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PROFEZIE

Ultimo Aggiornamento: 01/07/2007 02:11
04/05/2005 03:33
Un Compagno
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Profezia in una leggenda



Profezia in una leggenda

È chiaro che l’orso della leggenda di Corbiniamo è tutto infarcito di sottigliezze cabalistiche e in quel senso va interpretato; per quanto santi infatti, provate a dire ad un orso che si è appena sbranato il vostro cavallo (in francese cavale, in latino Caballus= Cabala) di portare a Roma il fardello che portava il cavallo testè sbranato!?!

1) Il nome invece che portava il Vescovo Corbiniano vissuto nel 730 d. C., per quanto mi riguarda è un nome fittizio. E in sé vi è contenuto l’anagramma: Con-binario; Binario dal latino: Binarius= composto di due membri; accostato anche a: Binare dal latino BIN-A= a due a due, due alla volta formato sul tema di BIS= due volte. Quindi, in questo senso possiamo dedurre che nella leggenda di Corbiniano vi siano due contenuti paralleli binari e cioè, uno allegorico e uno recondito.

2) Cavallo, dal latino Caballus e dal greco Kabàllés= cavallo da soma, in inglese si scrive: HORSE, dalla pronuncia molto simile a quella italiana udita nel pronunciare la parola: ORSO. Proseguendo, identificabile con quel suono, cioè, come dice la leggenda che vede andare il cavallo e l’orso verso Roma con quel suono appunto udito nella lingua latina di ieri e italiana di oggi, identificabile con quel suono dicevo vi si trova la costellazione dell’Orsa Maggiore e dell’Orsa Minore; infine, proseguendo ancora, L’URSS.

3) L’orso, (L’URSS) una volta giunto ed attraversato Roma verrà liberato. Ora, proviamo a domandarci quel certo Papa Giovanni paolo II (duplice nome e due volte ripetuto, cioè: Giovanni Paolo I° e Giovanni Paolo II°…più duplice di così si muore= anno 2005= due millenni dopo Cristo), predecessore di questo nostro ultimo Papa che cosa ha “corbiniato” all’URSS. Oggi, libero (la sua chiesa).

Ecco! La biada al cavallo (Horse) per oggi è stata data ma, aimè. Nessuno più vuol pulire la tua stalla compagno mio; vinto dalla fatica delle organizzate co-horse, dominio incontrastato di scommesse, altro che stalla, ti hanno chiuso in una scatola di metallo perché dicono che quello ormai sia il tuo posto!

Un Compagno.
04/05/2005 03:39
Un Compagno
[Non Registrato]
04/05/2005 09:27







www.anticheopinioni.it/Forum/index.php
Su L'Osservatore Romano di oggi 28 aprile 2005 compare un interessante articolo "Lo Stemma di Papa Benedetto XVI" scritto dall'autore dello stemma S.E. Rev.ma Mons. Andrea Cordero Lanza di Montezemolo che descrive il blasone nel seguente modo:
"lo scudo dello stemma papale può quindi essere descritto (blasonato) secondo il linguaggio araldico nel seguente modo:
Di rosso, cappato di oro, alla conchiglia dello stesso; la cappa destra, alla testa di moro al naturale, coronata e collarinata di rosso; la cappa sinistra, all'orso al naturale, lampassato e caricato di un fardello di rosso, cinghiato di nero."

Come abbiamo già discusso in un precedente topic rileviamo che lo stemma non ha più la tiara pontificia e la scelta è così giustificata: "Il Santo Padre ha deciso di non mettere più la tiara nel suo stemma ufficiale personale, ma di porre solo una semplice mitra che non è quindi sormontata da una piccola sfera e da una croce come lo era la tiara. La mitra pontificia raffigurata nel suo stemma, a ricordo della simbologia della tiara, è d'argento e porta tre fasce d'oro (i tre suddetti poteri di Ordine, Giurisdizione e Magistero), collegati verticalmente fra di loro al centro per indicare la loro unità nella stessa persona."

E' introdotta come sappiamo la figura del "Pallio".

Come vedete è un bellissimo stemma ricco di grandi contenuti e che porterà la Chiesa al dialogo con le altre Chiese fuori dalla nostra comunione.

E' un grande Papa!
Pier Felice degli Uberti

Ecco lo stemma di S.S. Benedetto XVI nella bellissima realizzazione a colori e in bianco e nero di Maria Cristina Sintoni, iagi




