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L'inchiesta balistica Italiana sul 91".Ovvero dove casca l'asino.

Ultimo Aggiornamento: 29/07/2007 23:00
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08/07/2007 15:46

La notizia ANSA di questi giorni sulla perizia balistica effettuata in Italia sul fucile 91 mi aveva lasciato molto perplesso e scettico.Possibile che per accertare che con quel fucile fosse impossibile sparare tre colpi in sette secondi ci fossero voluti quarantacinque anni? che NESSUNO se ne fosse accorto prima? che un esame così elementare,direi quasi basilare non fosse mai stato condotto? ed anzi che tutti i test effettuati che avessero detto il contrario ,tutti idioti in questi quarant'anni e passa? tutti complici di "essi"? La risposta era molto semplice,e sotto i nostri occhi,ma come tutte le cose ovvie non l'avevamo ancora vista puntando piuttosto sulla solita bufala giornalistica estiva.A ricordarci l'ovvio è stato oggi sul "Corriere della sera" l'Ambasciatore Sergio Romano nella sua risposta ad un nostro vecchio amico,Ignazio Freschi.OSWALD NON USO' MAI UN CARCANO ORIGINALE 91/38,MA UNA VERSIONE MANNLICHER MODIFICATA.LA MODIFICA RENDEVA IL FUCILE PIU'MODERNO E RAPIDO.Sicuramente ci saremmo arrivati lo stesso,tuttavia credo di interpretare i settimenti degli utenti del forum nel ringraziare il Signor Ignazio Freschi per il suo contributo nel fare chiarezza.

[Modificato da carmelo pugliatti 08/07/2007 16.25]

carmelo pugliatti
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08/07/2007 16:01

Ecco per intero la lettera di Freschi e la risposta di Romano:

In questi giorni l'Ansa ha riportato la notizia di una inchiesta balistica italiana condotta sul famoso fucile Carcano usato ufficialmente da Oswald per uccidere John Kennedy a Dallas.
L'inchiesta dimostra in maniera inequivocabile che non può essere stato Oswald da solo a commettere il delitto nel 1963. Le risparmio i dettagli tecnici visto che non so quanto lei sia ferrato sull'argomento, ma mi preme ricordarle che l'anno scorso in una sua risposta in questa pagina lei derise i teorici del complotto sul caso JFK parlando di «dietrologia» a tutti i costi. Considerando la sua acclamata abilità nel rispondere quando gli argomenti le danno ragione, spero che avrà la decenza di ammettere di essersi sbagliato.

Ignazio Freschi.




Caro Freschi, per quanti non hanno letto i dispacci dell'Ansa o l'interessante articolo di Vincenzo Tessandori pubblicato da «La Stampa » del 30 giugno, ricordo i «dettagli tecnici» della questione. A Dallas, secondo l'inchiesta ufficiale, furono sparati, tre colpi nel giro di sette secondi. Ma un'inchiesta condotta a Terni , con l'assistenza di alcuni ufficiali dell'esercito italiano, avrebbe dimostrato che con il fucile utilizzato da Lee J. Oswald (un Carcano modello 91/38) occorrono, per sparare tre colpi, non meno di dieci secondi. Ecco quindi considerevolmente rafforzata la tesi di coloro che hanno sempre sospettato l'esistenza di almeno un secondo assassino e, soprattutto, di un complotto destinato a togliere di mezzo un presidente divenuto ormai scomodo per alcuni centri di potere. Un fatto nuovo o il ritrovamento di un vecchio documento possono certamente modificare le conclusioni di un'inchiesta. Ma le notizie sull'esperimento di Terni andrebbero lette insieme alla nota di uno studioso italiano, Claudio Gorlier, che ebbe occasione di occuparsi a lungo del «caso Kennedy » (La Stampa del 4 luglio). Gorlier conosce il Carcano perché lo ebbe in dotazione, come partigiano, all'epoca della Resistenza, ma ricorda ai lettori che «Oswald non usò mai un Carcano 91/38 originale, ma una versione modificata Männlicher, nome che rimanda a una classica carabina austriaca. La modifica rendeva il fucile più moderno e - attenzione - più rapido». Temo che nemmeno questa precisazione, tuttavia, metterà fine alle interminabili speculazioni sull'intrigo nazionale o internazionale che si nasconderebbe dietro la morte del presidente americano. In un bel libro sull'«ossessione del grande complotto», apparso nel 2005 presso l'editore Lindau di Torino («Il lato oscuro della storia»), lo studioso americano Daniel Pipes, direttore di un centro di studi sul Medio Oriente, scrive che la teoria è ancora largamente diffusa e che i «complottisti» rappresentavano ancora, all'inizio degli anni Novanta, il 56% della popolazione americana. Il ventaglio dei possibili sospetti fu sin dall'inizio molto ampio: «La Cia (perché Kennedy progettava di chiuderla), cubani anti- castristi (a causa della fallita invasione della Baia dei Porci), russi bianchi (adirati per il miglioramento dei rapporti con l'Unione Sovietica), la mafia (per fermare le indagini di Robert Kennedy sulla criminalità organizzata), l'Fbi (Hoover temeva di essere costretto ad abbandonare l'incarico), il complesso militare-industriale (che odiava il Trattato anti- test nucleari), i generali (decisi a fermare il ritiro dal Vietnam), i milionari del petrolio del Texas (per mettere a tacere le voci sulla possibile cancellazione dell'indennità per l'esaurimento del petrolio), i banchieri internazionali (ai quali non piaceva la politica monetaria di allora) e Lyndon Johnson (che temeva di essere escluso dalla lista dei candidati del 1964)». La teoria del complotto, d'altro canto, sembra essere divenuta una discreta fonte di reddito per parecchi cittadini di Dallas. Sei milioni di persone visitano ogni anno il luogo dell'omicidio, e la Dealey Plaza, scrive Pipes, è divenuta un parco dei divertimenti sul tema del complotto «con sedicenti ricercatori a disposizione ogni giorno per smerciare foto di autopsie». Per gli amanti del brivido è stata organizzata una corsa a bordo di una Lincoln Continental scoperta (la macchina usata da Kennedy) che percorre l'itinerario presidenziale, attraversa il luogo dell'attentato (dove risuona un colpo di fucile) e prosegue poi a tutta velocità verso il Parkland Memorial Hospital. Dopo avere provato queste emozioni, il turista potrà poi visitare «un museo dedicato alle teorie del complotto riguardanti l'assassinio, incluso un murale di oltre 30 metri di lunghezza che lo connette a molte altre morti famose della storia americana ». E porterà con sé, tornando a casa, la confortante convinzione che la morte di Kennedy è ancora un mistero.Sergio Romano



carmelo pugliatti
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08/07/2007 16:59

Circa i test condotti dopo l'assassinio sul fucile:

Ballistics Research Laboratory tests:In an effort to test the rifle under conditions which simulated those which prevailed during the assassination, the Infantry Weapons Evaluation Branch of the U.S. Army's Ballistics Research Laboratory had expert riflemen fire the assassination weapon from a tower at three silhouette targets at distances of 175, 240, and 265 feet. Using the assassination rifle mounted with the telescopic sight, three marksmen, rated as master by the National Rifle Association, each fired two series of three shots. In the first series the firers required time spans of 4.6, 6.75, and 8.25 seconds respectively. On the second series they required 5.15, 6.45, and 7 seconds. The marksmen took as much time as they wanted for the first target at 175 feet, and all hit the target. For the first four attempts, the firers missed the second shot at 240 feet by several inches. Five of the six shots hit the third target at 265 feet, the distance of President Kennedy from the sixth floor window when he was struck in the head. None of the marksmen had any practice with the assassination weapon beforehand except to work the bolt


FBI tests:The FBI tests of the Mannlicher-Carcano's accuracy showed:

1) FBI firearms expert Robert A. Frazier testified that "It is a very accurate weapon. The targets we fired show that. From 15 yards, all three bullets in a test firing landed approximately 2 1/2 inches high, and 1 inch to the right, in the area about the size of a dime. At 100 yards, the test shots landed 2 1/2 to 5 inches high, within a 3 to 5 inch circle. Frazier testified that the scope's high variation would actually work in the shooter's favor: with a target moving away from the shooter, no "lead" correction would have been necessary to follow the target. "At that range, at that distance, 175 to 265 feet,] with this rifle and that telescopic sight, I would not have allowed any lead — I would not have made any correction for lead merely to hit a target of that size."

2) The rifle was unable to be "sighted-in", using the scope, without the installation of 2 metal shims (small metal plates) which were not present when the rifle arrived for testing, and were never found. Frazier testified that there was "a rather severe scrape" on the scope tube, and that the sight could have been bent or damaged. He was unable to determine when the defect occurred before the FBI received the rifle and scope on November 27, 1963.

Come si vede i tempi di sparo nei test effettuati FURONO SEMPRE COMPATIBILI con quelli del delitto.

carmelo pugliatti
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08/07/2007 17:29

Ad ogni modo,come scritto in un forum di appassionati Italiani di armi:

C'e' da dire che FBI e CBS usarono tiratori meno imbranati di quello
usato dall'ANSA, a giudicare dai tempi riportati per l'intervallo tra il
primo ed il terzo sparo, tutti inferiori ai 10 secondi da confrontarsi
con i risibili 19 secondi del bolsissimo tiratore italiano.Mi chiedo onestamente chi abbiano incaricato a sparare quelli dell'Ansa?
l'ing.filini? 14 secondi di diferrenza sono una enormità in termini di tiro
di precisione...
.

A questo proposito reinserisco un interessante intervento del Signor Andrea Allemandi,inviato a Verdegiglio in data 23/06/2005

...esito pre-test di tiro gia' inviato privatamente al Dott. Verdegiglio.

