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Atti d'amore in surreali percezioni.prossima pubblicazione

Ultimo Aggiornamento: 22/01/2006 10:32
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22/01/2006 10:32
 
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[SM=g27811] Alcuni stralci tratti dal romanzo:
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Dopo essersi rinfrescati e aver disfatto i bagagli, i coniugi Mac Hintosh s’affrettano a raggiungere la sala per consumare la loro cena a lume di candela (da tempo sospirata e da sempre rimandata), nella romantica terrazza che dà sul lago del parco. Accanto al tavolo si erge un elegantissimo carrellino, su cui è posto un sontuoso cestello placcato d’oro, contenente champagne. Dentro, un’imponente bottiglia magnum di Moet e Chandon del 1958 li attende immersa in un bagno di ghiaccio in compagnia di due splendide coppe di cristallo.
Sul tavolo, insieme alla etichetta ‘riservato’, un biglietto personalizzato dalla direzione della villa sembra quasi non voler stare più dentro la sua busta. La mano di Lucy, vestita da un candido guanto bianco, lo coglie delicatamente come una rosa. Una lacrima di commozione non riesce a restare aggrappata e si lascia andare giù per la sua guancia. Loris, accortosi dell’espressione di Lucy, le chiede cosa ci sia scritto in quel biglietto.
“Cara, cos’è che ti ha commosso tanto?”
“Guarda, caro, la direzione ha voluto darci il suo benvenuto.”
“È normale! Lo danno a tutti!”
“A tutti scrivono questo? Leggi: ‘Un benvenuto regale alla donna più dolce e romantica e all’uomo di maggior classe e umanità, che insieme formano la coppia più affiatata e unica che la direzione abbia mai avuto l’onore d’ospitare.’”
“Eh, Andrea è sempre Andrea, riesce perfino a unire il suo charme e la sua eleganza ad una ‘professionalità poetica’ che lo fa distinguere sempre fra tutti.”
Finita la cena, i due si avviano verso un romantico ponticello di legno che unisce la terrazza all’altra sponda del laghetto.
Prendendole la mano, Loris le bacia dolcemente il collo, con un pizzico di passione. Sembrano due ragazzini innamorati. La scena non è sfuggita al direttore Andrea, il quale con un cenno della mano ordina ad un gruppetto di violinisti di disporsi nella parte estrema della terrazza, e improvvisare un brano molto caro alla coppia Mac Hintosh. Così stretti nel loro bacio appassionato, una dolce melodia li avvolge delicatamente quasi a girargli intorno per farsi ascoltare meglio. Al sentire quelle romantiche note a loro familiari, Loris esclama:
“Senti anche tu, cara, questa musica? Te la ricordi? Esattamente come quando ci siamo baciati la prima volta, proprio qui, sul ponte! Anche quella sera sentimmo la stessa musica!”
“Sìì! Only You dei Platters! Ohh, caro, grazie della sorpresa! È tutto così stupendamente romantico, stasera!”
“Vieni, cara, andiamo a fare una passeggiata nel parco!”
“Va bene, ma arriviamo solo a quella panchina lì in fondo al viale alberato, sono molto stanca del viaggio e ho il pensiero dei ragazzi. Domattina riproverò a chiamarli, chissà che non riesca a sentirli.”
“D’accordo, cara, due passi e poi ci ritiriamo nella nostra stanza. Anch’io mi sento un po’ stanco.”
Passeggiando mano nella mano, un raggio di luna li segue illuminandoli, lasciando tutto il resto in una strana penombra di chiaroscuro dorato, come farebbe il riflettore di un palcoscenico in un musical d’effetto. Le due figure sembrano danzare anziché camminare, muovendosi con grande eleganza, appoggiando il capo l’uno sulla spalla dell’altro scambiandosi dolci frasi e rimembrando momenti indelebili, per entrambi, del loro giovane ma robusto amore.
“Sai, Lucy, che tengo ancora nel portamonete quella foglia di ciliegio su cui abbiamo scritto il nostro amore? Lo scrivemmo sulla foglia per non ferire il tronco dell’albero, manifestandogli il nostro rispetto e per ricevere da lui e dalla natura la benedizione del nostro amore! Fu proprio un dolcissimo atto d’amore verso di lui, il nostro, non credi?”
“È vero! E ha funzionato! Il nostro amore è forte e robusto e la natura ha voluto ringraziarci nel donare ad esso la forza e la robustezza di un ciliegio. Non occorre ferire gli alberi incidendo i loro tronchi. Loro dialogano tra loro e hanno trasmesso comunque il nostro amore al mondo intero, trasferendo il messaggio, con la magia che solo la natura ha il potere d’avere, dalla foglia del nostro albero (non strappata ma raccolta alla sua pendice) alle altre, che il vento ha poi sollevato e trasportato lontano.”