Sotto il testo completo dell'articolo

L’OSSERVATORE ROMANO - Giovedì 28 Aprile 2005

Lo Stemma di Papa Benedetto XVI

ANDREA CORDERO LANZA DI MONTEZEMOLO


Fin dai tempi medioevali, gli stemmi sono diventati di uso comune per i guerrieri e per la nobiltà, e si è quindi venuto sviluppando un ben articolato linguaggio che regola e descrive l’araldica civile. Parallelamente, anche per il clero si è formata un’araldica ecclesiastica. Essa segue le regole di quella civile per la composizione e la definizione dello scudo, ma vi pone intorno simboli ed insegne di carattere ecclesiastico e religioso, secondo i gradi dell’Ordine sacro, della giurisdizione e della dignità. È tradizione, da almeno otto secoli, che anche i Papi abbiano un proprio stemma personale, oltre a simbolismi propri della Sede Apostolica. Particolarmente nel Rinascimento e nei secoli successivi, era uso decorare con lo stemma del Sommo Pontefice felicemente regnante tutte le principali opere da lui eseguite. Stemmi papali appaiono infatti in opere di architettura, in pubblicazioni, in decreti e documenti di carattere vario.
Spesso i Papi adottavano lo scudo della propria famiglia, se esso esisteva, oppure componevano uno scudo con simbolismi che indicavano una propria idealità di vita, o un riferimento a fatti o esperienze passate, oppure ad elementi connessi con un proprio programma di pontificato. Talvolta apportavano qualche variante allo scudo che avevano adottato da Vescovi. Anche il Cardinale Giuseppe Ratzinger, eletto Papa ed assumendo il nome di Benedetto XVI, ha scelto uno stemma ricco di simbolismi e di significati, per affidare alla storia la sua personalità ed il suo Pontificato.
Uno stemma, come si sa, si compone di uno scudo, che porta alcuni simboli significativi, ed è circondato da elementi, che indicano la dignità, il grado, il titolo, la giurisdizione, ecc. Lo scudo adottato dal Papa Benedetto XVI ha una composizione molto semplice: esso è del tipo a calice, che è la forma maggiormente usata nell’araldica ecclesiastica (un’altra forma è quella a testa di cavallo, come adottò Paolo VI). All’interno, variando la composizione nei rispetti del suo scudo cardinalizio, lo scudo di Papa Benedetto XVI è diventato: di rosso, cappato di oro. Il campo principale, infatti, che è di rosso, porta due campiture laterali negli angoli superiori a modo di «cappa», che sono di oro. La «cappa» è un simbolo di religione. Essa indica una idealità ispirata alla spiritualità monastica, e più tipicamente a quella benedettina. Vari Ordini o Congregazioni religiose hanno adottato la forma «cappata» nel loro stemma, come ad esempio i Carmelitani, ed i Domenicani, anche se questi ultimi lo portavano solo in una simbologia più primitiva della loro attuale. Benedetto XIII, Pietro Francesco Orsini (1724-1730), dell’Ordine dei Predicatori, adottò il «capo domenicano», che è di bianco cappato di nero.
Lo scudo di Papa Benedetto XVI contiene dei simbolismi che egli già aveva introdotto nel suo stemma come Arcivescovo di Munchen und Freising (Monaco e Frisinga), e poi come Cardinale. Essi però nella nuova composizione sono ora ordinati in un modo diverso. Il campo principale dello stemma è quello centrale, che è di rosso. Nel punto più nobile dello scudo, vi è una grande conchiglia di oro, la quale ha una triplice simbologia. Essa dapprima ha un significato teologico: vuole ricordare la leggenda attribuita a sant’Agostino, il quale incontrando un giovinetto sulla spiaggia, che con una conchiglia cercava di mettere tutta l’acqua del mare in una buca di sabbia, gli chiese cosa facesse. Quello gli spiegò il suo vano tentativo, ed Agostillo capì il riferimento al suo inutile sforzo di tentare di far entrare l’infinità di Dio nella limitata mente umana. La leggenda ha un evidente simbolismo spirituale, per invitare a conoscere Dio, seppure nell’umiltà delle inadeguate capacità umane, attingendo alla inesauribilità dell’insegnamento teologico. La conchiglia, inoltre è da secoli usata per rappresentare il pellegrino: simbolismo che Benedetto XVI vuole mantenere vivo, calcando le orme di Giovanni Paolo II, grande pellegrino in ogni parte del mondo. La casula da Lui usata nella solenne liturgia dell’inizio del suo Pontificato, domenica 24 aprile, portava con evidenza il disegno di una grande conchiglia. Essa è anche il simbolo presente nello stemma dell’antico Monastero di Schotten, presso Regensburg (Ratisbona) in Baviera, cui Joseph Ratzinger si sente spiritualmente molto legato.
Nella parte dello scudo denominata «cappa», vi sono anche due simboli venuti dalla tradizione della Baviera, che Joseph Ratzinger divenuto nel 1977 Arcivescovo di Monaco e Frisinga aveva introdotto nel suo stemma arcivescovile. Nel cantone destro dello scudo (a sinistra di chi guarda) vi è una testa di moro al naturale (ovvero di colore bruno), con labbra, corona e collare di rosso. È l’antico simbolo della Diocesi di Frisinga, nata nell’VIII secolo, diventata Arcidiocesi Metropolitana col nome di Monaco e Frisinga nel 1818, dopo il Concordato tra Pio VII ed il Re Massimiliano Giuseppe di Baviera (5 giugno 1817). La testa di Moro non è rara nell’araldica europea. Essa appare tutt’oggi in molti stemmi della Sardegna e della Corsica, oltre a vari blasoni di famiglie nobili. Anche nello stemma del Papa Pio VII, Barnaba Gregorio Chiaramonti (1800-1823), apparivano tre teste di Moro. Ma il Moro nell’araldica italica in generale porta intorno alla testa una banda bianca, che indica lo schiavo reso libero, e non è coronato, mentre 10 è nell’araldica germanica. Nella tradizione bavarese la testa di moro appare infatti molto spesso, ed è denominata caput ethiopicum, o moro di Frisinga.
Nel cantone sinistro della cappa, compare un orso, di colore bruno (al naturale), che porta un fardello sul dorso. Un’antica tradizione racconta come il primo Vescovo di Frisinga, san Corbiniano (nato verso il 680 in Chartres, Francia, morto 1’8 settembre 730), messosi in viaggio per recarsi a Roma a cavallo, mentre attraversava una foresta fu assalito da un orso, che gli sbranò il cavallo. Egli però riuscì non solo ad ammansire l’orso, ma a caricarlo dei suoi bagagli facendosi accompagnare da lui fino a Roma. Per cui l’orso è rappresentato con un fardello sul dorso. La facile interpretazione della simbologia vuol vedere nell’orso addomesticato dalla grazia di Dio lo stesso Vescovo di Frisinga, e suole vedere nel fardello il peso dell’episcopato da lui portato.
