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Il capro espiatorio

Ultimo Aggiornamento: 01/09/2007 01:55
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19/06/2007 13:12

Altra cosa che invece mi fa pensare che sia stato proprio Oswald è che una persona estranea ai fatti non penserebbe nell'immediato di essere un capro espiatorio ma al limite che si sia trattato di un errore di persona, oppure un errore nelle indagini etc....
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20/06/2007 01:50

Si,tipica reazione da "carbone bagnato".Ma ad inchiodare Oswald sono una miriade di prove e riscontri.
carmelo pugliatti
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21/06/2007 17:08

Re:

Scritto da: keplerok 19/06/2007 13.12
Altra cosa che invece mi fa pensare che sia stato proprio Oswald è che una persona estranea ai fatti non penserebbe nell'immediato di essere un capro espiatorio ma al limite che si sia trattato di un errore di persona, oppure un errore nelle indagini etc....



Magari si è semplicemente reso conto in quel momento, non essendo stupido, di chi fossero gli strani tizi che lo avevano contattato il giorno prima [SM=g27828]
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21/06/2007 19:01

Beh, caro Alessandro. Bisognorebbe vedere QUANDO e COME, il giorno prima. Da quel che sappiamo Oswald il 21 novembre, terminato il lavoro, si fece dare un passaggio in auto fino ad Irving dal collega Frazier e (per testimonianza concorde di Marina e di Ruth Paine) rimase in casa tutta la sera, un po' aiutando la moglie, un po' giocando con le bambine e un po' guardando la TV (a parte i pochi minuti necessari a confezionare, nel garage, il pacco per contenere il fucile, utilizzando la carta da imballaggio rubata al magazzino).
Diego Verdegiglio
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22/06/2007 16:54

Pare che le cose siano andate proprio così. Comunque, nessuno saprà mai che altro tipo "strano" poteva esser presente quel giorno alla Dealey Plaza.....
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25/06/2007 08:55

Re:

Scritto da: Diego Verdegiglio 21/06/2007 19.01
Beh, caro Alessandro. Bisognorebbe vedere QUANDO e COME, il giorno prima. Da quel che sappiamo Oswald il 21 novembre, terminato il lavoro, si fece dare un passaggio in auto fino ad Irving dal collega Frazier e (per testimonianza concorde di Marina e di Ruth Paine) rimase in casa tutta la sera, un po' aiutando la moglie, un po' giocando con le bambine e un po' guardando la TV (a parte i pochi minuti necessari a confezionare, nel garage, il pacco per contenere il fucile, utilizzando la carta da imballaggio rubata al magazzino).



Il giorno prima era generico... poteva essere 3, 5 o 10... qualunque fosse l'eventuale piano "segreto", Oswald ne faceva parte nei panni del patsy... quindi sapeva qualcosa, e deve averlo capito dopo l'arresto. Magari l'ha anche detto alla polizia, ma purtroppo si sono perse le registrazioni della confessione! [SM=g27820]:
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26/06/2007 13:00

l'interrogatorio di Oswald nn fu prorpio verbalizzato. Fu una grave irregolarità, e in un processo vero e proprio un controinterrogatorio del capitano Fritz e degli altri poliziotti avrebbe potuto far venir fuori questo dettaglio. La vicneda del "patsy" sembra nn regga più ora...
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26/06/2007 23:00

Agli interrogatori di Oswald si alternavano sempre numerosi ufficiali sia federali (FBI, Secret Service,perfino delle poste, come l'ispettore Holmes)che locali (uomini dello sceriffo,dei Rangers - per il ferimento del Governatore - e ovviamente della polizia locale). Dubito fortemente, essendo questi ufficiali appartenenti ad apparati in reciproca e aperta rivalità, che, se Oswald avesse detto qualcosa riguardante un complotto locale o federale, essi non avrebbero colto l'occasione per accusare di complicità nel complotto o quantomeno di forte negligenza i loro "colleghi-avversari". Nel 1963 i contrasti fra i "federali" di Washington e le forze investigative e dell'ordine dei vari Stati del Sud, soprattutto dopo le pesanti ingerenze federali nelle questioni relative ai conflitti razziali in quella parte del Paese, avevano raggiunto il culmine: locali e federali, soprattutto nel Texas (che si ritiene uno Stato assolutamente "a parte", particolare e molto autonomo, più di altri), erano ai ferri corti e non si sarebbero fatti scrupolo di scoprire gli altarini della parte avversa, se solo Oswald avesse detto qualcosa di "interessante". Gli interrogatori non furono verbalizzati ufficialmente, ma una decina di anni fa vennero alla luce gli appunti che un ufficiale di polizia prendeva a mano, con le domande e le risposte dell'accusato.
Diego Verdegiglio
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04/08/2007 13:38

Altra questione interessante concernente il comportamento del "patsy" Lee Oswald è quella che è stata continuamente sostenuta da Bisiach: infatti, mentre Oswald stesso viene trasportato dai poliziotti vs il carcere della contea, si volta verso la sua sinistra e, secondo lo stesso Bisiach (e altri), l'ex marine riconoscerebbe Ruby, proprio un attimo prima che lo stesso Ruby lo uccida. in realtà, nei sotterranei oscuri della centrale di polizia, ci sono vari giornalisti presenti. Uno di questi, proprio alla sinistra di Oswald, gli chiede "ha qualcosa da dire in sua difesa?" (stando alle varie ricostruzioni). Oswald allora si volta a sinistra e poi continua a guardare avanti. Poi, qualche istante dopo, Ruby lo uccide. I movimenti di Oswald in quel momento sono ben visibili nei vari filmati, tra cui anche il film " i due Kennedy" di Bisiach.
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04/08/2007 18:45

Sono stato in quel garage sotterraneo della polizia nell'agosto 1993. Dubito fortemente che Oswald, investito da flash e luci abbaglianti per le riprese cinetelevisive, potesse distinguere il viso di qualcuno in quel bailamme. Mi stupisco molto che Bisiach non dica nulla del fatto che Oswald non riconobbe Ruby durante la conferenza stampa della notte dell'attentato: era proprio di fronte a lui, in bella vista e in piedi su una sedia lungo la parete della sala e si permise anche di correggere ad alta voce un giornalista che aveva sbagliato il nome della fantomatica organizzazione filocastrista di Oswald a New Orleans.
[Modificato da Diego Verdegiglio 04/08/2007 18:46]
Diego Verdegiglio
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05/08/2007 00:16

Caro DV,questo dimostra che il gesto di RUBY non fù instintivo; ma premeditato.Altrimenti non si capisce per quale motivo RUBY si trovasse alla conferenza stampa.OSWALD lo avrà riconosciuto sicuramente,ma dato le circostanze avrà fatto finta di niente.(magari erano sullo stesso libro paga)avrà pensato che era li per "lavoro". Poi a pensarci bene in tutti i filmati che ho visto di Oswald dopo il suo arresto; non ho mai avuto l'impressione di uno che avesse sparato a due uomini.Al contrario,mi è sembrato fin troppo tranquillo. D'altronde anche di fronte a tutte le accuse precise che gli venivano mosse ,e le prove apparentemente schiaccianti ,si è sempre dichiarato estraneo ai fatti,e aveva respinto con veemenza l'accusa di aver assassinato JFK .Credo che un vero colpevole sarebbe crollato subito. Non si sarebbe lamentato per la mancata assistenza di un legale,....mi dispiace ma non riesco ad accettarlo. Questa è ,e rimane una mia personalissima convinzione.

distinti saluti.............!prouty2!
[Modificato da !prouty2! 05/08/2007 00:18]
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05/08/2007 09:03

Sinceramente è una cosa che non è tanto scontata. Mettiamoci nei suoi panni. Lui sapeva di essere innocente in quanto probabilmente non faceva neanche parte del complotto. Un conto e se viene ammazzato che ne so per esempio un barbone, (per fare un esempio) in quel caso si può pensare che ad esempio si è solo un sospettato, ma santo cielo quando si parla dell'omicidio del presidente! Anchio se fossi stato non colpevole avrei dichiarato di essere un capro espiatorio.

cordiali saluti
Andrea
"Quelli che spararono a Kennedy dalla collinetta erbosa dopo tre ore erano gia morti, sepolti nel deserto con le tombe senza nome o fuori Terlinga"
"E lei lo sa per certo?"
"Ho ancora la pala"

Shooter

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07/08/2007 00:52

!prouty2! Post: 130 Registrato il: 01/08/2006
Frequentatore 05/08/2007 00.16 IP: Nascosto

1)Caro DV,questo dimostra che il gesto di RUBY non fù instintivo; ma premeditato.Altrimenti non si capisce per quale motivo RUBY si trovasse alla conferenza stampa.
NON SONO D'ACCORDO. RUBY ERA DI CASA ALLA CENTRALE DI POLIZIA. SE LEI APPROFONDISSE LO STUDIO DELLA SUA VITA E DEL SUO CARATTERE, CAPIREBBE PERFETTAMENTE CHE RUBY "NON POTEVA NON TROVARSI LI'", IN APERTA INCONGRUENZA CON LA SUA ASSENZA TRA IL PUBBLICO PLAUDENTE CHE ACCOGLIEVA JFK, IL SUO ADORATO PRESIDENTE. NON ESISTE LA MINIMA PROVA CHE IL GESTO DI RUBY NON FOSSE ESTEMPORANEO, A MENO CHE LEI NON MI CITI PROVE DI UNA PREMEDITAZIONE (OVVIAMENTE QUESTO NON ESCLUDE, COME SCRIVE NORMAN MAILER, CHE RUBY PENSASSE AL SUO GESTO FIN DAL 22 NOVEMBRE: TENTO' PERSINO DI ENTRARE NELLA STANZA DOVE INTERROGSAVANO OSWALD! LA COINCIDENZA DEL TRASFERIMENTO FU PER LUI L'ULTIMA OCCASIONE PER FAR FUOCO CONTRO OSWALD E LA COLSE. SENZA UN VAGLIA DA SPEDIRE AD UNA SUA BALLERINA, RUBY AVREBBE TRASCORSO PIGRAMENTE LA DOMENICA MATTINA A LEGGERE I GIORNALI A CASA SUA, MAGARI PIANGENDO E SENTENDOSI MALE PER IL PRESIDENTE MORTO. TENGA PRESENTE CHE IL TRASFERIMENTO DI OSWALD ERA STATO ANNUNCIATO PER LE 10 E RUBY NON POTEVA SAPERE (FILA DI PERSONE O IMPIEGATO LENTO)QUANTO TEMPO GLI SAREBBE OCCORSO PER FARE IL VAGLIA, SENZA CONTARE CHE LASCIO' CHIUSA IN AUTO LA SUA ADORATA CAGNOLINA SHEBA (CHE PRESENTAVA A TUTTI COME... "MIA MOGLIE"...), COME SE DOVESSE SBRIGARE UNA FACCENDA DI POCHI MINUTI. NESSUN PROPRIETARIO DI CANI LASCIA CHIUSO NELLA VETTURA IL SUO ANIMALE SAPENDO CHE POTREBBE ESSERE UCCISO O RESO INCOSCIENTE DAI POLIZIOTTI IN RISPOSTA AL SUO GESTO.


2) OSWALD lo avrà riconosciuto sicuramente,ma dato le circostanze avrà fatto finta di niente.(magari erano sullo stesso libro paga)avrà pensato che era li per "lavoro".
QUESTA E' SOLO UNA SUA SUPPOSIZIONE, UN'IPOTESI NON SUFFRAGATA DA NESSUN ELEMENTO DI PROVA. NON ESISTONO PROVE SERIE DI NESSUN TIPO CHE OSWALD E RUBY SI CONOSCESSERO, NE' CHE RUBY LO ABBIA MAI RICONOSCIUTO.


