Promesse non mantenute

Roma, 28 aprile 2006 – I laboratori di una primaria casa farmaceutica non hanno reso disponibile un nuovo e importante farmaco contro l’AIDS alle persone nei paesi in via di sviluppo, denuncia l’organizzazione internazionale di soccorso medico 'Medici Senza Frontiere'(MSF).

Le parole del Presidente Internazionale di MSF: "Continuiamo ad assistere sempre alla stessa storia: le compagnie farmaceutiche annunciano un prezzo speciale, ma non registrano il farmaco nei paesi che hanno i requisiti per tale prezzo, così il prezzo resta virtuale".

Se l’accesso ai farmaci necessari dipende dalle politiche di marketing, e non sono chiamate in causa altre componenti della società civile a tutela delle necessità degli indifesi, allora le vite di milioni di persone malate di HIV / AIDS saranno sempre in pericolo.

Il mio ex marito fa parte di Medici senza Frontiere; ogni anno parte per qualche missione.
Ciò che incontra non è nemmeno da raccontare, eppure si continua a sperare.


Le multinazionali farmaceutiche sono delle lobby potentissime, difficile sgominarle, difficile combatterle se non esiste volontà politica; troppi ed enormi gli interessi economici.
Tutto il loro impegno è costruito sul mantenere alto il loro fatturato (così come le fabbriche di armi), che vuoi che gliene importi se muoiono come mosche per mancanza di medicinali che, da noi, costano quasi nulla e, per chi ne ha necessità, sono introvabili?



Una notizia positiva: la settimana scorsa la mia parrocchia ha inaugurato un ospedale in un misero paese del Perù che abbiamo adottato... in fondo è un piccolo passo verso la fine della vergogna, non credi?

Le case farmaceutiche debbono mantenersi e mantenere le ricerche e la preparazione dei farmaci. La ricerca va pagata, i cervelloni vanno pagati, i laboratori hanno spese alte, chi s'impiega in queste cose vuole guadagnare bene. Non si tratta di cosette da nulla, sono costi altissimi ed impegni a lungo termine.
Alle case farmaceutiche non ne frega nulla se un'organizzazione compera le medicine in Italia, in Usa o in Inghilterra e poi le porta in Africa, oppure se i governi africani quando vendono i loro prodotti acquistano dall'Europa o dall'Asia o dagli USA armi invece che medicinali. A loro interessa che il loro lavoro sia pagato a livelli occidentali oppure sono costrette a chiudere e se chiudono possiamo dire addio alle ricerche e addio ai medicinali.

Quindi pensiamo come fare per aiutarli direttamente...

Scommetto che il marito di fiordineve quando parte per l'africa si porta apresso una cassa di medicinali, tanta pazienza e non inutili o peggio false chiacchiere.

E già abbiamo capito un modo di fare.

Giancarlo