Lo scudo dello stemma papale può quindi essere descritto (“blasonato”) secondo il linguaggio araldico nel seguente modo: “Di rosso, cappato di oro, alla conchiglia dello stesso; la cappa destra, alla testa di moro al naturale, coronata e collarinata di rosso; la cappa sinistra, all’orso al naturale, lampassato e caricato di un fardello di rosso, cinghiato di nero”.
Lo scudo reca al suo interno - come I abbiamo descritto - le simbologie legate alla persona che se ne fregia, alle sue idealità, alle sue tradizioni, ai suoi programmi di vita ed ai principi che lo ispirano e lo guidano. I vari simboli del grado, della dignità e della giurisdizione dell’individuo appaiono invece all’intorno dello scudo. E’ tradizione, da tempo immemorabile, che il Sommo Pontefice porti nel suo stemma, intorno allo scudo, le due chiavi “decussate” (ovvero incrociate in croce di s. Andrea), una d’oro e una d’argento: da vari autori interpretate come i simboli del potere spirituale e del potere temporale. Esse appaiono dietro allo scudo, o al di sopra di esso, affermandosi con una certa evidenza. Il Vangelo di Matteo narra che Cristo ha detto a Pietro «A te darò le chiavi del regno dei cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli» (cap. 16, v.19). Le chiavi sono quindi il tipico simbolo del potere dato da Cristo a San Pietro ed ai suoi successori. Pertanto, esse giustamente appaiono in ogni stemma papale.
Nell’araldica civile vi è sempre al di sopra dello scudo un copricapo, in generale una corona. Anche nell’araldica ecclesiastica appare normalmente un copricapo, evidentemente di tipo ecclesiastico. Nel caso del Sommo Pontefice fin dai tempi antichi appare una «tiara». Essa era all’inizio un tipo di «tocco» chiuso. Nel 1130 fu accompagnato da una corona, simbolo di sovranità sugli Stati della Chiesa. Bonifacio VIII, nel 1301, aggiunse una seconda corona, al tempo del confronto col Re di Francia, Filippo il Bello, per significare la sua autorità spirituale al di sopra di quella civile. Fu Benedetto XII, nel 1342 ad aggiungere una terza corona per simbolizzare 1’autorità morale del Papa su tutti i monarchi civili, e riaffermare il possesso di Avignone. Col tempo, perdendo i suoi significati di carattere temporale, la tiara d’argento con le tre corone d’oro è rimasta a rappresentare i tre poteri del Sommo Pontefice: di Ordine sacro, di Giurisdizione e di Magistero. Negli ultimi secoli, i Papi usarono la tiara nei pontificali solenni, ed in particolare nel giorno della «incoronazione», all’inizio del loro pontificato. Paolo VI usò per tale funzione una preziosa tiara regalatagli dalla diocesi di Milano, come già questa, aveva fatto per Pio XI, ma poi la destinò ad opere di beneficenza ed iniziò l’uso corrente di una semplice «mitra» (o «mitria»), pur talvolta impreziosita da decorazioni o gemme. Egli però lasciò la «tiara» insieme con le chiavi decussate come simbolo della Sede Apostolica.
Oggi, giustamente, la cerimonia con cui il Sommo Pontefice inaugura solennemente il suo Pontificato non si chiama più «incoronazione», come si diceva in passato. La piena giurisdizione del Papa, infatti, inizia dal momento della sua accettazione dell’elezione fatta dai Cardinali in Conclave e non da una incoronazione, come per monarchi civili. Per cui tale cerimonia si denomina semplicemente come solenne inizio del suo Ministero Petrino, come è avvenuto per Benedetto XVI, il 24 aprile corrente.
Il Santo Padre Benedetto XVI ha deciso di non mettere più la tiara nel suo stemma ufficiale personale, ma di porre solo una semplice mitra, che non è quindi sormontata da una piccola sfera e da una croce come lo era la tiara. La mitra pontificia raffigurata nel suo stemma, a ricordo delle simbologie della tiara, è di argento e porta tre fasce d’oro (i tre suddetti poteri di Ordine, Giurisdizione e Magistero), collegati verticalmente fra di loro al centro per indicare la loro unità nella stessa persona.Un simbolo del tutto nuovo nello stemma del Papa Benedetto XVI è invece la presenza del «pallio». Non è tradizione, almeno recente, che i Sommi Pontefici lo rappresentino nel loro stemma. Tuttavia, il pallio è la tipica insegna liturgica del Sommo Pontefice, e compare molto spesso in antiche raffigurazioni papali. Indica l’incarico di essere il pastore del gregge a Lui affidato da Cristo. Nei primi secoli i Papi usavano una vera pelle di agnello poggiata sulla spalla. Poi entrò nell’uso un nastro di lana bianca, intessuto con pura lana di agnelli allevati per tale scopo. Il nastro portava alcune croci, che nei primi secoli erano in nero, oppure talvolta in rosso. Già nel IV secolo il pallio era una insegna liturgica propria e tipica del Papa. Il conferimento del pallio da parte del Papa agli arcivescovi metropoliti iniziò nel VI secolo. L’obbligo da parte di questi di postulare il pallio dopo la loro nomina è attestato fin dal IX secolo. Nella famosa lunga serie iconografica dei medaglioni che nella Basilica di San Paolo riportano l’effigie di tutti i Papi della storia (benché particolarmente i più antichi siano di fattezze idealizzate) moltissimi Sommi Pontefici sono raffiguraci con il pallio, particolarmente tutti quelli fra il V ed il XIV secolo. Il pallio è quindi il simbolo non solo della giurisdizione papale, ma anche il segno esplicito e fraterno del compartire questa giurisdizione con gli Arcivescovi metropoliti, e mediante questi con i Vescovi loro suffraganei. Esso quindi è segno visibile della collegialità e della sussidiarietà. Anche vari Patriarchi Orientali usano una forma antichissima, molto simile al pallio, detta omophorion.
Nell’araldica in generale, sia civile, sia ecclesiastica (particolarmente nei gradi inferiori) è uso mettere al di sotto dello scudo un nastro, o cartiglio, che reca un motto, o divisa. Esso riporta in una sola o in poche parole una idealità; o un programma di vita. Il Cardinale Giuseppe Ratzinger aveva nel sud stemma arcivescovile e cardinalizio il motto: «Cooperatores Veritatis». Esso rimane come sua aspirazione e programma personale, ma non compare nello stemma papale, secondo la comune tradizione degli stemmi dei Sommi Pontefici negli ultimi secoli. Tutti ricordiamo come Giovanni Paolo II citasse spesso il motto «Totus Tuus», sebbene non figurasse nel suo stemma papale. La mancanza di un motto nello stemma del Papa non vuol dire mancanza di programma, ma significa invece apertura senza esclusione a tutte le idealità che derivino dalla fede, dalla speranza e dalla carità.

