gerusalemme è la Città Santa, che rappresenta la vera destinazione per la quale il navigatore si accinge ad un'impresa talmente avversata da essere costretto a parlare "anche delle cose materiali" (sono parole sue) per convincere i re spagnoli. Singolare che le stesse lettere del criptogramma colombiano figurino, sia pure in un ordine diverso, in una delle molteplici firme (come ci scrisse un giovane appassionato, Mario Farneti), di un ceramista eugubino, Mastro Giorgio, i cui riflessi dorati e in odore di alchimia, non si sono mai più potuti ripetere. Si aggiunga che più di una volta Colombo si paragona o viene paragonato a Mosè, in un'investitura che gli viene, come lui stesso racconta, addirittura tramite l'apparizione e la voce di Dio, che lo rimprovera in un momento di gravissima crisi, non solo fisica. Nell'opera di uno studioso, che affonda nel simbolismo ebraico, Mosè viene visto non solo come legislatore, guida e organizzatore del popolo di Israele, ma anche come una sorta di patrono dell'alchimia. E se anche così non fosse sarebbe sufficiente il Mosè che traghetta il popolo eletto (la nuova umanità che deve nascere) verso la Terra promessa (agli ebrei, ma non solo a loro) proprio come fa il navigatore genovese. Ma tutto questo poteva essere condiviso dai re spagnoli e dal papa spagnolo Borgia? All'oro dello spirito avrebbero di gran lunga privilegiato l'oro della materia, al sogno utopico la realtà del potere e della ricchezza. In un'appropriazione indebita che ha cambiato la storia per 500 anni. In quell'eterno western fra bene e male che è la storia del mondo e dell'umanità. Nel quale Cybo, Colombo e quanti con loro si schierarono finirono per essere sconfitti e per scomparire, quasi sempre di veleno.

2)dagli studi presentati nel portale: http://www.sullacrestadellonda.it/esplorazioni/criptogramma.htm


Il criptogramma

(Un'ipotesi italiana)


Un'ipotesi molto articolata e complessa su Una nuova interpretazione delle sigle nella firma di Cristoforo Colombo fu pubblicata da Aldo Agosto, già direttore dell'Archivio di Stato di Genova, ne La storia dei Genovesi: Atti del Convegno …sui ceti … nelle istituzioni della Repubblica di Genova, Genova, 10-12 giugno 1987.


Tale interpretazione è formulata alla luce della personalità di Colombo nel suo contesto storico. Con una clausola al proprio testamento, redatto a Siviglia il 22 febbraio 1498, egli dispone che i suoi discendenti diretti di sesso maschile adottino come propria la composizione di lettere con cui egli suole firmarsi. Tuttavia nel criptogramma non compare il cognome, che è oggetto di trasmissione ereditaria per eccellenza. E' quindi possibile che le lettere non siano da riferirsi in senso esclusivo alla persona di Colombo, quanto piuttosto ad un messaggio che egli lascia in eredità ai discendenti.

La scritta finale "Xpo FERENS" - l'equivalente greco-latino di "Cristoforo" - potrebbe significare "colui che porta a Dio"; le lettere precedenti potrebbero quindi indicare ciò che viene portato a Dio, e pertanto esprimere il compito che Colombo affida ai propri discendenti in quanto continuatori della sua opera.

Colombo è uomo di fede e crede profondamente nel disegno divino che ispira il cammino dell'uomo; nel proprio nome Cristoforo, ossia ''portatore di Cristo'', e nel cognome Colombo, che designa il simbolo dello Spirito Santo, egli vede profeticamente espresso il compito che gli è stato affidato alle luce delle Sacre Scritture, secondo le quali l'umanità procede nel compimento della propria missione evangelica attraverso una progressiva spiritualizzazione.

Pertanto crede fermamente che - sconfitti gli Infedeli, restituita Gerusalemme alla Cristianità e convertiti per sua mano gli abitanti delle Indie - le tre religioni monoteiste possano fondersi alla luce dello Spirito Santo, preannunciando la venuta di Cristo secondo le profezie.

