Distesa lungo l'argine, sotto il vecchio platano, sentiva scorrerle il fiume accanto e caderle addosso le foglie. Inerme nella sua bellezza.
Refoli di vento le scompigliavano i lunghi capelli e li gettavano ora a terra ora a coprire il suo viso.
Ad occhi chiusi riempiva i polmoni di quell'odore misto, di acqua e fango.
Immaginava di lasciarsi andare in quell'elemento, di essere solamente acqua. Fluidamente rigirarsi in gorghi e carezzare la freddezza delle rocce. Finchè tutto le ricoprisse anche l'ultimo lembo di carne.
Ma poi arrivava lui. Era un anno ormai che si aspettavano lì, accanto al fiume e sotto il vecchio platano.
Ora la sua pelle era di nuovo carne viva. E lei, prigioniera della passione. Respirava solo l'odore di lui e i suoi capelli ora si poggiavano morbidamente lungo le sue forti braccia...