3) Poi a pensarci bene in tutti i filmati che ho visto di Oswald dopo il suo arresto; non ho mai avuto l'impressione di uno che avesse sparato a due uomini.Al contrario,mi è sembrato fin troppo tranquillo.
MI SPIACE CHE LEI NON ABBIA POTUTO LEGGERE CIO' CHE SCRIVE NEL MIO LIBRO IL CRIMINOLOGO VINCENZO MASTRONARDI IN MERITO ALL'ASSOLUTA CALMA E AL TOTALE AUTOCONTROLLO DI OSWALD ("Ipomimìa" CHE SORPRESE I POLIZIOTTI E NON SORPRESE INVECE I CONIUGI PAINE, CHE LO CONOSCEVANO BENE).COMPRENDEREBBE CHE UNO PSICOPATICO COME LUI CONSERVA UNA TRANQUILLITA' ASSOLUTA ED E' PERFETTAMENTE COMPATIBILE CON LA SUA FORMA MENTIS.

4)D'altronde anche di fronte a tutte le accuse precise che gli venivano mosse,e le prove apparentemente schiaccianti, si è sempre dichiarato estraneo ai fatti, e aveva respinto con veemenza l'accusa di aver assassinato JFK. Credo che un vero colpevole sarebbe crollato subito.
MI SCUSI, MA MI PARE CHE LEI NON CONOSCA LA CASISTICA CRIMINOLOGICA. FORSE SAREMMO CROLLATI IO O LEI, PERSONE NORMALI, NON UNO PSICOPATICO FREDDO E AUTOCONTROLLATO COME OSWALD, CHE NEGO' PERFINO LE PROVE PIU' EVIDENTI. CI SONO STATI COLPEVOLI CHE HANNO URLATO LA LORO INNOCENZA FIN SUL PATIBOLO, ED ERANO DAVVERO COLPEVOLI. UN'INDAGINE BALISTICA DEL PERITO VERO VAGNOZZI HA ACCERTATO LA NON INNOCENZA DI SACCO E VANZETTI. SE VUOLE PUO' SCRIVERGLI (VEROVAGNOZZI@HOTMAIL.COM) E PER IL DINIEGO DI COLPEVOLEZZA PUO' SCRIVERE A MIO NOME AL PROF. VINCENZO MASTRONARDI PRESSO FAC. MEDICINA-PSICHIATRIA UNIV. LA SAPIENZA, P.LE ALDO MORO, 00100 ROMA.


5)Non si sarebbe lamentato per la mancata assistenza di un legale,....mi dispiace ma non riesco ad accettarlo. Questa è ,e rimane una mia personalissima convinzione.
OSWALD ERA STATO INFORMATO DEI SUOI DIRITTI LEGALI E CHIESE INSISTENTEMENTE, FIN DAI PRIMI INTERROGATORI, DI ESSERE ASSISTITO DALL'AVVOCATO JOHN ABT DI NEW YORK. NELL'IMPOSSIBILITA' DI RINTRACCIARE ABT, GLI FU OFFERTO IL GRATUITO PATROCINIO DEGLI AVVOCATI DEL FORO DI DALLAS E DELL'UCLA, CHE EGLI RIFIUTO' CON ALTRETTANTA INSISTENZA. OSWALD ERA SI' UNO PSICOPATICO, MA QUESTO NON VUOL DIRE CHE FOSSE UNO SPROVVEDUTO. LE DETTAGLIATE ISTRUZIONI SCRITTE LASCIATE ALLA MOGLIE MARINA ALLA VIGILIA DELL'ATTENTATO AL GENERALE WALKER INDICANO LA NOTEVOLE CAPACITA' DI UNA MENTE CRIMINALE ORGANIZZATA DI PREVEDERE LE CONSEGUENZE DI ORDINE PRATICO DEL SUO GESTO IN PROGETTO (WARREN REPORT, PP. 183-184). SE LEI NON RIESCE AD ACCETTARLO, IO LA RISPETTO, MA QUESTO E' SOLO UN SUO PROBLEMA E, APPUNTO, UNA SUA PERSONALISSIMA CONVINZIONE, CHE NULLA HA A CHE VEDERE CON QUANTO SI SVOLSE DAVVERO A DALLAS IN QUEL WEEKEND DEL 1963.
distinti saluti.............!prouty2!
JimGarrison
RICAMBIO
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05/08/2007 09.03 IP: Nascosto
1) Sinceramente è una cosa che non è tanto scontata. Mettiamoci nei suoi panni. Lui sapeva di essere innocente in quanto probabilmente non faceva neanche parte del complotto.
NON COMPRENDO PERCHE' UN COLPEVOLE NON DOVREBBE DICHIARARSI CON FORZA INNOCENTE: IL SUO ERA UN GIOCO CONTORTO, OSWALD NEGAVA TUTTO PERCHE' VOLEVA UN PROCESSO CLAMOROSO, VOLEVA IL PROCESSO DEL SECOLO, VOLEVA LA FAMA DA ERGASTOLANO PSICOPATICO. DICHIARARSI SUBITO COLPEVOLE ED ESSERE CONDANNATO NON RIENTRAVA IN QUESTO GIOCO: INCONSCIAMENTE OSWALD LASCIO' DIETRO DI SE' TRACCE EVIDENTI DEI SUOI CRIMINI PER ESSERE ALLA FINE CATTURATO E INIZIARE A NEGARE TUTTO. QUI SI ENTRA NELLA PSICOPATOLOGIA CHE MI HANNO SPIEGATO BEN TRE CRIMINOLOGI E UNO PSICOLOGO DI FAMA (ALDO CAROTENUTO) E CHE HO PUBBLICATO NEL MIO LIBRO. IL QUINTO EMENDAMENTO DELLA LEGGE FEDERALE PERMETTE DI NON FARE DICHIARAZIONI CHE POSSANO INCRIMINARE CHI VIENE INTERROGATO. LO VEDIAMO SEMPRE NEI TELEFILM E LA STESSA COSA SUCCESSE AD OSWALD ALL'ATTO DELL'ARRESTO: "HAI DIRITTO DI NON PARLARE, HAI DIRITTO AD UN AVVOCATO, SE NON TE LO PUOI PERMETTERE TE NE SARA' DATO UNO D'UFFICIO, PUOI FARE UNA TELEFONATA"


2) Un conto è se viene ammazzato che ne so per ESEMPIO un barbone (per fare un ESEMPIO) in quel caso si può pensare che ad ESEMPIO si è solo un sospettato, ma santo cielo quando si parla dell'omicidio del presidente! Anchio se fossi stato non colpevole avrei dichiarato di essere un capro espiatorio.
cordiali saluti
Andrea
E' UN RAGIONAMENO CHE NON HO COMPRESO, MI SCUSI: VUOLE SPIEGARMI MEGLIO PER CORTESIA?GRAZIE.SALUTI.
[Modificato da Diego Verdegiglio 07/08/2007 01:04]
Diego Verdegiglio
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07/08/2007 13:39

Intendevo dire che se ad esempio mi incolpano dell'omicidio di una persona comune, magari in america considerata a quei tempi "scarto della società" è un conto ma Dio mio! Stiamo parlando del presidente degli Stati Uniti e ora lei mi dice che il suo assassino a lasciato traccie che potrassero a lui? E che voleva la "fama" di psicopatico criminale? E' tutto da dimostrare
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Shooter

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07/08/2007 15:14

E' dimostrato da come Oswald si comportò e da come si svolsero i fatti. Le invio alcuni paragrafi del mio libro, forse troverà opinioni e dichiarazioni che non conosceva. Mi scuso per lo spazio che prendo nel Forum.