In questa chiave di lettura, le tre " S " disposte a triangolo, come pure il triangolo della " A " centrale, potrebbero rappresentare la Trinità; le lettere della riga successiva " X M Y " indicherebbero l'obiettivo del progetto messianico, ossia i Cristiani, i Musulmani e gli Ebrei; il criptogramma potrebbe quindi essere sciolto in




Sostituendo l'ultima riga - equivalente a " Cristoforo " - con il nome di un qualsiasi discendente, il messaggio delle parole precedenti rimane inalterato.

Altro elemento significativo e coerente con questa interpretazione è che le lettere sono sette, numero certo non casuale per i suoi significati: le Sacre Scritture dicono che "sette sono i generi delle profezie e il settimo è la pienezza dello Spirito Santo". Il Sette rappresenta anche la fine dei tempi, nella suddivisione in sette ere, ossia settemila anni, della durata del mondo terreno. Sette sono anche le virtù teologali e cardinali che esprimono l'opera dello Spirito Santo per la salvezza degli uomini.

Il sette è anche ricorrente nelle vicende di Colombo: per esempio, nel 1492 si conclude la dominazione araba in Spagna con la resa di Granada; sommate le cifre di quell'anno fatidico, si ottiene 16, dove 1+6 = 7; e sette anni attende Colombo l'assenso della Corte spagnola alla sua impresa.

Sembra quindi indubbio che egli abbia voluto attribuire un preciso significato simbolico e profetico alla sua firma.


Dopo aver consultato queste ipotesi,e se ne trovaste altre, gioierei nel poterle conoscere e inserire, proviamo a formulare noi stessi un'ipotesi interpretativa? Oppure a dire la nostra opinione su quanto è stato detto in merito,possiamo trovarci in accordo o in disaccordo,naturalmente.
A presto.
[SM=g27823]
Marisa
16/01/2006 11:11
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Finalmente sono andata anch'io a Barga, splendida cittadina vicina a Lucca,e così ho potuto vedere la 'misteriosa'iscrizione,ancora indecifrata,che si trova sul portale dell'attuale ingresso.


Attono ad essa,aleggia un mistero nel mistero.Lasciando per un attimo da parte la sua possibile soluzione,mi piacerebbe sapere qualcosa inerente a questo(e magari MAURO,che ha due migliaia di libri ed è il nostro esperto bibliofilo),potrebbe aiutarmi.

Dato che ho appena concluso una sezione web in merito,riporto da lì quanto è il succo della mia richiesta:

La misteriosa EPIGRAFE

...
Se si cerca una BIBLIOGRAFIA su questo argomento,i motori di ricerca in internet conducono a due links,che poi confluiscono nello stesso titolo di libro.Un link è comunque inattivo, non esiste nè la pagina di riferimento nè il link origine (chi ne sa qualcosa, è pregato di dirlo). Il secondo mostra finalmente qualcosa di familiare, cioè la nostra italianissima studiosa Margherita Guarducci, che nel 1959 pubblicò un saggio in merito,dal titolo LA MISTERIOSA ISCRIZIONE MEDIEVALE di PISA, BARGA e LUCCA. Roma, ACCADEMIA Nazionale DEI LINCEI, 1959

[Già ci domandiamo:perchè cita anche Lucca? Non conosciamo il luogo in cui sia presente in detta città, ma sappiamo solo di Pisa e Barga...Primo mistero(nel mistero)]

Questo link conduce ad un sito tramite cui, dando nome dell'autrice e titolo del testo, trova appunto il libro cercato.Ma non si capisce perchè questo sia un sito in francese,anche se le indicazioni relative al libro sono in italiano."LA MISTERIOSA ISCRIZIONE MEDIEVALE DI PISA, BARGA E LUCCA. Roma, Accademia Nazionale dei Lincei, 1959.
GUARDUCCI Margherita (a cura di).
Libraire: studio bibliografico pera snc*
(lucca, LU, Italy) Prix: EUR 9.00
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EUR 4.00

Description du livre: A cura dell'Accademia Nazionale dei Lincei. Estratto dai "Rendiconti della Classe di Scienze morali, storiche e filologiche", serie VIII, vol.XIV, fasc.5-6, maggio-giugno 1959. 8 ,pg.10. Dedica manoscritta dell'Autore al piatto anteriore. Con quattro tavole fuori testo. N° de réf. du libraire 58517"

*Si fa notare che alla voce Librarie:studio bibliografico pera snc, si ritrova lo stesso studio 'pera' che è praticamente quello del link (il primo che abbiamo indicato) che risultava inattivo!

