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"Truth Withheld", il libro di James T. Tague

Ultimo Aggiornamento: 01/05/2005 12:59
Post: 403
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17/04/2005 10:38

Cari amici,
vi anticipo una delle novità del nuovo jk.it. Alcuni di voi già la conosceranno: si tratta del libro scritto da James Tague e intitolato "Truth Withheld" (Verità nascosta). Tague, quarant'anni dopo i fatti, decide che è ora di dire la (sua) verità su quanto accadde a Dallas quel giorno.
Tague, che oggi è un anziano signore, venne colpito o da una scheggia di un proiettile finito fuori bersaglio o da schegge di un marciapiede colpito da un proiettile fuori bersaglio, nei pressi del sottopassaggio a tre corsie in Dealey Plaza.
Tague dice di aver studiato profondamente il caso Kennedy insieme a un compagno di avventura, Harold Weisberg.
Ha anche fondato un sito, www.jamestague.com. Attendete qualche giorno, e arriverà il resto...

Saluti
FF

[Modificato da Federico Ferrero 17/04/2005 14.54]

Federico Ferrero
Post: 828
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17/04/2005 12:18

Caro Ferrero,
se davvero Tague ha qualcosa di nuovo da raccontare dopo tanto tempo (spero non tiri fuori qualche storia tipo sparatore dal grassy knoll o da altri punti della piazza!), per me la spiegazione è solo di tipo economico: si guadagna di più scrivendo un libro di nuove "rivelazioni" piuttosto della poco produttiva testimonianza di essere stato banalmente colpito da una scheggia prodotta da un tiro fuori bersaglio di Oswald. Tutto qui. Se con lui c'era Weisberg, mi attendo "rivelazioni" senza dubbio complottiste. Un albero di pere non può produrre come frutti le banane, produce inevitabilmente solo pere. Cordiali saluti. DV
Diego Verdegiglio
Post: 399
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17/04/2005 14:58

E' sottotitolato "Survivor's Story". Logico! Con tutti i tentativi della CIA per far fuori l'ennesimo scomodo testimone... 40 anni però!...Non esistono più i killer di una volta!
Stefano
Post: 99
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17/04/2005 17:14

Bhè, se non ricordo male Tague in alcune sue interviste rilasciate all'epoca dello svoglimento delle indagini, dichiarò di essere convinto che il frammento che lo ferì alla guancia provenisse da un colpo sparato dal poggio erboso, quindi si può benissimo supporre che il suo nuovo libro in uscita ribadisca questa sua convinzione, o ci dobbiamo aspettare altre "rivelazioni"?

Con simpatia
Kilos15
Post: 518
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18/04/2005 01:09

Re:

Scritto da: Stefano F. 17/04/2005 14.58
E' sottotitolato "Survivor's Story". Logico! Con tutti i tentativi della CIA per far fuori l'ennesimo scomodo testimone... 40 anni però!...Non esistono più i killer di una volta!

Beh è anche vero che il titolo potrebbe avere un riferimento anagrafico.Dopo quarant anni...il tempo è il killer più implacabile,purtroppo.Quanto al contenuto del libro,vedremo.Tague potrebbe essersi assicurato la pensione con un vendutissimo bel libro complottista.D' altronde chissà ,se il volume contenesse elementi nuovi elementi validi a favore di un eventuale congiura ne prenderemo atto.Vorrà dire che la discussione si riaprirà;Finora tra "colpi dal davanti",sbuffi di fumo dalla collinetta,cinghie del carcano in posizioni differenti è sempre stata la ,solita,stessa robaccia avariata.
carmelo pugliatti
Post: 829
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18/04/2005 01:58