"Il caos giunge a tal punto che Curry e Fritz sono costretti a organizzare una conferenza stampa del prigioniero a beneficio dei giornalisti. Dopo la mezzanotte, Oswald viene condotto nella sala-confronti. La raccomandazione, del tutto ignorata, è che i reporter non gli si debbano affollare intorno. Appena l ' ex - Marine fa il suo ingresso, viene assalito da una selva di obiettivi e di microfoni. Domande concitate si accavallano in una confusione indescrivibile. Ammanettato tra due agenti, il sospetto continua a essere calmo, controllato: protesta tranquillamente la sua innocenza per l ' assassinio di Tippit. Nessuno gli ha detto ufficialmente di essere accusato dell ' attentato a Kennedy; chiede assistenza legale e sostiene di ignorare in base a cosa sia stato arrestato. Il detective Richard Sims dirà in seguito: "Era calmo e niente affatto nervoso, aveva il pieno controllo di sé". Aggiunge l ' ispettore Harry Holmes: "Mi colpì il fatto che sembrava che godesse della situazione immensamente. Godeva della pubblicità e di ogni cosa potesse capitargli". L ' agente speciale dell ' FBI James Bookhout ricorderà: "Ogni volta che si faceva una domanda pertinente all ' indagine, era proprio il tipo di domanda a cui Lee non voleva rispondere".
Il detective Jim Leavelle: "Non l ' ho mai sentito alzare la voce... Sorrise tutto il tempo, una specie di smorfia, in realtà come se sapesse qualcosa che gli altri non sapevano... Non ammetteva e non confessava niente, negava tutte le prove contro di lui che avevamo in mano, compresa la tessera trovata nel suo portafoglio intestata a Hidell. Capita spesso che i criminali si comportino così". Il suo amico Michael Paine decide di non andare a trovarlo in prigione: "Quando lo vidi in TV fui stupito dalla sua arroganza, ma lo conoscevo abbastanza bene per capire che assomigliava al gatto che aveva appena inghiottito il canarino. Aveva l ' impertinente soddisfazione di uno che aveva tirato il colpo audace per la sua causa. Sono sicuro che per lui la violenza fosse l ' unico metodo per risolvere i problemi del mondo." Aggiunge lo scrittore Albert H.Newman: "No, Oswald non era pazzo. Definirlo folle è troppo vago. Coloro che lo interrogarono lo trovarono molto lucido e preciso. La situazione lo divertiva, come un grande gioco. Soprattutto Oswald era perfettamente informato di tutti i suoi diritti costituzionali di imputato. No, non era pazzo. L ' assassinio fu però un atto di follia". Ricorda il cronista Alonzo Lonnie Hudkins: "Non sudava, era il più calmo di tutti in mezzo a quella confusione. Aggirò la mia domanda sull ' assassinio di Tippit... Hanno ucciso un poliziotto? chiese con quel suo sorrisetto. Mi veniva voglia di dargli un pugno". Dice l ' agente dell ' FBI James Hosty: "Non credo che sarebbe crollato. Avrebbe continuato con il suo controllo e il suo sangue freddo. Era il più calmo di tutti". Conclude Edward Jay Epstein: "Mentii sul possesso del fucile, sulle foto e sul nome falso Hidell. La sua ostinazione a negare su questi punti per me dimostra che sapeva di essere colpevole".
La confusione è al culmine. Dopo tre minuti, Fritz mette fine alla conferenza stampa e ordina che il prigioniero sia ricondotto nella sua cella. Prima di farlo riposare, gli viene contestata, ufficialmente, in base alle prove raccolte nel frattempo, l ' ipotesi di reato per l ' attentato contro John Kennedy e John Connally.
Fuori da quel terzo piano del municipio si scatena il finimondo. La famiglia Oswald e i Paine vengono interrogati e messi sotto protezione: si temono rappresaglie contro di loro. Marina, Marguerite e le due bambine di Lee vengono prese in consegna dal Servizio Segreto e da due giornalisti di Life che le hanno contattate per un ' esclusiva e trasferite, di nascosto, prima all ' Hotel Adolphus, poi all ' Executive Inn e infine all ' Hotel Six Flags. Sorgono problemi giuridici e conflitti di competenza. La procedura legale, calpestata in quelle ore frenetiche, rischia di rendere inammissibili le prove raccolte e determinare, in appello, un annullamento della sentenza. Sussiste anche la preoccupazione che il processo contro Oswald possa essere invalidato, a livello federale, dall ' illegalità commessa al Parkland Hospital dagli agenti del Servizio Segreto che hanno trasportato fuori dalla Contea il cadavere di Kennedy prima dell ' autopsia. Dallas e il Texas non vogliono finire sotto processo: Oswald è nato a New Orleans, non è un Texano. Come potrebbe infatti un cittadino di Dallas, per bene e sano di mente, professarsi marxista - leninista? La città si sente e vuole essere considerata estranea all ' assassinio e vuole presto dimenticare. Scrive Oriana Fallaci: "Ha detto a Life l ' eminente cittadino di Dallas J. M. Shea jr.: Noi siamo la ricca, orgogliosa Dallas, e non abbiamo mai accettato lezioni di umiltà da nessuno, neanche da un presidente assassinato... E il nuovo sindaco Eric Jonsson: No, non mi piaceva Kennedy, non andavo d ' accordo su nulla con lui. Pochi a Dallas andavano d ' accordo su qualcosa con lui"...La mia hostess è una bellissima ragazza di Dallas dal viso d ' angelo. Mi ha coperta di premure durante l ' intero volo e continua a sorridermi perché le ho detto che non porterò fiori sul luogo dove fu ucciso Kennedy. Oh, dice, è disgustoso il numero di persone che vanno lì a portargli fiori. Neanche fosse un santo. Neanche fosse morto crocifisso. Neanche stessero per canonizzarlo. Puaf!. La mia hostess odiava Kennedy quanto ama Goldwater". Mentre l ' attesissima partita nazionale Harvard - Yale prevista per il giorno dopo viene sospesa in segno di lutto, la maggior parte dei licei di Dallas continua i preparativi per giocare la stessa sera dell ' assassinio sui campi illuminati dai riflettori.
Aggiunge Raymond Cartier: "Dallas sudista, conservatrice e razzista non amava Kennedy vivo e ora detesta Kennedy morto. Perché non è andato a farsi uccidere altrove? Banchieri e assicuratori lamentano che questa storia danneggia il buon nome della città e nuoce al business, agli affari. Tutto qui." L ' Europeo del 10 maggio 1964 riporta che "John Connally, il Governatore del Texas che fu ferito accanto a Kennedy, ha tenuto una conferenza per difendere lo Stato dalle accuse mossegli in seguito all ' attentato... e ha detto che coloro che dicono che i Texani sono incivili, sono a dir poco puerili". Tutto va risolto al più presto, sistemato, normalizzato, archiviato. Dallas deve recuperare i suoi fasti. Il suo prestigio non deve essere intaccato e la Dealey Plaza deve tornare a essere solo un incrocio di strade nei pressi della ferrovia. Per la città tutto è risolto, il "comunista" assassino è stato catturato, qualunque indagine in altre direzioni viene sospesa. L ' aeroporto, la stazione e la frontiera col Messico sono aperti al traffico normale. Vengono smobilitati i posti di blocco sulle autostrade in uscita da Dallas. Le prove raccolte vengono inviate a Washington, dove l ' FBI è già all ' opera per esaminare la vettura presidenziale.
Sabato 23 novembre Oswald viene ricondotto nella sua cella dopo l ' una e trenta del mattino. Sulla sua branda, sorvegliato a vista, dorme tranquillamente per circa sette ore. La mattina dopo viene trasferito al terzo piano verso le dieci e venticinque e interrogato per un ' ora dal capitano Fritz. Un breve pasto in cella e alle dodici e trentacinque lo si riporta in ufficio per un altra mezz ' ora di interrogatorio: continua a negare tutto con freddezza e a lamentarsi della brutalità "nazista" degli inquirenti. Lui e le sue foto con il fucile? Un fotomontaggio della polizia per incolparlo. La sua pistola? Sì, la porta addosso come molti in Texas. Il fucile trovato nel deposito di libri? Mai visto prima. I nomi falsi sulle tessere trovategli in tasca? Anche questa una montatura della polizia. Sono solo due i momenti in cui Lee si lascia prendere dall ' ira: il primo quando entra in ufficio un agente dell ' FBI, che si qualifica come James Hosty. Lee ricorda questo nome. E' l ' agente che con le sue visite a casa dei Paine ha spaventato a morte sua moglie Marina. Il secondo scatto di nervi avviene quando il vicesceriffo Roger Craig fa sapere alla Centrale di aver visto, dopo l'attentato, tre uomini fuggire su una station wagon Nash Rambler di colore chiaro. Ruth Paine ha una macchina di questo tipo, una Chevrolet Station Wagon 1956: "Lei non c'entra! Lasciatela fuori da questa faccenda!" esclama rabbioso Lee.
Dalle tredici e dieci alle tredici e trenta ha modo di incontrare in parlatorio sua madre e sua moglie Marina, che ha con sé le due figlie. Marina ricorderà: "Sapevo già che era stato Lee... Lo guardai negli occhi e capii subito che era colpevole, ma deviò il mio sguardo. Parlò delle bambine, mi disse che si sarebbe chiarito tutto, che non dovevo preoccuparmi. E chiedeva ancora di rintracciare l'avvocato Abt. Tra le quattordici e quindici e le quattordici e quarantacinque viene condotto a un nuovo confronto davanti a testimoni oculari. Alle quindici e trenta riceve, per dieci minuti, la visita di suo fratello Robert. Tra le sedici e le sedici e trenta chiama Ruth Paine, pregandola di tentare ancora di rintracciare l'avvocato Abt. Alle diciassette e trenta va a trovarlo H. Louis Nichols, presidente dell'ordine degli avvocati di Dallas, che gli offre assistenza legale: Oswald rifiuta. Chiede ancora che venga rintracciato in primo luogo Abt o, in sua vece, un altro avvocato dell ' Unione Americana per le Libertà Civili. Dalle diciotto alle diciannove e quindici subisce un altro interrogatorio. Alle venti telefona nuovamente a casa Paine, chiedendo di Marina, ma Ruth gli risponde che è andata via insieme a sua madre Marguerite e alle bambine.
Nel frattempo Wade, Curry e Fritz rilasciano senza sosta interviste ai giornalisti che affollano il terzo piano. Fritz dichiara: "Il caso è risolto. Ci sono tutte le prove della colpevolezza di Oswald". Egli precisa che l'obiettivo di Oswald era proprio il Presidente e non Connally, che il bersaglio poteva essere raggiunto solo da un tiratore scelto come Oswald e che ci sono prove sufficenti per condurre l ' ex - Marine davanti al Grand Jury. Il procuratore distrettuale aggiunge: "Abbiamo prove sufficenti per credere che solo Oswald abbia ucciso il presidente Kennedy.... Tra poco lo mando dritto alla sedia elettrica".
Bill Alexander è stupito dall'insistenza con cui Oswald chiede di John Abt, noto penalista di sinistra. Egli ricorderà in seguito: "Cominciavo appena a conoscerlo e il mio primo pensiero fu Ehi, questo figlio di puttana è veramente un comunista! Non eravamo una forza di polizia internazionale: avevamo due omicidi in mano e volevamo risolverli... Il mio timore era che, quando si gioca con un ideologia come il comunismo, non si sa cosa può venirne fuori. Perciò detti ordini di rinchiudere e sorvegliare Oswald in modo che nessuno potesse portarcelo via, compresi gli agenti federali, con cui non avevamo un buon rapporto". A ciò si aggiungano le già citate rivalità tra le forze dell ' ordine: le ingerenze dei i servizi federali sono insopportabili per qualunque buon Texano e lo saranno sopratutto dopo una circostanza drammatica come l'assassinio di Oswald per mano di Jack Ruby, un altro "straniero", uno yankee di Chicago," con le aggravanti- aggiunge Alexander - di essere Ebreo e gestore di night club ". Dirà un poliziotto di Dallas al giornalista Franco Nencini: "Se avessero lasciato fare a noi di Dallas, non sarebbe successo niente. Invece ci fu un ' invasione di tutti quei cervelloni di Washington e dell'FBI e, si sa, con la confusione può succedere tutto. Dallas è una città tranquilla,capito? Scrivilo..."
[Modificato da Diego Verdegiglio 07/08/2007 15:16]
Diego Verdegiglio
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07/08/2007 15:22

LE OPINIONI
Scrive nel 1993 Newsweek: "Per tutto il 1992 e per la prima parte del 1993 sono state aperte nuove indagini sul caso, sono state riesaminate le carte della Commissione Warren e del processo di Garrison. Sono venuti alla luce nuovi documenti della CIA e dell ' FBI rimasti finora segreti. Decine di esperti hanno riesaminato a fondo le ipotesi più concrete formulate in questi anni: dal KGB agli anticastristi e ai sicari della Mafia. I risultati di questo riesame del caso sembrano portare ormai definitivamente verso la soluzione di Oswald e Ruby come folli isolati. La realtà dei fatti appare quindi diversa dalle tesi cospiratorie". Nel 1992, interpellato a proposito del film JFK di Oliver Stone, che avrebbe provocato l ' apertura degli archivi segreti, anche Louis B. Stokes ammetterà: "Non c ' è secondo me nessuna prova decisiva, e vi posso assicurare che il Congresso non ha mai nascosto nessuna prova decisiva. Contrariamente a quanto dice Stone, non abbiamo nulla da nascondere". Identica la posizione del senatore Edward Ted Kennedy e dell ' ex - presidente Gerald Ford, che hanno chiesto la pubblicazione di tutti i dossier segreti riguardanti la morte di Kennedy: "Emergerà che la Commissione Warren raggiunse chiare conclusioni". Il direttore della CIA, Robert Gates, dichiara che una speciale Commissione di storici dell ' Agenzia vaglierà la pubblicazione di tutti i documenti riguardanti il caso Kennedy: "Solo così riusciremo a screditare la teoria di un coinvolgimento della CIA nell ' attentato".
Nell ' agosto del 1993 la maggior parte di questo materiale viene trasferito agli Archivi Nazionali, a disposizione degli storici e dei ricercatori. Le assurde pretese di questi ultimi sono che nessuna censura preventiva consenta di cancellare nomi e riferimenti dalle fotocopie dei rapporti top secret. Ci si chiede se, per essi, abbia ancora un senso che una Repubblica democratica abbia un organismo di informazioni riservate, per quanto imperfetto, che operi per la sicurezza nazionale. I complottisti sono infatti molto scontenti di queste conclusioni: " Ma - scrive Jim Moore - se un gruppo di onesti investigatori composto di membri eletti del Congresso degli Stati Uniti non riesce a individuare una cospirazione, questo probabilmente significa che non ce n ' era nessuna. La legione di detrattori del Rapporto Warren che aveva richiesto per prima una nuova indagine sembra ora preparata a ignorarla". In quello stesso anno depone davanti alla Commissione Conyers sulle Attività Governative della Camera un ufficiale dei servizi segreti dell ' Esercito, il maggiore John Newman, il quale, in base alle sue ricerche, chiede il completo accesso alle informazioni riservate di CIA, FBI e DIA nonché l ' approfondimento dei rapporti di Ruby e Oswald col boss mafioso Carlos Marcello.

