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Pensate ....

Ultimo Aggiornamento: 30/08/2003 02:31
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27/08/2003 02:02
 
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Mi piacerebbe sapere che cosa pensate dell'uomo del novecento (colui che è stato definito de montale l'uomo che non si cura della sua ombra)
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27/08/2003 16:28
 
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Per far luce sul post, per tutti gli amici che non conoscessero la poesia di Montale al quale ti riferisci, tratto dal suo primo libro "Ossi di Seppia"

Eugenio Montale
Non chiederci la parola


Non chiederci la parola che squadri da ogni lato
l’animo nostro informe, e a lettere di fuoco
lo dichiari, e risplenda come un croco
perduto in mezzo a un polveroso prato.

Ah l'uomo che se ne va sicuro,
agli altri ed a se stesso amico,
e l'ombra sua non cura che la canicola
stampa sopra uno scalcinato muro!

Non domandarci la formula che mondi possa aprirti,
sì qualche storta sillaba e secca come un ramo.
Codesto solo oggi possiamo dirti,
ciò che non siamo, ciò che non vogliamo


PARAFRASI DI "Non chiederci la parola"

"Non chiedere a noi poeti le parole che descrivano chiaramente la nostra anima confusa, e che con lettere luminose la definiscano, e risplendano come un giallo fiore di zafferano che si stacchi solitario in mezzo ad un prato polveroso.
Fortunato l'uomo che avanza senza dubbi, in accordo con gli altri e con se stesso, e non si preoccupa dell'ombra che un sole cocente proietta su un muro sbrecciato!Non chiederci una formula che sappia svelarti nuovi mondi, bensì qualche sillaba imprecisa e secca come un ramo. Solo questo oggi possiamo rivelarti: quello che non siamo, quello che non vogliamo."




Ho inserito la PARAFRASI perchè copierò il mio post anche in letteratura e poesia.....

Pierpa
Vuolsi così colà dove si puote ciò che si vuole.... e più non dimandare!

[Modificato da T-Pierpa 27/08/2003 16.36]

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27/08/2003 16:54
 
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Partendo dalla frase citata del Montale, lui inquadra in quella poesia, a mio avviso, un uomo che si crede un superuomo (un po' alla D'Annunzio), in profonda disarmonia con l'autore stesso (Ricordo che Montale, fu uno degli autori più umili del novecento: era un uomo schivo, distaccato e disilluso verso se stesso e la propria stessa esistenza, e con quel modo di scrivere sempre da SCRITTORE DELLA STRADA, e non da GRANDE UOMO DI LETTERE quale che era, divenne uno dei massimi rappresentanti della poesia e della cultura contemporanea)
Beh, proprio quell'uomo così descritto, uno che possiede la facoltà di aprire nuovi mondi, che può permettersi di non curarsi della propria ombra, perché fortemente ancorato alla realtà.......... (proprio quell'uomo assomiglia ad alcuni illustrissimi colleghi di Montale), ma....... quello stesso uomo non si accorge di essere anch'egli ombra sgretolata su un muro, non si accorge che le sue parole possano portare ad una dolorosa angoscia.... peggiore....
In confronto a lui Montale, potrebbe pronunciare parole prive di conforto e secche come un ramo.


Questo è a mio avviso ciò che racchiude in fondo il suo pensiero,pienamente consapevole dei limiti storici e morali della civiltà contemporanea, dopo il crollo di tutte le verità e certezze positive, sente di appartenere alla «razza di chi rimane a terra». Rifiuta, quindi, la poesia trionfalistica e celebrativa dei «poeti laureati» Carducci e D'annunzio, e ogni facile ottimismo consolatorio. Torcendo il collo all'eloquenza, attraverso un linguaggio in cui l'aulico cozza, secondo la lezione del crepuscolarismo di Gozzano, con il prosastico, Montale offre al lettore come unico messaggio: «ciò che non siamo, ciò che non vogliamo».


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27/08/2003 19:58
 
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Qui si intravede lo "scontro" tra l'uomo "comune" e il poeta(o filosofo, scienziato o chi per lui).
Si ripropone l'interessante tema di Matrix: "pillola rossa o pillola blu"? Meglio "elevarsi" rispetto alla massa, con tutto quello che ne consegue, oppure vivere come tutti, senza porsi problemi o perdere energie in qualcosa di diverso?
In parte è vero che "l'ignoranza da la felicità"(in tal caso per ignoranza non intendo la ricerca della conoscienza, ma lo scrutare se stessi nel profondo per consegnare all'umanità le opere di genio) ma è altrettanto vero che senza la sofferenza e l'impegno di alcuni uomini, non solo la ricerca scientifica sarebbe tuttora a livelli ancestrali, ma non avremmo potuto apprezzare le varie opere di tali menti.
Inoltre visto che hai introdotto la figura del "superuomo" si ripropone la figura di Nietzche: uomo profondamente ferito e depresso, che forse proprio per un processo di compensazione ha creato la figura a lui alternativa del grande autore, il superuomo.
Come una specie di Alter-ego migliore non solo di lui, ma anche di tutti gli altri rispetto ai quali lui stesso non sapeva correlarsi, attorniato dai complessi di inferiorità.


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29/08/2003 02:03
 
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Caro dragon "dà" nel senso di dare siù scrive con lo accento sulla a atrimenti è preposizione semplice.Comunque ,passando a cose serie .trovo che l'interpretazione di pierpa sia più giusta da un punto di vista stilistico- storico , mentre quella di dragon maggiormente interpretativa .Vi ringrazio comunque per l'attenzione.[SM=g27963] [SM=g27963] [SM=g27963]
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29/08/2003 02:18
 
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Buahaha, ma pensa ai tuoi di errori grammaticali che ne metti a bizzeffe [SM=g27964]
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29/08/2003 14:38
 
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Io ODIO l'uomo!!!!!!!
Non importa di che periodo sia
Io lo ODIO!!

Questo è quanto basta!!
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e i truzzi li odio ancora di più!![SM=g27980]
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29/08/2003 16:56
 
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Mi astengo dal commentare... -_-
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30/08/2003 01:52
 
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Mi unisco all'astenersi di dragon ,comunque i tuoi errori sono gravi perchè sono sbagli mentre i miei sono sbagli mentre clicco le lettere sbagliate.BUAHAHAHAHAH(ho sempre la risposta pronta anche col moderatore generale).[SM=g27976] [SM=g27976] [SM=g27976] [SM=g27976] [SM=g27976] [SM=g27976] [SM=g27976] [SM=g27976] [SM=g27976] [SM=g27976] [SM=g27976] [SM=g27976] [SM=g27976] [SM=g27976] [SM=g27976] [SM=g27976] [SM=g27976] [SM=g27976] [SM=g27976] [SM=g27976]
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Dio
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30/08/2003 02:31
 
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E la punteggiatura allora(visto che in genere è quasi assente)?
E aspetto la risposta per ribattere sul mio "errore".
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