Non sappiamo se,ordinando il libro(cliccare qui),questo sia disponibile e arrivi, non abbiamo fatto la prova, ma se qualcuno tra i cortesi lettori potesse fornire ulteriori informazioni, sarebbe cosa gradita, tanto più che questo studio della Guarducci sarebbe un piacere leggerlo.Già dal titolo, lei infatti ne dava una collocazione temporale:iscrizione medievale,dunque potrebbe risultare molto interessante una ipotetica correlazione con le maestranze di costruttori che vi lavorarono nei secoli XII-XIII-XIV che-tra l'altro- sono stati anche Comacini.

Chi ha notizie di questo libro?


GRAZIE infinitamente a chiunque possa contribuire a migliorare le mie attuali ricerche in merito. [SM=g27838]
Marisa
16/01/2006 19:14
mauroi
[Non Registrato]
20/01/2006 23:03
Post: 1.051
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Caro Mauro,il link è già parte delle mie 'bramose'ricerche,ma cercavo proprio notizie specificatamente sul libro della Guarducci.Ne hai?
Bacioni [SM=g27823]
Marisa
30/11/2006 17:39
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Altre scritte misteriose o...?
Ho ricevuto in visione la seguente foto (fronte/retro)di una 'moneta'.Chi sapesse dirne qualcosa,sarebbe gradito(anche se fosse un artefatto,sono aperte ipotesi.Grazie).

Marisa
30/11/2006 17:41
Post: 1.367
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L'altra 'metà'
Marisa
05/12/2006 21:41
Post: 1.370
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Caspita,ragazzi,ma proprio nessuno sa darmi un parere sulla 'moneta'delle foto? Dai,un piccolo sforzo :P .E si attendono risposte anche per il portale misterioso dell'amico erricisexti,nell'altro topic.Quando volete,spremete quelle eccelse meningi 8)
Da parte mia,c'è poco da... spremere :cry:
:D Ciao
Marisa
20/03/2007 23:04
Post: 1.459
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Aggiornamenti in merito alla moneta riportata molti mesi or sono e che ho dimenticato di 'chiarire',grazie alla prontezza dell'amico ENZO,che seppe subito rispondermi.
E' SICURAMENTE una medaglia coniata da un'associazione fondata nel 1797 a Boston ( USA ) ma che ha sedi in molte nazioni con oltre 7000 membri...ed ANCHE in Italia.
La scritta R.A.M. Vuol dire :
Royal Arch Mason
Ulteriori informazionida questo sito :
www.ohiograndchapter.org/whatisram.htm
Valore ?...numismatico NULLO !...magari per uno dell'associazione ( quello che l'ha persa... ) Dalla finitura mi sembra roba coniata qualche anno fa ...non supera i trenta !

Lo stile Enziano è riconoscibilissimo ed è proprio merito suo se si è riusciti a capire cosa fosse quella curiosa moneta.Detto poi a chi aveva cercato notizie,datici da fare,per quel che si è potuto,nessuno ha più detto 'Ah,grazie delle info,a buon rendere!'.Pazienza,importante è che comunque l'avessimo aiutato/a.E anche noi abbiamo imparato qualcosa in più.
Tra l'altro,se si presta attenzione,la Royal Arch Mason,suonerebbe -tradotta- un po' strana,perchè ha parole sia francesi (mason)che inglesi(Royal e Arch).Diciamo una Casa Reale dell'Arco(o Architetti?),andando sul sito indicato da Enzo,vidi che era attinente alla Massoneria.Speriamo che i nostri 'esperti'(Sandro spero tu non sia in 'sonno' [SM=g27832] )ci illuminino(riporto anche in quel post,meglio).Grazie Enzo!




Marisa
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