4 - Nasce il mito della cospirazione: troppe ipotesi per un attentato

E` impossibile tenere segreto un complotto per uccidere (James Hepburn, L ' America brucia, 1968)

Nulla è più contrario alla riuscita di un complotto che volerlo organizzare su basi troppo sicure. La sicurezza richiede più uomini, più tempo, più circostanze favorevoli e tutto ciò aumenta le possibilità che il complotto venga scoperto (Francesco Guicciardini, 1483 - 1540).

Da quanto abbiamo visto emerge chiaramente che la riapertura dell ' inchiesta, invocata a gran voce dai critici degli anni Sessanta e Settanta, non ha condotto a nessuna nuova prova che possa implicare la partecipazione di qualche individuo o gruppo all ' assassinio di Kennedy, a parte Oswald. Abbiamo anche visto che le circostanze assolutamente casuali e irripetibili che hanno permesso il delitto non consentono di ricondurlo a una cospirazione organizzata. Non ci sono prove convincenti sulla presenza di un altro attentatore. Si potranno forse mettere in futuro sotto accusa la polizia di Dallas, gli organi inquirenti statali e federali, ma il nocciolo fondamentale della questione (Oswald e Ruby hanno agito da soli, e non facevano parte di un complotto) resta intatto.
Il fatto è che Oswald, nei suoi incredibilmente pochi e contorti ventiquattro anni di vita alla ricerca di riscatto e di affermazione personale, ha toccato, come una pallina di flipper impazzita, tutti i gangli vitali (Marines, CIA, FBI, Dipartimento di Stato, Cuba, Ambasciate, movimenti politici, KGB, ecc.) di due sistemi politici, americano e sovietico, in un momento critico per la storia del mondo. L ' assassinio di Kennedy ha rappresentato il detonatore che ha fatto esplodere i delicati meccanismi del Potere. Il comportamento delle autorità non aiuta a fare chiarezza: "Nei giorni immediatamente successivi all ' attentato - scrive Newsweek - molti burocrati a capo dei servizi di sicurezza furono più preoccupati di salvaguardare le loro carriere e i piccoli segreti dei loro uffici piuttosto che cercare prove utili alla risoluzione del caso. Le inefficienze e le incertezze dimostrate dai servizi segreti nei primi giorni delle indagini hanno contribuito per anni ad alimentare le ipotesi di un tentativo di voler occultare una congiura o comunque di voler distorcere la verità dei fatti. Alla fine, l ' operato delle autorità sull ' assassinio di Kennedy si riduce a una storia di errori umani e atteggiamenti opportunistici, piuttosto che a una vasta cospirazione. E` ormai quasi assodato che la versione ufficiale sul delitto è quella più corretta. Ma grazie agli errori degli uomini allora al potere, l ' opinione pubblica difficilmente accetterà più la verità sui fatti di Dallas. In questo groviglio di realtà e menzogna la figura di Oswald si introduce con la sua lucida e controllata, ma dirompente, follia" .
Qualcuno continuerà a voler vedere nei comportamenti dell ' ex - Marine la prova di un piano lungamente preordinato dai congiurati per porlo sotto tutela come appendista agente segreto, come uomo di paglia da sacrificare al momento opportuno. Altri penseranno a differenti coinvolgimenti. Tutto può essere discusso e accettato, tranne l ' assassino solitario. Scrive contraddittoriamente Guido Gerosa (v. p....): " La verità ufficiale è stata messa in dubbio...ma mai smentita con prove certe... La morte dei due Kennedy e di King: non si è riusciti ancora a trovare delle prove, delle testimonianze che dimostrino l ' esistenza di una catena nera che ha guidato questi delitti... Non ci sono prove nuove, ma è già importante che la verità ufficiale sia stata cancellata e che la nozione del complotto sia diventata un fatto acquisito... Io sono abbastanza dell ' idea che ci fu la mafia in questa vicenda, però teleguidata da forze molto più importanti ". Aggiunge Gianni Riotta: "La tesi del complotto prolifica. Umberto Eco ha mostrato con amara razionalità nel Pendolo di Foucault che ogni menzione di un complotto, per arbitraria che sia, ne crea davvero irrazionalmente uno. Gli intrighi si nutrono di pettegolezzi sugli intrighi, specie in politica. La saga dei Kennedy ne è la dimostrazione". Ancora nel 1996, scriverà Marta Boneschi: " Dunque di Oswald tutto è noto, e su di lui, sulla moglie, sul soggiorno in U.R.S.S abbondano i dossier. Troppo perfetto, troppo documentato per essere vero. E quel Jack Ruby che a sua volta lo ammazza è viceversa in eccessiva familiarità con la malavita e la polizia. Egli è stato in passato informatore doppio, delle gang di Chicago... e della polizia texana... Ruby muore opportunamente di cancro mentre è in galera, e al rapporto della Commissione Warren credono in pochi". Conclude Stelio Tomei: "Ogni teoria è accettabile e non lo è. Mai come nel delitto Kennedy si è visto affermare tutto e il contrario di tutto". Le ipotesi, sono letteralmente, pazzesche. La destra è certa che il "comunista" Oswald sia il vero colpevole, come scrive Bejamin Price sul settimanale Lo Specchio: "Il fatto è che Lee Oswald era un comunista. Se si fosse detto al pubblico che il presidente Kennedy era stato ucciso da un comunista e non da un uomo che ha commesso un atto assurdo, la reazione anticomunista sarebbe stata così violenta in tutto il Paese che tutti gli sforzi dei pacifisti americani sarebbero miseramente falliti... Non si sa se la signora Oswald, con la sua bellezza e il suo apparente candore, sia un agente segreto. Ma non è del tutto impossibile che sia stata affiancata a Oswald... Qualunque sia il contenuto della relazione della Commissione Warren, vi saranno certamente dei romantici, come Dorothy Killgallen e molti altri giornalisti, che continueranno a credere ai complotti, e ai complotti in seno ad altri complotti ". Alla maniera degli imbonitori di piazza, che magnificano la loro merce e ne esaltano le qualità a seconda delle richieste del cliente, i teorici della cospirazione sono pronti a rifilare all ' opinione pubblica, ansiosa di sensazioni, la loro mercanzia, un Oswald "cucinato" in tutte le salse: capro espiatorio di CIA, FBI, destra razzista, petrolieri, Mafia, omosessuali, anticastristi, castristi e così via. Le ipotesi sono innumerevoli e contrastanti. Un ex - agente della CIA afferma che Oswald fosse un loro agente inviato in Giappone, mentre Norman Mailer presume invece che Lee fosse in contatto coi comunisti giapponesi. Jay Epstein e Léo Sauvage lo vedono usato dall ' FBI e dalla CIA come doppio agente al servizio dei comunisti cubani o cinesi, del KGB o dei castristi infiltrato nei gruppi di esuli cubani a New Orleans e a Dallas, oppure dal Ku Klux Klan. Lincoln Lawerence scrive un ' opera, Were We Controlled, in cui "dimostra" che una suggestione post-ipnotica è riuscita a far schiacciare il grilletto a un Oswald robotizzato attraverso un comando radio installato nel suo corpot. William Smith in, Assassination By Consensus, suggerisce che vi è stato un completo lavaggio del cervello di Oswald, facilmente realizzabile sulle menti inferiori. William Torbitt lo vede invece implicato nella congiura ordita dai nazisti del gruppo Odessa. Nel 1978 lo scrittore sovietico Yulian Semyonov, sul settimanale Ogonyok, sostiene che Oswald, agente di Pechino, avesse anche l ' appoggio della Mafia. Secondo l ' Autore, i Cinesi erano legati a Cosa Nostra dal traffico di droga e Jack Ruby era uno dei perni di questa connessione. Lo scrittore Pat Matteo, nella sua opera This Captive Land, suppone che Kennedy sia stato ucciso per prevenire il suo diniego alla costruzione di una bomba atomica in miniatura. Thothnu Tastmona nel suo libro pensa a un complotto ordito dal capo dei mormoni Brigham Young. Bernard M. Bane scrive Is John Kennedy Alive? (John Kennedy è vivo?). Sybil Leek, autocertificatasi come maga, scrive con Bert Sugar il libro The Murder Chain (La catena dell ' assassinio) in cui un malefico collegamento viene rintracciato dietro molti omicidi politici della Storia. Robert Anton Wilson, alias Illuminatus, cerca una spiegazione del delitto di Dallas nello studio dell ' antico Egitto, mentre il volume The Illuminoids di Neal Wilgus trova nella loggia massonica "Ordine degli Illuminati" la spiegazione del complotto. La rivista The National Enquirer del 5 gennaio 1964 "scopre" che l ' FBI aveva indagato su un gruppo di spie comuniste di cui faceva parte il padre di Marina Oswald. John H. Davis non esclude invece una complicità dei militari del Pentagono con la Mafia italo - americana.
Nerin E. Gun, riporta, per citare un esempio di assurdità romanzesca, "una storia secondo la quale i Kennedy, Bob Ted e Jacqueline, conoscerebbero il nome del vero assassino del Presidente, che non sarebbe Oswald. Essi conoscerebbero inoltre anche il movente del delitto. E` questa sarebbe la ragione per cui Robert Kennedy non si recò a Dallas e Jacqueline non mostrò mai la minima curiosità a proposito dell ' assassino del marito e del movente del crimine. Se il nome dell ' assassino fosse stato reso noto, l ' opinione pubblica americana ne sarebbe stata influenzata. Secondo questa versione dei fatti, anche Johnson sarebbe al corrente del segreto ma, per far piacere ai Kennedy, avrebbe ordinato di mettere tutto sotto silenzio, chiedendo alla Commissione Warren di non porre domande imbarazzanti a Jacqueline e a Robert Kennedy".
I settimanali popolari italiani non sono da meno. Lo "strillo" di copertina di Stop n. 986 del 14 agosto 1967 titola: " Jacqueline vendicherà il suo adorato John: lei sa chi è stato". Scrive il reporter investigatore Seymour Hersh: "Coloro che credono alle teorie cospirative fanno presto a diventare estremamente offensivi. Se uno di essi vi espone la sua versione del complotto e voi dite non ci credo, loro rispondono certo che non ci crede. E` perché anche lei è d'accordo con la congiura. E` una mentalità che non mi piace". E' anche possibile combinare più mandanti. "Castro si alleò con la Mafia per uccidere Kennedy", sostiene Jack Anderson. "L ' uccisione di Kennedy organizzata da CIA e FBI", scrive Il Giornale del 23 settembre 1977. P. Meisner scrive sul Workers World : "Mercenari americani hanno collaborato all ' assassinio di J.F.K.". Altri, come Mark North, pensano al coinvolgimento dell ' FBI, perché Kennedy, secondo Hoover, era un immorale e intendeva destituirlo dalla direzione del Bureau per non essere ricattato. Secondo Bonar Menninger e Howard Donahue, un agente della scorta presidenziale ha tirato fuori il suo fucile e ha colpito al cranio Kennedy per errore. John Keel nel sul libro Il nostro pianeta maledetto parla invece di "particolari inspiegabili... analoghi a quelli di alcuni casi di UFO". Milton William Cooper, che tiene conferenze a pagamento su UFO e attualità su JFK, rivela che una sua analisi del film di Zapruder mostra chiaramente l ' autista della limousine presidenziale William Bill Greer che si gira indietro e spara alla testa di Kennedy. Ilario Fiore assicura invece: "Erano Walker e i suoi amici sudisti, texani compresi, ad agitare la bandiera segregazionista. Perché non dirlo? A Dallas John Kennedy è morto per questo". Un anonimo informatore russo rivela all ' Ambasciata americana di Mosca che Ruby era in loschi rapporti con Oswald almeno dal 1960. Oswald sarebbe stato, insieme a Marina, un agente del KGB: un gruppo di comunisti americani aveva preso parte al complotto contro Kennedy.