[Modificato da silvyaC. 04/05/2005 10.04]

04/05/2005 15:42
Su ragazzi lo so che fuori c'è il sole e che è arrivata la primavera![SM=g27828] [SM=g27828] [SM=g27828]
Ma provate a leggere lo stemma e comparatelo con le profezie di Malachia!!![SM=g27829] [SM=g27837] [SM=g27831]

05/04/2006 13:25
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Tre giorni di Buio
Profezie Cattoliche Moderne

"Prima che la guerra scoppi di nuovo, il cibo scarseggerà e sarà costoso. Ci sarà poco lavoro per gli operai, ed i padri sentiranno i loro figli piangere per il cibo. Ci saranno terremoti e segni nel sole. Verso la fine, l'oscurità coprirà la terra".

Il messaggio precedente è di una monaca francese chiamata "L’Estatica di Tours", le cui rivelazioni furono pubblicate dal suo direttore spirituale. La profezia è datata 1872-73 circa (la Vigilia della Vittoria di Cristo).

Dalla Benedetta Anna Maria Taigi di Roma, che profetizzò un duplice castigo, abbiamo saputo della prima fase avente origine dalla terra e della seconda dal Cielo, avente termine con tre giorni di buio. Daremo ulteriori dettagli ricevuti da parte di Anna. L' importante è ricordare che la Benedetta Anna aveva dei doni veramente insoliti, incluso quello del "Sole" miracoloso in cui vedeva una serie di visioni simili ad un quadro, quasi come una presentazione televisiva di ogni genere di avvenimenti che avrebbero avuto luogo in decadi future.

Diede consigli ai Papi ed a persone preminenti. Considerando la sua santità e il fatto che molte delle sue profezie si sono avverate, possiamo aspettarci che la sua profezia sui Tre Giorni di Buio si attui.

Sorella Marianna delle Orsoline di Bois (in.1804) che predisse la caduta di Napoleone e il suo breve ritorno dall'Elba, parla di un intervento improvviso di Dio, che è associato con i Tre Giorni di Buio:

"I buoni cattolici staranno per essere annientati ma, oh Potenza di Dio, un intervento forte dal Cielo li salverà. Tutti i cattivi periranno, ma anche molti bravi cattolici".

Dal momento che un numero considerevole di profezie indica che molti uomini malvagi periranno al tempo del Buio, possiamo associare la profezia precedente di sorella Marianna con l'oscurità, come è indicato in altre sue profezie simili alla seguente:
"Vedremo accadere avvenimenti così straordinari che i più increduli saranno costretti a dire: 'Veramente il dito di Dio è qui'. Ci sarà una terribile notte durante la quale nessuno sarà capace di dormire. Ma queste prove non dureranno a lungo, perché nessuno sarà in grado di sostenerle. Quando tutto sembrerà perduto, saranno tutti salvi".

La "terribile notte" si può intendere riferita alla lunga notte di Oscurità. Ricorda, 72 ore o un'ora simile sembreranno come un'unica continua notte. Così pure, l'improvvisa transizione da una situazione apparentemente senza speranza ad una trionfale per la Chiesa è un tema su cui molti veggenti e profeti pongono l'accento. Così pure sia Cristo nel Nuovo Testamento che la profezia moderna hanno parlato del fatto che i giorni sono stati resi più brevi per grazia degli eletti.

Ancora, un aspetto della terribile notte sarà il freddo senza precedenti. Ciò si potrebbe attribuire all'assenza prolungata del sole e alla fitta oscurità che blocca i raggi del sole portatori di calore, benché altre cause possano pure contribuire al freddo.