Riporto la testimonianza fatta SOTTO GIURAMENTO davanti alla Commissione Warren di James Thomas Tague, Volume VII delle Udienze (WC Hearings), pagine 552-558.
A pagina 557 Tague risponde a precise domande dell'avvocato Liebeler in merito all'origine degli spari. Come si può vedere, dapprima Tague(e soprattutto in rapporto all'agitazione che si verificò sull'altro lato di Elm Street, con poliziotti armi in pugno che si arrampicavano sul poggio)indica come fonte possibile degli spari un punto dietro il monumento-pergola in cemento bianco davanti al quale era appostato Zapruder con la sua cinepresa e la sua segretaria. Poi Tague risponde di non aver notato nessuno sparare dalla zona del cavalcavia ferroviario. Infine risponde affermativamente al fatto di aver visto e udito i colpi provenire dal TSBD. Io mi fido di questa dichiarazione sotto giuramento. Se poi Tague, nel corso degli anni (come moltissimi: vedi Jean Hill, Ed Hoffman, Gordon Arnold) ha compreso che si diventava ricchi e famosi mettendosi dalla parte dei complottisti, è una faccenda che non riguarda la verità storica, ma solo il mercato. Queste SOTTO GIURAMENTO di dire "la verità, tutta la verità e nient'altro che la verità", sono le sue parole che per me contano. Il resto è a mio avviso solo speculazione commerciale.

...............
Mr. Tague.
To recall everything is almost impossible. Just an impression is all I recall, is the fact that my first impression was that up by the, whatever you call the monument, or whatever it was----
RICORDARE OGNI COSA E' QUASI IMPOSSIBILE. TUTTO QUELLO CHE RICORDO E' SOLO UN'IMPRESSIONE, IL FATTO E' CHE LA MIA PRIMA IMPRESSIONE FOSSE CHE VENIVANO DA LI', DA QUELLO CHE VOI CHIAMATE MONUMENTO O QUALUNQUE COSA DEL GENERE SIA...
............................
Mr. Liebeler.
You thought they had come from the area between Nos. 7 and 5?
LEI PENSO' CHE VENISSERO DALL'AREA FRA I PUNTI NUMERO 7 E NUMERO 5 (SEGNATI SU QUESTA MAPPA)?

Mr. Tague.
I believe they came from up in here.
CREDO CHE VENISSERO FUORI DA QUEL PUNTO

Mr. Liebeler.
Back in the area"C"?
DIETRO L'AREA DENOMINATA "C"?

Mr. Tague.
Right.
ESATTO

Mr. Liebeler.
Behind the concrete monument here between Nos. 5 and 7, toward the general area of "C"?
DA DIETRO QUESTA PERGOLA IN CEMENTO (MONUMENT) TRA I PUNTI 5 E 7, DALLA DIREZIONE DELL'AREA DENOMINATA "C"?

Mr. Tague.
Yes.
SI
..............................
Mr. Liebeler.
..... Did you see any evidence of anybody having fired from the area on the railroad tracks above the triple underpass?
LEI PUO' DIRE DI AVERE PROVE IN MERITO AL FATTO DI AVER VISTO QUALCUNO CHE ABBIA SPARATO DALL'AREA DEGLI SCAMBI FERROVIARI SOPRA IL TRIPLICE CAVALCAVIA FERROVIARIO?

Mr. Tague.
None.
NESSUNA

Mr. Liebeler.
Do you think that it is consistent with what you heard and saw that day, that the shots could have come from the sixth floor of the Texas School Book Depository?
LEI PENSA CHE SIA CONFORME A QUELLO CHE LEI UDI' E VIDE QUEL GIORNO IL FATTO CHE GLI SPARI POTESSERO PROVENIRE DAL SESTO PIANO DEL TEXAS SCHOOL BOOK DEPOSITORY?