James Reston jr., biografo di John Connally, sostiene che a Dallas il vero bersaglio era il Governatore, colpevole di non aver riabilitato il congedo disonorevole inflitto a Oswald dopo la defezione in Russia. Kennedy fu ucciso per sbaglio. In un altro momento Reston afferma invece che la Mafia voleva regolare i conti con Connally perché il Governatore aveva rifiutato di lasciarla operare nelle metropoli texane. Le teorie più assurde si accavallano. Un giornale dei Black Muslims giunge al punto di riferire che il Presidente, morente di cancro e desideroso del martirio, aveva ordinato la sua stessa uccisione. Seth Kantor, con argomenti documentati, giura su Ruby mafioso, ma anche informatore protetto dalla CIA e dall ' FBI.
Nel marzo 1967 il portoricano Luis Angel Castillo viene arrestato a Manila. Confessa di essere stato a Dallas il 22 novembre 1963 come sicario di Castro e di essere stato ipnotizzato dai cospiratori dell 'Avana e della CIA. Ammette di aver perso conoscenza durante l ' attentato e di essersi ritrovato poi a Cuba. Un ' altra "rivelazione" viene da Ricky White: lui e sua madre avrebbero scoperto, dopo la morte del padre, Roscoe White, ex -poliziotto di Dallas, un diario in cui l ' uomo confessa di essere l ' attentatore del poggio erboso. Quando viene loro chiesto di mostrarlo, entrambi dichiarano, molto opportunamente, che il memoriale è stato "sequestrato" da misteriosi agenti dell ' FBI. La storia del mercante di droga Christian David prevede invece una cospirazione della malavita corso-marsigliese, capeggiata da Antoine Guerini, in aiuto dei fratelli delle "famiglie" americane. Questa ennesima bufala esce nel novembre 1988 per il venticinquennale dell ' attentato, prodotta dalla televisione privata britannica ITV e diretta da Nigel Turner. Viene trasmessa anche in Italia, su RAI 3, col titolo I misteri di Dallas. Il servizio è talmente falso che perfino Gianni Bisiach, il giornalista complottista che conduce la serata in studio, gli dà poco credito. Henry Hurt pubblica nel 1985, nel suo Reasonable Doubt, la "confessione" di Robert Easterling, un intricato mosaico che lega Oswald alla CIA e agli anticastristi, fra i quali il "vero" killer di Kennedy, un fantomatico Manuel Rivera. Easterling risulterà poi appena dimesso da un ospedale psichiatrico.
Dal 1988 al 1993 la valanga di saggi sul "delitto del secolo" non ha soste. Nel 1992 esce un volume di John R. Craig e Philip A. Rogers, The Man on The Grassy Knoll (L 'uomo sul poggio erboso), teoria nuova di zecca. Charles Rogers, un fanatico di estrema destra texano, in contatto sia con la CIA che con Oswald, ha sparato al presidente Kennedy dalla staccionata. David Perry ha raccolto le testimonianze di ventotto uomini individuati dai critici come il secondo, il terzo o il quarto assassino, o che hanno spontaneamente confessato di esserlo. Hug McDonald, nel suo volume Appointment in Dallas (Appuntamento a Dallas), scopre il secondo assassino della Dealey Plaza: ha sparato da una finestra del Texas Records Building. Il suo nome di battaglia è Saul ed è legato alla CIA. Un ex -ricoverato per disturbi mentali, Richard Case Nagell, confida i retroscena dei servizi segreti sull ' assassinio di J.F.K. allo scrittore Richard Russell nel libro L ' uomo che sapeva troppo. Garrison, che intende in un primo tempo servirsi di Nagell nella sua investigazione, vi rinuncia dopo averlo incontrato. Il pregiudicato texano Charles Harrelson, padre dell ' attore Woody, ha affermato di essere uno degli attentatori fermati nella Dealey Plaza, travestiti da barboni. L ' avventuriero Chauncey Holt afferma di aver conosciuto Oswald, Ruby e il mafioso Meyer Lanski. Rappresentato da un procuratore legale del Texas, Holt cerca di vendere il suo libro sulla storia dei tre vagabondi. Sia lui che Harrelson diventano parte della stessa storia quando, il 19 gennaio 1992, il Globe pubblica un titolo di testa: "Rivelazione - Il vero assassino di J.F.K. Un misterioso vagabondo accusa: Il padre del protagonista di Chers ha ucciso Kennedy e io gli ho dato il fucile".
Avete qualche altra "idea" originale? Proponetela. Sarà bene accetta, stampata, pubblicizzata e probabilmente ben venduta. Ognuna di queste pseudo rivelazioni ci presenta una serie di dati e di circostanze frutto di una accurata selezione. Il lettore in buona fede troverà tutto plausibile, convincente, ben spiegato, ben documentato, con riferimenti a pagine di rapporti, indagini ufficiali, interpretazioni di film, di foto, di testimonianze. Da ognuna di queste opere potrà trarre tranquillamente una conclusione apparentemente valida.
Dove è finita la ragione? Dov ' è il buon senso? Dove sta la capacità logica di analizzare i fatti? Il pubblico è inondato letteralmente di spazzatura: il concetto di osceno non andrebbe applicato solo alla pornografia. Questi libri fuorvianti sono molto più osceni dell ' hard core, perché insinuano nella gente indifesa una serie di false convinzioni e di falsi miti. Come ho già detto nell ' Introduzione, il clamore e il sensazionale fanno vendere più di un pacato ragionamento e di un ' analisi scrupolosa. Come scrive giustamente Sebastiano Messina su La Repubblica " ...nell ' età della televisione le masse moderne non si fidano più dei propri occhi e delle proprie orecchie, ma soltanto della propria immaginazione... i grandi complotti sono cose che si sentono, si annusano. E, naturalmente, non si vedono. Sennò, che complotti sarebbero?", Sull ' assassinio di Kennedy, incubo inconscio della nazione, si può ormai inventare di tutto, la gente "beve" tutto. Questo delitto non è più un fatto storico, un tragico episodio criminale. E' diventato invece un principio metafisico, un incubo collettivo, un caso psicanalitico, un "viaggio" sospeso tra il mito e la fede, tra i meandri dell ' inconscio e del surreale. Luis Foix afferma che "le teorie della cospirazione variano a seconda delle ossessioni nazionali che sono in voga... La figura di Kennedy è entrata in una fase leggendaria".
Chiudo questo paragrafo citando una famosa scena del film di Woody Allen Io e Annie del 1977. L ' ironia con cui l ' autore - attore (doppiato in Italia dal bravissimo Oreste Lionello) tratteggia l ' ossessione nazionale del complotto contro Kennedy è esilarante: "Non posso togliermelo dalla mente, Allison, mi sta ossessionando ! Non ha proprio senso! L ' auto era già oltre il deposito di libri! La polizia ha stabilito con certezza che era un foro d ' uscita...E allora com'è possibile che Oswald abbia sparato contemporaneamente da due punti su Kennedy? Non ha senso...Sai che ti dico? Non era bravo da colpire un bersaglio in movimento da quella distanza, ma... .Se c ' era un secondo assassino... Certo! E' così! Se hanno ritrovato i bossoli di quel fucile... C ' è dentro anche Warren? E perché no? Ehi, gioia, chi lo conosce Earl Warren? Lyndon Johnson? Lyndon Johnson è un uomo politico! Conosciamo la morale di quella gente! E' un gradino più giù di quella di chi s ' inchiappetta i bambini..."
Il primo aprile 1964 la signora Marguerite esautora ufficialmente Lane e riprende a vendere a caro prezzo documenti e oggetti personali di Lee e a concedere interviste e memoriali a pagamento. L ' altro suo figlio, John Pic, sergente dell ' aeronautica e fratellastro di Lee, dirà: "Io penso che anche lei, nostra madre, non creda affatto innocente Lee, ma cerchi di fare quanto più denaro può". Il 6 aprile 1967 Marguerite Oswald organizza a New York un ' asta per vendere le lettere scrittele da suo figlio. L' immaginazione, sul "complotto" contro J.F.K., è sempre stata e sarà sempre fervida. Afferma Lord Longford: "Salinger, scrivendo nel 1967, dice che il danno e l ' odio provocati dalle illazioni scandalistiche sull ' assassinio di Kennedy meritano un ' attenta risposta. Riconosceva che fino a quel momento i fomentatori di scandali avevano avuto la meglio. I veri colpevoli, gli uomini che si celavano dietro l ' assassinio, sono stati teoricamente scoperti nelle più svariate direzioni. E` tuttavia necessario ribadire che fino ad oggi non è venuta alla luce alcuna prova determinante che convalidi la teoria della congiura. A me pare tuttora verosimile che fu un uomo solo a sparare e a uccidere il Presidente: Lee Oswald.Tutti i tentativi di capovolgere il verdetto ufficiale sono risultati vani ".
Non è l ' unico parere autorevole in questo senso. Vediamo William Manchester: "Tutti coloro che vogliono credere che J.F.K. fu la vittima di una cospirazione hanno tutta la mia simpatia. Per usare quella che sembra una strana metafora, c' è un principio estetico in loro. Se si mettono su un piatto della bilancia sei milioni di ebrei uccisi e il regime nazista sull ' altra, c 'è un equilibrio: i più grandi criminali da una parte, il più grande crimine dall ' altro. Ma se si mette il Presidente U.S.A. assassinato su un piatto e quel miserabile relitto di Lee Oswald sull ' altro, non c' è equilibrio. E` necessario aggiungere qualcosa di più importante che non il solo ex - Marine. Bisogna investire la morte di un Presidente di un significato dandogli l ' aureola del martirio. Deve essere morto per qualcosa! Ma, sfortunatamente per loro, non c ' è alcuna prova di una cospirazione". "La decisione di pubblicare gli ultimi dossier delle agenzie federali - aggiunge Gerald Posner - non risolverà il problema per chi crede alla cospirazione. Robert Blakey dice che la gente che aspetta nuove rivelazioni rimarrà delusa. Conosco quei dossier e non c'è niente di rilevante. Chiederanno altre indagini e altri documenti. Li interpreteranno e vaglieranno trovando nuovi fatti evidenti di questo o di quel complotto. Andrà avanti così per sempre. La verità e la realtà saranno perse di vista e la figura di Oswald diventerà sempre più insignificante, come una nota finale a piè di pagina. Dice lo storico Henry Steele Commager: Io penso che in anni recenti si sia venuta formando quella che potrei chiamare la 'psicologia della cospirazione' , un sentimento per cui i grandi eventi non si possono spiegare con fatti ordinari... C ' è qualche necessità psicologica che spinge a rifiutare il semplice, l ' ordinario e a trovare rifugio, invece, nello straordinario. Aggiunge Bill Alexander, vice procuratore distrettuale di Dallas: E ' un ' industria fiorente, la cospirazione. La gente ci guadagna su. Che fine ha fatto la verità? Nessuno vuole più saperla, la verità, perché finirebbe il guadagno e finirebbero gli affari. Il professore Richard Wrone, della Wisconsin University: Secondo me, questa sindrome dell ' assassinio, questo collasso dello spirito critico, è una prova che la nostra società è in crisi. Questi teorici distolgono la nostra attenzione dalla realtà, portandoci in uno sconosciuto paese di Oz. Dice David Perry: Vengono fuori persone con nuove storie di tutti i tipi e alcuni critici sono così disposti a credere loro che stampano tutto senza prima aver controllato e circolano anche documenti falsi ". In sorprendente contrasto con il complottismo dietrologico progressista, Gian Giacomo Migone scrive su il manifesto: "Ma non è proprio possibile la ricerca di una verità politica che vada al di là del dilettantismo e del dietrismo? Non è possibile avviare una riflessione su alcune costanti presenti nei principali assassinii politici degli ultimi venticinque anni senza per questo dover provare, o anche solo ipotizzare, l ' esistenza di un mitico governo occulto che, intorno a un tavolo, programma freddamente l ' eliminazione di uomini politici incompatibili con alcuni interessi costituiti?". Aggiunge Leone Dongo: "Adesso gli appassionati del giallo a tutti i costi si sentiranno un pò delusi e, in un certo senso, defraudati. Adesso sappiamo che se Lee Oswald ha avuto un complice questo è soltanto la pazzia. Non è più possibile parlare di moventi ideologici quando c ' è di mezzo la pazzia e l ' impulso megalomane".