Sorella Rosa Colomba Assenti di Taglia, che visse nel 19' secolo, pure profetizzò un Buio di Tre Giorni e lo associò con la conversione dell'Inghilterra.

Palma Maria d'Oria (m. 1863), come fanno pure altri veggenti, parla delle attività dei demoni:
"Ci saranno tre giorni di buio durante i quali l'oscurità sarà infestata da innumerevoli demoni; ciò causerà la morte di una grande quantità di non credenti e malvagi. Solo le candele benedette saranno in grado di dare luce e preserveranno i cattolici fedeli da questo terribile e imminente flagello. Prodigi soprannaturali appariranno in cielo......

I demoni disperati che sanno che il tempo a loro disposizione è limitato. Sarà loro permesso di raccogliere la loro preda, i malvagi impenitenti che comunque desiderano essere con i demoni. Sentiamo pure termini come "infetta" e "aria pestilenziale" in profezie che riguardano il Buio.
Altri brani parlano del "puzzo dell'inferno" o della "peste". Forse se queste persone avessero un vocabolario moderno a loro disposizione avrebbero parlato di "inquinamento", "radiazioni" o "versamento chimico" che denotano terribili realtà dei nostri giorni.

Sorella Maria di Gesù Crocifisso, di PA, la "Piccola Araba" (m. 1878), beatificata nel 1983 da papa Giovanni Paolo 11, fondatrice di un convento Carmelitano a Betlemme, profetizzò:
"Durante un'oscurità della durata di tre giorni la gente dedita al male perirà, cosicché solo un quarto dell'umanità sopravviverà".

Per quanto si può trarre da molte profezie degne di considerazione, non c'è alcun dubbio riguardo la distruzione di massa dei peccatori impenitenti durante il periodo culminante del castigo nella terribile Oscurità.
Molti veggenti, profeti, santi, persone buone, speciali strumenti del Signore hanno messo in evidenza il tremendo numero di morti che saranno disseminati sulla terra quando entrambi le fasi del castigo saranno concluse. Sorella Colomba, di cui abbiamo già parlato, parla di "grandi moltitudini" di morti.

S. Gaspare del Bufalo predisse che la terra sarà ricoperta di cadaveri.

Benedetta Anna Taigi ha profetizzato che durante il io così tanti uomini malvagi, nemici di Dio e della a Chiesa, saranno uccisi dal Flagello Divino, che i oro cadaveri intorno a Roma saranno tanto numerosi quanto i pesci morti che di recente erano stati disseminati per la città da un'inondazione del fiume Tevere. La Benedetta Anna continuava:
"Tutti i nemici della Chiesa, segreti come pure conosciuti, periranno in tutta la terra durante il buio universale, fatta eccezione che per pochissimi che Dio convertirà subito dopo. L’aria sarà infetta di demoni che appariranno sotto ogni specie di orribili forme".

La guerra spirituale che ormai da un po' di tempo è aumentata di intensità è un dato di fatto. E continua a riscaldarsi, espandendosi ogni giorno in respiro, profondità ed intensità. La guerra tra il bene ed il male, la luce e le tenebre, fra i demoni e i malvagi da un lato e gli angeli ed i santi dall'altro.
Tutti i mali materiali, i disastri, la guerra sia "Convenzionale" (parola ingannatrice!) che nucleare, non sono che manifestazioni esterne di quella guerra, spirituale che scoppiò nell'Eden e continuerà finché il processo "di rastrellamento", che segue la vittoria di Cristo sulla croce, non sarà completo.

E ciò accadrà soltanto quando tutta l'umanità accetterà la raccomandazione di Cristo di andare alla radice del problema, il male del peccato, ed accetterà il rimedio del pentimento, della riforma e della perseveranza nel bene. Nel frattempo, come in un giornale cattolico si è osservato di recente: "Una terribile oscurità sta calando sui leader del mondo occidentale" (si potrebbe altrettanto leggere "tutto il mondo!"). Nessuno è così cieco come colui che non voglia vedere!

La santa monaca sorella Jeanne le Royer della Natività, delle Povere Clarisse di Fourgeres, in Bretagna, Francia (m.1798), parla del buio spirituale che prima o poi ci porterà ai Tre Giorni di Buio:
"Il regno dell'Anticristo si sta avvicinando. I fitti vapori che ho visto salire dalla terra e oscurare la luce del sole sono le false massime dell'irreligiosità e della licenziosità che stanno confondendo tutti i sani princìpi e stanno diffondendo ovunque un tale buio da oscurare sia la fede che la ragione".

Sorella Jeanne previde come la ragione stessa sarebbe stata attaccata con tutti i susseguenti disordini intellettuali e morali che avrebbero lottato per distruggere la vera natura dell'uomo come uomo.

In Germania un'altra monaca di elevata santità e doni insoliti, la venerabile Anna Katarina Emmerick (m.1824), vide molte cose che avrebbero avuto luogo nella Chiesa nelle decadi recenti, come per esempio:
"Vidi quanto nocive sarebbero state le conseguenze di questa Chiesa falsa. La vidi crescere nelle dimensioni; eretici di ogni tipo giungevano in città (Roma). Il clero locale si faceva tiepido, e vidi una grande oscurità...".