Mr. Tague.
Yes.
SI
Diego Verdegiglio
Post: 830
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18/04/2005 09:59

Dal mio libro "ecco chi ha ucciso John Kennedy", pp. 352-355 (Bisiach e Tague):
c) Il terzo ferito di Dallas (p. 324): qui Bisiach riporta che nel maggio del 1967 (in realtà era il 1968, N.d.A.), con l'aiuto del suo amico giornalista Jimmy Kerr, riuscì a "rintracciare il terzo ferito di Dallas, James Thomas Tague, che si nascondeva da mesi perché temeva di essere ucciso (v.qui pp. 110-111, 113, 275). Su "L'Europeo" del 12 dicembre 1975 dice invece che "Tague scomparve dalla circolazione per alcuni anni. Fui io a scovarlo insieme al giornalista texano James Kerr jr. e lo intervistai nell' aprile 1968". Nel servizio pubblicato su "L'Europeo" n.19 del 9 maggio 1968, e ristampato integralmente nel suo libro, Bisiach aggiunge: "Tague ha importanti verità da rivelare su quel giorno fatale. Finora non aveva mai parlato. Le minacce e la paura lo paralizzavano. Oggi per la prima volta Tague racconta la sua storia. Ha rotto il silenzio e ci ha concesso questa sensazionale intervista esclusiva". In una didascalia pubblicata sul n. 24 di "Gente" dell' 11 giugno 1969, p.59 (Francamaria Trapani), Tague è " il testimone sconosciuto rintracciato da Bisiach". Ne "Il Presidente" Bisiach chiede a Tague come mai si sia deciso a parlare dopo quattro anni e Tague risponde: "Nel 1964 mi prefissi di restare lontano da quel pasticcio. Molti altri testimoni venivano tempestati di telefonate o sottoposti a rappresaglie crudeli perché avevano parlato... Ma finalmente mi sono reso conto che non potevo tenere dentro di me tutto quello che sapevo. Avevo il dovere di parlarne. Così ho deciso di rendere l'intera testimonianza su ciò che accadde realmente a Dallas in quel giorno terribile". Tague prosegue raccontando di aver pensato che il proiettile di rimbalzo, che provocò le schegge di granito del marciapiede che lo ferirono di striscio alla guancia, provenisse dal poggio erboso: i poliziotti e gli uomini dello sceriffo ai quali si rivolse, tutti presi dalle voci di uno sparatore avvistato al sesto piano del deposito di libri, non prestarono molta attenzione a questa sua osservazione, suggerendogli di recarsi a rendere testimonianza al più vicino commissariato. Tague prosegue sostenendo che agenti dell' FBI andarono a interrogarlo a casa sua e gli sembrò che fossero poco interessati alla sua storia, perché, a suo avviso, la pallottola che lo aveva colpito contrastava con il numero di colpi e le traiettorie prefabbricati dai servizi segreti. Tague poi dichiara che la sua deposizione alla Commissione Warren fu pubblicata in modo vago e riduttivo. Bisiach riporta quanto dice il "Rapporto", ma aggiunge:"Un teste come James Tague, che ha acconsentito a parlare con noi per la prima volta dopo quel giorno, mette in seria difficoltà le tesi ufficiali del Rapporto Warren: molti critici del Rapporto...hanno sostenuto che...alcuni colpi, se non tutti, partirono dal poggio erboso davanti al corteo presidenziale. E' quello che ora sostiene con assoluta sicurezza Tague, e non è il solo testimone ad affermarlo". Questa inchiesta di Bisiach su "L'Europeo" è montata in modo da apparire come uno scoop: Gianni Bisiach scopre l'uomo di cui non si sapeva nulla, l'uomo che si nascondeva per timore di contrastare Warren, il terzo ferito di Dallas che finalmente si è deciso a raccontare la verità. E' un articolo giornalisticamente di molto effetto, ma non lo ritengo credibile. Vediamo perché. Tague, dopo il suo ferimento, si recò alla Squadra Omicidi per rilasciare la sua testimonianza, ma la cattura di Oswald scombussolò la Centrale di polizia, impedendo di verbalizzare il suo racconto. In un primo tempo un passante colpito dalle schegge di un marciapiede non fu ritenuto in realtà molto importante, rispetto alla scoperta del fucile e dei bossoli avvenuta poco prima nel Book Depository. Tague, nell'intervista di Bisiach pubblicata su "L'Europeo", aggiunge che il punto del marciapiede, colpito