Nonostante ottimi studi sulle traiettorie e sulle risultanze dell ' autopsia, che confermano le fucilate del solo Oswald dalla finestra del deposito (ad esempio le indagini balistiche e medico legali del dottor John K. Lattimer di New York) moltissimi sono ancora convinti che tutto sia stato preordinato da una cospirazione.
Uno dei pareri più autorevoli contro questa ipotesi è quello di Bob Kennedy. Scrive Augusto Guerriero "Ricciardetto": "Robert Kennedy ha detto a Cracovia che Oswald agì senza dubbio da solo e di sua volontà. Non era affatto membro di un ' organizzazione di destra. Era un comunista e non nascondeva di esserlo, ma i comunisti stessi non volevano avere niente a che fare con lui... Non mi si vorrà sostenere che il giornalista comunista disoccupato Buchanan e l ' avvocato Mark Lane, che gira l ' Europa per raccogliere fondi, siano interessati a vendicare il defunto Presidente più di quanto lo sia il fratello, ministro della Giustizia... Mark Lane è ridicolo. Ancora oggi... va dicendo che Oswald era innocente: è la dottrina di Hitler della grossa menzogna. La menzogna deve essere grossa, bisogna ripeterla spesso e la gente ci crederà... Sauvage del Figaro ha suggerito che vi fu un complotto razzista, Buchanan ha accusato i petrolieri, Serge Groussard la Mafia. Un certo M. S. Arnoni è persuaso che furono la CIA, l ' aviazione e le industrie belliche a punire Kennedy per la sospensione degli esperimenti nucleari. Secondo Joane Dixon il complotto fu ordito da Castro, il quale temeva di essere eliminato in conseguenza di un accordo fra Kennedy e Kruscev. Secondo Ousman Ba, ministro degli Esteri del Mali, le stesse forze che avevano colpito Lomumba e Hammarskjöld, colpirono Kennedy. Si resta di stucco a leggere simili idiozie".
Richard Corliss aggiunge: "Così, se chiedete Chi ha ucciso il Presidente e contribuito a nascondere la verità? Tutti! Alti ufficiali nella CIA, l ' FBI, il Dipartimento di polizia di Dallas, i Servizi informativi delle tre Armi, il mondo dei grandi affaristi e la Casa Bianca. Tutti. Ma Oswald... oh, Oswald era probabilmente un doppio agente durante la sua defezione in Unione Sovietica. Poteva forse anche essere in contatto con i cubani anticastristi. Ma non ha ucciso J.F.K.. Non ha ucciso il poliziotto J. D. Tippit. L ' unico uomo accusato dell ' assassinio era esattamente quello che diceva di essere: un capro espiatorio". Siegmund Ginzberg: "Ha dichiarato Arthur Schlesinger: Devo dire che c' è un istinto naturale a presumere chissà quali complotti in casi come questo. Quello che noi ora sappiamo è che l' inchiesta condotta dalla Commissione Warren era stata inadeguata, sappiamo che sia la CIA che l' FBI avevano nascosto informazioni vitali... Non perché volevano insabbiare le tracce di un complotto, ma per ragioni molto più volgari, di autoprotezione burocratica: in sostanza perché la gente non s' accorgesse di quanto erano incompetenti. Ma se non c' è dubbio che la Commissione Warren era inadeguata, dubito fortemente che un ' indagine più accurata avrebbe portato a conclusioni differenti." Giuseppe Josca riporta quanto scrive il critico del Time: "L ' assassinio di Kennedy sembra adesso galleggiare in uno spazio etereo, sospeso tra fatti e fantasia in cui la logica si tramuta in sogno. Tutte le teorie sono state formulate. L ' idea del complotto è certo la più suggestiva, perché sembra difficile accettare quella normale: un giovanotto frustrato e arrabbiato si vendica della vita sparando al Presidente e, due giorni dopo, mentre lo trasferiscono in una prigione sicura, viene giustiziato da Jack Ruby, un uomo strambo e imbottito di pillole, proprietario di una balera. Ma anche questa ostinazione a cercare una verità sfuggente serve a tener vivo il mito". Scrive Andrea Monti: "La tesi della congiura, tecnicamente sostenibile, ha un punto debole: il mandante. Sulla sua identità solo ipotesi e fantasie. Troppe tessere per un solo mosaico".
C ' è chi è un "pentito" della congiura ed è riuscito a disintossicarsi dalla "complottite": si chiama Craig Karpel. Ne sintetizzo le amare e ironiche riflessioni pubblicate sulla rivista parigina Actuel: "Ho praticato a lungo i teorici della cospirazione. Negli Stati Uniti li chiamano conspiracy freaks, i mostri della cospirazione. Per un mostro cospiratore non c ' è mai una fine, le teorie della cospirazione prolificano esponenzialmente ed essi si dicono pronti a continuare le loro ricerche tutta la vita. Io ero uno di essi. Poi mi sono sganciato. Ne avevo abbastanza di teorie paranoiche sparse per tutti gli Stati Uniti. Non voglio più rientrare nel gioco delle teorie della congiura. Mi sono stancato del grande problema americano del chi c ' è dietro?. La sinistra crede che sia il complesso militare industriale, già denunciato da Eisenhower in persona, appoggiato dal suo braccio secolare, la CIA. La destra ha il suo personale complotto permanente. Per essa, tutto è manipolato da un Consiglio delle Relazioni Esterne, un Club dell ' Ombra che raggrupperebbe duemila uomini di affari e inquinatori della stampa e della politica, eredi degli Illuminati di Baviera, organizzazione mitica, antesignana del comunismo, che si oppone alla religione, alla proprietà privata e al patriottismo. Non c 'è che una piccola differenza di opinioni: la destra pensa che il complotto sia di sinistra, la sinistra ne incolpa la destra. Non avere una propria, anche piccola, teoria della cospirazione espone oggi, in America, a passare per uno fuori dalla realtà. Se avete una buona teoria cospirativa, potete giustificare ogni cosa: tutto ciò che va male nella vostra vita è a causa delle potenze malefiche. Una buona, piccola teoria della cospirazione vi dà uno scopo: trovare la fonte del Male. Se avete una buona, piccola teoria cospirativa, si avrà bisogno di voi per capire tutto. Le allucinazioni cospirative sono più strane e vivaci dove il sistema politico è più aperto. Per i complottisti, la democrazia non ha mai evitato l ' intrigo. Al contrario, più le leggi sono trasparenti, più l ' amministrazione prova il bisogno di agire in segreto. Più la democrazia aumenta, più la cospirazione guadagna terreno nell ' ombra. A partire da questa constatazione, si possono indefinitamente creare delle teorie cospirative. Come si fabbrica una buona cospirazione? Innanzitutto bisogna che sia impossibile separare l ' informazione dalla disinformazione. Per fabbricare della buona disinformazione bisogna essere a un tempo totalmente incredibile e totalmente credibile. Perché una storia sia credibile, bisogna che provenga da una fonte verificabile e rispettabile. E in più che essa coincida con tutti i nostri pregiudizi. E` quella che si chiama una news management. Non c ' è più bisogno, allora, di sforzi per diffondere questo genere di fandonie: viaggiano per conto loro attraverso Cnn, Reuter, The Times di New York o di Londra. Basandomi su fatti concreti e reali, interpretati correttamente, potrei concatenare una serie di prove cospirative assolutamente inattaccabili dai profani. Se parliamo di coincidenze, potrei dirvi: è una coincidenza che il libro di Jim Garrison sull ' assassinio di Kennedy si chiami A Heritage of Stone (Un retaggio di pietra) e vent ' anni dopo un regista di nome Stone faccia un film su Garrison?".
Aggiungo una considerazione molto appropriata di Jim Moore: "Il dottor Baden, che condusse le indagini medico balistiche per conto dell ' HSCA, sostiene che la varietà delle teorie cospirative aveva messo in discussione ogni prova, anche il corpo stesso del Presidente. Durante il volo da Dallas a Washington le ferite d ' entrata sarebbero state alterate per farle apparire ferite d ' uscita. Secondo un ' altra teoria, il rapporto originale dell ' autopsia, le foto e le radiografie erano stati tutti rubati dagli Archivi Nazionali e sostituiti con dei falsi. Baden si chiede quale vasto numero di persone sarebbe stato necessario per portare a termine tutti questi compiti e la straordinaria combinazione di competenza, fortuna, intelligenza per tenere segreta questa delicata e complessa cospirazione. Le due teorie a cui Baden fa riferimento sono quelle di Groden e Lifton. Baden è un patologo legale e un investigatore, Groden e Lifton non sono né l ' uno né l ' altro. Baden in un ' unica riga dà il colpo di grazia ai sensazionalisti dell ' assassinio come Jim Marrs, Josiah Thompson e Mark Lane, che sostengono il fantasma dello sparatore sul poggio erboso: non c ' è alcuna prova che qualcosa abbia colpito J.F.K. anteriormente. Mi sono reso conto che la verità non interessa assolutamente: la gente vuole credere a una menzogna semplicemente perché è più eccitante. Mi chiedo: le capacità dei critici come Groden e Livingstone sono superiori a quelle di chiunque altro? Erano persone come Buchanan, Meagher, Lane, più intelligenti di tutti i membri della Commissione Warren? Sono stati migliori investigatori dei membri dell ' HSCA? Che cosa vedono Lifton, Groden, Weisberg che noi comuni mortali non vediamo? Come può un solo fotogramma rivelare l ' assassino a qualcuno come Groden e lasciare indifferente l ' HSCA? Come può Groden notare delle alterazioni nelle foto dell ' autopsia e i medici che l ' hanno eseguita non notare nulla di strano quando le autenticano? Perché i critici deplorano il lavoro degli investigatori, ma non non apportano prove essi stessi? Dove sono finite le pallottole sparate da altre direzioni sull ' auto?" (continua nel prossimo messaggio).
Diego Verdegiglio
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07/08/2007 15:27