Dobbiamo solo considerare il buon numero di teologi che hanno apertamente negato gli insegnamenti del Santo Padre e del Magistero e che operano vigorosamente per guidare i fedeli nei loro stessi errori. E, benché alcuni di questi siano stati ufficialmente ammoniti dalla Santa Sede, uno si sentirebbe in imbarazzo nel trovare un esempio di sentita sottomissione.

Maria Giulia Jahenny di La Fraudais, Francia (m.1891), diede molti dettagli riguardo ai Tre Giorni di Buio, ma per il momento noi daremo solo una frase:
"Verranno tre giorni di oscurità continua". Maria pone l'accento sulla continuità di una lunga notte. Sarà una prolungata, profonda notte buia, anche se a volte illuminata dai bagliori dei lampi, flash di fuoco e cieli fiammeggianti, assieme a tempeste o temporali di fuoco.

Maria de Tilly (19' sec.) disse:
"Vedo una grande oscurità e lampi. Parigi sarà quasi interamente distrutta dal fuoco. Anche Marsiglia sarà distrutta, e anche altre città".

Quando troviamo una persona di cui si è avverato un certo numero di profezie, siamo più inclini a credere che altre profezie di tale "profeta", ancora non avveratesi, si avvereranno.
Padre Albert Sauvageau (m.1826) fece tali profezie. Era pastore o curato a Montmouson, nella Diocesi di Nantes, nella Francia occidentale.
Precedentemente era sopravvissuto alla tortura ad opera dei seguaci della Rivoluzione Francese. La tomba di questo sacerdote, profondamente santo, è centro di devozione nel cimitero del villaggio.

Padre Sauvageau predisse che la Francia sarebbe stata invasa nella seconda metà del XIX secolo. L’invasione ad opera delle truppe tedesche ebbe luogo nel 1870. Inoltre predisse che la Francia sarebbe stata invasa due volte nella prima metà del XX secolo. Ciò accadde, ancora da parte degli eserciti tedeschi, nel 1914 e nel 1940.

Con una media di "battute" così buona, padre Sauvageau ha predetto che nella seconda metà del XX secolo la religione diventerà molto lassa, la pratica religiosa si abbasserà di molto, l'immoralità nelle famiglie sarà scandalosa e ci sarà un grande aumento di violenza e criminalità. Ci sarà una grande dipendenza dal materialismo e dalle comodità mondane. Ci saranno seri disordini nelle famiglie e nella società in generale.


La situazione diventerà così seria che Dio dovrà intervenire e farà ciò nella forma dei TRE GIORNI E TRE NOTTI DI BUIO CONTINUO. Durante i tre giorni e le tre notti niente si accenderà, niente se non le candele benedette, e solo i bambini innocenti o le anime in stato di grazia sapranno accenderle.

Martha Robin di Francia (m.1981) santamente parlò dei grandi problemi che verranno, ma terminò con un messaggio gioioso:
"Abbiate coraggio! Il Regno di Dio è vicino. Inizierà con qualcosa che verrà così improvvisamente da essere inaspettato".

"Signore, accendi una luce che mi guidi e disperdi la mia oscurità" (Antifona, mercoledì, Ufficio delle Letture).



Tratto dal libro i tre giorni di buio. Si ringrazia l'Editore Edizioni Segno Udine per avercene concessa la pubblicazione
www.profezieonline.com/trebuio/profezie_cattoliche_mod...

Qualcuno ha idea di cosa si intenda per questi tre giorni di buio?
Saluti a tutti
Silvy
10/04/2006 05:03
Marte nel segno dell’Ariete giunto a Saturno (francese: Saturne, Urne) tempo di profezia.

Ecco,
dopo le attuali votazioni che si concluderanno lunedì 10 aprile, a causa dei risultati di tali votazioni sinistramente anche profetizzate, avrà inizio il metaforico conto alla rovescia che porterà nei cinque anni di prossimo governo con l’evolversi dei mutamenti politici a sinistra (questo anche se le medesime sinistre non dovessero vincere le elezioni, poiché profeticamente parlando viene detto: quando tutti i rossi si uniranno), il sangue scorrerà nuovamente, portando la nazione Italia ad un conflitto lacerante che farà inevitabilmente affondare la nave-transatlantico in quel senso sinistramente governata.

Conseguentemente sul piano internazionale ed esattamente quello Medio-Orientale, il mondo islamico all’occidente ostile ma dall’occidente tecnologicamente armato, dopo una lunga sequela di attentati terroristici, si preparerà infine a riversarsi sulle coste del mediterraneo per portare a compimento quanto dal loro odio dettato e come scritto nell’Apocalisse, contemplato in un piano d’invasione dai Rossi-Russi ideologicamente e militarmente sostenuto.

A questo farà seguito l’inevitabile terzo conflitto mondiale con il coinvolgimento delle potenze militari mondiali…segno premonitore dei prossimi peggiori eventi come l’inclinazione dell’asse terrestre e sconvolgimento generale (ma nessuna fine del mondo da chicchessia proclamata) dei cicli equinoziali così come dalla nostra civiltà conosciuti; con la grande opportunità, per chi ne avrà la forza psicologica di sopportazione, di venire finalmente a conoscenza di cosa realmente siano i famosi “tre giorni di buio” in rete (come in questo forum da Silvy che affettuosamente saluto) tanto menzionati.