con evidenza dal rimbalzo di un proiettile, fu visto pochi secondi dopo gli spari dal vicesceriffo Eddy R. Walthers e dall'agente di polizia Gerald Lynn Hill, che radiotrasmise la notizia del ferimento di Tague alla Centrale (Warren Report, p.116). La traccia fresca della pallottola fu poi fotografata dal reporter Tom Dillard e dal giornalista James R.Underwood (Weisberg, Chi..., p. 399). Inspiegabilmente, l'FBI non cita Tague nel suo rapporto in cinque volumi consegnato a Earl Warren il 9 dicembre 1963. Ripeto che è probabile che l'episodio dello spettatore colpito da schegge non avesse ancora acquisito l'importanza che ebbe poi con la ricostruzione della sequenza degli spari, in base al successivo studio del film di Zapruder. Con imperdonabile e incomprensibile negligenza, tuttavia, la Commissione Warren chiese all' FBI di occuparsi di Tague e del pezzo di marciapiede colpito in Main Street solo il 7 luglio 1964. Tague fu interrogato dalla Commissione il 23 luglio 1964. Il pezzo di cordonatura fu asportato da Main Street il 5 agosto e inviato a Washington. Il 12 agosto i periti dell'FBI, con un esame spettrografico, individuarono frammenti di piombo con tracce di antimonio, segno che la camiciatura blindata di lega di rame del proiettile originario si era spaccata urtando un altro oggetto prima del marciapiede vicino a Tague, e liberando il nucleo interno fatto appunto di piombo. Il Rapporto Warren riporta correttamente questa circostanza, concludendo di non poter tuttavia stabilire quale pallottola o frammento di pallottola può aver scalfito il bordo di cemento provocando la scheggia che ha ferito Tague (Warren Report, p. 117). A dispetto delle sue dichiarazioni a Bisiach, secondo le quali la direzione di provenienza dei colpi sembrava essere il poggio erboso, Tague dichiarò alla Commissione che "da quello che chiamate il monumento...c'era qualcuno che sparava dei petardi". Per "monumento" Tague dovrebbe indicare la pergola di cemento bianco dalla quale Zapruder stava filmando il corteo. In un'intervista rilasciata a Gerald Posner il 19 e il 20 gennaio 1992, Tague ha detto che l'intaccatura sul marciapiede era "in perfetto allineamento" (it lined right up with) con il Texas School Book Depository (Posner, p. 325) e di non ricordare quale dei colpi l'avesse ferito di striscio alla guancia. Le foto scattate da Bisiach a Tague nella Dealey Plaza di Dallas nel 1967 dimostrano proprio il contrario di quanto le didascalie dell' Autore vorrebbero suggerire: in una si vede Tague completamente di spalle, in piedi sul bordo di Main Street dove si trovava durante l'attentato, mentre guarda il Depository. Egli era praticamente quasi ai piedi del cavalcavia, molto più avanti del punto in cui Kennedy fu ucciso dal colpo alla testa. Sulla linea della sua spalla sinistra si vede infatti sporgere il bulbo bianco del lampione stradale sul marciapiede opposto di Elm Street, situato poco prima della scaletta di pietra che scende dal poggio erboso. Kennedy fu colpito l'ultima volta, come si vede dallo schema dell'attentato pubblicato da Bisiach, pochi metri prima di giungere davanti alla scaletta. Mi chiedo: se l'ipotetico tiratore scelto del poggio erboso mirava all'auto di Kennedy, che scendeva dalla sommità di Elm Street verso di lui, e doveva quindi puntare l'arma verso la sua sinistra, come poteva esplodere un colpo che rimbalzasse vicino alla postazione di Tague, ossia alla sua destra? Contro quale ostacolo avrebbe dovuto urtare per rimbalzare tornando indietro fino al tombino dove stazionava Tague? La foto pubblicata da Bisiach rivela proprio il contrario di ciò che vorrebbe dimostrare anche perché vi si vede Tague perfettamente allineato con la traiettoria di colpi provenienti dalla finestra del Book Depository. Nel febbraio e nell'agosto 1993 ho filmato e fotografato questo punto della Dealey Plaza e ho trovato perfettamente plausibile la direzione rettilinea del proiettile, sparato dal sesto piano del magazzino, che colpì il bordo del marciapiede di Main