Intervista rilasciata da Aldo del Bò a Montagnaonline riguardo la passata stagione sciistica; mi domando: costui era ubriaco?
In Liguria, riferito all’attività sportivi invernale, agli sport della neve e del ghiaccio in particolare, all’impiantistica a fune, si è decisi di voltar pagina e di non chiudere definitivamente il libro.
Se managerialmente poteva essere consigliabile, emotivamente, socialmente, sportivamente, ... proprio no!
Basta quindi fanalino di coda, fertig - finish - fini - finito l’epoca delle Cenerentole; si riprenderanno gli studi su nuovi progetti, opere di rimodernamento, riassestamento, rivitalizzazione, nuove piste alpine e nordiche, calcoli di funi tese e corretti franchi che, coi Franchi non bisogna scherzare nel rispetto dei Santi. Tutto questo anche grazie anche all’interessamento di un giovane di vasta esperienza settoriale, acquisita sulla montagna lombarda, ora alla guida del turismo ligure: Sandro Dalla Giovanna, che avete conosciuto all’Anef 2001 di Rapallo mentre assumeva il prestigioso incarico.
Ha svegliato bruscamente l’iter burocratico di talune pratiche coperte dalla polvere e dalla noia di venir perennemente ricusate, ben proposto un’abile tessitura tra sociale e privato, coinvolgendo l’attenzione del mare, più ricco, ai propri monti come parte di esso.
Verranno i contributi, finalmente più equamente divisi, sul territorio nazionale, che nel quasi mezzo secolo trascorso; le tre zone di neve quali Monesi, Sassello, Val d’Aveto, da ponente a levante,torneranno a far sciare, anche pattinare, la gente.
Creando posti di lavoro, indotto alberghiero tutto l’anno, commercio, piccole industrie, migliorando la viabilità e attivando flussi turistici non solo locali.
Ci si attesterà su due impianti di risalita per stazione, un percorso di fondo, innevati programmatamente che hanno funzionato, negli ultimi anni, a singhiozzo talvolta solo sulla carta per mantenere le concessioni.
E si vedrà! Abbiamo visto!
Inoltre, le novità di una pista di fondo, “neve sicura”, a Calizzano (SV) e il palazzo del ghiaccio all’interno del Porto Antico di Genova.
Così, grazie a questi progetti, potrò finire di tediarvi ogni riunione del tipo di oggi, come da anni faccio a malincuore, a sostegno di una causa non più perduta. Non vi intristerò più col lamento della vedova, mai congeniale a un ligure più propenso al “mugugno” che non finirò mai di avere.
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