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Marina Oswald: "Mio marito attentò alla vita del generale Walker"

Ultimo Aggiornamento: 26/11/2006 10:45
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23/11/2005 20:37

In questo articolo del Paris News, un giornale diffuso nel Texas e in Oklahoma, c'è una storia molto interessante e, soprattutto, di prima mano. Eddie Barker, giornalista di KRLD-TV, fu testimone dei fatti di Dallas pur non essendo presente in Dealey Plaza e, tra l'altro, intervistò prima di chiunque altro Marina Oswald.

Barker ricorda bene - come poteva essere altrimenti ? - quell'intervista. Traduco alcuni stralci dei suoi ricordi al riguardo: "Marina non aveva dubbi sul fatto che Lee avesse ucciso il Presidente, anche se poi negli anni a venire avrebbe cambiato idea. Marina - continua Barker mi disse anche che suo marito aveva provato a uccidere il generale Walker, e che lo aveva fatto perché era un fascista".

Che non fosse veritiera la vulgata diffusa per anni nell'opinione pubblica per cui Marina fosse convinta dell'innocenza di Oswald e poi, costretta a mentire sotto minaccia, avesse cambiato idea già lo si sapeva. Questa verità viene suffragata da un giornalista che, ben prima che ci potesse essere qualunque dibattito pro e contro una cospirazione, raccolse le opinioni di una donna sposata a un uomo violento, un uomo che aveva già tentato di uccidere un "nemico", che si era fatto fotografare arma in pugno con la dedica muliebre "Cacciatore di fascisti" e che, il 22 novembre 1963, mise in atto il suo folle proposito di ammazzare il "capo dei fascisti".



Federico Ferrero
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25/11/2005 18:46

Mi pare che anche su Marina Oswald si sia già saputo tutto, anche se questo articolo è molto utile xchè è sempe un'informazione in più per farsi un'idea su quale fosse il rapporto tra lei e Oswald, e anche sulla personalità di Oswald stesso.
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25/11/2005 20:21

Sì, le sue ultime "uscite" sono scandalose perché, per quanto la signora abbia bisogno di soldi e per quanto il suo primo marito fosse un essere abominevole non si spiega una posizione certa, mai in dubbio, ribadita per anni e poi cambiata a distanza di decenni: la signora Porter (ora si chiama così) dimentica di aver assistito alla preparazione dell'attentato a Walker e soprattutto di aver vissuto con un essere spregevole, violento, squilibrato, dal comportamento indecente verso la famiglia e spinto da velleità desolanti e, ciò che è peggio, criminali.
Oggi Marina Porter parla di un assassino come di una vittima, con l'aggravante di esserene stata moglie e perciò testimone diretta. La signora Oswald sapeva bene che Lee aveva sparato a Kennedy portandosi via dal garage dei Paine quel fucile già usato contro Walker. Dopo quarant'anni ha preferito inventarsi una "verità" più spendibile, per fortuna è stata in larga parte ignorata.
Federico Ferrero
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26/11/2005 13:24

Il comportamento di Marina è stato semplicemente quello di tutti gli altri testimoni della vicenda, cioè di inserire col passare del tempo altri dettagli che potevano di più combaciare con la tesi complottistica o, comunque, contribuire a creare un alone di mistero sull'attentato a sulla figura stessa di Oswald.
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26/01/2006 21:43

infatti è stato cosi bravo quando ha sparato al gen.WALKER che da una decina di metri non L'ha nemmeno colpito.ALLORA come ha fatto OSWALD a colpire il presidente KENNEDY a più di cinquanta metri sparando tre colpi da campionato mondiale?ma non vi rendete conto che vi contraddite da soli.questa è una delle tante prove dell'inconsistenza della teoria del folle solitario.auguri
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27/01/2006 00:53

Re:

Scritto da: prouty2 26/01/2006 21.43
infatti è stato cosi bravo quando ha sparato al gen.WALKER che da una decina di metri non L'ha nemmeno colpito.ALLORA come ha fatto OSWALD a colpire il presidente KENNEDY a più di cinquanta metri sparando tre colpi da campionato mondiale?ma non vi rendete conto che vi contraddite da soli.questa è una delle tante prove dell'inconsistenza della teoria del folle solitario.auguri

Ovviamente le circostanze in cui i due tentativi di omicidio sono avvenuti sono completamente diverse (come pure le armi adoperate).Del resto,come in tutti i casi della vita agisce anche una certa dose di fortuna.Se Oswald avesse ucciso o ferito Walker magari sarebbe andato in galera e non avrebbe avuto occasione di sparare al Presidente mesi dopo. Mi si consenta una battuta che potrebbe suonare cinica e cattiva:Peccato non abbia avuto maggior fortuna in questa occasione.
carmelo pugliatti
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23/11/2006 13:01