In data 12 giugno 2005 ho effettuato un pre test presso la Sezione del TSN di Opicina(Trieste). Premesso che non ho una grande dimestichezza con le armi lunghe ad otturatore girevole scorrevole(ci sparo una o due volte l'anno) e non mi sono mai cimentato ad una prova di "tiro rapido" mi sono organizzato nella maniera seguente:

(1) carabina CZ 452 calibro 22 LR ad otturatore girevole scorrevole con ottica Kassnar 4X22 gentilmente fornitami dalla ezione del TSN;
(2) cartucce .22LR Fiocchi Maxac 40 LRN;
(3) bersagli: posto che una testa abbia dimensioni compatibili ad un quadrato da 15 cm di lato ho posto sulla linea dei 50 metri tre quadrati simulanti la testa ai 40, 60 ed 80 metri aventi rispettivamente 19,5, 12,5 e 9,5 cm per avere il medesimo effetto prospettico...i tre bersagli erano posti uno di fianco all'altro ad una distanza reciproca di circa 10 cm con il maggiore posto all'estrema sinistra ed il minore all'estrema destra.

un mio amico e direttore di tiro presso il suddetto impianto, il Sig. S. F., con un cronometro prendeva i tempi facendo scattare il cronometro con il primo sparo e bloccandolo sul terzo.

Esito: sparate 7 serie di 3 colpi con tiratore in piedi e solo appoggio anteriore in tempi tra i 7 e gli 8 secondi con 3 colpi a segno in ciascuna serie. Nota: ho provato l'arma in bianco quattro o cinque volte prima di cominciare ed ho fatto una serie di prova per vedere dove andavano i colpi(se l'arma era tarata OK).
E' vero che la carabina praticamente non rincula ma la posizione del manubrio per l'armamento, lo sforzo nell'azionamento dell'otturatore tramite il manubrio(l'arma non veniva pulita dall'era mesozoica...)e la posizione della manubrio rispetto all'ottica, quest'ultima montata molto bassa ne rendeva disagevole la fase di estrazione espulsione e ritorno in batteria da effettuarsi comunque con una certa vigoria per evitare mancate estrazioni/espulsioni o problemi di alimentazione della piccola cartuccia....inoltre la posizione reciproca manubrio/ottica e la necessita' di azionarlo con un certo vigore non mi consentivano di azionarlo rimanendo in punteria ma dovevo spostarmi leggermente indietro perdendo l'allineamento col bersaglio e dopo avere completato le operazioni opportune tornare in batteria.

In un prossimo futuro vedro' di testare una carabina di grosso calibro alla stessa maniera(non posso farlo ad Opicina in quanto l'impianto e' omologato per carabine cal.22LR)....nel frattempo ho avuto modo di effettuare alcune prove in bianco con fucile mannlicher carcano 1891 e carabina Mosin Nagant M44 modificata con ottica e manubrio piegato...in entrambi i casi la fase di estrazione/espulsione ed alimentazione stava sul secondo...e l'azionamento dell'otturatore era ben piu'comodo e "scorrevole" rispetto a quello della carabina .22LR di cui sopra...nella prova a fuoco bisogna tenere conto dello sforzo in fase di estrazione primaria(quando si ruota il manubrio prima di arretrare l'otturatore) e del rinculo che fa perdere momentaneamente la linea di mira ma penso che un discreto tiratore con un minimo di allenamento ce la possa fare.

Distinti saluti
Andrea Allemandi

http://freeforumzone.leonardo.it/viewmessaggi.aspx?f=11393&idd=20
carmelo pugliatti
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08/07/2007 20:35

In attesa di inviare al Dr. Accogli dell'ANSA le mie domande documentate, prego i possessori del mio libro di consultarlo alle pp. 303-307, dove sono elencate alcune prove di tiro effettuate nel 1963-64 in Italia e all'Estero: fra le altre quello della Giubba Rossa ventunenne di Toronto, Peter Crampton (3 colpi a segno in 4 secondi con un Mauser), la prova di Ugo Cantelli a Roma (tra i 5 secondi e i 9 secondi su bersaglio mobile), le dichiarazioni del generale Giovanni Gatta ("normali due colpi in 4 secondi"), la prova di Parker a Los Angeles (3 colpi in 3 secondi e mezzo), di William Hambly-Clark (3 colpi in 4,6 secondi) in Austria, il test di Codogno (Milano)su bersaglio mobile (9,3 secondi),senza contare le dichiarazioni a me fatte personalmente dai tiratori scelti della polizia (sempre presenti vicino a casa mia in occasione dell'inaugurazione dell'anno giudiziario)e dell'olimpionico romano Edoardo Casciano.Riporto anche le dichiarazioni di Ettore Stacchini (serie di bersagli di tiro a volo centrati con una cadenza di tiro di 1,25 e 1,9 secondi per ciascun colpo).Se qualcuno non crede alla mia prestazione, può chiedere direttamente al Dr. Martino Farneti, ex Direttore Balistico della Polizia Criminale di Roma che cronometrò la mia prova (nel mio libro, in Appendice, pubblico l'intervista che gli feci)

[Modificato da Diego Verdegiglio 08/07/2007 20.37]

Diego Verdegiglio
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09/07/2007 12:23

Sapevo che una spiegazione logica (oltre che tecnica) ci fosse, per i test condotti dall'esercito italiano. Il tempo di 19 secondi impiegato dal tiratore scelto mi sembrava troppo....
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09/07/2007 16:20

Si,19 secondi è un tempo che non sta nè in cielo nè in terra,considerando anche che nelle molteplici prove effettuate (ed in cui si da conto in questa pagina ) i tempi di sparo (molti dei quali tra l'altro con fucili 91/38 standard )sono sempre stati compatibili con le modalità del delitto.Insomma,è la solita cosa "all'Italiana".Ma c'è di più.Il giornalista Vincenzo Tessandori che sulla Stampa del 30 giugno ha dato conto dell'"esperimento" Italiano alla fine del suo articolo scrive questa incredibile frase:"Un altro punto non chiaro è come fosse finito nella mani di Oswald il fucile Carcano". Ora,CHIUNQUE si sia occupato del caso Kennedy SA come il fucile sia finito tra le mani di Oswald:è stato regolarmente acquistato nel marzo 1963 dalla ditta "Klein's Sporting Goods" con un coupon ritagliato dal numero di Febbraio di "American Rifleman,e ricevuto ,con lo pseudonomo di Alex J Hidell (inventato quando Lee operava nel "Fair Play for Cuba Committee" a New Orleans), alla casella numero 2915 dell' ufficio postale di Dallas (la casella era intestata a tre nomi Oswald,sua moglie Marina e "Hidell").Ora,lo strafalcione di Tessandori la dice lunga sull'accurattezza di certe ricostruzioni nostrane,fatte probabilmente per riempire le pagine dei quotidiani nei vuoti mesi estivi .A proposito oggi si è tornati a parlare dell'ufo di Rosewell.Il classico pezzo stagionale sul mostro di Loch Ness non può essere lontano.
carmelo pugliatti
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10/07/2007 11:09

Nemmeno io ci avrei messo 19 secondi, figuriamoci un tiratore scelto dell'esercito....
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10/07/2007 16:21

Di più, caro presidente, di più! Oswald non era solo un tiratore scelto (era riuscito a raggiungere il secondo dei tre livelli di bravura)del semplice Esercito americano, ma di un corpo di élite come la Fanteria di Marina, ossia i Marines, che svolgono un addestramento al tiro molto più frequente e accurato degli altri Corpi armati USA (veda le scene del film "Full metal jacket").
Diego Verdegiglio
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11/07/2007 11:29

Questo è di "corollario" a quello che ho detto io...il tiratore dell'esercito nn era granchè, probabilmente.
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15/07/2007 02:33

Dell'informativa di Andreotti sul fucile di Oswald si parlava già nel 1995 (George Michael Evica).Qui riporto la discussione sull'argomento apparsa in questo Forum... quattro anni fa.Dove sarebbe la "rivelazione" dell'ANSA su questo argomento?


Il Forum di johnkennedy.it


La balistica nel caso Kennedy

La Stampa di Novembre 2003, Il fucile di Oswald, Andreotti-

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Autore La Stampa di Novembre 2003, Il fucile di Oswald, Andreotti- Ultima risposta: 23/03/2004 4.27

Stefano F.