Se di evoluzione spirituale e scientifica si parla quindi, tutti i bla-bla fiolosoficamente, intellettualmente, pronosticamene dall’umano desideroso di conoscenza sostenuti, lasciano il tempo che trovano, perduto inutilmente alla ricerca di ciò che a nulla serve se non a portare ancor più confusione mentale nella propria coscienza; poiché v’è un solo scopo e ragione attribuibile positivamente alla sacra scienza, che è quello di far elevare con prove alla mano l’individuo dalla sua stessa incoerenza e stupidità.

Chi si da pena pertanto, è colui il quale con estrema passione, tenta di scoprire cosa sia in realtà l’Amore di Dio. Costui, scoprirà infatti, che tutte le altre cose comprese le rivelazioni ottenute attraverso la ricerca, vengono da Dio largamente elargite e, senza costo alcuno, al sincero ricercatore donate.

Poseidone.
10/04/2006 12:01
Post: 33
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Ciao Poseidone, ricambio affetto e saluti!
Silvy
16/04/2006 13:52
La madre di tutte le profezie...
Piccolo regalo per voi...
i miei studi sulle geometrie sacre mi hanno portato ad individuare anche i testi e le storie (questo e' solo uno) che contengono contenuti ancora vergini e non alterati dei vari contesti ed informazioni "religiose" di alcuni nativi americani e notiamo che i vari flussi religiosi hanno adottato ed elaborato le "stesse informazioni" incorpandole nei loro contesti e presentandole con coloriti piu' o meno differenti...semplicemente incredibile ed affascinante....
Buona Pasqua a tutti!

www.the7thfire.com/.../ dream_catcher_history.htm

The Seventh Fire
Neesh-wa-swi ish-ko-day-kawn'   


The People of the Seventh Fire

More than 1,000 years ago my people, the Anishinabeg,  lived along the shores of the Atlantic Ocean. There were so many and they were so powerful that it is said that one could stand at the top of the highest mountain, look in all directions, and not see to the ends of the nation.  They traveled the waterways by canoe and in winter they traveled with dog sled.  Their life was full of abundance and beauty.  The Anishinabeg developed their natural heritage of wisdom and power through dreams and the way of the circle.  They followed the path of the spirit, walking in balance, in harmony with all beings.  They communicated with the animals and fish that provided them with food.  Trees and plants told them  of their medicines. They knew the magic and mystery of the spirals.  Using this knowledge, some of them traveled great distances with ease.  Even today, some of the Hopi people of the Southwest desert in the USA still remember the stories of my people appearing in their underground chambers.  They would speak with the Hopi people, do ceremony with them, and then disappear through the walls of the kiva.  

My people had no need for police, laws, courts, judges, or prisons.  It is the way of the circle to help each other and for each to contribute their talents and skills for the well-being of the community.  The best hunters and fishers would share the hunt.  The women gathered food together and shared it with everyone.  They lived by the Original Instructions to love, honor, and respect all beings in the circle of life.  This was given to all people at the beginning of the Creation.  It's written in our hearts.

                                        The Prophecy of the Seven Fires
The megis is a cowrie shell, very sacred to the Ojibwe.   Through the megis Creator breathed life into all beings.



Then seven prophets appeared to the people.  The First Prophet told the people that in the time of the First Fire they would leave their homes by the sea and follow the sign of the megis.  They were to journey west into strange lands in search of a island in the shape of a turtle.  This island will be linked to the purification of the earth.  Such an island was to be found at the beginning and at the end of their journey.  Along the way they would find a river connecting two large sweet water seas.  This river would be narrow and deep as though a knife had cut through the land.  They would stop seven times to create villages but they would know that their journey was complete when they found food growing on the water.  If they did not leave, there would be much suffering and they would be destroyed.  And they would be pursued and attacked by other nations along the way so they must be strong and ready to defend themselves.

The Second Prophet told them they could recognize the Second Fire because while they were camped by a sweet water sea they would lose their direction and that the dreams of a little boy would point the way back to the true path, the stepping stones to their future.

The Third Prophet said that in the Third Fire the Anishinabe would find the path to the lands prepared for them and they would continue their journey west to the place where food grows upon the water.

The Fourth Prophet was two who came as one.  The first told them to expect a race of people who had light skin.  The future of the Anishinabeg would be known by the face the light-skinned people would wear.  If they come in brotherhood there would be a time of wonderful change.  New knowledge would be joined with the old knowledge and the two peoples would join to make a mighty nation.  Two other nations would join to make four and they would become the mightiest nation of all.  If they brought only their knowledge and their good-will they would be like brothers.

The second being of the Fourth Prophet warned the light-skinned race might wear the face of death that would almost look the same as the face of brotherhood.  "If they come carrying a weapon and if they seem to be suffering, beware.  Behind this face is greed.  You shall recognize the face of death if the rivers are poisoned and the fish are unfit to eat."

The Fifth Prophet said that in the time of the Fifth Fire there will be a struggle between the way of the mind of the light-skinned people and the natural path of spirit of the many nations of natural people.  "As this fire loses its heat there will come among the people those who promise great joy and salvation.  If the people accept this promise and abandon the old ways, the struggle will continue for many generations.  This promise is false and it will nearly destroy those who accept it."

The Sixth Prophet told them that in the time of Sixth Fire it would be clear that the promise accepted during the Fifth Fire was false.  "Those who were deceived by this promise will take their children away from the teachings of the elders.  The elders will lose their purpose in life and many will become sick and die.  Many people will be out of balance and the cup of life will become the cup of grief."