Re: Re:

Scritto da: carmelo pugliatti 27/01/2006 0.53
Ovviamente le circostanze in cui i due tentativi di omicidio sono avvenuti sono completamente diverse (come pure le armi adoperate).Del resto,come in tutti i casi della vita agisce anche una certa dose di fortuna.Se Oswald avesse ucciso o ferito Walker magari sarebbe andato in galera e non avrebbe avuto occasione di sparare al Presidente mesi dopo. Mi si consenta una battuta che potrebbe suonare cinica e cattiva:Peccato non abbia avuto maggior fortuna in questa occasione.



io resto ancora della mia opinione che solo oswald non abbia potuto sparare al presidente!! [SM=g27828]
e credetemi il sito e tutti i documenti che avete postato li ho letti , ma mi lascia sempre con qualche dubbio!!! [SM=g27825]
ma la moglie e la figlia sono ancora vive?
e' vero che dopo la morte di oswald cambiarono identita'?

Post: 737
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23/11/2006 14:54

Qui si parla di Walker, per le notizie sulla famiglia usate la cartella Varie [SM=g27823]
Federico Ferrero
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24/11/2006 23:09

Oswald aveva una buona mira e solo per un vero miracolo (a favore del generale razzista, ovviamente) Walker non fu ucciso. Il proiettile gli passò fra i capelli finendo incastrato in una pila di carte appoggiata al muro. Si appurò che un montante della finestra aveva ingannato la mira dell'attentatore. Ecco quanto riporta in proposito il Rapporto Warren (Rizzoli, 1964, pp. 156-161): "Verso le 21 circa del 10 aprile 1963 a Dallas, Texas, il generale di divisione Edwin A. Walker... sfuggì miracolosamente alla morte allorché un proiettile di carabina sparato dall'esterno della sua casa gli sfiorò la testa mentre era seduto alla propria scrivania... Il 2 dicembre 1963 la signora Ruth Paine consegnò alla polizia alcuni oggetti di proprietà di Oswald, compreso un volume russo intitolato "Manuale di consigli utili". Nel volume c'era un biglietto senza data scritto in russo [contenente le "istruzioni in caso di mio arresto"]... questo biglietto risultò scritto di pugno da Lee Harvey Oswald [e conteneva dettagli probanti sul fatto di essere stato scritto a Dallas prima del trasferimento degli Oswald a New Orleans]... Quando non lo vide tornare per le 22 o le 22,30, Marina Oswald si recò nella stanza del marito e trovò il biglietto: "Quando rientrò gli domandai cos'era successo. Era pallidissimo. Non ricordo l'ora esatta, ma era molto tardi. Ed egli mi chiese di non rivolgergli nessuna domanda. Mi disse soltanto di aver sparato al generale Walker... Quando il giorno dopo apprese da radio e giornali di aver fallito il bersaglio, dichiarò che gli dispiaceva moltissimo di non averlo colpito. Nella sua deposizione dinanzi alla Commissione nel febbraio 1964, Marina Oswald dichiarò che quando Oswald rincasò la notte dell'attentato a Walker le confidò di aver meditato l'attentato per due mesi. Tre giorni più tardi le mostrò un taccuino contenente alcune fotografie della casa del generale Walker e una pianta della zona in cui la casa era situata... Tre fotografie rinvenute fra gli effetti personali di Oswald dopo l'assassinio furono riconosciute da Marina Oswald come fotografie della casa del generale Walker... La terza fotografia riconosciuta da Marina Oswald ritrae l'ingresso al viale di accesso alla casa del generale Walker... Un esame di alcune opere murarie che appaiono sullo sfondo di questa fotografia rivelò che la fotografia fu scattata tra l'8 e il 12 marzo 1963... Un perito fotografo dell'FBI fu in grado di accertare che questa fotografia fu scattata con l'apparecchio Imperial Reflex di proprietà di Oswald...". I periti balistici non furono in grado di affermare che il proiettile cal. 6,5 recuperato nella stanza di Walker fosse stato sparato dal fucile che uccise poi Kennedy "ad esclusione di ogni altra arma", ma ritennero molto probabile che lo fosse, perché non esistevano prove che indirizzassero il proiettile verso un'altra arma. L'amico George De Mohreschildt, dopo l'attentato a Walker, fece una battuta rivolto a Lee: "Accidenti, l'hai mancato, eh?". Oswald rimase impietrito e non rispose nulla. Ne "Il racconto di Oswald" (Bompiani, pp. 595-603) Norman Mailer riporta: "Si trovava a 35 metri di distanza, aveva preso di mira Walker con un telescopio a quattro ingrandimenti, nel mirino la testa di Walker appariva bella grossa. Come aveva potuto mancare il bersaglio? Non appena premuto il grilletto, Lee si era messo a scappare. In preda alla paura. Le guardie del corpo di Walker lo avrebbero beccato, se lui si fosse attardato a sparare un secondo colpo. Quindi doveva per forza scappare: in preda sia alla paura, sia all'esaltazione... Il generale Walker riferì alla commissione Warren: "Erano le nove. Le luci di casa erano quasi tutte accese, le tapparelle erano alzate. Io sedevo alla scrivania, dirimpetto alla finestra, ed ero intento a compilare la dichiarazione dei redditi quando udii uno sparo e uno schianto proprio sopra la testa... pensai che qualcuno avesse lanciato un petardo... poi mi guardai intorno e... vidi un buco nel muro... poi, ad un attento sopralluogo, mi resi conto che lo sparatore, da dove si trovava, non poteva vedere, a causa della luce,il traliccio della finestra o della controfinestra. Gli doveva apparire come una vasta zona illuminata. Quindi anche un buon tiratore avrebbe potuto colpire, per caso, quella grata di legno... E difatti la colpì, e ciò bastò a deviare la pallottola quel tanto per mancarmi (Warren Commission Testimony, Volume XI, pp. 405, 410)".