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LA STAMPA 06/11/2003

DAGLI ARCHIVI DELLA CIA, LA STORIA AVVENTUROSA DEL FUCILE USATO 40 ANNI FA NELL’ATTENTATO DI DALLAS: UN RAPPORTO NATO SU INIZIATIVA DEL GOVERNO ITALIANO
JFK


Id_Oggetto: 5820108 Nome_Oggetto: MASTROLILLI Tipo_Oggetto: Testo Tema: Fucile di Kennedy Autore: ALBPAP Creato_da: ALBPAP Livello: STAMPA/CULTURA/03 Cancellato_da: DBDELETE Data_Cancellazione: 07/11/2003 Ora_Cancellazione: 05:49:18 Numero_Versione: 1 Ultima_Versione: Sì Rilasciato_da: ALBPAP Data_Rilascio: 06/11/2003 Ora_Rilascio: 20:48:49 Maurizio Molinari

NEW YORK «NON sappiamo perché il ministro della Difesa Andreotti abbia voluto questo rapporto», scrive perplesso l'agente della Cia. Forse credeva che il fucile con cui venne ucciso John Kennedy a Dallas veniva dall'Italia? Il documento della Central Intelligence Agency che considera questa ipotesi è classificato «segreto», e porta la data del 31 dicembre 1963. Poco più di un mese prima, il 22 novembre dello stesso anno, l'epopea di «Camelot» era finita con gli spari di Lee Harvey Oswald, ma le indagini sull'omicidio del presidente americano non erano andate oltre la cattura del responsabile immediato, e del suo assassino Jack Ruby. Chi c'era dunque dietro quei colpi di fucile? Una potenza straniera? Una cospirazione interna? Un intrigo domestico con complicità internazionali? «Poco dopo l'uccisione del presidente Kennedy - riferisce il dispaccio della Cia ottenuto dalla Stampa - il ministro della Difesa italiano Andreotti ha chiesto un rapporto riguardo le caratteristiche e le possibili origini del fucile usato nell'assassinio. Non siamo stati capaci di accertare la ragione esatta per cui lo ha voluto, o quale uso ne abbia fatto. Sotto, comunque, riportiamo il contenuto». Quella che segue è una storia di traffici legali di armi, abbastanza bizzarra da attirare l'attenzione prima di Andreotti e poi dei servizi segreti americani. «Il fucile apparentemente usato nell'attacco criminale contro il presidente Kennedy - spiega il testo - è un “Modello 91”, calibro 7.35, modificato nel 1938. La descrizione apparsa sulla stampa italiana e internazionale di un “Mannlicher Carcano” è un errore. Il “Modello 91” è un fucile di origine austriaca, derivato dallo “Steyer”. Il “Mannlicher” è un'arma ungherese, il cui caricatore è stato adottato dal “Modello 91” italiano. Carcano era un tecnico specializzato di una fabbrica di Terni che, nel 1890-91, aveva fatto le modifiche al pezzo austriaco da cui era derivato quello italiano. In breve, il fucile “91” è il risultato di una combinazione di idee prese da varie armi straniere, caricatore “Mannlicher”, modello “Steyer”, otturatore “Mauser” eccetera». Ma era questa l'arma del delitto? «Alcuni resoconti - risponde il documento - indicano un “Modello 91” calibro 6.5 modificato nel 1941, e altri un 7.35 modificato nel 1938. Ma il tipo di arma usata nell'assassinio Kennedy non è ancora noto, almeno in Italia, e in ogni caso il telescopio fissato sul fucile non è italiano e non è stato montato là». Dunque che giro aveva fatto quel “Modello 91” prima di finire nelle mani di Oswald, ammesso che fosse davvero quello usato a Dallas? «Nel 1958 - racconta il dispaccio - le autorità militari italiane decisero di eliminare tutti i “Modello 91”, calibro 6.5 e 7.35, dichiarandoli obsoleti. L'Esercito e l'Aviazione si accordarono per liberarsi di tutte queste armi tramite una regolare gara. La Marina agì in maniera indipendente, e nel febbraio 1959 diede all'azienda Pietro Beretta di Gardone Val Trompia, sulla base di uno scambio, circa 26.000 “Modello 91” calibro 6.5, che furono esportati da Beretta negli Stati Uniti tra l'agosto e il novembre del 1960, consegnandoli alla Comir Creation di New York». L'arsenale dismesso dall'Esercito aveva seguito un'altra strada, ma era finito comunque sull'altra sponda dell'Atlantico: «La fornitura consisteva in 570.000 fucili pronti all'uso e non. Tre ditte americane, la Adam, la Interarmco e la Sidem International, avevano fatto offerte per comprarli tutti. Dopo difficili negoziati e numerosi problemi l'Adam aveva vinto il contratto, nell'aprile del 1960, e aveva cominciato a ricevere le consegne. Attraverso il suo rappresentante legale in Italia, l'avvocato Alberto Bagnasco, l'azienda aveva fatto modificare le armi dal Laboratorio Riva di Storo, in provincia di Trento, cambiando la canna e facendo altri mutamenti minori per renderle più accettabili al pubblico americano. Quindi l'Adam aveva trasportato negli Usa circa 100.000 fucili a più riprese, mettendoli sul mercato con un'intensa campagna pubblicitaria. Li aveva comprati in Italia per un prezzo medio tra 1,10 e 4,50 dollari l'uno, e li aveva rivenduti negli Usa al prezzo minimo di 9,95 dollari e massimo di 29,95». Il killer di Kennedy, insomma, poteva aver comprato per meno di 10 dollari l'arma del delitto, riciclata dall'Italia. Poi le consegne si erano interrotte, perché i fucili non funzionavano bene, e la disputa tra l'azienda americana e le autorità militari italiane era finita in tribunale per violazione del contratto. L'autore del rapporto informava di avere due modelli delle armi vendute sul mercato Usa: «Sono tutti fucili a ripetizione ordinari. Ogni pezzo ha il numero di serie, l'anno di fabbricazione, le parole “Made in Italy”, e il nome del fabbricante, cioè l'azienda di Terni, quella di Gardone Val Trompia, quella di Brescia e la Beretta». Quindi avvertiva: «Bisogna sottolineare che tra il 1935 e il 1945 diverse centinaia di migliaia di fucili “Modello 91” di origine italiana erano scomparsi in Africa orientale, Nordafrica, Spagna, Grecia, Jugoslavia, Russia e altrove. Molti di essi erano stati presi dalla popolazione locale, e anche i governi di vari paesi li hanno rivenduti a insaputa delle autorità italiane». L'arma che aveva sparato a Dallas, insomma, poteva essere arrivata negli Stati Uniti dagli angoli più impensabili del mondo. Perciò l'autore dell'informativa, pensando alle indagini in corso sull'omicidio Kennedy, concludeva così: «Ci viene suggerito che voi potreste desiderare di passare una copia di questo rapporto all'Fbi e al Secret Service».



LA STAMPA 09/11/03
«NEL NOVEMBRE ‘63 AVEVO LETTO SU UN GIORNALE CHE L’ARMA DEL DELITTO VENIVA DAL NOSTRO PAESE: ERO MINISTRO DELLA DIFESA, DOVEVO SAPERNE DI PIÙ»
La curiosità di Andreotti




ROMA FASCICOLO 323/A, intitolato a J. F. Kennedy. Il famoso archivio Andreotti non è secondo a quello di Langley. Non solo per la precisione con cui i fascicoli sono assemblati e conservati. Ma anche perché in qualche caso, come in questo di cui andremo a narrare, è palese che l’archivio Andreotti anticipa quello della Cia. E dunque ecco le carte di quel lontano autunno 1963. Carte che offrono risposte, ma anche nuovi dubbi sull’omicidio politico più grave, e tuttora irrisolto, che sia mai capitato nella storia americana. «Avevo letto sul Messaggero del 27 novembre 1963 che l’arma usata per uccidere Kennedy il 22 novembre era italiana. Ecco qui: mezza pagina del quotidiano romano, titolo “Le caratteristiche del fucile usato dall’attentatore di Kennedy”. Ecco, quando lessi quelle notizie, mi venne la curiosità. Ma io ero ministro della Difesa, e quella curiosità era quasi un atto dovuto». Giulio Andreotti spiega che è in qualche modo anche comprensibile lo stupore che l’agente della Cia esprime, «non sappiamo perché il ministro della Difesa Andreotti abbia voluto questo rapporto», nello stendere il documento ritrovato dalla Stampa negli archivi di Langley. Perché, in buona sostanza, per ogni omicidio due sono i capisaldi: il movente e l’arma usata. Insomma, «se l’arma fosse stata italiana, avrebbe potuto esserci un’impronta italiana: il dubbio andava subito fugato». Invece, non solo l’arma non era italiana, ma era piuttosto un’assemblaggio di diversi pezzi. Soprattutto, quel che Andreotti non aveva considerato, è che «in America le carabine si possono anche comprare per posta: quando lo scoprii, in quel lontano novembre di quarant’anni fa, la cosa mi colpì a tal punto che conservai la pubblicità di un giornale americano dell’epoca. Guardi qui: “Italia Suprema carbines, vari modelli, da 19 dollari e 95 fino quasi a 30 dollari”». E si specifica pure: «New Gun Garantee!», armi nuove garantite. Perché poi, continua Andreotti, «negli anni precedenti, vincendo regolari gare, gli italiani che, nel frattempo, avevano cambiato modelli di fucile, li vendettero agli americani, che li fecero adattare. Da un’arma, alla fine ne uscirono quattro tipi diversi». Reclamizzati in quella polverosa pagina di pubblicità. Quanto al rapporto, la carta elaborata dalla Difesa che Andreotti ci dà in fotocopia, estrapolandola dal suo archivio, è identica al rapporto steso dall’anonimo agente della Cia: solo che il documento dell’archivio Andreotti è datato 28 novembre 1963. Quello della Cia invece è successivo di un mese, 31 dicembre 1963, ma fa riferimento allo stesso documento del 28 novembre. Confrontando i testi, il rapporto della Cia segue pedissequamente quello elaborato dalla Difesa italiana. Curioso, un breve passaggio su quanto costarono alla ditta Adam le armi italiane: «Le armi vennero cedute alla ditta Adam, al prezzo medio di 2,20 dollari per fucili da 6,5 mm efficienti, 1,10 dollari per fucili 6,5 inefficienti, 4,5 dollari per fucili calibro 7,35 efficienti, 2 dollari per fucili 7,35 inefficienti». E poi un passaggio di ricognizione sul mercato delle armi negli Stati Uniti, e su quanto «disastroso» si sia poi rivelato il primo tentativo di vendita di settemila fucili da parte della Adam «perché molte armi scoppiavano con conseguenze spesso letali e molte non sparavano». Tanto che la Adam le ritirò dal mercato, ne modificò 100 mila che neanche così funzionavano, e fece causa all’amministrazione militare italiana per inadempienza di contratto. E qui viene un dubbio: poteva essere di quel tipo l’arma con la quale, a centinaia di metri di distanza, Oswald, che pure era un buon tiratore, ammazzò Kennedy? Il rapporto Cia si chiude come quello della Difesa: «Nei giorni scorsi alcuni giornalisti di quotidiani comunisti si sono recati nella fabbrica d’armi esercito di Terni e hanno cercato di assumere notizie su vendite di armi fatte all’estero. Nessun dato è stato loro fornito e la direzione dello stabilimento ha informato le autorità militari centrali». Ma tra Cia e la Difesa italiana, chi ha copiato chi? È ragionevole supporre che il rapporto americano sia un’elaborazione di dati di intelligence italiana. Ma perché la Cia cataloga solo un mese e passa dopo la Difesa quello stesso, identico rapporto? E soprattutto perché, nonostante esistesse un dettagliato esame dell’arma usata da Oswald già nel dicembre 1963, esso non venne passato alla commissione parlamentare che si occupò dell’assassinio di Kennedy? Il rapporto conclusivo dei lavori della commissione Warren, che è di un anno dopo, tratta com'è ovvio in più punti dell'arma del delitto. Spiega che esso «era stato ordinato nel marzo del 1963 da un certo A. Hidell (un falso nome usato da Oswald anche in altre occasioni, ndr) che aveva chiesto che esso venisse spedito alla casella postale 2915 di Dallas», casella postale che era stata presa in affitto da Oswald. Precisa che quello stesso fucile «era servito a Oswald, già nell'aprile del 1963, per tentare di assassinare il generale Walker». Una notazione che non deve essere sfuggita allo storico Robert Dallek, che l'anno scorso nel suo libro su Kennedy An unfinished life nota che se l'Fbi avesse fatto bene il suo lavoro sarebbe arrivata prima a Oswald. Ma il punto è che il rapporto della commissione Warren parla sempre di un «fucile italiano Mannlicher-Carcano da 6,5 mm». Oggi, dal rapporto Cia e da quello dell’archivio Andreotti sappiamo che non è così. Chi aveva ragione? La Cia e i servizi segreti italiani che nel '63 erano arrivati alla conclusione che si trattasse di un'arma diversa? O la Commissione Warren?