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“Mi risvegliai tre giorni dopo, al day hospital di San Francisco e accanto al mio lettino ritrovai il mio capitano. Provai una emozione fortissima, intuendo d’essere riuscito a salvarlo. Lui girò il capo dalla mia parte e ci guardammo in silenzio per alcuni istanti. Entrambi con gli occhi lucidi, per il dolore e la rabbia di essere gli unici sopravvissuti a quell’inferno, senza aver potuto salvare gli altri, i nostri sguardi si soffermarono alcuni istanti l’uno nell’altro e in cuor nostro ringraziavamo Iddio per aver salvato l’altro, senza pensare minimamente d’aver avuto salva anche la propria di vita. Mi uscì un fil di voce: ‘Ciao, come stai?’ gli dissi istintivamente. Avevo dato del tu a un mio superiore, pensai, con rammarico che a quel punto avevo davvero completato la mia bravata.”
“Beh, qui sto meglio, grazie a te! Lì ultimamente faceva troppo caldo! E tu, come stai? Hai dormito da quando sono giunti i soccorsi! Mia madre me lo ripeteva sempre di non mangiare troppo e che stavo ingrassando; devi esserti stancato molto nel portarmi sul groppone!”
“Ho un po’ di mal di testa, signor capitano! Ha notizie del generale e di Steve Harrison?”
“Non m’avevi dato del tu, poc’anzi? Cos’è questo lei ‘militare’? Purtroppo non ho notizie sulla loro sorte, temo che i diavoli siano riusciti ad arrostirli abbastanza da non lasciargli alcuna speranza di salvezza.”
“Allora dove sono stati ricomposti? Le hanno restituite le loro spoglie ai familiari, no?” gli domandai con le lacrime agli occhi.
“Caro Loris, purtroppo sono rimaste lì, dove sono state trovate. Ho già chiesto io, appena sveglio! Mi sono sentito rispondere che non potevano rischiare delle vite umane per recuperare delle ceneri.”
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Due timide goccioline di sudore scendono lungo il volto di Loris. Una voce roca echeggia forte da un tavolo in fondo alla sala:
“Clarì, abbassa i riscaldamenti, il signore ha caldo! Non vedi che suda?” grida alzandosi nel frattempo e andandogli incontro. Fermatosi a due centimetri dal naso di Loris, continua ad urlare:
“Cos’è questa? Un ricordino di cioccolata da portare a tuo figlio? Proviamo se è vera? Anzi giochiamo! Quale delle due è vera? La mia o la tua?”Loris capisce che sono giunti a un punto cruciale e che, volente o nolente, deve escogitare qualcosa. Esordisce dicendo:
“Ok, ok! Vi diremo tutto! Abbassate le armi! Ci siamo fermati apposta qui per controllare che tutto fosse sotto controllo! Siamo due agenti speciali, appartenenti alla vigilanza! Il governatore vuole una dettagliata relazione su tutta la regione, sia sui gruppi ribelli che sull’affidabilità dei clan associati!” dice tutto in una volta come per togliersi un peso dentro.
“Continui a prenderci ancora per i fondelli? Chi ti assicurava che noi non fossimo i ribelli? O forse voi cercavate proprio loro?” insiste con evidente diffidenza, tenendogli premuta la canna sulla tempia.
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Tenendosi per mano, come due ragazzi innamorati, percorrono un vialone alberato pieno di monumenti e statue di persone illustri, e Lucy gli chiede teneramente:
“Loris, ti ricordi quando ti feci da guida, e assistesti per la prima volta, affascinato, al palio che si svolgeva nella stessa piazza dove ci stiamo dirigendo adesso?”
“Come potrei non ricordarlo? Erano già trascorsi alcuni mesi, da quando capimmo che l’amore aveva fuso i nostri cuori in uno, e tu, guardando un puledrino coccolato dalla sua mamma, mi comunicasti la lieta notizia!” le risponde Loris con tono affettuoso.
“Sì ed ero molto emozionata e impaurita della tua reazione! Non sapevo come darti la notizia! Temevo, sinceramente, che avresti potuto pensare male di me, che volevo incastrarti, solo dopo pochi mesi che ci conoscevamo! Tu eri un uomo noto e stimato, mentre io ero ancora una ragazzina!”
“Ed invece, sciocchina mia?” le chiede candidamente Loris.
“Sei stato l’uomo più dolce, più tenero, più paterno che io abbia mai conosciuto e amato! Ti sei messo a piangere dall’emozione! È stata la scena più commovente e intensa che abbia mai visto! Veder piangere un uomo per l’annuncio che sta per diventare papà!” ammette Lucy.
“È vero, e mi capita spesso d’emozionarmi, quando vedo un papà che gioca o passeggia col suo bambino, quando parlano come due adulti, scherzano e ridono! Vedere negli occhi di quel padre tutta la felicità di questo mondo, mentre riesce a poter passare quei momenti con il suo bambino, crea in me una irrefrenabile voglia d’abbracciarlo e congratularmi con lui per aver compreso quanta felicità possano dare quei pur brevi momenti che la vita frenetica ci concede.”