Street col nucleo di piombo e l'asfalto di Elm Street con la camiciatura di rame, dopo essersi aperta urtando un ramo della quercia posta ai piedi del magazzino di Oswald. Tague non aveva e non ha mai avuto più nulla da aggiungere rispetto a ciò che disse allora alla Commissione, però riferisce a Bisiach di essere sparito dalla circolazione dopo la sua testimonianza: non, come vorrebbe far intendere, perché riceveva minacce dalla polizia o dall'FBI per le sue dichiarazioni "scomode" o che davano fastidio alle tesi precostituite sulla sparatoria. Infatti Tague dice che "molti altri testimoni venivano tempestati di telefonate e lettere minatorie". Non afferma mai di averle ricevute lui, quelle minacce. Diciamo che ha voluto evitare le normali seccature che chiunque esca dall'anonimato deve sopportare. Non dimentichiamo che nel 1964 la Dallas conservatrice, la maggioranza di destra dei cittadini, voleva chiudere al più presto il capitolo "assassinio Kennedy" e i più estremisti possono aver disturbato con telefonate o altro i loro concittadini che "non si facevano i fatti loro" e infangavano la BIG D, la grande Dallas, testimoniando davanti a Warren. Questo è senz'altro un motivo plausibile. Improvvisamente, nel 1968, Tague si risveglia (bisogno di denaro?) e decide di raccontare, in sostanza, le stesse cose dette alla Commissione Warren: niente di nuovo,insomma. Almeno per gli "addetti ai lavori". Non è Bisiach a scovarlo nel suo nascondiglio e ad averne l'esclusiva. Tague infatti appare anche nelle interviste filmate a Dallas da Mark Lane nel marzo 1966: una breve sequenza di questo incontro con Lane è stata inserita nel film di John Barbour The Kennedy Assassination. The Garrison Tapes. Inoltre, "The National Enquirer" del 7 aprile 1968, un mese prima del nostro Autore, titola alle pagine 16-20: "Man Wounded in Assassination of JFK finally Talks (Finalmente parla l'uomo ferito nell'attentato a Kennedy)". Probabilmente Tague si rimette in circolazione da sé sul "mercato" delle interviste in un momento favorevole: l'inchiesta Garrison è in corso, il Clark Panel sta riesaminando l'autopsia di Kennedy, una legione di autori complottisti ha scritto o sta scrivendo le critiche al Rapporto Warren, Martin Luther King è appena stato ucciso e Bob Kennedy cavalca verso la Casa Bianca. Le interviste a pagamento sono normali negli Stati Uniti e il giornalista Jimmy Kerr potrebbe aver preso un pò di soldi aiutando Bisiach ad avere Tague in esclusiva: non certo mondiale, ma almeno per l'Italia. Un giornalista locale che faccia da tramite a un collega italiano è quasi normale. Anche Oriana Fallaci retribuisce un suo amico reporter locale perché la guidi alle persone e ai luoghi di Dallas legati all'attentato. E Igor Man scrive: "Con un po' di dollari dati alla persona giusta, riuscii a intervistare la madre di Oswald". Altro tramite di Bisiach a Dallas è il reporter del "Dallas Morning News" John Tuckett, presentato dall'Autore come "il giornalista che si trovò più vicino di tutti a Kennedy al momento dell'assassinio". A me questo non risulta: Tuckett non è citato in nessuno degli elenchi degli spettatori, tutti individuati, presenti in Elm Street durante l'attentato e schedati dalla Commissione Warren. Mark Lane li elenca tutti: sono 266. I reporter più vicini a Kennedy erano Kilduff, Smith, Bell, Baskin e Clark nell'auto riservata alla stampa; Dillard, Jackson, Couch e Underwood in quella dei fotografi; James W. Altgens, dell'Associated Press, e Joseph Featherstone, del Dallas Times Herald, lungo Elm Street. Per concludere su Tague, aggiungo che Bisiach lo presenta come "la carta più importante nell'inchiesta del giudice Jim Garrison". Tague non è stato assolutamente la carta più importante di Garrison: nel suo libro "Sulle tracce degli assassini", su quasi quattocento pagine nell'edizione italiana, il Procuratore Distrettuale gli dedica infatti solo cinque righi, a pagina 19.
Diego Verdegiglio
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18/04/2005 23:00