Diego Verdegiglio
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15/07/2007 13:20

Ho contattato il Signor Gorlier di Torino, citato nella corrispondenza con Romano sul Corriere della Sera. Gli ho mandato il mio libro e attendo suoi commenti.
Diego Verdegiglio
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20/07/2007 12:58

Questa mattina ho ricontattato telefonicamente il Dr. Claudio Accogli all'Ansa: "Buongiorno, Dottor Accogli. Sono Diego Verdegiglio..." - "Ah...sì...buongiorno" "Come sta?"-"Bene grazie. Mi dica"-"Volevo solo sapere se ha letto la mia email con le domande che Le ho inviato sulla prova di Terni"-"No, non l'ho letta. Cosa mi scriveva?"-"Sono perplesso su molte cose che Lei e il Tenente Colonnello Riso avete detto a proposito del delitto di Dallas, volevo chiarimenti"-"Senta ...Lei ha scritto un libro, io invece non sono un esperto, mi sono limitato a riportare quanto ufficiali dell'Esercito mi hanno riferito e mi sembra che, provenendo dall'Esercito, la prova sia valida"-"Dottor Accogli, anche i militari o l'FBI possono sbagliare. Il fatto che abbiano la divisa non è garanzia di totale competenza"-"Per me sì. Lei se vuole può contestare ciò che desidera..."-"Ma ha fatto deformare il proiettile sparandolo contro un giubbotto di kevlar! Grazie tante che si deformava così! Perché non lo ha raccolto alla fine del tragitto in un blocco di gelatina o di ovatta?"-"Signor Verdegiglio, queste sono questioni che non mi competono"-"Farò pubblicare una contestazione sulla rivista del Cicap di Massimo Polidoro e Piero Angela"-"Ah..."-"Gliela farò avere"-"Come vuole... Ora mi scusi, ma sono in riunione"-"Certo, certo... Si figuri... Grazie per la Sua attenzione, buongiorno"-"Buongiorno a Lei". Click. Come si vede, una conversazione improntata alla massima cordialità e disponibilità da parte di Accogli. Mi pento fortemente di averlo chiamato, perché non farà mai un passo indietro. E anche se dovesse farlo, il danno (a livello di percezione mediatica dell'opinione pubblica)ormai è fatto: qualunque smentita non avrebbe l'effetto dirompente dello scoop architettato dall'Ansa. E bravi: per la serie "la buona bufala paga sempre"...
Diego Verdegiglio
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20/07/2007 13:51

Ho parlato poco fa con il Tenente Colonnello Caruso, Ufficio Stampa Stato Maggiore Esercito, in merito alla possibilità di interpellare con un'intervista il Tenente Colonnello Riso di Terni ed eventualmente ripetere a Terni una controprova balistica. Risposta: "Lei faccia una richiesta scritta, il Gabinetto del Ministro valuterà se farLe queste concessioni. Per quanto riguarda la nostra Forza Armata, noi non abbiamo interesse ad alimentare alcuna polemica sul caso, anche se il servizio dell'Ansa, com'è stato montato, può apparire tendenzioso. Quello che c'era da dire è nel servizio dell'Ansa, Lei ha tutto il diritto di contestare. In fondo solo alcune testate, i TG ed Enigma hanno ripreso la notizia". Hai detto "niente"... Insomma, un MURO DI GOMMA da tutte le parti: reticenze, silenzi, chiusure. Quello che è fatto è fatto e quello che è detto è detto. Questa si chiama "disinformazione"!

[Modificato da Diego Verdegiglio 20/07/2007 13.53]

Diego Verdegiglio
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20/07/2007 16:33

Salve a tutti.
E' da un pò di tempo che seguo le discussioni di questo forum, e vedo che il signor Verdegiglio è molto preso dal voler dimostrare l'inattendibilità delle prove effettuate per conto dell'Ansa.
Io credo che sulle caratteristiche del Mannlicher e sulla bravura di Oswald nell'utilizzare quell'arma si potrebbe discutere all'infinito senza riuscire mai a confutare le ragioni dell'altro.
Ma mi chiedo, e chiedo a tutti i partecipanti di questo forum, che senso abbia scervellarsi sulle potenzialità del fucile in questione, quando esistono prove evidenti che non fu la sola arma a sparare.
L'immagine che segue parla chiaro.

Il polso di Connally è ancora integro quando, secondo il Rapporto Warren, doveva essere già stato colpito. Questo particolare basta ad annullare i risultati delle inchieste ufficiali.
Quindi, che il Carcano potesse sparare 10, 20 o 50 colpi al minuto, è semplicemente una discussione inutile, quando non si riesce a dare risposte convincenti in merito all'incongruenza palesata dall'immagine che vi ho proposto.
Ho letteralmente divorato le informazioni reperibili sul sito www.jfkennedy.it, e credo che questa sia solo una delle tante questioni che meriterebbero una spiegazione.
Sperando che qualcuno voglia cimentarsi nel serio tantativo di dare certe risposte, saluto tutti cordialmente.
Andrea

[Modificato da andrea.morse 20/07/2007 16.34]

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21/07/2007 01:46

Caro Signor Andrea,
io non sono "molto preso", mi limito a chiedere chiarimenti e spiegazioni in merito ad una cosiddetta "prova balistica" a mio avviso del tutto irrilevante e discutibilissima. Chi si espone con una cosa del genere ha il dovere di rispondere alla critiche. E' una "prova" del tutto inattendibile, ma che fa gongolare di gioia chi crede pregiudizialmente all'impossibilità dei tre colpi in quei tempi. Io mi auguro che Lei vorrà prestare alle contestazioni che muoverò ad Accogli e a Riso la stessa attenzione che ha prestato all'esperimento di Terni, a meno che Lei non dia per scontato che, siccome Riso ha indosso una divisa e Accogli sia dell'Ansa, ciò che è stato detto a Terni sia il Vangelo. Per quanto riguarda il famoso polso di Connally, mi farebbe piacere sapere da Lei in base a quali nozioni balistiche e medico-legali Lei lo veda "intatto": forse Lei si aspetta, come negli effetti speciali del cinema, un fiotto di sangue dal polso, la mano che si torce o chissà cosa. Niente di tutto questo. Connally poteva avere il polso trapassato da un proiettile ed essere ancora in grado di muoverlo normalmente per alcuni decimi di secondo (dal fotogramma 224 al 236 del film di Zapruder scorrono 12 fotogrammi, pari a due terzi di secondo, un tempo assolutamente infinitesimale e del tutto compatibile con un'apparente "normalità" del polso di Connally fratturato dalla palla). Il governatore nella sua testimonianza parlò di ricordare l'ingresso del proiettile nella schiena ("come un forte pugno"), ma si accorse solo il giorno dopo di avere il polso fratturato. Io non sono un patologo e per dirLe ciò che Le dico qui mi sono informato da amici medici e periti balistici. Vuole per cortesia fare altrettanto anche Lei prima di parlare di polso "intatto"? La ringrazio. Mi faccia sapere. DV

[Modificato da Diego Verdegiglio 21/07/2007 1.48]

Diego Verdegiglio
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21/07/2007 13:42

