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02/01/2007 10:51 | |
Eufronio
Il massimo esponente di un'arte eccezzionale:
la ceramica greca a "figure rosse".
Il celebre cratere di Eufronio del VI sec. a.C., che raffigura il trasporto del cadavere di Sarpedonte da parte di Hypnos e Thanatos, episodio narrato da Omero, fu infatti trafugato nel 1971 da una tomba etrusca a Cerveteri durante uno scavo clandestino e fatto entrare illegalmente negli Stati Uniti, dove fu poi acquistato nel 1972 dal Metropolitan Museum da un mercante d’arte svizzero, dopo trattative pare che tornerà in Italia entro il 2008.
Gli storici situano la nascita di Eufronio nel
terz'ultimo anno della vita del tiranno
Pisistrato, verso il 535 avanti Cristo, e l'inizio
della sua attività attorno ai 15 anii presso il
vasaio Khachrylion.
L'esperienza della ceramica attica detta a
"figure nere" si era conclusa da due decenni,
sostituita da quella delle "figure rosse "
cominciate dal pittore detto "di Andocide".
Eufronio si rivelò subito maestro nella nuova
tecnica e continuò a dipingere fino ai primi
anni del V secolo, poi il suo nome passò tra
quelli dei maestri vasai; un'iscrizione di una
base sull'Acropoli porta la dedica di
"Euphrònio..keramèus" cioè ceramista, e una
ricca produzione posteriore alle sue pitture
reca la sua firma in tale veste prima del nome
dei pittori che, si deve presumere, lavoravano
per lui.
Non era un passo indietro: chi aveva in mano
la produzione della ceramica poteva contare
su più lauti guadagni e maggior prestigio; ma
oltre a ciò può aver giocato anche una
prematura presbiopia, ostacolo
insormaontabile allora nel meticoloso lavoro a
pennello.
Varie iscrizioni ritrovate in ceramiche sue e di
altri autori, suoi amici-rivali, consentono di
ricostruire una biografia abbastanza precisa:
"queste cose sono fatte da Eufronio". cose
ovviamente giudicate straordinarie- si legge
scritto di sua mano; ma a firma di Euthymides,
con un riconoscimento implicito nella
spavalderia dell'affremazione, "Come mai ha
fatto Eufronio!", cioè, come addirittura
Eufronio sarebbe stato incaapace di fare.
Eufronio raffigura il mito, ma anche il suo
ambiente, la jeunesse dorèe ateniese, dove i
suoi compagni , tutti pionieri delle figure rosse
come Smicros, suo allievo, vivono, dipingono,
si corteggiano.
E Smicros, di rimando, lo dipinge mentre si
avvicina invitante al nudo Leagros, il più
vagheggiato degli imberbi amanti ateniesi.
Tra gli artisti della cerchia non mancano
persino quelli più raffinati di lui nel raffigurare
un'espressione o la delicatezza di un gesto (
Phintias e il citato Euthymides) nè quelli
altrettanto forti nel ricreare la tansione
drammatica dei soggetti guerreschi (Hypsis).
Ma nessuno di loro sa uguagliarlo nelle
sfumature dell'ultimo colore usato, nella
perfezione delle anatomie, nel vigore di
un'insieme dove non sono trascurati i minimi
particolare di ciglia, capelli barbe e unghie, nei
drappeggi delle figure vestite, nel groviglio dei
corpi in lotta: In una parola, nella genialità.
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