“Amore, tu sei stato sempre presente nei periodi importanti della vita dei tuoi figli! Anche se col tuo lavoro eri costretto a stare molto tempo lontano da casa, non perdevi occasione di tornare tutte le volte che il lavoro ti concedeva una pur piccola pausa. Pur sapendo che ogni viaggio o spostamento poteva essere causa di pericolo o stress per la tua persona.”
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Atterrano su un’immensa distesa di verde, più grande del parco naturale di Yellowstone, da cui si erge una bellissima villa. Una prateria infinita dove scorrazzano liberi migliaia di cavalli d’ogni razza e colore. Dotata d’innumerevoli campi adibiti a diverse discipline sportive. Un’insolita sorpresa però desta la meraviglia degli ospiti: un numerosissimo esercito composto da bambini di ogni età, razza e colore, che presentano particolari problematiche
Fisiche, guidati e controllati da vari tutor.
“Io e mia moglie Athaly siamo stati felicissimi di soddisfare questa richiesta di Onyx! Anche gli altri suoi fratelli si sono dimostrati ben felici d’accudirli!” spiega Honeyx, soddisfatto.
“Ci scusi, Altezza, potreste chiamarlo anche voi Wolf? Ci confondiamo con tutti questi doppi nomi!” chiedono cortesemente Paola ed Erik.
“Wolf! Hai realizzato un sogno bellissimo, per tutti questi bambini, e donato una nuova speranza all’umanità intera! Complimenti da noi tutti” si congratulano in coro Domi, Suemi, Paola, Erik e Luigia
Mentre Wolf spiega i dettagli dei suoi intenti, profondamente umanitari, i due gemellini corrono a giocare insieme agli altri bambini. Wolf ha indirizzato le sue attenzioni e i suoi progetti facendo leva sul tenero quanto genuino sentimento donato da Dio ai bambini. In essi è innata la semplicità dell’approccio senza diffidenza, con ingenuità ma con una grande forza e capacità d’amare subito chi hanno dinanzi. L’amicizia nasce spontanea e genuina tra i piccoli.
Davide e Valentina fanno subito amicizia con altri due bambini, iniziando un tenero dialogo.
“Noi proveniamo dal pianeta Terra, però non abbiamo perso i nostri genitori! Siamo spiaciuti per quel che vi è capitato!” esclama Davide con tono rammaricato.
“Sìì, ora ricordo!” esclama Elisee. “Anche due dei quattro angeli si chiamavano come voi!”
“I nostri genitori stanno lì in fondo, insieme al nonno Honeyx!” esclama Valentina indicandoglieli.
Gerhard ed Elisee si voltano e scorgono due nitide figure a loro familiari. Insieme esultano gridando:
“Ehi, sono loro! I due angeli che ci salvarono! Quello più alto ci portò qui!” riferendosi a Wolf.
“Erano in quattro però!” grida Gerhard, andando incontro al gruppo degli adulti, tirandosi per mano la sorellina.
Giunti vicini, Elisee tira un lembo dei pantaloni a Domi, attirando la sua attenzione: “Ciao non ti ricordi di me?” col tono dolce, tipico delle bambine bisognose d’affetto da molto tempo.
“Il tuo sguardo e la tua vocina mi ricordano qualcosa, però non so cosa! Aiutami tu! Ti sono stato utile, per caso? Ti donai qualcosa che non ricordo?” le chiede Domi con tono imbarazzato, colto alla sprovvista.
“Certo che sì! Un atto d’amore!” gli rammenta Elisee. “A me e a tanti bambini, tu e quel signore, avete donato la speranza d’amare ancora! Di poter crescere serenamente! Credo che gli angeli si tramutino in esseri umani buoni, come voi, per ridarci la fiducia e la speranza che non tutti gli adulti sono cattivi e malvagi verso noi bambini!”
Domi la prende in braccio stringendola forte. Pur non avendo mai avuto bambini, a quelle parole si sente sciogliere il cuore. La folta barba comincia ad inumidirsi sempre più di dense lacrime, a voler esprimere tutta l’intensità dell’animo di quel giovane ragazzo.
“A te, bambina, il mio volto ricorda qualcuno, però il tuo mi esprime tenerezza, ma non mi ricorda nulla!” risponde perplesso Domi, quasi sconvolto da quelle domande.
Dopo averla riposta giù delicatamente, le risponde:
“Tutti noi ci dovremmo sentire obbligati a ringraziare voi, bambini, per la grande saggezza e l’amore racchiusi nei vostri piccoli cuoricini. Ci ricordate sempre i nostri obblighi e doveri e mai vi ascoltiamo, anzi spesso volontariamente li ignoriamo o scordiamo. Dal nostro concepimento, nel più grande degli atti d’amore del nostro Signore, ci vengono donati la saggezza, l’amore, la sincerità, l’innocenza. Tutti doni che man mano disperdiamo nel corso del nostro lungo, o corto, cammino della vita, senza saperli apprezzare e conservare!” Senza altre domande, i bambini ritornarono a giocare allegri come prima, lasciando perplessi gli adulti su quello strano dialogo.

Queste altre righe possono bastare, il volme è cmq sostanzioso e non posso certo postarvelo tutto, altrimenti vi tolgo il piacere.

Un abbraccio Wolf.

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