Egregio Verdegiglio,
non ho prestato nessuna particolare attenzione all’esperimento di Terni, e quindi farò altrettanto con le contestazioni da lei mosse a coloro che hanno effettuato quelle prove. Mi risulta che il perito Robert Frazier testimoniò alla Warren che al fucile di Oswald occorressero un minimo di 2.3 secondi per ricaricare, ai quali bisognava aggiungere il tempo per mirare il bersaglio in movimento.
Frazier, inoltre, dichiarò che il fucile era difettoso, e che era stato necessario ricorrere a degli spessori per la corretta sistemazione del mirino telescopico. Poiché non ho motivo di dubitare della competenza e della professionalità del perito dell’FBI, concludo che tutte le successive prove, da chiunque effettuate, con un fucile che non era il Carcano dell’assassinio, sono assolutamente irrilevanti. E qui chiudo la discussione sull’arma dell’assassinio.
Per quel che riguarda il polso di Connally, preciso che pure io non sono un patologo, ma ciò che lei dice abbiano affermato i suoi amici, medici e periti balistici, e ciò che afferma lei stesso, mi suona come un qualcosa di molto bizzarro.
Le propongo un’altra immagine tratta dal sito www.jfkennedy.it:



Come può vedere, la mano destra di Connally si affloscia sul polso in 5 fotogrammi, corrispondenti a ¼ di secondo, e anche se non si vuole accettare la teoria dell’autore di quel sito, secondo cui il polso di Connally fu spezzato a Z241, è fuori discussione che l’immagine qui sopra mostra il polso passare dalla posizione di normalità di Z240-Z242, alla evidente posizione di frattura del fotogramma Z247, dove la mano è messa perpendicolaemente al braccio.
Credo che voler opinare su questo fatto, significhi infilare la testa nella sabbia come gli struzzi.
Ma, al di là delle importanti indicazioni fornite da questa sequenza, desidero contestare la teoria secondo cui il polso di Connally potesse apparire ancora sano per 12 fotogrammi. A parte il fatto che il polso di Connally è visibilmente sano fino a Z240, tutti coloro che osservando il film di Zapruder analizzano i fotogrammi successivi al colpo alla testa di JFK, possono vedere che le ossa del cranio non impiegano 12 fotogrammi per schizzare via dalla testa di Kennedy. E vedono che lo stesso cervello di JFK non impiega 12 fotogrammi per fuoriuscire dal cranio, oltre al fatto che la testa viene scaraventata all’indietro in soli 4 fotogrammi.
A quale nome risponde quella teoria, applicabile esclusivamente alle ossa di Connally, secondo cui il polso del governatore poteva apparire ancora integro per un tempo troppo incompatibile con gli effetti immediati delle altre ferite?
E poi, mi scusi, mi sembra assurdo che debba essere io a spiegarle in base a quali nozioni il polso appare intatto, quando in realtà così appare. Dovrebbe essere lei, piuttosto, a spiegarci i dettagli in base ai quali poter stabilire che era già fratturato.
In attesa della sua risposta cercherò di documentarmi ulteriormente sugli aspetti medico-balistici in questione, ma spero che con la sua replica lei voglia fare anche i nomi di quegli esperti che supportano le sue affermazioni riguardanti i lentissimi effetti sul polso colpito.
Cordiali saluti

[Modificato da andrea.morse 21/07/2007 15.21]

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22/07/2007 04:30

1) Egregio Verdegiglio,
non ho prestato nessuna particolare attenzione all’esperimento di Terni, e quindi farò altrettanto con le contestazioni da lei mosse a coloro che hanno effettuato quelle prove.


D'ACCORDO, EGREGIO MORSE. ALLORA, PERO', SE LA COSA NON LA RIGUARDA, NON MI VENGA A DIRE CHE SONO "MOLTO PRESO" NEL VOLER DIMOSTRARE LA NON VALIDITA' DI TERNI, PERCHE' CREDO MOLTO IMMODESTAMENTE DI POTER RENDERE ALMENO UN MINUSCOLO SERVIZIO ALLA VERITA' SU QUESTO CASO.


2) Mi risulta che il perito Robert Frazier testimoniò alla Warren che al fucile di Oswald occorressero un minimo di 2.3 secondi per ricaricare, ai quali bisognava aggiungere il tempo per mirare il bersaglio in movimento.

DAL RAPPORTO WARREN, PAGINA 97: "TEST'S OF THE ASSASSIN'S RIFLE DISCLOSED THAT AT LEAST 2,3 SECONDS WERE REQUIRED BETWEEN SHOTS (PROVE CON IL FUCILE DELL'ASSASSINO APPURARONO CHE OCCORREVANO MINIMO 2,3 SECONDI TRA UN COLPO E L'ALTRO)FRAZIER, WCH VOL. 3, PAG. 167; SHANEYFELT, WCH VOL. 5, PP. 153-154. DA GERALD POSNER , "CASE CLOSED", PAG. 318: "IN 1964 TEST-FIRING OF OSWALD'S CARCANO DETERMINED THAT A MINIMUM OF 2.25 TO 2,3 SECONDS WAS NECESSARY BETWEEN SHOTS TO OPERATE THE BOLT AND REAIM...(NEL 1964 I TEST DI TIRO DEL FUCILE DI OSWALD DETERMINARONO CHE ERA NECESSARIO UN MINIMO DA 2,25 A 2,3 SECONDI TRA GLI SPARI PER AZIONARE L'OTTURATORE E RIPRENDERE LA MIRA)... CBS RECONSTRUCTED THE SHOOTING FOR A 1975 DOCUMENTARY...(IN UNA PROVA EFFETTUATA NEL 1975 PER UN DOCUMENTARIO DELLA CBS) THE TIMES RANGED 4.1 SECONDS (ALCUNI TIRATORI RAGGIUNSERO UN TEMPO MINIMO DI 4.1 SECONDI PER I TRE COLPI)... BASED ON ITS 1977 RECONSTRUCTION TESTS, THE HSCA LOWERED THE TIME BETWEEN SHOTS ON THE CARCANO TO 1,66 SECONDS, WITH THE SHOOTER HITTING ALL THE TARGETS. THIS REDUCED THE TIME NECESSARY FOR THREE EFFECTIVE SHOTS TO 3,3 SECONDS (BASANDOSI SULLE PROVE DI TIRO DEL 1977, L'HSCA ABBASSO' IL TEMPO FRA UNO SPARO E L'ALTRO DEL CARCANO A 1,66 SECONDI, CON I TIRATORI CHE AVEVANO COLPITO TUTTI I BERSAGLI. QUESTO RIDUCE IL TEMPO NECESSARIO PER I TRE EFFETTIVI COLPI A 3,3 SECONDI)HSCA REPORT, PAG. 83.


3) Frazier, inoltre, dichiarò che il fucile era difettoso, e che era stato necessario ricorrere a degli spessori per la corretta sistemazione del mirino telescopico. Poiché non ho motivo di dubitare della competenza e della professionalità del perito dell’FBI, concludo che tutte le successive prove, da chiunque effettuate, con un fucile che non era il Carcano dell’ assassinio, sono assolutamente irrilevanti. E qui chiudo la discussione sull’arma dell’assassinio.

SAPPIAMO SOLO CHE, ALL'ATTO DEI TEST BALISTICI (MA NON SAPPIAMO NULLA DELLE SUE CONDIZIONI AL MOMENTO DELL'ATTENTATO), IL MIRINO TELESCOPICO PRESENTAVA UN DIFETTO DI ALLINEAMENTO (IN PAROLE POVERE, ERA LEGGERMENTE STORTO). NON SAPPIAMO SE QUESTO DIFETTO FOSSE DOVUTO ALLA FRETTOLOSA SISTEMAZIONE DEL FUCILE SOTTO GLI SCATOLONI DA PARTE DI OSWALD DOPO L'ATTENTATO, ALLO SMONTAGGIO DELL'ARMA DA PARTE DEGLI INVESTIGATORI PER LA RICERCA DI IMPRONTE O AL TRASPORTO DELL'ARMA DA DALLAS A WASHINGTON. IN OGNI CASO, COME MI HA CONFERMATO IL PERITO BALISTICO VERO VAGNOZZI, IL PROPRIETARIO DELL'ARMA AL CORRENTE DEL DIFETTO POTEVA CORREGGERLO VARIANDO DI POCO IL PUNTO DI MIRA. QUESTO LO CHIEDA A QUALCHE SUO AMICO PERITO BALISTICO, SE NON CREDE A ME.



4) Per quel che riguarda il polso di Connally, preciso che pure io non sono un patologo, ma ciò che lei dice abbiano affermato i suoi amici, medici e periti balistici, e ciò che afferma lei stesso, mi suona come un qualcosa di molto bizzarro.


SUONA BIZZARRO SOLO AGLI IGNORANTI, COM'ERO IO, DI BALISTICA E DI MEDICINA LEGALE.


5) Le propongo un’altra immagine tratta dal sito www.jfkennedy.it:
Come può vedere, la mano destra di Connally si affloscia sul polso in 5 fotogrammi, corrispondenti a ¼ di secondo, e anche se non si vuole accettare la teoria dell’autore di quel sito, secondo cui il polso di Connally fu spezzato a Z241, è fuori discussione che l’immagine qui sopra mostra il polso passare dalla posizione di normalità di Z240-Z242, alla evidente posizione di frattura del fotogramma Z247, dove la mano è messa perpendicolarmente al braccio.

NULLA, NEL CASO DI FERITE D'ARMA DA FUOCO AD UN POLSO, E' "EVIDENTE" O "FUORI DISCUSSIONE" COME VORREBBE LEI. NE' IO NE' LEI SIAMO PATOLOGI PER GIUDICARE CHE IL POLSO SI SIA FRATTURATO IN UN DATO PUNTO DEL FILMATO O QUELLA NON SIA UNA REAZIONE DELLE MEMBRA DI CONNALLY AL DOLORE (DA 224 A 247 PASSANO 23 FOTOGRAMMI, POCO PIU' DI UN SECONDO!)