libro di Tague
Il libro di Tague e' ovviamente gia' nella mia collezione, con una copia autografata da James T.Tague, acquistata direttamente dall'autore:
http://www.biagioprivitera.it/Kennedy-bookA10.htm

Comunque niente di sconvolgente o nuovo nel contenuto.
saluti
Biagio
Post: 839
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01/05/2005 12:49

SI, C'E' ANCORA GENTE CHE SCRIVE QUESTE CAVOLATE. LEGGETE, LEGGETE:



Il governo ombra americano
Che cosa è realmente il presidente degli USA

Il presidente degli Stati Uniti d’America è erroneamente definito come l’uomo più potente della Terra, per la falsa credenza che egli abbia il potere di dirigere la prima potenza mondiale. In realtà si tratta di una persona che deve sottostare ad un governo ombra che non ha nulla a che vedere con la democrazia. Questo governo ombra è una specie di Mafia formata da persone che fanno solo i propri interessi, eliminando chi si impedisce il raggiungimento dei propri interessi, chiunque esso sia. Questa Mafia ha il pieno controllo dell’ONU, di tutti gli enti civili e militari degli USA, nonché di quelli dei paesi NATO e dei paesi sotto il controllo degli USA.I suoi componenti sono persone che hanno un elevato potere economico anche legato al settore bellico e/o sono persone che ricevono denaro in cambio di creare situazioni che favoriscano determinate aziende.
....................
Questo governo ombra non guarda in faccia a nessuno per realizzare i propri progetti, come nel caso del presidente americano J. F. Kennedy, che fu ucciso perché ostacolava i progetti del governo ombra. Difatti Kennedy non solo era contrario all’invasione di Cuba e alla guerra del Vietnam, ma era intenzionato a smascherare anche il governo ombra attraverso il rendere pubblico documenti che attestavano la connessione tra il governo ombra ed enti americani come la CIA. Oltre ciò, Kennedy tentò di smascherare il potere del governo ombra attraverso clamorose dichiarazioni quali: “Lo stesso ufficio del Presidente viene usato per sovvertire i diritti dei cittadini, ed è mio dovere renderlo noto”. Consapevole di come era rischiosa la strada da lui intrapresa, Kennedy dichiarò: “Un giorno qualcuno mi ucciderà all’aperto, nella confusione di un corteo. Sarebbe il momento migliore. Fucili ad alta precisione dall’alto di un palazzo...” La tesi ufficiale del governo sull’uccisione di Kennedy, è di una assurdità ridicola. Infatti, dopo che la CIA fece ridurre al minimo la scorta presidenziale di quel giorno, John Kennedy venne ucciso dal fuoco incrociato di 3-4 punti di sparo e quindi non solo dal colpevole ufficiale L. H. Oswald, il quale era appostato alle spalle del Presidente con un fucile a colpo singolo e quindi era incapace di provocare una simile triangolazione di sparo e di sparare tanti colpi in pochi secondi. Poco dopo l’arresto, Oswald venne ucciso da Jack Ruby, un uomo che prendeva soldi dalla CIA, mentre tutti gli altri testimoni chiave morivano o svanivano prima di andare a deporre. Inoltre Jack Ruby fu intervistato dalla giornalista Dorothy Kilgallen che, dopo aver detto telefonicamente di aver appreso la verità da Ruby, fu trovata morta in un finto suicidio e subito dopo fu trovato morto anche un suo amico a cui aveva passato degli appunti dell’intervista. In sostanza J. F. Kennedy era stato ucciso dagli stessi servizi segreti incaricati di proteggerlo per ordine di un gruppo di persone molto potenti, come sostenne anche il giudice Jim Garrison, che tra l’altro dichiarò: “La CIA è l’organizzazione più pericolosa e potente che esiste al mondo”. Successivamente quando Robert Kennedy, fratello di J. F. Kennedy, decise di puntare alla presidenza con gli stessi ideali del fratello, finì puntualmente sparato.