The Seventh Prophet was younger than the others who had come and there was a glowing light from his eyes.  He said that there would come a time when the waters had been so poisoned that the animals and plants that lived there would fall sick and begin to die.  Much of the forests and prairies would be gone so the air would begin to lose the power of life.  The way of the mind brought to the red, black, and yellow nation by the white nation would bring danger to the whole earth.  In this time there will arise Osh-ki-bi-ma-di-zeeg, a new people who will emerge from the clouds of illusion.  They will retrace their steps to find the treasures that had been left by the trail.  The stories that had been lost will be returned to them.  They will remember the Original Instructions and find strength in the way of the circle.  Their search will take them to the elders and the new people will ask for guidance.  But many of the elders will have walked the Path of the Souls to the Star Web.  Many elders will have forgotten their wisdom and they will not be able to help.  Some of the elders will point in the wrong direction and others will remain silent because of their fear.  Some of the elders will be silent because no one has asked them for their wisdom.

If the New People will find trust in the way of all things, in the circle, they will no longer need the selfish voice of the ego and they can begin to trust their inner voice.  Wisdom will be once again be found in dreams of the night and of the day.  The sacred fire will once again be lit.  The Light-skinned People will be given a choice between two paths.  If they choose the right path the Seventh Fire will light the Eighth Fire and final fire of  brotherhood and sisterhood.  If they choose the wrong path, remaining on the path of the mind, then the destruction they brought with them will come back to destroy them.  The people of the earth will experience much suffering and death.





27/04/2006 00:52
Re: La madre di tutte le profezie...
Su questo sito ci sono delle documentazioni riguardo un ragazzo indigo, e mi chiedo se in effetti la profezia che ho inserito sopra, non si riferisse proprio a queste persone, menzionando che infatti nasceranno persone spirituali in grado di aiutarci, in grado di individuare le antiche tracce lasciate per noi, persone con poteri antichi risvegliati, ed allora non mi sento strana se mi accorgo che infatti questo sta' succedendo su scala mondiale, e non soltanto a me nel mio piccolo con le mie piccole manifestazioni paranormali, ma ci sono persone, specialmente bambini, che stanno avendo esperienze simili, ma molto piu' profonde delle mie...io al contrario di queste persone, non so' come controllare queste forze, non so' come attivarle a comando, e sono terribilmente emotiva e non reggerei il fatto di avere la consapevolezza di essere in grado di poter interferire in questa realta' a questi livelli...un conto e' farlo a livello inconscio e con manifestazioni spontenee e sporadiche, un conto e' acquisirne la consapevolezza ed utilizzare queste forze e metterle al proprio comando...non sono pronta per una cosa simile, che sinceramente mi fa' paura...non ho la fermezza d'amimo ed il controllo per inoltrarmi in un sentiero del genere da me completamente sconosciuto...magari piu' in la'...non voglio osare troppo al momento...Infatti la profezia menziona che saranno proprio i nuovi bambini a mostrarci la strada...vedremo...al momento possiamo solo mettere a confronto ed analizzare le varie testimoniante di questi bambini "particolari" e di quelli diventati adulti, e notare come percepiscono il cosmo e le varie dimensioni....Ecco il sito da visitare:
http://www.paolaharris.it/jason-ita.htm
www.paolaharris.it/jason-ita.htm
01/07/2007 02:11
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LE PROFEZIE DI LEONARDO DA VINCI
LE PROFEZIE DI LEONARDO DA VINCI

Leonardo da Vinci, oltre alle sue spettacolari opere artistiche, ai suoi progetti prodigiosi ed ai suoi scritti tanto cari a Bill Gates, ci ha lasciato un esiguo numero di profezie sottoforma di sentenze ed aforismi. Quella che ci interessa è questa:

Vedrassi tutti li elementi insieme misti trascorrere con gran
revoluzione ora inverso il centro del mondo, ora inverso
il cielo, e [...] dalle parti meridionali inverso il freddo settentrione,
[...] dall'oriente inverso occidente

e poi precisa che gli uomini, come le piante e ogni altro elemento «scambieranno emisferio immediate». Non abbiamo alcuna indicazione che ci permetta di stabilire quando Leonardo prevede che tutto questo si possa avverare, è certo però che ritiene questi avvenimenti sconvolgenti, tanto che li pone a seguito di una serie di descrizioni apocalittiche. Le sentenze che seguono non vanno interpretate alla lettera ma devono essere considerate una conferma del fatto che Leonardo ci sta parlando di un avvenimento catastrofico che segnerà la storia dell'umanità.

Ecco cosa scrive Leonardo:

molti morti si moveran con furia e piglieranno e legheranno i vivi
[...] vedrassi i morti portare i vivi in diverse parti
[...] vedrassi le piante rimanere sanza foglie e i fiumi fermare
i loro corsi [...] e li alberi e li arbusti delle gran selve si convertiranno
in cenere [...] li animali d'acqua moriranno nelle bollenti acque
[...] alla fine la terra si farà rossa per lo infocamento di molti giorni,
e le pietre si convertiranno in cenere.

Tutto questo dunque accadrà in concomitanza con l’inversione del campo magnetico terrestre, cui Leonardo fa riferimento abbastanza chiaramente, nonostante non possedesse le conoscenze attuali sulla natura del nostro pianeta. Un evento di questa portata, repentino com’è descritto nelle sentenze citate, potrebbe essere causato dall’incontro ravvicinato con un pianeta delle dimensioni del Planet X.


Fonte: Ecplanet

www.spiritualsearch.it/files/index.cfm?id_rst=8&id_art=10978
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