6) Credo che voler opinare su questo fatto, significhi infilare la testa nella sabbia come gli struzzi.

RIMANDO AL MITTENTE L'AMICHEVOLE AFFERMAZIONE


7) Ma, al di là delle importanti indicazioni fornite da questa sequenza, desidero contestare la teoria secondo cui il polso di Connally potesse apparire ancora sano per 12 fotogrammi. A parte il fatto che il polso di Connally è visibilmente sano fino a Z240

VISIBILMENTE? CHE SI ASPETTAVA DAL COLPO AL POLSO, UN FIOTTO DI SANGUE? SCUSI, LEI COME FA A DIRE CHE IL POLSO A Z240 NON FOSSE STATO GIA' TRAPASSATO DA UN PROIETTILE? L'HSCA STABILI' CHE IL VISO DI CONNALLY SI IRRIGIDIVA AL FOTOGRAMMA 226 E QUINDI DOVEVA GIA' ESSERE STATO COLPITO (IL BAVERO DELLA SUA GIACCA SI SOLLEVA REPENTINAMENTE AL FOTOGRAMMA 224)HSCA REPORT PAG. 46; POSNER, PP. 329-330.


8) tutti coloro che osservando il film di Zapruder analizzano i fotogrammi successivi al colpo alla testa di JFK, possono vedere che le ossa del cranio non impiegano 12 fotogrammi per schizzare via dalla testa di Kennedy. E vedono che lo stesso cervello di JFK non impiega 12 fotogrammi per fuoriuscire dal cranio, oltre al fatto che la testa viene scaraventata all’indietro in soli 4 fotogrammi. A quale nome risponde quella teoria, applicabile esclusivamente alle ossa di Connally, secondo cui il polso del governatore poteva apparire ancora integro per un tempo troppo incompatibile con gli effetti immediati delle altre ferite?

UNA FERITA CON EFFETTO CAVITARIO AL CRANIO E CON ESPLOSIONE DELLE OSSA HA UN EFFETTO VISIBILE IMMEDIATO. NON COSI' LA FERITA AD UN ARTO. IL NERVO RADIALE DI CONNALLY NON FU TOCCATO DAL PROIETTILE, IL RADIO FU INVECE FRANTUMATO. LE REAZIONI A PROIETTILI CHE RAGGIUNGONO IL CORPO UMANO NON SOLO VARIANO DA ORGANO AD ORGANO COLPITO, MA ANCHE DA SOGGETTO UMANO A SOGGETTO UMANO. NON E' UNA TEORIA, QUESTA. SI INFORMI.

9) E poi, mi scusi, mi sembra assurdo che debba essere io a spiegarle in base a quali nozioni il polso appare intatto, quando in realtà così appare. Dovrebbe essere lei, piuttosto, a spiegarci i dettagli in base ai quali poter stabilire che era già fratturato.

A LEI "APPARE", APPUNTO... IO NON DEVO SPIEGARLE NULLA. IL RAPPORTO DELL'HSCA RIPORTA QUANTO LE DICO, COMPRESA LA "REAZIONE RITARDATA" DI CONNALLY. A MENO CHE, OVVIAMENTE, LEI NON CONSIDERI GLI ESPERTI DELL'HSCA UNA BANDA DI FARABUTTI, CORROTTI E INTIMIDITI DAL "POTERE"...



10) In attesa della sua risposta cercherò di documentarmi ulteriormente sugli aspetti medico-balistici in questione, ma spero che con la sua replica lei voglia fare anche i nomi di quegli esperti che supportano le sue affermazioni riguardanti i lentissimi effetti sul polso colpito.
Cordiali saluti

11) LENTISSIMI? MA SE LE PARLO DI FRAZIONI DI SECONDO!!!LE RIPORTO QUANTO SCRIVO NEL MIO LIBRO: PAG. 438 - "A SECONDA DEGLI ORGANI INTERESSATI SI POSSONO AVERE RITARDI DI REAZIONE ANCHE DI UN SECONDO O ANCORA MAGGIORI. IN ALCUNI CASI LA PERSONA COLPITA NON SI ACCORGE ADDIRITTURA DI ESSERE STATA FERITA..." (PROF. ANTONIO UGOLINI, ROMA, ESPERTO DI BALISTICA FORENSE E AUTORE DI DIVERSI TRATTATI); PAG. 443: "SE NON LEDE ORGANI VITALI COME CUORE O CERVELLO IL PROIETTILE CHE ATTRAVERSA UN CORPO PUO' AVER DATO LA POSSIBILITA' DI REAGIRE IN MODO RITARDATO" (DOTTOR MARTINO FARNETI, ESPERTO DI BALISTICA FORENSE, EX DIRETTORE SEZIONE INDAGINI BALISTICHE DELLA POLIZIA SCIENTIFICA DI ROMA); PAG. 445 - "...E' BENE RICORDARE CHE LE REAZIONI AL DOLORE VARIANO DA PERSONA A PERSONA E DA MOMENTO A MOMENTO..." (PROF. MARCO MORIN, DOCENTE DI BALISTICA FORENSE A VENEZIA); PAG. 449: "PARE NATURALE CHE LA REAZIONE DI CONNALLY SI AVVENUTA CON QUALCHE FRAZIONE DI SECONDO DI RITARDO RISPETTO A QUELLA DI KENNEDY. MENTRE QUELLA DEL PRESIDENTE E' UNA REAZIONE 'AUTOMATICA', QUELLA DEL GOVERNATORE E' CONSEGUENTE ALLA SOFFERENZA PROVOCATA PROBABILMENTE DA UN ATTO RESPIRATORIO CHE GIUSTIFICA BENISSIMO IL POCO PIU' DI MEZZO SECONDO DI RITARDO. PER QUANTO RIGUARDA LA REAZIONE AI COLPI D'ARMA DA FUOCO, E' UTILE RICORDARE CHE LO STESSO GOVERNATORE SI ACCORSE DELLA FERITA AL POLSO SOLO L'INDOMANI, QUANDO SI RISVEGLIO' DALL'ANESTESIA E SI VIDE FASCIATO. NON E' RARO CHE PERSONE COLPITE SI RENDANO CONTO DI ESSERLO A DISTANZA DI TEMPO. RECENTEMENTE UNA PERSONA ANZIANA, IMPEGNATA IN UNA FUGA, HA PERCORSO UNA CINQUANTINA DI METRI E SUPERATO OSTACOLI DOPO CHE UN PROIETTILE GLI AVEVA TRAPASSATO IL CUORE" (PROF. GENERALE ROMANO SCHIAVI, DOCENTE DI BALISTICA FORENSE A BRESCIA E MEMBRO DIPLOMATO ACCETTATO - DIP - PRESSO LA FORENSIC SCIENCE SOCIETY IN GRAN BRETAGNA E U.S.A.)

ORA OVVIAMENTE ATTENDO IO I PARERI DEI SUOI ESPERTI CON NOMI E COGNOMI. CORDIALI SALUTI. DV

[Modificato da Diego Verdegiglio 22/07/2007 4.31]

Diego Verdegiglio
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22/07/2007 16:25

La sua risposta è troppo lunga e dispersiva, ma cercherò di adeguarmi, evitando comunque di dare dell’ignorante al mio interlocutore.

1) Lei ritiene di poter rendere un servizio alla verità, e poi, dopo aver correttamente riportato la testimonianza di Frazier, tira in ballo il libro di Posner. In base a quali competenze Posner può permettersi di stravolgere il qualificato e, soprattutto, verificato parere del perito dell’FBI?
Gli unici test in cui si utilizzò il fucile di Oswald furono quelli condotti dalla CW, e restano i soli degni di qualche attendibilità. E’ un concetto elementare.
Se lei da una parte fa riferimento al Rapporto Warren, e dall’altra utilizza il discutibilissimo libro di Posner, sarà ben difficile che riesca a dare un contributo alla verità.

2) Voler sottintendere che il fucile sia stato danneggiato dopo la sparatoria rappresenta, secondo me, un tentativo di arrampicarsi sugli specchi. Ipotizzare, poi, che l’assassino fosse consapevole dell’anomalia e che sarebbe stato in grado di compensarla durante l’attentato, mi sembra decisamente troppo. Dopo aver sostenuto, tra mille altre improbabilità, la pallottola singola, la deviazione sul ramo della quercia, e il movimento all’indietro della testa di JFK, bisognerebbe fermarsi un attimo a riflettere e considerare la concreta possibilità che si stiano prendendo in giro i lettori.

3) Cerchiamo di non fare della confusione, o di cambiare le carte in tavola perché non si riesce a replicare logicamente. Riguardo al polso di Connally non si sta parlando di reazione al colpo ricevuto, ma stiamo parlando di una frattura al radio, cioè di un osso che si spezza, il cui piegamento conseguente non ha NULLA a che vedere con i tempi di reazione al dolore. E’ impensabile, quindi, che la mano attenda oltre 20 fotogrammi prima di piegarsi sul polso. Se, invece del polso, il proiettile avesse spezzato in due un duro pezzo di legno, pensa che avremmo atteso 20 fotogrammi per vederne gli effetti? Non credo proprio. E non mi dica che il polso di Connally non era un pezzo di legno, perché ai fini del concetto che tento di esprimerle è come se lo fosse stato.
A questo proposito lei non ha fornito alcuna testimonianza qualificata, per cui non deve attendere il parere dei miei esperti, ma deve farmi il nome di un medico secondo il quale un polso fratturato può ritardare così tanto gli effetti della lesione, da mantenere la mano rigidamente attaccata al braccio per oltre un secondo (20 fotogrammi) dopo essere stato spezzato. Lei tende a far credere che 1 secondo sia un tempo brevissimo. Nel caso specifico rappresenta un’eternità!!!!

