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03/02/2006 14:12 | |
Mangiai della carne d’ogni animale
Della serpe il veleno divenne ambrosia
Ed il ruggire del leone divenne la mia lingua………
Forestiero nella notte vagai
Cuore d’ideale mendicante schiacciato nel pugno
E fui Luce nella tenebra:
E la tenebra innanzi a me si ritrasse purpurea
Di vergogna, lasciva lebbrosa di morenti tempi.
S’alzi dunque il sole!
Dal bagno di sangue, sorga la luce!
I ciechi si ritirino nei loculi
I farisei nelle tombe,
Come pugnale il mio ghignare spezzi l’umano
Dalla terra i canti degli dei si levino in tripudio:
Ritorno dall’esilio, ritorno dalla morte
La nuova alba sorge in me.
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03/02/2006 23:25 | |
Dalla fine si espande un po' di luce per questa poesia che, volutamente, è troppo sensazionalistica. |
| | | OFFLINE | | Post: 2.425 Post: 599 | Registrato il: 23/01/2003
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04/02/2006 09:00 | |
Una buona lettura epica, questa tua poesia.
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| | | OFFLINE | | Post: 10.786 Post: 9.838 | Registrato il: 26/01/2003
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04/02/2006 09:26 | |
Sarà nuovo, ma a me ricorda tanto Garibaldi
" Si scopron le tombe, si levano i morti
i martiri nostri son tutti risorti!
Le spade nel pugno, gli allori alle chiome,
la fiamma ed il nome d'Italia nel cor:
....
La terra dei fiori, dei suoni e dei carmi
ritorni qual'era la terra dell'armi!
Di cento catene le avvinser la mano,
ma ancor di Legnano sa i ferri brandir.
"
Li uscivano dalle tombe e qui rientrano.
Scherzoooooooo
Seriamente penso che tu voglia dire che l'uomo nuovo nasce da molti dolori ed odi a cui finalmente viene messa la parola fine.
Se così è, così sia!
Giancarlo cobite
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04/02/2006 15:58 | |
A Mariaantonietta: non è più provocatoria o sensazionalistica delle mie altre composizioni "depressive", ma al contrario i miei versi tristi sono in stretto rapporto dialettico con quelli dal sapore "superomistico".......... un rapporto solo in apparenza contraddittorio: se la mia tristezza è dovuta alla morte dell'Ideale e alla non accettazione della mia finitezza e imperfezione umana, la mia esaltazione è un ritorno di fiamma della fiducia di un possibile superamento dell'umano (ossia del finito e del condizionato).........
Grazie Elfo
A Giancarlo: sicuramente l'uomo nuovo nasce dal dolore, ma l'odio per l'umano se lo porterà sempre appresso....... senza quest odio nemmeno il dolore avrebbe senso. ave |
| | | OFFLINE | | Post: 1.273 Post: 808 | Registrato il: 10/12/2004
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04/02/2006 16:34 | |
Vedo che la morte non è altro che consapevolezza di essere andato oltre se stesso, così che riappropriatosi del suo essere l'uomo riparta verso nuovi orizzonti...
Ci sono dei passi marcatamente se non cristiani filo-cristiani...
come la "Luce nella tenebra" -- "ritorno dalla morte"... la condanna dei farisei che non è altro che condanna della falsità e dell'ipocrisia...
Molto bella nichi |
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04/02/2006 21:16 | |
Grazie Gae.......... sì qui e lì saltano fuori immagini cristiane, vuoi perchè in altri tempi mi son molto interessato al cristianesimo, sia perchè considero la calata e la resurrezione di Cristo dall'Inferno il perfetto simbolo del cammino verso il Superuomo. ave |
| | | OFFLINE | | Post: 10.802 Post: 9.854 | Registrato il: 26/01/2003
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05/02/2006 00:18 | |
" Giancarlo: sicuramente l'uomo nuovo nasce dal dolore, ma l'odio per l'umano se lo porterà sempre appresso....... senza quest odio nemmeno il dolore avrebbe senso. ave "
Non vedo il legame tra dolore e odio.
Forse c'è qualche punto d'incontro, ma non sono reciprocamente indispensabili.
Secondo me, si può benissimo soffrire senza odiare e odiare senza soffrire.
Giancarlo cobite
- L'Amore sarà l'unica vittoria dell'ultima rivoluzione. Il resto è tempo crudele di non-uomini. (Cobite)-
[Modificato da Cobite 05/02/2006 7.58] |
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