[Modificato da Diego Verdegiglio 24/11/2006 23.11]

Diego Verdegiglio
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25/11/2006 10:03

Nella trasmissione di Minoli andata in onda ieri a tal proposito si racconta che quando Oswald tornò a casa, vedendo la tv che parlava dell'attentato sentì che alcuni testimoni avevano visto due auto sospette davanti a casa Walker; Lee invece era fuggito in autobus e poi a piedi. Sorridendo commentò la notizia a Marina dicendole "gli americani sono troppo viziati per non prendere l'auto, io a piedi ed in autobus ho fatto perdere le mie tracce...ahaha".
Moris
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25/11/2006 17:16

Caro DV,la descrizione che lei da all'OSWALD che avrebbe sparato al gen. WALKER,non risponde certamente all'OSWALD che avrebbe sparato su JFK.Mi sà che stà parlando di due individui completamente diversi.Il primo: non è stato capace a colpire un bersaglio immobile a una distanza di 35metri.Mentre il secondo :spara tre colpi in circa 8 secondi su di un bersaglio mobile a una distanza non inferiore a 50 metri,facendo centro due volte.Solo che il primo era sforunato.Mentre il secondo un miracolato. Questa mi sembra più una forzatura ,che un aggravante ai danni di OWALD.Non si può dire nel primo caso ;il gen. WALKER è stato fortunato.E nel secondo caso; OSWALD è stato molto fortunato a sparare in quel modo sul corteo presidenziale .Ma non è stato detto che era un tiratore eccellente?Cosa c'entra la fortuna? Uno o sà sparare ,o è un schiappa! Vogliamo dire qualcosa di Marina Oswald? Dichiarata inattendibile da alcuni avvocati dello staff della CW,e poi in un secondo tempo ritenuta attendibile! Dopo un lavaggio accurato del cervello...s'intende!

Con incrollabile fede...............!prouty2!

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25/11/2006 17:32

Bentornato signor Mencaccini.
Alla sua fede non corrisponde altrettanta attenzione nel leggere: avrebbe capito perché Oswald ha mancato di un nulla il bersaglio: non poteva vedere quell'ostacolo dalla posizione in cui era.

Dopodiché giova ripetere, alla noia: non era un tiro da miracolato. E poi ancora: se anche uno sbaglia un tiro facile e il girno dopo ne centra uno meno facile dov'è l'irragionevolezza?
Lei ha sempre preso tutti nove a scuola o anche qualche sette? In quel caso aveva mandato un sosia a essere interrogato?

Saluti
FF

Federico Ferrero
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25/11/2006 23:56

Lei mi scuserà sig. ferrero,ma non intendo dilungarmi in questa discussione.Lei sà come la penso,e siccome sò che alla fine non saremo daccordo su niente ...preferisco chiudere qui l'argomento.

p.s. perchè continua a chiamarmi: signor Mencaccini?



!prouty2!
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26/11/2006 01:50

[SM=g27829]
carmelo pugliatti
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26/11/2006 03:01

Si, caro Prouty2: ovviamente parlo di due persone diverse...
Diego Verdegiglio
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26/11/2006 10:45

Certo, come desidera.
Ho soltanto corretto delle sue asserzioni errate: lei è libero di pensare che chi prende un 6 di italiano dovrà prendere 6 vita natural durante per non destare "sospetti" (avrà copiato o corrotto l'insegnante?) ma la sua opinione è destituita di fondamento.

Preferisco chiamarla per nome, come facciamo di solito qui tra frequentatori assidui. Non sarebbe male se anche lei volesse firmare da sé con nome e cognome i suoi interventi.

Saluti
FF
Federico Ferrero
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