4) Lei continua a far della confusione quando mi cita l’HSCA e Posner riguardo al fatto che a Z226 Connally fosse già stato colpito. In quel momento il governatore era certamente già stato colpito al torace, e tutti lo possiamo vedere. Ma il bavero della giacca, egregio signor Verdegiglio, non dimostra che era stato colpito anche il polso. E le immagini, infatti, danno l’impressione (se così le piace di più) che il radio di Connally fosse ancora integro fino a Z240.
Come fa LEI a dire il contrario?
Come può lei arrivare a presumere un qualcosa, quando la realtà delle immagini è in netto contrasto con ciò che afferma, o comunque non avvalora ciò che afferma?
Se il polso di Connally non fosse più stato visibile dopo Z224, allora il suo ragionamento, sebbene comunque non supportato da prove, avrebbe avuto almeno il merito di non essere smentito da ciò che appare dalle immagini. Ma, evidentemente, per sostenere la teoria del proiettile singolo, già di per se molto discutibile, lei è costretto a dribblare in modo tutt’altro che credibile questo ulteriore problema che ne compromette l’attendibilità.

5) Non ho mai detto che gli esperti dell’HSCA sono una banda di farabutti. Lei stesso non crede a quell’inchiesta quando colloca la pallottola magica a Z224.
In nessuna parte del rapporto del Committee si legge che le evidenze mostrate dai fotogrammi che le ho proposto siano semplicemente frutto dell’apparenza. In effetti l’HSCA non affronta nemmeno questo problema (forse sapendo di non poterlo spiegare).
Signor Verdegiglio, non continui ad interpretare i documenti ufficiali come meglio le fa comodo, anche perché non sta discutendo con uno sprovveduto.

Resto dunque in attesa del qualificato parere in relazione al problema discusso al punto 3 del presente post. Certamente renderà un servizio alla verità dopo aver dato una risposta razionale all’interrogativo del mio precedente messaggio. E non lo avrà fatto, affinché, evitando il preciso significato di cosa le chiedo, continuerà a parlarmi di reazioni anticipate e ritardate, e di cosa dice Posner, l’HSCA e il Rapporto Warren.
Distinti saluti.
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andrea.morse Post: 3 Registrato il: 20/07/2007
Novizio 22/07/2007 16.25 IP: Nascosto

La sua risposta è troppo lunga e dispersiva, ma cercherò di adeguarmi, evitando comunque di dare dell’ignorante al mio interlocutore.

LA MIA RISPOSTA E' A MIO AVVISO DEL TUTTO ADEGUATA AI TANTI PUNTI CHE LEI BUTTA LI' IN DUE PAROLE E CHE MERITANO PURTROPPO UNA LUNGA CONFUTAZIONE. IO LI CONFUTO UNO PER UNO, SENZA TRALASCIARNE NESSUNO. DOVREBBE ESSERMI GRATO PER IL RISPETTO NEI SUOI CONFRONTI, VISTO CHE E' LEI CHE MI CHIEDE DELLE COSE. IN QUANTO ALL'IGNORANZA, LA RIBADISCO: LEI "IGNORA", PER SUA STESSA AMMISSIONE,LA BALISTICA E LA MEDICINA LEGALE. HO DETTO CHE ANCHE IO LE IGNORAVO, PRIMA DI CHIEDERE DELLE CONSULENZE. LEI E' IGNORANTE DI QUESTE DUE MATERIE COME LO ERO IO PRIMA DI INFORMARMI. SE LEI MI DICESSE CHE SONO UN IGNORANTE IN ALTA CUCINA E LEI E' UN GRANDE CHEF, LE DIREI CHE E' ASSOLUTAMENTE VERO. IGNORANTE NON E' UN INSULTO, MA SI DICE DI PERSONA CHE "IGNORA" QUALCOSA, APPUNTO.


1) Lei ritiene di poter rendere un servizio alla verità, e poi, dopo aver correttamente riportato la testimonianza di Frazier, tira in ballo il libro di Posner. In base a quali competenze Posner può permettersi di stravolgere il qualificato e, soprattutto, verificato parere del perito dell’FBI?
Gli unici test in cui si utilizzò il fucile di Oswald furono quelli condotti dalla CW, e restano i soli degni di qualche attendibilità. E’ un concetto elementare.
Se lei da una parte fa riferimento al Rapporto Warren, e dall’altra utilizza il discutibilissimo libro di Posner, sarà ben difficile che riesca a dare un contributo alla verità.


QUESTO E' UN SUO PARERE, MA NON CONCORDO. POSNER NON E' ASSOLUTAMENTE UN "CAZZARO" E RIPORTA CORRETTAMENTE QUANTO HANNO STABILITO LE VARIE COMMISSIONI D'INCHIESTA CHE SI SONO CONCLUSE NEL 1988, CIOE' DIECI ANNI DOPO L'HSCA. MI DICA LEI COSA POSNER "STRAVOLGE" DELLA TESTIMONIANZA FRAZIER E POI NE RIPARLIAMO. POSNER AVRA' COMMESSO ANCHE DEGLI ERRORI (VE NE SONO MOLTI ANCHE NEL MIO LIBRO: CHI E' SENZA PECCATO...), MA IL SUO LAVORO E' ASSOLUTAMENTE DEGNO DI FEDE E NON CONTRASTA AFFATTO NE' CON LE RISULTANZE DEL RAPPORTO WARREN NE' CON QUELLE DELL'HSCA. SE POI LEI VUOLE SCREDITARE A TUTTI I COSTI POSNER, QUESTO E' UN SUO PROBLEMA. NON E' AFFATTO VERO CHE LE UNICHE ESPERIENZE VALIDE SIANO QUELLE FATTE COL FUCILE DI OSWALD. SE SI ADOPERANO ARMI SIMILI, SI FA BALISTICAMENTE UNA MEDIA DELLE PRESTAZIONI E SI VEDE SE QUEL TIPO DI ARMA (CON QUEL CALIBRO, QUEL TIPO DI MUNIZIONI) E' IN GRADO DI REPLICARE LE PRESTAZIONI DEL FUCILE "INCRIMINATO". ANCHE QUESTO LO CHIEDA AD UN PERITO DI SUA FIDUCIA, SE NE CONOSCE.
2) Voler sottintendere che il fucile sia stato danneggiato dopo la sparatoria rappresenta, secondo me, un tentativo di arrampicarsi sugli specchi. Ipotizzare, poi, che l’assassino fosse consapevole dell’anomalia e che sarebbe stato in grado di compensarla durante l’attentato, mi sembra decisamente troppo.

NESSUNA ARRAMPICATA SUGLI SPECCHI. SIA LA PRIMA CHE LA SECONDA POSSIBILITA' CHE LE PROSPETTO LE POTRANNO ESSERE CONVALIDATE DA UN SUO CONSULENTE DI BALISTICA FORENSE, MATERIA CHE LEI PER SUA STESSA AMMISSIONE "IGNORA".HO FILMATO CON LA MIA VIDEOCAMERA UN AGGIUSTAMENTO DI TIRO SU BERSAGLIO (L'OTTICA SPOSTAVA IN ALTO E A DESTRA, IL TIRATORE HA RIAGGIUSTATO VERSO BASSO A SINISTRA PER CENTRARE)DURANTE UNA PROVA COL PERITO BALISTICO VERO VAGNOZZI IN UNA CAVA DI TRAVERTINO SULLA VIA TIBERINA A ROMA, DUE ANNI FA.
SE VUOLE PUO' SCRIVERE A VEROVAGNOZZI@HOTMAIL.COM.


Dopo aver sostenuto, tra mille altre improbabilità, la pallottola singola, la deviazione sul ramo della quercia, e il movimento all’indietro della testa di JFK, bisognerebbe fermarsi un attimo a riflettere e considerare la concreta possibilità che si stiano prendendo in giro i lettori.


SI', RITENGO CHE CHI NON APPROFONDISCA QUESTI ASPETTI E NON SI BASI SU DATI SPECIALISTICI PRENDA DAVVERO IN GIRO I LETTORI. L'IGNORANZA E' UNA BRUTTA BESTIA. SONO PASSATI IN QUESTO FORUM MOLTI VENDITORI DI FUMO CHE HANNO PRESO PER I FONDELLI CHI LEGGEVA I MESSAGGI. NON MI STUPISCO CHE IN FUTURO VE NE SARANNO ANCORA. LA "CONCRETA POSSIBILITA'" LA RINVIO PERCIO' AL MITTENTE.

3) Cerchiamo di non fare della confusione, o di cambiare le carte in tavola perché non si riesce a replicare logicamente.

MI SPIACE PER LEI, IO NON HO MAI "CAMBIATO LE CARTE IN TAVOLA" CON NESSUNO E LE MIE RISPOSTE SONO ASSOLUTAMENTE LOGICHE, CHE LE PIACCIANO O NO.


Riguardo al polso di Connally non si sta parlando di reazione al colpo ricevuto, ma stiamo parlando di una frattura al radio, cioè di un osso che si spezza, il cui piegamento conseguente non ha NULLA a che vedere con i tempi di reazione al dolore. E’ impensabile, quindi, che la mano attenda oltre 20 fotogrammi prima di piegarsi sul polso. Se, invece del polso, il proiettile avesse spezzato in due un duro pezzo di legno, pensa che avremmo atteso 20 fotogrammi per vederne gli effetti? Non credo proprio. E non mi dica che il polso di Connally non era un pezzo di legno, perché ai fini del concetto che tento di esprimerle è come se lo fosse stato.