.......................

se un presidente decidesse di smascherare il governo ombra, non avrebbe il tempo di farlo perché farebbe la fine di un presidente che era lì per lì per farlo: John F. Kennedy.



Le persone collegate a J. F. Kennedy

J. F. Kennedy fu ucciso nel 1963 dal governo ombra poiché voleva divulgare un qualche segreto di stato che avrebbe danneggiato il governo ombra. Per lo stesso motivo furono uccise tutte le persone a cui Kennedy aveva confidato questo terribile segreto come avvenne nel caso di Marilyn Monroe, a cui l’ex amante J. F. Kennedy avrebbe rivelato il segreto per cui tutti e due sono stati uccisi. I servizi segreti uccisero Marilyn Monroe nel 1962 inscenando un contraddittorio suicidio. L’ex marito di Marilyn, Bob Slatzer, dichiarò subito che l’avevano uccisa i servizi segreti perché sapeva troppo, ed effettivamente da intercettazioni telefoniche dei servizi segreti risulta che Marilyn disse di volere rivelare alla stampa il terribile segreto: due giorni dopo fu trovata morta.
............................
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Diego Verdegiglio
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01/05/2005 12:59

QUESTA L'AVEVATE GIA' LETTA?
....................................

CHI SIAMO CONTATTI TEMATICHE CAMPAGNE OSPITI CALENDARIO
Pace
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Testimonianze / Mordechai Vanunu
Vanunu sostiene che Israele assassino' John Fitzgerald Kennedy a causa delle pressioni esercitate sull'ex Primo Ministro Ben-Gurion. La spia nucleare Mordechai Vanunu afferma in una intervista che Israele era dietro l'assassinio nel 1963 del Presidente degli Stati Uniti JF Kennedy, e alcuni ufficiali israeliani sperano a voce alta che l'inverosimile commento
colpira' la credibilita' di Vanunu. Aaron Klein - Trad. di Chiara Panzera Fonte: WorldNetDaily.com - 25 luglio 2004
Vanunu e' un ex tecnico nucleare recentemente rilasciato dopo una sentenza di detenzione di 18 anni per aver reso pubblico, attraverso il Sunday Times, il programma nucleare di Israele dello stabilimento di Dimona. Gli e' stato vietato di lasciare il paese, parlare con i mezzi di comunicazione e con gli
stranieri. Ma il giornale Al-Hayat, che ha sede a Londra, ha pubblicato ieri (il 24-7,n.d.t.) un'intervista, dichiarando che e' la prima rilasciata da Vanunu, e nella quale afferma che secondo "certe indicazioni vicine", Kennedy e' stato
assassinato a seguito della "pressione che aveva esercitato sul capo del governo israeliano, David Ben-Gurion, per fare luce sul reattore nucleare di Dimona. Gisin dice che i commenti di Vanunu riguardo JFK servono solo a portare discredito alla ex spia. "E' un qualcosa che ti saresti aspettato da [Yasser]Arafat," dice Gissin....
Traduzionedi Chiara Panzera a cura dell'associazione Peacelink

Diego Verdegiglio
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