Anche altri Autori, sia italiani che stranieri, rigettano la teoria del complotto. Carlo Casalegno, vicedirettore del quotidiano La Stampa, ucciso in un attentato delle Brigate Rosse nel novembre 1977: "Un attentato è, nella maggior parte dei casi, un ' azione solitaria, individuale; eppure accade di rado che dietro un omicidio politico non si sospetti e si ricerchi una congiura, non si tema o non si immagini un complotto. E` naturale, perché la scomparsa di un uomo di Stato ha sempre conseguenze gravi, colpisce interessi interni o internazionali. La nostra stessa logica si rifiuta di accettare l ' ipotesi di un delitto isolato, gratuito; eppure, assai spesso, le inchieste più diligenti impongono di escludere che l ' assassinio rientri in un piano rivoluzionario... E quasi certamente John Kennedy non è morto, come molti sospettano tuttora, per un complotto voluto dalle forze potenti della controrivoluzione... Il Rapporto Warren non chiarisce tutti gli enigmi e probabilmente non rivela tutte le verità note agli inquirenti. Ma la versione ufficiale, nonostante reticenze e lacune, pare più attendibile dei romanzi costruiti sull ' ipotesi di una necessariamente immensa congiura. E` molto più facile credere alla follìa del solo Oswald che alla possibilità di mantenere segreta per un decennio una cospirazione di enormi proporzioni: tra le due, sembra verosimile l ' ipotesi più semplice. Ed anche la più tragica, pensando che le fucilate di un esaltato cambiarono la politica e distrussero le speranze di un grande Paese". "Il mio punto di vista - dice Henry Wade, Procuratore Distrettuale di Dallas - è che la congiura non ci sia stata ...Non c ' è niente di assurdo nella tesi che Ruby abbia sparato a Oswald credendo di diventare un eroe, un benemerito della nazione.... Al posto dei fatti nuovi ci saranno sempre e solo chiacchiere, speculazioni tese ad allargare il mistero, perché il mistero diverte troppo. C ' è ancora gente che dice non fu Booth ad uccidere Lincoln". Scrive Norman Mailer: "Numerosi libri sono stati scritti dai fautori della teoria della congiura, per porre in risalto la possibilità che Oswald fosse manovrato dai Servizi Segreti. Tuttavia non è saltata fuori alcuna prova inoppugnabile che egli fosse veramente legato all ' FBI, alla CIA, ai servizi segreti dell ' Esercito o della Marina, o a questo o a quel gruppo di Cubani. E' quindi tutt ' ora possibile ritenere che Oswald fosse semplicemente una persona iperambiziosa, un megalomane, uno squilibrato, un marito becchettato dalla moglie e in vena di brutalità con lei, e basta. Lee aveva il carattere adatto per uccidere Kennedy... Era capace di agire da solo. E` pur sempre difficile non credere che sia stato lui a premere il grilletto... Quell ' atto era la più grossa occasione che gli si fosse mai presentata. Le probabilità che egli sia senz ' altro colpevole, e protagonista unico dell ' attentato, sono tre su quattro. Le probabilità che una vasta congiura ha di sortire successo e di restare nascosta sono invece assai scarse. E Oswald sarebbe l ' ultimo uomo che gli artefici di una sì vasta cospirazione avrebbero scelto come loro pedina. Aggiunge The Guardian di Londra: Si è sempre disposti ad accettare la spiegazione a base di cospirazione piuttosto che quella a base di un individuo mentalmente tarato". Perché, allora queste nuove e accurate indagini governative non metteranno la parola fine alle supposizioni su una cospirazione per uccidere il Presidente?".
Una dichiarazione del miliardario di Dallas Stanley Marcus, stranamente liberal e harvardiano come Kennedy in una città che non amava il Presidente. Oriana Fallaci, che lo intervista, dice che il suo punto di vista ha interesse in quanto è il punto di vista di un ricco innocente: "Mi convinsi subito della colpevolezza di Oswald, vale a dire che non si trattava di una congiura ma del delitto di un pazzo. Ci sono tanti pazzi in America che proteggere un uomo politico è praticamente impossibile. La mia tesi, lo so, piace poco in Europa...Son passati tre anni esatti e gli Europei si offendono di nuovo quando uno dice: non ci fu congiura. A volte anche gli Americani. Il complesso della congiura ormai va di moda, ha preso il posto dei complessi freudiani. Non capisco perché: non ci sono nuove prove, ci sono solo nuove domande sollevate da qualche bestseller. Forse il Rapporto Warren è criticabile su questioni marginali, ma non sulla verità fondamentale che un pazzo chiamato Oswald abbia ucciso da solo John Kennedy e che un altro pazzo chiamato Jack Ruby abbia ucciso da solo Lee Oswald. E' difficile, lo so, far accettare il concetto che questa e solo questa sia la verità. E' difficile vendere una storia semplice. Non la compra nessuno. Bisogna riscriverla, farne una storia poliziesca. Tempo fa chiesero a Georges Simenon cosa pensasse del mistero della morte di Kennedy: Non c'è alcun mistero - rispose lo scrittore - Il Rapporto Warren ha cancellato ogni mistero. Questa storia è così semplice che se la scrivessi non me la comprerebbe nessuno".
Aggiunge Ted Sorensen: "Se Bob Kennedy fosse stato in possesso di elementi tali da suggerire il legittimo sospetto che altri fossero coinvolti nell ' assassinio di suo fratello, è difficile pensare che avrebbe lasciato cadere la cosa. Senza dubbio la Commissione Warren.... autorizzò lo staff a compromessi di fronte a scogli insuperabili. Ma non ho letto nulla tale da farmi pensare che un'altra Commissione, procedendo in modo diverso, avrebbe potuto indicare il nome di individui realmente coinvolti nell ' assassinio. Personalmente accetto l ' opinione che non intervennero nessun complotto e nessun motivo politico... Tanta gente nel mondo ha riposto tanta speranza nel presidente Kennedy che rifiuta di credere che la sua sicurezza possa essere stata violata da un solo assalitore sconosciuto. In qualche modo la sua morte avrebbe più significato e sarebbe più accettabile, per loro, se egli fosse stato vittima di un complotto di destra, di sinistra, razzista o politico". Robert Oswald, fratello di Lee: "Nulla, finora, ha scosso la mia certezza che Lee, e Lee soltanto, sparò i colpi che ferirono Connally e uccisero Kennedy". John Pic, fratellastro di Oswald: "Io credo che Lee sia colpevole del delitto di cui è stato accusato ". "Ho visto almeno trentaquattro libri sull ' assassinio del Presidente - aggiunge Malcolm Kilduff - Sono autentica spazzatura, scritti unicamente per desiderio di pubblicità e guadagno". Bob Kennedy, a un amico: "Se pensassi ad un mistero nella morte di mio fratello, non credi che farei qualcosa? ". Jim Bishop, giornalista e storico: " Io personalmente penso che Oswald fu il solo uccisore. Era un individuo squilibrato dal punto di vista emotivo e, prima o poi, avrebbe sparato a qualcuno con la stessa facilità con la quale un bambino dà un calcio a un barattolo di latta". Michael Musmanno, giudice della Corte Suprema della Pennsylvania, uno dei giudici americani al processo di Norimberga contro i gerarchi nazisti: "Coloro che criticano il Rapporto spaccano il capello in due, analizzano la posizione delle virgole, ma non presentano nulla di serio per contraddire i risultati... I critici del Rapporto non impiegano neppure un briciolo di evidenza per indebolire l ' accuratezza di questo documento". Gino Gullace: "I demolitori del Rapporto faranno più colpo dei difensori perché la critica è un ' arte molto facile, in questo caso. I critici fanno acrobazie di logica, spaccano il capello in quattro, ingrandiscono piccoli episodi, mescolano sofismi verbali con argomenti seri per dimostrare che l ' assassinio di Kennedy non si è svolto nel modo spiegato dal Rapporto". Stewart Alsop, scrittore: "Nelle settimane successive all ' assassinio del Presidente... ci siamo abituati a considerare il delitto come un gesto di pura e inutile brutalità... Non esisteva alcuna cospirazione internazionale". John Connally, governatore del Texas, ferito nell ' attentato: "Bisogna mettere la parola fine alla storia dei complotti. Sono assolutamente convinto che non ci fu cospirazione contro il Presidente e che Oswald era un pazzo isolato". Henry Barney Ross, ex - commilitone di Kennedy nel Pacifico e membro della Commissione sulla Delinquenza Giovanile: "Sono piuttosto convinto che sia stato Oswald, che è il gesto di un malato di mente". Bill Decker, sceriffo di Dallas nel 1963: "Perché la verità vera non dovrebbe essere questa? Io non credo alla congiura. A volte le cose sono molto più semplici di quanto si creda e in tanti anni che faccio lo sceriffo ho notato che le cose di solito sono semplicissime, che è inutile logorarsi il cervello con la fantasia. La storia è troppo semplice? Dico: vogliamo complicarla per renderla più interessante? O per vendere libri?". Evan Thomas e Melinda Beck: "E così proliferò la teoria della cospirazione, alimentata in parte dall ' immaginazione, in parte da strane coincidenze e frammenti di verità... Alla fine, la Commissione Warren aveva probabilmente ragione: Kennedy fu ucciso da un solitario, che a sua volta fu ucciso da un altro pazzo solitario. Ma la teorie sostenitrici della cospirazione muoiono a fatica: più persone credono al complotto CIA - LBJ - Pentagono del film di Stone di quante non credano alla Commissione Warren, sforzo combinato di senatori, statisti e Corte Suprema... E' un passo assurdo pensare che la CIA avrebbe ucciso Kennedy: vecchi agenti come Helms hanno ragione di sentirsi violentati dal film JFK. Molto probabilmente gli uomini dell ' establishment avevano ragione su Oswald, ma, a causa dei loro errori, l ' opinione pubblica non crederà mai a ciò che è accaduto". Clay Shaw, accusato dal Procuratore di New Orleans Garrison di complotto contro Kennedy: "E' difficile rendersi conto che il principe azzurro sia stato ucciso da un piccolo verme insignificante, un povero perdente psicotico che ha fatto il colpo per lui fortunato di uccidere il Presidente accovacciato dietro scatole di libri, col suo vecchio fucile ordinato per posta. Ma il fatto che sia una cosa assurda non vuole dire che non sia successa. La vita è piena di cose assurde e io credo di essere una persona molto qualificata per dirlo. Parlo per esperienza diretta". Jas Gawronski: "Anche se Marina Oswald ha dimostrato di propendere per la tesi di suo marito come soldato obbediente manovrato da altri, le sue dichiarazioni mi hanno confermato nell ' idea, che ho sempre avuto, che Oswald ha agito da solo: il ritratto che sua moglie ne tratteggia è infatti quello di uno squilibrato...". Enzo Bettiza, de La Stampa: "La mia impressione è che Marina Oswald si è persa in una serie di ipotesi simili a quelle dei romanzi di spionaggio... Troppi intrighi: quello di Oswald manipolato dalla CIA è il più improbabile. Perché la CIA avrebbe dovuto far uccidere Kennedy? Perché Oswald dovrebbe sparare prima a un uomo di estrema destra come il generale Walker e poi a un liberal democratico come John Kennedy?". Indro Montanelli: "Vorrei esprimere anzitutto la desolazione, che non credo soltanto mia personale, per il pretesto che subito si è colto, in quell ' infame assassinio, di una speculazione politica... Ma soprattutto mi ripugna il tentativo di attribuire all ' ignobile delitto una spiegazione, come si suol dire, ideologica... Chiunque sia stato a uccidere Kennedy, non era né di destra né di sinistra. Era un volgare assassino, un ottuso fanatico, e basta. L ' unica attenuante che gli si potrebbe concedere è la pazzia. Le idee e gli ideali no". Mauro Calamandrei: " Senza disporre di nuove prove, sembra impossibile continuare a dubitare che a sparare contro Kennedy possa essere stata una persona diversa da Lee Harvey Oswald. Naturalmente ipotesi e leggende continuerano a sopravvivere... Chi sia convinto, per esempio, che l ' FBI o la CIA sono enti governativi completamente asserviti alla destra non crederà mai alle conclusioni del Rapporto Warren". Enzo Biagi: "In una storia di sangue e di potere anche il mistero ha la sua parte: e le interpretazioni sono quasi sempre d'obbligo. La mamma del killer mi diceva: Lee è il capro espiatorio di un intrigo nato da gente della politica, ed è stato scelto perché era un disertore, perché era un marxista, perché aveva sposato Marina. Supposizioni, particolari mai confermati dalle verifiche... E' sempre encomiabile ricercare la verità, ma in questo caso bisognerebbe anche tenere presente che, al tempo dell ' assassinio, ministro della Giustizia era Robert Kennedy, ritenuto un duro poco incline ai compromessi e che di certo ha tentato ogni strada per arrivare a qualche certezza. E poi, che il giornalismo americano non lascia perdere, quando si tratta di figure pubbliche. E non avrebbe mai permesso che si dissolvesse nel nulla il fragore di quelle fucilate". Ruggero Orlando, contraddittoriamente: "E' molto difficile far credere che Kennedy sia stato vittima di una congiura razionale: avrebbe richiesto milioni di dollari a disposizione e una lunga catena di complici capaci di ricattarsi reciprocamente. E nessun milionario o gruppi di milionari rischierebbe le proprie comodità per uccidere una persona dall ' autorità limitata nel tempo come il Presidente degli Stati Uniti. Con meno denaro e meno rischi si può cercare di assicurarsi protezione negli àmbiti senatoriali... Oswald non è stato l ' assassino . Tutto il rapporto Warren si basa sul fatto che avrebbe ucciso per fare qualcosa di grande, di memorabile... ma Oswald ha detto pubblicamente di non aver ucciso nessuno e così ha contraddetto la tesi secondo la quale avrebbe ucciso per vanità". Andrea Barbato: "Su John non so... Ma sull ' assassinio di Bob Kennedy si è indagato molto e non è venuto fuori nessun complotto... Solo questo folle solitario Sihran Sihran, che uccide un grande per farsi lui stesso grande". Guglielmo Zucconi: "Contro i romanzi che erano stati ricamati, e ancora lo saranno, attorno a John Fitzgerald Kennedy, la Commissione Warren, un anno dopo il delitto, escluse qualsiasi congiura e attribuì al solo Lee Harvey Oswald la responsabilità della preparazione e dell ' esecuzione del delitto. Quei risultati non sono mai stati seriamente smentiti". Vittorio Zucconi: "Gli Americani sono affascinati dal complotto, la storia è magnifica, ma alla fine è una vertigine. L ' edificio dell ' assassinio di Kennedy è una casa surrealistica nella quale ogni porta che si apre conduce su un altro cortile con un ' altra porta. Io credo che gli Americani la verità vogliano saperla, ma ne abbiano un pò paura. Non solo che nasconda qualcosa, ma perché in fondo questo mistero Kennedy è una delle più belle storie, drammatiche ma belle, che un Paese possa vivere. E' in qualche modo un mito unificante per un Paese che si sta sgretolando, e unificante anche per tutte le generazioni che lo compongono". Alberto Ronchey: " La disputa su numerose circostanze si riduce a un contrasto fra il possibile e il probabile, ossia sull ' accettabilità di tante coincidenze... Fra la constatazione che c ' è qualche dubbio sulla ricostruzione dei fatti così come l ' ha fatta la Commissione Warren e le ipotesi di un vasto complotto politico, c ' è un salto da fare.... Chi conosce gli Stati Uniti ha qualche difficoltà, ad ammettere, in buona fede, l ' ipotesi di un grande complotto, dato che un piccolo complotto non spiega nulla... Tuttora è del pari difficile immaginare un movente persuasivo, lo scopo di un vero complotto politico". Giorgio Bocca: "La Storia, specie quella rivoluzionaria, è troppo semplice per la nostra immaginazione. La sua fulminea casualità non ci appaga. Dobbiamo fornirla di premeditazioni, retroscena, misteri". Livio Caputo: "L ' avvocato Salandria è fra i sostenitori della tesi romanzesca che vedrebbe coinvolte nella congiura circa cinquanta persone. Altre cento ne sarebbero al corrente, ma terrebbero la bocca chiusa, compreso Bob Kennedy... Inutile dire che queste sono fantasie di gente che si ostina a vedere intrighi e cospirazioni dappertutto... La cosa grave è che oggi in America si trovano innumerevoli cittadini predisposti a prestar fede più a un avvocato Salandria che al Presidente della Corte Suprema... E se si accenna, anche con persone intelligenti, alla possibilità che Johnson non sia del tutto estraneo al giallo di Dallas, non si viene più presi per matti". Francesco Gozzano, su L ' Avanti: " La stragrande maggioranza delle ricostruzioni ha riguardato la dinamica del delitto di Dallas, le insufficienze e le lacune delle inchieste ufficiali, l ' affannosa ricerca di un colpevole diverso da Oswald... La dietrologia l ' ha fatta ancora una volta da padrona senza peraltro che emergessero elementi nuovi e decisivi tali da inficiare la ricostruzione ufficiale dei fatti... Il Washington Post si sofferma sui motivi che indussero e inducono tuttora una larga parte dell ' opinione pubblica americana a non prestare soverchia fiducia alle conclusioni cui pervennero le autorità: è l ' ennesima riprova che il caso Kennedy oscilla sempre più fra mito e complotto... E' sorta la tentazione di pensare che tutto sarebbe stato diverso senza quel giorno a Dallas. Una simile tragedia sembra richiedere un colpevole più eccellente di Oswald: forse i Russi o la Mafia o la CIA". Aggiunge Lucia Annunziata: "Kennedy è oggi un ' icona della cultura pop del Paese, ancora più della cultura politica. La sua vita o meglio, le immagini che della sua vita sono diventate simbolo, vanno al di là del dibattito intellettuale: il parallelo per capire l ' enorme popolarità di questo Presidente non è un altro Presidente, ma Elvis Presley. Solo pensando in questo modo si possono capire gli eccessi, il collezionismo, le volgarità e le morbosità che circondano questo assassinio... Come sempre capita a Elvis, anche Kennedy viene ancora regolarmente notato in varie parti del Paese, e a volte in visita in carrozzella alla sua stessa tomba di Arlington, da fans che si rifiutano di credere che lui sia morto" . Ennio Caretto: " I sostenitori della verità ufficiale considerano l ' ossessiva richiesta di trasparenza sull ' omicidio di Kennedy un fenomeno psicologico di massa... William Manchester dichiara che la psiche popolare americana non accetta che un Presidente come Kennedy possa essere stato ucciso soltanto da un sociopatico come Oswald ". Conclude Luigi Barbara: "Oggi i risultati dell'inchiesta Warren sono ancora i più probabili, anche se suscitano riserve e dubbi"





