ASSOLUTAMENTE NO. LEI DICE A MIO AVVISO UNA COSA ASSOLUTAMENTE FALSA E SENZA SCUSANTI. NON E' SCRITTO IN NESSUNA CASISTICA MEDICO LEGALE CHE UN COLPO CHE ATTRAVERSI UN POLSO SPEZZANDO IL RADIO COMPORTI SEMPRE E COMUNQUE IL BRUSCO RIPIEGARSI DELLA MANO. QUESTA E' SOLO UNA SUA ILLAZIONE NON BASATA SU ALCUNA COGNIZIONE DI BALISTICA O MEDICINA FORENSE, MATERIE, LO RIPETO, DI CUI LEI SI E' DICHIARATO "IGNORANTE". PRIMA DI TENTARE BACCHETTATURE COL DITINO ALZATO, SI INFORMI BENE.

A questo proposito lei non ha fornito alcuna testimonianza qualificata

I NOMI CHE LE HO FATTO MERITANO RISPETTO PER LE LORO QUALIFICHE E LA SUA AFFERMAZIONE E' GRATUITA E OFFENSIVA PER I PROFESSIONISTI CHE IO MI SONO PRESO LA BRIGA, SU SUA RICHIESTA, DI CITARLE CON NOME E COGNOME. LASCIO AD ESSI L'OPPORTUNITA' DI SENTIRSI DIFFAMATI DA CIO' CHE LEI DICE IN MERITO ALLE LORO QUALIFICHE.

per cui non deve attendere il parere dei miei esperti,

MA CERTO... ESPERTI CHE, IMMAGINO, LEI SI GUARDERA' BENE DAL CERCARE E INTERVISTARE.


ma deve farmi il nome di un medico secondo il quale un polso fratturato può ritardare così tanto gli effetti della lesione, da mantenere la mano rigidamente attaccata al braccio per oltre un secondo (20 fotogrammi) dopo essere stato spezzato. Lei tende a far credere che 1 secondo sia un tempo brevissimo. Nel caso specifico rappresenta un’eternità!!!!

IO "DEVO FARLE"? AGLI ORDINI! PROVVEDERO'!

4) Lei continua a far della confusione quando mi cita l’HSCA e Posner riguardo al fatto che a Z226 Connally fosse già stato colpito. In quel momento il governatore era certamente già stato colpito al torace, e tutti lo possiamo vedere. Ma il bavero della giacca, egregio signor Verdegiglio, non dimostra che era stato colpito anche il polso. E le immagini, infatti, danno l’impressione (se così le piace di più) che il radio di Connally fosse ancora integro fino a Z240. Come fa LEI a dire il contrario?

IL POLSO DI CONNALLY, NELLA POSIZIONE IN CUI SI TROVAVA VICINO AL BUSTO NELLA RICOSTRUZIONE DELL'FBI DALLA FINESTRA E IN SEGUITO ALLO STUDIO DEL FILM DI ZAPRUDER, NON POTEVA CHE ESSERE TRAPASSATO SOLO DAL PROIETTILE CHE AVEVA COLPITO LA SCHIENA DEL GOVERNATORE. NESSUN ALTRO PROIETTILE SPARATO DAL C2766 DI OSWALD, QUINDI DALL'ALTO E DA DIETRO ("AFTER MAKING INDEPENDENT EXAMINATIONS, BOTH FRAZIER AND NICOL POSITIVELY IDENTIFIED THE NEARLY WHOLE BULLET FROM THE STRETCHER AND THE TWO LARGER BULLET FRAGMENTS FOUND IN THE PRESIDENTIAL LIMOUSINE AS HAVING BEEN FIRED IN THE C2766 MANNLICHER CARCANO RIFLE FOUND IN THE DEPOSITORY TO EXCLUSION OF ALL OTHER WEAPONS", DOPO ESAMI INDIPENDENTI, SIA FRAZIER CHE NICOL STABILIRONO CON CERTEZZA CHE IL PROIETTILE QUASI INTERO DELLA BARELLA E I DUE FRAMMENTI PIU' GROSSI TROVATI NELLA LIMOUSINE PRESIDENZIALE ERANO STATI SPARATI DAL FUCILE MANNLICHER CARCANO C2766 TROVATO NEL DEPOSITO, CON ESCLUSIONE DI OGNI ALTRA ARMA. WARREN REPORT PAG. 85, TRADUZIONE DAL RAPPORTO WARREN IN ITALIANO, RIZZOLI, 1964, p. 86. PROVI A SMENTIRMI QUESTA AFFERMAZIONE, SE CI RIESCE), AVREBBE POTUTO PROVOCARE LA FERITA AL POLSO DEL GOVERNATORE. MI DIMOSTRI ORA LEI COME E QUANDO CONNALLY AVREBBE POTUTO DIVERSAMENTE ESSERE FERITO AL POLSO CON UN COLPO SPARATO DAL FUCILE DI OSWALD DALLA FINESTRA DEL SESTO PIANO SENZA CHE QUESTO AVESSE GIA'TRAPASSATO IL TORACE. IN QUANTO ALLE IMMAGINI CHE SECONDO LEI "DANNO L'IMPRESSIONE", BEH SI TRATTA INFATTI SOLO DI UNA SUA IMPRESSIONE, APPUNTO.

Come può lei arrivare a presumere un qualcosa, quando la realtà delle immagini è in netto contrasto con ciò che afferma, o comunque non avvalora ciò che afferma?

QUESTO E' UN SUO PARERE. QUALE REALTA' DELLE IMMAGINI? CHE NE SA LEI DI COME E QUANDO REAGISCE UN POLSO TRAPASSATO DA UN PROIETTILE? DOVE SI E' INFORMATO? SUI FILM DI RAMBO E SCHWARZENEGGER O PRESSO UN SERIO MEDICO LEGALE? IO MI PRENDERO' LA BRIGA DI INFORMARMI E LE FARO' SAPERE. E LEI? FARA' LO STESSO?


Se il polso di Connally non fosse più stato visibile dopo Z224, allora il suo ragionamento, sebbene comunque non supportato da prove, avrebbe avuto almeno il merito di non essere smentito da ciò che appare dalle immagini. Ma, evidentemente, per sostenere la teoria del proiettile singolo, già di per se molto discutibile, lei è costretto a dribblare in modo tutt’altro che credibile questo ulteriore problema che ne compromette l’attendibilità.


SE C'E' QUALCUNO CHE DRIBBLA LE MIE DOMANDE QUESTO E' LEI, MA NON VOGLIO SCENDERE ULTERIORMENTE IN POLEMICA. SE LEI CREDE CHE IL POLSO SIA INTATTO A Z240, FACCIA PURE. E' UN SUO DIRITTO. CON LA FEDE CON SI DISCUTE. MA NON MI VENGA A PARLARE DI SUA COMPETENZA IN MATERIA BALISTICA E MEDICO-LEGALE QUANDO MI DICE QUESTE ASTRUSITA'.

5) Non ho mai detto che gli esperti dell’HSCA siano una banda di farabutti. Lei stesso non crede a quell’inchiesta quando colloca la pallottola magica a Z224. In nessuna parte del rapporto del Committee si legge che le evidenze mostrate dai fotogrammi che le ho proposto siano semplicemente frutto dell’apparenza. In effetti l’HSCA non affronta nemmeno questo problema (forse sapendo di non poterlo spiegare).

L'HSCA STABILI' SENZA OMBRA DI DUBBIO CHE KENNEDY E CONNALLY ERANO STATI RAGGIUNTI SOLO DA DUE PROIETTILI SPARATI DAL FUCILE DI OSWALD DAL SESTO PIANO DEL DEPOSITO. NESSUN COLPO RAGGIUNSE L'AUTO O I SUOI OCCUPANTI DA ALTRE DIREZIONI, NON SI TROVARONO FRAMMENTI DI COLPI NON PROVENIENTI DAL MANNLICHER CARCANO 6,5 C2766. SE LEI HA PROVE CONTRARIE IN QUESTO SENSO, LE PRODUCA.

Signor Verdegiglio, non continui ad interpretare i documenti ufficiali come meglio le fa comodo, anche perché non sta discutendo con uno sprovveduto.

PURTROPPO, MI SCUSI, LA MIA IMPRESSIONE E' DEL TUTTO DIVERSA.


Resto dunque in attesa del qualificato parere in relazione al problema discusso al punto 3 del presente post. Certamente renderà un servizio alla verità dopo aver dato una risposta razionale all’interrogativo del mio precedente messaggio. E non lo avrà fatto, affinché, evitando il preciso significato di cosa le chiedo, continuerà a parlarmi di reazioni anticipate e ritardate, e di cosa dice Posner, l’HSCA e il Rapporto Warren.
Distinti saluti.

MA COME? LEI PRIMA DICE CHE CREDE A FAZIER E AL RAPPORTO WARREN E ORA NE DUBITA? COMUNQUE, A BENEFICIO SUO E DI CHI SEGUE IL FORUM, FORMULERO' AD UN PATOLOGO LA SEGUENTE DOMANDA: "INDIVIDUALMENTE, VI E' LA POSSIBILITA' CHE UN UOMO SEDUTO VENGA TRAPASSATO AL POLSO, CON ROTTURA DEL RADIO, DA UN PROIETTILE FULL METAL JACKET A 300 METRI/SEC E REAGISCA CON UN SECONDO O PIU' DI RITARDO NEL PIEGARE LA MANO O NEL REAGIRE AL DOLORE?". SPERO CHE LE VADA BENE. ALTRIMENTI ME LA MANDI LEI, LA DOMANDINA. COSI' SARA' PIU' CONTENTO E SODDISFATTO DELLA RISPOSTA. RICAMBIO I DISTINTI SALUTI. DV



[Modificato da Diego Verdegiglio 22/07/2007 18.17]

Diego Verdegiglio
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