Diego Verdegiglio
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07/08/2007 17:18

Non ho contato tutti i personaggi che, nei precedenti lunghissimi post, hanno dichiarato le loro convinzioni sulla colpevolezza di Oswald, esprimendo quasi una certa compassione per quei poveri imbecilli vittime della più affascinante e lucrativa teoria della cospirazione.
Mi piacerebbe tanto interrogare queste persone così, apparentemente, ben preparate sul caso JFK, e capire se qualcuna di esse, oltre alla data del 22 novembre, conosce magari anche il luogo della sparatoria.
Sono convinto che il 99% di questi signori rivelerebbe un'ignoranza assoluta sui fatti di Dallas e sulle indagini che ne seguirono.
Fare belle affermazioni di princupio serve solo alla propaganda e al tentativo di screditare degnissimi e preparatissimi ricercatori che hanno dimostrato l'indiscutibile validità della teoria secondo cui Oswald non poteva aver fatto tutto da solo.
Sarebbe più utile citare personaggi che, sulla base di precise conoscenze, fossero capaci di dare credibilità al Rapporto Warren. Ma di questi non ce ne sono ancora in circolazione.
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07/08/2007 22:55

Caro DV,la ringrazio come sempre per le sue esaurienti spiegazioni.Anche se non le condivido.Quello che ancora non capisco è perchè tutti i colpevolisti,continuano ad affermare :siccome è colpevole diamogli pure di pazzo malato di mente .Io penso che :chi ha affibbiato di pazzo ad OSWALD, l'ha fatto solo allo scopo di condizionare o fare accettare all'opinione pubblica qualsiasi spiegazione gli fosse data dal governo.Io in un'altro sito ho trovato questo
e non mi sembrava cosi pazzo ,come i colpevolisti vorrebbero far credere.A me poi ,(come a tutti credo),mi sarebbe piaciuto leggere cosa ha dichiarato OSWALD durante gli interrogatori.E non mi dica la solita frase:è stata una grave mancanza non aver verbalizzato gli interrogatori.No,non può essere stata una mancanza mi creda. Lei una volta a questo proposito ,mi disse che esistevano degli appunti.E perchè non ci dicono cosa dicevano? Magari poteva essere interessante.Poi lei nel suo intervento,ha citato un certo agente HOSTY.Non è per caso l'agente FBI di cui OSWALD aveva sulla propria agenda nr telefonico e targa dell'auto?E che quando l'FBI consegnò l'agenda alla CW mancava proprio quella pagina? Imbarazzante ...vero? Perchè RUBY quando si era deciso a parlare ,la CW si rifiutò di trasferirlo a washington ?Perchè quando un testimone avvolorava la tesi della CW veniva dato grande risalto? Invece quando scagionava OSWALD gli avvocati della CW cercavano di confondere il testimone per farsi dire solo quello che gli faceva comodo?Perchè sul RW venne data come ulteriore prova di colpevolezza ; che sulle scatole al sesto piano del deposito dei libri c'erano le impronte di OSWALD .Dimenticando però, che li' ci lavorava OSWALD.Non capisco il perchè di queste forzature.Con tutte le prove che avevano in "mano", non vedo perchè dovevano per forza enfatizzare il tutto.Cosi'facendo hanno sciupato quel poco di "convincente" che avevano contro OSWALD.E hanno finito per alimentare questo rompicapo che dura ormai da 44 anni.Se hanno avuto bisogno di calcare la mano, è evidente che erano poco convinti anche loro.Vede caro DV , se le autorità ci avessero tolto questi e molti altri dubbi,(se vuole ne potrei citare un'altra cinquantina)magari non si sarebbe mai parlato di complotto. Ma purtroppo di queste anomalie ce ne sono a decine su questa storia.Ecco perchè la gente non accetterà mai con serenità la tesi del governo sui fatti di DALLAS. Cordiali saluti.......!prouty2!
[Modificato da !prouty2! 07/08/2007 23:00]
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08/08/2007 08:41

Anche se sembra OT vi assicuro che non lo è... esiste una foto di quel giorno che mostri la finestra che dava su Huston ST?

cordiai saluti
Andrea
"Quelli che spararono a Kennedy dalla collinetta erbosa dopo tre ore erano gia morti, sepolti nel deserto con le tombe senza nome o fuori Terlinga"
"E lei lo sa per certo?"
"Ho ancora la pala"

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